Maria, difesa di Gesù
Nel sesto secolo della Chiesa non vengono registrate eresie propriamente dette; solo si ristudiano le precedenti, tentando di dare loro, sotto aspetti diversi, una più mitigata interpretazione. La stessa condanna data alle eresie dai Concili Ecumenici, il più delle volte serviva ad alcuni per modificare le frasi ereticali, sforzandosi di conciliarle con i dogmi cattolici. Però spesso avveniva che per correggere un errore, si cadeva in altri nuovi. Questo avvenne anche con gli eutichiani, i quali si divisero in varie sette, e si diffusero un po' dappertutto nell'Oriente.
I primi furono gli Acefali.
Gli Acefali, così detti perché per diverso tempo rimasero senza un proprio capo, erano eutichiani spinti, e sostenevano che nel Concilio di Calcedonia, Eutiche non fu apertamente e chiaramente condannato, perché in quel Concilio diversi Padri si riservarono di esaminare più attentamente la lettera che il Papa Leone aveva scritto, e questi Padri, nonostante la loro riserva, non furono allontanati dalla assemblea. Dunque, dicevano gli Acefali, molti Padri dubitarono che la lettera del Papa potesse essere soggetta a qualche errore; quindi esigevano che venisse condannato il Concilio di Calcedonia, risultando almeno dubbia la condanna di Eutiche.
A questa obbiezione si può rispondere che i molti Padri, i quali vollero meglio controllare la lettera del Papa Leone, non fu perché dubitassero della genuina dottrina del Sommo Pontefice, ma solo ex linguae obscuritate, cioè perché non avevano compreso bene la lingua latina, e non perché dubitassero che fosse falsa la dottrina del Papa (Pighi T. 1. p. 276). Ma gli Acefali continuarono ad insegnare che in Cristo esistessero le due nature solo prima della unione del Verbo, e dopo l'unione rimase solo la natura Divina.
Condannata questa eresia, come si è già detto, sorsero i Corrutibili, i quali, volendo correggere l'errore, dicevano agli Acefali: Voi, siete in errore, perché Gesù Cristo fu vero uomo, ma soggetto a tutte le infermità umane, compresa la corruzione.
Contro questi, sempre con l'intento di correggere l'errore, seguirono gli Incorruttibili, i quali affermavano che Gesù Cristo aveva una natura umana apparente, quindi era incorruttibile. Ma voi tutti, Acefali, Corruttibili e Incorruttibili siete nel falso, dissero gli Agnoeti, imperocchè si deve riconoscere in Gesù Cristo, oltre alla natura Divina, anche la natura umana identica alla nostra, fuorché nel peccato: solo si deve ritenere che avesse una scienza limitata e difettosa. Infatti, dicevano gli Agnoeti, quando gli Apostoli domandarono a Gesù quando sarebbe avvenuto il giorno del Giudizio universale, Egli non lo disse perche lo ignorava (Pighi Hist. Eccl. T. 1. p. 200).
Seguirono altre sette, ma tutte provenivano dalle controversie Cristologiche delle precedenti eresie.
Certo furono quelli tempi di grandi lotte e sofferenze per la Chiesa! E tutto aveva origine dal fatto di non approfondire il privilegio della Divina Maternità di Maria SS. ma. Gli eretici, disgraziatamente, si figuravano la Vergine Maria come una donna qualunque e madre ordinaria, o al più madre di un grande uomo, che aveva concepito e partorito senza saperlo, senza alcun merito personale e senza alcuna partecipazione alla grandezza del suo figlio, di cui essa, come asseriscono gli eretici, non è che una superflua rappresentazione.
Con questi concetti, troppo umani, quale meraviglia se poi, senza un minimo di ragionamento sui caratteri singolari di questa Maternità Divina, gli eretici, di cui non pochi hanno spiccato per la loro intelligenza, sono caduti in gravissimi errori, circa la persona del nostro Signore Gesù Cristo? E' vero, il titolo di Madre di Dio, specialmente nei primi tempi della Chiesa, poteva dare l'idea di un assurdo, ma se fosse stato esaminato spassionatamente e approfondito, come fecero i santi Padri, si sarebbe trovato che nulla vi è di più esatto per raggiungere la verità.
Basta osservare gli annali religiosi dei popoli per trovare, nel fondo delle loro credenze, la convinzione sulla promessa fatta da Dio, che una vergine avrebbe concepito e dato alla luce un figlio.
L'empio Supuis, nella sua opera su l'origine dei culti, mentre credeva di gettare dubbi e incertezze sul cristianesimo, mostrando come tra le favole pagane e i misteri cristiani esistessero molte analogie, provò che in tutti i mistici del mondo era comune l'oracolo: «Una Vergine concepirà e partorirà»; ed il suo sistema anziché nuocere, servì ad illustrare maggiormente la verità.
Già si sapeva da Tertulliano che il paganesimo conservava alcuni avanzi delle antiche tradizioni, e che molto era stato attinto dai libri santi, per ornare le sue favole (Apolog. c. 47). Boulanger, altro miscredente, nella sua «antichità svelata», osserva che l'aspettazione del liberatore era talmente sparsa nel mondo antico, che poteva dirsi Chimera universale, mantenuta da una moltitudine di oracoli incomprensibili: che tutti accennavano la Giudea come il polo di speranza.
Questa aspettazione la troviamo anche noi espressa da Tacito e da Svetonio, i quali ne assegnavano la fonte antica nei libri sacerdotali degli ebrei.
Anche le antichità galli che vennero a confermare questi documenti storici. L'origine «Druidica» della devozione a nostra Signora di Chartres, è dimostrata da una iscrizione trovata sopra un altare pagano: «Virgini Pariturae Druides». Ciò faceva dire all'Olier «che questa devozione era la prima del mondo per la sua antichità, perché è stata eretta per profezia» (Olier. T. 1. p. 69).
Ma molto più importante è quello che i santi Padri hanno preso dalle Sacre Scritture: Simboli e figure che, se preannunciavano il Salvatore del mondo, preannunciavano pure la Divina Madre Maria, come ebbe a dire S. Pio X: «L'adempimento delle figure e degli oracoli, dopo Cristo, lo troviamo in Maria» (Encic. Ad diem illum).
Si attenda a quello che scriveva S. Giovanni Damasceno: «Voi, o Maria, siete quel regio solio a cui gli Angeli fecero corona, scorgendovi assiso il loro Signore e Creatore. Figura Vostra fu quell'arca per cui fu salva la seconda generazione del mondo. Voi delineò il Roveto, Voi espresse la Tavola scritta dal dito di Dio, Voi preconizzò l'Arca della legge, l'aurea Urna, il Candelabro, la Mensa, la Scala di Giacobbe ecc.» (Orat. in Deip).
Associata a tutte le sorti del Salvatore del mondo, Maria non poteva considerarsi da Lui disgiunta in alcun momento; e la Chiesa, custode e maestra della verità, ha sempre insegnato che la Divina Maternità dì Maria SS. ma è, in ogni tempo, argomento irrefutabile della vera Umanità e Divinità del suo Figliuolo Gesù; ed ogni qual volta si intaccavano queste verità, la Chiesa adunava Concili, fulminava anatemi, censurava Vescovi, non risparmiava chi era investito delle più alte dignità, li scomunicava e li deponeva. Questo non già perché la Maternità Divina di Maria fosse una credenza nuova, ma perché faceva parte di quella fede di cui la Chiesa è la vera ed unica depositaria.
La Madre di Dio è e sarà sempre la sentinella posta a difesa del suo Divin figliuolo e nostro Signore Gesù Cristo.
Tertulliano diceva: «Il raggio di Dio, Figlio dell'eternità si è spiccato egli stesso dalle celesti altezze, come era stato predetto: infine egli è disceso, si è posto sopra una fronte verginale, ed il Verbo si è fatto carne, e il gran mistero del genere umano si è adempiuto: Noi adoriamo un Uomo-Dio» (Tert. De Resur. n. 7).
Ma chi ci convince a questa adorazione? Maria, la Madre di Gesù!
E' sempre Lei che ci presenta il suo Figlio vero Dio e vero Uomo.
In qualunque momento si consideri la Vergine Santa, o con Gesù nel seno, o con Gesù Bambino tra le braccia, o ai piedi della Croce, Maria ne proclama sempre la Divinità e l'Umanità.
Per Mariam ad Jesum!
P. AMADIO M. TINTI
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