giovedì 4 aprile 2019

Scegliere te, che Sei Amore



Gesù, Buon Pastore,
accogli la nostra lode
e il nostro umile ringraziamento
per tutte le vocazioni che, mediante il tuo Spirito,
elargisci continuamente alla tua Chiesa.
Assisti i vescovi, i presbiteri, i missionari
e tutte le persone consacrate:
fa’ che diano esempio
di vita veramente evangelica.
Rendi forti e perseveranti
nel loro proposito coloro
che si preparano al sacro mistero
e alla vita consacrata.
Rivolgi anche oggi il tuo
sguardo su di noi e chiamaci.
Concedi a tutti i chiamati
la forza di abbandonare tutto
per scegliere solo Te
che sei l’amore.
Ascolta, o Cristo, le nostre invocazioni
per intercessione di Maria Santissima.
Madre tua e Regina degli Apostoli.
Lei, che, avendo creduto
e risposto generosamente,
è stata la causa della nostra gioia,
accompagni con la sua presenza
e il suo esempio coloro che chiami
al servizio totale del tuo regno.
Amen!

Tra gli evangelizzatori, sorgeranno molti falsi profeti



Mia amatissima figlia, presto i cambiamenti che ho predetto, concernenti la Mia Chiesa sulla terra, saranno rivelati. 

Le sette laiche tenteranno presto di impadronirsi di tutto ciò che i Miei seguaci ritengono sacro ed introdurranno un nuovo movimento moderno all‟interno della Chiesa. Diranno che questo modernismo aiuterà a reclutare nuovi servitori consacrati ed introdurrà delle disposizioni più accettabili per dare gloria a Dio, così che una nuova e più giovane generazione possa essere attirata di nuovo nelle Chiese di Dio. Tutti questi nuovi rituali, le preghiere e le discussioni pubbliche, che presenteranno come una nuova e più moderna interpretazione della Mia Santa Parola, maschereranno una dottrina vuota e non verranno da Me. 

Il nuovo movimento sarà incoraggiato come parte di un‟evangelizzazione globale, in cui la falsa dottrina, che sarà attentamente formulata in modo che sia considerata teologicamente perfetta, attirerà milioni di persone. Moltissime persone saranno coinvolte in questa forma di modernismo e, per questo, esse si allontaneranno dalla Vera Fede. Quello che sarà visto come un risveglio radicale della fede Cristiana, condannerà pubblicamente la Verità. 

Molti saranno ingannati e, tra gli evangelizzatori, sorgeranno molti falsi profeti. 
Questi falsi profeti promuoveranno un falso Cristianesimo, che sostituirà i Santi Vangeli così come sono stati dettati da Me e dai Miei Apostoli. Mentre le voci dell‟apostasia saranno ascoltate in ogni paese, in diverse lingue e tra razze diverse, la vera Parola di Dio sarà quasi dimenticata. Inoltre, dalle labbra di questi falsi profeti e sedicenti predicatori della fede, si riverseranno molte menzogne. Le Mie Scritture saranno dichiarate come non più aggiornate ai bisogni degli uomini ed ai desideri delle persone che vivono nel XXI° secolo. 

Per molte persone, la loro mancanza di fede in Me, ha fatto sì che fino ad ora non abbiano più avuto alcun interesse verso la Mia Santa Parola. Presto, cambieranno idea e abbracceranno con entusiasmo il più grande inganno che il mondo abbia mai visto, e mentre molti afferreranno quello che credono essere un risveglio ristoratore del Cristianesimo, tutto ciò di cui si nutriranno sarà dettato dai nemici di Dio. 

Fate sapere che l‟uomo non potrà mai vivere una falsa dottrina, la cui scia concorrerà a causare una totale distruzione, allorquando le anime saranno divorate da questa bestemmia. Ciò che non proviene da Me, condurrà verso un gruppo globale, il quale sarà applaudito dalle persone di tutto il mondo. Sarà giunto allora, il momento in cui la nuova religione mondiale verrà annunciata ed accolta nella Mia Chiesa. Ciò condurrà l‟anticristo ad occupare un posto d‟onore nella Mia Chiesa, come predetto, allorché sarà invitato, quale ospite d‟onore, da parte di coloro che lavorano in completa sottomissione a Satana.  

Voglio ammonire quelli di voi che saranno tentati di indulgere in questa falsa dottrina: “ Non di solo pane vivrà l‟uomo, ma di ogni Parola che esce dalla Bocca di Dio!” 

Il vostro Gesù 

13 Settembre 2014



INFERNO



L'odio eterno

« Egli è tanto l'odio ch'essi hanno, che non posson volere nè desiderare verun bene, ma sempre mi bestemmiano. E sai perchè essi non possono desiderare il bene? Perchè, finita la vita dell'uomo, è legato il libero arbitrio; per la qual cosa non possono meritare, perduto che hanno il tempo. Se essi finiscono in odio colla colpa del peccato mortale, sempre per divina giustizia sta legata l'anima col legame dell'odio, e sempre sta ostinata, in quel male ch'ella ha, rodendosi in se medesima e aumentando la sua pena colle pene di quelli per cui ella fu causa di dannazione.
« Il ricco malvagio chiedeva di grazia che Lazzaro andasse a' suoi fratelli i quali erano rimasti nel mondo ad annunziare le pene sue. Questo già non faceva per carità, nè per compassione dei fratelli, perocchè egli era privato della carità, e non poteva desiderare bene nè in onore di me, nè in salute loro. Perchè già t'ho detto che ì dannati non possono voler alcun bene al prossimo e mi bestemmiano, perchè la loro vita finì nell'odio di me e della virtù.
« Ma perchè dunque il faceva? Facevalo, perchè egli era stato il maggiore e avevali nutriti nelle miserie; in cui egli era vissuto. Sicchè egli era cagione della dannazione loro e temeva di vedersi crescere la sua pena, dovendo i loro tormenti aggiungersi a' suoi; perchè quelli che muoiono nell'odio eternamente si divorano fra loro nell'odio » (Dialogo, c. xr.). 

I Dieci Comandamenti



Alla luce delle Rivelazioni a Maria Valtorta


 IL TERZO COMANDAMENTO: “RICORDATI DI SANTIFICARE LE FESTE”. 


3.3 Le Catechesi di Gesù all’Acqua Speciosa: “Santifica la festa.” 

Da quanto letto abbiamo già sostanzialmente appreso - dalle parole semplici di Gesù che doveva adattarsi alla mente del giovanetto Jabé - il perché della necessità di santificare le feste, ma già in precedenza, per ritornare ai discorsi del ritiro presso l’Acqua Speciosa dove appunto aveva cominciato a spiegare i Dieci Comandamenti a degli ‘adulti’, Gesù si era espresso in maniera più completa e profonda. 
Eravamo alla fine del primo anno di vita pubblica, in un inverno dal clima veramente rigido e dal tempo piovoso. Tuttavia la voce della presenza e predicazione di Gesù si era andata sempre più diffondendo e le persone che avevano bisogno del Maestro e taumaturgo non si arrendevano certo alle rigidezze climatiche. 
Stranamente, l’ordine seguito da Gesù nello spiegare i Comandamenti non è quello al quale siamo abituati, infatti il comandamento “Onora il padre e la madre” e “Non fornicare”, precedono il “Ricordati di santificare le feste.”
Io seguirò ovviamente l’ordine canonico e mi limito a farvi notare che Gesù ci dà una spiegazione per questi suoi cambiamenti, spiegazione che troveremo nella catechesi del sesto Comandamento: “Non fornicare”, ma che ora vi anticipo in nota.41   

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La giornata meno tremenda42, per quanto ancora piovosa, permette alla gente di venire dal Maestro. Gesù ascolta in disparte due o tre che hanno grandi cose da dirgli e che poi raggiungono più quieti il loro posto. Benedice anche un bambinello che ha le gambine fratturate malamente e che nessun medico volle curare dicendo:  
«È inutile. Sono rotte in alto, presso la spina». Lo dice la madre tutta in lacrime, e spiega: «Correva con la sorellina sulla via del paese. È venuto avanti di galoppo col suo carro un erodiano e lo ha travolto sotto il carro. Ho creduto fosse morto. 
Ma è peggio. Lo vedi. Lo tengo su quest'asse perché... non c'è altro da fare. E soffre, soffre perché l'osso buca. Ma poi, quando l'osso non bucherà più, allora soffrirà perché non potrà che giacere sul dorso».  
«Hai molto male?», chiede pietoso Gesù al fanciullino piangente.  
«Sì».  
«Dove?». «Qui... e qui», e si tocca con la manina incerta le due ossa iliache.  
«E poi qui e qui», e tocca le reni e le spalle. «É dura l'asse e io voglio muovermi, io...», e piange disperato.  
«Vuoi venire in braccio a Me? Ci vieni? Ti porto là in alto, vedi tutti mentre Io parlo».  
«Siii» (il sì è pieno di desiderio).  
Il poverino tende le braccine supplici.  
«Vieni, allora».  
«Ma non può, Maestro, è impossibile! Ha troppo dolore... 
Neppur lo posso muovere io per lavarlo».  
«Non gli farò male».  
«Il medico...».  
«Il medico è il medico, Io sono Io. Perché sei venuta?».  
«Perché sei il Messia», risponde la donna che sbianca e arrossa in volto, presa fra una speranza e una disperazione.  
«E allora? Vieni, piccolino».  
E Gesù, passando un braccio sotto le inerti gambine, uno sotto le piccole spalle, prende il bambino e gli chiede:  
«Ti faccio male? No? E allora di addio alla mamma e andiamo».  
E va, fra la folla che si fende, col suo carico. Va fino in fondo, sale sulla specie di predella che gli hanno costruita perché sia visto da tutti, anche nella corte, si fa dare una panchetta e si siede, si aggiusta sulle ginocchia il bambino e gli chiede:  
 «Ti piace? Ora sta' buono e ascolta anche tu»; e inizia a parlare gestendo con una mano sola, la destra, perché con la sinistra sorregge il bambino che guarda la gente, felice di vedere qualcosa, e sorride alla mamma palpitante di speranza là in fondo, e giocherella col cordone della veste di Gesù e anche con la morbida barba bionda del Maestro e con una ciocca dei suoi lunghi capelli.  
«È detto: "Lavora di un onesto lavoro e il settimo di dedicarlo al Signore e allo spirito tuo".  
Questo è detto col comando del riposo sabatico. L'uomo non è da più di Dio. Eppure Dio fece in sei giorni la sua creazione e il settimo riposò.  
Come allora l'uomo si permette di non imitare il Padre e di non ubbidire al suo ordine?  
È ordine stolto?  
No. In verità è un ordine salutare sia nell'ordine della carne, sia in quello morale, sia in quello dello spirito.  
Il corpo affaticato ha bisogno di riposo così come lo ha quello di ogni creato essere.  
Riposa pure, e noi lo lasciamo riposare per non perderlo, il bove usato nel campo, l'asino che ci porta, la pecora che ci figlia l'agnello e ci dà latte.  
Riposa pure, e noi la lasciamo riposare, la terra del campo, perché nei mesi che è priva di seme si nutra e saturi dei sali che ad essa piovono dal cielo o affiorano dal suolo.  
Riposano bene, anche senza chiedere il nostro beneplacito, gli animali e le piante che ubbidiscono a leggi eterne di un riprodurre saggio.  
Perché allora l'uomo vuole non imitare il Creatore, che il settimo si riposò, e non l'inferiore che, vegetale o animale che sia, senza aver avuto che un comando all'istinto, si sa regolare secondo esso e ad esso ubbidire?  
È un ordine morale oltre che fisico. Per sei giorni l'uomo fu di tutti e di tutto. Preso come un filo dal congegno del telaio, andò su e giù senza mai poter dire: "Ora mi occupo di me stesso, dei miei più cari. Sono il padre e oggi sono dei figli, sono lo sposo ed oggi mi dedico alla sposa, sono il fratello e gioisco dei fratelli, sono il figlio e curo la vecchiezza dei genitori".  
È un ordine spirituale.  
Santo il lavoro. Più santo l'amore. Santissimo Iddio. E allora ricordarsi di dare almeno un giorno su sette al nostro buono e santo Padre, che ci ha dato la vita e ce la mantiene. Perché trattarlo da meno del padre, dei figli, dei fratelli, della sposa, dello stesso nostro corpo? Il dies Domini  sia di Lui.  
Oh! dolce ricoverarsi dopo il lavoro del giorno, a sera, nella casa piena di affetti! Dolce ritrovarla dopo un lungo viaggio! 
E perché non ricoverarsi dopo sei giorni di lavoro nella casa del Padre? Perché non essere come il figlio che torna da un viaggio durato sei giorni e dice: "Eccomi a passare il mio giorno di riposo con te"?  
Ma, ora udite, Io ho detto: "Lavora di un onesto lavoro". Voi sapete che la nostra Legge ordina l'amore del prossimo.  
L'onestà del lavoro rientra nell'amore del prossimo. L'onesto nel lavoro non ruba nel commercio, non defrauda la mercede all'operaio, non lo sfrutta in maniera colpevole, si ricorda che il servo e l'operaio sono una carne e un'anima pari a lui e non li tratta come pezzi di pietra senza vita, che è lecito spezzare e percuotere col piede e col ferro. Chi non fa così non ama il prossimo e pecca perciò agli occhi di Dio. Maledetto è il suo guadagno, anche se da esso ne trae obolo per il Tempio. Oh! che bugiarda offerta! E come può osare di metterla ai piedi dell'altare quando gronda di lacrime e sangue dell'inferiore sfruttato, o ha nome "furto", ossia tradimento verso il prossimo, perché il ladro è un traditore del suo prossimo?  
Non è, credetelo, santificata la festa se non è usata a scrutare se stesso ed impiegata a migliorare se stesso, a riparare i peccati commessi durante i sei giorni.  
Ecco la santificazione della festa! Questa e non un'altra tutta esteriore e che non muta di uno iota il vostro modo di pensare. 
Dio vuole opere vive, non simulacri d'opere.  
È simulacro il falso ossequio alla sua Legge. È simulacro la santificazione mendace del sabato, ossia il riposo compiuto per mostrare ubbidienza al comando agli occhi degli uomini, ma usando poi quelle ore di ozio nel vizio, nella lussuria, nella crapula, nella cogitazione sul come sfruttare e nuocere al prossimo nella veniente settimana.  
È simulacro la santificazione del sabato, ossia il riposo materiale che non si accoppia al lavoro intimo, spirituale, santificante di un retto esame di sé, di un umile riconoscimento della propria miseria, di un serio proposito di fare meglio nella prossima settimana.  
Voi direte: "E se poi si torna a cadere in peccato?".  
Ma che direste voi di un bambino, che per essere caduto non volesse più fare un passo per non tornare a cadere? Che è uno stolto. Che non si deve vergognare di essere incerto nel passo, perché tutti lo fummo quando eravamo piccini e non per questo il padre nostro non ci amò...  
Chi non ricorda come le nostre cadute hanno fatto piovere su noi una pioggia di baci materni e di carezze paterne?  
Lo stesso fa il Padre dolcissimo che è nei Cieli. Egli si china sul suo piccolo che piange al suolo e gli dice:  
"Non piangere. Io ti rialzo. Starai più attento un'altra volta. 
Ora vieni nelle mie braccia. Qui passerà ogni tuo male e poi tornerai via irrobustito, risanato, felice".  
Questo dice il Padre nostro che è nei Cieli. Questo Io vi dico. 
Se riusciste ad avere fede nel Padre, tutto vi riuscirebbe.  
Una fede, fate attenzione, come quella di un pargolo. Il pargolo crede tutto possibile. Non si chiede se e come può avvenire un fatto. Non misura la profondità di esso. Crede in chi gli ispira fiducia e fa ciò che costui gli dice. Siate come i pargoli presso l'Altissimo. Come li ama questi sperduti angeli che sono la bellezza della Terra!  
Ugualmente ama le anime che si fanno semplici, buone, pure come è il bambino. Volete vedere la fede di un bambino per imparare ad avere fede?  
Osservate. Tutti voi avete compassionato il piccolino che Io tengo sul petto e che, contrariamente a ciò che i medici e la madre dicevano, non ha pianto nello stare seduto nel mio grembo. Vedete? Lui, che da molto tempo non faceva che piangere notte e giorno senza trovare riposo, qui non ha pianto e si è addormentato placido sul mio cuore. Gli ho chiesto: "Vuoi venire in braccio a Me?", e lui ha risposto: "sì" senza ragionare sul suo misero stato, sul probabile dolore che avrebbe potuto sentire, sulle conseguenze di essere mosso. Ha visto nel mio volto amore e ha detto: "sì" ed è venuto. E non ha sentito dolore. 
Ha goduto di esser qui in alto e vedere, lui inchiodato su quella piatta tavola, ha goduto di essere messo sul morbido di una carne e non sul duro di un legno, ha sorriso, ha giocato e si è addormentato con ancora una ciocca dei miei capelli fra le piccole mani.  
Ora lo sveglio, con un bacio...», e Gesù bacia sui capellucci castani il bambino, finché si sveglia con un sorriso.  
«Come ti chiami?».  
«Giovanni».  
«Ascolta, Giovanni. Vuoi camminare? Andare dalla mamma e dirle: "Il Messia ti benedice per la tua fede"?».  
«Sì! sì!»; e il piccolo batte le manine, poi chiede:  
«Tu mi fai andare? Sui prati? Più la brutta tavola dura? Più i medici che fanno male?».  
«Più, mai più».  
«Ah! come ti voglio bene!», e getta le braccine intorno al collo di Gesù e lo bacia, e per baciarlo meglio salta in ginocchio sui ginocchi di Gesù, e una grandine di baci innocenti scende sulla fronte, sugli occhi, sulle guance di Gesù.  
Il bambino nella sua gioia neppure si accorge di essersi potuto muovere, lui fino allora spezzato.  
Ma l'urlo della madre e della folla lo riscuote e lo fa volgere stupito. I suoi occhioni innocenti nel volto smagrito guardano interrogativamente. Sempre in ginocchio, col braccino destro intorno al collo di Gesù, gli chiede confidenzialmente accennando alla gente in tumulto, alla madre che nel fondo lo chiama unendo il suo nome a quello di Gesù: «Giovanni! Gesù! 
Giovanni! Gesù» -: «Perché urla la folla e la mamma? Che hanno? Sei Tu Gesù?».  
«Sono Io. La gente grida perché è contenta che tu possa camminare. Addio, piccolo Giovanni (Gesù lo bacia e benedice). 
Vai dalla mamma e sii buono».  
Il bambino scende sicuro dai ginocchi di Gesù, da questi in terra, e corre dalla sua mamma, le salta al collo e dice:  
«Gesù ti benedice. Perché piangi allora?».  
Quando la gente è un poco più zitta, Gesù tuona:  
«Fate come il piccolo Giovanni, voi che cadete in peccato e vi ferite. Abbiate fede nell'amore di Dio. La pace sia con voi».  
E mentre il gridio della folla osannante si mescola al felice pianto della madre, Gesù, protetto dai suoi, esce dallo stanzone e tutto ha fine. […].  

a cura del Team Neval 

Riflessioni di Giovanna Busolini  




Per la famiglia



Il Signore risana i cuori affranti e fascia le loro ferite (Sal 147,3).


Signore Gesù,
la tua forza redentiva
e l’azione salvifica della Chiesa
aiutino la famiglia (questa famiglia)
a realizzare il tuo disegno d’amore.
Rendila disponibile ad accettare la tua croce 
mediante la Grazia pasquale.
Fa’ che nei momenti più difficili 
ricorra alla tua Parola
per comprendere ciò che deve fare
e aprire il cuore alla preghiera.
Si lasci guarire dal tuo Sangue prezioso,
nell’Eucaristia e nel perdono.
Rendi feconda ogni ricerca
e ogni desiderio di amore e di fedeltà. Amen.

L'uomo è già avvolto da molte paure, e sarà questa paura che paralizzerà il mondo intero.



"La mia generazione, sono Gesù l'Eterno e amato Figlio di Dio, il Padre Divino,

Oggi chiedo a tutti voi di tornare alla casa del Padre, vi chiedo di pregare per la conversione della più remota Misericordia, in modo che negli ultimi giorni queste anime siano libere dagli attacchi di Satana. Gli uomini sono quotidianamente sotto il dominio delle tenebre, le unghie delle mie mani e dei miei piedi continuano a ferirmi, a causa dei grandi peccati che gli uomini commettono contro il Mio Cuore Divino, e la lancia continua a strapparmi il seno , a causa della grande sofferenza che attraversa attualmente la Mia Chiesa. 

Questa generazione continua pervertita e dominata da Satana, che ogni giorno guadagna migliaia e migliaia di aderenti, rinunciando al battesimo che ha ricevuto e rinunciando a Me, in un atto di odio immortale, quando offerto dalle mani del mio avversario. 

Generazione, generazione, perché mi abbandoni se non ti abbandono mai, gli uomini fuggono dal Mio Amore, non sfuggono più alla Mia Giustizia, non dimenticherò mai le tue azioni, né dimenticherò i peccati non pentiti e non confessati; perché ti dico anche che il mio popolo è già pronto ad affrontare questi ultimi giorni sulla terra, coloro che hanno la Mia Luce non saranno raggiunti.

L'uomo è già avvolto da molte paure, e sarà questa paura che paralizzerà il mondo intero. 

Ritornerò come è scritto; ma prima ci saranno molti eventi terribili, le catastrofi saranno sorprendenti in tutto il mondo; L'umanità vive in momenti di grande pericolo - questo è il momento di tornare al Padre con il tuo cuore aperto, perché in questo modo alcuni sopravviveranno a quegli eventi in cui molti terremoti saranno avvertiti dove non c'è mai stato prima in tutto il mondo, e sembrerà che la terra sta soffrendo un terremoto allo stesso tempo, il che farà sì che in tal modo ci sia distruzione ovunque, facendo scomparire molte isole.

In molti luoghi cominciano a verificarsi reazioni violente e tutta la Natura sarà in rivoluzione e vari tipi di fenomeni saranno percepiti nel cielo, nelle stelle, nel mare e sulla terra.

Sto cercando pecore che si sono allontanate da me, portano le mie parole a tutte le pecore che si sono allontanate dal mio gregge, ritornano tra le mie braccia, non devi aspettare che la mia coppa trabocchi, renditi conto che il sacrilegio commesso contro il mio corpo e il sangue è la condanna di chi commette questo tipo di peccato, che ferisce persino il mio ultimo muscolo del mio cuore. E guai a colui che non apre il mio cuore a colui che mi ascolta, perché la sua sofferenza si addolcirà sulla terra. Voglio che tutti siano coinvolti nel Mio pieno Amore Misericordioso e che tutte le pecore sappiano apprezzare la vita data da Mio Padre e non darla nelle mani di Satana.

Sono di ritorno.

Lascia che tutti siano in pace. "

8 luglio 2008

mercoledì 3 aprile 2019

la Russia Mi mangerà e Mi berrà con grande amore, lodandoMi; la Mia Russia sarà l’esempio vivente del vostro tempo e per le generazioni a venire, grazie alla sua Grande Conversione;



la Pace sia con te, figlia Mia; evangelizza con amore per l’Amore; ecclesia rivivrà, perché Io, il Signore, rovescerò tutti gli impostori che si sono messi da sé su alti seggi nel Suo seno; figlia Mia, togli quelle spine che trafiggono il Mio Capo, quelle spine che Mi fanno versare tanto sangue; non temerli, figlia Mia, perché Io sono al tuo fianco; ed in verità ti dico che con la Mia Potenza e la Mia Grande Misericordia, rovescerò ognuno di loro;

vedi, figlia Mia, il Cielo intero é stato troppo a lungo in lutto per la tua Sorella-Così-Poco-Amata; da anni inghiottiamo le Nostre Lacrime amare ... “Oh Russia! creatura di sola carne! il male si è annidato nel più profondo del tuo grembo, creatura di pura polvere e cenere, Io, l’Altissimo, ti risusciterò, perché Io sono la Risurrezione; Io ti curerò perché ritorni alla Vita e col Mio Dito posato su di te, ti trasfigurerò in una nazione gloriosa come Io stesso sono stato trasfigurato; sarai sontuosamente abbigliata con abiti bianchi splendenti e tutto il Cielo getterà via i vestiti a lutto e le Sue Lacrime amare si trasformeranno in lacrime di gioia; tutto il Cielo celebrerà la tua Risurrezione e tutti i santi martiri che hanno incessantemente pregato ai Piedi della tua Santa Madre perché Ella intercedesse per te, anche in quel giorno, insieme a Mia Madre ed ai Suoi innumerevoli santi angeli, discenderanno tutti nelle case dei tuoi figli e dimoreranno con loro; allora Io li nutrirò col Mio Corpo e offrirò loro da bere il Mio Sangue;”

la Russia Mi mangerà e Mi berrà con grande amore, lodandoMi; la Mia Russia sarà l’esempio vivente del vostro tempo e per le generazioni a venire, grazie alla sua Grande Conversione; la tua Sorella-Così-Poco-Amata da molti, rinuncerà alla sua cattiva condotta e invocherà Me, suo Dio, con tutte le sue forze;

senti? ascolta... ascolta i lamenti dei figli di tua Sorella;1 i suoi figli si lamentano e si odono i loro gemiti; sono i figli della Mia Russia che piangono; il Cielo intero ode distintamente il loro dolore; il Cielo è profondamente commosso dal loro sgomento, e Io, che non ho mai cessato di amarla, sono vicino alla sua spoglia mortale, la Mia Mano sul suo freddo cuore; e le sue ossa dalla tomba rifioriranno di nuovo e si parlerà bene del suo nome poiché Io la ornerò, come pure i suoi figli e figlie; ormai un’alleanza di Pace e d’Amore sarà firmata e sigillata fra Me e lei; Io l’amo e sempre l’ho amata; malgrado la sua slealtà nei Miei confronti, e la sua malvagità, Io l’ho benedetta e sempre la benedico; sarà questo il Mio Miracolo Glorioso; aspetta e vedrai; coloro che si sono addormentati nell’odio, Mi odiano senza ragione, anche quelli riporterò alla vita, poiché anch’essi sono i suoi figli e vivono ancora nel suo seno; tutte queste cose giungeranno presto;

13 Novembre, 1989

La Stolta Superbia e Soave Umiltà



L’incessante prurito di Satana

Nella tentazione finale del deserto, il Tentatore prega Gesù in questi termini: “Adorami un attimo solo! Levami questa sete che ho di essere adorato. E’ quella che mi ha perduto, ma è rimasta in me e mi brucia! Le vampe dell’Inferno sono fresca aria del mattino rispetto a questo fuoco che mi brucia l’interno. E’ il mio inferno questa sete! Un attimo, un attimo solo, o Cristo che sei buono! Un attimo di gioia all’eterno tormentato! Fammi sentire cosa significhi essere Dio, e mi avrai devoto, ubbidiente servo. Un attimo, un attimo solo e non ti tormenterò più!”. Satana si butta in ginocchio, supplicando: “Allora, vieni! Adorami! Ti darò la Terra! Alessandro, Ciro, Cesare, tutti i più grandi dominatori passati o presenti saranno simili a capi di meschine carovane rispetto a te che avrai tutti i Regni della Terra sotto il tuo scettro. Con i regni, tutte le richezze e tutte le bellezze della Terra: donne, cavalli, armati e templi. Potrai alzare ovunque il tuo segno, quando sarai Re dei re e Signore del mondo. Allora sarai ubbidito dal popolo e venerato dal sacerdozio. Tutte le caste ti onoreranno e serviranno, perché sarai il Potente, il Dominatore, l’Unico! Adorami un attimo solo!” Gesù si alza, il suo volto è terribile di severità e di potenza, la voce un tuono che rintrona contro la roccia, si sparge e si ripete sulla desolata pianura del deserto: “Via, Satana”. E’ scritto: “Adorerari il Signore, tuo Dio, e servirai Lui solo!” (Deut. 6,13). Satana, con un urlo di strazio e di odio, scatta in piedi, tremendo nel suo furore di dannato e scompare con un altro urlo di maledizione” (Poema 2°, p. 31).
“Quando parla, Satana parla come egli è, ossia da bugiardo, da tenebroso. Ha partorito la menzogna dopo essersi fecondato con la superbia e nutrito con la ribellione. Tutta la concupiscenza è nel suo seno, la sputa e inocula per avvelenarne le creature. E’ lo schernitore, il rettile strisciante, l’Obbrobrio, il Maledetto! Da secoli e secoli tormenta l’uomo e i segni o effetti sono sotto gli occhi di tutti.
Essendosi ribellato alla Verità, non può amare la verità. Omicida fin dal principio, i suoi desideri sono di violenza, di peccato. Eppure a lui, che mente e rovina, date ascolto!” (Poema 7°, p. 1545).
“L’orgoglio è il primo seme che Satana semina nei cuori. E’ il terreno sul quale riappoggia il suo piede per riconquistare un cuore che gli è stato strappato. Giuda, e con lui molti altri, ha avuto desideri sinceri di bene, sinceri ritorni al bene, ma poi ha ceuto al male che ha preso il sopravvento. La possessione diabolica è la più recidiva delle malattie e solo l’umile ne guarisce definitivamente” (Quad. ‘44, p. 721). “Ma difficilmente un posseduto è umile!”.

René Vuilleumier

PREGARE CON MARIA




MAGNIFICAT! ...

Le prime pagine del Vangelo di Luca sono ritmate da canti. Quattro canti di gioia: il Benedictus di Zaccaria (Lc 1,68‑79), il Gloria degli angeli a Betlemme (Lc 1,14), il Nunc dimittis di Simeone al Tempio (Lc 2,29‑32) e soprattutto il Magnificat di Maria (Lc 1,46‑55).
Il Magnificat “ raccolta di riminiscenze bibliche ” come scrive Gérard Bessière , molto vicino al cantico di Anna (1 Sam 2, 1‑10) e al Salmo 112, che cosa, in realtà, contiene? Qualche pio pensiero situato ad anni luce dalle nostre quotidiane preoccupazioni? O della dinamite: un esplosivo rivoluzionario capace di travolgere il mondo, “ mille volte più rivoluzionario di ciò che ha scritto Marx? ” (Fulton Sheen, Le Premier Amour du monde).
Parola di fede...
Sì, nel secolo del Gulag e di Auschwitz, bisogna continuare a cantare il Magnificat: ma come l'hanno cantato e vissuto, fino al dono della propria vita, un Massimiliano Kolbe, una Edith Stein e tanti altri martiri della battaglia per i diritti dell'uomo, che hanno avuto il coraggio di assumerla e di viverla fino in fondo, essenzialmente in ragione della loro fede nel Dio che libera (René Coste, Le Magnificat, ou La révolution de Dieu, Nouvelle Cité, p. 44).
Questo canto è prima di tutto una parola di fede. Elisabetta non si è accontentata di dire a Maria: “ Te beata che hai visto l'apparizione dell'Angelo Gabriele... ” oppure: “ Te beata che hai udito una rivelazione di Dio... ”. No! Elisabetta, ispirata dallo Spirito, esclama: “ Te beata che hai creduto... ”. E la beatitudine della fede.
Cantare il Mignificat è, prima di tutto, confessare la propria fede con Maria: celebrare Dio nel suo mistero dell'Incarnazione. Precisiamo bene: il Magnificat non è una preghiera a Maria, è una preghiera di Maria. Una preghiera pervasa dallo Spirito e dalla Parola di Dio già ascoltata nell'Antica Alleanza.

JEAN‑MARIE SÉGALEN

I MISTERI DELL’ALDILA’ SVELATI A JOSEFA




4 settembre 1922
L'inferno delle anime consacrate è spaventoso, Josefa vi si crede immersa e vede in un lampo tutta la sua vita: Grazie, colpe, aiuti,... la confusione è terribile.
Come nelle precedenti discese in inferno, Josefa non accusa in sè alcun peccato che abbia potuto condurla a tale sventura. Nostro Signore vuole soltanto che ella ne provi le conseguenze come se fossero meritate:
"In un istante mi trovai in inferno, ma senza esservi trascinata come le altre volte. L'anima vi si precipita da se stessa, vi si getta come se desiderasse sparire dalla vista di Dio per poterLo odiare e maledire.
"L'anima mia si lasciò cadere in un abisso di cui non si poteva vedere il fondo perchè è immenso! ... Subito udii altre anime rallegrarsi vedendomi negli stessi tormenti. E' già un gran martirio udire quelle terribili grida, ma credo non vi sia tormento da paragonare alla sete di maledizione che invade l'anima; e più si maledice, più questa sete aumenta! Non avevo mai provato questo tormento. Altre volte l'anima mia era rimasta affranta dal dolore udendo quelle orribili bestemmie, pur non potendo produrre alcun atto d'amore. Ma oggi era tutto il contrario!
"Ho visto l'inferno come sempre: i lunghi corridoi, gli antri, il fuoco.... ho inteso le stesse anime gridare e bestemmiare, poichè, anche se non si vedono forme corporali, i tormenti straziano come se i corpi fossero presenti e le anime si riconoscono. E gridano: "Olà, eccoti quaggiù! Tu, come noi! Eravamo libere di fare e non fare i voti... ma adesso! ...".
E maledicevano i voti.
"Allora fui spinta in una nicchia di fuoco e schiacciata come tra piastre scottanti, e come se dei ferri e delle punte aguzze arroventate s'infiggessero nel mio corpo! ". Quindi Josefa espone i molteplici tormenti che non risparmiano alcun membro: "Ho sentito come se si volesse, senza riuscirvi, strapparmi la lingua, cosa che mi riduceva agli estremi, con un atroce dolore. Gli occhi mi sembravano uscir dall'orbita, credo a causa del fuoco che li bruciava orrendamente. Non c'è neppure un'unghia che non soffra un orribile tormento. Non si può ne muovere un dito per cercare sollievo, nè cambiare posizione; il corpo è come compresso e piegato in due. Le orecchie sono stordite dalle grida confuse che non cessano un solo istante. Un odore nauseabondo e ripugnante asfissia e invade tutto, come se si bruciasse carne in putrefazione con pece e zolfo.... una miscela che non può essere paragonata a cosa alcuna del mondo.
"Tutto questo l'ho provato come le altre volte, e sebbene questi tormenti siano terribili, sarebbero un nulla se l'anima non soffrisse. Ma essa soffre in un modo indicibile. Fino ad ora, quando discendevo in inferno, soffrivo intensamente perchè credevo di essere uscita dalla religione, e di essere perciò dannata. Ma questa volta, no! Ero in inferno col segno speciale di religiosa, di un'anima che ha conosciuto ed amato il Suo Dio, e vedevo altre anime di religiosi e religiose che portavano lo stesso segno. Non saprei dire da che cosa si riconoscevano: forse dai particolari insulti che i demoni e i dannati scagliavano contro di loro. Anche molti sacerdoti erano là! e non posso spiegare che cosa sia stata questa sofferenza, assai diversa da quella che ho provato altre volte, poichè, se è terribile la pena di un'anima del mondo, è poca cosa in confronto di quella dell'anima religiosa. Senza posa, queste tre parole: Povertà, Castità, Obbedienza, si stampano nell'anima come un rimorso struggente.
"Alcune anime maledicevano la vocazione che avevano ricevuta ed a cui non avevano corrisposto... la vocazione che avevano perduta, perchè non si sentivano di vivere sconosciute e mortificate...
"Vidi molti sacerdoti, religiosi, religiose che maledicevano i voti, il loro Ordine, i loro superiori e tutto quello che avrebbe dovuto dar loro la luce e la grazia che avevano perduta...
"Ho visto anche dei prelati... Uno tra essi, si accusava di aver adoperato illegittimamente i beni che non gli appartenevano...
"Alcuni sacerdoti maledicevano la loro lingua che aveva consacrato, le loro dita che avevano sostenuto Nostro Signore, le assoluzioni che avevano impartite, senza saper salvare se stessi... l'occasione che li aveva precipitati nell'inferno...
"Un sacerdote diceva: Ho mangiato veleno, mi sono servito del denaro che non mi apparteneva..." e si accusava di aver adoperato il denaro delle offerte per Messe che non aveva celebrate.
"Un altro diceva che apparteneva ad una società segreta nella quale aveva tradito la Chiesa e la religione, e che per aver denaro aveva facilitato orribili sacrilegi e profanazioni". Un altro diceva che si era dannato per aver assistito a spettacoli profani dopo i quali non avrebbe dovuto celebrare la Messa... e che era vissuto così per sette anni! ...

4 ottobre 1922
"Oggi ho visto precipitare in inferno un gran numero di anime: credo che fossero persone del mondo. Tra esse vi era una fanciulla di quindici anni che malediceva i genitori perchè non le avevano insegnato a temere Dio, nè che c'è un inferno! Essa diceva che la sua vita, benchè così breve, era stata piena di peccati, poichè si era concesse tutte le soddisfazioni che il suo corpo e le sue passioni esigevano. Essa si accusava soprattutto di aver letto libri cattivi...
"Il demonio gridava: "Ora il mondo è a buon punto per me! ... so quale è il mezzo migliore per impadronirmi delle anime! ... quello di eccitare in loro il desiderio del piacere e quello di primeggiare..:" io la prima in tutto!"... e soprattutto niente umiltà, ma godere! Ecco ciò che mi assicura la vittoria, che le fa cadere qui in abbondanza! ".
"Intesi il demonio, a cui un'anima era sfuggita allora allora, costretto a confessare la sua impotenza: "Confusione! Confusione! ... come sfuggono tante anime? eppure erano mie... (ed enumerava i loro peccati). Lavoro senza tregua e tuttavia mi sfuggono... Ciò avviene perchè c'è qualcuno che soffre e ripara per esse! ".

5 novembre 1922
"Ho visto cadere le anime a gruppi serrati... in certi momenti è impossibile calcolarne il numero! ..."
Rimane sconvolta e insieme sfinita. "Senza un aiuto speciale non sarei più capace nè di lavorare, nè di far niente". Quella domenica, dopo una notte terribile di espiazione, le appare Nostro Signore. Josefa non può contenere il suo dolore e gli parla di quel numero incalcolabile di anime perdute per sempre. Gesù l'ascolta col volto improntato a grande tristezza: poi, dopo un istante di silenzio: - "Tu hai visto quelle che cadono, ma non hai ancora visto quelle che salgono! ". "Allora scorsi una fila interminabile di anime strette le une alle altre. Entravano in un luogo spazioso, sconfinato, pieno di luce, e si perdevano in quella immensità".
II cuore di Gesù si infiammò ed Egli disse: - "Queste anime sono quelle che hanno accettato con sottomissione la croce del mio amore e della mia volontà".
Qualche minuto dopo ritornando sulla parte di espiazione e di riparazione di cui intende farle dono, Gesù gliene spiega il valore così:
- "In quanto al tempo in cui ti faccio sperimentare i dolori dell'inferno non lo credere inutile e perduto! Il peccato è un'offesa fatta alla Maestà infinita e grida vendetta e riparazione infinita.
"Quando tu scendi nell'abisso, le tue sofferenze impediscono la perdita di molte anime, la divina Maestà le accetta in soddisfazione degli oltraggi che riceve da quelle anime e in riparazione delle pene che i loro peccati hanno meritato. Non dimenticare mai che è il mio grande amore per te e per le anime che permette queste discese! ".

Sempre l’amore



O Gesù, ti chiedo:
che la fede sia l’Amore che crede;
che la speranza sia l’Amore che attende;
che l’adorazione sia l’Amore che si prostra;
che la preghiera sia l’Amore che incontra;
che la fatica sia l’Amore che lavora;
che la mortificazione sia l’Amore che si immola;
che soltanto il tuo Amore, o Gesù,
diriga i miei pensieri,
le mie parole e le mie opere.

(Elena Guerra)