L'odio eterno
« Egli è tanto l'odio ch'essi hanno, che non posson volere nè desiderare verun bene, ma sempre mi bestemmiano. E sai perchè essi non possono desiderare il bene? Perchè, finita la vita dell'uomo, è legato il libero arbitrio; per la qual cosa non possono meritare, perduto che hanno il tempo. Se essi finiscono in odio colla colpa del peccato mortale, sempre per divina giustizia sta legata l'anima col legame dell'odio, e sempre sta ostinata, in quel male ch'ella ha, rodendosi in se medesima e aumentando la sua pena colle pene di quelli per cui ella fu causa di dannazione.
« Il ricco malvagio chiedeva di grazia che Lazzaro andasse a' suoi fratelli i quali erano rimasti nel mondo ad annunziare le pene sue. Questo già non faceva per carità, nè per compassione dei fratelli, perocchè egli era privato della carità, e non poteva desiderare bene nè in onore di me, nè in salute loro. Perchè già t'ho detto che ì dannati non possono voler alcun bene al prossimo e mi bestemmiano, perchè la loro vita finì nell'odio di me e della virtù.
« Ma perchè dunque il faceva? Facevalo, perchè egli era stato il maggiore e avevali nutriti nelle miserie; in cui egli era vissuto. Sicchè egli era cagione della dannazione loro e temeva di vedersi crescere la sua pena, dovendo i loro tormenti aggiungersi a' suoi; perchè quelli che muoiono nell'odio eternamente si divorano fra loro nell'odio » (Dialogo, c. xr.).
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