venerdì 22 luglio 2022

Si dice che cosa sia discrezione degli spiriti, in quanto essa è grazia, gratis data.

 


IL DISCERNIMENTO DEGLI SPIRITI 

§. I. 

19. Ora che il lettore ha compreso quanti e quali siano gli spiriti che possono destarsi nei nostri cuori, e i modi con cui questi si formano dipendentemente dalle loro cagioni, non gli sarà difficile l'intendere cosa sia discrezione degli spiriti. Ma per procedere ordinatamente, bisogna distinguere due discrezioni di spiriti: una che appartiene alle grazie gratis date, ed è la settima tra le grazie che numera l'apostolo (1Cor 12, 8,9,10): l’altra che consiste in un giudizio prudente acquistato con arte e con industria, circa il proprio, e l'altrui spirito. La prima discrezione è un dono gratuito che si concede a pochi; la seconda è un industrioso discernimento che può conseguirsi da ognuno. Della prima parleremo nel presente capitolo; della seconda ragioneremo ne' capitoli che seguiranno. 

20. S. Tommaso dice che la discrezione degli spiriti, in quanto è grazia gratis data, sia una chiara cognizione degli arcani degli altrui cuori (S. Thom. 1-2. quaest. III. art. 4). Sebbene la discrezione degli spiriti dichiarata in questo modo convenga in qualche guisa con la profezia, è però da lei molto diversa: perché alla profezia compete generalmente il conoscimento di qualunque cosa occulta, e con più proprietà la notizia delle cose future contingenti; ma alla discrezione solamente si appartiene lo scoprimento de' cuori. Questa grazia da Dio si dona sempre per vantaggio spirituale dei prossimi (il che è il fine a cui sono indirizzate tutte le grazie gratis date), perché in realtà non v'è cosa che più concilii credenza alla dottrina della fede, quanto il vedere, che chi la propone svela gli arcani del cuore che sono palesi solo a Dio: né v'è cosa che più conferisca alla retta direzione delle anime fedeli, quanto il penetrare gli occulti nascondigli de' loro cuori. Non v'è dubbio che questa grazia sia stata da Dio talvolta compartita ai suoi servi fedeli, mentre alcuni di essi sapevano ad altri ridire accertatamente i pensieri che loro passavano per la mente, e gli affetti che nutrivano nel cuore; altri nell'atto della sacramentale confessione scoprivano ai loro penitenti i peccati, che quelli, o per debolezza di memoria o per il rossore colpevole, lasciavano di confessare, segno chiaro, che con lo sguardo della mente entravano a vedere l'intimo delle loro coscienza. 

Altri poi arrivavano fino a vedere lo stato in cui si trovavano le anime altrui, se in grazia o disgrazia di Dio: il che è un grado di discrezione più alto e più pregevole. 

 21. Ma perché il vedere l'interno delle persone è grazia che si concede a pochi, però altri sacri dottori spiegano in altro modo la discrezione degli spiriti in quanto è grazia gratis data e dallo Spirito Santo infusa nelle nostre menti. 

Dicono questi, che una tal discrezione consiste in un istinto o luce particolare che dona lo Spirito Santo, per discernere con giudizio retto, o in sé o negli altri, da quale principio procedano i moti interni dell'animo, se dal buono o dal cattivo. 

Questa è cosa diversa da quella che secondo la mente dell'angelico abbiamo dianzi dichiarata: perché una cosa è, che la persona giunga di fatto a vedere con l’occhio della sua mente i segreti degli altrui cuori; e altra cosa è, che essendole da altri manifestati i segreti del proprio cuore, sappia poi, col favore di una luce molto particolare, decidere con giudizio retto da quale principio provengano, se da buono, o da reo. Questa seconda, sebbene è discrezione di spiriti infusa a cagione della luce straordinaria che Iddio infonde nell'anima per renderla abile ad un tale discernimento; con tutto ciò è grazia inferiore alla prima, come ognun vede. In questo secondo senso espone la discrezione degli spiriti l'apostolo. Scrivendo egli ai Corinti, dice loro, che quegli il quale sarà tra essi discernitore degli spiriti, conoscerà chiaramente che i documenti che loro propone nella sua lettera li ha ricevuti da Dio (1Cor 14,37). 

Notisi che non dice il santo apostolo che quegli è spirituale, cioè conoscitore degli spiriti, che con guardo interiore vedrà dentro il suo cuore gli insegnamenti che gli ha comunicati Iddio; ma che quegli sarà tale il quale ascoltando gl'insegnamenti della sua lettera: conoscerà con sicurezza che gli sono stati dati da Dio. E in questo senso prendono comunemente i santi padri la grazia gratis data della discrezione degli spiriti. 


§. II. 

22. Posto ciò, passiamo a dichiarare la definizione che abbiamo data, secondo tutte le sue parti, incominciando dalla materia ch'essa ha per oggetto. Prima però suppongo, che la regola infallibile del nostro credere è la sacra scrittura e la tradizione apostolica, in quanto ambedue sono ricevute dalla Chiesa cattolica; e che la regola sicura del nostro operare santo e soprannaturale è la retta ragione in quanto è illuminata dagli insegnamenti della fede. Onde segue, che tutti quegl'impulsi che çi portano a credere ciò che è rivelato nelle sacre carte e ciò che d è stato tramandato per ereditaria successione dagli apostoli, è, in riguardo all'intelletto, spirito retto e santo: ma se poi tali impulsi ci inclinano a credere l'opposto, sono evidentemente spirito falso e perverso. Rispetto poi alla volontà, tutte quelle mozioni che ci fanno operare secondo la retta ragione e secondo i documenti divini, sono chiaramente spirito buono; ma se poi queste ci portino a discordare dalla ragione naturale e dalle leggi divine, sono sicuramente spirito cattivo. Dico dunque, che la discrezione in quanto è dono che da Dio s'infonde nelle umane menti. non ha per materia e per oggetto de' suoi discernimenti certi spiriti che senza dubbietà sono buoni o rei, sono veri o falsi; mentre per dare retto giudizio in una materia sì chiara non sono necessari i lumi speciali dello Spirito Santo, ma basta la luce ordinaria della fede, che a niun fedele da Dio si nega. 

Perciò l'Angelico spiegando le parole dell'apostolo - omnia probate - aggiunge: scilicet, quae sunt dubia. Manifesta enim examinationem non indigent (S. Thom. Expos. sup. ep. 1 ad Thess. cap. 5.). 

23. Materia della discrezione infusa sono certi spiriti dubbi ed incerti, di cui non è facile l'intendere se da principio buono o cattivo abbiano la loro origine: e. g. certi impulsi ed eccitamenti a credere qualche cosa vera o ad operare qualche cosa buona, che però non è chiaramente vera né apertamente buona; e se è in sé stessa vera o buona, può essere indirizzata a qualche errore o a qualche male, o almeno ad impedire il maggior bene. Tali sono, in quanto all'intelletto, certe rivelazioni private, certe locuzioni interne, certe visioni fatte ai sensi o interiori o esteriori, certe dottrine nuove, e certe verità non rivelate nelle sacre carte, non insegnate dai sacri dottori, a cui sentasi la persona ispirata. 

In quanto alla volontà, tali sono certi impulsi a far cose grandi o sante, ma insolite; certi stimoli ad intraprendere cose superiori alle proprie forze, benché fondati nella fiducia della divina assistenza; certe ispirazioni di passare da uno stato buono ad un altro buono o anche migliore; certi  zeli ardenti per la salute de' prossimi, che posti in esecuzione possono sortire buono o infelice esito; certi accendimenti nell'orazione che paiono santi, ma pur non costa della loro santità; e mille altre cose che hanno ottima apparenza, ma pure giustamente si teme che possano nascere da cattivo principio, o possano sortire pessimo fine. 

Or dico, che siccome il formare giudizio retto di tali spiriti dubbi è cosa difficilissima, così per essi è molto opportuna la discrezione infusa; perché per mezzo di essa riceve l'uomo luce speciale per discernere le qualità di tali spiriti, e per decidere senza errore se siano buoni o rei. E però diciamo, che questi spiriti incerti e mal sicuri sono l'oggetto proprio di questa grazia gratis data. Lo insegna chiaramente S. Bernardo (S. Bern. Sermo 32 super Cant.): e lo conferma Gersone, il quale attribuisce la discrezione di questi spiriti dubbi a quella operazione divina che non solo può discernere le qualità degli spiriti, ma può anche dividere lo spirito dalla stessa anima (Gers. Tract. de prob. spir.), benché in realtà sia con esso lei una stessa cosa in sostanza. 


§. III. 

 24. Dissi, che la discrezione di tali spiriti si fa per mezzo di un giudizio retto, regolato da una luce straordinaria, con cui Iddio rischiara la mente dell'uomo discreto. Ma qui si può cercare, se questo giudizio discernitore sia certo ed infallibile, o aia incerto e soggetto ad errore. Risponde a questo dubbio il padre Suarez (Suar. De grat. par. 1. prolegomenon 3, cap. 5, num. 42.) dicendo, che non è un tal giudizio formalmente certo ed infallibile; perché una tale infallibilità non può provenire se non che o dalla evidenza, o dalla fede; e né l'uno, né l'altro compete al predetto giudizio: non è evidente, perché sebbene decide circa le qualità degli spiriti, non li vede però chiaramente in sé stessi: non è atto di fede, perché sebbene si muova dalla luce divina, non si muove però dalla parola di Dio; e giudica degli spiriti, non perché abbia da Dio alcuna rivelazione delle loro qualità, ma solamente per quel merito che in essi scorge. Distingue l'Angelico due specie di profezia (quaest. 171, art. 5). Una perfetta, per cui conosce il profeta le cose future per rivelazione espressa che riceve da Dio, e però forma delle verità rivelate un giudizio certo ed infallibile; l'altra imperfetta, che più propriamente dee dirsi istinto profetico. per cui conosce il profeta le cose segrete, non per divina rivelazione, ma solo per un certo lume che Iddio gli dona, né egli in questo caso può essere certo e sicuro della verità delle cose che intende, perché non sapendo di certo se la luce che lo muove provenga da Dio o da altra cagione fallace, né, pure può esser sicuro della verità di quegli oggetti che per mezzo di una tal luce gli si manifestano. 

Ed infatti sbagliano tal volta gli uomini santi in questa specie di profezie meno perfette, come dicono S. Gregorio (S. Greg. In Ezech. homil. L) e Riccardo di S. Vittore (Rich. In cant. par. 2, c. 33). Applicando ora la dottrina al caso nostro dico, che la discrezione degli spiriti non è come la profezia perfetta, perché l'uomo discreto non ha da Dio rivelazione alcuna circa gli spiriti di cui forma giudizio, ma circa essi ha solo un certo lume e un certo istinto molto simile all'istinto profetico; e però non può avere circa la rettitudine o pravità di detti spiriti una sicurezza infallibile: onde non può il giudizio ch'egli ne forma, essere formalmente certo e sicuro. 

 25. Con tutto ciò aggiunge il sopraccitato dottore (Suarez), che un tal giudizio discernitore degli spiriti, se sia regolato dalla luce particolare dello Spirito santo, è materialmente certo ed infallibile: perché sebbene la persona che giudica non può esser sicura di coglier nel vero per mancanza di motivo infallibile nel giudicare, nondimeno il suo giudizio è certo per cagione del principio che internamente la muove; non potendo lo Spirito santo eccitarci a giudicar falsamente né spingerci a pronunciare alcun errore (Suar. De grat. part. I. prologomenon 3, cap. 5, num. 43.). Questo pare che sia anche il sentimento di S. Bernardo (S. Bern. Sermo 17 super Cantica) né faccia ombra al lettore quella parola “cum loquitur spiritus»; perché per locuzione di spirito intende S. Bernardo, non solo la parola espressiva di Dio. ma qualunque mozione speciale che faccia Iddio nell'intimo dello spirito. 

§. IV. 

 26. Dissi, che si appartiene alla grazia gratis data della discrezione non solo formar retto giudizio degli altrui spiriti, ma anche del proprio. 

Si noti però, che diverso è il modo, con cui la persona discreta discerne i movimenti del proprio spirito, che degli altrui: poiché dice S. Gregorio, che le anime buone distinguono le proprie operazioni sante e divine, dalle diaboliche e dalle umane, per un certo sapore di spirito che ne fa loro sentire la diversità (S. Greg. Dialosi, lib. 4, cap. 48). Lo stesso conferma Gersone, dicendo, che per mezzo di quest'interno sapore si dileguano le tenebre di ogni dubbiezza, e l'anima si assicura dello spirito buono (Gers. Tract. de prob. spir.). Il che però si deve intendere, in caso che abbia l’anima altre volte gustato lo spirito vero del Signore: perché essendo questo tanto dissimile dallo spirito umano e diabolico; quanto è diverso il bianco dal nero, e la luce dalle tenebre, è facile, a chi lo ha molte volte sperimentato, il discernerlo da ogni altro spirito falso o adulterato. Ma questo è ordinario (prescindendo da qualche caso particolare che potrebbe darsi) non sarebbe vero, se la persona non avesse provato mai lo spirito di Dio retto e verace. Parlando poi degli spiriti altrui, dico che questi non si possono conoscere per via di sapore; perché niuno può esperimentare, o gustare ciò che si fa nell'intimo degli altrui cuori. E però la discrezione di questi unicamente dipende da quel giudizio retto di cui abbiamo parlato di sopra, e dalla luce infusa che regoli un tal giudizio acciocché vada a ferire nel vero. E qui voglio avvertire le persone spirituali, che sebbene sentono alle volte da una certa soavità di spirito accertarsi che Iddio opera in loro, non lascino di consigliarsi con uomini dotti, e specialmente con i loro padri spirituali, e di regolarsi in tutto col loro parere: perché la sicurezza che provano non è tale che non possa soggiacere a qualche sbaglio. S. Teresa in un suo rendimento di conto ad un suo confessore, gli dice, che in alcuni giorni in cui trovavasi molto raccolta in Dio, se si fossero uniti contro di lei tutti i santi e letterati del mondo, e l'avessero posta al cimento d'ogni più fiera carneficina per farla credere che delle sue rivelazioni fosse autore il demonio e non Dio, non ve l'avrebbero potuta indurre. Indi soggiunge, che non ostante tanta certezza, non avrebbe mosso una mano sopra il comando o consiglio di chi la dirigeva (Vita della B. M. Teresa del P. Francesco Riviera lib. 4, cap. 26.). Questo è il vero modo per assicurarsi di non sbagliare. Perciò ii citato p. Suarez parlando di queste stesse persone devote, che possono per un certo sapore interno discernere la qualità del proprio spirito, avverte, che devono anch'esse, per procedere con sicurezza, soggettarsi all'altrui giudizio: perché a cagione dell'affetto che tutti portiamo alle cose nostre, possono più inclinarsi ad una parte che all'altra, e rimanere deluse (1Cor 2,15). 

§. V. 

 27. Confesso, che la discrezione che abbiamo fin ora dichiarata, essendo grazia gratis data, può da Dio compartirsi anche a persone macchiate di colpa grave; perché, come dice l'Angelico, non ripugna che questa specie di grazie si conferiscano anche ad anime ree. Così può Iddio per il bene spirituale di alcune persone semplici, dare al loro direttore, benché egli sia di mala coscienza, luce straordinaria con cui discerna le qualità o buone o cattive dei loro spiriti, acciocché rettamente le guidi per la via della salute e della cristiana perfezione. Dico però, che ciò d'ordinario non accade; ma che quasi sempre questa grazia si concede da dio a persone spirituali, che tali siano non solo in quanto al dono di conoscere, ma anche in quanto alla vita. Così S. Paolo nel sopraccitato testo parlando di quelli che avevano la grazia della discrezione degli spiriti, chiamati spirituali, o profeti: e siccome non si dà di ordinario per questi la grazia della profezia se siano peccatori, così neppure a quelli il dono della discrezione (1Cor 14, 37). Anzi torna più volte nella stessa epistola ad inculcare questa verità (1Cor 2, 15): lo spirito è quegli, a cui si appartiene il giudicare tutte le cose, e conseguentemente anche quelle che sono nascoste nel cuor dell'uomo (1Cor 2,10): lo spirito solo giunge a penetrare con guardo puro tutte le cose, anche le più profonde che sono in Dio; quanto più dunque sarà abile a penetrare nel fondo de' nostri cuori? E più chiaramente al mio proposito (1Cor 2, 14): l'uomo carnale non è capace di conoscere lo spirito divino, e per conseguenza di differenziarlo dal diabolico e dall'umano. E la ragione di questo è manifesta: perché per ricevere quella luce speciale pura che con la grazia della discrezione s'infonde, si richiede tranquillità di mente, purità di coscienza, e dominio sulle proprie passioni; doti tutte, di cui son prive le anime peccatrici. 

E questa è appunto la ragione che apporta San Tommaso laddove parlando delle profezie dice, che potendosi concedere ai peccatori, pure accade molto di rado che loro si conferiscano. 

28. Del resto poi è indubitato, che nella chiesa di Dio vi sono state sempre anime pure che hanno posseduto per infusione di grazia la discrezione de' propri, e degli altrui spiriti. S. Girolamo asserisce. che nel popolo ebraico v'erano sacerdoti di cui era officio di discernere quali fossero i profeti veri, quali i falsi; quali i detti che si pronunziavano per impulso divino, e quali quelli, che si proferivano per istinto umano o demoniaco (S. Hieronym. lib. 2, in cap. 3 Isaiae): sicché è molto probabile, che molti di essi avessero di un tale discernimento il dono infuso. Se vogliamo parlare della legge evangelica, tanti sono quelli che hanno ricevuto da Dio questo dono dichiarato in primo luogo, che non è possibile trovarne il numero. Santa Maria Maddalena de' Pazzi vedeva i pensieri che le sue novizie ravvolgevano per la mente, e i difetti in cui erano incorse: e questo era sì noto a tutto il monastero, che non osavano le religiose, specialmente quelle che erano state sotto la di lei custodia, presentarsele avanti senza aver prima esaminata la propria coscienza; e stando poi alla sua presenza tenevano ben custodita la mente e il cuore, acciocché non vi sorgesse pensiero di cui avessero ad arrossirsi, sapendo ch'ella li penetrava. Santa Caterina da Siena mirava i pensieri de suoi domestici, e palesava loro i secreti del cuore con tal chiarezza con cui un altro scoprirebbe ad un amico i sentimenti del proprio cuore. 

E Il padre Raimondo suo confessore riferisce che volendole ricoprire un suo difetto interno di cui ella dolcemente lo avvertiva, perché, dissegli la santa, volermi nascondere una cosa che io veggo più chiaramente di quello che la vediate voi stesso? In quest'ultima nostra età il venerabile San Giuseppe da Copertino vedeva anche egli le colpe di cui erano macchiati quelli con cui trattava, e quelli con cui casualmente si imbatteva per istrada, e fino le specie particolari dei peccati dei quali erano contaminati; e soleva ammonirli con dire: vatti a lavare la faccia: volendo loro significare che si andassero a lavare col sangue di Gesù cristo nella sacramentale confessione. 

E però alcuni suoi amici trovandosi talvolta rei di qualche colpa non si arrischiavano di accostarsi alla sua cella, se prima non erano andati ai piedi del confessore a ripulire le proprie coscienze. Sebbene, che serve allungarsi più nella narrazione dl tali grazie, di cui sono piene le sacre storie? 

G. BATTISTA SCARAMELLI SERVUS IESUS

“Nascerà quando finirà la guerra”

 


l 2 agosto 1943, il dr. Angelo Raffaele Ruzzi stava medicando un dito di P. Pio che aveva  subito giorni prima accidentalmente un piccolo taglio. Era anche presente un frate che chiese  a P. Pio: “Ma quando guarisce questo dito?” P. Pio in modo giocoso: “Quando nascerà un  bambino.” Il frate: “E quando deve nascere questo bimbo?” P. Pio: “Quando finirà la  guerra.”  

Il dr. Ruzzi conclude: “Questa profezia si realizzò quando nacque il mio primo figlio, proprio  il giorno della fine della guerra in Italia, il 24 aprile 1945.” 19 

Giuseppe Caccioppoli 

IL MONDO È ALLA SUA FINE IN QUESTA SITUAZIONE DI MALE.

 


Carbonia 20.07.2022  ore 21.55

Il mondo è alla sua fine in questa situazione di male.

Amati figli, è la vostra Mamma celeste che vi parla, vi richiama alla prudenza, ad essere vigili e sopratutto a non allontanarvi dalle Leggi di Dio.

Questa Umanità ancora accetta le condizioni del mondo e va incontro a malanni, non fa discernimento, si abbandona all’uomo e non a Dio! … Poveri figli!

È urgente il vostro ritorno al Creatore figli miei, così non potete andare avanti, il principe di questo mondo vi tiene legati a sé e non molla i suoi artigli; … é giunta l’ora di ravvedervi in fretta, … prima che cali la notte.

Figli miei, sono in arrivo grandi turbolenze, prendete il santo Rosario nelle vostre mani e pregate, inginocchiatevi davanti al Crocifisso e prostrati a Lui urlate la sua misericordia.

Il tempo che viene porterà molto male, i disastri si susseguiranno uno dietro l’altro e, se l’uomo non sarà tornato al suo Dio Amore, non riuscirà a salvarsi.

Satana ha le ore contate, sa di perdere terreno, perciò si scatena maggiormente su questa Umanità sorda e cieca.

Il mondo è alla sua fine in questa situazione di male, Dio ha fretta di intervenire.

Preparatevi figlioli, il tempo che resta è brevissimo.
Convertitevi! Amen.

Fammi condividere la tua pena

 


Spesso preghiamo: « Fammi condividere la tua pena; voglio essere la sposa di Cristo crocefisso», eppure, quando ci viene rivolto anche solo un briciolo di osservazione poco caritatevole o ci sentiamo punti da una mancanza di riguardo, come facciamo in fretta a dimenticare che questo è il momento di condividere con Lui le offese e la sofferenza! 

Madre Teresa di Calcutta

Ogni tribolazione nell'ordine dell'amore

 


IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

L'anima abbeverata del Sangue di Gesù, unita alla sua Passione, chiamata a partecipare alla sua vita di grazia e di amore, deve perdere la cognizione di se stessa, la volontà e la libertà ad accettare, non solo qualunque prova e qualunque patimento come dono, come pegno di amicizia e di amore, ma a considerare ogni tribolazione nell'ordine dell'amore. q. 25 : 30 gennaio

  SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


Ancora vedrete orrori sulla Terra, ma chi è con il Signore vincerà.

 


Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 21/07/2022


Cari figli, combattete in primo luogo per la salvezza delle anime. Voi siete preziosi per il Signore e Lui vuole salvarvi. Non vi preoccupate troppo dei beni materiali. Tutto in questa vita passa, ma la Grazia di Dio in voi sarà Eterna. Non vi dimenticate: il Mio Gesù vi chiederà conto di tutto quello che fate in questa vita. Ricordatevi sempre: in tutto, Dio al primo posto. Abbiate fiducia, fede e speranza. Il domani sarà migliore per i giusti. Ancora vedrete orrori sulla Terra, ma chi è con il Signore vincerà. Vivete nel tempo della grande cecità spirituale. Il demonio è riuscito a contaminare molti dei Miei poveri figli e loro camminano nel fango delle false dottrine. State attenti a non essere ingannati. In Dio non c'è mezza verità. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

 


giovedì 21 luglio 2022

Vi sto guidando al Mio Sacro Cuore

 



Gesù Cristo nostro Signore e Salvatore, dice Elohim.

Miei Amati,
Ricevete le Mie Benedizioni Urgenti che scaturiscono dal Mio Sacro Cuore, benedizioni che rafforzeranno la vostra fede, che non devono vacillare, durante questi giorni di tribolazione in cui state entrando.

Questo tempo di animosità, arriverà presto a un punto di ebollizione,
come i domini delle tenebre, diffonde i suoi tentacoli di corruzione.

I SEGNI NEI CIELI SI INTENSIFICANO
Le costellazioni sono state scosse,
mentre il firmamento si ritira, facendo svenire i cuori degli uomini per la paura.
Non vi ho avvertito di queste cose?

Cari
le mie parole di avvertimento sono come un tuono, che vi avverte della tempesta in arrivo, che ora è su di voi.

Vi guido al mio Sacro Cuore, attraverso la mia chiamata che può essere ascoltata, solo dai cuori contriti, del rimorso.
State davanti a me, addolorati, con il pentimento sulle vostre labbra; questo giorno, consacrando i vostri cuori ai miei.
Ritornate a me, io sono la vostra unica salvezza, dalle forze oscure che dominano questo mondo.
È molto urgente confidare in me, per le vostre provviste,
come luce guida dei vostri Angeli Custodi, affrettatevi, per aiutare, dirigere e illuminare il vostro cammino, verso il vostro rifugio sicuro.
Miei cari, non vi ho abbandonati.
Siate coraggiosi nella forza del mio amore, che vi circonda come scudo di protezione.
Così dice: Il Signore.

Shelley Anna

Miracoli nascosti dal Vaticano: un crocifisso sanguinante

 


Un crocifisso che sanguina, il vescovo lo dichiara soprannaturale e il Sant'Uffizio lo nasconde.

Gli intrighi che avvengono all'interno del Vaticano sono qualcosa che i cattolici ragionevolmente ben catechizzati ammettono pacificamente, perché sanno che la zizzania sarà mescolata con il grano fino alla fine del mondo.

Solo il giudizio finale separerà il grano dalla zizzania e sarà bruciato per sempre.

Questo non parla male del Vaticano, ma al contrario, perché anche se il maligno crea costantemente conflitti nel luogo santo, quello è il suo lavoro, proprio come Dio continua a fare la sua opera da lì.

È una dimostrazione che il potere di Dio può usare un'istituzione così fortemente attaccata dall'interno, dal maligno, e santificare il suo lavoro.

Qui parleremo del caso di un crocifisso che sanguinò più volte nella stanza di un mistico e che fu approvato come manifestazione soprannaturale dal vescovo.

Eppure fu poi rapito dal Sant'Uffizio, il convento fu costretto a bruciare tutto ciò che riguardava la manifestazione del Crocifisso, la posizione finale del dicastero non fu mai più conosciuta, e sebbene non si sappia esattamente dove si trovi, si sa che ha continuato a sanguinare in Vaticano.

Un grosso errore che fanno i catechizzati malati è quello di idealizzare ciò che accade all'interno del Vaticano, come se tutto fosse di magica bontà.

Il che porta a quando vedi una cosa brutta tutto cade.

Non tengono conto che il Vaticano è teatro della lotta più violenta tra angeli caduti e angeli buoni.

E che anche questa lotta interna persiste e che a sua volta la maggior parte delle opere rimane buona, mostra chiaramente che la mano di Dio santifica la Chiesa.

Un esempio del clima per esempio lo vediamo quando è entrato in carica Giovanni Paolo II, che si è circondato solo di polacchi a lui fedeli, per cercare di evitare quello che è successo a Giovanni Paolo I, suo predecessore.

Benedetto XVI ha detto a chi è venuto a trovarlo nel suo ufficio che questo era l'unico posto dove aveva potere, che dalla porta verso l'esterno il suo potere si stava esaurendo.

E ancor prima che Padre Pio avesse avuto due periodi in cui gli era stato proibito di esercitare il suo ministero e la sua immagine era stata diffamata, a causa degli intrighi dei suoi nemici all'interno del suo Ordine e del Vaticano, che diffondevano ogni sorta di falsità per rovinare la sua immagine.

È che c'è un forte rifiuto di tutto ciò che è miracoloso da parte dello stagista vaticano, forse per invidia.

Ecco perché cercano di nasconderlo e accettarlo pubblicamente solo quando non c'è altra scelta, cancellando poi ogni traccia dell'opposizione interna che esisteva.

E questo è accaduto con un crocifisso che sanguinava ad Asti, in Italia, che è stato approvato come fatto soprannaturale dal Vescovo, dopo un'indagine diocesana.

Eppure, poi intervenne quello che a quel tempo si chiamava il Sant'Uffizio, oggi Congregazione per la Dottrina della Fede, che rapì il crocifisso e fino ad oggi, 9 decenni dopo, non si sa il parere del Dicastero o dove si trovi appunto il crocifisso.

La storia succedette a Maria Tartaglino, orfana che era nata nel 1887 e fu accolta da un'istituzione degli Oblati di San Giuseppe ad Asti.

Fin da bambina mostrò grande devozione.

Fece il "voto eroico" a favore delle Anime del Purgatorio e da quel momento molte Anime del Purgatorio vennero da lei per chiedere suffragi.

E farà penitenza per loro con preghiere e sacrifici volontari.

Riceve le stimmate visibili della Passione del Signore tra il 1925 e il 1930, ma poi sono diventate invisibili perché ha pregato insistentemente perché il Signore le rimuovesse, poi sono state rimosse le prove esterne delle stimmate, ma ha continuato con i dolori che producevano, fino alla fine della sua vita.

Sperimentò un fidanzamento mistico con Gesù.

Il suo cuore trafitto come una brace da un angelo.

Ed era in bilocazione con Padre Pio, a volte era bilocata, altre volte la santa di Pietrelcina e a volte entrambe.

Padre Pio una volta disse ai piemontesi che erano andati a San Giovanni Rotondo: "Perché vengono da me? Tu hai Maria Tartaglino, vai da lei, sottoscrivo quello che ti dico".

La vita di Maria Tartaglino rimase nascosta nel Convento fino al 1933, quando nella sua stanza un crocifisso che aveva nella sua poltrona reclinabile, e davanti al quale trascorreva molte ore in preghiera, cominciò a gocciolare sangue.

Diceva della prima volta,

"Fissai gli occhi di lato e vidi il sangue splendere, uscire.

L'ho subito toccato con il dito e l'ho tirato fuori macchiato di sangue, mi sono asciugato con un fazzoletto, poi ho asciugato il Crocifisso.

Eccolo lì, sangue anche sulla corona di spine, sulle mani e sui piedi e c'era anche una goccia in bocca".

Il crocifisso sanguinò due volte, l'11 agosto e il 27 settembre 1933.

Il Vescovo di Asti, Monsignor Umberto Rossi, informato dei fatti, fece esaminare croste di sangue coagulato presso l'Istituto di Medicina Legale dell'Università di Torino, si rivelò essere sangue umano.

Il Crocifisso è stato oggetto di radiografie eseguite da due specialisti, che non hanno riscontrato anomalie, artefatti e manipolazioni per simulare il sanguinamento dello stesso.

È stato istituito un tribunale diocesano e sono stati interrogati 17 testimoni.

Il processo si concluse il 23 febbraio 1934 con un messaggio del vescovo, che affermava:

"La verità assoluta dei fatti è provata dalle numerose e incontrovertibili testimonianze, raccolte sotto giuramento e con la più scrupolosa attenzione, da due giudizi: uno, eseguito dal Reverendo Superiore degli Oblati, Padre Martino, e l'altro, dalla nostra Curia Arcivescovile".

Il 9 marzo 1934, il vescovo intronizzò il Crocifisso nel santuario di San José e da lì si moltiplicarono le manifestazioni di fede e pietà attorno al Crocifisso.

Migliaia di pellegrini accorsero al santuario, i confessionali furono sopraffatti e ci furono numerose conversioni.

La stampa, sia italiana che straniera, parlava del fenomeno e Asti sembrava il centro del mondo spirituale.

Maria Tartaglino era spaventata dalla fama che il Crocifisso le dava e voleva scomparire, pensava addirittura di avere un po' di tranquillità stando in un'altra casa.

Ma il 24 aprile 1934, il carmelitano padre Lorenzo de San Basilio, arrivò come Visitatore Apostolico al Santuario di San Giuseppe ad Asti, inviato dal Sant'Uffizio.

Ha detto che l'obiettivo era quello di prendersi cura personalmente del Crocifisso.

Padre Martino, Superiore degli Oblati, lo accoglie con rispetto ma lo dissuade dal togliere il Crocifisso dal Santuario e gli fa notare che non ha ancora ricevuto copia della sentenza emessa dal Tribunale Ecclesiastico di Asti.

Ma per il visitatore apostolico, il processo diocesano e la sentenza del vescovo non erano di interesse.

il 6 maggio, di notte, il visitatore toglie il crocifisso dal tempio, essendo presente l'intera comunità di Oblati e viene portato nella Curia episcopale.

Il 4 luglio 1934, il vescovo monsignor Umberto Rossi riferì che il Sant'Uffizio si era fatto carico dell'esame e del giudizio definitivo sul prodigio del sanguinamento.

E che affidò il Crocifisso al Visitatore, con alcuni oggetti e uno scritto di Maria Tartaglino sul misticismo.

Inoltre, il Vescovo ordinò, sempre in obbedienza alle istruzioni ricevute dal Visitatore del Sant'Uffizio, che le immagini e i libri relativi al Crocifisso fossero distrutti, e nel cortile dell'Istituto fu acceso un grande falò per bruciarli.

A don Plácido Botti, confessore di Maria Tartaglino e padre Martino, fu proibito di curare la direzione spirituale di Maria e qualsiasi rapporto con lei.

Maria Tartaglino fu accusata di essere psicopatica nel bel mezzo di un attacco di isteria e di aver così inventato l'episodio di sanguinamento.

Ma l'accusa è smentita dal certificato medico rilasciato da una Commissione di Professori che l'ha visitata già il 19 marzo 1934, dichiarandola completamente sana, normale e ben equilibrata.

E in seguito si seppe che un falso certificato medico era stato inviato al Sant'Uffizio.

Maria Tartaglino è vittima di insulti e calunnie e infamia in questo periodo.

E lo stesso vale per i Padri Giuseppine, che sono accusati di aver inventato la storia del sanguinamento per affrontare difficoltà economiche e salvare così il bilancio della Congregazione.

Maria morì il 1° settembre 1944, il primo venerdì del mese, ad Asti, dove aveva vissuto. Aveva cinquantasette anni.

E fino alla morte fu fidanzata cercando di riportare il Crocifisso ad Asti, confortata dal suo amico di fede e di preghiera, Padre Pio, con il quale continuò a condividere le bilocazioni.

Il giudizio del Sant'Uffizio e l'esatta posizione del crocifisso non furono mai conosciuti.

Ma è noto che spargi sangue in diverse occasioni a Roma, testimoniato da alcune persone degne di fede come don Luis Orione.

Nel marzo 2014, il Crocifisso miracoloso è stato visto, da alcuni religiosi, in mostra in un armadietto situato in una sala del Vaticano.

Mentre continuano a risuonare le parole strazianti di Maria Tartaglino, confermate da San Padre Pio, "il Crocifisso tornerà e sarà un grande trionfo!"

Ebbene, fin qui quello che volevamo raccontare sulla manifestazione di un crocifisso che è stato approvato come soprannaturale dal vescovo del luogo, ma che tuttavia è stato fatto sparire dal Sant'Uffizio senza ulteriori spiegazioni, in mezzo a calunnie che in seguito si sono fatte notare come false.

Guai a voi, miei figli sacerdoti, se non vi pentite, perché colui che è lì (in Vaticano) vi porrà fine se sostenete tutto ciò che sta per dire.

 


Messaggio ricevuto il 31 maggio 2022

Mia cara figlia scrivi: Io Sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore per darvi un altro messaggio che viene dal Mio Cuore Paterno al vostro cuore. Vi do tutto perché siete stati scelti da Me e nessuno può dire il contrario perché Io Sono il Signore dei Signori. Sì, figlia Mia, sono venuto a parlare a tutti delle Mie cose, perché il diavolo è già alle vostre porte. Egli è pronto a infiltrarsi nella Mia Chiesa e Mi impersonerà, e questa sarà una grande tragedia per tutti perché farà tutto in silenzio, poi farà miracoli per prendere il Mio posto. Egli toglierà il Mio Tabernacolo e metterà gli idoli al Mio posto, e molti cadranno perché la loro fede non è forte, così crederanno a tutto, togliendo il Mio diritto come Padre, Figlio e Spirito Santo.

Chiunque creda in Me sa che tutto è una bugia, ma per coloro che non sanno nulla di ciò che ho fatto, penseranno che sia vero. Il diavolo renderà ciechi molti dei Miei figli, in modo che facciano di tutto per abbatterMi, pensando che (la Chiesa) è passata di moda, che tutto deve essere modernizzato e farà sparire tutto. Guai a voi, miei figli sacerdoti, se non vi pentite, perché colui che è lì (in Vaticano) vi porrà fine se sostenete tutto ciò che sta per dire. Ho avvertito tutti i miei figli sacerdoti, che non era chi pensavano che fosse, ma molti vogliono vivere in un mondo più moderno, passeranno il resto della loro vita (eternità) con Lucifero, perché non vogliono ascoltarMi.

Quindi figli Miei, come Padre sono venuto a darvi un altro AVVERTIMENTO affinché sappiate che tutto è alle vostre porte, e perché vi prepariate perché quando suonerà la tromba, tutto sarà già distrutto. Vi voglio preparati, tutti coloro che sono Miei discepoli, perché Io vi darò il sentiero che conduce alla Mia venuta, e per coloro che non lo vogliono, rimarranno a trascorrere il loro tempo con Lui (il nemico), perché tutto vi è stato rivelato e non avete voluto obbedire alle Mie chiamate. Ho scelto questa figlia per darvi tutto ciò che verrà alla Mia Chiesa, ma voi pensate che non sia vero. Sto dicendo a ciascuno di voi che non ascoltate ciò che vi ho detto in questi messaggi, guardate i tempi, perché tutto è alla fine.

Sto parlando a tutti prima che sia troppo tardi perché tutto è alla fine. Io Sono il Buon Pastore, Io proteggo le Mie pecore ed esse Mi seguono solo per Amore.

Amen.

Maria De Jesus Coelho

Padri del deserto

 


Vita n. 2

La vita di Antonio

di Atanasio, vescovo di Alessandria


18 Da queste cose l'uomo si persuada di non fare luce, soprattutto se considera che egli stesso è il servo del Signore e deve servire il suo padrone. Perciò, come un servo non oserebbe dire: "Perché ho lavorato ieri, non lavorerò oggi", e considerando il passato non lavorerà in futuro, ma, come è scritto nel Vangelo, mostra ogni giorno la stessa prontezza nel compiacere il suo padrone e nell'evitare i rischi, così noi restiamo ogni giorno fermi nella nostra disciplina, sapendo che se siamo negligenti per un solo giorno il Signore non ci perdonerà per il passato, ma si adirerà contro di noi per la nostra negligenza. Come abbiamo sentito anche in Ezechiele [13]; e come Giuda che per una notte distrusse la sua precedente fatica.

19 Perciò, figlioli, teniamo ferma la nostra disciplina e non siamo negligenti. Perché in essa il Signore è nostro collaboratore, come sta scritto: "A tutti coloro che scelgono il bene, Dio opera con loro il bene [14]". Ma per evitare di essere disattenti, è bene considerare la parola dell'Apostolo: "Io muoio ogni giorno". [15].'' Perché se anche noi viviamo come se morissimo ogni giorno, non peccheremo. Il significato di questo detto è che, mentre ci alziamo di giorno in giorno, dobbiamo pensare che non resteremo fino a sera; e ancora, quando stiamo per coricarci per dormire, dobbiamo pensare che non ci alzeremo. Perché la nostra vita è naturalmente incerta e la Provvidenza ce la assegna ogni giorno. Ma ordinando così la nostra vita quotidiana, non cadremo nel peccato, non avremo brama di nulla, non coveremo l'ira contro nessuno e non accumuleremo tesori sulla terra. Ma, come se fossimo in attesa della morte, saremo privi di ricchezze e perdoneremo tutto a tutti gli uomini, e non conserveremo affatto il desiderio di donne o di qualsiasi altro turpe piacere. Ma ci allontaneremo da esso come se fosse passato e superato, cercando sempre di guardare al giorno del Giudizio. Perché il timore e il pericolo più grande del tormento distruggono sempre la facilità del piacere, e rialzano l'anima se sta per cadere.

20. Perciò, avendo già cominciato e intrapreso la via della virtù, sforziamoci di più sforziamoci ancora di più per raggiungere le cose che ci precedono. E che nessuno si volga alle cose che stanno dietro, come la moglie di Lot, tanto più che il Signore ha detto: "Nessuno, avendo messo mano all'aratro e voltandosi indietro, è adatto al regno dei cieli [16]". E questo tornare indietro non è altro che provare rammarico e tornare ad essere mondani. Ma non temete di sentir parlare di virtù, né di stupirvi di questo nome. Perché non è lontana da noi, né è fuori di noi, ma è dentro di noi, ed è facile se solo lo vogliamo. Per ottenere la conoscenza, i Greci vivono all'estero e attraversano il mare, ma noi non abbiamo bisogno di allontanarci da casa per il regno dei cieli, né di attraversare il mare per la virtù. Perché il Signore ha già detto: "Il regno dei cieli è dentro di voi [17]". Perciò la virtù ha bisogno per le nostre mani della sola volontà, poiché è in noi e si forma da noi. Infatti, quando l'anima ha la sua facoltà spirituale in uno stato naturale, si forma la virtù. Ed è in uno stato naturale quando rimane come è venuta all'esistenza. E quando è nata era giusta e molto onesta. Per questo motivo Giosuè, figlio di Nun, nella sua esortazione disse al popolo: "Raddrizzate il vostro cuore verso il Signore Dio d'Israele [18]", e Giovanni: "Raddrizzate i vostri sentieri [19]". Perché la rettitudine dell'anima consiste nell'avere la sua parte spirituale nel suo stato naturale di creazione. Ma d'altra parte, quando essa sbanda e si allontana dal suo stato naturale, ciò si chiama vizio dell'anima La questione non è quindi difficile. Se rimaniamo come siamo stati fatti, siamo in uno stato di virtù, ma se pensiamo a cose ignobili saremo considerati cattivi. Se, dunque, questa cosa dovesse essere acquisita dall'esterno, in realtà sarebbe difficile; ma se è in noi, teniamoci lontani dai pensieri cattivi. E poiché abbiamo ricevuto l'anima come caparra, conserviamola per il Signore, affinché riconosca che la sua opera è uguale a come l'ha fatta.

Si, viene il Signore con la Sua Giustizia misericordiosa. Egli viene a governare il Mondo.

 


«Io, Il Padre, vi ho dato il Figlio Mio, ma voi non l’avete né ascoltato, né seguito. Vi ho dato la Figlia Mia Maria, la più Santa tra tutte le Sante, per imparare ad amare la Santissima Trinità, e voi continuate a non capire fin dove arriva il Mio Amore di Padre!… Dunque, affinché il Regno del Figlio Mio venga su questa Terra, divenuta ingrata ed apòstata, rinnegando Dio, uccidendo la Fede dei piccoli, non riconoscendo la Mano di Dio in tutte le Sue Opere, bestemmiando la Santa legge, disprezzando i suoi Santi Comandamenti, ponendo l’Uomo sul trono di Dio per il potere del denaro (nessun re della terra può usurpare la Potenza e la Gloria di Dio), il più grande sulla Terra piegherà le ginocchia davanti a Dio.  

Dal momento che non avete voluto capire, né dal Figlio Mio, né dalla Sua Santa Madre, né dalle Mie Voci della Terra, né dai Miei Segni dati oggi a profusione dappertutto, manderò presto questo Fuoco Purificatore che si riverserà su tutta la Terra. Ognuno di voi riceverà questo Fuoco che diverrà Luce o brace incandescente e questo Fuoco Purificatore consumerà tutto ciò che non è di Dio, o guarirà perfino il più piccolo difetto di coloro che appartengono a Dio. In seguito la Terra profumerà. Il suo profumo di purezza raggiungerà i Cieli, perché lo Spirito di Santità avrà riempito tutti gli spazi, anche i più piccoli e i più ignorati, del Profumo Santo di Dio. 

Dio Padre non dimenticherà né il figlio pentito, né il malvagio rinsavito. Starò alla Porta del Regno per accogliere il Figliol Prodigo, perché so chi è divenuto Amore, e lo prenderò tra le Mie braccia. Io sono il Padre della Moltitudine. 

Si, viene il Signore con la Sua Giustizia misericordiosa. Egli viene a governare il Mondo. Ed ecco che si leva già, al di sopra dei monti, il Sole di Giustizia. Amen.» 

 (J.N.S.R., Témoins de la Croix, F.-X. de Guibert, France, 1996, tome 3, p. 154)  

Il mio cuore come un calice

 


IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO

L'amplesso di Dio è un fatto di grande misericordia, di grazie efficacissime, di luce straordinaria.

Per esso l'anima si sente come sciolta dai legami del corpo, libera, pronta, alacre. E tuffata nel mare della vita, e gustando a pieno respiro la vita ineffabile del suo Dio, sente che non vi sono più vincoli che la possono arrestare, né ostacoli all'amore, né limiti alla reciproca unione.

Le Carni immolate di Gesù guariscono, riordinano, imbalsamano le mie povere membra disordinate e guastate dalla colpa di origine, e il suo Sangue divino scende nel mio povero cuore, disposto come un calice per accogliere le misericordie infinite. L'anima di Gesù penetra, investe, illumina, dilata la mente con le eterne verità, e la Divinità si degna avvicinarsi e unirsi al suo povero spirito, il quale, reso libero dalla grazia, è perciò capace di unirsi al suo Dio. q. 25 : 28 gennaio

  SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO


IL CATACLISMA È IN ATTO, IL MIO POPOLO PRENDERÒ IN ME.

 


Carbonia 17.07.2022  ore 18.45

Il cataclisma è in atto, il mio popolo prenderò in Me.

Proclamate il Regno di Dio sulla Terra, o uomini, rivestitevi di luce e splendore.

Il teatro è per chiudere la scena, … cala il sipario sulla storia antica, si apre una dimensione nuova: uomini felici, raggianti di luce e amore, danzeranno assieme al loro Dio Re e canteranno l’amore infinito.

La città assisa sui sette colli è per essere assediata, l’inganno è stato grande, piangerà amaramente per i suoi errori.

Uomini di Galilea eccomi a voi, il mio intervento su questa Umanità è a breve. Voglio annunziarvi la mia misericordia, o uomini, scegliete di stare con Me, chiedetemi perdono.

Il sole è per sparare sulla terra lingue infuocate, state per entrare nella fase di fuoco, o uomini, non cercate di capire attraverso la scienza perché nulla potranno spiegarvi di ciò che avverrà.

Il cataclisma è in atto, il mio popolo prenderò in Me, lo metterò al sicuro, esso sarà custodito dai miei Angeli mentre sulla Terra succederà l’Inferno.

Il terzo segreto di Fatima è in atto, Maria è pronta con il suo seguito fedele ad anticipare le mosse dell’avversario e metterlo fuori gioco.

Figlioli, tenetevi pronti all’attacco infernale di Satana, ma state sereni perché Io sarò con voi quale Condottiera al vostro fianco.

Pregate figli miei, supplicate la misericordia di Dio, amatevi gli uni gli altri, fate opere di carità, non allontanatevi dalla fede in Cristo Gesù.

 


mercoledì 20 luglio 2022

 


Perché Mi sono fatto Uomo.

 


AMORE DI DIO 

Figlia Mia prediletta, grazie per aver risposto alla Mia chiamata. È con gioia che comunico con te in questa celebrazione speciale della Mia nascita. L‟amore che riempie il Mio cuore per la fede e devozione mostrate da tutti i Miei figli è molto prezioso. 

Questo è il moment o di riflettere, per i Miei figli in tutto il mondo, sulla Mia vita in terra. E‟ il momento per loro di considerare quali implicazioni la Mia nascita abbia avuto su tutta l‟umanità. E‟ a seguito della Mia nascita che l‟uomo cercherà la salvezza. E‟ stato l‟amore del Padre Eterno per tutti i Suoi figli che ha reso possibile l‟estremo sacrificio. Che Egli accudisse un neonato, lo seguisse nella crescita mentre diventava bambino, e quindi adulto, mostra chiaramente il Suo amore e la Sua determinazione nel salvare tutti i Suoi figli. Egli ama tutti i Suoi figli così tanto, che Mi ha chiesto di vivere la vita come un essere umano pur sapendo che sarei stato umiliato e ridicolizzato. Ha permesso che ciò accadesse. 

La Mia nascita è il segno per tutti che Dio, il Padre Eterno, amava i Suoi figli così tanto da fare un sacrificio enorme. Permettendomi di venire sulla terra per vivere in mezzo a voi tutti, ha mostrato la Sua compassione e il desiderio di salvarvi tutti, permettendo la Mia morte. Se non avesse mandato Me, l‟uomo non sarebbe potuto essere salvato. Eppure, quelli che Mi hanno rifiutato sono ancora incerti per quanto riguarda la veridicità delle promesse fatte da Dio, il Padre Eterno. C‟è ancora molta confusione. 

Tutto ciò che conta ora per l‟umanità è compr endere le promesse e la realtà del nuovo Cielo e della nuova Terra che sono stati destinati a tutti i figli di Dio. Questo è il dono più grande di tutti ed è il regalo che voi eravate destinati a condividere con Lui fino a quando satana, una volta sedotta Eva, ha distrutto tutto. 

Le persone oggi vedono gli insegnamenti nel Vecchio e Nuovo Testamento in molti modi, come antiche favole. Molti ancora non capiscono che gli insegnamenti contenuti in queste scritture erano e ancora sono autentici. Poiché in molti casi si fa riferimento a fatti avvenuti nel regno spirituale, le persone trovano difficile credere che questi sarebbero potuti accadere. Essi sono giunti a questa conclusione perché valutano i contenuti attraverso il pensiero logico basato su ciò che accade sulla terra. Ma si sbagliano. 

La Mia venuta sulla terra è stata predisposta come un‟ultima possibilità per svegliare il mondo, in modo che tutti si rendessero conto che Dio tutto perdona. Il Mio ruolo era quello di mostrarvi, attraverso i Miei insegnamenti e la morte sulla croce, il Sentiero verso il Cielo. 

Ricordate quindi a Natale che la Mia nascita doveva aiutarvi a iniziare a rivalutare la vostra fede nei Cieli a cui voi tutti siete chiamati a partecipare. Ricordando la Mia vita è ora possibile partecipare con Me al Regno del Padre Mio, se solo aprite i vostri cuori e Mi chiedete di abbracciarvi ancora una volta. 

Il tuo Divino Salvatore e Giudice Giusto, Gesù Cristo. 

24 Dicembre 2010