rivelata alla serva di Dio Maria Cecilia Baij
VERSO BETHANIA ESORTAZIONI AI SUOI
Rese perciò le grazie al divin Padre, (andai a Bethania con i miei apostoli. Lungo il viaggio li
andavo istruendo ed esortando a star vigilanti, perché il nemico infernale li avrebbe travagliati,
perciò era necessario che stessero sempre orando, e raccomandandosi al Padre, per non
cadere nelle tentazioni. E di nuova dissi loro: Figliuoli miei, poco più starò con voi, perché è
arrivato il tempo in cui si deve terminare l’opera della redenzione e il Figliuolo dell’uomo sarà
dato in mano dei nemici, i quali lo strazieranno, lo scherniranno, lo flagelleranno, e infine lo
condanneranno a morte, come altre volte vi ho detto. Perciò state vigilanti, perché adesso si
avvicina il tempo in cui dovete far mostra della vostra fedeltà e dell’amore che mi portate,
mettendo in pratica ciò che tante volte vi ho insegnato, Animatevi anche voi a soffrire dei
travagli, e state sicuri che il mio divin Padre vi assisterà, vi proteggerà. Non vi apporti meraviglia se il mondo vi odierà e vi perseguiterà, e se vi sarà reso male per bene, vedendo che io, vostro Capo e Maestro, sono perseguitato ed odiato, e che infine mi sarà data ignominiosa morte.
Quando il mondo tratterà voi come tratta me, rallegratevi, perché allora sarete fatti, degni di
essere simili al vostro Maestro: per questo la vostra mercede sarà copiosa nel Regno dei cieli.
Questo ed altro andavo dicendo ai miei apostoli, preparandoli al gran travaglio che avrebbero
avuto nel tempo della mia passione. Essi afflitti e dolenti, piangevano, non potendo proferir
parola. Solo Giuda, il traditore, stava forte: perché era di cuore assai duro, e non dava credito a quello che allora dicevo. Pensava fra sé, che parlassi così per affliggerli e per sentire come mi
amassero, non perché dovessi veramente morire. Dispiaceva molto a me il pensiero del
discepolo traditore, perché vedevo che con questi sentimenti si andava a poco a poco
disponendo al tradimento. Già il nemico cominciava a tentarlo, ed a suscitargli la sua rea
passione. Ogni tanto gli suggeriva come avrebbe potuto fare per avere il danaro che gli Scribi, i
Farisei, i principi ed i sacerdoti avevano promesso a chi mi avesse dato nelle loro mani. Ma
andava però ribattendo la sua passione col pensiero che non era a lui lecito far questo; tanto
più poi si convinceva, vedendo tutti gli altri apostoli molto affezionati ed anche molto afflitti
per la perdita, che dicevo dovevano fare di me. Io non mancavo di ammonirlo internamente, ed
il Padre gli dava molti lumi, perché conoscesse il suo errore, scrollasse da sé la tentazione e
frenasse la rea passione. Perciò si andava rimettendo, benché non si quietasse e stesse con la
mente turbata.
Quanta pena mi dava, sposa mia, questo discepolo, che incominciava a dar adito all’antico suo
vizio, e che per quanto gli dicessi, e per quanti lumi ed aiuti avesse, non si voleva arrendere
totalmente, ma conservava in sé l’affezione al danaro ed il desiderio di averlo. Andava, ogni
tanto pensando fra sé : « Il Maestro dice che ha da morire, se sarà vero che debba morire, io
almeno avrò quel denaro presso di me, e così provvederò ai miei bisogni; e se non morrà,
servirà per provvedere ai bisogni, di tutti noi ». Tutto ciò gli suggeriva il nemico, perché cercava tutti i modi di farlo cadere; per di più, la faceva andare lontano da me, in modo che non potesse udire le mie parole. Difatti ne mostrava spesso noia e tedio, perché lo colpivano nel suo vizio di interesse ed avidità di avere sempre più.
Tutto ciò non avvertivano gli altri miei apostoli, né mai pensarono che quanto dicevo, Io dicessi
più per fare avvertito Giuda, che essi: se l’avessero capito, lo avrebbero lacerato. E quando lo
vedevano andare lontano da me, credevano che lo facesse per stanchezza, come difatti
dimostrava.
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