giovedì 18 aprile 2019

DEI RAPPORTI TRA I MINISTRI E GLI ALTRI FRATI



              1 Nel nome del Signore! 2 Tutti i frati, che sono costituiti ministri e servi degli altri frati, distribuiscano nelle province e nei luoghi in cui saranno, i loro frati, e spesso li visitino e spiritualmente li esortino e li confortino. 3 E tutti gli altri miei frati benedetti diligentemente obbediscano loro in quelle cose che riguardano la salute dell’anima e non sono contrarie alla nostra vita. 4 E si comportino tra loro come dice il Signore: «Tutto quanto desiderate che gli uomini facciano a voi, fatelo voi pure a loro» 5 e ancora: «Ciò che tu non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri».


[14]              6 E si ricordino i ministri e servi che il Signore dice: «Non sono venuto per essere servito, ma per servire»; e che a loro è stata affidata la cura delle anime dei frati, perciò se qualcuno di essi si perdesse per loro colpa e cattivo esempio, nel giorno del giudizio dovranno rendere ragione davanti al Signore [nostro] Gesù Cristo.

S. Francesco d’Assisi


LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


GESÙ VIENE PORTATO DAVANTI AD ERODE  

Pilato ordinò che Mi conducessero alla presenza di Erode…  
Era un pover'uomo, corrotto, che cercava soltanto il piacere, lasciandosi trascinare dalle sue passioni disordinate.  
Si rallegrò nel vederMi comparire davanti al suo Tribunale, perché sperava di divertirsi con le Mie parole e i Miei miracoli.  
Considerate, figli Miei, quanta ripulsione ho provato alla presenza del più ripugnante degli uomini, le cui parole, domande, gesti e movimenti affettati, Mi coprivano di umiliazioni.  
Anime, pure e virginali, venite a circondare e a difendere il vostro Sposo!  
Erode spera che Io risponda alle sue domande sarcastiche, ma Io non apro bocca: alla sua presenza mantengo il più assoluto silenzio.  
Non rispondergli era la maggiore prova che potessi dargli della Mia Dignità.  
Le sue parole oscene non meritavano di incrociarsi con le Mie, purissime.  
Nel contempo, il Mio Cuore era intimamente unito al Padre Mio Celeste.  
Mi consumavo nel desiderio di dare sino all'ultima goccia del Mio Sangue per le Anime.  
Pensando a tutti gli uomini che, conquistati dal Mio esempio e dalla Mia generosità Mi avrebbero seguito, Mi infiammavo d'Amore e, non solo gioivo durante quel terribile interrogatorio, ma desideravo correre al supplizio della Croce.  

Messaggi dettati a Catalina Rivas

AVVISI DALL'ALTRO MONDO SULLA CHIESA DEL NOSTRO TEMPO



Intervista dell'ufficio stampa dell’Arcidiocesi di Colonia con l'Arcivescovo di Colonia, cardinale Giuseppe Höffner. 

Nell’estate 1976 la tragica morte della studentessa di pedagogia Anneliese Michel di Klingenberg ha suscitato grande scalpore. É incredibile - così si affermava - che nel ventesimo secolo si creda ancora al demonio e alla possessione. Della morte della giovane studentessa sarebbero corresponsabili i sacerdoti, che la avrebbero esorcizzata. L’esorcismo dovrebbe essere proibito dalla legge. Come giudica Lei, Signor Cardinale, questo caso? 

Il Cardinale: Occorre distinguere due questioni: 

1. Ci sono degli spiriti, che noi chiamiamo demoni? 

2. Hanno un potere sugli uomini? 

L'uff. stampa: Incominciamo con la domanda, se ci sono dei demoni. Paolo VI ha dichiarato, nell'udienza generale del 15 novembre 1972: «Sappiamo che esiste realmente un essere oscuro, che sconvolge tutti». Il giornalista di Monaco Hannes Burger commentava così le parole del Papa (13 luglio 1976 nel Westdeutsche Rundfunk): «Intorno a simile asserzione, che anche l’odierna teologia considera come assurda, non si può che ridere». 

Il Cardinale: Non mi occupo del tono sprezzante usato da Hannes Burger. Mi limito a dire, che è sbagliato dire che la «odierna teologia» neghi l’esistenza dei demoni, I professori Carlo Rahner e Herbert Vorgrimler asseriscono, che «l’esistenza di forze malvage extraumane (demoni) e la loro opera nel mondo costituiscono una "verità della fede"».4 Il prof Leo Schcffczyk (Univ. Monaco), dichiara, che Satana si gestisce, nella predicazione di Gesù come avversario dell’opera di salvezza.5 Anche il prof, Heinrich Schlier (Univ. Bonn) scrive: «Le diverse potenze, che svolgono sempre una potenza satanica si presentano come esseri personali di potenza».6 Da Josef Ratzinger (Univ. Regensbutg) leggiamo: «L’esorcismo di fronte ad un mondo accecato da demoni appartiene inseparabilmente alla via spirituale di Gesù e all’essenza del suo mandato, come di quello dei suoi discepoli».7 Potrei citare ancora numerosi altri teologi, anche protestanti. Ma accontentiamoci di questi esempi. 

Uff. stampa: Karl Rahner e Herbert Vorgrimler chiamano resistenza dei demoni, la cui personalità è «provata dalla Bibbia e dal Magistero» una «verità di fede».  

Sig. Cardinale, può spiegarcelo meglio? 

Il Cardinale: Il quarto Concilio Lateranense (1215) ha così espresso la dottrina della Chiesa: «Dio, nella sua onnipotenza ha creato, agli inizi dei tempi, in pari modo i due ordini del creato dal nulla: lo spirituale ed il corporale, ciò è il mondo degli angeli, del mondo terrestre e degli uomini, il quale ultimo comprende, in certo qual modo, tutti e due gli ordini, perché il mondo degli uomini è formato di corpo e di spirito. Il demonio e gli altri spiriti maligni sono, per la loro natura, creati buoni. Ma sono diventati cattivi da se stessi».8 
 
Questo testo importante dice tre cose: 

1. Dio ha creato dal nulla tutte le cose: gli angeli, il mondo visibile, gli uomini. 

2. Anche i demoni sono stati creati da Dio, come esseri buoni, cioè angeli. Il male non è parte essenziale dell’essere e non è una forza cosmica. 

3. Quegli spiriti, sono divenuti spiriti maligni per la loro apostasia. 

Ciò che il IV Lateranense ha definito, è autentica verità di fede. Nel 561 il Concilio di Praga dichiarava: «Chi asserisce che il demonio non sia stato in origine creato da Dio come angelo buono e non sia, nella sua essenza, opera di Dio, chi invece, sostiene, che egli sia uscito dalle tenebre senza avere un Creatore, ma che egli stesso sia il principio e la sostanza del male, sia anatema... Chi sostiene che Satana operi di forza propria tuoni, lampi, tempeste, siccità... sia anatema...».9 
 
Ultimamente il Vaticano II ha dichiarato che Gesù Cristo Dio «ci ha strappati dalla schiavitù di Satana e del peccato»10, e che l’opera della Chiesa «confonde Satana».11 

Uff. stampa: Il prof, Herbert Haag dice, che è antibiblico credere all’esistenza di Satana e che Paolo VI nel suo discorso del 15 novembre 1972 avrebbe fatto «pseudo esegesi» connettendo diversi passi scritturali «come nessun studente del primo semestre (dell’università) potrebbe permettersi». Quando la Congregazione per la preservazione della fede pubblicò il documento «fide cattolica e demonologia», il prof. Haag dichiarò, che «ancora una volta Roma ha parlato anacronisticamente». 

Il Cardinale: L’accusa, che il credere all'esistenza del demonio sia antibiblico, hanno respinto teologi di nome. Il prof. Joseph Ratzinger scrive: «Haag non congeda Satana come esegeta, ma come figlio del suo tempo e come tale egli crede inconciliabile (insostenibile) la credenza ad un demonio. Egli si pronuncia pertanto con l’autorità dell’odierna mentalità e non come interprete della Bibbia».12 Nel messaggio di Gesù, Satana è il grande avversario, il quale però, «non ha potere su Gesù» (Gv. 14, 30), poiché Gesù ha infranto il suo potere. «Il padrone di questo mondo è oramai giudicato» (Gv. 16, 11). È vero che Satana non è al centro del messaggio di Gesù. Ma la «lotta contro il potere dei demoni» fa parte del mandato di Gesù, il quale è venuto al mondo «per annientare le opere dì Satana!» (Gv. 3,8). 

Uff. stampa: Il prof. Haag sostiene, che si possa mettere in tutte le citazioni del Nuovo Testamento, al posto di demonio e di Satana il concetto: «peccato o il male».13 

Il Cardinale: Non è vero. Leggiamo in Gv. 3, 8, «Satana pecca da principio». 
Non si può pertanto dire: «il male pecca dall'inizio», poiché solo un essere personale può peccare, un essere dotato di intelligenza e di volontà, ma non l’astratto «male». 

Uff. stampa: Il prof. Haag sostiene che. secondo la S. Scrittura il demonio sarebbe: «una figura riflessa senza peso».14 Nel modo di pensare giudaico di allora il demonio nel Nuovo Testamento apparirebbe come «esponente del male»15, Cristo ed i discepoli si sarebbero mossi nella medesima mentalità del mondo di allora.16 

Il Cardinale: Ai tempi di Cristo la fede negli angeli e nei demoni non era un’idea dominante. I sadducei sostenevano che «non c’è né la risurrezione, né angelo, né spirito» (Atti 23, 8). Si aggiunga anche, che la S. Scrittura condannava severamente la superstizione allora dovunque molto diffusa. Si legge nel Deuteronomio: «Non ci sia in mezzo a te chi faccia passare il proprio figlio o la propria figlia attraverso il fuoco, né chi fa l’indovino o predice le sorti, né àuguri, o magi, né chi fa incantesimi, o consulta gli spettri e gli spiriti, né chi evoca lo spirito dei morti. Chiunque pratica queste cose è un abominio davanti al Signore, anzi è per colpa di queste abominazioni che il Signore, Iddio tuo, caccia quelle genti dinanzi a te» (Deuteronomio 18, 10-12). 

A me sembra, che questa ammonizione dell’Antico Testamento vale pure per parecchi «cittadini illuminati» del 20° secolo, che sono aderenti ad ogni specie di superstizioni. 

L’Uff. stampa: Possono spiriti maligni influire su... 

Il Cardinale: La Sacra Scrittura del Nuovo Testamento afferma codesta questione; perché parla di molti ossessi, che Gesù ha liberato dallo spirito maligno, I proff. Karl Rahner e Herbert Vorgrimler scrivono, che l’influsso dei demoni è da supporre non soltanto là dove ci sono dei fenomeni straordinari», ma che esiste proprio anche «nella natura e la storia, una catena normale, naturale, spiegabile di eventi, una dinamica delle forze demoniache rivolte verso il male».17 Anche il prof. Heinrich Schlier dimostra che le potenze demoniache possono impadronirsi "degli uomini e del mondo nel loro spirito. fino al corporale, per mostrare su essi e per mezzo di essi la loro potenzi". 
Queste potenze hanno «un alleato in me: l’inclinazione egocentrica e la mia avversione verso Dio e il prossimo». Proprio nei nostri giorni non «si può liberare dal sentimento, che il problema del mondo e della storia sia male formulato».18 Tra cielo e terra ci sono cose delle quali gli «illuminati» non hanno nessuna idea. 

Indicazione di fonte: 

Cardinale Joseph Höffner, Teufel - Besessenheit - Exorzismus, nella: Offerten - Zeitung in Theologisches, no. 10, ottobre 1976, annata 29, editore Josef Kral, D - 8423 Abensberg. 

Ricordati, o Regina potentissima, della forza miracolosa sul mondo, che la SS, Trinità ti ha concesso! Pieni di fiducia nei tuoi meriti imploriamo la tua misericordia. O celeste tesoriera di tutte le grazie, dalle quali tu puoi disporre secondo la volontà del tuo Figlio e per la salvezza di tutto il mondo, concedi a noi l'animo di abbandonarci completamente al governo del tuo cuore caritatevole, poiché tu sei la nostra madre e la nostra salvezza giace nelle tue mani. O sublime Regina dell'universo ascolta dunque con clemenza la nostra implorazione, e noi serviremo con gioia Cristo-Re! 

Bonaventura Meyer

CONSACRIAMOCI ALLA SANTISSIMA TRINITÀ PER RIMANERE ALLA SUA PRESENZA



Padre, Figlio e Spirito Santo,  
un solo Dio Vero, una sola Volontà, 
Ti adoro, Ti benedico e Ti ringrazio.  

In questo giorno con piena consapevolezza e 
nel pieno possesso delle mie facoltà mentali 
 e spirituali, desidero fermamente consacrarmi  
alla Tua Santissima Trinità.  

Mentre mi fermo ed elevo il mio sguardo fisico e 
spirituale verso la Tua Divina Presenza, il mio essere mi  
reclama che confermi, ratifichi e ritorni a Te.  

Mi pesa ogni momento del mio passato in cui mi  
sono ribellato, cosciente o inscoscientemente,  
per non essere stato capace di accettare i Tuoi disegni 
 amorevoli.   

Nel nome di tutto quello che Tu hai creato,  
Ti lodo, Ti benedico e Ti adoro.   
Non permettere mai più che mi allontani  
Dalla Tua Presenza, o Santissima Trinità. 

Oggi invito gli angeli, gli arcangeli e la Mia Madre Santissima 
ad accompagnarmi e a pormi il Sigillo della Loro fedeltà 
al momento di questa consacrazione,  
che rinnovo ed offro alla Tua Presenza.  

Sigillo con il Sangue Prezioso del Mio Signore Gesù Cristo,  
questo momento e tutte le aree della mia coscienza, 
affinché non mi permettano mai di separarmi dalla  
Tua Santissima Trinità.           Amen. 

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione. 


GESÙ VIENE PORTATO IN PRIGIONE  

Continuiamo con il doloroso racconto, che dovrai fare giungere al maggior numero di persone possibile. Io vi illuminerò sul modo migliore per farlo.  
Quando i soldati Mi conducevano prigioniero, in uno dei cortili si trovava Pietro, seminascosto tra la folla.  
I nostri sguardi si incrociarono: aveva gli occhi fuori dalle orbite, fu solo per una frazione di secondo e, senza dubbio, gli dissi molte cose!…  
Lo vidi piangere amaramente per il suo peccato e, con il cuore, gli dissi:  
“Il nemico ha cercato di possederti, ma Io non ti abbandono. So che il tuo cuore non Mi ha rinnegato. Tieniti pronto per il combattimento del nuovo giorno, per la rinnovata lotta contro l'oscurantismo spirituale, e preparati a portare la Buona Novella.  
Addio, Pietro”.  
Quante volte guardo l'Anima che ha peccato, ma essa, Mi guarda?  
Non sempre i nostri sguardi si incontrano.  
Quante volte guardo l'Anima ed essa non Mi guarda, non Mi vede, è cieca… la chiamo per nome e non Mi risponde. Le mando un dolore, una sofferenza, affinché esca dal suo sogno, ma non vuole svegliarsi.  
Miei amati, se non rivolgete i vostri sguardi al Cielo, vivrete come degli Esseri privi di ragione…  
Sollevate il capo e contemplate la Patria che vi aspetta.  
Cercate il vostro Dio e sempre Lo troverete con gli occhi fissi su di voi e, nel Suo sguardo, troverete la pace e la vita.  
ContemplateMi nella “prigione” dove passo gran parte della notte.  
I soldati venivano ad insultarMi, con le parole e con i fatti, spintonandoMi, dandoMi dei colpi, 
burlandosi della Mia condizione di uomo.  
Soltanto quando l'alba fu vicina, stancatisi di Me, Mi lasciarono solo, legato, in una stanza buia, umida e sporchissima, piena di topi.  
Ero legato in modo tale che dovevo rimanere in piedi o seduto su una pietra appuntita, perché è tutto ciò che Mi diedero come sedile.  
Il Mio corpo dolorante fu presto colto dai brividi, a causa del freddo.  
Ricordai le moltissime volte che la Madre Mia aveva coperto il Mio Corpo, riparandoLo quando avevo freddo… e piansi.  

Confrontiamo, ora, la prigione con il Tabernacolo e, soprattutto, con i cuori degli uomini.  

• Nella prigione, ho trascorso una notte… ma quante notti trascorro nel Tabernacolo?  
• Nella prigione, sono stato oltraggiato dai soldati, che erano miei nemici… ma, nel Tabernacolo, vengo maltrattato ed insultato dalle Anime che Mi chiamano Padre.  
• Nella prigione, ho sofferto il freddo, il sonno, la fame, la vergogna, la tristezza, il dolore, la solitudine e l'abbandono. Vedevo, nello scorrere dei Secoli, che in molti Tabernacoli, Mi sarebbe mancata la protezione dell'Amore. Quanti cuori gelidi sarebbero stati per Me come la pietra della prigione!  
• Quante volte avrei avuto sete d'Amore e di Anime!  
• Quanti giorni resto in attesa che la tale Anima venga a visitarMi, a riceverMi nel suo cuore. Ho trascorso la notte, da solo, e pensavo a quell'Anima, per calmare la Mia sete!  
• Quante volte ho fame delle Mie Anime, della loro fedeltà e della loro  generosità!  
Sapranno calmare queste ansie?  
Sapranno dirMi, quando dovranno sopportare qualche sofferenza: questo servirà per dare sollievo alla Tua tristezza, per tenerti compagnia nella Tua solitudine?  
Oh, se almeno, unite a Me, sopportaste tutto in pace e ne foste fortificati… perché avete consolato il Mio Cuore…  
• Nella prigione, ho provato vergogna quando sentivo le orribili parole che si      proferivano contro di Me. 
E questa vergogna è aumentata quando ho visto che, più tardi, queste stesse parole sarebbero state ripetute da Anime da Me amate.  
Quando quelle mani, sporche e ripugnanti, Mi caricavano di colpi e di schiaffi, ho visto tutte le volte che sarei stato colpito e schiaffeggiato da tante Anime che, senza purificarsi dei loro peccati, senza ripulire la loro casa con una buona Confessione, Mi avrebbero ricevuto nei loro cuori.  
Questi peccati abituali, Mi avrebbero ripetutamente riempito di percosse.  
Quando Mi tiravano su, a forza di spinte, essendo senza forze e a causa delle catene che Mi legavano, cadevo in terra.  
Ho visto allora, come tante Anime, legandoMi con le catene dell'ingratitudine, Mi avrebbero fatto cadere sulla pietra, rinnovando la Mia vergogna e prolungando la Mia solitudine.  

    Anime elette, contemplate il vostro Sposo, nella prigione.  
    ContemplateMi, in quella notte di grande dolore e considerate che questo dolore si prolunga nella solitudine di tanti Tabernacoli, nella freddezza di tanti cuori.  
Se volete darMi una prova del vostro Amore, apriteMi il vostro cuore, per poter fare di esso la Mia prigione.  
LegateMi con le catene del vostro Amore.  
CopriteMi con le vostre delicatezze…  
NutriteMi con la vostra generosità…  e
DissetateMi con il vostro fervore…  
Consolate la Mia tristezza e l'abbandono con la vostra fedele compagnia…  
Fate sparire la Mia vergogna con la vostra purezza e la vostra rettitudine… 
Se volete che Io riposi in voi, evitate il tumulto delle passioni e, nel silenzio della vostra Anima, dormirò tranquillo.  
Di tanto in tanto, udrete la Mia Voce che vi dice, soavemente:  
“Sposa Mia, che adesso sei il Mio riposo, Io sarò tuo per l'Eternità; a te, che con tanta premura Mi offri la prigione del tuo cuore, Io prometto che la Mia ricompensa sarà illimitata e non ti peseranno i sacrifici che avrai fatto per Me, durante la tua vita”. 

Messaggi dettati a Catalina Rivas

mercoledì 17 aprile 2019

MESSAGGIO DELL'ANGELO DEL SIGNORE



La pace sia nel tuo cuore.
Eccomi e vi porto un altro messaggio nel nome della Santissima Trinità. 
Prega con me la preghiera che ti ho insegnato per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Gli uomini e le donne che pregano questa preghiera pregheranno ad una voce con i loro angeli custodi. (Pausa) 
Le piaghe sorgeranno in tutti i luoghi lasciando grandi tormenti tra le famiglie e l'angoscia sarà inseparabile per molti e questo farà sì che la salute dell'uomo entri in crisi. Gli ospedali saranno anche insufficienti per servire le popolazioni segnate da malattie sconosciute e la tristezza sarà ancora più grande perché il potere delle tenebre affliggerà il mondo e questo sarà un momento di angoscia e quindi gli uomini affronteranno il tormento spirituale, attraverseranno disordini mai visti prima. (Pausa) 
Una catastrofe lascerà la Spagna coperta da un velo oscuro. Di 'a tutti di tornare a Cristo prima che ritorni.


16/03/2010

Il grande disordine si diffonderà ovunque e molti perderanno la fede.



Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 16/04/2019

Cari figli, sono la vostra Madre Addolorata e soffro per quello che viene per voi. Il grande disordine si diffonderà ovunque e molti perderanno la fede. Sarà un tempo di dolore per i giusti che amano e difendono la verità. Vi chiedo di essere fedeli a Mio Figlio Gesù. Non permettete che nulla vi allontani dalla verità. Qualunque cosa accada, testimoniate che siete del Mio Gesù. Non vi dimenticate: è in questo mondo, e non nell'altro, che dovete dimostrare che siete del Signore. Tutto in questa vita passa, ma la Grazia di Dio in voi sarà eterna. Fatevi coraggio e non tiratevi indietro. Il Mio Gesù ha bisogno di voi. CercateLo nell'Eucaristia e siate fedeli al Suo Vangelo. Vedrete ancora orrori sulla Terra. Pregate. Pregate. Pregate. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per avermi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

martedì 16 aprile 2019

LA PASSIONE



Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione.  


PIETRO RINNEGA GESÙ  

Mentre il Mio Cuore si abbandona alla sofferenza di tutti questi supplizi, Pietro, che avevo istituito come “Responsabile e Capo della Chiesa” e che, poche ore prima, Mi aveva promesso di seguirMi fino alla morte, ad una semplice domanda che gli viene rivolta e che avrebbe potuto essergli utile per dare la sua testimonianza su di Me, Mi rinnega e, poiché il terrore si impossessava sempre più di lui, davanti alla reiterazione (ripetizione) della domanda, giura di non averMi mai conosciuto e di non essere mai stato Mio Discepolo.  
Interrogato per la terza volta, risponde con delle orribili imprecazioni.  
Figlioli, quando il Mondo protesta contro di Me e mette contro di Me le Mie Anime Elette, Io Mi vedo abbandonato e rinnegato: sapete voi, allora, quanto è grande l'amarezza del Mio Cuore?  
Dirò loro, come ho detto a Pietro:  
“Anima da Me tanto amata, non ti ricordi più delle prove d'Amore che ti ho dato? Hai dimenticato tutte quelle volte che hai promesso di esserMi fedele e di difenderMi?  
Non confidare in te, perché sei perduta… ma, se ricorri a Me con umiltà e salda fiducia, non temere niente… sei ben sostenuta”.  
Anime, che vivete circondate da tanti pericoli, non mettetevi nelle occasioni di peccato per vana curiosi… fate attenzione, cadrete come Pietro.  
E voi, Anime, che lavorate nella Mia “vigna”, se vi sentite mosse dalla curiosità o da qualche umana soddisfazione, a voi, dico di fuggire… ma, se lavorate per obbedienza e spinte dallo zelo per le Anime e per la Mia Gloria, allora, non temete: Io vi difenderò e sarete vittoriose.  
Mia amata, Io ti educo, poco a poco, e con molta pazienza.  
Mi consolo, pensando di avere un’alunna desiderosa di potere imparare.  
Dimentico, così, le tue negligenze ed errori.  
Non spaventarti, se cerco nella Creazione i nomi più belli con i quali chiamarti. Perché li sopprimi?  
L'amore non ha limiti.  
 
Messaggi dettati a Catalina RIVAS 

SANT’AGOSTINO



Estendi la tua carità su tutta la terra, se vuoi amare Cristo perché le membra di Cristo sono diffuse su tutta la terra. (In Io. Ep. tr. 10, 5-8) 
   

IL DIAVOLO IN ALCUNI DOCUMENTI ECCLESIASTICI RECENTI



Perché si arriva a negare l’esistenza di satana?

Principalmente per due motivi: la tendenza innata in noi di credere a ciò che piace e di negare ciò che non piace, o di metterlo in dubbio. Facile creditur quod amatur, dice san Tommaso.

Che il pensiero del diavolo, della sua presenza e della sua attività dia fastidio a molti è cosa più che normale, come è spiegabile che per togliersi questo fastidio e questo incubo essi arrivino a negano del tutto o a vederlo sotto un aspetto puramente allegorico come un simbolo del male in genere, o delle cattive inclinazioni dell’uomo, o delle forze perverse che dominano il mondo, attribuendo- gli un’esistenza a sè staccata da qualunque entità personale. «Il diavolo è un sogno», dice Aleardo Aleardi (1812-i878); è «colui che personifica l’idea del male», soggiunge Arturo Graf (1848-1913); «satana, ovvero l’ipotesi gratuita deve essere il suo pseudonimo preferito», afferma André Gide; è «l’incarnazione degli istinti anali erotici soppressi», spiega Sigmund Freud; è «il male che l’uomo fa all’uomo», dice ancora lo scrittore moderno John Galsworthy; «il simbolo della ribellione, la forza vindice della ragione, che spezza i vincoli dei dogma e assale il Geova dei sacerdoti», canta il Carducci nell’inno a satana.

Insomma il diavolo non è più il diavolo per l’uomo moderno. Questo nome non gli dice più nulla tutta’al più potrà servire ancora a spaventare i bambini e gli adulti che sono rimasti bambini. Per questo accade che tra i cristiani d’oggi siano ben rari coloro che credono effettivamente al diavolo e facciano di questo articolo di fede un elemento attivo della loro vita religiosa. E anche fra coloro che pretendono di essere e si professano fedeli all’insegnamento della chiesa, se ne trovano molti che ammettono senza difficoltà di non essere disposti a credere all’esistenza di satana.

Il secondo motivo deve essere cercato a monte, cioè nell’insegnamento di quei teologi moderni i quali, in contrasto con l’insegnamento ufficiale del magistero ecclesiastico, hanno messo in dubbio l’esistenza del demonio, o, più spesso, l’hanno presentato sotto un aspetto che non è il suo, privandolo di qualunque entità personale e relegandolo nel mondo della fantasia popolare o del simbolismo allegorico.

Già Giovanni Papini scriveva nel 1953:

«I teologi, da qualche secolo, appena bisbigliano di lui (del diavolo) quasi si vergognassero di credere alla sua “presenza reale” o avessero paura di fissarlo in viso, di scandagliarne l’essenza. I Padri della chiesa e gli Scolastici ne parlavano a lungo e gli consacravano trattati interi. Oggi invecei loro timidi successori si contentano di parlarne di sfuggita nel capitolo degli angeli e del peccato originale, quasi con ritegno e pudore come se temessero di scandalizzare gli spiriti liberi che hanno espulso dalla buona società dell’Intellighentzia le “superstizioni medioevali”». 28

Ma dal 1953 in poi i teologi sono andati anche molto più in là di quanto affermava Papini non parlandone più nemmeno in rapporto al peccato originale, confondendo l’esistenza del demonio conla sua presenza in determinati casi — presenza che talvolta non esiste perché nel caso erano intervenute cause naturali spiegabili con la scienza umana —; perché in quei determinati casi la presenza del demonio non c’era, arrivano a negarlo anche, su tutta la linea, nella sua esistenza.

Oppure, ricorrendo a un altro ripiego, confondono il demonio col male. Il diavolo, lo sappiamo, è per natura malefico, fomentatore e sostenitore del male, ma non è il male in se stesso. Autore del male, specialmente del male morale, il peccato, è l’uomo, magari tentato e sollecitato dal diavolo, ma restando sempre responsabile del proprio operato. Il male è sempre un concetto puramente astratto che esiste solo in rapporto a chi lo fa, al suo autore, l’uomo. Identificando il male col demonio, diventato la personificazione del male, diventa anch’egli un concetto astratto, non esistente come entità individuale e personale.

Questa falsa concezione, o meglio questa banalizzazione e distruzione del concetto di demonio, risulta in diversi studi recenti di demonologia, firmati da studiosi, per lo più stranieri, che vanno per la maggiore, i quali hanno avuto una relativamente larga accoglienza di pubblico anche tra i cattolici. I titoli dei loro libri dicono abbastanza del loro contenuto: «La liquidazione del diavolo», 1973, di H. Haag; «La credenza nel diavolo», 1976, di K. Ellinger; «Angeli e diavoli», 1972, di (AA.VV.); «La morte di Satana», 1969, di H. Kelly; «Satana, i demoni sono niente», 1975 (AA.VV.); «Il diavolo è mio fratello», 1986, di G. Franzoni, ed altri.

Dire che queste conclusioni aberranti siano in aperto contrasto con l’insegnamento ufficiale della chiesa è cosa ovvia. Da sempre la chiesa, basandosi sui testi della Sacra Scrittura del Vecchio e del Nuovo Testamento, ha insistito sull’esistenza del demonio come persona e sulla sua opera contro Dio e a danno dell’uomo.

Ci sono al riguardo le testimonianze dei Padri, dai primi secoli fino al medioevo, dei teologi di tutti i tempi, dei papi, dei concili. Tra i concili che trattano di demonologia sono da ricordare specialmente il Lateranense IV (1215), il concilio di Firenze (1447), di Trento (1563) e recentissimoil secondo concilio Vaticano del 1966, sul quale vogliamo fermarci un p0’ più a lungo.

Gli interventi dei papi e del magistero ecclesiastico si sono fatti più frequenti e insistenti in questi ultimi anni appunto per il fenomeno sopra accennato.

15 ottobre 1968: una commissione cardinalizia è incaricata di esaminare il nuovo catechismo olandese che diceva: «Credere o no al demonio non intacca la fede», e obbligò a correggere e a completare tale affermazione.

Il 9 giugno 1971 un rescritto della Congregazione per la dottrina della fede prendeva posizione contro la pubblicazione di Herbert Haag Abschied vom Teufd, la liquidazione del diavolo, uscito in traduzione italiana a Brescia, Queriniana, nel 1973.

Spesse volte i papi, in questi ultimi tempi, sono intervenuti personalmente per richiamare i fedeli alla credenza nel demonio e sui pericoli della sua presenza in seno alla chiesa. Ne ricordiamo alcuni.

Leone XIII (t1903) ne parla in diverse sue encicliche e lettere apostoliche accennando anche al culto satanico praticato e promosso da diverse società segrete di chiara derivazione massonica. Per ostacolare l’opera di satana, specialmente attiva negli anni del suo pontificato, aveva scritto la preghiera a san Michele arcangelo che i sacerdoti erano tenuti a recitare tutti i giorni al termine della santa messa:

«San Michele Arcangelo, sii nostra difesa nella lotta. Contro le nequizie e le seduzioni del demonio sii tu il nostro scudo. Imperet illi Deus, sia Dio a comandare a lui, te lo chiediamo supplichevoli. E tu, principe delle schiere celesti, ricaccia nell’inferno con la potenza divina satana e tutti gli altri spiriti di perdizione che vagano nel mondo per la rovina delle anime. Amen».

Paolo VI il 30 giugno 1968, a conclusione dell’«Anno della fede», pubblicava la solenne Professione di fede in cui era ribadita, tra l’altro, la verità dogmatica dell’esistenza degli angeli buoni e cattivi. Lo stesso papa interveniva più esplicitamente il 29 giugno 1972, festa di san Pietro, nell’omelia tenuta nella basilica vaticana dove affermava di aver la sensazione «che da qualche fessura sia entrato il fumo di satana nel tempio di Dio... Crediamo in qualche cosa di preternaturale venuto nel mondo proprio per turbare, per soffocare i frutti del concilio ecumenico e per impedire che la chiesa scoppiasse nell’inno di gioia per aver avuto in pienezza la coscienza di sé».

Le parole di Paolo VI trovarono subito nel mondo ateo e laicista del tempo un riscontro in parte violento in parte umoristico. Se ne fece eco il giornalista liberale e laico Vittorio Gorresio che in data 29 luglio 1972, stupito e scandalizzato scriveva sulla Stampa di Torino:

«Paolo VI crede ancora al diavolo? ed ha coraggio di parlare del diavolo a noi uomini del secolo deilumi? Non è possibile, non è ammissibile. Si torna indietro. Con queste premesse non è possibile continuare un dialogo. Ogni suo colloquio con questo mondo diventa certo difficilissimo,.. ».29

Paolo VI per nulla sgomentato per questa improvvisa e stupida reazione ancora quattro mesi dopo, il 15 novembre, commentando le parole del Padre Nostro «Ma liberaci dal male», ritornava sullo stesso tema con accenti ancora più forti e più chiari:

«Quali sono oggi i bisogni maggiori della chiesa? Uno dei bisogni maggiori è la difesa da quel maleche chiamiamo il demonio. Il male non è più soltanto una deficienza, è una efficienza, un essere vivo, spirituale, pervertito e pervertitore. Terribile realtà. Mostruosa e paurosa. Esce dal quadro dell’insegnamento biblico ed ecclesiastico colui che si rifiuta di riconoscerla esistente, oppure la spiega come una pseudo-realtà, una personificazione fantastica delle cause ignote dei nostri malanni. .

Anche questa seconda uscita del papa suscitò, com’era da aspettarsi, la furiosa reazione dei laicisti con lo stesso risultato della precedente. Le critiche e le irrisioni dell’ateismo, ossia dell’ignoranza, non potevano impedire al papa di proclamare la verità.

Anche Giovanni Paolo II nelle sue ormai tradizionali catechesi del mercoledì non poteva fare a meno di tornare più volte sul terna dell’esistenza del diavolo. Ne riportiamo alcuni stralci.

«Gesù è venuto al mondo per rendere testimonianza alla verità su Dio e sull’uomo, a questa verità che all’inizio della storia dell’uomo sulla terra è stata falsificata. L’ha falsificata colui che la Sacra Scrittura chiama “il padre della menzogna”» (Gv 8,44) (31 marzo 1985). Sulla caduta degli angeli diceva il 23 luglio 1986:

«Gli angeli ribelli hanno voltato le spalle a Dio contro la verità della conoscenza che indicava in lui il bene totale e definitivo. Hanno scelto contro la rivelazione del mistero di Dio, contro la sua grazia che li rendeva partecipi della Trinità e dell’eterna amicizia con Dio nella comunione con lui mediante l’amore. Invece di una accettazione di Dio piena d’amore, gli hanno opposto il rifiuto ispirato da un falso sentimento di autosufficienza, e persino di odio che si è trasformato in ribellione».

Però sono i discorsi del mercoledì 13 e del mercoledì 20 agosto 1986, nei quali era spiegata la caduta degli angeli e la vittoria di Cristo sullo spirito del male, a fare andare in bestia ancora una volta i nostri bravi laicisti italiani: si è avuta l’impressione che toccare il diavolo fosse per certa gente come toccare e offendere il proprio padre o un parente carissimo. Certe prese di posizione non trovano altra spiegazione.

Nel primo discorso del 13 agosto il papa insisteva sulle conseguenze del radicale e irrevocabile rifiuto di Dio e del tentativo diabolico di sovvertire l’economia della salvezza e lo stesso ordinamento del creato. Un riflesso di questo atteggiamento lo si ritrova nelle parole del tentatore ai progenitori: «Sarete come Dio» (Gn 3,5):

«Così lo spirito maligno tenta di trapiantare nell’uomo l’atteggiamento di rivalità, di insubordinazione e di ribellione, che è diventato quasi la motivazione di tutta la sua esistenza. Respingendo la verità conosciuta su Dio satana diventa menzognero cosmico, “padre della menzogna”. Per questo egli vive nella radicale e irreversibile negazione di Dio e cerca di imporre agli altri esseri creati a immagine di Dio la sua tragica menzogna sul “Bene”, che è Dio. In questa condizione di menzogna satana diventa, secondo san Giovanni, anche “omicida”, cioè distruttore della vita soprannaturale che Dio sin dall’inizio aveva innestato in lui».

Nel discorso del 20 agosto 1986 il papa insisteva sulla vittoria riportata da Cristo crocifisso e risortosul diavolo a beneficio di tutti i credenti:

«Satana continua contro di noi la sua opera tentatrice e malefica — dice il papa — ma solo e sempre entro i limiti che gli sono consentiti da Dio, non oltre. Egli tuttavia non è in grado di annullare la definitiva finalità a cui tendono l’uomo e tutta la creazione, il bene. Egli non può ostacolare l’edificazione del regno di Dio. Anzi possiamo dire con san Paolo (Rm 8,28) che anche l’opera del maligno concorre al bene e che serve a edificare la gloria degli eletti (2 Tm, 2,10). Così tutta la storia dell’umanità si può considerare in funzione della salvezza nella quale è iscritta la vittoria di Cristo sul “principe di questo mondo”. Mentre l’esistenza degli angeli cattivi chiede a noiil senso della vigilanza per non cedere alle loro lusinghe, siamo certi che la vittoriosa potenza del Cristo redentore circonda la nostra vita perché ne siamo noi stessi vincitori».

Dal fin qui detto risulta con sufficiente evidenza che i papi non si sono associati e non si associano aquei «teologi timidi» denunciati da Giovanni Papini, che per conformismo, o per desiderio di popolarità, o comunque per motivi poco lodevoli, «si vergognano di credere alla presenza del diavolo, si contentano di parlarne di sfuggita o di non parlarne affatto per non scontrarsi con gli spiriti liberi dell’incredulità e dell’ateismo».

Il tema dell’esistenza del diavolo e di ciò che egli rappresenta nella storia e nella vita della chiesa non poteva mancare nel concilio Vaticano II (1962-1966). Il Vaticano II, come diremo subito, nei suoi decreti accenna diverse volte al demonio, ma come di passaggio, senza una trattazione ampia e a lungo respiro come ci si poteva aspettare in quegli anni caratterizzati dalla presenza massiccia del marxismo mondiale e della massoneria, infiltrata in tutti i settori della società, e all’indomani delle tristissime esperienze della seconda guerra mondiale con gli orrori del nazismo, e alla vigilia del fatidico Sessantotto i cui fermenti si facevano già notare anche nelle assemblee conciliari. Le occasioni di fermarsi su questo tema non mancavano davvero, e per dare una risposta autorevole agli enigmi della storia e della cronaca quotidiana quella risposta sarebbe stata oltre modo opportuna. Ma non tutti i padri, specialmente stranieri, erano d’accordo sull’argomento. In una relazione del tempo si legge che quando il vescovo di Sion, Svizzera, Monsignor Franois Adam, osòparlare della «presenza attiva di satana» si sentì nell’aula vaticana «une vague de feurire», uno scroscio di risa.

Il concilio nei suoi decreti parla del diavolo 18 volte sempre con testi corredati da citazioni scritturali in riferimento a satana e alla sua attività malefica. Non è possibile riportarli tutti in questocapitolo. Ci accontentiamo di tre che sembrano i più significativi, presi dalla costituzione pastorale Gaudium et Spes:

«Costituito da Dio in uno stato di giustizia, l’uomo, tentato dal maligno, fin dagli inizi della storia abusò della libertà erigendosi contro Dio e bramando di conseguire il suo fine fuori di Dio» (N. 13).

«Così l’uomo si trova in se stesso diviso. Per questo tutta la vita umana, sia individuale che collettiva, presenta i caratteri di una lotta drammatica tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. 
Anzi l’uomo si trova incapace di superare efficacemente da sé medesimo gli assalti del male, così che ognuno si sente come incatenato. Ma il Signore stesso è venuto a liberare l’uomo scacciando “ilprincipe di questo mondo”» (ivi).

«Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre, lotta cominciata fin dall’origine del mondo, che durerà, come dice il Signore (Mt 24,13), fino all’ultimo giorno. Inserito in questa battaglia l’uomo deve combattere senza sosta per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche e con l’aiuto della grazia di Dio» (N. 37).

Abbiamo voluto abbondare nelle citazioni dei testi del magistero ecclesiastico sia per far meglio conoscere questi importanti documenti, sia perché in essi è confermata con la massima autorità desiderabile la dottrina demonologica da noi esposta in queste pagine, sia infine perché molti punti particolari da noi poco o troppo fugacemente accennati trovano in questi testi una spiegazione più ampia e una motivazione teologica più fondata.

San Michele Arcangelo, sii nostra difesa nella battaglia. Contro le nequizie e le seduzioni del demonio sii tu il nostro scudo.

IMPERET ILLI DEUS: sia Dio a comandare su di lui, te lo chiediamo supplichevoli. E tu, principe delle schiere celesti, ricaccia nell’inferno con la potenza divina satana e tutti gli altri spiriti di perdizione che vagano nel mondo per la rovina delle anime. Amen.

LEONE XIII

Paolo Calliari

VIVIAMO QUESTO GIORNO IN UNIONE CON LO SPIRITO SANTO,



 Santissima Trinità, con il potere 
del Tuo Santo Spirito discendi in me, 
infondi i Tuoi doni in questa creatura 
che oggi nasce a una vita nuova.  
Quale nuova creatura, dammi sapienza,  
forza ed amore nella luce della Tua Verità.  

Spirito Santo, mi proclamo creatura rinnovata in Te.  
Racchiudi nella mia mente i pensieri di Gesù,  
affinché i Suoi pensieri siano i miei.  

Racchiudi nei miei occhi gli occhi di Gesù, 
affinchè io non sia estraneo ai Suoi sguardi. 
Racchiudi nei miei orecchi gli orecchi di Gesù,  
Cosicchè ascoltino solo la Sua Voce  
e sempre compiano la Sua Volontà. 

Racchiudi nella mia bocca la bocca di Gesù, 
affinchè la mia lingua Lo lodi  
e Lo benedica per tutta l’eternità 
ed io sia strumento di Gesù.  

Racchiudi nelle mie mani le mani di Gesù,  
affinchè formino figli nuovi.  
Racchiudi nei miei piedi di piedi di Gesù,  
affinchè seguano solo Lui.  

Che Tu sia benedetto, Spirito Santo, in unione con il Padre ed il 
Figlio, che Tu sia glorificato oggi, domani e sempre, per tutta 
l’eternità!  
                                                                Amen.