IL CONSENSO DI MARIA
UMILE DISPOSIZIONE DELLA VERGINE RISPETTO ALLE PAROLE DELL'ANGELO.
Ecco il primo incontro dell'Angelo con la Vergine, il quale merita di essere seriamente considerato. La Vergine agli occhi di Dio e degli angeli è la prima persona dell'universo,
e trovasi nel giorno più glorioso e memorabile della sua vita; al punto dei più grande trattato che mai vi sarà sia in terra sia in cielo; al momento in cui deve compiersi in Lei la più grande delle
opere di Dio. Dio che dirige quest'opera, dirige pure quest'anima che è destinata ad avere una parte così grande in quell'opera grande; Dio, che dirige quest'anima in tutti gli istanti e momenti
della sua esistenza, molto più la dirige e la riempie in questo momento, il più delizioso della vita di Maria e il più importante per la sua eternità. [30]
Che dirò io? Che penserò? Oh se così spesso consideriamo tante azioni umane, basse e profane, di quei personaggi che nel mondo hanno occupato qualche posto
distinto; se queste azioni sono l'oggetto di una lunga e vana occupazione per i più belli spiriti nel fiore dei loro anni, rifiuteremo noi di spendere un po' di tempo per riflettere su questo oggetto? Non dovremo
noi fermare più volentieri la nostra attenzione sopra, un argomento così elevato e così divino, tanto più che in quello abbiamo tanto interesse? Consideriamo dunque la condotta, il pensiero, i movimenti,
l'ordine e il progresso di quest'anima, di quest'angelo e di quest'opera. Qui tutto è grande, tutto è celeste, tutto è divino.
Le prime parole dell'Angelo a Maria esprimono le grandezze della Vergine, e il primo esercizio di quest'anima singolare è di sprofondarsi nella sua umiltà.
L'umiltà è quella che la tiene in silenzio di fronte all'angelo, in una profonda riflessione su quelle parole e in un'altissima contemplazione di Dio al quale tutta si abbandona perché unicamente
in Lui cerca direzione, riposo e luce. Ed ecco la prima disposizione della prima anima dell'universo, durante quel colloquio angelico; una celeste prudenza accompagna e regge, quest'umiltà santa e tutti i movimenti
sacri di un'anima così divina in un argomento così divino. In questo silenzio Maria pensa e ripensa a quelle parole. Et cogitabat qualis esset ista salutatio, come dice san Luca.
Mi sembra veder qui una lotta intima tra la mente dell'Angelo e la mente della Vergine; lotta però che si svolge nel silenzio, nella grazia e nella luce.
Le lotte del cielo e delle anime celesti sono ben differenti dalle lotte che avvengono su la terra e tra le anime terrestri; queste, si svolgono nel turbamento, nel rumore [31]e
nella confusione; mentre le lotte celesti si compiono nella tranquillità, nel silenzio, nella luce.
Osserviamo con piacere le condizioni di questa lotta celeste: è una lotta tra due angeli e due vergini; gli angeli, infatti, sono vergini senza corpo, dice un antico, e le
vergini sono angeli in un corpo. È una lotta che avviene tra l'angelo Gabriele e la Vergine Maria, due spiriti particolarmente insigni, l'uno del cielo, l'altro della terra, ma tutt'e due celesti e tutt'e
due su la terra. Lotta felice e celeste insieme, nella quale tutt'e due trionfano. Trionfino pure tutt'e due nella nostra mente e nei nostri scritti, e ci ispirino, onde possiamo giudicare santamente e parlare degnamente
della loro celeste lotta.
L'Angelo vuole elevare la Vergine: la Vergine invece vuole abbassarsi nel suo nulla e si mantiene ferma nel sue abbassamento a segno che quanto più l'Angelo la eleva,
tanto più Ella si abbassa; quanto più l'Angelo parla, tanto più Ella sta in silenzio; quanto più va innanzi, tanto più Ella rimane nello stupore e non entra nelle viste dell'Angelo.
Eppure è il suo angelo, l'angelo che la custodisce e la dirige, l'angelo che le è inviato dal cielo per introdurla nella via più elevata, più singolare e più sublime che giammai vi
sarà, in quella sia supereminente del suo Signore di cui Ella dirà poi: Dominus possedit me in initio viarum suarum (Il Signore mi ha posseduta nel principio delle sue vie – Prov. VIII, 22) oppure secondo un'altra versione: initium viarum suarum (Io che sono il principio delle sue vie).
È questo l'oggetto della sua lotta con l'Angelo, e il motivo del suo stupore; perché la Vergine non dubita, punto dell'Angelo che le parla; sa che è
un angelo di grazia, di luce e di gloria; vede bene che l'Angelo guarda in Lei ciò che Lei medesima non ci vede, perché Dio la [32] tiene nascosta nella sua umiltà e nella sua semplicità ammirabile,
come già abbiamo spiegato sopra. Maria non può misconoscere né respingere le parole dell'Angelo, il quale viene dal cielo; ma pure non le vuole accettare perché si riferiscono alle proprie grandezze
ed alle proprie lodi.
Che fa dunque la Vergine in questa lotta tra l'umiltà del suo cuore e la veracità dell'Angelo? Si ritira nel suo silenzio, nel suo nulla e nel suo Dio; là,
si trova riparata e trincerata come nella sua fortezza; là, Ella pensa e ripensa a quelle parole e a sé medesima, ma non trova nessuna via d'uscita, quindi rimane in modo ammirabile elevata e sospesa: non
respinge la parola dell'Angelo, ma neppure vi aderisce.
CARD. PIETRO DE BÉRULLE