martedì 16 luglio 2019

Io NON abiterò fra voi. Arriverò dal cielo e combatterò per voi!



Gesù

Come già predetto, presto l’anticristo calcherà la scena mondiale e dirà di essere Me.

I giorni della Mia Seconda Venuta sono contati. Rallegratevi per questo giorno, quando io scenderò dal Cielo verso di voi. Io NON abiterò fra voi. Arriverò dal cielo e combatterò per voi!

Solo l’anticristo e il falso profeta vi faranno credere che Io, Gesù Cristo sia venuto qua sulla terra, fra voi per aiutarvi e per salvarli. Non dovete credere a questo, perché sarà l’anticristo stesso che si spaccerà per Me, il vostro amato Gesù. Non sarò Io a vivere in mezzo a voi! Non compirò miracoli di massa davanti ai vostri occhi; tutto ciò sarà fatto dall’anticristo, cui fu dato questo potere da Satana.*

Non fidatevi della quiete prima della tempesta. Il falso profeta vi confonderà. I due, che apparentemente fanno così tanto bene sulla vostra terra, sono quelli che alla fine v’imbrogliano. Siate avvisati. Io, il vostro Gesù sono sempre con voi, con voi che Mi avete dato il vostro SI, ma non come un uomo vivente fra voi, come l’anticristo invece vuol farvi credere. Siete avvertiti.

Il palcoscenico mondiale ora è pronto per Satana, che vi manda il suo falso profeta e il suo anticristo per diffondere ancora più confusione fra i figli di Dio e per catturare con l’aiuto di questi catturatori di anime, più anime possibili. State attenti quindi e rimanete fedeli a Me, il vostro Gesù, in modo tale che Io vi possa portare con Me nel Mio Regno nel grande giorno della gioia!
14 marzo 2013

* Maria madre di Dio: Miei amati figli. Il miracolo di Garabandal accadrà, come predetto. Ve lo comunico affinché non insorgano confusioni riguardo a questo punto, esso sarà un miracolo del Cielo.

LE GRANDEZZE DI MARIA



IL CONSENSO DI MARIA


UMILE DISPOSIZIONE DELLA VERGINE RISPETTO ALLE PAROLE DELL'ANGELO. 

Ecco il primo incontro dell'Angelo con la Vergine, il quale merita di essere seriamente considerato. La Vergine agli occhi di Dio e degli angeli è la prima persona dell'universo, e trovasi nel giorno più glorioso e memorabile della sua vita; al punto dei più grande trattato che mai vi sarà sia in terra sia in cielo; al momento in cui deve compiersi in Lei la più grande delle opere di Dio. Dio che dirige quest'opera, dirige pure quest'anima che è destinata ad avere una parte così grande in quell'opera grande; Dio, che dirige quest'anima in tutti gli istanti e momenti della sua esistenza, molto più la dirige e la riempie in questo momento, il più delizioso della vita di Maria e il più importante per la sua eternità. [30]

Che dirò io? Che penserò? Oh se così spesso consideriamo tante azioni umane, basse e profane, di quei personaggi che nel mondo hanno occupato qualche posto distinto; se queste azioni sono l'oggetto di una lunga e vana occupazione per i più belli spiriti nel fiore dei loro anni, rifiuteremo noi di spendere un po' di tempo per riflettere su questo oggetto? Non dovremo noi fermare più volentieri la nostra attenzione sopra, un argomento così elevato e così divino, tanto più che in quello abbiamo tanto interesse? Consideriamo dunque la condotta, il pensiero, i movimenti, l'ordine e il progresso di quest'anima, di quest'angelo e di quest'opera. Qui tutto è grande, tutto è celeste, tutto è divino.

Le prime parole dell'Angelo a Maria esprimono le grandezze della Vergine, e il primo esercizio di quest'anima singolare è di sprofondarsi nella sua umiltà. L'umiltà è quella che la tiene in silenzio di fronte all'angelo, in una profonda riflessione su quelle parole e in un'altissima contemplazione di Dio al quale tutta si abbandona perché unicamente in Lui cerca direzione, riposo e luce. Ed ecco la prima disposizione della prima anima dell'universo, durante quel colloquio angelico; una celeste prudenza accompagna e regge, quest'umiltà santa e tutti i movimenti sacri di un'anima così divina in un argomento così divino. In questo silenzio Maria pensa e ripensa a quelle parole. Et cogitabat qualis esset ista salutatio, come dice san Luca.

Mi sembra veder qui una lotta intima tra la mente dell'Angelo e la mente della Vergine; lotta però che si svolge nel silenzio, nella grazia e nella luce.
Le lotte del cielo e delle anime celesti sono ben differenti dalle lotte che avvengono su la terra e tra le anime terrestri; queste, si svolgono nel turbamento, nel rumore [31]e nella confusione; mentre le lotte celesti si compiono nella tranquillità, nel silenzio, nella luce.

Osserviamo con piacere le condizioni di questa lotta celeste: è una lotta tra due angeli e due vergini; gli angeli, infatti, sono vergini senza corpo, dice un antico, e le vergini sono angeli in un corpo. È una lotta che avviene tra l'angelo Gabriele e la Vergine Maria, due spiriti particolarmente insigni, l'uno del cielo, l'altro della terra, ma tutt'e due celesti e tutt'e due su la terra. Lotta felice e celeste insieme, nella quale tutt'e due trionfano. Trionfino pure tutt'e due nella nostra mente e nei nostri scritti, e ci ispirino, onde possiamo giudicare santamente e parlare degnamente della loro celeste lotta.

L'Angelo vuole elevare la Vergine: la Vergine invece vuole abbassarsi nel suo nulla e si mantiene ferma nel sue abbassamento a segno che quanto più l'Angelo la eleva, tanto più Ella si abbassa; quanto più l'Angelo parla, tanto più Ella sta in silenzio; quanto più va innanzi, tanto più Ella rimane nello stupore e non entra nelle viste dell'Angelo. Eppure è il suo angelo, l'angelo che la custodisce e la dirige, l'angelo che le è inviato dal cielo per introdurla nella via più elevata, più singolare e più sublime che giammai vi sarà, in quella sia supereminente del suo Signore di cui Ella dirà poi: Dominus possedit me in initio viarum suarum (Il Signore mi ha posseduta nel principio delle sue vie – Prov. VIII, 22) oppure secondo un'altra versione: initium viarum suarum (Io che sono il principio delle sue vie).

È questo l'oggetto della sua lotta con l'Angelo, e il motivo del suo stupore; perché la Vergine non dubita, punto dell'Angelo che le parla; sa che è un angelo di grazia, di luce e di gloria; vede bene che l'Angelo guarda in Lei ciò che Lei medesima non ci vede, perché Dio la [32] tiene nascosta nella sua umiltà e nella sua semplicità ammirabile, come già abbiamo spiegato sopra. Maria non può misconoscere né respingere le parole dell'Angelo, il quale viene dal cielo; ma pure non le vuole accettare perché si riferiscono alle proprie grandezze ed alle proprie lodi.

Che fa dunque la Vergine in questa lotta tra l'umiltà del suo cuore e la veracità dell'Angelo? Si ritira nel suo silenzio, nel suo nulla e nel suo Dio; là, si trova riparata e trincerata come nella sua fortezza; là, Ella pensa e ripensa a quelle parole e a sé medesima, ma non trova nessuna via d'uscita, quindi rimane in modo ammirabile elevata e sospesa: non respinge la parola dell'Angelo, ma neppure vi aderisce.

CARD. PIETRO DE BÉRULLE

LA VITA DELLA MADONNA



Secondo le contemplazioni
della pia Suora STIGMATIZZATA
Anna Caterina Emmerick

La nascita della Santissima Vergine è annunciata nel Limbo agli antichi Patriarchi 

Nello stesso momento in cui nacque Maria Santissima giunse nel Limbo l'annuncio di quest'avvenimento e vidi gli antichi Patriarchi dell'umanità festeggiarlo con giubilo immenso. Particolarmente Adamo ed Eva videro in questa nascita il compimento della Promessa del Cielo. Appresi che da quel momento essi avanzarono nello stato di grazia, la loro dimora s'illuminò e s'ingrandì e da allora acquistarono maggiore influenza sulla terra. Era come se la penitenza e i dolori che avevano sostenuto, la lotta, la speranza, il desiderio di redenzione avessero raggiunto il loro compimento salvifico. 


CONSACRAZIONE ALLA MADONNA DEL CARMINE



Maria, Madre e decoro del Carmelo, a te consacro oggi la mia vita, quale piccolo tributo di gratitudine per le grazie che attraverso la tua intercessione ho ricevuto da Dio. Tu guardi con particolare benevolenza coloro che devotamente portano il tuo Scapolare: ti supplico perciò di sostenere la mia fragilità con le tue virtù, d'illuminare con la tua sapienza le tenebre della mia mente, e di ridestare in me la fede, la speranza e la carità, perché possa ogni giorno crescere nell'amore di Dio e nella devozione verso di te. Lo Scapolare richiami su di me lo sguardo tuo materno e la tua protezione nella lotta quotidiana, sì che possa restare fedele al Figlio tuo Gesù e a te, evitando il peccato e imitando le tue virtù. Desidero offrire a Dio, per le tue mani, tutto il bene che mi riuscirà di compiere con la tua grazia; la tua bontà mi ottenga il perdono dei peccati e una più sicura fedeltà al Signore. O Madre amabilissima, il tuo amore mi ottenga che un giorno sia concesso a me di mutare il tuo Scapolare con l'eterna veste nuziale e di abitare con te e con i Santi del Carmelo nel regno beato del Figlio tuo che vive e regna per tutti i secoli dei secoli. Amen. 

Gesù: la Mia Santa Promessa.



Maria Madre di Dio

Mio Figlio, Gesù Cristo, ha promesso che regalerà grandi grazie ad tutti i figli, che si dichiareranno a Lui adesso dopo l’elezione del papa e prima dell’Illuminazione di Coscienza, in modo tale che, quando arriverà il grande” Avvertimento”, essi siano preparati per sopravvivere ad esso (all’Avvertimento) e affinchè possano poi seguir Lo con la  preghiera e le azioni, e possano così, nel giorno della grande gioia, entrare con Lui nel Suo Regno, il Nuovo Mondo.

Il diavolo è infuriato. Dopo il suo ballo di gioia e l’inizio delle grandi macchinazioni, che adesso cerca dimettere in atto, ora è infuriato per questa Promessa che Mio figlio, Gesù Cristo, dona ai Suoi amati figli, perché essa intralcia i suoi piani. Grazie ad essa, molte delle anime che non sarebbero sopravvissute all’Avvertimento e sarebbero rimaste imprigionate nelle reti di Satana per la dannazione eterna, ora ricevono comunque, un’opportunità, per la Vita Eterna, la vita con Dio.

Voi che non vi siate ancora dichiarati a Lui, utilizzate questa vostra opportunità! Dite SI a Mio figlio, e vi sarà regalata la Vita Eterna al fianco di Mio figlio, vostro Salvatore.

14 marzo 2013

Un Mondo secondo il Cuore di Dio




Ad una visione superficiale potrebbe sembrare ingiustificato, in quanto non necessario, un intervento del Signore per far conoscere qualcosa che, a giudicare dalla frequenza con cui appare in espressioni verbali, tutti già conoscono. Niente infatti di più corrente di frasi come queste: «Fare la Volontà di Dio», «Sia ciò che Dio vuole» e tante altre espressioni equivalenti. Tuttavia il contenuto di queste espressioni e concetti non arriva ordinariamente a toccare la verità. 

La Volontà di Dio può essere intesa o come Permissione di Dio – e questo è il senso più frequente in cui l’espressione è usata – o come vera e propria Volontà di Dio. In ambedue i casi l’energia, Forza Attiva, è di Dio, procede da Dio, ma nel primo caso è l’uomo che agisce con l’energia divina che Dio mette a sua disposizione, cioè al servizio della sua libertà, e nel secondo invece è Dio che agisce attraverso l’uomo, quando questi gli ha dato la sua libertà. 

Percepire questa differenza di significato in espressioni che superficialmente si presentano identiche, è qualcosa di molto importante; comporta un grado di evoluzione dell’essere umano al quale non tutti sono arrivati. La spiegazione della natura intima di questo è ciò che il Signore ci dà col suo intervento, allo scopo di preparare e provocare, se cosi si può dire, una presa di coscienza. Naturalmente a chi non abbia raggiunto quel grado di evoluzione sarà impossibile comprendere tutto ciò, ma, come abbiamo detto, è proprio per provocare questo momento che interviene il Signore. 

Fintanto che questo non si sia dato, l’uomo non può identificarsi con la Volontà di Dio e non può, di conseguenza, raggiungere la sua piena e vera realizzazione. Senza la conoscenza di sé stesso, l’uomo ignora che si trova in un processo di evoluzione nella conoscenza e nella coscienza del bene e del male, e poco è ciò che può comprendere circa l’origine, lo sviluppo e la finalità della presenza dell’uomo sulla terra. 

Se si manca di questa conoscenza risulta impossibile comprendere come possa avvenire che ci siano individui che al chiudersi il circolo dell’evoluzione collettiva dell’umanità non abbiano raggiunto il grado di evoluzione individuale che permetta loro di discernere questo momento di chiusura e che, per ciò stesso, non arrivino alla meta della realizzazione dell’essere umano dietro la quale vanno, realizzazione che consiste nell’identificarsi con la Volontà di Dio lasciando liberamente e coscientemente che sia Lui a fare. A questo si riferiva Gesù quando diceva: «Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. Pregate perché la vostra fuga non accada d’inverno o di sabato» (Mt 24, 19- 20). 

Gesù voleva dire che coloro che si trovino ancora nel processo di gestazione o di allattamento (vale a dire in stato di evoluzione non compiuta) e non abbiano dato alla luce la “nuova creatura” o che, pur avendola data alla luce, questa non abbia raggiunto la robustezza che le permetta, quando si chiuderà il circolo dell’evoluzione collettiva dell’umanità, di camminare da sé (ciò che esprime la parola “fuga” di Gesù), resteranno nello stato in cui in quel momento si trovino: non sono arrivati a comprendere il significato del momento, non hanno raggiunto nella loro evoluzione la maturità che avrebbe loro permesso di comprenderlo. 

Perciò questo “Messaggio” non è solamente un insegnamento, ma anche un “richiamo” urgente e pressante «affinché gli uomini riconoscano la verità e si dispongano ad entrare nella sua Misericordia prima che si manifesti la sua Giustizia». 

Coloro in cui non si è compiuta l’evoluzione della quale qui si parla, si trovano nella “Permissione”, stanno nel “fare”, non possono comprendere che ciò che viene richiesto è di lasciare che sia l’ESSERE a fare; e anche coloro che per il loro grado d’evoluzione hanno potuto o possono capire che la “realizzazione” non consiste nel “fare”, se non si dispongono a “rinnegare sé stessi” e rimangono liberamente e coscientemente in sé stessi, nel “fare”, restano nella “Permissione”. 

Le folle che domandavano a Giovanni Battista «Che cosa dobbiamo fare?» stavano ancora così, nel “fare”. Giovanni rispondeva loro: «Chi ha due tuniche ne dia una a chi non ne ha; e chi ha da mangiare faccia altrettanto» (Lc 3, 10-11). 
Quanti ancor oggi sono come loro, e ancora non si rendono conto che non è nel “fare” che dobbiamo realizzarci! 

Giovanni Battista si trovava nella stessa condizione, infatti indicava opere che si dovevano fare per prepararsi a comprendere quanto stava per avvenire in quel momento (al quale il nostro momento assomiglia), però non vi si trovava in modo da non sapere che il fare opere non era quello che contava: egli stava aspettando un altro e perciò manda a dire a Gesù: «Sei tu colui che viene, o dobbiamo aspettare un altro?» (Lc 7, 19). Per questo Gesù disse di lui: «In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui» (Mt 11, 11). 

Quando la gente faceva la stessa domanda a Gesù: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio», Egli non rispondeva come Giovanni, ma diceva loro che non erano opere ciò che dovevano fare: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato» (Gv 6, 28-29). 

«Credere nella parola di Dio non è voler far noi realtà quella parola ascoltata, ma OBBEDIRE allo Spirito Santo affinché la virtù dell’Altissimo ci copra con la sua ombra ed Egli stesso dia a quella “parola” la “forma” della sua Volontà» (Peregrinación del Pueblo de Dios - Esplicación de los grabados, Madrid 1971, p. 132) 
***

JOSÉ BARRIUSO 

IL PREZIOSISSIMO SANGUE SOLLEVA LE ANIME PURGANTI



Quando era ancora studente a Colonia, il Beato Enrico Susone fece con un altro frate il patto che, morendo uno dei due, l'altro avrebbe celebrato la Messa, potendolo, ogni lunedì in suffragio dell'anima dell'amico, e questo per un anno.
Morto l'amico, il Beato Enrico fece per lui molte preghiere, ma non celebrò le Messe. Un giorno l'amico defunto gli apparve lamentandosi per l'infedeltà alla promessa. Al Beato Enrico che lo rassicurava dicendogli di aver sempre pregato per lui, l'altro rispose: "Sangue, Sangue, Sangue domando! Perché non hai celebrato le Messe che mi avevi promesso e che sono tanto preziose per noi?".
Il Beato Enrico allora comprese e si scusò. Provvide poi a celebrare regolarmente le Messe che liberarono l'amico dalle pene del purgatorio.

SPIRITO SANTO



Vieni, o nostro Celeste Benefattore, e versa in noi grazie di viva e operosa fede, di ferma speranza e di fervida Carità, e infondici ancora verace e costante spirito di orazione. 

All’inizio sembrerà, che egli sia il chiamato da Dio



Maria Madre di Dio


Il tempo della grande confusione, è cominciato ora, e molti figli di Dio non riusciranno più a distinguere tra vero e falso, perché i piani del diavolo sono tramati in modo molto abile.

Chi non si lascia conquistare completamente da Mio Figlio, adesso avrà molte difficoltà e seguirà il falso Profeta. All’inizio sembrerà, che egli sia il chiamato da Dio, tutto quello che vi sarà mostrato, sembrerà provenire da Mio figlio, però non è così.

Il diavolo ha già fatto un lungo lavoro di preparazione, e pensa di aver raggiunto con l’occupazione a Roma della Santa Sede, il suo obiettivo: la realizzazione del suo capolavoro per la seduzione delle anime; ma figli, Miei amati figli, Gesù trionferà!

Pregate, pregate, pregate! Solo la preghiera vi può aiutare a distinguere tra buono e cattivo, tra vero e falso, in questi tempi della confusione.

LA’ DOVE CIELO E TERRA SI INCONTRANO



A voi che pregate solo nei momenti di bisogno.

Mi rivolgo poi a voi che, pur pregando qualche volta, lo fate spinti dal bisogno o dalla paura.  Pensate a Dio come ad un ricco e potente signore, quasi un estraneo, al quale ricorrete solo nei momenti di bisogno: quando il medico non può fare più nulla, o il sindacato non è più in grado di garantirvi il posto di lavoro, o quando avvenimenti più forti di voi minacciano il vostro onore, i vostri affetti e il vostro futuro.  Il Signore non rappresenta il vero fondamento della vostra vita e non orienta in senso autenticamente religioso la vostra esistenza.  E così la vostra preghiera corre il pericolo di trasformarsi in superstizione, di diventare una specie di amuleto, un talismano magico al quale ricorrete per accapparrarvi il potere divino e liberarvi così dai vostri malanni.
 Non intendo togliervi la fiducia che dovete avere in Dio o frenare il vostro desiderio di ricorrere a lui in ogni vostra necessità; voglio solo ricordarvi che non potete vivere come creature impaurite che si sentono sempre minacciate da qualcosa, o creature interessate, tutte tese a proteggere la propria vita di quaggiù, la propria salute, il proprio interesse, la tranquillità di una vita senza dispiaceri.  In questo modo finirete col vedere nel Signore esclusivamente uno “scaccia-malanni”, non saprete dare un tono filiale al vostro rapporto con Dio e di conseguenza perderete il senso gioioso della vostra esistenza cristiana
 Fratelli miei, non dimenticatevi che siete figli di Dio; dovete allargare il cuore, dovete aprire alla vostra anima gli orizzonti della fede, della speranza e dell’amore e lasciarvi attirare dalla paternità di Dio. E’con questi sentimenti che dovete pregare ogni giorno, abbandonando nelle mani di Dio, nostro Padre, ogni sollecitudine e preoccupazione, ben sapendo che egli, se non sempre ci libera dai mali, sempre ci dà la forza di portarli con serenità e fiducia.

Ferdinando  Rancan

SUPREMO APPELLO



… Voglio sostituirmi a voi e passare sul mondo come una folgore, una folgore di luce, quella che atterra i Sauli e suscita i Paoli, quella che cambia gli strumenti di morte in vasi di elezione.
Seguite il mio Piano: Io ho voluto le Nazioni, distinte e divise come le stelle, ma armonizzanti fra loro come uno sfondo unico di luce. La luce vostra è la corrente di amore che voglio stabilire tra i popoli, sì che pur rimanendo distinti, popolo da popolo, vi sia tra voi l'unità. Questo solo Io chiedo a coloro che si arruolano nelle mie file; non vogliate essere più esigenti di Me. La sincerità d'intenzione nell'impegnarsi in questa lotta è già un principio di luce per chi non è ancora nella luce piena: la luce vera della mia Chiesa e del mio Pietro, e quel principio di luce sarà per molti come la stella dei Magi che da un astro furono condotti e guidati a Me, Luce del mondo. Io non esclusi i Magi, non li respinsi ... li attirai dolcemente, con un principio di luce alla loro portata - erano astronomi, o meglio, osservatori degli astri - e di quel principio mi valsi per farne miei adoratori in ispirito e verità ...

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA



ADORATO. O SS.ma Trinità, in cui è racchiusa la vita interiore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, o gioia eterna, inimmaginabile abisso d'amore, che ti espandi su tutte le creature e le rendi felici, onore e gloria al Tuo Nome per i secoli dei secoli. Amen. Quando vengo a conoscere la Tua grandezza e la Tua bellezza, o mio Dio, gioisco indicibilmente per il fatto che il Signore, al quale servo, è tanto grande. Con amore e con gioia faccio la Sua santa volontà e quanto più Lo conosco, tanto più ardentemente desidero amarLo. Ardo dal desiderio di amarLo sempre più. 

Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska 

Chi Mi respinge, chi non crede in Me, non viene e non sarà portato nel Nuovo Mondo.



Gesù

Chi ha fiducia in Me non morirà, chi costruisce su di Me riceverà la Vita Eterna, non potrà succedere nulla di male a chi crede in Me e Mi resta fedele. 

La Mia Seconda Venuta avverrà presto, e voi dovete purificare le vostre anime.

Chi Mi respinge, chi non crede in Me, non viene e non sarà portato nel Nuovo Mondo. Io porterò con Me, nel Mio Regno solo i figli fra voi, che si dichiarano a Me, il vostro Gesù. Tutti gli altri, andranno perduti, ciò vuol dire, che cadranno nelle mani del diavolo.

Regalate Mi il vostro SI, sempre di nuovo, e pregate Mi. Pregate per i vostri fratelli e sorelle e pregate che sia tolto potere all’Anticristo. Con la preghiera smorzate in parte i danni. Rendetevi conto della forza della preghiera! Essa è la vostra arma, nella lotta contro tutto il male, che si avvicina a voi.

«La verità vi farà liberi» (Gv 8, 32)



Ma cos’è questa Fede che si pone come condizione indispensabile per entrare nel Regno di Dio?
La fede è apertura a Dio, alla sua parola, alle sue promesse.
In definitiva la Fede è ‘obbedienza’ alla Verità.
Ritroviamo questo nelle lettere degli Apostoli, dove «obbedienza alla fede» e «obbedienza alla verità» coincidono (cf. Gal 5, 7; 1 Pt 1, 22).
Nel nostro caso, i Giudei per contare sulle promesse fatte ad Abramo, non potevano affidarsi alla loro discendenza secondo la carne: Abramo le aveva ottenute per la Fede, e unicamente mettendosi in comunione con la Fede di Abramo essi avrebbero potuto vederne il compimento.
È la Fede che decide! Chiunque crede, a qualunque popolo appartenga, entra nel Regno di Dio! (cf. At 10, 35).

Il Sacro Cuore



Riparazioni e consacrazioni

Due caratteristiche segnano la forma di amore al Sacro Cuore che si diffuse dalle rivelazioni di Paray-le-Monial: la «consacrazione» e la «riparazione».
Ma che significa riparazione? 
La riparazione è un atto che intende ristabilire la gloria dovuta a Dio, ripristinandone l’integrità offesa dalle colpe degli uomini; è il risarcimento di un danno spirituale arrecato dall’ingratitudine umana verso l’Amore divino 76. In questo modo, il fedele non fa che imitare Gesù Cristo, primo e principale
Riparatore: con la sua Incarnazione e Passione, infatti, Egli ha offerto se stesso in riparazione del Peccato originale e dei peccati attuali dell’ umanità, placando la sete di giustizia del Padre.
Oggi, il fedele è tenuto a unirsi alla riparazione offerta da Gesù al Padre, ma deve anche riparare a sua volta le offese fatte a Cristo stesso, trascurato e disprezzato dagli uomini che ha redento. La riparazione può essere fatta con le intenzioni, con gli affetti e con le opere. Siccome il peccato è un male che colpisce anche l’umanità e la Chiesa, esso richiede una riparazione a beneficio dell’una e dell’altra. Ecco perché l’Apostolo esorta i fedeli a «completare nella propria carne quello che manca
ai patimenti di Cristo, in favore di quel suo Corpo che è la Chiesa» (Col.,1,24). 
Un esempio di offerta riparatrice ci venne dato dalla stessa Margherita Maria in questi termini: «Gesù mi fece capire che la preghiera a Lui più gradita era quella di chiedere in suo nome le seguenti cose. La prima: offrire all’eterno Padre le sovrabbondanti soddisfazioni rese alla sua giustizia da Gesù sull’albero della Croce per i peccatori, supplicandolo di rendere efficace il suo prezioso Sangue a vantaggio di tutte quelle anime colpevoli alle quali il peccato ha dato la morte, affinché, risuscitate alla grazia, potessero glorificarlo in eterno. La seconda: offrirgli gli ardori del suo divin Cuore, per compensare la tiepidezza di tante anime del suo popolo eletto completamente a lui; e pregarlo, per quell’amore ardente che lo ha portato alla morte, di scaldare il loro tiepido cuore e infiammarle del suo amore, affinché Egli venga amato in eterno» 78.
E che significa consacrazione? 
La consacrazione è un atto che, offrendo una cosa a Dio e destinandola al suo culto, la separa dal mondo profano dandole una funzione e un valore che la sottrae agli usi comuni.
Si possono consacrare non solo cose, ma anche persone, famiglie, istituzioni, popoli, l’umanità intera. Chi si consacra si fa paladino dei diritti di Dio e, proprio per questo, si sente incitato a intraprendere l’austera via della lotta e del sacrificio. La consacrazione serve a riaffermare la divina sovranità sul creato, riservando a Dio una parte eletta come «primizia» e ricordando all’ uomo ch’egli deve finalizzare tutto a Dio e restaurare tutto in Cristo 79.
Consacrarsi al Sacro Cuore vuol dire quindi offrirsi totalmente al Redentore, destinandosi al culto della sua Carità.
La prima consacrazione al Cuore di Gesù venne fatta dalla stessa Margherita Maria e dalle novizie del suo convento, nel 1685. 80
Nelle rivelazioni a Margherita Maria, come abbiamo visto, il Sacro Cuore ha chiesto di consacrargli non solo le anime ma anche le famiglie, le altre istituzioni sociali, le nazioni. Queste consacrazioni sono atti che hanno un gran potere di riparazione e di testimonianza. Ecco perché dalla devozione al Sacro Cuore sorse un vasto movimento ecclesiale che promosse una lunga serie di consacrazioni. Questo movimento non fu subito accettato, anzi dovette soffrire incomprensioni e perfino persecuzioni, anche da parte di gente pia ma diffidente. Alla fine trionfò durante il XIX secolo, che anche per questo venne chiamato «il secolo del Sacro Cuore».
Pio XI rievocherà lo slancio verso le consacrazioni in questi termini: «Per colpa delle trame degli empi, si era giunti al punto di disprezzare l’imperio di Cristo e di dichiarare pubblicamente guerra alla Chiesa, usando leggi e mozioni popolari contrarie al diritto divino e naturale, e facendo proclamare ad intere assemblee : “Non vogliamo che Costui regni su di noi!”
(Lc.,19,14). Ma allora, mediante queste consacrazioni, eruppe per forte contrasto l’unanime grido dei devoti del Sacratissimo Cuore, per rivendicarne la gloria e difenderne i diritti, proclamando: “Bisogna che Cristo regni!” (1Cor.,15,25) e “Venga il tuo Regno!” (Mt.,6,10), (...) allo scopo di stringere tutti i popoli nel Cuore del Re dei re e Sovrano dei sovrani» 81.

Guido Vignelli

L'amore e la misericordia di Gesù per tutti i Suoi figli



"Questo è il mistero svelato all'umanità: il Figlio Diletto del Padre disceso a livello della creatura! Ma quanti ancora non mi conoscono... quanti... conoscendomi, non mi amano, o, quel ch'è peggio, mi offendono e mi scacciano dal loro cuore!... E intanto la maestà del Padre mio ne è oltraggiata, vilipesa... e le anime si perdono! Ed è per questo che io vado in cerca di cuori capaci di comprendermi, nei quali raccogliere veri omaggi di amore, di riparazione e di lode... affinché il mio Cuore sia, almeno in parte, ricompensato". 

(7 maggio 1964, messaggio di Gesù a Madre Carolina Venturella Italia)



IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO


Gesù volle per sé tutto il dolore

Gesù venne al mondo per patire: dal presepio al Calvario non conobbe che due vie, quella dell'amore che lo guidò al Calvario, quella del dolore che lo portò al Cielo. Il patire è per la virtù ciò che la rugiada, la luce e il calore sono per i germogli. Il dolore trasforma il buon seme che è nel cuore; lo feconda, lo sviluppa; esso porta a maturazione gli splendidi frutti dell'eroismo. Il dolore purifica, ritempra; ci spoglia della terra e ci fa più degni di toccare il cielo. Ma se non vi fossero motivi nostri, individuali, per considerare il dolore come provvidenziale, per accettarlo con devozione e amarlo con predilezione, basterebbe pensare a Gesù: a Gesù che volle per sé tutto il dolore, nelle membra e nel cuore, per tutta la vita, coronandolo con una morte straziante e crudele, lo volle per la sua Madre Santissima, per i suoi santi, per i suoi prediletti! q. 9 : 14 novembre

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

SE MI APRI LA PORTA...



AMORE E VITA INTERIORE

Desiderio di silenzio

«Entra, anima che mi sei cara, nel mio Cuore e vedi come tutto è ordinato, tutto messo a festa: è la sala intima del vero e santo amore.
Qui si offrono i banchetti alle anime pure; qui le anime provate dal dolore leggono e approfondiscono tutto quello che Egli soffrì, spegnendosi infine nelle più atroci sofferenze che mai un cuore umano anche sensibilissimo potrebbe superare nel corso dei secoli.
Qui ancora vi è la cattedra dell'amore per le anime che Egli sceglie in special modo, affinché vengano ad imparare come si deve e si può amare il loro Dio.

Vuoi davvero entrare in questo dolce asilo, fornace della carità e riposo dell'anima? Ebbene, amami tanto, soddisfando i miei desideri di silenzio e di unione.
Non lo merito forse? Non ho dato tutto per te e non sono pronto a versare divinamente le mie grazie su di te? Finiscila, perciò, con quelle divagazioni che allontanano da Me e mettono una nebbia importuna tra il mio Cuore e il tuo.
So che non ami nessun altro al di sopra di Me, che desideri il mio amore, e questo mi consola. Sei però un poco indolente e ti lasci trasportare dalle occasioni a pensare e a fare cose che potresti evitare.
lo non mi allontano mai da voi; e l'anima vostra deve essere così scortese da allontanarsi da Me? Entro, pieno di grazie, in un cuore, e mentre mi dispongo a versarle a profusione, esso si chiude in se stesso e mi costringe ad uscirne.
Come vado allora alla ricerca di cuori fedeli che sappiano comprendere e riparare! Non vuoi essere nel numero di queste anime delicatissime?... Oh, potessi avere nel tuo cuore un rifugio, un luogo di riposo e di ristoro, nel diluvio di iniquità che allaga il mondo!
Ho sempre bisogno di cuori fedeli, e in tutti i tempi me ne sono procurati. Se accetti di essere di questo numero consacrati proprio all'Amore Infinito con dono irrevocabile. Non è faticosa questa dedizione: è un'onda pura di sorgente che si riversa placidamente nel mare del Divino Amore.

DON RENZO DEL FANTE 

Comunione al Sangue di Cristo



Il calice della benedizione che noi benediciamo, 
non è forse comunione con il sangue di Cristo? 
E il pane che noi spezziamo, non è forse comunione 
con il corpo di Cristo? (1Cor 10,16)


Lode e grazie a te, Signore Gesù, 
che ci inviti a mangiare la tua Carne 
e a bere il tuo Sangue. 
Crediamo nella tua presenza 
sotto i segni eucaristici, 
nel cui mistero rinnovi l’alleanza eterna 
del tuo amore con il popolo 
che ti sei acquistato col tuo Sangue. 
Vogliamo vivere questa alleanza adorando 
ogni giorno più il tuo Mistero di redenzione 
e rendendo testimonianza con la vita 
al valore salvifico del tuo Sangue. 
Fa’ che tutti coloro che sono lontani 
siano avvicinati a te
dal potere del tuo Sangue 
e, caduto ogni muro di divisione, 
siano uno con te 
nel tuo corpo mistico, la Chiesa, 
nata dal tuo cuore squarciato, sulla croce. 
Fa’ che, comunicando al tuo Sangue, 
tutta la Chiesa accolga il tuo spirito di amore, 
imparando ad amare come tu hai amato, 
accogliendo il calice della volontà del Padre 
e portando la croce che salva. 
Effondi ancora dal costato il Sangue 
che ci lava dai nostri peccati e ci spinge 
a vivere disponibili ai fratelli sull’esempio di te. 
Che la comunione al tuo Corpo e al tuo Sangue 
rinnovi continuamente la tua Chiesa,
inebriando tutti i fedeli con la tua santa gioia. 
Amen. 

La coscienza di un uomo è come lo specchio della sua anima



Mia carissima figlia, la coscienza di un uomo è come lo specchio della sua anima. Ciò che la coscienza sente, il modo in cui risponde ed in cui crede, si riflette nella sua anima. Ciò significa che se la vostra coscienza avverte qualcosa che sapete, nel vostro cuore, essere sbagliato agli Occhi di Dio, allora voi dovete ascoltarla. 

Se la vostra coscienza vi porta a difendere la Parola di Dio, quando vi trovate di fronte al male, dovete rispondere ad essa, come sentite di dover fare. Se accettate il male mentre invece la vostra coscienza vi guida da un‟altra parte, allora siete sleali verso la Parola di Dio. Se vi definite Cristiani, dovete permettere alla vostra coscienza di guidarvi. Nell‟anima cristiana, benedetta dal Dono dello Spirito Santo, la coscienza é pienamente attenta all‟inganno del diavolo qualunque sia la sua forma. 

Se rinnegate la vostra coscienza, allora rinnegate Dio. Se rinnegate Dio, voi rinnegate la vostra eredità. Non dovete mai cercare di trovare delle scuse per aver accettato ciò che sapete non venire da Me poiché, se la vostra coscienza vi istruisce in un modo mentre invece voi prendete la direzione opposta, allora voi vi rifiutate di accettare la Mia Coppa. Sapete che cosa intendo dire per “accettare la Mia Coppa”? Se siete Cristiani dovrete sempre affrontare i Miei nemici. I Cristiani sono disprezzati da coloro che non vengono da Me. Ci possono essere dei momenti in cui non soffrite a causa dei pregiudizi, ma verrà sempre un momento in cui verrete sfidati nel Mio Nome. Quando quel giorno arriverà, Mi abbandonerete rinnegando la Mia Santa Parola? 

Quanto sono forti la vostra fede ed il vostro amore per Me? È solo di fronte alle grandi avversità che capirete fino a che punto siete disposti ad arrivare, pur di rifiutare un male, in quanto è giusto che sia così. Solo coloro che sono abbastanza forti da rifiutarsi di accettare tutto ciò che nega il dogma stabilito dalla Sacra Bibbia, accoglieranno la Mia Coppa. Essa rappresenta il Mio Sangue ed il Calice che lo contiene. La Coppa rappresenta la sofferenza che, inevitabilmente, incontrerete ogni qual volta avanzerete con grande fiducia a sostenere la Parola di Dio. 

Se Dio ha dichiarato le Sue Leggi come un dato di fatto, attraverso la Sua Parola contenuta nella Sacra Bibbia, allora non potete assolutamente accettare nulla che vada contro di esse. 
Condannare pubblicamente il dogma nel Mio Nome, vuol dire ripudiarMi. Verrà il giorno in cui la Mia Chiesa sulla terra, negherà il dogma che è scolpito nella pietra, in cambio della dottrina delle tenebre. Se accetterete questo inganno, anche se la vostra coscienza vi dice il contrario, voi sarete colpevoli di eresia; una volta che avrete fatto questo non potrete più chiamare voi stessi Cristiani oppure dire di essere Miei discepoli, poiché sarò Io che rinnegherò voi. 

Il vostro Gesù 

13 Dicembre 2014 

lunedì 15 luglio 2019

Voi chiedete a gran voce l’adattamento della Santa Chiesa al vostro attuale mondo.



Maria Madre di Dio

Figli Miei, il Mio cuore materno piange, perché avete esiliato Dio e Gesù, Mio Figlio, dalla vostra vita. Non sapete più che la vera gioia sta in Mio figlio. Avete dimenticato che Dio Padre è il vostro Creatore. Di conseguenza avete preso un’altra strada e siete così caduti nella rete del diavolo. 

Voi pretendete un adattamento della Santa Chiesa del Mio amato Figlio al vostro attuale mondo, solo perché non volete cambiare. Cercate gli errori in Dio Padre e nella Sua santa Chiesa e pretendete che il vostro Creatore, rappresentato dal Santo corpo di Mio figlio qui sulla terra, si sottometta alle vostre necessità, quando in realtà è Lui che, per amore vi ha creati, vi ha regalato il libero arbitrio e anche oggi, nonostante i vostri peccati e la vostra negazione della Sua esistenza, vi ricopre con amore, con grazie e con regali meravigliosi.

Chi cerca veramente di ascoltare nel suo profondo, troverà Dio in sé. 

Per questo che non lo fate, perché sapete, che siete voi che dovete cambiare, ma questo, è scomodo. Dovreste abbandonare la vostra piacevole vita, che molto spesso è tutt’altro che piacevole, ma la cosa essenziale per voi è: non dover cambiare.

Figli Miei svegliatevi! Voi adombrate la vostra anima con un sacco di soddisfazioni terrene e pensate che questo possa continuare in eterno. La vostra anima soffre ma voi, non ne volete sapere nulla.

Miei amati figli, cosa pensate che succeda quando la morte vi raggiunge e la vostra anima resta viva? VOI siete l’anima! Dovete esserne consapevoli. Voi esisterete per sempre, solo il luogo, dove andrete, quello lo decidete voi stessi.

Trovate la strada verso Dio, perché chi non vuole andare per questa strada, sarà catturato dal diavolo, torturato e mai più liberato.

LE SETTE ARMI SPIRITUALI



Le lacrime di sangue 

Essa non cessava di obbedire alla sua superiora, di amarla e rispettarla, ma la sua amarezza era grandissima, per essere violentemente combattuta nei propri giudizi e, continuamente, versava lacrime così copio se da farle credere impossibile di conservare la vista, se non per grazia di Dio; in questa pena stette a lungo, tanto che un giorno, quasi non ci fossero più lacrime, invece di umore versò del sangue e dal piangere non poteva trattenersi, per la indicibile tristezza che le piagava il cuore; si credeva, ormai, privata della fiamma del divino amore e si faceva crudele il ricordo dei beni spirituali che, per grazia divina, aveva tante volte ricevuto in passato e in così grande abbondanza da riuscire a non rivelarli solo con grande sforzo.  
Così, venne il tempo in cui le pene dello spirito generarono i mali del corpo e cominciò a soffrire di tanto sfinimento da non potere pregare, né compiere i suoi doveri senza grandissima tensione; fu una ragione in più di penosa tristezza e si sommò al timore che tutto ciò avvenisse per vizio di sensualità. Il timore veniva dal nemico, che le insinuava questa idea per tormentarla dopo averle detto di abbandonare la sensualità; e non solo il maligno la insinuò in lei, ma anche nelle persone vicine e, così, dovette sopportare anche dei rimproveri e situazioni di disagio. E questo era il conforto che riceveva in tanti guai.  
Nel crescere continuo delle sue pene spirituali e corporali, quasi si sentì mancare l'intelletto e, perciò, decise di non continuare a vegliare la notte, ma di prendersi, piuttosto, quanto più riposo fosse possibile; ma la orazione le era tanto consueta che, anche dormendo, si ritrovava seduta con le braccia aperte a modo di croce; e non pensò che a questo la inducesse il nemico, affinché per il troppo pregare la facesse impazzire. Le avvenne, invece, di essere nella condizione del glorioso Giobbe, cioè quasi privata della ricchezza mentale e della forza corporale, e di non essere più in grado di esercitare le virtù con il fervore e la sollecitudine di prima; credette di essere rimasta con la sola virtù della pazienza, ma evidentemente in misura assai scarsa, perché bastava una piccola parola a metterla in grande amarezza.  
Ecco quanto le capitò per la sua povertà di spirito, dopo i primi due inganni.  

Santa Caterina da Bologna 

La preghiera



Quando ti capita una tentazione o una controversia, oppure quando sei irritato e spinto dalla collera a prenderti la rivincita o a replicare, ricordati della preghiera e del giudizio che in essa ti attende. Così, subito, in te s’acquieterà il moto disordinato.  

EVAGRIO PONTICO 

SEMINARE E ARARE GESU’ CRISTO NELLA SOCIETA’



Amici, guardiamo in alto, e poi lavoreremo di più, lavoreremo sempre meglio e sempre più, pro aris et focis; per la Chiesa e per la Patria.

Se mai fossimo stati sonnolenti, risvegliamoci, e Cristo c'inonderà di luce! Rivestiamoci della completa armatura di Dio, onde possiamo coraggiosamente resistere al male e operare il bene: fortifichiamoci nel Signore e nella sua forza onnipotente. E avanti nella santa fatica!
  
Grazie a Dio, sentiamo    d'essere ai piedi della Chiesa, e sulla via buona procediamo nel cammino: lavoro!    lavoro!
  
Azione, o Amici, azione cattolica, sì e come la vuole il Papa, come la vogliono i Vescovi: amore a Dio, alla Chiesa, zelo, preghiera, alacrità nel fare il bene, a santificazione nostra e a salvezza dei fratelli.
  
Sono nuovi tempi? Via i timori, non esitiamo: moviamo alla loro conquista con ardente e intenso spirito di apostolato, di sana, intelligente modernità. Gettiamoci alle nuove forme, ai nuovi metodi di azione religiosa e sociale, sotto la guida dei Vescovi, con fede ferma, ma con criteri e spirito largo.
  
Niente spirito triste,    niente spirito chiuso: sempre a cuore aperto, in spirito di umiltà, di bontà, di letizia.
  
Preghiamo, studiamo e camminiamo. Non fossilizziamoci. I popolo camminano: guardando in alto a Dio e alla Chiesa camminiamo anche noi, non facciamoci rimorchiare.
  
Tutte le buone iniziative siano in veste moderna, basta riuscire a seminare, basta poter arare Gesù Cristo nella società, e fecondarla in Cristo.
  
Nelle mani e ai piedi della Chiesa, noi vogliamo, noi dobbiamo essere un lievito, una pacifica forza di cristiano rinnovamento: fidati in Dio, noi vogliamo tutto restaurare in Cristo.
  
Lavoro! lavoro! Ecco l'insegnamento della storia, l'esempio dei Santi, il comando del Vicario di Cristo, la legge che ci fu data da Dio.

Saldi nella fede e di un solo spirito, nell'incorrotta dottrina della Chiesa, fiorisca in noi la verità nella dolce e onerosissima carità, incessantemente!
  
Mettiamo ogni nostra attività a servizio della Religione e della Patria: guardiamo solo e sempre all'onore di Dio, al bene della Chiesa, alla salute del prossimo.

S. Luigi Orione