giovedì 5 marzo 2020

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



La Beata Madre Teresa di Calcutta(44) molte volte diceva: “Per ciò che riguarda i beni materiali, noi dipendiamo completamente dalla provvidenza di Dio. Non siamo mai state obbligate a rifiutare qualcuno per mancanza di mezzi. Abbiamo sempre avuto un letto ed un piatto in più. Poiché Dio si prende cura dei suoi figli poveri...
A Calcutta ogni giorno diamo da mangiare a 10.000 infermi. Un giorno venne la sorella incaricata del pranzo e mi disse: - Madre, non abbiamo nulla per dar da mangiare a tanta gente.
Io fui molto sorpresa, perché era la prima volta che accadeva una cosa simile. Ma, alle nove di mattina, arrivò un camion pieno di pane. Tutti i giorni il governo dava ai bambini delle scuole povere un pezzo di pane ed un bicchiere di latte. Non so per quale ragione, quel giorno, le scuole della città rimasero chiuse e ci inviarono tutto il pane. Come vedete, Dio aveva chiuso le scuole, perché non poteva permettere che la nostra gente rimanesse senza mangiare. E fu la prima volta che poterono mangiare pane di buona qualità fino a saziarsi completamente. 
Un giorno non avevamo assolutamente nulla per cenare. E non ci mancava l’appetito. Inaspettatamente, si presentò una signora che nessuno di noi conosceva. Ci disse: -Non so perché, ma mi sono sentita spinta a portarvi queste borse di riso. Spero che vi siano utili. - Nell’aprirle, ci siamo rese conto che contenevano esattamente la quantità necessaria per la cena.
Quando aprimmo la nostra prima casa a New York, il cardinale Cooke era molto preoccupato per il mantenimento delle sorelle e decise di assegnare una quantità mensile a questo scopo. Io non volevo offenderlo, ma, allo stesso tempo, dovevo spiegargli che noi dipendiamo dalla divina provvidenza, che non ci è mai venuta meno. Per questo, al termine della conversazione, gli dissi un po’ per scherzo: - Eminenza, pensa forse che Dio dovrà d ichiarare fallimento proprio a New York? 
Una volta, cercavamo una casa a Londra per aprire il nostro noviziato europeo. Incorremmo in numerose difficoltà. Dopo le non poche pratiche inutili, ci informarono che una signora inglese aveva quello di cui noi avevamo bisogno. Lei ci disse: -Certamente, ho una casa in vendita, ma costa 6.500 sterline da pagare in contanti. - Per molti giorni, due sorelle girarono per la città, facendo visite, dando conferenze, parlando alla radio... E iniziarono ad arrivare donazioni. Una notte, le sorelle si decisero a contare quello che era arrivato: erano esattamente 6.500 sterline. Ed il giorno seguente comprammo la casa(45). 
La nostra fiducia nella provvidenza si riassume in una fede salda e vigorosa: Dio può aiutarci e ci aiuterà. Che può, è evidente, perché è onnipotente; che lo farà è certo, perché lo promise in molti passi del Vangelo e lui è infinitamente fedele alle sue promesse...
Un signore molto ricco voleva darci tanto denaro, ma mise la condizione che il conto che apriva in banca non doveva essere toccato. Sarebbe stata come una sicurezza per il nostro lavoro. Gli risposi che prima di offendere Dio, preferivo offendere lui, anche se lo ringraziavo per la sua generosità. Non potevo accettare il suo denaro, perché tutto l’anno Dio si era preso cura di noi e la sicurezza del suo denaro avrebbe sottratto vita al nostro lavoro. Sarebbe come non aver fiducia nella provvidenza. D’altra parte, non potrei tenere del denaro in banca, mentre c’è gente che ha bisogno.
Sembra che la lettera lo impressionò, perché prima di morire ci inviò una cospicua somma di denaro. Per riassumere, racconta, ci mandò tutta la sua fortuna(46). 
In Messico, per il periodo di Natale, le sorelle preparavano le dispense o le borse di alimenti da dare alle famiglie povere. La fabbrica di Pan Bimbo si era impegnata ad inviare tutto il pane necessario da aggiungere nelle borse. Appena passato il giorno di Natale si presentò il direttore di Pan Bimbo molto dispiaciuto e confuso per non aver tenuto fede alla sua promessa. Chiedeva mille scuse per una dimenticanza tanto spiacevole. La sorella che lo ascoltava gli rispose: 
- Signore, portarono pane in abbondanza. 
- Impossibile, dalla fabbrica non esce una sola briciola di pane senza il mio permesso. 
- Bene, ci sarà un altro direttore che si preoccupa che a Natale non manchi il pane per i suoi figli più poveri(47).  
Qualche giorno fa, arrivò un uomo nella nostra Casa madre e mi disse: -Madre, la mia unica figlia sta morendo. Il dottore le ha prescritto una medicina che non si può trovare in India, ma solo all’estero. Madre, supplicava, faccia qualcosa per mia figlia.- Stavamo parlando, quando si presentò un altro signore con una cassa di medicine sulle braccia. E, giustamente, nella parte superiore della cassa, c’era la medicina che occorreva al papà per la sua figlioletta. Se la medicina fosse stata più in basso o il signore fosse arrivato prima o dopo, non l’avremmo trovata. Precisamente in quel momento tutto accadde. Questo mi fece pensare che con i milioni di bambini che ci sono nel mondo, Dio aveva il tempo per prendersi cura di quella piccolina, sperduta nei sobborghi di Calcutta. è qui l’amore tenero di nostro Dio Padre, manifestato ad una povera creatura di Calcutta(48). 
Padre Pedro Arribas dice che un giorno parlava con Madre Teresa su un progetto per bambini abbandonati di Caracas. “Di fronte ai miei dubbi per la difficoltà di trovare un terreno appropriato in una zona superpopolata, mi interruppe dicendo: Padre, non si preoccupi, perché se Dio vuole, troverà il terreno. Abbia fede e lo cerchi. La settimana dopo, insperatamente, ottenemmo la donazione di un terreno di sei ettari nel cuore della zona desiderata.
Veramente Dio è meraviglioso e amoroso con suoi amati figli. Per questo, desidera che gli chiediamo con piena fiducia quello di cui abbiamo bisogno: “Chiedete e vi sarà dato” (Mt 7, 7). “Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!” (Mt 7, 11). Dio vuole che gli domandiamo, ma vuole anche che condividiamo quello che abbiamo per poterci dare il cento per uno.  
“Ciascuno dia secondo quanto ha deciso nel suo cuore, non con tristezza né per forza, perché Dio ama chi dona con gioia. Del resto Dio ha potere di far abbondare in voi ogni grazia perché, avendo sempre il necessario in tutto, possiate compiere generosamente tutte le opere di bene” (2 Cor 9, 7-8). 
Dio non si fa mai vincere in generosità. Per questo dice: “Date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante. La misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio” (Lc 6, 38). Non dimentichiamo mai il “Date e vi sarà dato”. Dio ci invita ad essere generosi con i nostri fratelli più bisognosi. Diamo loro, soprattutto, il nostro amore sincero, la nostra compagnia e comprensione. Madre Teresa di Calcutta diceva: “Molti mesi fa, a Melbourne, Australia, accogliemmo un uomo alcolizzato che le Sorelle portarono in casa. Il modo in cui lo trattarono e curarono per lui fu una rivelazione. Diceva, Dio mi ama. Quando lasciò la casa, tornò con la sua famiglia ed i suoi figli. Cominciò a lavorare e non bevve più una goccia di alcool. Quando ricevette il suo primo salario, venne a trovare le Sorelle e consegnandolo disse: - Desidero che voi siate per gli altri Amore di Dio come lo foste con me.
In questa stessa città andai anche a visitare un anziano. La sua casa era in uno stato orribile. Volevo pulirla, ma mi disse: - Io sto bene così. - Dopo averlo pregato, mi permise di pulirla. In casa aveva una bellissima lampada coperta di polvere. 
- Perché non accende la lampada? 
- Per che cosa? Nessuno viene a vedermi. Non ho bisogno di questa lampada. 
- E accenderà la lampada, se le Sorelle verranno a visitarla? 
- Sì, in questo caso, sì. 
Ultimamente, mi inviò un messaggio: La luce che illuminò la mia vita continua a brillare nel mio cuore. 
Tempo fa venne a visitarmi un uomo molto ricco che mi disse: Venga con un’altra sorella a visitarmi. Sono mezzo cieco e mia moglie è quasi pazza. I nostri figli sono all’estero e noi moriamo di solitudine. Abbiamo bisogno di sentire voci umane. Andammo a dare gioia con la nostra presenza. C’è molta gente che ha bisogno d’amore, cominciando da casa nostra. Date amore ai vostri figli, al marito, alla moglie, al vicino e a tutti quelli che vi sono accanto”(49). 

Apocalisse di S. Giovanni



LA TERZA COPPA  DELL’IRA DI DIO

***
In un lungo articolo, pubblicato su “Chiesa viva” n. 57 dell’ottobre 1976, e dal titolo: “Il profeta Ezechiele e la Russia”, Don Luigi Villa trattò della guerra tra Israele e la Russia, ricordando le parole del generale Mosche Dayan: «La prossima guerra non sarà con gli arabi, ma con la Russia». 
L’articolo si apre con una sintesi del piano divino che domina e dirige gli eventi di questa guerra del Re del Nord:

«... e verrai dal luogo dove stai, dall’estremità del settentrione, tu con dei popoli numerosi teco (...) un potente esercito; salirai contro il mio popolo d’Israele, come una nuvola che sta per coprire il paese. Questo avverrà alla fine dei giorni. Io ti condurrò contro il mio paese affinché le Nazioni mi conoscano quand’io mi santificherò in te sotto gli occhi loro, o Gog!» (Ezechiele 38; 15-16; 650 a. C).

In Ezechiele ci sono parecchie indicazioni che precisano questo tempo. Innanzitutto, si parla esplicitamente, diverse volte, degli “ultimi anni” (Ezech. 38; 8) e della “fine dei giorni” (Ezech. 38; 16). Inoltre, questa profezia è in un contesto che ha una precisa enumerazione cronologica degli avvenimenti che ci saranno. Prima di tutto: Ezechiele parla della restaurazione degli Ebrei in Palestina, reduci da una lunga dispersione a dimensioni mondiali.
Che sia una restaurazione materiale, non sembrerebbe esservi dubbio (Ezech. 36; 8). Anche in Ezech. 37 si parla di restaurazione materiale, come Nazione, e che, poi, verrà la rinascita spirituale.

Vi si dice, cioè, che le ossa secche «sono tutta la casa di Israele che, senza speranza, è dispersa tra tutte le Nazioni del mondo» (Ezech. 37; 11); e che in queste ossa «non c’era in esse spirito alcuno» (Ezech. 37; 8); e poi (Ezech. 38 e 39) che «prima della restaurazione spirituale, il grande nemico del settentrione invaderà Israele» (Ezech. 38; 8,16).
Ma Dio giudicherà da pari suo gli invasori nordici; e sarà questo che porterà Israele a riconoscere il vero Messia, Gesù Cristo e a credere in Lui (Ezech. 39; 6-8). Ora, Israele è risorto come Nazione nel 1948.

Non è da oggi che, nella profezia di Ezechiele, intorno a questo “Stato guida” del Nord, si è visto la Russia. Nel 1864, per esempio, il dott. John Cumming scriveva: «Io credo che questo re del Nord sia il dittatore della Russia... Che la Russia occupi un posto, un posto molto preciso, nella parola profetica, è stato ammesso da quasi tutti i commentatori». 
La prova? Ezechiele descrive questo Stato-guida del Nord come «Gog del paese di Magog, capo (o principe sovrano) di Mescec e di Tubal» (Ezech. 38; 2).
Ossia, il profeta sottolinea l’albero genealogico di questo Stato nordico.
Gog è il nome simbolico della Nazione-guida. Magog è il suo territorio. Ma Gog è anche il principe degli antichi popoli, chiamati appunto Mescec e Tubal. Ora, nella Bibbia, al capitolo che viene detto “tavola delle Nazioni” si parla di questi nomi (Genesi 10) come dei nipoti di Noè, attraverso il figlio Jafet (Genesi 10; 1,2) di cui Magog è il secondo figlio, Tubai è il quinto e Mescec il sesto.

Ezechiele, per ben tre volte, parla di questo grande nemico d’Israele, sottolineando che verrà dalla «estremità del settentrione» (Ezech. 38; 6,15 - 39; 2).
Ora, all’estremo nord d’Israele non c’è che la Russia. Il profeta Ezechiele elenca anche nomi di popoli e Nazioni che si confedereranno con la Russia (Ezech, 38; 5-6).

1. La Persia. Questo paese biblico, secondo gli esperti, è il moderno Iran.

2. La Libia. Il suo nome originario ebraico era Put. E Put era il terzo figlio di Cam. I discendenti di Put emigrarono verso l’occidente dell’Egitto e divennero il fondamento delle Nazioni arabe dell’Africa del Nord, come la Libia, l’Algeria, la Tunisia e il Marocco. La loro prima tappa fu la Libia.

3. L’Etiopia o (Cush). La parola ebraica Cush – il primo figlio di Cam – è stata tradotta col nome “Etiopia”. In Genesi, leggiamo che Mosè parla della “terra di Cush” come una zona nei pressi dei fiumi Tigri ed Eufrate, ma situata in Africa. Tutti i negri dell’Africa sono discendenti da Cush.

4. Gomer (e i Paesi d’oltre cortina).
Si sa che Gomer fu il primo figlio di Jafet e fu il padre di Ashkemaz, Rifat e Togarma. 
Il dr. Robert Young afferma che Gomer e le sue orde «si stabilirono a settentrione del Mar Nero, e di là si sparsero verso il meridione e l’Occidente, sino agli estremi confini dell’Europa».
Genesio dice che Ashkemaz è una parte delle orde di Gomer, e afferma che esso è «il nome proprio di una regione e di una Nazione nell’Asia settentrionale, derivante dai Cimmeri che sono l’antico popolo di Gomer. I moderni ebrei credono che si tratti della Germania e chiamano quel Paese con questo nome ebraico».
Giuseppe Flavio chiama questi figli di Ashkemaz “i Reginiani”. Una mappa dell’antico impero romano li colloca nell’attuale area della Polonia, Cecoslovacchia e Germania Orientale fino al Danubio. Lo stesso quadro geografico lo si trova confermato anche nel moderno Talmud.
In conclusione: Gomer e le sue orde costituiscono, oggi, l’attuale Europa Orientale che era oltre la Cortina di ferro. Germania Orientale, quindi, e Paesi slovacchi.


5. Togarma (e le sue schiere). «La casa di Togarma e tutte le sue schiere» Ezechiele (38; 6) dice provengono «dall’estremità del settentrione». 
Genesio dice che «sono una Nazione ed un Paese settentrionali, provenienti da Gomer e ricchi di cavalli e muli». Alcuni dei figli di Togarma fondarono l’Armenia. 
Il dr. Bauman prova che alcuni figli di Gomer formarono le tribù dei Turcomanni dell’Asia centrale.
Togarma, quindi, è una parte della moderna Russia meridionale e fu l’origine dei Cosacchi e degli altri popoli della parte orientale della Russia.

Dopo questa panoramica di popoli, che Ezechiele stesso dice non essere completa, non c’è da stupirsi della meraviglia del profeta davanti ad un tal numero di popoli e Nazioni che verranno coinvolti nel conflitto contro Israele. 
Ezechiele stesso, indirizzandosi al comandante russo grida: 

«... Mettili in ordine; preparati, tu con tutte le tue moltitudini che si adunano attorno a te, e sii tu per essi colui al quale si obbedisce» (Ezech. 38; 7).

Anche questo è di attualità. Forse che non è la Russia, oggi, ad equipaggiare di armi tutte le Nazioni che a lei sono e saranno legate? 
La Russia quindi è Gog.

E la Russia arma ed equipaggia questa vasta confederazione di popoli che condurrà contro Israele. Ma la Russia e i suoi satelliti saranno distrutti da Dio, e questo porterà Israele a credere in Cristo, loro vero Messia (Ezech. 38; 15 ss). 
Siamo dunque alla fase della Terza Guerra Mondiale – della quale la Madonna di Fatima aveva detto “si scatenerà entro la seconda metà del 20° secolo” – in cui tutte le Nazioni saranno coinvolte? E non era proprio questo il piano della Terza Guerra mondiale pianificato dai vertici degli Illuminati di Baviera, Albert Pike e Giuseppe Mazzini quando scrissero: 

«La Terza Guerra mondiale scoppierà tra il Sionismo politico (incluso lo Stato di Israele) e l’Islam, perché si distruggano a vicenda insieme a tutte le altre Nazioni, trascinate nel conflitto, per combattersi fino al loro completo esaurimento fisico, morale, spirituale economico»?

E questo con lo scopo finale di far ricevere ovunque ai cittadini 

«la vera luce attraverso la manifestazione universale della pura dottrina di Lucifero, rivelata finalmente alla vista del pubblico; manifestazione alla quale seguirà la distruzione della Cristianità e dell’ateismo conquistati e schiacciati allo stesso tempo»?

L’uomo ha sempre desiderato la pace, ma la Storia non fa che registrare guerre. «Pace, pace, mentre pace non v’è» (Geremia 6, 14).
Gesù stesso ha predetto che l’uomo, alla fine, avrebbe gettato il mondo in un caos di guerra così vasta e distruttiva che solo il suo personale intervento potrà farla cessare, prima che avvenga ogni annientamento di vita. 

Ecco le sue parole: «E se quei giorni non fossero stati abbreviati, nessuno sarebbe scampato» (Mt. 24; 22). Ma perché questa triste prospettiva? Perché l’uomo non è capace di far cessare le guerre? 
La risposta è semplice: «Donde vengono le guerre – dice il Signore – e le contese tra voi? Non è forse da questo, cioè dalla vostra voluttà che guerreggia nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi contendete e guerreggiate; ma non avete...» (Jac. 4; 1-2), 

Cioè: dentro di noi vi è una natura egoistica che tende ad escludere Dio per mettervi se stessa. E questo è la causa-origine di ciò che Dio chiama “peccato”. Il peccato è, appunto, questo andare voltando le spalle a Dio; è appunto questo fare di se stesso il centro. Ed è appunto per questa natura bacata (originata dal peccato originale!) che l’uomo non può avere pace, né con se stesso, né con la sua famiglia, né col suo prossimo, né – su scala più vasta – con le altre Nazioni.

***
a cura del dott. Franco Adessa

mercoledì 4 marzo 2020

Ho ardentemente desiderato.



I

Ho ardentemente desiderato di venire a Te, Gesù che stai tutto solo su tanti altari, per dirti che ti amo con tutta me stessa. Ho ardentemente desiderato di vederti, o mio eucaristico Sole.
Ho ardentemente desiderato di consumare il mio Pane che sei Tu.
Per tanto desiderio, abbi pietà della tua serva, Signore. Lasciami venire al tuo celeste altare ad adorarti in eterno, o Agnello di Dio.
Fa' che io ti veda con l'anima rapita nella tua gloria, o mio divino Sole che ora mi appari velato per debolezza della mia condizione di vivente.
Lascia che io ti ami, come ti vorrei amare, per la beata eternità.
Aprimi le porte della Vita, Gesù vita mia. Vieni, Signore Gesù, vieni.
Nella comunione di Luce perisca ciò che è carne, e lo spirito conquisti Te, mio unico e trino Iddio, solo amore dell'anima mia.

II

Gesù, che sei colpito nelle nostre chiese per mano di Satana, ti adoro in tutte le particole sparse e distrutte fra le rovine. Prendi me per tuo ciborio, per tuo trono, per tuo altare. Conosco di non esserne degna, ma Tu ami stare fra coloro che ti amano, ed io ti amo per me e per chi non ti ama.
Mi imporpori come sangue il dolore perché io divenga degno ornamento per ricevere Te, che vuoi essere simile a noi in quest'ora di guerra.
Il mio amore sia lampada che arde davanti a Te, Santissimo, e il mio olocausto incenso. Così sia.


Preghiere di Maria Valtorta, insegnate da Gesù stesso

Totale dedizione e e sottomissione della volontà senza riserva



Su di voi grava una grande responsabilità durante il percorso terreno, la quale potete però  caricare su ME STESSO, quando vi decidete di darvi a ME con tutte le vostre forze e con tutta la vostra anima. Allora potreste essere liberi da ogni propria responsabilità, perché  allora IO prendo la vostra guida e guido tutti i vostri passi, in modo che devono irrevocabilmente  terminare da ME. Questo vuol dire, che subordinate totalmente la vostra volontà liberamente a ME  e che ora avete anche sostenuto la prova di volontà, che è scopo e meta della vostra vita terrena. 

Entrare totalmente nella Mia Volontà, vi solleva di ogni responsabilità, perché allora non potete  fare altro che vivere nella Mia Volontà. 
Allora voi agirete bene e giusti, adempirete volontariamente  i Comandamenti dell’amore per ME ed il vostro prossimo, e l’avversario non potrà più nuocervi. La  vostra via terrena si svilupperà totalmente nella Mia Volontà, in modo che non esiste nessun  pericolo, che possiate percorrerla senza successo.

Datevi solo totalmente nelle Mie Mani, ed allora mediante la vostra dedizione siete diventati  completamente Miei. Allora non dovete più temere il mondo, la materia terrena vi lascerà intoccati, lo userete solamente secondo la Mia Volontà, l’indurrete al servire e gli darete  contemporaneamente l’occasione, di svilupparsi in Alto.

E questa semplice via la dovete percorrere tutti; la via della dedizione a ME, Che IO Sono poi  disposto, a sciogliervi le catene. Perché quando vi concedete a ME nella piena fede ed anche per amore per ME, allora vi sarà anche comprensibile l’OPERA DI REDENZIONE DI GESU’  CRISTO, allora prendete la via verso LUI, e da ciò riconoscete ME STESSO come vostro DIO e  CREATORE, come il REDENTORE da ogni legame.

Ma allora non avete da temere di capitare mai più nel potere del vostro avversario, perché il suo  potere su di voi è spezzato con il momento della vostra totale dedizione a ME. Allora la vostra  decisione è stata a vantaggio di ME, perché ora vi distogliete da lui e tendete del tutto  consapevolmente a ME. IO ho poi un diritto su di voi, che l’avversario non può più strapparvi da  ME, perché ora tutto il vostro amore è per ME, e questo ora non MI lascia mai più.

Quando prendete questa via sulla Terra verso ME, quando sapete, che invocate in GESU’ vostro  DIO e PADRE,Che ha sacrificato SE STESSO per voi sulla Croce, per eliminare il vostro  grave peccato d’un tempo, e quando poi siete liberi dal Mio avversario, allora avete anche presa  la giusta decisione. Allora avete di nuovo accettato l’irradiazione d’Amore, senza la quale non  esiste nessuna beatitudine.

La vostra sorte sarà allora molto più magnifica che prima, quando siete proceduti da ME  altamente perfetti, ma ciononostante eravate solo le Mie Opere, mentre ora siete maturati a figli  Miei, che IO Stesso non ho potuto crearMI, ma vi ho dato soltanto tutte le facoltà per farlo da voi  stessi per vostra propria spinta.

Ed IO vorrei rendervelo facile, e per questo ho solo bisogno della vostra totale dedizione a ME,  così che IO ora livello tutte le vostre vie in modo che non dobbiate portare nessuna responsabilità,  perché avete sempre soltanto bisogno di pensare e di agire come IO ve lo faccio sentire nel cuore,  affinché siate poi felici e beati, perché IO Stesso vi guido e conduco i vostri pensieri. Allora voi  agite bensì nella totale libera volontà, ma questa volontà si sottomette a ME in modo del tutto  evidente, e così non potete fare altro che volere ed agire giustamente.

Allora siete proceduti per la seconda volta dalla Mia Mano, ma così come voi stessi lo avete  voluto, ed ora la vostra libera volontà ha collaborato di diventare ciò che in principio non ha potuto  procedere da ME. La vostra e la Mia Beatitudine per questo aumenterà sempre di più, perché il Mio  Regno vi offrirà delle Magnificenze, di cui non potete sognare, perché ciò che nessun occhio  d’uomo ha mai veduto e nessun orecchio d’uomo ha mai udito è quello che IO ho preparato per  coloro che MI amano.

Amen.

Bertha Dudde 5 agosto 1965

LA SANTISSIMA VERGINE MARIA



STATE IN ALLERTA, una grande pandemia che è frutto della scienza mal impiegata e proviene da una grande potenza, sta per comparire tra l’umanità. 

15.08.2016

IL MISTERO DEL SANGUE DI CRISTO



La Croce mi ha segnato di Sangue

Mi sono lavata nel Sangue di Cristo avvicinandomi al Sacramento, e, nello stesso Sangue ho trovato i doni da offrire allo Sposo: il dolore e l'amore. Egli ha pianto i miei peccati ed ha prediletto l'anima mia: quella predilezione e quel pianto, ritrovati nel suo Sangue, sono il dono più gradito al suo Cuore amoroso.
Con la sua luce divina, Gesù mi fa osservare le diverse strade della sua provvidenza che mi hanno condotto alla conoscenza de' suoi tesori.
Ho percorso la strada dello studio, della espansione, della dedizione di me stessa per la gioventù, la strada del sacrificio, della fatica e delle privazioni: tutte buone strade, ma sempre basse. Quella che mi ha portato in alto, è quella del patimento.
Il patimento mi ha introdotto nella strada del Calvario; il Calvario mi ha stretto alla Croce; la Croce mi ha bagnato di Sangue; il Sangue mi ha introdotto nel Cuore di Gesù ed ora il Cuore di Gesù mi dona e ridona, a dismisura, il Sangue della grazia, della misericordia, della predilezione.
Ed è questo Sangue che ripete in me le brame di Cristo: «Exurio et sitio!».
Io non saprei aver fame e sete di Lui se la sua grazia non svelasse le sue meraviglie, se non mi partecipasse le conoscenze soprannaturali, se non mi avvicinasse continuamente alla luce di Dio riflessa sul Volto di Cristo ed al Cuore di Gesù dove si riflette l'amore di Dio. q. 13: 12 marzo

SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO




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  P. B. N. B.
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PERCHÉ DIO HA DETTO “BASTA!” ALL’UMANITÀ DI OGGI



GFD/3/334) Il racconto di Noè riguardo al piano di costruzione  dell’arca suggeritogli da Dio. La tristezza di Mahal per la sua  esclusione dall’arca. 

(GFD/3/335) L’esortazione di Noè a suo fratello Mahal per  essere stato escluso dall’arca. Mahal, accecato dalla presunzione  della propria giustizia, accusa il Signore di aver peccato contro di  lui.

(GFD/3/336) La seria domanda di Chisarell a suo padre Mahal  riguardo a come egli possa accusare Dio di peccato. Le dure critiche  di Mahal contro Dio. 

(GFD/3/337) Noè spiega a suo fratello Mahal qual è il suo errore  fondamentale. La presunzione di essere giusti e puri è la radice  principale della superbia. Mahal sfida Dio e improvvisamente il  Signore appare a lui e a Noè. 


Nella seguente Rivelazione si apprende la sfida lanciata da Mahal  a Dio e la Risposta che gli dà Dio, oltre all’importante spiegazione  sulla causa naturale del Diluvio. 

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Il Signore parla a Mahal, lui ribatte in tono di sfida e il Signore gli  dà delle risposte che lo ammutoliscono. Spiegazione del pentimento  di Dio. Enormi bacini d’acqua sotto le montagne. Le cause naturali  del diluvio su una zona limitata della Terra. 

1. Tutti allora furono presi da potente spavento di fronte  all’improvvisa apparizione del Signore, sulla sommità dell’altura,  dinanzi a Mahal e a Noè; e Noè stesso ebbe una grande paura. 

2. Ma il Signore disse a Noè: «Noè, non avere alcun timore di Me,  perché Io non sono venuto per giudicare né te, né nessun altro! Ma  siccome tuo fratello Mahal Mi ha citato dinanzi al tribunale della sua  sapienza e Mi chiama a rispondere per il Mio peccato contro la sua  giustizia, allora Io sono dovuto certamente venire per salvare il Mio  Onore di fronte a te e ai tuoi figli, come pure di fronte ai figli di  Mahal! E così dunque Io parlerò con Mahal!» 

3. A questo punto il Signore si volse verso Mahal e gli disse:  «Mahal, figlio Mio! Considerato che secondo la tua giustizia Io ho  peccato, allora indicaMi tale peccato, come pure quello contro tutto  il popolo della Terra, ed Io sono del tutto pronto a rimediare mille  volte ad ogni Mio peccato! Parla tu adesso, o Mahal, figlio Mio!» 

4. Allora Mahal si alzò e si pose dinanzi al Signore con grandissima serietà e disse: «Signore, dimmi! Perché hai detto di pentirTi di  aver creato l’uomo? Eppure hai visto fin dall’eternità come sarebbe  diventato l’uomo! Chi Ti costrinse a commettere Tu Stesso un  peccato con la creazione dell’uomo? 

5. Ebbene, non sarebbe infinitamente meglio per noi, uomini creati  da Te, se non fossimo mai venuti all’esistenza indipendente fuori da  Te, e non sarebbe stato meglio anche per Te, dato che così non  saresti di certo costretto a dire: “Mi pento!”?! 

6. Di cos’altro puoi pentirti se non di un peccato commesso  contro Te Stesso con la creazione imperfetta dell’uomo, che  conseguentemente è anche un peccato contro noi uomini, e in  modo del tutto particolare un peccato contro di me che posso  liberamente pormi di fronte a Te ad ogni istante della mia vita e  che posso chiederTi: 

7. “Signore, indicami Tu l’istante durante la mia vita dall’infanzia  fino ad oggi, nel quale io abbia peccato contro il Tuo Ordine, e se  ciò Ti è possibile, allora che io sia maledetto da Te come lo fu un  giorno il serpente! Ma se Tu non mi puoi imputare niente a peccato,  allora dimmi il motivo per cui Tu vuoi giudicare me e non anche  mio fratello!”» 

8. E il Signore disse: «O Mahal, quale tenebra orribile deve  regnare ora nella tua anima, per parlarMi in questo modo in cui  nessun essere Mi ha ancora mai parlato! 

9. Dimmi, com’è possibile che l’uomo venga immaginato più  perfetto di come egli è posto, fuori dalla Mia Onnipotenza, così  libero che può, come un secondo Dio, questionare con Me, il suo  Creatore eternamente onnipotente, a causa del suo proprio ordine!?  Com’è possibile pensare ad una libertà maggiore di questa che  consente di essere il proprio giudice e di poter peccare contro il Mio  Ordine nel quale l’intera Infinità è eternamente giudicata?!» 

10. A questo punto Mahal tacque; infatti egli scorse l’inconcepibile  perfezione dell’uomo nel suo stato di suprema libertà. 

11. Ma il Signore proseguì: «Ritieni tu dunque che il Mio  pentimento sia come quello di un uomo che abbia peccato? Oh vedi, anche qui tu sei nel più grande errore! Il Mio pentimento è solo un  dolore nel Mio Amore, il quale Amore è costretto a vedere come gli  uomini, da Me posti in così tanta suprema perfezione, si giudichino  e si rovinino da se stessi! 

12. Ritieni tu dunque che nel Mio piano vi sia stato contemplato il  giudizio e la rovina di un qualche essere umano? Vedi, Io sto  facendo sempre il contrario di ciò! 

13. Ma appunto per non giudicare l’umanità nella Mia Onnipotenza, Io ora devo purtroppo permettere che gli uomini si aprano da se  stessi e con violenza le cateratte(13) della Terra, dalle quali usciranno  poderosi flutti che sommergeranno tutto ciò che respira in questa  grandissima zona abitabile della Terra! 

14. Io previdi questo già da lungo tempo; perciò Io avvisai  sempre gli uomini. Ora però essi hanno cominciato a fare una  guerra perfino contro di Me e vogliono distruggere tutta la Terra con  i loro grani esplosivi, come ora stanno anche già facendo saltare  in aria una montagna dopo l’altra; e questo è il loro proprio  giudizio! 

15. Vedi, sotto le montagne vi sono dei grandi bacini d’acqua i  quali contengono oltre tre milioni di miglia cubiche d’acqua;  quest’acqua uscirà da sottoterra e salirà oltre le più alte  montagne di questa zona abitabile e avvolgerà anche il globo  terrestre in vapori, da cui pioverà con violenza! 

16. Oh, dimMi dunque, non feci forse bene se a Noè, l’unico  ancora rimastoMi obbediente, ho ordinato di costruire quest’arca per  salvare almeno la sua vita, se proprio nessun altro Mi vuole  ascoltare? 

17. Ora dimMi tu quando Io ti ho proibito di fare uso dell’arca, e  poi parlerò di nuovo!». 

18. Però Mahal rimase di nuovo muto; e il Signore allora proseguì come segue.  
[...] 


(GFD/3/339) Le obiezioni e le domande di Mahal riguardo alla  morte, all’immortalità, alle origini di Satana e alla sua fondamentale  malignità. Le risposte del Signore. 

(GFD/3/340) I rimproveri di Mahal verso il Signore poiché egli si  considera privo di peccati. Il dolore del Signore per essere stato  accusato da Mahal nonostante il Suo enorme amore per lui.  L’apparizione degli angeli e di Waltar. Il Signore scompare. 

(GFD/3/341) Mahal vede e parla con lo spirito di Waltar, suo  figlio defunto. Il Signore non si fa vedere Personalmente, perché  nessun essere potrebbe conservare la vita nel vederLo. Gli spiriti  che vivono nel regno dell’eterna Luce di Dio vedono la Luce nella  quale Egli dimora ma non vedono Dio. Mahal riconosce il proprio  errore e si pente. Le parole di perdono del Signore dalla nuvola  luminosa. 

Jakob Lorber – Giuseppe Vesco

ALLA SCUOLA DELL'AMORE



Esperienza di comunione

Ecco, mie care Sorelle, quello che mi sembra debba essere questo incontro reale con Dio, per la mediazione della Vergine pura: una esperienza più intima e dolce di questa comunione di vita che, mediante la mediazione di Maria, la Madre, noi vivremo col Cristo, una comunione reale con lui, anzi con lui una sola vita. E in questa comunione anche la nostra comunione con Dio, perché il Cristo è, sì, uomo, ma l'umanità del Cristo è la via che ci conduce a Dio, ed egli è anche Dio, come dice Agostino: Via e Vita.
Per entrare in questo mistero dunque si impone prima di tutto la fede! Se noi non crediamo, tutto quello che abbiamo detto diviene soltanto parole, che possono essere belle, ma che lasciano il tempo che trovano. E d'altra parte non è la fede che realizza questo mistero, ma è la fede che ci rende partecipi di questo mistero. Perciò quanto più pura e grande sarà la fede nella presenza del Cristo, nella presenza della Vergine, tanto più grande sarà l'esperienza di questa realtà nella quale Dio ci introduce.
Noi dobbiamo, in una fede pura, credere veramente che la Vergine è qui; ma noi lo dobbiamo vivere realmente questo incontro con lei, dobbiamo sentirla, riconoscerla come mamma, perché noi siamo tutti suoi figli, dobbiamo sentirei abbracciati da questa tenerezza di amore, dobbiamo sentirci invasi dalla dolcezza della sua carità.
Si diceva all'inizio di questa introduzione che Maria Santissima è continuamente in visita verso ciascuno di noi. La visita a santa Elisabetta l'ha fatta una volta sola, ma a ciascuno di voi Maria santissima è venuta in visita innumerevoli volte nella sua vita e anche stasera. Apriamo gli occhi della fede per vederne il volto, per ascoltarne la parola. Sia lei in questi giorni a parlarvi, e sarà lei che vi disporrà sempre di più non solo ad accogliere Cristo, ma ad accoglierlo in modo tale da divenire una sola cosa con lui, un solo corpo con lui, perché siete le sue spose.
Che ella vi insegni anche come ci si abbandona allo Spirito, perché soltanto nell’abbandono allo Spirito Santo si compie il mistero di questo prolungamento dell'Incarnazione che è la vita cristiana, di questo prolungamento di Incarnazione divina, che è il mistero stesso della Chiesa e della santità di ciascuno.

Divo Barsotti

EPISTOLARIO



Il discepolo 

Difficoltà morali e fisiche.   Indubbiamente la direzione costituiva un mezzo  efficace di santificazione, un appoggio morale nelle molteplici prove, a cui era  sottoposto lo spirito, ed a garanzia sicura contro eventuali illusioni.  
Nessuna meraviglia pertanto che satana vi si opponesse tenacemente, cercando di  spezzare le relazioni con i direttori, in modo particolare con due insolite  tattiche: o insinuando nell'anima la inutilità di ricorrere al direttore, o  facendole travedere il pericolo contro l'umiltà, col rendere palesi i doni  gratuiti ricevuti da Dio, ed i perduti guadagni con lo sperperare il tempo  invece di pregare, ecc.  
La reazione, però, di padre Pio era immediata e senza incrinature di sorta: "Mi  rallegro nel dover manifestare tutti i favori affatto gratuiti che questo Gesù  ha fatto all'anima mia" (14 10 1912; cf. anche 18 11 1912).  
Né si contentava di reagire alle insinuazioni diaboliche riferendo candidamente  i favori divini al direttore, ma passava decisamente al contrattacco,  permettendosi di intavolare discorsi ironici col nemico:  

"A tale diabolica suggestione io risposi in modo evidentemente sarcastico:  "debbo confessarvi [a satana] il mio torto. 
Fino al presente sono stato in un falso supposto: non vi credevo tanto bravi  nella direzione di spirito. Mi duole intanto di non potervi assumere per mio direttore, poiché il padre mio 
esercita questa carica da molto tempo e le nostre relazioni sono giunte a tal  punto che troncarle così di botto non mi riesce. Girate, girate che troverete  delle anime che vi assumeranno a direttore del loro spirito, essendo voi bravo  in tale materia""  
(14 10 1912) 

Accanto a questa coazione morale da parte di satana, si riscontra pure la  violenza fisica, perché di fronte alla tenace resistenza del tentato il diavolo  passa a vie di fatto:  
"Chi sa quanta forza debbo farmi nel comunicarle le mie cose. Dolori fortissimi  di testa da non poter quasi vedere dove pongo la penna [mentre scrivo]" (29 3  1911).  
Anzi tende ad inutilizzare le lettere del direttore, rendendole illeggibili,  imbrattando i fogli, procurando dei disguidi postali (14 10 1912) e perfino  tormentandolo fisicamente quando le scrive o quando le riceve:  

"Questa è la guerra che a tutt'oggi mi si muove ancora. Vuole [satana]  assolutamente la cessazione di ogni relazione e comunicazione con voi. E mi  minaccia che se mi ostinerò a non dargli retta, farà cose con me che mente umana  non potrà immaginare giammai".  
"Costoro [gli impuri apostati], babbo mio, non potendo vincere la mia costanza  nel riferirvi le loro insidie, si sono appigliati a quest'ultimo estremo,  vorrebbero indurmi nelle loro reti col privarmi dei vostri consigli, che voi mi  venite suggerendo per mezzo delle vostre lettere, unico mio conforto, ed io a  gloria di Dio ed a loro confusione lo sopporterò" 

PADRE PIO DA PIETRELCINA 

GUARIGIONE DEI MALI CHE COLPISCONO I BAMBINI



Gesù, i nostri antenati, col loro comportamento, hanno dato origine a tendenze negative  nei confronti dei bambini: aborti, gravidanze interrotte o indesiderate, bambini non accolti,  nascite concepite fuori del matrimonio, abbandono e sequestro dei bambini. Arresta la  continuità di queste abitudini e azioni. Dà a noi la forza di respingerle. Fa' che amiamo  sempre i bambini e li educhiamo in modo umano e cristiano. Gesù, benedici i nostri  bambini. 

Don Leonardo Maria Pompei