venerdì 5 marzo 2021

DRAGHI E L'AGENDA GLOBALISTA

 


Lettera di Mons. Carlo Maria Viganò. L’agenda globalista: Draghi rappresenta la Quintessenza del Nuovo Ordine Mondiale. Se davvero dev’esserci un Great Reset della nostra società, si compirà solo con il pentimento per le colpe pubbliche delle Nazioni  



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ET CONCULCABIS LEONEM ET DRACONEM

 

 

Super aspidem et basiliscum ambulabis,

et conculcabis leonem et draconem.

 

Ps. 90, 13

 

 

I liberi pensatori, sino al secolo scorso, potevano propagandare le proprie idee intrise di principi massonici e di retorica perché il corpo sociale non era liberale; potevano rimanere sul sagrato delle chiese, la domenica mattina, mentre le loro donne e i loro figli assistevano alla Messa, andavano a catechismo, venivano istruiti dalla Chiesa e dallo Stato ai principi morali e ai valori condivisi dell’onestà, del senso del dovere, dell’amor patrio. Potevano mandare a morire in guerra milioni di giovani vite, in nome di ideali che ancora erano legati ad un mondo essenzialmente cristiano, anzi profondamente cattolico e romano: quel mondo in cui i nostri soldati al fronte recitavano il Rosario, pregando per i propri cari e per la cara Italia, terra benedetta dalla Provvidenza, culla della civiltà e sede del Papato. Ma quei principi liberali e massonici, pur denunciati dai Pontefici e combattuti da Vescovi, predicatori e teologi, sono riusciti a far breccia nella nostra società, soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale ed ancor più dopo il nefasto Sessantotto.

Ci siamo così ritrovati, per il necessario e inevitabile ricambio generazionale, ad avere un’intera classe dirigente che è stata formata alla scuola del libero pensiero, all’ideologia massonica, all’indifferentismo religioso, alla laicità dello Stato e alla conseguente crisi morale del Paese. Decenni di indottrinamento hanno cancellato l’eredità religiosa e morale dell’Italia, portando gli Italiani a vergognarsi di un passato glorioso e a rinnegare duemila anni di Cristianità.

Doveva essere una scelta di progresso, senza privilegiare la verità a discapito dell’errore, senza riconoscere il primato del bene sul male, senza imporre leggi e dottrine con la forza ma promuovendone l’applicazione con la scelta consapevole; ci ritroviamo una Nazione corrotta, che approva il concubinato e l’aborto, promuove la sodomia e la perversione, riconosce diritti al crimine e deride o addirittura condanna l’onestà, la rettitudine, la virtù. In nome della tolleranza ci è stato chiesto di consentire legittimità al male, rassicurandoci che comunque il bene non sarebbe stato ostacolato: oggi lo Stato garantisce e tutela il male ed è giunto a vietare il bene. Si possono commettere i crimini più abominevoli, come uccidere una creatura innocente nel ventre materno o l’anziano inerme e il malato terminale nel letto d’ospedale, ma è proibito difendere la vita, la famiglia, la Religione.

D’altra parte, l’essenza del liberalismo – che, ripeto, è l’applicazione politica e sociale dei principi della Massoneria – risiede proprio nel disarmare progressivamente la maggioranza dei buoni, e al contempo nel sostenere e rafforzare la minoranza dei corrotti, sotto il pretesto di una presunta quanto assurda parità di diritti. Eppure non dovrebbe essere così difficile, se si usasse un po’ di raziocinio, comprendere che la sola idea di uguaglianza è assurda, perché presuppone un appiattimento delle differenze, un’omologazione delle diversità che di fatto finisce col cancellare ciò che viceversa dovrebbe rendere il corpo sociale – e quello ecclesiale per coerenza – efficiente in tutte le sue membra, diverse ma armonicamente connesse.

Pretendere che un piede possa vedere o che una mano possa ascoltare, o ridurre le funzioni degli organi al minimo comun denominatore è un’operazione assurda e sciagurata, come lo sarebbe pretendere che in un’automobile la frizione svolga la funzione delle ruote o che il motore faccia il lavoro dei fari. Eppure nella cosa pubblica si lascia comandare chi non è costituito in autorità, si permette di definire famiglia un’unione che per natura è destinata alla sterilità del vizio, si riconosce il diritto di decidere se una legge sia giusta non a chi ha la saggezza e la prudenza di farlo, ma a chi antepone il proprio interesse particolare al bene comune. E si finisce con l’adorare il vitello d’oro rifiutando il culto esclusivo al Dio vivo e vero. In questo la democrazia rivela la sua debolezza, dal momento che pone come postulato una bontà innata nella moltitudine, che viceversa è incline al male e al peccato e che ha bisogno di esser guidata da un’autorità che abbia come modello valori trascendenti.

Questa corsa verso il baratro ha i chiarissimi connotati della nemesi, punizione di una hybris che non conosce freni, che sfida il Cielo, che nella vertigine della ribellione e del caos rifiuta ogni gerarchia e ogni ordine impresso dal Creatore e Signore di tutte le cose. Solo così possiamo comprendere le decisioni scellerate dei governanti, dalla gestione dell’emergenza pandemica all’indiscriminata accoglienza degli immigrati clandestini; solo così riusciamo a vedere la follia che unisce in un unico disegno fatti apparentemente scollegati tra loro. Cercare una qualche ragionevolezza nelle parole del sedicente esperto che impone le mascherine per proteggere la popolazione da un virus influenzale, o nell’ordine dell’autorità di chiudere le scuole e i ristoranti mentre sui mezzi pubblici i cittadini sono costretti a viaggiare stipati asseconda questa follia, riconoscendole una razionalità e una logicità che non può avere. Così come è assurdo contestare la presunta inevitabilità dei prestiti che l’Italia dovrebbe richiedere all’Unione Europea, dopo che questa – con modalità criminali degne dei peggiori usurai – ha creato scientificamente le premesse sociali ed economiche della crisi economica. È altrettanto assurdo chiedersi perché le cure per il Covid siano boicottate per favorire cosiddetti vaccini sperimentali realizzati con feti abortivi e dagli effetti ancora ignoti, quando è evidente che la pandemia è stata pianificata con lo scopo da un lato di arricchire spropositatamente la lobby farmaceutica e dall’altro di imporre misure di controllo altrimenti inaccettabili.

Ma se questo nostro atteggiamento costruttivo e aperto al confronto poteva in qualche modo esser giustificato e scusato fino a qualche anno fa in nome di una parziale comprensione del quadro globale, oggi esso rischia di degenerare in una sorta di complicità ottusa, perché la presunzione di buonafede da parte dei nostri interlocutori è stata ampiamente sconfessata. Le vicende recenti della crisi del governo Conte bis e la fiducia accordata al governo del Presidente Draghi non fanno eccezione, e se non stupisce il generale entusiasmo dei partiti anche della cosiddetta opposizione, lascia sconcertati il consenso delle vittime alla nomina di un carnefice ben peggiore dell’avvocato di Volturara Appula.

Pare anzi che l’avvento del cinico tecnocrate sia stato salutato con sollievo, dopo un anno di reboanti proclami e plateali fallimenti del predecessore e di tutta la sua grottesca accolita di impresentabili. Se infatti vi è stato chi fino a ieri deplorava la pessima gestione della pandemia a colpi di DPCM tanto illegittimi quanto devastanti, oggi l’efficienza nel perseguimento del medesimo piano sembra rappresentare un miglioramento, come se il condannato a morte si rallegrasse della migliore affilatura della lama della scure, mentre abbassa consenziente il capo sul ceppo per ricevere il colpo del boia.

Gli Italiani, indotti alla soggezione e alla servitù dal martellamento dei media e da un’operazione di manipolazione delle masse, sono stati ancor più obbedienti di altre Nazioni apparentemente più disciplinate: mentre nelle nostre città qualche politico raccomanda il distanziamento sociale durante timide manifestazioni di protesta, in molti Paesi europei i cittadini scendono in piazza spontaneamente e fronteggiano la repressione violenta delle forze dell’ordine con determinazione. Mentre la nostra “opposizione” si scandalizza per l’inefficienza del commissario Arcuri nella distribuzione dei vaccini, all’estero gruppi di avvocati e medici ne denunciano la pericolosità e si oppongono all’obbligo vaccinale, ottenendo che le stesse autorità ne vietino la distribuzione. E se c’è chi viola per esasperazione norme palesemente illegittime, in Italia è criticato come irresponsabile proprio da coloro che, non fosse che per calcolo politico, dovrebbero cavalcare la rivolta e dimostrare quanto sia assurdo chiudere le attività commerciali in assenza di evidenze scientifiche che legittimino l’adozione di misure così drastiche.

Mario Draghi rappresenta la quintessenza della tirannide del Nuovo Ordine, nella sua cinica competenza, nella professionalità della sua azione devastatrice, nell’efficienza dei suoi funzionari. E non stupisce che egli sia stato educato, come Joe Biden e tanti altri leader globalisti, alla scuola ideologica dei Gesuiti. Non stupisce, ed anzi non avrebbe potuto essere altrimenti: solo una struttura fortemente gerarchica e quasi militare poteva manipolare le giovani coscienze di intere generazioni, con diabolica lungimiranza, preparando l’avvento di una società tirannica e disumana. L’abbiamo visto in Italia, ben prima del Sessantotto, quando i professori universitari salutavano con scomposto entusiasmo l’elezione di Roncalli, amico del modernista Bonaiuti, ben sapendo come la sua apparente bonomia nascondesse una mente avvelenata dalle dottrine combattute da San Pio X e ancora avversate da Pio XII fin sul letto di morte. L’abbiamo visto negli Atenei di mezza Europa e nelle Università cattoliche americane, da cui sono usciti i protagonisti del Vaticano II e del postconcilio, gli agit-prop del Movimento Studentesco e dei sindacati di sinistra, i terroristi delle Brigate Rosse e gli ideologi della Teologia della Liberazione, i teorizzatori della liberazione sessuale, del divorzio e dell’aborto. Potremmo affermare che negli ultimi decenni non si sia avuto alcun evento politico, sociale, culturale e religioso che non abbia trovato un potente ispiratore nei Gesuiti. I quali, dopo aver rinnegato il giuramento e i voti pronunciati il giorno della loro Professione, hanno messo a disposizione del nuovo padrone la loro rete di relazioni e la loro capacità di infiltrare i propri emissari nei posti chiave della politica, dell’amministrazione pubblica, dell’istruzione, della cultura, dei media, dell’imprenditoria e della finanza. Una rete che replica, forse con maggior efficienza e incisività, quella non meno eversiva delle sette massoniche e delle conventicole di cospiratori.

Giuseppe Conte, homo novus sponsorizzato oltretevere da Prelati ampiamente compromessi con la peggiore politica democristiana e cattocomunista, ha svolto la sua funzione di inconsistente burattino dalle ambizioni tanto ridicole quanto velleitarie: la sua parabola ha consentito il perseguimento di un progetto di ingegneria sociale che prevedeva proprio un avvocato sine nomine come ignaro esecutore degli ordini del burattinaio globalista. E che proprio facendo leva sulla sua vanità ha potuto usarlo per imporre alla popolazione decisioni devastanti, senza alcuna ratifica del Parlamento né tantomeno della volontà degli elettori. Ma il suo ruolo chiaramente temporaneo, quasi come una comparsa, si doveva esaurire nel momento in cui, divenuta evidente la sua inconsistenza e imperizia su tutti i fronti, si sarebbe reso necessario quel “cambio di passo” che già dalla scorsa estate qualche raro osservatore della politica italiana prevedeva si sarebbe realizzato con l’avvento di Mario Draghi, ex Governatore della BCE, esponente della lobby finanziaria e naturale erede di Mario Monti.

Potremmo vedere un istruttivo parallelo di questa situazione nello speculare ruolo che il gesuita Jorge Mario Bergoglio si è visto assegnare dalla cosiddetta Mafia di San Gallo: anche l’Argentino, fino ad allora quasi sconosciuto, è stato eletto Papa per demolire le ultime vestigia della Chiesa Cattolica; e come Conte, anche Bergoglio crede di essere l’autore di un cambiamento radicale ed irreversibile, pensando di passare alla storia mentre chi lo manovra ha già designato chi prenderà il suo posto. Anche in questo caso la vanità, l’egocentrismo, anzi il delirio di onnipotenza del personaggio gli impediscono di comprendere di essere usato e che l’appoggio di cui oggi beneficia si tramuterà in spietato cinismo non appena i suoi disastri saranno abilmente enfatizzati dai media. L’uno e l’altro hanno un simile destino, né farà eccezione Joe Biden, la cui Vicepresidente Kamala Harris attende con impazienza il momento in cui il copione prevederà l’estromissione del corrotto democratico col pretesto della sua salute mentale e fisica.

È quindi importantissimo, e parimenti ineludibile, che quanti hanno a cuore le sorti della Patria comprendano che il Presidente Draghi in nulla si discosterà dall’agenda globalista, se non nella maggiore efficienza con cui la realizzerà. Nutrire la speranza che il tecnocrate al quale si deve la devastazione della Grecia possa in qualche modo venir meno al suo compito è da sprovveduti, così come è ogni forma di collaborazione o di supporto a questo governo non può che condurre inesorabilmente alla ulteriore perdita di sovranità nazionale e all’asservimento completo al Nuovo Ordine. Non dimentichiamo che il gabinetto del Primo Ministro annovera personaggi quali Vittorio Colao e Roberto Cingolani, per i quali il Great Reset è ormai in stadio avanzato di compimento, con o senza il consenso degli elettori. Chi governa oggi, in Italia come negli Stati Uniti, non considera minimamente rilevante che il proprio potere sia usurpato con manovre di palazzo o con frodi elettorali, né che il totem della democrazia grazie al quale ha potuto illudere le masse sia sostituito da una crudele dittatura, con o senza l’alibi dell’emergenza pandemica. Sappiamo bene che era tutto programmato da anni, e che per realizzare fino in fondo il progetto globalista l’élite non esiterà a violare i diritti fondamentali, col pretesto di farlo “per il nostro bene”. Ma sappiamo anche che quanto più ci avviciniamo alla fine dei tempi, tanto più la Provvidenza moltiplica le grazie per il pusillus grex che rimane fedele al Signore.

Se sapremo capire che ciò che avviene in Italia fa parte di un unico copione sotto un’unica regia, riusciremo a cogliere la coerenza tra fatti apparentemente eterogenei, e soprattutto comprenderemo che le motivazioni che vengono addotte per legittimare provvedimenti in violazione delle libertà naturali degli individui non sono altro che pretesti, tanto falsi quanto razionalmente incongruenti. E siccome tutto si regge su una colossale menzogna, sarà sufficiente che crolli uno solo degli inganni per far sprofondare l’intera Torre di Babele globalista, i suoi gerarchi, i suoi sacerdoti, i suoi cortigiani, i suoi servi. Cadent a latere tuo mille, et decem millia a dextris tuis; ad te autem non appropinquabit: il Salmo 90 ci ricorda la protezione dell’Altissimo, la punizione che aspetta i peccatori; ci sprona a riporre la nostra fiducia in Dio, il Quale manderà i Suoi angeli per proteggerci lungo il nostro cammino.

Non lasciamoci sedurre dall’apparente ineluttabilità del male: Satana è l’eterno sconfitto, sia che cerchi di distruggere la Chiesa di Cristo – roccia incrollabile per le stesse parole del Salvatore – sia che si accanisca su quel che rimane dell’umano consorzio. E se davvero dev’esserci un Great Reset della nostra società, esso si compirà solo con il pentimento per le colpe pubbliche delle Nazioni, con un nuovo rinascimento della Cristianità, con un ritorno alla Legge di Dio. Fiat volutas tua, recitiamo nel Padre nostro: sia questa la nostra agenda, sull’esempio della Vergine Santissima, Nostra Signora e Regina, che per prima ha calpestato l’aspide e il basilisco, ha schiacciato la testa del leone e del drago.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo 

3 Marzo 2021

 

giovedì 4 marzo 2021

 



 

Regina della Famiglia

 


Apparizioni a Ghiaie


PARERI FAVOREVOLI 


Da parte di uomini di scienza 

Padre Agostino Gemelli, fondatore e rettore dell'Università  Cattolica di Milano, psichiatra e psicologo di fama internazionale,  nello studio fatto su Adelaide esclude ogni ipotesi di spiegazione  naturale delle apparizioni, e lascia intendere che l'unica  spiegazione è quella soprannaturale. 

La prof. Agata Sidlauskaitè, assistente del laboratorio di  psicologia dell'Università cattolica di Milano, studiosa dei  problemi dell'età evolutiva, dopo nuove e prolungate osservazioni  sulla bambina Adelaide Roncalli, conferma ampiamente il  giudizio di padre Gemelli. 

La dott. Eliana Maggi, medico condotto di Pontida  (Bergamo), dal 19 maggio 1944 ha partecipato a tutte le apparizioni. Ha osservato attentamente Adelaide durante e dopo l'estasi, e l'ha definita:  "mens sana in corpore sano", cioè, mente sana in un corpo sano. 

È stata testimone di guarigioni prodigiose, di fenomeni luminosi  straordinari. Ha sempre manifestato la sua convinzione sulla attendibilità delle  apparizioni. 

Il dott. Giulio Loglio, medico condotto di Bonate Sopra  (Bergamo), presente alle apparizioni dal 20 maggio, dinanzi alla guarigione di  Previtali Olimpia, come ho già scritto, disse: "Io non sono un cattolico fervente,  ma se questo non è un miracolo, bisogna negare tutti i miracoli di tutti i santuari". 

Lo stesso dott. Loglio, l'11 giugno 1946 dichiarò: "Anche in passato,  quantunque poco praticante, ho sempre avuto fede nella religione cattolica, ma da  quel tempo, (cioè dalle apparizioni, n.d.r.) ho sentito nascere in me una fede  religiosa più viva e ardente, che dura ancora". 

Il dott. Pietro Ruggeri di Ponte S. Pietro (Bergamo), presente ad alcune apparizioni, afferma l'autenticità dell'estasi di Adelaide. 

I dottori Zonca Giovanni e Borroni Vittore, descrivono l'estasi di Adelaide, rilevandone la naturalezza e l'autenticità. 

Il prof. Ferdinando Cazzamalli di Como, che non si può  certo porre tra i favorevoli alle apparizioni, segnala in coscienza le  guarigioni di Villa Anna e di Sala Anna come degne della  massima considerazione dal punto di vista delle guarigioni  prodigiose. 

Il prof. Antonio Poli, direttore dell'Istituto Ortopedico Matteo Rota di Bergamo, dichiara la guarigione improvvisa di suor Antida  Gasparini, avvenuta con modalità non consona alle leggi naturali. 

Il dott. Ferruccio Galmozzi, primario della divisione sanatoriale  dell'Ospedale maggiore di Bergamo, condivide il giudizio del prof. Poli ed  aggiunge che la guarigione di suor A. Gasparini, non è spiegabile al lume  delle nostre conoscenze scientifiche. 

Il dott. Massimo Moretti di Bergamo dichiara che Giulia  Pagnoncelli è guarita prodigiosamente in dipendenza di un fatto  soprannaturale. 

Il prof. Giuseppe Lazzati, già rettore dell'Università Cattolica  di Milano, personalità di straordinaria ricchezza del laicato cattolico italiano,  dal lager di Oberlangen (Germania), dove era internato, a proposito delle  apparizioni di Ghiaie, il 16 agosto 1944, al fratello Agostino, tra l'altro, scrive: 

"...Che da tutto questo marasma venga il sospirato bene! Non ne sarà  (parola illeggibile) il fatto di Bonate? Ne sono giunte tante e talora così  gratificanti voci da farmi pensare non si tratti di fantasia ma di una nuova  Fatima. Lo voglia il Cielo!"(v. Marilena Dorini, Giuseppe Lazzati:  Gli anni del Lager, 1943-1945, A.V.E., Roma 1989, pp. 125-126). 

È da notare che le apparizioni di Ghiaie furono conosciute nel mondo con  una rapidità ed estensione che ha dell'incredibile, date le difficoltà del tempo di  guerra per la comunicazione di notizie come questa, anche nei luoghi dove  era più difficile farle arrivare, a causa della censura rigorosa, come nei lager  nazisti, o nei campi degli alleati, in India, nel Medio Oriente, ecc., dove erano  rinchiusi i prigionieri italiani. 

Tutto ciò è senza una spiegazione adeguata? No sicuramente. 


Da parte di esperti di vita spirituale 

Fra Cecilio, di Serina (Bergamo), cappuccino di eccezionali virtù unanimemente riconosciute, fu incaricato dal cardinale Ildefonso Schuster di interrogare la bambina Adelaide  Roncalli quando era ospite della sig.na Ersilia Galli, di Milano. 

A chi rammaricandosi gli diceva: le apparizioni di Ghiaie  non sono ancora riconosciute dalla Chiesa, rispondeva: "Il  Signore sa che noi abbiamo dei cuori duri; però aspetta ancora  per vedere se può modificarci meglio...Noi che crediamo a  Bonate non offendiamo nessuno". 

Monsignor Bartolomeo Verzeroli, di Cene (Bergamo),  professore di filosofia presso la Pontificia Università Lateranense di Roma, fu sempre convinto dell'autenticità delle apparizioni e dopo l'atto vescovile del 30 aprile 1948, disse: "Se oggi  non consta, domani consterà". 

Monsignor Giuseppe Piccardi, di Castione della Presolana (Bergamo), affidò sempre alla Vergine la sua vita di sacerdote; fu guida spirituale illuminata, parroco e poi canonico della  cattedrale. Con la prudenza e la capacità di discernimento, proprie dell'uomo incline alla vita contemplativa, e aperto all'azione dello Spirito, aderì fin da principio alle apparizioni. 

Monsignor Vittorio Masoni, di Almenno San Bartolomeo (Bergamo), canonico della cattedrale, vicario capitolare tra  il 1914-1915, inviò nel maggio 1945, al parroco di Ghiaie, don  Cesare Vitali, uno scritto in difesa delle apparizioni, spinto dall'amore alla Madonna e dalla riconoscenza per le tante grazie  da Lei ricevute. 

La difesa delle apparizioni di monsignor Vittorio Masoni  è degna di attenzione, perché scritta da un sacerdote stimato per  la scienza, l'integrità della vita, e da un testimone diretto di quei  fatti straordinari. 

Monsignor Masoni, tra l'altro, scrive: "La piccola Adelaide Roncalli, di soli 7 anni, ingenua, semplice ed incapace di  fingere ed inventare le cose che essa dice di aver sentito dalla  Signora da lei vista e che le parlò in dialetto bergamasco, fu sottoposta a parecchi esami e fu trovata sana e normale (relazione  di P. Gemelli), né suscettibile di illusioni ed allucinazioni. Monsignor vescovo stesso volle personalmente interrogare la fanciulla sui fatti che la riguardavano. Le apparizioni ad Adelaide  della Signora biancovestita avvennero nei giorni ed ore previamente ad essa indicati dalla medesima. 

Parimenti i movimenti e le variazioni della luce del sole si  verificarono a vista di tutti, nei giorni e nelle ore in cui avvenivano le manifestazioni della Signora ad Adelaide... 

Ora mi sembra che ci si possa e debba chiedere, di quale  natura sono e da dove provengono queste manifestazioni e questi  fatti insoliti... 

Sono forse effetto del caso? Se fosse così sarebbe troppo  valorizzata questa causa che realmente non esiste, e che non può  ritenersi sufficiente per spiegare non un avvenimento qualunque,  ma una serie di fatti concatenati, previsti e prima annunciati. 

Se non sono prodotti dal caso da dove essi provengono?  Hanno origine da un essere intelligente e superiore  all'uomo, e non può essere che il demonio o Dio benedetto.  Certamente non può essere il demonio perché Dio non può permettere a questo suo nemico e dell'uomo di avvalersi delle cose  più sacre e religiose, e specialmente della Beata Vergine, che gli  schiacciò il capo, per confondere e ingannare i fedeli. Come si  potrebbero spiegare lo spettacolo di immense folle in preghiera  sul luogo delle apparizioni e le numerose conversioni di peccatori, non esclusi ecclesiastici e religiosi?... 

D'altra parte, la Chiesa per formulare il suo giudizio sulla  natura delle apparizioni o rivelazioni private, cioè fatte a persone private, tiene conto della persona cui fu fatta l'apparizione, del contenuto delle rivelazioni, delle circostanze che accompagnarono e degli effetti che seguirono tali fatti (v. don Ceriani, 

Italia di Milano, 21 giugno 1944). 

Ora nel caso nostro la persona, cioè Adelaide, esclude  ogni sospetto; il contenuto delle rivelazioni, non solo non è contrario alla fede e alla morale cristiana, ma ad esse è in tutto  conforme; le circostanze e gli effetti, seguiti a questi fatti, sono  tali da far ritenere le une e gli altri esenti da ogni sospetto di  intervento diabolico. Sennonché, come scrive nell'Italia il  precitato Ceriani, il 22 giugno 1944, la prova decisiva che  porta ad un giudizio positivo sulla esistenza e la natura  soprannaturale delle apparizioni e rivelazioni private è data  sempre ed esclusivamente dal miracolo, rigorosamente provato  nella sua certezza storica e documentato nel suo valore  preternaturale...". 

Prese in esame alcune obiezioni all'autenticità delle apparizioni di Ghiaie, monsignor Vittorio Masoni si sofferma, in particolare, su due: la supposta mancata profezia della fine della  guerra entro due mesi, e la asserita mancanza di guarigioni che  resistano all'esame della scienza medica. 

Alla prima risponde: "Il cardinale Schuster di Milano  quando vide che passati i due mesi previsti non era venuta la  pace, in una lettera inviata alla sua diocesi, scrisse che il non  essersi verificato l'evento che si sperava, non voleva dire che  esso fosse stato erroneamente predetto, perché nelle manifestazioni di cose future vi possono essere delle oscurità, che si chiariscono con gli avvenimenti futuri. Applichiamo questo principio al caso nostro, e si vedrà che ciò che fu predetto avvenne.  Dapprima è da rilevare, che quando si prediceva la fine  della guerra e la venuta della pace, non si voleva dire che la  guerra sarebbe cessata di punto in bianco...Sarebbe stato un  miracolo, un avvenimento inconcepibile, che Dio poteva fare,  ma che nell'andamento delle cose umane, nelle quali agiscono  le cause seconde, non suole fare. 

Ciò premesso, si osservino le date e gli avvenimenti seguiti alle apparizioni delle Ghiaie. I due mesi indicati dalla  fanciulla dovevano decorrere da quando ella li predisse, cioè,  non prima del 21 maggio 1944. Orbene il 20 luglio, e cioè due  mesi da allora, avvenne l'attentato a Hitler autore della guerra.  L'attentato fallì, ma se anche Hitler fosse morto, la guerra non  sarebbe finita subito...È vero storicamente che dal luglio 1944,  la guerra virtualmente finì...". 

Alla seconda obiezione, sulle guarigioni non provate dalla  scienza medica, egli replica: "Esse sono molte e furono costatate da chi aveva incarico ufficiale di farlo...Fra le altre accenno  a quella dell'operaio di Rovetta (Bergamo), prodigiosamente  guarito..." 

Le guarigioni, i fenomeni solari, le conversioni ed altri  segni rendono così credibili le apparizioni da fare scrivere a  monsignor Masoni: "Come si può dubitare della verità dell'apparizione della bianca Signora a Roncalli Adelaide? Ma chi era  poi questa bianca Signora? Tutti lo sanno, tutti lo pensano e  sanno di non sbagliare. E allora se non si vuole chiamare  Madonna delle Ghiaie la Vergine che ivi è apparsa, come si  chiama di Lourdes, di Fatima la Madonna apparsa in tali località, si permetta almeno che il luogo delle Ghiaie sia consacrato  alla memoria dei fatti avvenuti, con la celebrazione della Santa  Messa nella cappella già costruita ad onore della Beata Vergine,  senza impedire che i fedeli, spinti dalla loro devozione, vi si  rechino anche con pellegrinaggi. 

Meno di questo non so che cosa si possa chiedere; almeno  questo è necessario dare, perché non si tramutino in una vera  turlupinatura fatti così importanti, avvenuti alla luce del sole,  sotto gli occhi di migliaia di persone, costatati da persone a ciò  autorevolmente designate. 

Mi si potrebbe chiedere: a quale scopo ho fatto questo  lavoro, mentre da chi ne ha il diritto e il dovere, si sta redigendo  un processo regolare? Ecco la mia risposta. Essa naturalmente  non servirà che a me personalmente, ma è questo che per me  importa. 

Orbene dico: o il giudizio che si darà dall'autorità ecclesiastica sarà che nei fatti delle Ghiaie si verificò una illusione,  una esaltazione collettiva, in modo che è da ritenersi fatto come  dimostrato ed autorevolmente costatato, nulla essersi verificato  di preternaturale, ovvero che non consta in detti fatti e manifestazioni sia intervenuto qualche cosa di soprannaturale. Nella  prima ipotesi docilmente mi piegherò ed accetterò la sentenza  pronunciata supponendo che chi così giudica abbia avuto prove  evidenti che escludono l'intervento del soprannaturale. Invece  nella seconda ipotesi conserverò la mia libertà di pensare diversamente; cioè penserò che veramente nei fatti di cui si tratta  intervenne la mano di Dio, il quale quando che sia e a Lui piaccia farà trionfare la verità". 

Il 18 maggio 1945, monsignor Vittorio Masoni scrive ancora a don Cesare Vitali. 

Egli ritorna sul fatto della contemporaneità delle apparizioni e dei fenomeni solari, avvenuti in alcuni giorni e preannunciati da Adelaide, e si chiede: "Il fatto o le manifestazioni a  Roncalli Adelaide sono illusioni o sono invenzioni? Ritengo che  nessuno penserà di rispondere affermativamente alle domande  fatte perché Roncalli Adelaide è sanissima, e all'infuori del  tempo che passava vedendo la bianca Signora, continuava la sua  vita di giochi e trastulli colle compagne, forse anche bisticciando con loro. Essa era sempre la buona Roncalli Adelaide di  prima. 

Detti fatti e manifestazioni furono causati unicamente  dalla prima, diciamo così, investitura che Adelaide ebbe dall'alto, e da quel primo fatto avvenuto ad insaputa sua e di tutti  seguirono gli altri. Quel fatto fu dunque fuori e superiore alle  forze della natura;provenne da causa non umana, certamente non  diabolica, perché l'Adelaide disse che la Madonna le aveva  indicate le cause della guerra e le aveva detto che era necessario  pregare e fare penitenza per ottenere la pace. Tutto ciò non  sapeva, né poteva inventare una fanciulla di appena 7 anni". 

Alla fine della lettera, monsignor Masoni scrive: "Dopo  quanto ho detto, e quasi per vedere se sia possibile avere altre  conferme delle apparizioni della Madonna alle Ghiaie, mi si  potrebbe chiedere se la Madonna in quelle giornate sia là apparsa  anche ad altre persone oltre che all'Adelaide. 

A proposito di tale domanda...mi limito a fare il nome di  due persone. La prima è il prevosto attuale di Vertova sac. dott.  Bartolomeo Ferrari che di ritorno a Bergamo, in una delle  domeniche di maggio 1944, mi disse di aver visto colà la  Madonna. Con lui erano anche altre persone che esso potrà indicare. 

La seconda è Paruta Maria abitante qui in via Arena n. 4,  come domestica del sig. Ponti Giulio. Essa è sicurissima di aver  vista la Madonna alle Ghiaie in una determinata domenica e  come lei la videro anche altre persone che erano vicine a lei (non  tutte però...perché forse questo è il mistero di Dio). Inoltre essa  avendo invocata la Madonna delle Ghiaie in un gravissimo  frangente, che le poteva costare la vita, dice di averne sensibilmente sentito aiuto e soccorso, Essa potrà precisare fatti e circostanze di somma rilevanza. 

Caro prevosto ho scritto quello che sentivo in coscienza di  dire e spero che anche altri i quali sono persuasi della verità  delle cose, non facciano i muti adesso". 

Viene spontaneo chiedersi se le persone indicate da monsignor Masoni, e molti altri testimoni sono stati interrogati dalla  commissione teologica e dal tribunale ecclesiastico. 

Intanto il tempo passa, e muoiono i testimoni diretti dei  fatti che soli contano per stabilire la verità delle apparizioni,  mentre si aspettano chissà quali altri avvenimenti. 

Monsignor Vittorio Masoni, il 20 novembre 1945, manda  una nuova lettera a don Cesare Vitali. Egli scrive: "Dopo aver  letto attentamente l'elaborato a stampa, senza revisione ed  imprimatur dell'autorità ecclesiastica, del sac. Luigi Cortesi intorno a quello che egli chiama il problema delle Ghiaie di  Bonate, credo bene farvi conoscere alcuni miei rilievi...autorizzandovi, anche questa volta, a fare del mio scritto quell'uso che  giudicate migliore...e di comunicarlo, se credete, anche a monsignor vescovo. Si tratta di cose della più alta importanza sotto  ogni rispetto, e mi pare bene che chi sente il dovere esprima e  faccia conoscere i suoi apprezzamenti e le sue vedute, per amore  della verità e più ancora per l'onore della nostra cara Madre, la  Madonna, ed anche della nostra diocesi, alla quale Essa si  mostrò anche nelle altre disastrose guerre così benigna e buona... 

Se si ammette quello che don Cortesi afferma nell'epilogo  del suo lavoro e cioè che le visioni della Beata Vergine avute da  Adelaide sono il prodotto di una bugia da essa continuata ed  ostinatamente mantenuta fino a poco tempo fa, bisogna dire che  quella bambina di appena sette anni, fu di una capacità straordinaria, sorprendente e ragionevolmente inammissibile". 

Monsignor Masoni rileva che il Cortesi, come risulta dal  suo libro, prima indusse Adelaide a dire che le sue visioni erano  tutte inventate, eccetto la prima, e poi, spinse la bambina ad  affermare che non era vera nemmeno la prima. Per questo ed  altri motivi egli chiama l'azione del Cortesi una inquisizione  sleale, subdola. 

Egli scrive: "Don Cortesi fu il costruttore della prima relazione sulle apparizioni, ne era entusiasta...relazione che indusse  mons. vescovo a permettere l'acquisto del terreno, l'erezione  della Cappella fatta sullo stesso luogo, poi chiamata rifugio contro ogni ragione, e a fare la visita personale sul luogo, dove  recitò pubblicamente con i fedeli presenti il S. Rosario. Ora  invece don Cortesi nel suo elaborato vuole essere il demolitore  spietato di quanto aveva prima costruito. Chiedo: quale delle due  relazioni espone la verità? Si deve credere alla prima o alla  seconda? Per essere benevoli bisognerebbe dire: né all'una, né  all'altra perché don Cortesi che dice il sì ed il no della stessa  cosa non è attendibile. Invece bisogna ritenere vera la prima perché fatta al tempo degli avvenimenti e perché essa è  conforme alle relazioni in argomento fatte da altre persone  appositamente incaricate da mons. Vescovo, quale la dott. Maggi  di Pontida, che nel dicembre 1944, inviò una relazione scritta a  mons. vescovo...". 

Mons. Masoni afferma che l'indagine del Cortesi è superficiale, lacunosa ed in essa non sono messi nella giusta luce fatti  fondamentali per accertare la verità delle apparizioni, come le  guarigioni, i fenomeni solari e i frutti spirituali. Inoltre, egli si  domanda: perché don Luigi Cortesi si è presa la libertà di parlare  e di scrivere contro le apparizioni, mentre era già costituita la  commissione teologica che doveva indagare su quei fatti. 

Dopo aver auspicato un processo regolare, in conformità  alle leggi canoniche, per l'esame dei fatti di Ghiaie, conclude:  chi dice, con il Cortesi, che l'Adelaide mentì afferma, pure, che  il Signore a la Vergine con i loro interventi prodigiosi hanno  avvalorato tale menzogna, cioè bestemmia. Ed aggiunge: "La  bugia l'Adelaide la fece dopo, quando cioè, don Cortesi avendola  prima lungamente e subdolamente lavorata arrivò a persuaderla  ed a farle dire ed anche a scrivere, di non avere vista la  Madonna, ma di aver fatto e mantenuto per tanto tempo una  bugia...Ma di questa bugia l'unico responsabile è il rev. Don  Cortesi...". 

Padre Giuseppe Petazzi S.J., di Sesto S.Giovanni  (Milano), professore di filosofia, scrittore e predicatore noto in  tutta Italia, fu ispiratore e guida di congregazioni religiose; diede  inizio alla Pia Associazione Lampade Viventi, all'Istituto  secolare Ancelle della Madre di Dio e al periodico Lampade  viventi. 

Dedicò molta parte della sua vita, caratterizzata da un amore filiale alla Madre di Dio, alla direzione spirituale. 

Padre Petazzi, in risposta ad una lettera del parroco di  Ghiaie, don Cesare Vitali, il 21 novembre 1944, così scrive: "Rev.  E carissimo parroco, le sono molto riconoscente per la sua graditissima lettera. Mi affligge il sapere che vi siano delle opposizioni,  proprio da parte di chi dovrebbe godere delle glorie di Maria Santissima. Finché sono i farabutti, è, direi quasi cosa naturale; ma  costoro? Io penso che l'opposizione non può partire se non da chi  crede di prendere un atteggiamento superiore contraddicendo a ciò  che pensa il popolo, oppure da chi è mosso da motivi passionali,  come sembra nel caso a cui lei accenna. Ma lei pensa di tacere? Se  si trattasse solo del suo onore, potrebbe dissimulare; ma trattandosi  dell'onore della Madonna, mi sembra che dovrebbe farsi sentire.  Per conto mio, se appena avessi i dati necessari non esiterei a  farlo. Quel libello non può avere certamente l'approvazione ecclesiastica; quindi non dovrebbe essere difficile il confutarlo. Nella  vita del santo Curato d'Ars si legge che quando egli, per motivi  che credeva molto gravi, dubitò della verità dell'apparizione della  Salette, ne rimase molto afflitto e diceva di temere che la Madonna  fosse malcontenta di lui, e fu felice quando poté rimuovere i  dubbi. Ecco come pensano e agiscono i santi; coloro che agiscono  e procedono diversamente non sono certamente santi. 

Tutti i giorni nella S. Messa io faccio una intenzione speciale perché il Signore affretti l'approvazione di codeste apparizioni, perché sono persuaso che ne proverrà un gran bene alle  anime; adesso poi mi propongo di fare assieme una intenzione  speciale per lei perché la Madonna la conforti nelle sue pene.  Però dopotutto l'opposizione è un buon segno, perché si capisce  che il demonio freme, e così è avvenuto sempre anche in tutte le  altre apparizioni; e lei deve benedire il Signore perché la sua  causa è coinvolta con quella della Madonna; anche questo per  lei deve essere di grande consolazione...". 

Padre Petazzi inviò altre lettere, il 5 ottobre e il 9 novembre 1945, a don Cesare Vitali. Di esse venne inviata copia alla  Curia di Bergamo. 

Padre Mario Mason S.J., scrittore e predicatore, nel  periodico Lampade Viventi di cui è stato direttore, più volte ha  manifestato la sua convinzione sull'attendibilità delle apparizioni di Ghiaie, confermata dalla testimonianza scritta rilasciatami il 3 dicembre 1986, che riporto: "Il 6 luglio 1944, ho avuto  nella Curia di Bergamo un colloquio, prima con il prof. Don  Luigi Cortesi e poi, con il vescovo mons. Adriano Bernareggi e  tutti e due mi assicurarono testualmente: 

1. La bimba Adelaide Roncalli era sincera, normale, veritiera  nelle apparizioni: tutto avveniva senza finzione o illusioni  psicopatiche... 

2. Il contenuto delle apparizioni era "Ortodosso", non c'era nessun errore contro la fede e la morale, anzi una grande conferma della fede e vita morale specialmente per le famiglie.  3. Certe espressioni, descrizioni, giudizi di Adelaide, dopo le  apparizioni, non potevano essere frutto della sua fantasia di  bambina e sono escluse suggestioni di altre persone mature!  4. Miracoli auenttici, già denunciati da esaminare attentamente  e fenomeni del sole roteante, "in relazione e nel tempo delle  apparizioni". 

5. L'afflusso enorme di pellegrini, senza nessun avviso e programmazione, nonostante la guerra e la mancanza di mezzi  di trasporto (treni, auto), i pericoli di bombardamenti...Le  conversioni, confessioni, preghiere spontanee, rosari, comunioni come nei grandi santuari. 

6. Attendiamo il 20 luglio, diceva don Cortesi e così il  vescovo...(il famoso giorno dell'attentato a Hitler: "il segno  come sarebbe finita guerra"). 

Queste sei osservazioni mi sono impresse fortemente nella memoria come se le avessi sentite ieri. 

Scrivo questa testimonianza anche per ringraziare la  Madonna "di Bonate" perché il 29 giugno e il 6 luglio 1944 ero  andato da Padova a Bonate proprio per chiedere la grazia della  salvezza per mio fratello Ottorino, catturato dalle SS tedesche e portato a Dachau (Germania). Fu buttato nella camera a gas  come cadavere e salvato "miracolosamente" da un amico. Invocava con un' "Ave Maria la Madonna di Bonate" ogni giorno,  come e quando poteva, dal 30 giugno 1944 al 28 aprile 1945,  giorno della fine della sua prigionia a Dachau". 

Le testimonianze del rev. Padre Mario Mason S.J. sono importanti, essendo egli un testimone dei fatti di Ghiaie. 

Severino Bortolan

VITA PRIMA DI SAN FRANCESCO D'ASSISI

 


FRANCESCO MANDA I FRATI A DUE A DUE NEL MONDO;  POCO TEMPO DOPO SI RITROVANO INSIEME


29. Nello stesso tempo entrò nell'Ordine una nuova e ottima recluta, così il loro numero fu portato a otto.  Allora il beato Francesco li radunò tutti insieme, e dopo aver parlato loro a lungo del Regno di Dio, del disprezzo del mondo, del rinnegamento della propria volontà, del dominio che si deve esercitare sul proprio corpo, li divise in quattro gruppi, di due ciascuno e disse loro: " Andate, carissimi, a due a due per le varie parti del mondo e annunciate agli uomini la pace e la penitenza in remissione dei peccati; e siate pazienti nelle persecuzioni, sicuri che il Signore adempirà il suo disegno e manterrà le sue promesse. Rispondete con umiltà a chi vi interroga, benedite chi vi perseguita, ringraziate chi vi ingiuria e vi calunnia, perché in cambio ci viene preparato il regno eterno".

367 Ed essi, ricevendo con gaudio e letizia grande il precetto della santa obbedienza, si prostravano davanti al beato padre, che abbracciandoli con tenerezza e devozione diceva ad ognuno: "Riponi la tua fiducia nel Signore ed Egli avrà cura di te"(Sal 54,28) . Era la frase che ripeteva ogni volta che mandava qualche frate ad eseguire l'obbedienza.

368 30. Allora frate Bernardo con frate Egidio partì per Compostella, al santuario di San Giacomo, in Galizia; san Francesco con un altro compagno si scelse la valle di Rieti; gli altri quattro, a due a due, si incamminarono verso le altre due direzioni.

369 Ma passato breve tempo, san Francesco, desiderando di rivederli tutti, pregò il Signore, il quale raccoglie i figli dispersi d'Israele (Is 11,12), che si degnasse nella sua misericordia di riunirli presto. E tosto, secondo il suo desiderio e senza che alcuno li chiamasse, si ritrovarono insieme e resero grazie a Dio. Prendendo il cibo insieme manifestano calorosamente la loro gioia nel rivedere il pio pastore e la loro meraviglia per aver avuto il medesimo pensiero.

Raccontano poi i benefici ricevuti dal misericordioso Signore e chiedono e ottengono umilmente la correzione e la penitenza dal beato padre per le eventuali colpe di negligenza o di ingratitudine.

E così solevano fare sempre quando si recavano da lui; non gli nascondevano neppure il minimo pensiero e i moti involontari dell'anima, e dopo aver compiuto tutto ciò che era stato loro comandato, si ritenevano ancora servi inutili (Lc 17,10). E veramente la "purezza di cuore" riempiva a tal punto quel primo gruppo di discepoli del beato Francesco, che, pur sapendo operare cose utili, sante e rette, si mostrava del tutto incapace di trarne vana compiacenza. Allora il beato Francesco, stringendo a sé i figli con grande amore, cominciò a manifestare a loro i suoi propositi e ciò che il Signore gli aveva rivelato.

371 31. Durante questo tempo si aggregarono a loro e si fecero discepoli di Francesco altri quattro uomini degni e virtuosi. Perciò l'interesse per il movimento e la fama dell'uomo di Dio cresceva sempre più tra il popolo. E veramente in quel tempo Francesco e i suoi compagni provavano una immensa allegrezza e una gioia inesplicabile quando qualcuno dei fedeli, chiunque e di qualunque condizione fosse, ricco, povero, nobile, popolano, spregevole, onorato, prudente, semplice, chierico, indotto, laico, guidato dallo spirito di Dio veniva a prender l'abito della loro santa religione.

Riscuotevano tutti la sincera ammirazione degli uomini del mondo, e l'esempio della loro umiltà era per essi una provocazione a vivere meglio e a far penitenza dei propri peccati.

Né l'umiltà della condizione, né la povertà che il mondo ritiene una infermità, potevano impedire che fossero incorporati nella costruzione di Dio quelli che egli voleva inserirvi, poiché Dio trova la sua compiacenza nello stare con i semplici e con quelli che il mondo disprezza.

Colui che dice di guidarvi non vi guida nel nome di Mio Figlio. Egli vi fa credere di farlo, ma non è così.

 


Migliorate la vostra situazione mondiale!

12. febbraio 2021 

La Madre di Dio è molto triste e ha le lacrime agli occhi.

Figlia Mia. Mia cara figlia. I figli non Mi amano. Essi disprezzano le Mie preghiere e non pregano Mio Figlio.  I Miei rosari invece sono così importanti per il vostro mondo. La preghiera dei Mie santi rosari permette moltissimi miracoli nel vostro tempo attuale. Pregate dunque, pregate, pregate amati figli e non disdegnate la preghiera, non disprezzate il Mio rosario e non il Santo Volto di Mio Figlio perché è santo, santo, santo. Amen.

Non deridete Mio Figlio, il vostro santissimo Gesù, perché fate peccato e la vostra punizione sarà grande.

Non disdegnate la preghiera, amati figli, perché soltanto con la preghiera di tutti voi potrete migliorare la condizione mondiale, avvicinarvi sempre più a Mio Figlio, il vostro Gesù attraverso l’inspirazione divina che vi può essere donata SOLO dallo Spirito Santo e conoscere i segreti che si rivelano solo a quelle anime che si rivolgono in profonda preghiera e fede a Me, a Gesù e allo Spirito Santo. Amen

Vi amo molto, amati figli. Non vorremmo vedere perduto nessuno di voi quindi convertitevi e cominciate a pregare. La preghiera è l’arma più potente che avete in questo tempo quindi sfruttatela per voi, per rafforzarvi e per gli avvenimenti del vostro mondo.

Mio Figlio compie miracoli dove si prega. Credeteci e pregate.

Un’ anima che prega non andrà perduta. Mio Figlio verrà a salvarlo ma dovete pregare e trovarLO perché l’oscurità irrompe sempre più nel vostro mondo per, quando tutto sarà preparato dall’ingannatore, mettervi fuori strada una vota per tutte. Egli è perfido e meschino, un maestro nella menzogna, nessuno è alla sua altezza, quindi state attenti, amati figli, perché nulla è come sembra, e SOLO MIO FIGLIO vi potrà guidare attraverso la perfidia, lo smarrimento, l’oscurità e le difficoltà.

Preparatevi dunque, amati figli, perché vi resta solo ancora un breve tempo.

La vostra coscienza sarà illuminata, e non crediate neanche un istante che questo sarà facile per voi. Chi non si prepara come si conviene per questo avvenimento soffrirà una grandissima pena dell’anima. Molti di voi, che non sono preparati, non sopporteranno la Sua luce. Non saranno in grado di sopportare i propri peccati che verranno mostrati loro con tutte le loro conseguenze, quindi fate bene a fare ORA, la vostra confessione generale. Questa potete farla solo e ripeto SOLO presso un sacerdote consacrato a Mio Figlio. Entrate in voi stessi, preparatevi e andate a confessarvi. Dovrete espiare e soprattutto dovrete pentirvi dei vostri peccati perché sarà perdonato solo a un cuore che prova vero rimorso.

Date ascolto alle Mie parole, amati figli, perché il tempo vi sfugge di mano.

Le vostre chiese presto dovranno essere chiuse perché colui che dice di guidarvi non vi guida nel nome di Mio Figlio. Egli vi fa credere di farlo, ma non è così. Siate vigili, perché se non riconoscete le bugie e l’inganno sarete TUTTI abbindolati! Ci sono prove a sufficienza ma molti di voi non vogliono vederle!

Ora vi ho avvisato, quindi ascoltate la Mia chiamata e state attenti: quelli che dicono di essere buoni non lo sono! Vi ingannano, quindi pregate in modo da ricevere conoscenza e chiarezza e trovate completamente Mio Figlio il vostro Gesù. Solo con la preghiera vi rafforzate quindi pregate, pregate, pregate. Non c’è più tempo per non fare nulla! Dovete pregare altrimenti tutto piomba su di voi e voi non siete pronti!

Quando il diavolo aumenta la sua forza sarete perduti e non ci sarà più possibilità di ritorno per voi. Questo tempo è vicino, figli Miei, molto vicino. Solo un’anima ancorata in Gesù resterà salda, tutte le altre andranno perdute nel fuoco.

Molti di voi non vogliono crederci, ma Io, la vostra Mamma Celeste vi dico oggi che sarà proprio così se non vi preparate ADESSO. Vi doniamo il tempo della preparazione, in modo che possiate essere pronti per tutti questi avvenimenti. Chi non lo usa andrà perduto e Mio Figlio non potrà più fare nulla per lui.

Vi abbiamo già detto ciò che vi accadrà ma molti di voi restano in un atteggiamento di attesa. A voi dico: chi crede di non dover fare nulla, per costui Mio Figlio non potrà fare nulla. Sarete in grandi difficoltà, andrete perduti, perché non potete continuare ad aspettare oltre! Non basta prepararvi, quando l’avvertimento (illuminazione della coscienza) accadrà. Dovete farlo ora altrimenti è troppo tardi per voi.

Figli(!) non sapete, ciò che (vi) aspetta alla vostra anima! Se lo sapeste, sareste già TUTTI con Gesù.

Vi amo molto. Preparatevi e non disprezzate i Miei rosari, non la preghiera e trovate Gesù prima che sia troppo tardi per voi. Amen.

Siate forti e resistete. Gesù verrà per salvare voi che Gli siete fedeli e devoti, MA EGLI NON ABITERÀ FRA DI VOI. Amen.

Restate forti e nella preghiera.

La vostra Mamma Celeste.

Madre di tutti i figli di Dio e Madre della Salvezza. Amen.

La vostra preghiera è l’arma più potente che possedete. Ascoltate la Mia richiesta e pregate. Amen.


La preparazione

Dalla Gerarchia Cardinalizia di Carlo Bartolomeo Piazza e dalle Rivelazioni Private della mistica Maria Valtorta

 


Santi Martiri del I – II e III Secolo

***

Santa Cecilia. 

 22 luglio 1944. 

 Festività di S. Maria Maddalena. 


23 luglio 1944. 

 La bontà del Signore mi concede il proseguimento della visione. 

Vedo così il battesimo dei due fratelli,84 istruiti certo dal  Pontefice Urbano e da Cecilia. Lo comprendo perché Valeriano dice nel salutare Urbano: “Or dunque tu, che mi hai dato la conoscenza di questa gloriosa Fede, mentre Cecilia mia me ne  ha dato la dolcezza, aprimi le porte della Grazia. Che io sia di Cristo per esser simile all’angelo che Egli m’ha dato per sposa e che mi ha aperto vie celesti in cui procedo dimentico di tutto il  passato. Non tardare oltre, o Pontefice. Io credo. E ardo di  confessarlo per la gloria di Gesù Cristo, nostro Signore”. 

Questo lo dice alla presenza di molti cristiani che appaiono  molto commossi e festanti, e che sorridono al nuovo cristiano e alla felice Cecilia che lo tiene per mano, stando fra sposo e cognato, e che sfavilla nella gioia di quest’ora. 

La chiesa catacombale è tutta ornata per la cerimonia.  Riconosco drappi e coppe preziose che erano nella dimora di Valeriano. Certo sono stati donati per l’occasione e per inizio di una vita di carità dei nuovi cristiani. 

Valeriano a Tiburzio sono vestiti di bianco senza nessun ornamento. Anche Cecilia è tutta bianca e pare un bell’angelo.  Non vi è fonte battesimale vero e proprio. Almeno in questa catacomba non c’è. Vi è un largo e ricchissimo bacile appoggiato su un basso tripode. Forse in origine era un bruciaprofumi in qualche casa patrizia o un brucia-incensi. Ora fa da fonte battesimale. Le laminature d’oro, che rigano con greche e  rosoni l’argento pesante del bacile, splendono alla luce delle numerose lampadette che i cristiani hanno in mano. 

Cecilia conduce i due presso il bacile e sta loro al fianco  mentre il Pontefice Urbano, usando una delle coppe portate da Valeriano, attinge l’acqua lustrale e la sparge sulle teste chine sul bacile pronunciando la formula sacramentale. Cecilia piange di  gioia e non saprei dire dove guardi di preciso, perché il suo  sguardo, pur posandosi carezzoso sullo sposo redento, pare  vedere oltre e sorridere a ciò che solo lei vede. 

Non vi è altra cerimonia. E questa termina con un inno e la  benedizione del Pontefice. Valeriano, con ancora gocce di  acqua fra i capelli morati e ricciuti, riceve il bacio fraterno dei  cristiani e le loro felicitazioni per avere accolto la Verità. 

“Non ero capace di tanto, io, infelice pagano avvolto  nell’errore. Ogni merito è di questa soave mia sposa. La sua  bellezza e la sua grazia avevano sedotto me uomo. Ma la sua  fede e la sua purezza hanno sedotto lo spirito mio. Non le ho  voluto essere dissimile per poterla amare e comprendere più  ancora. Di me, iracondo e sensuale, ella ha fatto ciò che vedete: 

un mite e un puro, e spero, con l’aiuto di lei, crescere sempre più in queste vie. Ora ti vedo, angelo del verginale candore,  angelo della sposa mia, e ti sorrido poiché mi sorridi. Ora ti  vedo, angelico splendore!... La gioia del contemplarti è ben  superiore ad ogni asprezza di martirio. Cecilia, santa, preparami  ad esso. Su questa stola io voglio scrivere col mio sangue il nome dell’Agnello”. 

L’assemblea si scioglie e i cristiani tornano alle loro dimore. 

Quella di Valeriano mostra molti mutamenti. Vi è ancora  ricchezza di statue e suppellettili, ma già molto ridotta e  soprattutto più casta. Mancano il larario e i bracieri degli incensi  davanti agli dèi. Le statue più impudiche hanno fatto posto ad  altri lavori scultorei che, per essere o rappresentazioni di  bambini festanti o di animali, appagano l’occhio ma non offendono il pudore. È la casa cristiana. 

Nel giardino sono raccolti molti poveri e ad essi i neocristiani distribuiscono viveri e borse con oboli. Non vi sono  più schiavi nella casa, ma servi affrancati e felici. 

Cecilia passa sorridente e benedetta, e la vedo poi sedersi fra  sposo e cognato e leggere loro dei brani sacri e rispondere alle  loro domande. E poi, ad istanza di Valeriano, ella canta degli  inni che allo sposo devono piacere molto. Comprendo perché  sia patrona della musica. La sua voce è duttile e armoniosa, e le  sue mani scorrono veloci sulla cetra, o lira che sia, traendone  accordi simili a perle ricadenti su un cristallo sottile e arpeggi  degni della gola di un usignolo. 

E non vedo altro perché la visione mi cessa su questa armonia. 

Ritrovo Cecilia sola e comprendo già perseguitata dalla legge romana. 

La casa appare devastata, spoglia di quanto era ricchezza. Ma  questo potrebbe esser opera anche degli sposi cristiani. Il disordine invece fa pensare che siano entrati con violenza e con  ira i persecutori ed abbiano manomesso e frugato ogni cosa.  Cecilia è in una vasta sala seminuda e prega fervorosamente.  Piange, ma senza disperazione. Un pianto dato da un dolore  cristiano in cui è fuso anche conforto soprannaturale. 

Entrano delle persone. “La pace a te, Cecilia” dice un uomo sulla cinquantina, pieno di dignità. 

“La pace a te, fratello. Lo sposo mio?...” 

Il suo corpo riposa in pace e la sua anima giubila in Dio. Il  sangue del martire, anzi dei martiri, è salito come incenso al trono dell’Agnello unito a quello del persecutore convertito. 

Non abbiamo potuto portarti le reliquie per non farle cadere in mano dei profanatori”. 

Non occorre. La mia corona già scende. Presto sarò dove è  lo sposo mio. Pregate, fratelli, per l’anima mia. E andate. Questa casa non è più sicura. Fate di non cadere fra le unghie dei lupi  perché il gregge di Cristo non sia senza pastori. Saprete quando sarà l’ora di venire, per me. La pace a voi, fratelli”. 

Intuisco da questo che Cecilia era già in stato d’arresto. Non so perché è lasciata in casa sua, ma è già, virtualmente,  prigioniera. 

La vergine prega, avvolta in una luminosità vivissima, e  mentre delle lacrime scendono dai suoi occhi un sorriso celeste  le schiude le labbra. È un contrasto bellissimo in cui si vede il  dolore umano fuso col gaudio soprannaturale. 

Mi viene risparmiata la scena del martirio. Ritrovo Cecilia in una specie di torre, dico così perché l’ambiente è circolare come una torre. Un ambiente non vasto, piuttosto basso, almeno mi pare per la nebbia di vapore che lo empie e specie verso l’alto fa nube che vieta di vedere bene. È sola anche ora. Già abbattuta  ma non ancora nella posa che è stata eternata nella statua del Maderno (mi pare).85 

È su un fianco come se dormisse. Le gambe lievemente  flesse, le braccia raccolte a croce sul seno, gli occhi chiusi, un  lieve ansare di respiro. Le labbra molto cianotiche si muovono  lievemente. Certo prega. Il capo posa sulla massa dei capelli  semisfatti come su un serico cuscino. Il sangue non si vede. È  scolato via dai buchi del pavimento che è tutto traforato come  un crivello. Solo verso la testa il marmo bianco mostra anelli  rossastri ad ogni buco come li avessero, questi buchi, tinti all’interno con del minio. 

Cecilia non geme, non piange. Prega. Ho l’impressione che sia caduta così quando fu ferita e che così sia rimasta forse per  impossibilità di alzare il capo, il collo in specie, dai nervi recisi.  Pure la vita resiste. Quando ella sente che la vita sta per fuggire,  fa uno sforzo sovrumano per muoversi e porsi in ginocchio. Ma  non ottiene che di fare una semirotazione su se stessa e cadere  nella posa che le vediamo,86 sia del capo che delle braccia, sulle  quali si è inutilmente puntellata, e che sono slittate sul marmo  lucido senza sorreggere il busto. Là dove era prima il capo  appare una chiazza rossa di sangue fresco, ed i capelli da quel  lato della ferita87 sono simili ad una matassa di fili porpurei,  imbevuti di sangue come sono. 

La santa muore senza sussulti in un ultimo atto di fede,  compiuto dalle dita per la bocca che non può più parlare. Non vedo l’espressione del volto perché è contro il suolo. Ma certo ella è morta con un sorriso. 


Dice Gesù: 

 «La fede è una forza che trascina e la purezza un canto che  seduce. Ne avete visto il prodigio. 

Il matrimonio deve essere non scuola di corruzione ma di  elevazione. Non siate inferiori ai bruti, i quali non corrompono con inutili lussurie l’azione del generare. Il matrimonio è un sacramento. Come tale è, e deve rimanere, santo per non  divenire sacrilego. Ma anche non fosse sacramento, è sempre l’atto più solenne della vita umana i cui frutti vi equiparano quasi al Creatore delle vite, e come tale va almeno contenuto in  una sana morale umana. Se così non è, diviene delitto e lussuria. 

Due che si amino santamente, dall’inizio, sono rari, perché troppo corrotta è la società. Ma il matrimonio è elevazione  reciproca. Deve esser tale. Il coniuge migliore deve essere fonte  di elevazione, né limitarsi ad esser buono, ma adoperarsi perché alla bontà giunga l’altro. 

Vi è una frase nel Cantico dei cantici che spiega il potere soave della virtù: “Attirami a te! Dietro a te correremo all’odore  dei tuoi profumi”.88 

Il profumo della virtù. Cecilia non ha usato altro. Non è  andata con minacce e sussieghi verso Valeriano. Vi è andata  intrisa, come sposa da presentarsi al re, nei suoi meriti come in  tanti odoriferi oli. E con quelli ha trascinato al bene Valeriano. 

“Attirami a Te” mi ha detto per tutta la vita, e specie nell’ora in cui andava alle nozze. Sperduta in Me, non era più che una  parte di Cristo. E come in un frammento di particola vi è tutto  Cristo, così in questa vergine vi ero, operante e santificante  come fossi stato di nuovo per le vie del mondo. 

“Attirami a Te, perché Valeriano ti senta attraverso di me e noi (ecco l’amore vero della sposa) e noi correremo dietro di Te”. Non si limita a dire: “e io correrò dietro di Te perché non  posso più vivere senza sentirti”. Ma vuole che il consorte corra a Dio insieme a lei perché lui pure santamente nostalgico dell’odore di Cristo. 

E vi riesce. Come capitano su nave investita dai marosi - il  mondo - ella salva i suoi più cari, e per ultima lascia la nave,  solo quando per essi è già aperto il porto di pace. Allora il  compito è finito. Non resta che testimoniare ancora, oltre la  vita, la propria fede. 

Non vi è più bisogno di pianto. Esso era di amoroso affanno  per i due che andavano al martirio e che, perché uomini, potevano esser tentati all’abiura. Ora che sono santi in Dio, non 

più pianto. Pace, preghiera e grido, muto grido di fede: “io  credo nel Dio uno e trino”. 

Quando si vive di fede, si muore con uno splendore di fede  in cuore e sul labbro. Quando si vive di purezza, si converte senza molte parole. L’odore delle virtù fa volgere il mondo.  Non tutto si converte. Ma lo fanno i migliori fra esso. E ciò  basta. 

Quando saranno cognite le azioni degli uomini, si vedrà che  più delle altisonanti prediche sono valse a santificare le virtù dei  santi sparsi sulla terra. Dei santi: gli amorosi di Dio.» 

Comunione sulla mano? NO! é sacrilegio!

 


Alcuni affermano che la “bocca” è meno degna delle mani, perché bestemmia.

Dire questo è come affermare che l’anima non è l’obiettivo primario della “presenza eucaristica” in noi, mentre lo è il “ventre”, mentre dall’anima escono tutte le malizie! 

Ma non è la bocca, invece, che professa la Fede e, con lei, l’anima, che ama il Signore con tutte le sue forze?

del sac. dott. Luigi Villa

A GESÙ - Richiamo alla Divina Volontà in tutte le nostre azioni

 


“Perciò,  figlia mia,  il tuo primo atto sia d'incontrarti col mio Volere;  il tuo primo pensiero,  il  tuo palpito, sia d'incontrarti col palpito eterno del mio Volere, affinché tu riceva tutto il mio  Amore. In tutto cerca di fare continui incontri, affinché tu resti trasformata nel mio Volere ed Io  nel tuo,     per poterti disporre a fare l'ultimo incontro con la mia Volontà nell'ultima tua ora; così  non avrai nessun incontro doloroso dopo la tua morte”. (Vol. 16°, 23.07.1923). 


Nel destarsi : 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a pensare nella mia mente. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a circolare nel mio sangue. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a guardare nei miei occhi. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, ad ascoltare nelle mie orecchie. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a parlare nella mia voce. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a respirare nel mio respiro. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a palpitare nel mio cuore. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a muoverti nel mio moto. 

 -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a pregare in me e poi offri questa preghiera a Te come  mia, per soddisfare alle preghiere di tutti e per dare al Padre la gloria che dovrebbero dargli  tutte le creature. 

 

Nel lavarsi e vestirsi : 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, nel mio lavarmi e lava l'anima mia da ogni macchia.  -Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, nel mio vestirmi e vestimi con la tua luce. 


Nel camminare : 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a camminare nei miei passi, per andare in cerca di tutte  le creature e chiamarle a Te. 


Nel lavorare : 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a operare nelle mie mani. 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, nel mio scrivere e scrivi la tua Legge nell'anima mia. 


Nel mangiare : 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, nel mio mangiare e nutrimi col tuo cibo. 

 

Nel soffrire : 

-Gesù, Ti amo! Vieni, Divina Volontà, a soffrire nel mio soffrire, e la mia anima, unita con la  tua Volontà, sia il crocifìsso vivente immolato per la gloria del Padre. 

Approfittate di questo tempo di misericordia perché presto sarà la giustizia e l’ira di Dio a farsi sentire, ormai il tempo rimasto a disposizione è davvero poco, così come il tempo che Io resterò con voi.

 


Trevignano Romano 03 marzo 2021


Cari figli grazie per avere risposto alla mia chiamata nel vostro cuore. Figli amati, Io vostra Madre, vi chiedo: prendete le mie mani e ascoltate ciò che vi giunge dal cielo, perché tutto è per la vostra salvezza.
Approfittate di questo tempo di misericordia perché presto sarà la giustizia e l’ira di Dio a farsi sentire, ormai il tempo rimasto a disposizione è davvero poco, così come il tempo che Io resterò con voi. Amati miei, non temete per i tempi che arriveranno o che sono già arrivati, perché con la preghiera e la conversione potrete salvarvi, ma non giocate più, ma aprite i vostri cuori e fate entrare lo Spirito Santo che vi trasformerà e vi unirà in un unico cuore con Gesù. Figli, se sapeste quanto vi amo e quanta gioia provo a vedervi tutti insieme nella preghiera. Amati miei, pregate per la Chiesa e per i consacrati, perché sono nel buio, nella confusione e nelle tenebre, affinchè possano essere illuminati dall’amore di Dio. Ora vi lascio con la mia benedizione materna, nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen.
Oggi, tante saranno le grazie che scenderanno su di voi, testimoniate con umiltà. Vostra Madre!