venerdì 10 settembre 2021

I Figli di Israele secondo Maria Valtorta.

 


"ASCOLTA, ISRAELE!"

Sappiamo che la mistica italiana Maria Valtorta, deceduta a Viareggio nel 1961, ha scritto Il Poema dell’Uomo-Dio, in dieci volumi, da considerare come frutto delle sue singolari esperienze mistiche. Tra queste ci sono molte visioni della vita di Cristo, una delle quali riguarda la discussione che Gesù all’età di dodici anni ha avuto coi dottori del Tempio di Gerusalemme. Quando Gesù si presenta a questi dottori per essere esaminato sulla legge, si accorge che i suoi esaminatori sono divisi in due fazioni opposte, e questo a causa del Messia, che non è concepito da tutti allo stesso modo. Allora come oggi, giudaismo autentico e giudaismo farisaico non corrispondono, anzi si oppongono nel modo più assoluto.  

Maria Valtorta ci descrive la sua esperienza mistica nel modo seguente:  

«Comprendo essere nel recinto del Tempio di Gerusalemme. Vedo farisei in lunghe vesti ondeggianti, sacerdoti vestiti di lino e con una placca preziosa al sommo del petto e della fronte, e altri punti luccicanti sparsi qua e là sulle diverse vesti molto ampie e bianche, strette alla vita da una cintura preziosa. Poi altri che sono meno ornati, ma devono sempre appartenere alla casta sacerdotale, e che sono circondati da discepoli più giovani. Comprendo che sono dei dottori della Legge. Fra tutti questi personaggi mi trovo spersa, perché non so proprio cosa ci sto a fare.  

Mi accosto al gruppo dei dottori, dove si è iniziata una disputa teologica. Molta folla fa la stessa cosa.

Fra i “dottori” vi è un gruppo capitanato da uno chiamato Gamaliele e da un altro, vecchio e quasi cieco, che sostiene Gamaliele nella disputa. Costui, che sento chiamare Hillel (metto l’h perché sento un’aspirazione in principio al nome) mi pare maestro o parente di Gamaliele, perché questo lo tratta con confidenza e rispetto insieme. Il gruppo di Gamaliele ha vedute più larghe, mentre un altro gruppo, ed è più numeroso, è diretto da uno che chiamano Sciammai, ed è dotato di quell’intransigenza astiosa e retriva che il Vangelo tanto bene ci illustra. 

Gamaliele, circondato da un folto gruppo di discepoli, parla della venuta del Messia e, appoggiandosi alla profezia di Daniele, sostiene che il Messia deve ormai essere nato, perché da una decina d’anni circa, le settanta settimane profetate sono compiute da quando era uscito il decreto di ricostruzione del Tempio. Sciammai lo combatte asserendo che, se è vero che il Tempio è stato riedificato, è anche vero che la schiavitù di Israele è aumentata, e la pace, che avrebbe dovuto portare seco colui che i Profeti chiamavano “Principe della Pace” è ben lontana d’essere nel mondo e specie a Gerusalemme, oppressa da un nemico che osa spingere la sua dominazione fin entro il recinto del Tempio, dominato dalla torre Antonia piena di legionari romani, pronti a sedare con la spada ogni tumulto di indipendenza patria. 

La disputa, piena di cavilli, va per le lunghe. Ogni maestro fa prova di erudizione, non tanto per vincere il rivale, quanto per imporsi all’ammirazione degli ascoltatori. È palese questo intento.  

Dal folto del gruppo dei fedeli esce una fresca voce di fanciullo: “Gamaliele ha ragione”.  

Movimento della folla e del gruppo dottorale. Si cerca l’interruttore. Ma non occorre cercarlo. Non si nasconde. Si fa largo da sé e si accosta al gruppo dei “rabbi”. Riconosco il mio Gesù adolescente. È sicuro e franco, con due sfavillanti occhi pieni di intelligenza.  

“Chi sei?” gli chiedono.  

“Un figlio di Israele venuto a compiere ciò che la Legge ordina”. 

La risposta ardita e sicura piace e ottiene sorrisi di approvazione e benevolenza. Ci si interessa al piccolo israelita:  

“Come ti chiami?”  

“Gesù, di Nazaret”. 

La benevolenza si smorza nel gruppo di Sciammai. Ma Gamaliele, più benigno, prosegue il dialogo insieme ad Hillel. Anzi, è proprio Gamaliele che con deferenza dice al vecchio: “Chiedi al fanciullo qualcosa”.  

“Su cosa fondi la tua sicurezza?” chiede Hillel. (Metto i nomi in testa alle risposte per abbreviare e rendere chiaro). 

Gesù : “Sulla profezia che non può errare nell’epoca e sui segni che l’hanno accompagnata quando fu il tempo del suo avverarsi. È vero che Cesare ci domina. Ma il monde era tanto in pace e la Palestina tanto in calma quando si compirono le settanta settimane, che fu possibile a Cesare ordinare un censimento nei suoi domini. Non lo avrebbe potuto se la guerra fosse stata nell’impero e le sommosse in Palestina. Come era compíto quel tempo, così si sta compiendo l’altro delle sessantadue più una dal compimento del Tempio, perché il Messia sia unto e si avveri il seguito della profezia per il popolo che non lo volle. Potete avere dei dubbi? Non vi ricordate che la stella fu vista dai Savi d’Oriente e che andò a posarsi proprio sul cielo di Betlemme di Giuda, e che le profezie e le visioni, da Giacobbe in poi, indicano quel luogo come destinato ad accogliere la nascita del Messia, figlio del figlio del figlio di Giacobbe, attraverso Davide che era di Betlemme? Non vi ricordate Balaam? “Una stella nascerà da Giacobbe”. I Savi d’Oriente, a cui la purezza e la fede rendevano occhi e orecchi aperti, hanno visto la stella e compreso il suo nome: “Messia”, e sono venuti ad adorare la Luce scesa nel mondo”. 

Sciammai , con sguardo livido: “Tu dici che il Messia nacque nel tempo della stella, a Betlemme- Efrata?”  

Gesù : “Io lo dico”. 

Sciammai : “Allora non vi è più. Non sai, fanciullo, che Erode fece uccidere tutti i nati di donna, da un giorno a due anni d’età, di Betlemme e dintorni? Tu, tanto sapiente nella Scrittura, devi sapere anche questo: “Un grido s’è sentito nell’alto... È Rachele che piange i suoi figli”. Le valli e le cime di Betlemme, che hanno raccolto il pianto di Rachele morente, sono rimaste piene di pianto, e le madri l’hanno ripetuto sui figli uccisi. Fra esse era certo anche la Madre del Messia”. 

Gesù : “Ti sbagli, o vecchio. Il pianto di Rachele s’è volto in osanna, perché là dove essa ha dato alla luce il “figlio del suo dolore”, la nuova Rachele ha dato al mondo il nuovo Beniamino del Padre celeste, il Figlio della sua destra, Colui che è destinato a riunire il popolo di Dio sotto il suo scettro e a liberarlo dalla più tremenda schiavitù”. 

Sciammai : “E come, se Egli fu ucciso?”.  

Gesù : “Non hai letto di Elia? Egli fu rapito dal cocchio di fuoco. E non potrà il Signore Iddio aver salvato il suo Emmanuele perché fosse il Messia del suo popolo? Egli, che ha aperto il mare davanti a Mosè perché Israele passasse a piede asciutto verso la sua terra, non avrà potuto mandare i suoi angeli a salvare il Figlio suo, il suo Cristo, della ferocia dell’uomo? In verità vi dico: il Cristo vive ed è fra voi, e quando sarà la sua ora si manifesterà nella sua potenza”. Gesù, nel dire queste parole, che sottolineo, ha nella voce uno squillo che empie lo spazio. I suoi occhi sfavillano più ancora e, con mossa di imperio e promessa, Egli tende il braccio e la mano destra e li abbassa come per giurare. È un fanciullo, ma è solenne come un uomo.  

Hillel : “Fanciullo, chi ti ha insegnato queste parole?”  

Gesù : “Lo Spirito di Dio. Non ho maestro umano. Questa è la parola del Signore che vi parla attraverso le mie labbra.” 

Hillel : “Vieni fra noi, che io ti veda da presso, o fanciullo, e la mia speranza si ravvivi a contatto della tua fede, e la mia anima si illumini al sole della tua.” 

E Gesù viene fatto sedere su un alto sgabello fra Gamaliele e Hillel, e gli vengono porti dei rotoli perché li legga e spieghi. È un esame in piena regola. La folla si accalca e ascolta. La voce fanciulla di Gesù legge: “Consolati, o mio popolo. Parlate al cuore di Gerusalemme, consolatela perché la sua schiavitù è finita... Voce di uno che grida nel deserto: preparate le vie del Signore... Allora apparirà la gloria del Signore...”»  

Sciammai : “Lo vedi, o nazareno! Qui si parla di schiavitù finita. Mai come ora siamo schiavi. Qui si parla di un precursore. Dove è egli? Tu farnetichi!”  

Gesù : “Io ti dico che a te più che agli altri va fatto l’invito del Precursore. A te e ai tuoi simili. Altrimenti non vedrai la gloria del Signore né comprenderai la parola di Dio, perché la bassezza, le superbie, le doppiezze ti faranno ostacolo a vedere e udire.” 

Sciammai : “Così parli ad un maestro?  

Gesù : “Così parlo. E così parlerò fino alla morte. Poiché sopra il mio utile c’è l’interesse del Signore e l’amore alla Verità, di cui sono Figlio. E ti aggiungo, o rabbi, che la schiavitù di cui parla il Profeta, e di cui Io parlo, non è quella che credi, come la regalità non sarà quella che pensi. Ma sebbene per merito del Messia verrà reso libero l’uomo dalla schiavitù del Male che lo separa da Dio, e il segno del Cristo sarà sugli spiriti, liberati da ogni giogo e fatti sudditi dell’eterno Regno. Tutte le nazioni curveranno il capo, o stirpe di Davide, davanti al Germoglio nato da te e divenuto albero che copre tutta la terra e si alza al Cielo. E in Cielo e in terra ogni bocca loderà il suo Nome e piegherà il ginocchio davanti all’Unto di Dio, al Principe della Pace, al Condottiero, a Colui che con Se stesso avrà inebriato ogni anima stanca e saziato ogni anima affamata, al Santo che stipulerà una alleanza fra terra e Cielo. Non come quella stipulata coi Padri d’Israele quando Dio li trasse d’Egitto trattandoli ancora da servi, ma imprimendo la paternità celeste nello spirito degli uomini con la Grazia nuovamente infusa per i meriti del Redentore, per il quale tutti i buoni conosceranno il Signore e il Santuario di Dio non sarà più abbattuto e distrutto.” 

Sciammai : “Ma non bestemmiare, fanciullo! Ricorda Daniele. Egli dice che dopo l’uccisione del Cristo, il Tempio e la Città saranno distrutti da un popolo e da un condottiero che verrà. E tu sostieni che il Santuario di Dio non sarà più abbattuto! Rispetta i Profeti!”  

Gesù : “In verità ti dico che vi è Qualcuno che è da più dei Profeti, e tu non lo conosci e non lo conoscerai, perché te ne manca la voglia. E ti dico che quanto ti ho detto è vero. Non conoscerà più morte il Santuario vero. Ma, come il suo santificatore, risorgerà a vita eterna e alla fine dei giorni del mondo vivrà in Cielo.”   

Hillel : “Ascolta me, fanciullo. Aggeo dice: “... Verrà il Desiderato delle genti. Grande sarà allora la gloria di questa casa, e di quest’ultima più della prima. Vuol forse parlare del Santuario di cui tu parli?  

Gesù : “Sì, maestro. Questo vuol dire. La tua rettitudine ti porta verso la Luce, ed Io te lo dico: quando il Sacrificio del Cristo sarà compiuto, a te verrà pace, poiché sei un israelita senza malizia.” 

Gamaliele : “Dimmi, Gesù. La pace di cui parlano i Profeti, come può sperarsi se a questo popolo verrà distruzione di guerra? Parla e da’ luce anche a me.” 

Gesù : “Non ti ricordi, maestro, cosa dissero coloro che furono presenti la notte della nascita del Cristo? Che le schiere angeliche cantarono: ‘Pace agli uomini di buona volontà’. Ma questo popolo non ha buona volontà e non avrà pace. Esso misconoscerà il suo Re, il Giusto, il Salvatore perché lo spera re di umana potenza, mentre Egli è re dello spirito. Esso non lo amerà, dato che il Cristo predicherà ciò che a questo popolo non piace. Il Cristo non debellerà i nemici coi loro cocchi e i loro cavalli, ma i nemici dell’anima, che piegano a possesso infernale il cuore dell’uomo creato per il Signore. E questa non è la vittoria che Israele si attende da Lui. Egli verrà, Gerusalemme, il tuo Re, cavalcando ‘l’asina e l’asinello’, ossia i giusti di Israele e i Gentili. Ma l’asinello, Io ve lo dico, sarà a Lui più fedele, e lo seguirà precedendo l’asina, e crescerà nella via della Verità e della Vita. Israele per la sua mala volontà perderà la pace e soffrirà in sé, per dei secoli, ciò che farà soffrire al suo Re, che sarà da esso ridotto il re di dolore di cui parla Isaia.” 

Sciammai: La tua bocca sa insieme di latte e di bestemmia, nazareno. Rispondi: e dove è il Precursore? Quando lo avemmo?  

Gesù : “Egli è. Non dice Malachia: ‘Ecco, io mando il mio angelo a preparare davanti a Me la strada; e subito verrà al suo Tempio il Dominatore da voi cercato, e l’angelo del Testamento da voi bramato’? Dunque il Precursore precede immediatamente il Cristo. Egli già è, come è il Cristo. Se anni passassero fra colui che prepara le vie al Signore e il Cristo, tutte le vie tornerebbero ingombre e contorte. Dio lo sa, e predispone che il Precursore anticipi di un’ora sola il Maestro. Quando vedrete questo Precursore, potrete dire: ‘La missione del Cristo ha inizio.’ A te dico: il Cristo aprirà molti occhi e molti orecchi quando verrà a queste vie. Ma non le tue e quelle dei tuoi pari, che gli darete morte per la Vita che vi porta. Ma quando più alto di questo Tempio, più alto del Tabernacolo chiuso nel Santo dei santi, più alto della Gloria sostenuta dai Cherubini, il Redentore sarà sul suo trono e sul suo altare, maledizione ai deicidi e vita ai Gentili fluiranno dalle sue mille e mille ferite, perché Egli, o maestro che non sai, non è, lo ripeto, Re di un regno umano, ma di un Regno spirituale, e suoi sudditi saranno unicamente coloro che per suo amore sapranno rigenerarsi nello spirito e, come Giona, dopo essere già nati, rinascere su altri lidi: ‘quelli di Dio’ attraverso la spirituale generazione che avverrà per Cristo, il quale darà all’umanità la vera vita”. 

Sciammai ed i suoi accoliti : “Questo nazareno è Satana!” 

Hillel e i suoi : “No, questo fanciullo è un profeta di Dio. Resta con me, Bambino. La mia vecchiezza trasfonderà al tuo sapere quanto sa, e tu sarai maestro del popolo di Dio”.  

Gesù : “In verità ti dico che se molti fossero come tu sei, salute verrebbe ad Israele. Ma la mia ora non è venuta. A Me parlano le voci del Cielo, e nella solitudine le devo raccogliere finché non sarà la mia ora. Allora con le labbra e col sangue parlerò a Gerusalemme, e sarà mia la sorte dei Profeti lapidati e uccisi da essa. Ma sopra il mio essere è quello del Signore Iddio, al quale Io sottometto Me stesso come servo fedele per fare di Me sgabello alla sua gloria, in attesa che Egli faccia del mondo sgabello ai piedi del Cristo. Attendetemi nella mia ora. Queste pietre riudiranno la mia voce e fremeranno alla mia ultima parola. Beati quelli che in quella voce avranno udito Iddio e crederanno in Lui attraverso di essa. A questi il Cristo darà quel Regno che il vostro egoismo sogna umano, mentre è celeste, e per il quale Io dico: Ecco il tuo servo, Signore, venuto per fare la tua volontà. Consumala, perché di compierla Io ardo’.  

E qui, con la visione di Gesù col volto infiammato di ardore spirituale alzato al cielo, le braccia aperte, ritto in piedi fra i dottori attoniti, mi finisce la visione. (E sono le 3:30 del 29). 

DUE TIPI DI ISRAELE: Il 29 ottobre e il 2 novembre 1950 Maria Valtorta 106 scrive delle pagine che spiegano il capitolo 11 dell’Epistola di S. Paolo ai Romani, che parla del popolo ebraico. Queste pagine costituiscono le lezioni 45 e 46 del libro che in seguito ha preso come titolo: Lezioni sull’Epistola di Paolo ai Romani”. In questo libro, dette lezioni coprono le pagine 267- 274.  

Lezione n° 45.  

La lezione n. 45 spiega l’inizio del capitolo 11 dell’epistola di Paolo. S. Paolo scrive ai Romani questo:  

Rm 11, 1-24: “Io mi chiedo: Ha forse Dio respinto il suo popolo? Certamente no. Non sono anch’io Israelita? Della razza di Abramo, e della tribù di Beniamino? Dio non ha respinto nella totalità il popolo che si è scelto. Ignorate cosa dice la Scrittura a proposito di Elia, quando si intrattenne con Dio per accusare Israele? Signore, essi hanno ucciso i tuoi profeti e abbattuto i tuoi altari. Sono rimasto solo, e cercano di togliermi la vita! Che gli rispose la voce divina? Ho riservato per me 7000 uomini che non si sono inginocchiati davanti a Baal. Così anche oggi sussiste un resto, eletto per grazia. Ma se è per grazia, non è per le opere, altrimenti la grazia non è più grazia.  

Che dire dunque? Israele non ha raggiunto ciò che cercava, ma gli eletti sì. Gli altri, come dice la Scrittura, si sono induriti. Dio ha dato loro uno spirito di torpore: fino a questo giorno hanno occhi per non vedere e orecchi per non udire. Davide dice: che la loro mensa sia per essi un laccio, un tranello e un inciampo in giusta punizione: si offuschino i loro occhi così da non vedere, e riducili a perpetua schiavitù.  

Ancora mi chiedo: la caduta d’Israele è totale e definitiva? No! Ma dalla loro caduta ne è derivata la salvezza ai Gentili, questo per eccitare la loro emulazione. Ora, se la loro caduta ha provocato la ricchezza del mondo, e la loro perdita la ricchezza dei pagani, che mai non farà la loro pienezza!  

A voi Gentili voglio dire questo: come apostolo dei Gentili faccio onore al mio ministero nella speranza di suscitare l’emulazione di quelli del mio sangue, per salvarne almeno alcuni. Ed infatti se la loro esclusione ha provocato la redenzione del mondo, che non farà la loro riammissione se non provocare una risurrezione dai morti? Se le primizie sono sante, lo sarà anche il resto della produzione; se è santa la radice, lo saranno anche i rami. Ma se alcuni rami sono stati tagliati e tu, che eri selvatico, sei stato innestato al loro posto, diventando così partecipe della radice e della linfa dell’olivo genuino, non disprezzare i vecchi rami! Se ti prende la voglia di vantarti, sappi che non sei tu che porti la radice, ma è la radice che porta te. 

Dirai tu certamente: Ma i vecchi rami sono stati tagliati perché vi fossi innestato io! Bene; essi però sono stati tagliati a causa dell’infedeltà, e tu resti innestato per merito della tua fede. Ma non montare in superbia, temi piuttosto! Sappi che se Dio non ha risparmiato quelli che erano rami naturali, tanto meno risparmierebbe te!   

Considera la bontà e la severità di Dio: severità verso quelli che sono caduti, bontà verso di te; a condizione però che tu sia fedele a questa bontà. Altrimenti anche tu verresti reciso. Quanto a loro, se non persisteranno nell’infedeltà verranno innestati di nuovo; Dio ha la potenza di innestarli di nuovo! Ed infatti, se tu hai potuto essere reciso dall’olivo selvatico al quale appartenevi secondo la tua natura, e contro la tua natura hai potuto essere innestato sull’olivo genuino, a più forte ragione essi, che sono della medesima natura dell’olivo genuino, potranno essere innestati di nuovo sul proprio tronco!” 

Spiegazioni (dettate a Maria Valtorta dallo Spirito Santo).  

«La qual riprovazione (di Israele, ndr) non è totale, né perpetua. Se Dio è Giustizia, Egli è anche Misericordia. E che è Misericordia ne è testimonianza l’aver fatto del suo Verbo l’Agnello destinato al sacrificio per la redenzione degli uomini. 

Quindi per ciò non tutto Israele fu riprovato. Perché non tutto Israele era malvagio. Come in ogni società umana, anche in Israele vi erano dei giusti. I più giusti tra esso compresero, seguirono e amarono il Cristo da quando lo conobbero. Altri, meno semplici e meno giusti, attesero ad avere prove potenti per credere che egli fosse il Messia. Altri ancora furono scossi sol dagli estremi miracoli (resurrezione a ascensione). Infine, alcuni si arresero solo quando videro gli Apostoli, rozzi e incolti, mutarsi in evangelizzatori pieni di dignità e sapienza, divenire dei coraggiosi mentre prima erano dei paurosi, degli operatori di miracoli come il Maestro loro, e soprattutto così fermi nella fede da saper tener testa al Sinedrio, rispondendo una e una volta alle ingiuste ingiunzioni dello stesso: “Se sia giusto dinanzi a Dio l’ubbidire a voi piuttosto che a Dio, giudicatelo voi stessi. Per conto nostro, noi non possiamo non parlare di quanto abbiamo visto e udito (Atti 4, 19-20). Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini. Il Dio dei padri nostri ha risuscitato quel Gesù che voi uccideste appendendolo alla croce. Questo Principe e Salvatore, Iddio lo esaltò con la sua destra, per dare ad Israele penitenza e remissione dei peccati. E ne siamo noi testimoni e quello Spirito Santo che Dio ha dato a coloro che gli ubbidiscono” (Atti 5, 29-32). 

I più giusti tra i capi d’Israele, tra i quali Gamaliele, sommo tra i rabbi di quel tempo, si convertirono allora al Signore Gesù. Perché non tutto dell’uomo e nell’uomo è malvagio, anche se esso non è in tutto giusto. Il peccato d’origine e i peccati della triplice concupiscenza non distruggono tutto quanto è da Dio nell’uomo; ossia tutto quanto è buona tendenza della parte incorporea (spirito e intelletto). La ragione, che solo una demenza può completamente annullare, può sempre aprire la via della verità e della giustizia, illuminarle agli uomini perché, facendo buon uso del loro libero arbitrio, accolgano quanto in principio hanno ripudiato apertamente o stentato ad accogliere, riconoscendolo per vero e per buono, e come mezzo per andare verso la Verità.  

Gli altri d’Israele, “popolo di dura cervice”, sin dai tempi mosaici persistettero nel loro errore, rigettando la fede nel Cristo, ripudiando la sua dottrina, che è via di salute. Pur preconoscendo il Messia, predetto più volte da Dio ai suoi figli, non lo accolsero, anzi lo rigettarono come un peccatore. Perché in essi non era la carità che è vita in Dio e vita di Dio nell’uomo, ma era la superbia che è durezza di cuore e fumo che impedisce di vedere la verità.  

Dio invece, benché enorme fosse la colpa di Israele, non rigettò tutto il suo popolo avendo, come già aveva detto a Elia, riservato da esso un certo numero di uomini che non avrebbero piegato il ginocchio davanti ad idolo alcuno, e che, più o meno rapidamente, sarebbero venuti al Re dei re. A questi resti del Popolo eletto – perché gli altri s’eran fatti, da figli, figliastri di Dio, non riconoscendo il Primogenito per Natura e per Grazia – andò la Grazia, che è il dono che Dio ha predestinato per tutti gli uomini, è vero, ma che va e resta dono a chi non la respinge o se ne spoglia col peccato.  

Così Israele – per voler essere troppo “sommo”, secondo le sue viste, e per essersi assiso coi suoi grandi sulla cattedra di Mosè, senza peraltro vivere secondo la giustizia di Mosè, per volersi ritenere “maestro” al mondo, rendendo impossibile la Legge per il cumulo delle leggicole umane aggiunte e sovrapposte alla Legge, per volersi ritenere giudice anche del Santo dei santi, venuto dal Cielo per riportare Israele alla Giustizia e la Legge alla sua divina e perfetta semplicità per cui ad ogni uomo giusto è possibile metterla in pratica, sia esso giudeo o samaritano, greco o romano – non conseguì la gloria umana che cercava, non la gloria soprannaturale di cui, orgogliosamente, si giudicava già possessore, ma sebbene, meno che per i pochi Ebrei convertiti al Cristo, meritò la punizione del Cielo, l’accecamento, lo stordimento, il laccio, la rete, l’inciampo e la punizione umana che lo fece curvare al suolo sotto i colpi degli oppressori e andare disperso ed inviso, per il mondo e per i secoli.  

Hanno respinto, negato, ucciso il Re dei re, quel Re che avrebbe dato loro un regno senza fine. E re e imperatori, dominatori umani d’ogni tempo, ebbero per castigo e per umiliazione.  

Alla loro superbia fu offerto questo pane: vedersi sostituito come Popolo di Dio dai Gentili, e veder distrutti il Tempio e l’altare e la città, di cui tanto erano orgogliosi sino a mancare di carità per chiunque non ne fosse cittadino per nascita o per elezione a cariche superbe.  

Sprezzarono e si videro sprezzati. Dominarono con scettro di ferro e furono dominati con verghe e catene da quelli che avevano per tanto tempo schernito. Divennero i reietti, e gli altri presero il loro posto. Non ci fu più Gerusalemme e Sinagoga, ma Roma e la Chiesa. Loro, “i primi”, divennero “gli ultimi”, come la Parola onnisciente e onniveggente aveva detto.  

Eppure ancora, poiché Dio da ogni cosa trae un bene, anche se è cosa sostanzialmente cattiva in se stessa, eppure ancora dal delitto dei giudei è venuto il bene ai Gentili.  

Non peggiori ai giudei verso il Cristo, ma pagani, i suddetti Gentili rispettava no in Lui l’uomo dotto e pacifico, l’uomo che non li disprezzava e non insegnava alle turbe a disprezzarli, ma anzi anche con loro, Gentili, era buono. Ma dopo il delitto del Golgota i loro occhi si aprirono alla verità, e nell’uomo buono, pacifico, dotto, capace di miracoli, riconobbero “il Figlio di Dio”, ed a Lui, vivente nella sua Chiesa, si volsero ed ebbero la Vita. 

Ecco dunque che il delitto dei Giudei, delitto di avari per concupiscenza di potere, divenne ricchezza di tesori spirituali ai Gentili che ne erano privi, e la loro (dei Giudei) volontaria scarsezza di comprensione e d’intelletto, che ostinatamente si chiuse respingendo la Luce, preferendo le tenebre alla Luce, fu causa che la Luce andasse ai Gentili, e da questa prima causa venissero le altre: la carità per cui uomini di nazioni nemiche tra loro, o che si odiavano perché dominatori e dominati, gente d’ogni luogo e d’ogni lingua, si riconciliarono tra loro, chiamandosi “fratelli” nel nome del Fratello santissimo venuto a morire per dar loro un’unica Vita, fossero Giudei o Gentili, Ebrei della Diaspora o Greci, Romani, Libici, Egizi, Parti, o Siri.  

Prima sorse, o risorse là dove era morta, la carità che è vita in Dio, e la carità fece sante le primizie e santa la massa, e santa tutta la mistica Vite. Dalle radici – che erano d’Israele per Maria Madre di Gesù, vergine della stirpe di Davide, e per Gesù Unigenito di Lei; per gli Apostoli figli d’Israele, e i discepoli tratti dalle dodici tribù – ai rami nuovi dati dai Gentili, innestati sul suo tronco al posto dei rami che, per non esser voluti rimanere uniti al Cristo, tronco della mistica Vite, ne furono recisi perché morti.  

Santo tutto il Corpo mistico, perché santo il Capo e santa la radice dal cui germoglio purissimo era venuto il Capo. Santi i rami, innestati su esso – anche se, avanti, santi non erano – perché non ripetessero l’antico peccato per cui Adamo perdette la Grazia, e Israele perdette la Grazia e la benedizione di Dio per la quasi totalità del suo popolo.  

Vita ai tralci novelli, vita ad ogni germoglio della Vite, è la carità, linfa divina che alimenta chi non si stacca, per superbia, dal tronco. Perché la superbia porta al dubbio, e sulle verità e sui doveri che, ove non si compiano, rendono invisi a Dio. E dal dubbio viene l’intiepidimento della fede, poscia l’incredulità, poscia la perdita del timor di Dio, poscia la convinzione che Dio è tanto buono da non saper esser mai severo.  

Dio è giusto nella sua bontà. Severo finché l’uomo persiste nel suo peccato, dolce quando l’uomo di esso si pente, pronto più a riammetterlo alla sua amicizia che a condannarlo, felice se di uno, spiritualmente morto, può farne o rifarne un vivo. Ma stolto, Dio non lo è mai.  

Ogni miracolo può operare il Signore, perché infinita è la sua potenza e la sua misericordia, ed infiniti i meriti del Cristo Redentore. Ma una cosa è necessaria per ottenere ogni miracolo: la buona volontà dell’uomo, la sua fede in Dio, la sua speranza nel Signore, la sua carità verso Dio e prossimo, la carità soprattutto, perché essa è il terreno che permette il fiorire di ogni virtù e l’unione con Dio.»  

Lezione n° 46.  

Continuazione del capitolo 11 dell’Epistola di San Paolo ai Romani. 107 

Rm 11, 25-36 «Non voglio infatti che ignoriate questo mistero, fratelli, perché non diventiate presuntuosi: l’indurimento di una parte di Israele durerà finché non saranno entrate tutte le genti. Allora tutto Israele sarà salvato come sta scritto: Da Sion uscirà il liberatore, egli toglierà le empietà da Giacobbe. Sarà questa la mia alleanza con loro quando distruggerò i loro peccati. 

Per quanto riguarda il vangelo, essi sono vostri nemici con vostro vantaggio, per quanto riguarda l’elezione, essi sono amati a causa dei loro padri, perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili! Come voi un tempo siete stati disobbedienti a Dio e ora avete ottenuto misericordia per la loro disobbedienza, così anch’essi ora sono diventati disobbedienti in vista della misericordia usata verso di voi, perché anch’essi ottengano misericordia. Dio infatti ha rinchiuso tutti nella disobbedienza per usare a tutti misericordia!  

O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie! Infatti, chi mai ha potuto conoscere il pensiero del Signore? 

O chi mai è stato suo consigliere? O chi gli ha dato qualcosa per primo, sì che abbia a riceverne il contraccambio? Poiché da lui, grazie a lui e per lui sono tutte le cose. A lui la gloria nei secoli. Amen.» 

Spiegazioni (dettate a Maria Valtorta dallo Spirito Santo).  

«Uno dei segni della venuta finale di Dio, e del Giudizio che seguirà alla fine del mondo, è la conversione di Israele, che sarà l’estrema conversione del mondo a Dio.  

Perché loro gli ultimi, essi che furono i primi ad essere popolo di Dio? Per decreto eterno e per decreto umano.  

Né paia ingiusto il decreto eterno. Essi, che già primi – anzi: unici – erano nel conoscere le verità soprannaturali, avrebbero dovuto essere i primissimi nel nuovo popolo di Dio: il popolo dei Cristiani; così come Adamo e la sua compagna avrebbero dovuto essere i primissimi del popolo celeste. Ma la volontà non buona fece dei primi gli ultimi. E mentre è detto nella Scrittura che Enoc ed Elia furono, viventi, rapiti da Dio fuor dal mondo, in un altro mondo migliore, per tornare, al giusto tempo, a predicare penitenza e combattere l’Anticristo quando il mondo sarà fatto Babilonia e Anticristo – e ciò per la loro giustizia straordinaria – altrettanto nella Scrittura è detto che per i suoi peccati Israele sarà riprovato da Dio, e da primo diverrà ultimo ad entrare nel Regno di Cristo. 

Adamo è ben figura di ciò che vuol dire cadere nella riprovazione di Dio. Ben egli dovette attendere secoli e millenni negli inferi, nonostante avesse già lungamente espiato sulla Terra il suo peccato, avanti di rientrare nel Paradiso almeno terrestre, dove Enoc ed Elia già da secoli godevano della letificante amicizia di Dio.  

Anche per il popolo ebraico, pur non essendo per esso inesorabilmente chiuso il Regno di Dio per averlo respinto quando poteva accoglierlo, dovranno passare secoli e millenni prima che Israele torni amico di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo. Prima diverranno “Popolo di Dio” gli altri popoli. Ultimi essi: i giudei. Ultimi, anche se sempre da Sion verranno coloro che saranno salvezza. 

Sion sta qui per dire Israele, e Israele sta qui per dire “popolo dei figli di Dio”. Da Israele venne Gesù. Da Israele vennero Enoc ed Elia, e torneranno. A preparare, questi, il ritorno del Figlio di Dio: il Cristo, perché alla sua venuta l’empietà o l’abominio della desolazione, secondo la parola evangelica, non siano come palude corrotta su tutta la terra e in tutti i luoghi di essa, e perché tutti, anche quelli che per secoli furono protervi, tutti i predestinati alla Vita, l’abbiano prima che il tempo non sia più.  

Tutti, anche Israele. Perché se, come è detto da Colui che è l’incarnata Parola e Sapienza del Padre, i giorni della desolazione saranno accorciati in grazia dei meriti degli eletti, altrettanto è da credersi che non tutto Israele sarà riprovato ed escluso, e ciò in grazia dei meriti dei suoi padri: (i patriarchi, i profeti e i giusti del popolo ebraico). Per la giustizia di questi, Dio userà misericordia e non cancellerà l’elezione degli Ebrei a suo popolo per non separare i padri dai figli e perché Dio non è mutevole nei suoi disegni.  

Pieno di misericordia anche per i pagani e gli idolatri, pieno di misericordia anche per i peccatori che si pentono, non potrà cessare di essere Padre di misericordia per coloro che erano suo popolo e che, per uno zelo non più giusto, perché non misurato, non ordinato – uno zelo che voleva e si riteneva più perfetto dello stesso decreto e volere e disegno di Dio – non seppero credere, accettare, accogliere il Cristo così come Dio Padre lo aveva mandato. 

Anche per gli Ebrei è morto il Cristo. Anzi, nelle sue estreme preghiere dalla Croce raccomandò al Padre gli Ebrei più d’ogni altro popolo, perché erano coloro che più avevano meritato la riprovazione di Dio, e che pertinacemente avevano persistito nel loro errore. 

Perché proprio il Popolo eletto doveva essere il più colpevole? Non poteva Dio impedire che tale divenisse? Come ha folgorato Saul, non poteva folgorare i Principi dei Sacerdoti, i Farisei e Scribi, per convertirli alla Verità e Giustizia? Certo che avrebbe potuto. Ma dove il merito, allora, della loro conversione, non spontanea ma forzata dal potere e dal volere divino?  

Vi fu o non vi fu un motivo imperscrutabile in questa condotta di Dio? Certo che vi fu, perché Dio non fa nulla senza uno scopo ed un fine. Ed ogni fine è giusto, anche se misterioso per i mortali.  

Verrà il momento in cui tutte le cose operate da Dio, incomprensibili ora, vi si sveleranno. Ed allora, insieme a Paolo ripeterete: “O profondità delle ricchezze e della Sapienza e Scienza di Dio!”»  

Johannes De Parvulis

Se la tua voce viene messa a tacere, è perché il nemico non vuole sentire la verità.

 


Figlia mia, vengo a dire al mondo che se desideri la pace allora comincia a pregare. Se desideri l'amore, allora devi prima conoscere il tuo Padre Celeste, perché io sono la fonte di tutto l'amore. Se desiderate la pazienza, allora dovete prima pregare per la comprensione. Dico ai miei figli che per imitare il vostro creatore, dovete conoscere che le mie vie non sono le vie dell'uomo. Io sono l'autore della vita. Io sono la fonte che soffia il primo respiro che fate e l'ultimo quando lasciate questa terra. Sei stato formato dalle stesse mani che sono state inchiodate alla croce. Sei stato creato con una missione da compiere su questa terra. Sei stato mandato da Me e per Me. Non cedere il tuo libero arbitrio a re che non hanno un regno. Il mondo ha potere su di te solo se tu cedi il tuo libero arbitrio. La tua voce è stata creata con uno scopo per amare, per parlare, per cantare inni di lode al tuo Padre in cielo. Se la tua voce viene messa a tacere, è perché il nemico non vuole sentire la verità. Ci sono molti Erode che si aggirano su questa terra che hanno messo a tacere i Miei piccoli, ma io vi dico questo: Io vengo, Io vengo e guai a coloro che sono stati artefici della morte dei Miei piccoli. È tempo di pentirsi, figli miei, e di venire alla fonte della Mia misericordia, perché Io sono Gesù e la Mia misericordia e la Mia giustizia prevarranno.

Jennifer

Il Crocifisso

 


Dio si è riservato il diritto di santificare gli uomini mediante la croce, e ha lasciato a noi il dolce compito di aiutare gli altri nel doloroso cammino lungo la via della croce disseminando intorno piccoli raggi di felicità e di gioia.

MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA


PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO 

 


Spirito Santo divino Paraclito, 

Padre dei poveri, 

Consolatore degli afflitti, 

Santificatore delle anime, 

eccomi prostrato alla Tua presenza. 

Ti adoro con la più profonda sottomissione, 

e ripeto mille volte con i serafini 

che stanno davanti al Tuo trono:  

Santo, Santo, Santo. 

Credo fermamente che sei eterno, 

della stessa sostanza del Padre e del Figlio. 

Spero che, con la Tua bontà, santificherai la mia anima. 

Ti amo, Dio d’amore! 

Ti amo più di qualsiasi cosa di questo mondo. 

Ti amo con tutte le mie forze, 

perché sei la bontà infinita 

che sola merita tutto l’amore. 

E poiché, insensibile a tutte le sante ispirazioni, 

sono stato così ingrato da offenderTi con tanti peccati,  chiedo tanto perdono 

e mi spiace moltissimo di averTi dato pena, 

o mio Bene Sommo! 

Ti offro il mio cuore tanto freddo, 

e Ti supplico di penetrarlo 

con un raggio della Tua luce 

e con una scintilla del Tuo fuoco, 

per sciogliere il gelo, 

tanto resistente, delle mie iniquità. 


Sant’Alfonso Maria de’ Liguori 

Le Profezie e le Rivelazioni di Santa Brigida di Svezia

 


Le parole del nostro Dio e Creatore alla sua sposa sullo splendore della sua potenza, saggezza e virtù, e su come coloro che ora sono chiamati potenti e saggi, peccano di più contro di lui. 


Capitolo 19

"Io sono il Creatore dei cieli e della terra. Io ho tre qualità: Sono il più potente, il più saggio e il più virtuoso. Sono cioè così potente che tutti gli angeli del cielo mi onorano, i demoni dell'inferno non osano guardarmi, e tutti gli elementi obbediscono al mio comando. Sono anche così saggio che nessuno può comprendere la mia saggezza, e ho un intuito così grande che conosco tutto ciò che è stato e che verrà. Sono così razionale che non il minimo vermetto o qualsiasi altro animale, per quanto brutto possa sembrare, è stato fatto senza una causa. Sono anche così virtuoso che tutto il bene scorre da me come da una buona sorgente, e tutta la dolcezza emana da me come da un buon vino. Pertanto, nessuno può essere potente, saggio o virtuoso senza di me.

E perciò i potenti del mondo peccano molto contro di me, perché io ho dato loro forza e potere affinché mi onorassero e mi glorificassero; ma essi hanno assegnato l'onore a se stessi, come se lo avessero avuto da loro stessi. Questi miserabili non si rendono conto della propria impotenza: infatti, se io mandassi loro la minima malattia, subito appassirebbero e tutto diventerebbe inutile per loro. Come potrebbero allora resistere alla mia forza e al mio potere o ai tormenti eterni? Ma ancora di più peccano contro di me coloro che ora si dicono più saggi degli altri. Perché ho dato loro poteri mentali, comprensione e saggezza perché mi amassero, ma non vogliono capire nient'altro che ciò che è a loro vantaggio temporale e avidità. Hanno gli occhi dietro la testa e guardano solo ai propri desideri e piaceri, e sono così ciechi nel servirmi che non rendono grazie a me, che ho dato loro tutto. Perché nessuno, né buono né cattivo, potrebbe sentire e capire qualcosa senza di me, sebbene io permetta ai malvagi di volgere la loro volontà ai loro desideri.  Inoltre, nessuno può essere virtuoso senza di me.

Pertanto, potrei ora usare le parole del proverbio che tutti comunemente cita: "L'uomo paziente è disprezzato da tutti". Così io ora sono considerato dagli uomini come assolutamente sciocco per la mia pazienza, e per questo sono disprezzato da tutti. Ma guai a loro, quando il mio tempo di pazienza sarà finito e conosceranno il mio giudizio! Saranno allora come il fango davanti a me che cade nelle più profonde profondità e non si ferma finché non arriva fino alla parte più bassa dell'inferno. 

Le mura che hanno custodito questo male saranno distrutte.

 


25 agosto 2021

Figlia mia, io non sono un Dio che agisce in fretta, ma sono un Dio di pazienza, di misericordia e di ordine. Io sono colui che separa il giorno dalla notte, le erbacce dal grano, le tenebre dalla luce. È tempo di preparare i vostri cuori, figli miei, perché la storia comincia a ripetersi solo quando i miei figli rimangono compiacenti. Sono venuto a dirvi che l'umanità è entrata in un nuovo tempo, una nuova era in cui le erbacce vengono separate dal grano, un tempo in cui una grande purificazione verrà fuori. Figlia mia, il mio cuore piange perché tanti sono stati sviati. Tanti hanno permesso alla paura del nemico di superare la conoscenza e il giudizio che ho infuso nella loro anima. State in guardia, figli miei, perché la pagina della storia si sta voltando e quando questo avverrà ci sarà una grande scossa. Le mura che hanno custodito questo male saranno distrutte. Io scuoterò ogni angolo di questa terra. Le nazioni si sgretoleranno, i governi cesseranno di esistere mentre l'inganno che è stato posto sul mio popolo sarà rimosso. Coloro che sono rimasti saldi nelle loro preghiere, nella fede, e rimangono vicini ai sacramenti e al messaggio del Vangelo, avranno il coraggio di aiutare coloro che sono persi. Questa sarà un'epoca in cui evocherò i profeti scritti nel messaggio evangelico per guidare l'umanità. Dico ai Miei figli che dove c'è confusione c'è il diavolo, dove non c'è pace c'è il diavolo, quando siete sommersi dalla paura c'è il diavolo. Io sono un Dio di ordine e di pace. Dove riposa la vostra fiducia? In un mondo che cerca di distruggere la tua anima o nel tuo messia, perché io sono Gesù, il salvatore del mondo? Ora andate avanti e siate in pace perché sono la mia misericordia e la mia giustizia che prevarranno.

Jennifer

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato

 


L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


STIGMATE 

Chi sta fuori della Chiesa non sa capacitarsi nemmeno intorno allo scopo che possano avere tali stimate. A che cosa tende Iddio con esse?  

Noi formuliamo la risposta domandando a nostra volta: quale scopo aveva il Salvatore quando compi Egli stesso dei miracoli? Ebbene, Egli conosceva gli uomini per la cui salvezza s'è fatto uomo; Egli sapeva che tra loro vi sono di quelli che avrebbero creduto senz'altro alla Sua parola. Nataniele apparteneva a costoro, ma era una rara eccezione. Perfino fra gli apostoli da Lui prescelti si trovò un Tommaso; ce ne furono però molti altri che non credettero in Lui.  

Ma Egli voleva guadagnare e salvare anche costoro, tutti coloro a cui Egli ha detto: «se non vedete miracoli, voi non credete». E qui Egli non volta loro sdegnosamente la schiena, non dice «se non volete credere, fate a modo vostro, e precipitate per sempre nella vostra rovina!», no, tutti Egli vuol addurre alla fede e perciò, per amore degli increduli. Egli compie miracoli (1Cor., 14, 22). Egli li compie affinché essi credano in Lui, si uniscano a Lui e lo seguano nel Suo regno, nella Sua comunità, nella Chiesa ch'Egli volle costituire. Non è per ridonare la salute ad un singolo infermo ch'Egli opera miracoli, ma per condurre alla fede i dubbiosi; ciò Egli attesta ripetutamente colla Sua parola. Essi devono venire guadagnati alla verità, alla Chiesa, alla fede in Lui mediante le percezioni dei loro propri sensi, affinché per mezzo loro sia aumentata e diffusa fra gli uomini la gloria di Dio. Dalle Sue opere essi devono riconoscerlo e attraverso le Sue opere devono giungere a riconoscerlo ed adorarlo. E sono i carismi qualche cosa di diverso dei miracoli? Non parla di essi già S. Paolo? Si consulti la sua prima lettera ai Corinti e si troverà che egli dice chiaro e netto che i carismi sono dallo Spirito Santo «ad utilitatem», a giovamento non solo di colui che riceve la grazia, ma anche di altri. Essi sono prove dell'esistenza di Dio e della verità della Sua rivelazione, essi costringono lo spirito che riflette a riconoscere l'esistenza d'un ordine soprannaturale e di tutto quello che logicamente ne consegue.  

Se Dio compie visibili portenti e miracoli, li compie perché vengano visti ed affinché per loro cagione venga riconosciuta la verità. In ognuno di tali miracoli si contiene la tanto disprezzata «sensazione», ma essa è appunto l'attrattiva naturale per coloro che ancora non credono. Iddio si serve di quest'attrattiva per avvicinarli a sé ed opera colla sensazione, coll’«impossibile» affinché essi, sopraffatti, confessino: «in verità costui era figlio di Dio!». Il Salvatore avrebbe potuto compiere i Suoi miracoli anche in segreto, ma è appunto quello che non volle. Egli si presentò sul teatro della vita e sottopose intenzionalmente i Suoi miracoli divini alla curiosità pubblica e profana.  

«Se io non avessi operato fra loro delle cose, dice Egli, che nessun altro ha operato, essi sarebbero senza peccato; ma ora essi le hanno viste ed odiano tuttavia». Egli tollerò che grandi masse di popolo lo seguissero e che per i suoi miracoli gli si stringessero attorno, tanto che per la preghiera non gli rimaneva che la notte e la fuga. E disse espressamente: «qualora io non faccia opere miracolose in nome di Mio Padre, potrete ricusarmi fede; ma se le faccio, credetemi in causa di queste opere!».  

Il Salvatore non si muove più fra noi, è ritornato al suo eterno Padre. Ma, secondo la Sua sacra promessa, Egli è ancora presso di noi, presso la sua chiesa cattolica fino alla fine dei tempi. Dunque anche oggi, nell'anno 1927. Ma ove Egli è, dobbiamo incontrarne le orme, le opere caratteristiche, i miracoli. Ed essi esistono di fatto molto più numerosi di quello che immagini il mondo e presto, in un altro libro, ci proponiamo di scriverne in merito. Qui ci limiteremo a dire delle stimate.  

Nell'epoca della radio, del cinematografo, dell'automobile e dell'aeroplano, il linguaggio in cui Konnersreuth parla a questo mondo delle novità suona davvero come un linguaggio esotico.  

«In lingue straniere e con labbra straniere io parlerò al mio popolo»; a questa parola di Dio ci richiama ancora una volta S. Paolo. Oggi è la lingua straniera del Salvatore sanguinante e crocifisso che parla a noi per mezzo di Teresa Neumann, la quale non lo fa per proprio impulso ma per disposizione di Dio che se ne serve come di suo strumento. Se così non fosse, la Chiesa avrebbe già pronunziata una aspra sentenza, il parroco Naber avrebbe abbandonata da tempo la direzione spirituale di Teresa e anche Roma avrebbe lanciato le sue folgori.  

TRATTATO CONTRO I GIUDEI

 


Esempio della severità di Dio nel ripudio dei Giudei e della  sua bontà nell'accettazione dei Gentili. 

1. Il beato apostolo Paolo, Dottore delle genti nella fede e nella  verità, che ci esorta affinché rimaniamo stabili e saldi nella  medesima fede in cui fu costituito a tutti gli effetti ministro, ci  ammonisce con l'insegnamento e ci infonde timore con il suo  esempio. Dice: Guarda la bontà e la severità di Dio: in quanti  caddero la severità, in te invece la bontà, se persevererai nella  bontà 1. E certo ciò lo disse a proposito dei Giudei che sono stati  allontanati per la loro infedeltà e furono potati come i rami di  quell'olivo che pure, in virtù delle radici dei santi Patriarchi, aveva  portato frutti; ciò affinché l'olivo selvatico delle Genti fosse  innestato mediante la fede e potesse rendersi partecipe  dell'abbondanza dell'olivo potato dei suoi rami naturali. Ma, dice, non gloriarti contro i rami, perché se tu ti glorierai, non sei tu a  portare la radice, ma la radice porta te 2. E poiché alcuni tra loro si  salvano, aggiunse di seguito: Altrimenti tu stesso sarai rifiutato. E  quelli, senza dubbio, se non persevereranno nell'infedeltà, anche  loro saranno innestati, perché Dio può innestarli una seconda volta 3. Quanto a coloro che permangono nell'infedeltà, essi sono  oggetto di quella sentenza del Signore, in cui egli dice: I figli di  questo regno andranno nelle tenebre esteriori; là vi sarà pianto e  stridore di denti 4. E alle Genti che persevereranno nella bontà si  riferisce quanto aveva detto prima: Verranno molti da oriente e  occidente e si sederanno con Abramo e Isacco e Giacobbe nel regno  dei cieli 5. Così ai Patriarchi che vivevano nella radice, da un lato,  mediante la giusta severità di Dio, è amputata la superbia infedele  dei suoi rami naturali, dall'altro, mediante la bontà divina, è  innestata la fedele umiltà dell'olivo selvatico. 

Sant'Agostino

 


Satana viene confuso dall’anima che confida nella Mia Misericordia

 


8 settembre 2021

“Satana viene confuso dall’anima che confida nella Mia Misericordia. Tale anima non può essere assalita dalla colpa per i peccati e le trasgressioni del passato. Chi confida nella Mia Misericordia è in pace nel momento presente. Sa che lo amo e la sua la pace del cuore gli permette di essere il Mio strumento più perfetto.”

“Non siate desiderosi di ricevere perdono o comprensione da parte dell’uomo mortale, poiché tanti si pongono al di sopra della Mia Misericordia e perseguitano coloro che sono stati lavati dalla Mia Onnipotente Misericordia. I comuni mortali non devono presumere di giudicare in Modo Divino.”

“Non lasciatevi scoraggiare da coloro che pretendono di essere santi ma non camminano nella luce del perdono. Questi devono essi stessi affrettarsi (a ricevere) la Mia Misericordia.”

Leggi Colossesi 3:12-13+ Rivestitevi dunque, come amati di Dio, santi e diletti, di sentimenti di misericordia, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di pazienza; sopportandovi a vicenda e perdonandovi scambievolmente, se qualcuno abbia di che lamentarsi nei riguardi degli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi.  


 


Discepoli degli Ultimi Giorni, Parte 1

 


"Chiunque dunque ascolti queste mie parole e le metta in pratica, sarà paragonato a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia". - Matteo 7:24


LA VOSTRA MISSIONE

"Come discepolo della luce, ognuno di voi deve andare avanti e dare il Messaggio dal Cielo. Se siete rifiutati, continuate verso la prossima porta. La vostra missione non è di imporre la vostra volontà all'umanità, ma di portare il messaggio del vostro Dio al vostro fratello e alla vostra sorella e di pregare che egli almeno guardi ed esamini questo messaggio per la salvezza della sua anima e delle anime di coloro che ama.

     "Per voi che avete ricevuto le grazie, ci si aspetta molto da voi. Non dovete addormentarvi e aspettare solo il risultato della vostra missione. Dovete lavorare e dovete fare una costante vigilanza di preghiera. Le vostre fatiche non devono cessare mentre siete sulla terra. Grande sarà la vostra ricompensa in cielo.

     "Vi prometto, figli miei, che le vostre fatiche porteranno grandi frutti per il Regno eterno del vostro Dio. Un giorno vi riunirete tutti con Me e ricorderemo i giorni sulla terra e la gloria che i vostri sforzi e le vostre lotte attraverso questa missione hanno portato al Padre Eterno, e le molte anime che avete salvato dall'abisso". - Gesù, 18 marzo 1976


SCRITTO PER SEMPRE

"Ti dico ora, figlia mia, perché la strada è stata piena di spine, che il Cielo, tutto il Cielo è grandemente di cuore per te e per coloro che sono venuti con te dalla direzione del Cielo per costruire un apostolato che sarà per sempre scritto negli annali della Chiesa." - La Madonna, 28 maggio 1983


A PIEDI

"Ci vorranno persone di forte volontà e di forte spirito per bussare alle porte e ricevere rimproveri. Ma ogni rimprovero sarà una rosa. È solo il vostro orgoglio personale, la vostra fragilità umana che vi renderà suscettibili di essere feriti. Dovete capire, figli miei, che Mio Figlio e coloro che ho ospitato con Me all'inizio erano a piedi, e a piedi dovete essere voi ora". - La Madonna, 28 settembre 1978


DIRETTIVE DAL CIELO

"Figlia mia e figli miei, siamo molto contenti del modo in cui state ricevendo le direttive dal cielo. Non rallentate il vostro ritmo. Ci sono molte anime da raggiungere". - La Madonna, 18 giugno 1992


CORONA

"Conosciamo la prova che ci aspetta per tutti coloro che cercano di portare la verità all'umanità per Mia Madre. Molti rifiuteranno il Suo messaggio e molti dei Nostri figli della luce riceveranno grandi persecuzioni mentre cercano di portare il Messaggio dal Cielo ai loro fratelli e sorelle. Ci saranno molte spine tra le rose, ma alla fine della vostra strada, figli miei, c'è una corona speciale che vi aspetta". - Gesù, 5 giugno 1975


FATICA

"Questo sarà un tempo di fatica per tutti. Coloro che lavoreranno con Me saranno chiamati ora discepoli degli ultimi giorni. Già da tempo, figli miei, vi siete riuniti. Voi tutti sapete a chi sto parlando in questo momento.

     "Ripeto, tutti coloro che sono stati scelti nella Nostra vigna di anime sulla terra per farsi avanti come discepoli negli ultimi giorni per difendere la Fede, per rimanere fedeli e veri sotto assedio, otterranno il Cielo e la vita immortale". - Gesù, 2 ottobre 1989


TETTI

"Gridate il Messaggio dal Cielo dai tetti! Non rallentate la vostra missione dal Cielo. Ricordate, figli miei: non c'è uomo o donna su questa terra a cui dobbiate dare spiegazioni in questa missione, perché siete diretti dall'Eterno Padre del Cielo in Mio Figlio e nello Spirito Santo." - Nostra Signora, 18 marzo 1977


TUTTI

"Desidero che tutti voi andiate avanti come santi degli ultimi giorni, discepoli di Mio Figlio, e portiate il Messaggio dal Cielo a tutti.... Credetemi, figli miei, quando vi dico che i Miei mi conosceranno.

     "La vostra missione ora, figli Miei, è di dare ad ognuno che incontrate questo messaggio, indipendentemente dalla razza, dal colore o dal credo. Il messaggio che porto dal Cielo è per tutta l'umanità. Giudizi terribili si abbatteranno sul vostro mondo. Questi giudizi non terranno conto della razza, del credo o della religione". - Nostra Signora, 7 settembre 1978


ASPETTATEVI DI MENO

"Come discepoli del Padre Eterno in questi ultimi giorni, figli miei, voi andrete avanti con il messaggio ai vostri fratelli. Non preoccupatevi del rifiuto. Dovete aspettarvi un rifiuto, perché è meglio, figli miei, aspettarsi di meno, e allora riceverete di più con un cuore glorioso e alleggerito." - Gesù, 20 maggio 1978


SCELTO

"Molti di voi che ascoltate la Mia voce ora sanno che siete già stati segnati con la croce per rappresentare la vostra zona nell'invio del Messaggio dal Cielo....

     "Abbiamo una grande dipendenza da tutti i discepoli scelti in questi ultimi giorni dal Padre Eterno. Nessuno di voi che ha accettato questa missione è venuto per caso, perché siete stati scelti tra le moltitudini...

     "Abbiamo un disperato bisogno di discepoli veri e leali. Il Messaggio dal Cielo deve raggiungere ogni angolo della terra prima della fine dell'era". - La Madonna, 18 giugno 1979


AFFRONTARE LA PAURA

"Figlia mia, tu continuerai la tua missione senza paura. Devi ricordare che la paura è uno strumento di Satana. Affronterai la paura, figlia mia, ed essa scomparirà. Satana lavora nella mente dell'uomo con la paura". - Madonna, 7 settembre 1977


DA PERSONA A PERSONA

"Dovete continuare con grande vigilanza a trasmettere il mio messaggio in tutto il mondo, da persona a persona, da legame a legame, da penna a penna, da parola a parola. L'intera creazione dell'umanità conoscerà il Messaggio dal Cielo, e se la bilancia - la scala - non avrà avuto l'approvazione del Padre Eterno, il mondo sarà purificato da un battesimo di fuoco". - Nostra Signora, 14 agosto 1975


BOCCIOLO

"È tuo dovere di cattolico, di cattolico romano, diffondere il Messaggio di Dio e salvare alcune di queste povere anime, perché ognuna di esse è un fiore sul rosaio, e non possiamo permettere che vengano calpestate". - Gesù, 18 giugno 1984


TRIPLO

"Figli miei, meditate ora sulle parole di Mia Madre mentre andate avanti nella Missione dal Cielo. Date tutto quello che potete in carità di cuore. Portate la conoscenza al mondo, figli miei. Date e riceverete il triplo". - Gesù, 18 giugno 1977


I PRETI

"Ho chiesto e supplicato coloro che hanno la conoscenza e la luce di andare avanti nella preghiera, nella carità del cuore, dando il Messaggio dal Cielo a tutti, compresi i sacerdoti nella Casa di Mio Figlio." - La Madonna, 19 novembre 1977


CONVERTIRE

"Ricordate, figli miei, coloro che si fanno beffe di voi non capiranno o si perderanno. Forse nella vostra carità farete tutti uno sforzo speciale per convertire il non credente". - Gesù, 27 maggio 1978


LIBERA ARBITRIO

"Non preoccupatevi di coloro che mettono da parte il messaggio. La vostra unica preoccupazione sarà quella di dare loro questo messaggio. Il loro libero arbitrio dà loro la possibilità di tornare sulla strada o di lasciarla per sempre seguendo la via del mondo". - Gesù, 27 settembre 1975


L'INGANNO DELLA NUOVA ERA STA FACENDO PERDERE MOLTI, ANCHE MOLTI DEI MIEI ELETTI.

 


MESSAGGI IMPORTANTI DI GESÙ BUON PASTORE AI SUOI FIGLI


L'INGANNO DELLA NUOVA ERA STA FACENDO PERDERE MOLTI, ANCHE MOLTI DEI MIEI ELETTI.


Figli miei, la mia pace sia con voi.

L'inganno New Age sta facendo perdere molti, anche molti dei miei eletti. State molto attenti ai falsi avatar e profeti della Nuova Era, perché essi faranno grandi segni e prodigi per ingannare; io vi dico che il tempo della grande apostasia è vicino; siate scaltri come serpenti e miti e umili come colombe; non cadete negli inganni che il mio avversario vi propone attraverso la falsa dottrina e cultura della cosiddetta Nuova Era e dell'Età dell'Acquario.

Questa pseudo-corrente religiosa e culturale cerca di divinizzare l'uomo, ponendolo al di sopra di Dio, per distruggere i valori morali e spirituali. La New Age è una delle tante falsità che il mio avversario sta usando per condurre l'umanità alla sua rovina. La sua dottrina abbraccia tutte le ideologie, culture e religioni, mescolandole con l'occultismo, l'astrologia, la magia, il paganesimo e il satanismo. Ricordate cosa dice la mia parola: alla fine dell'età alcuni rinnegheranno la fede, dando ascolto a spiriti seduttori e a insegnamenti diabolici. (1 Timoteo 4, 1).

Figli miei, la mia parola si sta adempiendo alla lettera, questo sta accadendo proprio ora nell'umanità e scatenerà la grande apostasia, che darà inizio alla comparsa dell'Anticristo. Questa umanità perversa e peccatrice chiede a gran voce un dio leggero, che permetta loro di continuare a peccare e a legare, un dio che accetti e permetta tutto, senza leggi o condizioni; che per raggiungerlo non debba passare attraverso sentieri stretti o sacrifici; un dio che offra loro la salvezza, senza dover portare la croce. Molto presto, razza di vipere, il vostro dio si annuncerà e vi accontenterà di tutte le vostre richieste; il dio della menzogna vi condurrà alla perdizione e vi mostrerà la strada larga che conduce alle profondità dell'abisso, dove il vostro pianto e lo stridore di denti saranno per tutta l'eternità.

Figli miei, dopo il mio avvertimento e il mio miracolo, verrà il regno del falso dio che l'immensa maggioranza dell'umanità si aspetta; non ho permesso al mio avversario di fare la sua dichiarazione, perché voglio prima mandarvi il mio avvertimento, per vedere se altre anime non si perdono per me; Sono addolorato e rattristato dalla vostra ingratitudine e indifferenza verso il vostro unico vero Dio, come il buon pastore che sono, voglio mostrarvi prima lo stato in cui si trovano le vostre anime, per vedere se tornerete in voi stessi e ritornerete sul sentiero che vi porterà alla vostra salvezza; voglio che il mio gregge vi rafforzi nella fede, così che quando verrà il regno del mio avversario, non cadrete nei suoi inganni e non vi lascerete trascinare dalle sue false dottrine. Rimanete dunque nel mio amore, pecore del mio gregge; sappiate che non vi abbandonerò; lasciatevi guidare da mia Madre e fate quello che vi dirà, lei vi condurrà con sicurezza alle porte della mia Gerusalemme eterna, dove vi aspetterò per darvi il mio amore, la mia pace e la mia vita in abbondanza. Pace a voi pecore del mio gregge, io sono il vostro pastore: Gesù di Nazareth.


  Non mettere le mani addosso a nessuno, non diventare partecipe dei peccati altrui (1 Timoteo 5,22)


LA CHIAMATA DI GESÙ BUON PASTORE AL SUO GREGGE!


Figli miei, la mia pace sia con voi.

L'imposizione delle mani appartiene solo ai miei ministri, le cui mani sono consacrate dalla grazia del mio Spirito Santo. Voi, figli miei laici, pregate gli uni per gli altri, ma non imponete le vostre mani, per non diventare complici dei peccati degli altri.

Figli miei, anelate ai carismi del mio Spirito che sono il vostro più grande tesoro, ma state molto attenti, non cadete nei fanatismi che distorcono la fede, siate molto prudenti e fate molta attenzione, perché il mio avversario attraverso i suoi strumenti si spaccia per un angelo di luce, per distruggere i miei gruppi di preghiera, evangelizzazione e intercessione; Mettete alla prova gli spiriti e chiedete al mio Santo Spirito molto discernimento; sigillate la vostra preghiera e i vostri gruppi con il mio Sangue; fate l'esorcismo dato al mio Servo Papa Leone XIII, prima di iniziare ogni preghiera e ogni rosario.

Ricordatevi che il lupo è in libertà e si traveste da agnello gentile per ingannare e distruggere la mia opera.

Non tutti quelli che dicono Signore, Signore, vengono da me, perciò vi ripeto: Siate scaltri come serpenti e mansueti e umili come colombe; che i figli delle tenebre non siano più scaltri dei figli della luce. Fate il rosario a mia Madre e poi il rosario al mio preziosissimo Sangue, che distrugge ogni azione del maligno. Fate molta attenzione ai messaggi, ai segni e ai prodigi, perché non tutti vengono dal mio Spirito; alcuni sono semplicemente umani e cercano di soddisfare bisogni personali, altri confondono e portano divisione, e altri ancora sono inganni del mio avversario. I messaggi che vengono dal mio Spirito portano pace e invitano alla conversione, esortano con amore e sono protetti dalla mia parola; non causano mai paura, né puntano il dito, non condannano, né fissano date; ricordatevi che io sono il Dio della Misericordia e del perdono, che sono paziente e indulgente con tutti coloro che mi cercano con cuore sincero; che come il Buon Pastore, ha abbandonato i 99, per andare alla ricerca della pecora smarrita.

Figli miei, se siete miei discepoli, dovete rimanere nell'amore, perdonandovi a vicenda; fuggite dall'orgoglio spirituale; siate miti e umili di cuore a imitazione del vostro Maestro. Siate caritatevoli con i vostri fratelli; chi vuol essere il primo, sia il servo di tutti. Indossate la mia Armatura Spirituale giorno e notte, perché siete già in battaglia spirituale, ve lo dico, affinché possiate rimanere saldi e resistere agli inganni del mio avversario. Siete nei tempi dell'apostasia e gli emissari del male sono mimetizzati, portando la zizzania e la divisione nella mia Chiesa; per questo dovete essere attenti e vigili come buoni soldati, affinché il mio avversario non vi sorprenda e non vi colga di sorpresa; leggete la mia parola e meditatela, è una potente armatura per il crollo delle fortezze; mettete in pratica tutto ciò che vi dico, affinché possiate rimanere nella mia pace e nel mio amore. La MIA pace lascio a voi, la mia pace vi do. Io sono il vostro Maestro e Pastore, Gesù di Nazareth.

Fai conoscere i miei messaggi a tutte le nazioni.

Messaggi dati a Enoch, luglio 2011



CORAGGIO POPOLO MIO, LA GLORIA DI DIO VI ASPETTA, NON PERDETEVI D'ANIMO!


Figli miei, la mia pace sia con voi.

Grandi eventi in cielo e in terra annunceranno la mia seconda venuta. L'accorciamento dei giorni aumenterà; se questi giorni non fossero accorciati, i giusti non sarebbero salvati. (Mt 24,22).

Io vi dico che se la vostra fede non è radicata e la vostra fiducia non è in me, soccomberete, perché il passaggio della mia giustizia porterà guerra, carestia, desolazione, pestilenza, malattia e persecuzione. Se non vi aggrapperete a me, come il tralcio alla vite, perirete. Perciò, figli miei, voglio prima mandarvi il mio avvertimento, affinché siate rafforzati nella fede e possiate così sopportare i giorni della prova; senza il mio risveglio delle coscienze non potrete affrontare i giorni della purificazione; ricordate che la lotta non è con persone di carne e sangue, ma con forze spirituali malvagie scese dal cielo, che hanno il comando, il potere e il dominio, su questo mondo oscuro. (Efesini 6, 12).

Rivestitevi dunque dell'Armatura Spirituale, affinché possiate resistere nel giorno malvagio e siate resi perfetti. (Efesini 6, 13) La fede, la preghiera, l'armatura, la consacrazione al mio sangue, la perseveranza e soprattutto l'amore saranno la vostra forza; perché in verità vi dico che molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi. Nessun mortale sarà esente dalla mia prova, il mio popolo sarà messo alla prova, come si prova l'oro nel fuoco.

Aggrappatevi a mia Madre e fate quello che vi dirà, affinché possiate arrivare sani e salvi alle porte della mia Gerusalemme Celeste. Mia Madre è l'Arca della Nuova Alleanza, dove troverete rifugio, è il conforto degli indifesi; la luce del suo Cuore Immacolato vi guiderà attraverso le tenebre. Figli miei, nel regno del mio avversario, dovete rimanere più uniti a mia Madre, unendovi a Lei, attraverso la recita del Santo Rosario; fate anche catene di preghiera, digiuno e penitenza; per quanto la prova vi sembri dura, rimanete saldi, non perdetevi d'animo; Ricordatevi che io vi conosco e so fin dove potete portare la croce; sopportate questa prova con amore e amore e aiutatevi l'un l'altro; ho bisogno di mettervi alla prova e purificarvi, affinché siate degni di me, e affinché possiate entrare nella mia Nuova Gerusalemme. Io vi dico, figli miei: per trovare la luce, dovete prima passare attraverso le tenebre, per venire a me, dovete prima passare attraverso il Calvario, affinché domani possiate risorgere a nuova vita e abitare con me nei nuovi cieli e nella nuova terra.

Coraggio popolo mio, la Gloria di Dio vi aspetta, non perdetevi d'animo! Sappi che la tua prova è piccola rispetto alla gloria che ti aspetta nella mia Gerusalemme Celeste. Che la mia pace sia con voi. Io sono vostro Padre, Gesù il Buon Pastore.

Fai conoscere i miei messaggi a tutte le nazioni.

Messaggi dati a Enoch, giugno e luglio 2011

giovedì 9 settembre 2021

Dio Padre spiega i Dieci Comandamenti - Primo Comandamento

 


“È Mio desiderio spiegare queste Leggi per voi in maniera che possiate capire come influenzano la vostra vita quotidiana. In questo modo, sarete più capaci di vivere in accordo ai Miei Comandamenti e guadagnare il vostro posto in Paradiso”.


Cominciamo con il Primo Comandamento


24 giugno 2021

“Quale vostro Padre amorevole, desidero che comprendiate meglio le Leggi che vi ho dato come mappa del cammino al Cielo. Questi Dieci Comandamenti sono incarnati nel Santo Amore (Holy Love): amare Me sopra ogni cosa e amare il prossimo come se stessi. Non basta soltanto conoscere o leggere questi Comandamenti, bisogna interiorizzarli ed interiorizzare tutto quello che essi dettano nella loro semplicità. I primi tre Comandamenti dettano l’amore per Me sopra ogni cosa. I Comandamenti dal quarto al decimo dicono all’anima come deve amare il prossimo suo come sé stessa.”

“È Mio desiderio spiegare queste Leggi per voi in maniera che possiate capire come influenzano la vostra vita quotidiana. In questo modo, sarete più capaci di vivere in accordo ai Miei Comandamenti e guadagnare il vostro posto in Paradiso”.

“Cominciamo oggi con il Primo Comandamento, ricordando sempre che il Santo Amore è l’incarnazione di tutti i Comandamenti. Il Primo Comandamento impone di riconoscermi come Signore di tutta la Creazione e di non avere altri falsi dèi davanti a Me. Ciò deve suscitare la domanda su cos’è un falso dio? Le persone mettono molte cose davanti all’amore per Me. Queste (cose) prendono la forma dei falsi dei della comodità e dell’aspetto personale, della ricchezza, dei desideri sensuali, della reputazione, dell’intrattenimento e di altro ancora. Ogni cosa come la persona, il luogo o la cosa che l’anima non onora come grazia che viene da Me, prende il posto di un falso dio nel suo spirito. L’uomo non deve nel subconscio o intenzionalmente accreditare tutto il bene come risultato dello sforzo umano. Questo pone il successo umano oltre e al di sopra del suo Creatore. Perciò rende umana l’Onnipotenza del suo Creatore. Tutti gli sforzi umani, ogni conquista procedono dal Mio Cuore Paternale. Ogni sforzo umano è frutto della Mia cura Paternale per l’umanità.”

Leggi Matteo 22:34-40+ Il più grande Comandamento – Allora i farisei, udito che egli aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della legge, lo interrogò per metterlo alla prova: “Maestro, qual è il più grande comandamento della legge?”. Gli rispose: “Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti”.