lunedì 8 settembre 2025

La fede in una continuazione della vita – Conseguenze della vita terrena nell’aldilà

 


La nostra Patria spirituale I: La vita nel Regno di Luce


La preoccupazione sulla salvezza dell’anima non viene presa sul serio, ma questa deve essere preposta a tutto, perché questo è l’unico scopo della vita degli uomini. E malgrado ciò l’uomo non ne può essere costretto, a lui può sempre e sempre soltanto di nuovo essere presentato che deve prendere su di sè le conseguenze del suo agire sulla Terra dopo la sua vita terrena, che, se non pensa all’anima sulla Terra, egli deve è trascorrere un’esistenza di molte volte più scarsa e tormentosa di quel che può essere la vita terrena più povera e dolorosa. L’uomo vive soltanto nel presente, e crede che questo presente abbia termine con la morte del corpo. E così non provvede nemmeno per il futuro. E proprio soltanto per questo futuro egli è sulla Terra. La fede in una continuazione della vita dopo la morte non può essergli trasmessi per forza, e perciò non possono essergli nemmeno offerte delle evidenti dimostrazioni dall’Aldilà, per non interferire nella sua libertà di fede. Ma se soltanto l’uomo avesse la buona volontà di stare nella Verità, allora gli si farebbe notare il mondo spirituale, perché allora baderebbe ai minimi segni, ed una fede nell’aldilà diventerebbe viva in lui. Ma l’uomo non dà quasi mai valore per sapere qualcosa sul “dopo”. Egli vive sulla Terra ed è soddisfatto di questa certezza, sempre nella premessa che dopo la morte fisica non sa e non percepisce più niente. E non pensa, che soltanto la forma esterna è diventata senza vita, perché lo spirito – la vera vita – è sfuggito da lei. Egli non pensa, che questo non può morire, che è imperituro, che lascia soltanto la sua forma esteriore sulla Terra, per entrare nella vera Patria e non pensa che lui stesso sulla Terra si forma il Regno spirituale, che è corrispondente alla sua vita terrena, che può essere un ambiente senza Luce, sgarbato ed opprimente, oppure raggiante, che rende felice l’anima dell’uomo. Lui non pensa che si ricorda di un pentimento tormentoso della sua vita terrena non utilizzata, dato che non può mai dire, che il sapere su ciò non gli fosse mai stato apportato. Ad ogni uomo vengono conferiti insegnamenti su questo, ma non ogni uomo accetta questi insegnamenti, perché non vuole e la volontà non può essere costretta. Allora pensano soltanto al loro corpo, la loro attenzione è rivolta soltanto al loro benessere, mentre l’anima rimane dimenticata. La miseria dell’umanità è grande, e perciò anche la miseria fisica deve essere così grande, affinché l’uomo entri in sé e si tenga davanti agli occhi la caducità di tutto il terreno ed anche la caducità del corpo, affinché stia poi ancora in modo interrogativo davanti all’Infinità e che ora può venire guidato in un altro pensare. 

Amen

14. ottobre 1941

Io Luce del mondo.

 


Dice Gesù: 

«Ti ho già detto che quanto è detto negli antichi libri ha un riferimento nel presente43. È come se una serie di specchi ripetesse, portandolo sempre più avanti, uno spettacolo visto più addietro. 

Il mondo ripete se stesso negli errori e nei ravvedimenti, con questa differenza però: che gli errori si sono sempre più perfezionati con l’evoluzione della razza verso la cosiddetta civiltà, mentre i ravvedimenti sono divenuti sempre più embrionali. 

Perché? 

Perché, col passare del mondo dall’età fanciulla ad età più completa, sono cresciute la malizia e la superbia del mondo. 

Ora siete nel culmine dell’età del mondo e avete raggiunto anche il culmine della malizia e della superbia. 

Non pensare però che avete ancora tanto da vivere quanto siete vissuti. Siete al culmine, e ciò dovrebbe dire: avete altrettanto da vivere. Ma non sarà. La parabola discendente del mondo verso la fine non sarà lunga come quella ascendente. Sarà un precipitare nella fine. Vi fanno precipitare appunto malizia e superbia. Due pesi che vi trascinano nel baratro della fine, al tremendo giudizio. Superbia e malizia, oltreché trascinarvi nella parabola discendente, vi ottundono talmente lo spirito da rendervi sempre più incapaci di fermare, col ravvedimento sincero, la discesa. 

Ma se voi avete proceduto così: a ritroso nel Bene, a capofitto verso il Male; Io, l’Eterno, sono rimasto fermo nella mia esatta misura del Bene e del Male. Dal dì che fu la luce, e con essa ebbe inizio il mondo, è stabilito, dalla Mente che non erra, ciò che è Bene e ciò che è Male. E forza umana, la piccola forza umana, non può smuovere e sgretolare quel codice eterno scritto dal dito di Dio su pagine intoccabili e che non sono di questa terra. 

Unica mutazione, dall’istante in cui il mio Volere creò il mondo e l’uomo, sta in questo: che prima dovevate reggervi e guidarvi sulle tavole della Legge e sulla parola dei Profeti; dopo aveste Me, Verbo e Redentore, a spiegarvi la Legge, a darvi il mio ammaestramento, il mio Sangue, a portarvi con la mia venuta lo Spirito che non lascia ombre, a sorreggervi poi, nei secoli, coi Sacramenti e i sacramentali. 

Ma che ne avete fatto della mia venuta? Un nuovo peso di colpe di cui dovrete rispondere. 

Vogliamo guardare insieme le pagine antiche in cui sono le spiegazioni dell’ora attuale? Le hai sentite come un pungolo; ma Io lo le mostrerò meglio. 

Cosa è promesso a chi osserva la Legge? Prosperità, abbondanza, pace, potenza, discendenza sana e abbondante, trionfo sui nemici, poiché il Signore sarebbe sul filo delle spade dei suoi servi contro coloro che vorrebbero alzare la mano sui figli dell’Altissimo. Cosa è minacciato a chi la trasgredisce? Fame, carestia, guerre, sconfitte, pestilenze, abbandono da parte di Dio, oppressione di nemici per cui i già figli dell’Altissimo diverranno simili a mandre perseguitate e spaurite, destinate al massacro. 

Vi lamentate dell’ora che vivete. Ma la trovate ingiusta? Il suo rigore vi pare troppo duro? No. È giusta e meno dura di quanto meritate. 

Io vi ho salvato e risalvato in mille modi, Io vi ho perdonato e riperdonato da settemila e settemila delitti. Io sono venuto apposta per darvi Vita e Luce. Io, Luce del mondo, sono venuto fra le vostre tenebre per portarvi la Parola e la Luce. Non ho più parlato fra i turbini e il fuoco attraverso la bocca dei Profeti. No. Sono venuto Io, Io personalmente. Ho rotto con voi il mio pane, ho diviso con voi il mio giaciglio, ho sudato con voi nella fatica, ho consumato Me stesso nell’evangelizzarvi, sono morto per voi, ho dissipato con la mia Parola ogni dubbio sulla Legge, ho dissipato con la mia Risurrezione ogni dubbio sulla mia Natura, vi ho lasciato Me stesso perché fossi il vostro Cibo spirituale, atto a darvi la Vita, e voi mi avete dato la morte. 

Vi ho dato la Parola e l’Amore e il Sangue di Dio, e voi avete chiuso le vostre orecchie alla Parola, la vostra anima all’Amore, e avete bestemmiato il mio Sangue. 

All’antico Tabernacolo, dove erano due tavole di pietra scritte dal dito di un Profeta e un poco di manna, Io ho sostituito il nuovo Tabernacolo in cui è il Pane vero disceso dal Cielo e il mio Cuore dove è scritto il Patto dell’amore che voi, non Io, infrangete. 

Non potete più dire: “Non sappiamo come sia Dio”. Ho preso Carne perché aveste una Carne da amare, non bastando alla vostra pesantezza di amare uno spirito. 

Ebbene? Che avete fatto? Che avete sempre più fatto? Avete voltato le spalle a Dio, al suo altare, alla sua Persona. Non avete voluto Dio, il Dio Uno e Trino, il Dio vero. 

Avete voluto degli dèi. E i vostri dèi attuali sono più obbrobriosi degli dèi antichi o dei feticci degli idolatri. 

Sì. Dei feticci degli idolatri. In quelli si annida ancora il rispetto per l’immagine di Dio, così come la loro mentalità e ignoranza la sanno concepire. E in verità, in verità vi dico che saranno molto meno severamente giudicati, gli idolatri naturali, di voi, idolatri di malizia, venduti alla peggiore idolatria: la auto-idolatria. 

Sì, vi siete creati degli dèi di carne, e carne corrotta, e davanti ad essi avete saputo osannare e piegare il capo e la schiena che non avete saputo curvare davanti a Dio. Avete disprezzato, rinnegato, deriso, spezzato la mia Legge; ma avete accettato e ubbidito, come schiavi e come animali addomesticati dal domatore, la bugiarda legge che vi hanno dato dei poveri uomini traviati più ancora di voi e il cui destino è tale da far tremare d’orrore tutto il cielo. 

Idolatri, idolatri, pagani, venduti alla carne, al denaro, al potere, a Satana che è padrone di questi tre regni nefasti della carne, del denaro e del potere! 

Ma perché, perché, o popolo mio, sei uscito dal Regno che t’avevo dato, perché hai fuggito il tuo Re di Perfezione e d’Amore e hai preferito le catene e la barbarie del Regno di Satana e il Principe del Male e della Morte? È così che ricompensi l’Altissimo che ti è Padre e Salvatore? E ti stupisci se fuoco scaturisce dalla terra e fuoco piove dal cielo per incenerire la razza proterva e traditrice che ha rinnegato Dio e accolto Satana e i suoi ministri? 

No, che Satana non ha bisogno di lavorare, di faticare per inghiottirvi! Io devo faticare per vedere di attirarvi ancora, poiché se voi avete rinnegato la vostra origine, Io mi ricordo di esservi Padre e Salvatore. 

Fino all’ora estrema, in cui sarete adunati per la selezione inesorabile, non rinnego i miei disgraziati figli e tento salvarli ancora. 

Questo, o Maria, questo castigo non è immeritato. È giusto. È grave perché le vostre colpe sono gravissime. Ma non è, non è dato per cattiveria da un Dio che è tutto bontà. Il vostro Dio darebbe Se stesso per risparmiarvelo, se sapesse che ciò vi gioverebbe. Ma deve, deve lasciare che voi stessi vi puniate delle vostre pazzie, dei vostri mercati colla Bestia. 

Mille e diecimila si perderanno in ogni angolo della terra. Ma qualcuno sentirà, nell’agonia che vi strozza, risuonare la Voce di Dio, e alzerà dalle tenebre la faccia verso la Luce. 

Quell’uno che torna giustificherà il flagello, poiché - sappilo e pensa quale obbligo avete di custodirla - il prezzo e il valore di un’anima è tale che i tesori della terra non bastano a comperarla. Occorre il Sangue di un Dio. Il Mio.»


DA: I QUADERNI DEL 1943 


(Da ora in poi, non c'è nulla che possiate fare per essere in pace)

 


Messaggio ricevuto da Maria de Jesus


25 agosto 2025

Mia cara figlia, scrivi a tutti i miei cari figli del mio Sacro Cuore. Io sono Dio, nessuno può cambiare nulla di ciò che sono venuto a dirvi qui perché siete stati scelti da Me. Non devono parlare male di colui che chiamo il Mio figlio cireneo [l'amico di Maria in Turchia], [che voglio] chiamare alle Mie anime, perché l'ho scelto come ho scelto te, figlia Mia. Nulla di ciò che ti ho detto è falso, molti parlano ma non sanno cosa esce dalla loro bocca. Ti ho dato i Miei segni molte volte, affinché nulla rimanesse non detto riguardo a questo Mio figlio, ma non è ancora finita perché ciò che è buono è difficile da credere.

L'ho scelto come Mio figlio cireneo di questi tempi finali [Luca 23: 26-27], quando Mi crocifissero, ora è lo stesso ma in un tempo diverso. L'ho chiamato Mio figlio cireneo perché Mi è stato gradito fin dalla sua nascita, Mi è ancora caro perché nulla di ciò che è accaduto è stato lasciato indietro. Voglio che siate consapevoli della verità e che non vi ritroviate con un problema diverso perché so cosa vi passa per la testa, ma ciò che tutti stanno facendo contro questo Mio figlio è troppo. Ha sofferto per tutto perché è un figlio caro, ma il Mio nemico non vuole nessuno, perché molto gli sarà dato da voi, perché Io sono qui vivo e reale per dare a tutti le informazioni che provengono da Me.

Molti non sanno cosa li aspetta, e ora giudicano coloro che Mi servono, ma il Male sta arrivando. Non potete immaginare cosa sta uscendo da questo mondo, perché questo demone vuole vedere tutto bruciare, e questo costerà caro ai Miei figli a causa di quanto arriverà. Arriverà la sofferenza, molti problemi per ogni persona che cammina sulla strada sbagliata, e il diavolo li sedurrà ancora di più, a causa della loro testardaggine, non vogliono allontanarsi dal male che c'è là fuori. Ho invitato tutti a chiudersi [dal male] perché d'ora in poi non c'è nulla che possiate fare per essere in pace. Sto chiamando tutti, ma non tutti ascoltano la mia chiamata.

Io sono colui che sono, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.


Le lacrime di Nostra Signora - Il pozzo della salvezza

 


Il pozzo della salvezza


 Torniamo ancora una volta all'inizio delle apparizioni della “Rosa Mystica” a Montichiari, in cui ella si mostrò con tre spade terribili nel petto.

Sorge spontanea la domanda: come è stato possibile che le cose arrivassero a questo grave stato? I sacerdoti e i religiosi caduti in disgrazia, coloro che vivono in peccato mortale e coloro che non solo perdono la fede ma diventano nemici della Chiesa, provengono per lo più dalle migliori famiglie cattoliche. Un tempo erano pieni di idealismo e hanno fatto grandi sacrifici per la loro professione e nel nome di essa. Per anni hanno lavorato felicemente in essa.

Un ex sacerdote ha risposto a questa domanda in modo molto commovente: "Due cose in particolare hanno distrutto la mia vocazione sacerdotale. Ho pregato troppo poco e poi non ho più pregato affatto. All'inizio mi confessavo molto raramente, poi ho smesso del tutto. Ho iniziato con l'essere spiritualmente affamato. Poi il diavolo mi ha impedito di sfuggire ai peccati gravi. Attraverso il mio primo peccato grave e attraverso la celebrazione sacrilega della Messa, il diavolo ha forgiato su di me una catena spaventosa di peccati, e questa catena si è trasformata in molte, perché lui sa fin troppo bene che molte catene sono più difficili da spezzare di una sola».

Le devozioni penitenziali non costituiscono un sacramento della Penitenza. Uno dei pericoli più grandi nel distruggere le vocazioni e nel danneggiare fatalmente il gregge di Cristo è rappresentato dalle cosiddette devozioni penitenziali. Questo non perché siano cattive in sé. Al contrario, ogni atto di contrizione è qualcosa di carico di benedizione. Se accompagnato da un vero rimorso, da una coscienza vigile e da un fermo proposito di emendamento, può essere molto prezioso. Anche quando è fatto con coscienza, rimane solo un atto di devozione. Un monaco molto rispettato dei nostri tempi dice giustamente: «Un atto di contrizione ha valore se seguito da una buona confessione, sia essa di devozione, sia essa essenziale per il perdono dei peccati gravi».

La Chiesa ha sempre avuto devozioni penitenziali. Non sono un'innovazione del Concilio. Una delle più belle e fruttuose di queste devozioni è la Via Crucis, una meditazione sulla Passione di Cristo. Un'altra è offerta dai Misteri Dolorosi del Rosario. Le devozioni penitenziali moderne sono molto buone, se costituiscono un primo passo seguito da un altro: la Confessione sacramentale. Anche per i peccati veniali, la confessione di devozione è molto benefica, ma la Confessione sacramentale, a condizione che siano disponibili i mezzi per farla, è assolutamente necessaria per i peccati mortali.

Decisamente questo non è un dovere maledetto. È una grazia molto grande in un santo Sacramento poter «lavare le nostre vesti nel Sangue dell'Agnello». Una buona Confessione è un atto di emancipazione dalla peggiore forma di schiavitù, quella di Satana. Le catene servili forgiate dai peccati veniali non sono così pericolose. Sono legami che il grande nemico dell'uomo si sforza di moltiplicare e rafforzare per trasformarli in una catena indissolubile.

In una buona confessione sacramentale, possiamo spezzare e liberarci, grazie alla misericordia di Dio, da tutte le catene che ci legano, siano esse leggere o pesanti. Quando facciamo una buona confessione, riceviamo molte grazie di guarigione e santificazione. Non solo viviamo il Golgota con l'Agnello di Dio che toglie i nostri peccati, ma viviamo anche la Resurrezione di Cristo e il suo saluto pasquale: «La pace sia con voi!». Sperimentiamo anche la Pentecoste e la discesa dello Spirito Santo. Mentre istituiva questo Sacramento, il Signore disse ai suoi Apostoli: «Ricevete lo Spirito Santo!». Per la potenza di questo Spirito siamo assolti. Noi stessi diventiamo templi purificati dello Spirito Santo. In questo santo Sacramento, anche gli altri Sacramenti acquisiscono una nuova vita, conferendo le loro grazie speciali:

Battesimo, Cresima, Ordinazione, Matrimonio, Voti sacri.

Con chiara lungimiranza, Papa Pio XII scrisse nella sua enciclica “Mystici Corporis” del 29 giugno 1943: "È quindi evidente che quella falsa dottrina non favorisce lo sviluppo spirituale dei fedeli, ma al contrario contribuisce in modo deplorevole a rovinarlo. Ciò deriva dalle false opinioni di coloro che affermano che la confessione frequente dei peccati veniali non dovrebbe essere considerata importante. La confessione generale, dicono, che la Sposa di Cristo fa quotidianamente con i suoi figli nel Signore attraverso i suoi sacerdoti ai piedi dell'altare, dovrebbe essere preferita ad essa. Tali peccati veniali possono, naturalmente, essere espiati in molti modi molto lodevoli. Per progredire con zelo sulla via della virtù, dovremmo essere sicuri che venga raccomandata la pia consuetudine della confessione frequente; essa non è stata introdotta nella Chiesa senza l'impulso dello Spirito Santo. Grazie ad essa, viene promossa la conoscenza di sé, approfondita l'umiltà cristiana, sradicata la debolezza morale, contrastata la negligenza spirituale e la tiepidezza, viene purificata la coscienza, rafforzata la volontà, resa possibile una sana guida spirituale e aumentata la grazia per mezzo del potere del Sacramento.

“Speriamo quindi che tutti quei membri del clero più giovane che cercano di minimizzare l'importanza della confessione frequente prendano atto che stanno seguendo una strada estranea allo Spirito di Cristo e dannosa per il Corpo Mistico del nostro Salvatore”.

Non si può che rimanere stupiti dalla lungimiranza profetica di questo papa nel cogliere uno dei pericoli più grandi che oggi minacciano la Chiesa; un pericolo che mette a repentaglio tanti sacerdoti e religiosi o che li ha già distrutti.

Cosa desidera la Madonna?

Desidera che Montichiari diventi per tutti i suoi figli una fonte di grazia: per coloro che sono fisicamente malati, ma ancora di più per coloro che sono in difficoltà spirituale. La fonte più importante di grazia è una buona confessione, e poi il Signore stesso nel Santissimo Sacramento. Maria è la Mediatrice delle grazie sovrabbondanti.

È credibile che così tanti sacerdoti e religiosi di entrambi i sessi - più di 100.000 - avrebbero perso la loro vocazione se si fossero confessati regolarmente? Certamente no! È un'esperienza antica che nei dubbi sulla fede, nelle tentazioni, nelle difficoltà vocazionali, ecc. non c'è medicina migliore di una buona confessione. Essa porta chiarezza, sicurezza, forza, gioia e pace. I sacerdoti e i religiosi sono oggi i principali bersagli degli attacchi di Satana. Il mondo intero è oggi pieno di infezioni e avvelenamenti diabolici, virus e bacilli che colpiscono l'anima.

Contro queste infezioni pericolosissime non c'è immunizzazione migliore e più efficace del Preziosissimo Sangue di Cristo che ci viene donato soprattutto nei santi Sacramenti.

Chiunque desideri rimanere forte e fedele nella fede; chiunque nei seminari o nelle case religiose aspiri alla vita sacerdotale o religiosa; qualsiasi sacerdote o religioso che voglia essere felice, soddisfatto e fecondo nella sua vocazione deve stimare e ricorrere alla Confessione sacramentale più che mai. Allo stesso modo, chiunque sia tiepido, insoddisfatto, laicizzato, indebolito, timoroso del sacrificio, ipercritico, ecc. non troverà rimedio migliore. Soprattutto, però, nessuno dovrebbe perdere la speranza e scoraggiarsi, anche se i suoi peccati sono scarlatti e numerosi come la sabbia del mare. Una buona confessione è sempre fonte di grazia. La Madre della Misericordia desidera condurci ad essa.

Nel famoso “Sermone del Diavolo”, alla presenza del santo Niklaus Wolf di Rippertschwand in Svizzera e di diciassette testimoni oculari e auricolari, il Diavolo fu costretto ad ammettere: "La confessione è la nostra esperienza più terribile, perché abbiamo appena messo le mani sull'anima quando ci viene strappata dalle mani. La confessione ci danneggia più di qualsiasi altra cosa. . . .»

Nella sua enciclica «Mystici Corporis», Papa Pio XII scrisse: «Per non essere ingannati dall'angelo delle tenebre, che si veste da angelo di luce, la legge suprema del nostro amore dovrebbe essere quella di amare la Sposa di Cristo (la Sua santa Chiesa) come Cristo l'ha desiderata e l'ha acquistata con il Suo Sangue.

“I sacramenti, quindi, dovrebbero esserci cari perché con essi nostra Madre, la Chiesa, ci rafforza... ma cari sono anche i sacramentali e quei molti diversi esercizi di pietà con cui la Chiesa riscalda ed eleva i cuori dei fedeli con lo Spirito di Cristo”.

La Redenzione attraverso Cristo è avvenuta storicamente una volta per tutte. Essa continua nella Chiesa, il Corpo Mistico di Cristo. Maria non solo era presente nella vita e nella morte di Cristo sul Golgota, come “Corredentrice”, ma lo è e rimane tale nella Chiesa. Ella era e rimane la Madre di Cristo e la Madre della Chiesa.

«Il Padre della Compassione non ha appeso la Sua grazia nel cielo come le Sue stelle, non l'ha nascosta nell'oceano come le Sue perle. L'ha posta nelle mani gentili di Sua Madre, che sono sempre pronte a distribuirla».

-----Cardinale Faulhaber


PREGHIERA DI GUARIGIONE E LIBERAZIONE

 


INVOCAZIONE ALLO SPIRITO SANTO


O Spirito Santo, nel giorno del Battesimo sei venuto in noi e hai cacciato lo spirito maligno: difendici sempre dai suoi continui tentativi di rientrare in noi.

Hai infuso in noi la vita nuova della grazia: difendici dai suoi tentativi di riportarci alla morte del peccato.

Sei sempre presente in noi: liberaci dalle paure e dalle angosce, togli debolezze e abbattimenti, risana le ferite inferte in noi da satana.

Rinnovaci: rendici sani e santi.

Spirito di Gesù, rinnovaci.

O Spirito Santo, Vento Divino, caccia via da noi tutte le forze del male, annientale, distruggile perché possiamo stare bene e operare il bene.

O Fuoco Divino, brucia i malefici, le stregonerie, le fatture, le legature, le maledizioni, il malocchio, l'infestazione diabolica, l'ossessione diabolica e ogni strana malattia che ci può essere in noi.

O Potenza Divina, comanda a tutti gli spiriti cattivi e a tutte le presenze che ci molestano di lasciarci per sempre, così che possiamo vivere nella salute e nella pace, nell'amore e nella gioia.

Spirito di Gesù, rinnovaci.

O Spirito Santo, scendi su di noi, tanto spesso malati e afflitti, agitati e sconvolti: donaci salute e conforto, serenità e calma.

Scendi sulle nostre famiglie: togli via incompresioni, impazienze, discordie e porta comprensione, pazienza, armonia. Scendi sulla nostra Chiesa perché compia con fedeltà e coraggio la missione che Gesù le ha affidata: annunciare il Vangelo, guarire le malattie, liberare dal demonio.

Scendi sul nostro mondo che vive nell'errore, nel peccato, nell'odio e aprilo alla verità, alla santità, all'amore.

Spirito di Gesù, rinnovaci.


(Io sono qui, vivo e reale [nell'Eucaristia])

 


Messaggio ricevuto da Maria de Jesus


18 agosto 2025

Mia cara figlia, scrivi, Io sono il tuo Dio, il tuo Salvatore. Sono venuto con il Mio Amore per darti un altro messaggio che viene dal Mio Sacro Cuore al tuo. Sono venuto per darti tutto, perché qui ti sarà rivelato tutto con la Verità. Al mondo piace spettegolare nel Mio Nome e portare via la pace a coloro che sono stati scelti da Me, perché Io Sono la Verità e la Vita. Non prendere sul serio tutto ciò che dicono nei notiziari, coloro che amano fare soldi e portare via la pace agli altri che sono onesti e seri in ciò che fanno. Ora, fai tutto ciò che Io ti darò qui, perché la Verità è detta a tutti qui.

Non ci sono errori nei messaggi che sono venuto a dare a te, figlia mia, e al mio figlio eletto [l'amico di Maria in Turchia], perché vogliono allontanarlo dalla Verità e il diavolo vuole allontanarlo da Me. Io sono la Verità e la Vita, quindi non prendere sul serio nulla di ciò che dicono, ma ascolta ciò che ti dico, solo per Amore. Figlia mia, voglio che tu aiuti sempre a dare tutto a coloro che ti do qui, perché Io sono il Padre, e il Padre non ingannerà mai i Suoi figli. Sì, molti cercano di ingannare solo per denaro, questo non Mi piace, accetta tutto ciò che ti do.

Sono qui per darti tutto e non voglio che tu sia ingannata da nulla, perché Io sono qui, Vivo e Reale [nell'Eucaristia]. Non voglio che ti venga dato nulla che rovini ciò che sto per darti, perché molte cose ti saranno ancora date qui, figlia Mia. E questo mio figlio è stato scelto da Me, non proviene dal male, anche se è un peccatore, ma chi non ha peccato? Sì, molti ne hanno, ma si nascondono dietro le tende, questo invece è in bella vista e continua ad alimentare il fuoco. Voglio che stiate attenti, perché non mi piace questo, fare questo a coloro che Mi sono fedeli solo per amore.

L'ho scelto per essere il mio Cireneo [Luca 23: 26-27] di questi tempi finali, è preparato con te, perché tutto viene attraverso l'amore che ho dato a ciascuno di voi. Sono venuto ancora una volta per spianare la strada con un altro messaggio, che è di Amore e Pace.

Amen.


APPARIZIONI DELLA MADRE DI DIO IN VENEZUELA



Maracaibo (1988-_?_)


Messaggio alla gioventu’

“Figli miei amatissimi, sono il Cuore Immacolato di Maria, vostra Arca e vostro Rifugio. Figli miei, in questo giorno vengo a richiamare i miei amatissimi giovani del mondo intero.
Figli miei, voi siete la mia speranza per un domani migliore. Voi, figlioli miei amatissimi, vi troverete esposti a dei gravi pericoli, ed Io, come Madre, vengo a prendervi e a chiudervi nel mio Cuore, affinché non vi perdiate nel cammino di perdizione.

Sì certamente Satana vuole la dannazione di tutti i miei figli, e si batte in modo particolare per la dannazione dei bambini e dei giovani di tutto il mondo, perché corrompendo le loro vite si assicura un futuro fatto di caos, di vizio e di perdizione. Perciò vengo a richiamarvi tutti affinché reagiate e vi solleviate nel Nome di Gesù, affinché siate la Luce in mezzo alle Tenebre.

Figli miei amatissimi, vestitevi secondo decenza. I vostri corpi sono i templi dello Spirito Santo. Oggi, figli miei, ci sono delle mode che offendono molto il Signore. La maggior parte di esse sono ispirate dallo Spirito del Male. Non cadete anche voi in questa corrente dalla quale si lasciano trascinare molti giovani di tutto il mondo. No, piccoli miei, fermatevi un po’ ed esaminate le vostre coscienze e i vostri valori. Non lasciatevi trascinare dalla massa.
Figlioli miei, lungo il cammino verso Dio dovete essere molto prudenti, perché siete cellule del mio Cuore Immacolato, e quando uno di voi si allontana da me e cade nel peccato, così facendo ferisce il mio Cuore Immacolato, come anche quello del mio Divin Figlio Gesù.

Figli miei, non rendete vane le mie parole. Ecco, quando una casa è abbandonata e trascurata, poco a poco si deteriora, gli agenti atmosferici la deteriorano sempre di più, e se non fate attenzione,

giunge il momento nel quale la vostra casa diventa inabitabile, fino al punto di cadere in rovina. Lo stesso accade con le vostre anime. Con un’astuzia sottile, il nemico vi nuoce, vi guasta e vi raffredda, e se non siete vigilanti, quando reagirete vedrete che le vostre anime si trovano nella rovina del peccato, ed in quello stato, piccoli miei, generalmente è molto difficile ricostruire ciò che si è perduto, ma con la Grazia di Dio, tutto è possibile.

Figli miei, vi invito tutti a risvegliarvi,. Non lasciatevi alienare dalle mode del mondo. Vegliate e fate attenzione alla maniera di vestirvi, di parlare, anche evitando di ascoltare certe musiche che offendono molto il Signore. Non preoccupatevi del mondo, perché quando accettate Gesù nei vostri cuori non appartenete più a questo mondo, siete nel mondo, ma appartenete al Signore. Perciò figli miei, come Madre, vengo a guidarvi, vengo a smascherare le astuzie del maligno. Probabilmente molti di voi in questo momento non capiscono le mie parole; non chiudete i vostri cuori, figlioli, apriteli. Pregate col cuore e comprenderete quel che vi dico. Sono soltanto vostra Madre e vi voglio aiutare.

La bellezza di una persona non è nel corpo, ma nel cuore.

Perciò, figli di Dio, mantenete i vostri cuori puri e netti per ringraziare il vostro Padre Celeste che, con il Figlio e lo Spirito Santo, vengono a vivere in voi.

Gioventù, o povera gioventù, quanti inganni vi allontanano da Dio. Sono venuta a salvarvi; non respingete il mio richiamo!”

domenica 7 settembre 2025

Annunci attraverso veggenti e profeti

 


La Mia Voce


Quello che Io vi annuncio attraverso veggenti e profeti deve essere preso sul serio. Così è la Mia Volontà, e se volete adempiere la Mia Volontà, allora non accogliete in modo tiepido ed indifferente ciò che vi offre il Mio Amore. Ma siete indifferenti, se sentite bensì la Mia Parola e non predisponete la vostra vita rispetto alle Mie Previsioni, se non tendete seriamente ad un cambiamento del vostro essere e non adempite i Miei Comandamenti d’amore. Con i Miei Annunci vi voglio avvertire da una corsa a vuoto della vita, vi voglio ammonire di utilizzare ancora il tempo che vi rimane ancora fino alla vicina fine, voglio stimolarvi ad un tendere spirituale e guidare spiritualmente tutti i vostri pensieri, affinché maturiate nel tempo che dimorate ancora sulla Terra. Ma se non prendete sul serio la Mia Parola, le Mie Profezie, lasciate passare oltre alle vostre orecchie tutte queste indicazioni, il Mio Ammonire ed Avvertire era vano. E se ora arriva l’ora in cui venite richiamati, potete far uso soltanto di una scarsa testimonianza, perché avete fallito sulla Terra e non afferrato la Mia Mano da Padre amorevole, quando vi era stata offerta.

Se avete un assistente spirituale, allora dovete affidarvi a lui incondizionatamente, perché vi conduce bene con sicurezza. Ora però nel tempo della fine, Io Stesso voglio Essere la vostra Guida ed il vostro Assistente, e se Mi date soltanto un poco di fiducia, non avete davvero più bisogno di provvedere a voi stessi, né corporalmente né spiritualmente; perché Io prendo questa Provvidenza nelle Mie Mani, dovete soltanto badare a ricevere sempre la Forza da Me, che vi garantisce la via verso l’Alto. E questa Forza vi può arrivare soltanto nella forma della Mia Parola. Se ora vi dò conoscenza tramite questa Parola di ciò che sta accadendo, allora è una Grazia molto grande per voi, perché ora avete la possibilità di conquistarvi tramite un giusto modo di vivere il Mio Affetto in una tale misura, che non vi lascerò mai più, che vi afferrò ed attirerò in Alto. 

Ma ora lo rendo del tutto particolarmente urgente, perché non vi rimane più molto tempo per cambiare le vostre anime. E perciò vi vengo vicino con ogni Rivelazione, con ogni Comunicazione, e vi chiamo, e se riconoscete la Voce del Padre, la seguirete pure. Come pecorelle smarrite baderete alla Voce del buon Pastore, seguirete la Sua Chiamata e questo sarà il vostro più grande vantaggio. Ma chi non bada alla Mia Voce, sarà ben difficile che trovi il contatto con Me, e se ora sarà venuta l’ora della fine, sarà debole e non rivolgerà il suo sguardo al Cielo, perché è ancora troppo legato alla Terra. E questo ve lo voglio evitare, vi voglio aiutare e perciò vi mando sempre di nuovo la Mia Parola dall’Alto e contemporaneamente anche la motivazione della Mia Parola, affinché la prendiate sempre sul serio, affinché l’ascoltiate e leggiate, ovunque vi sia sempre data l’opportunità. 

Credete alla Mia Parola, credetelo che non rimane più molto tempo fino alla fine, affinché intraprendiate pienamente sul serio il lavoro sulla vostra anima, affinché ve ne provenga ancora molta Grazia, perché il tempo è serissimo ed è urgentemente necessario che cerchiate di immaginarvi che la fine vi sorprenderà e non avete più tempo per il vostro vero lavoro terreno. AscoltateMi e credete alla Mia Parola e vi colmerà sempre ed eternamente con la Forza, Io Stesso potrò prenderMi cura di voi, appena Mi cercate nei pensieri. E potrete superare la cosa più difficile, perché questa è la Mia Volontà, che vada molta Forza a coloro che mantengono la loro fede nella Mia Potenza e nel Mio Amore, ed Io aiuto loro alla risalita spirituale. 

Amen

2. maggio 1947

Ho bisogno che siate la Mia Luce in un mondo diventato freddo per l'egoismo e l'indifferenza verso le cose di Dio.

 


"Vi invito alla pienezza della vita, una vita vissuta nella potenza della risurrezione di mio Figlio Gesù. Io, vostra Madre, vi ho chiamati a Medjugorje, fonte di grazia. Abbiate la vostra parte, perché siete chiamati ad essere dispensatori di grazia per gli altri. Vi invito ad entrare nel più grande dei misteri, la presenza reale di Gesù tra voi. Dite a coloro che vengono da lontano che io li conduco qui alla presenza risorta di Gesù, sperimentata in questo grande Sacramento. Immergetevi in questo mistero. Una volta compresa la sua potenza, trovate il vostro riposo in Lui. Egli vi ama così tanto. Siate forti di volontà quando la fede è debole e la forza è svanita. Gli attacchi di Satana sono forti, ma ricordate, la vostra volontà è sempre vostra. Invoca Me, tua Madre, nei momenti di debolezza. Io sono sempre con te, specialmente quando sei in difficoltà. Prega e Io pregherò con te. Ti conduco a Gesù. Ascoltalo. Fai tutto ciò che ti dice. Per il tuo bene e per il bene del mondo, vivi i Miei messaggi. Grazie per aver risposto alla Mia chiamata.


Parole di Gesù 

Non cercate ricompensa per il bene che fate nel Mio Nome. Piuttosto, compite ogni azione, anche la più piccola, per Amore verso di Me. Cercate anche il più piccolo atto di amore e misericordia con cui consolarMi. Voi Mi consolate quando consolate i vostri fratelli e sorelle. Pregate per ottenere la grazia di uno spirito sacrificale. Cercate di fare ciò che non volete fare. In questo modo, crocifiggi la carne e la sottometti allo Spirito. Questi piccoli atti d'amore, per amor Mio, convertiranno molti peccatori. Nutritevi nel Sacramento della Mia Resurrezione. Vi ho posto in una forte comunità di fede. Nutritevi a vicenda. Amatevi e sostenetevi a vicenda. Siete tutti fratelli e sorelle in Me. Ho bisogno che siate la Mia Luce in un mondo diventato freddo per l'egoismo e l'indifferenza verso le cose di Dio. Vi chiamo ad essere la Mia luce splendente in questa oscurità che permea ogni cosa. Ho mandato Mia Madre proprio come Mio Padre ha mandato Me - nell'oscurità come ultima possibilità per il mondo. Ascoltatela. Se non avete messo da parte il vostro “io”, se i vostri cuori non sono cambiati, se ci sono tracce di egocentrismo sotto forma di invidia, lussuria, orgoglio, tiepidezza, avarizia, non l'avete ascoltata con il vostro cuore. Non illudetevi più. Siete chiamati alla santità e ad essere irreprensibili agli occhi di Dio. Convertitevi, dunque, e iniziate oggi stesso. Non scoraggiatevi. Non potete percorrere questa strada da soli. Mia Madre attende che affidiate la vostra vita nelle Sue Mani. La Grazia vi aiuterà a superare ciò che altrimenti sarebbe impossibile. Se vivete nella Potenza della Mia Resurrezione, non fallirete. Consolatemi con i vostri piccoli atti di misericordia e amore. Il vostro Padre vede tutto ciò che fate per gli altri e ricompenserà la purezza delle vostre intenzioni con le delizie del Cielo. Lasciate qui con Me i vostri fardelli. Lasciate questa Montagna Santa con un carico più leggero. Imparate a vivere solo nel momento presente. La guerra finirà presto, ma in futuro scoppierebbe un caos ancora più grande. Per questo vi dico: pregate, pregate per avere fiducia, nelle prove più piccole come in quelle più grandi. La causa del mio più grande dolore è la mancanza di fiducia dei miei figli. Vi è stata data grazia in abbondanza, che è il mio stesso Spirito attivato dentro di voi. 

Perseverate nei doveri del vostro stato di vita. Questa è la missione che vi ho affidato. Sacrificatevi per i peccatori. Abbiate fiducia in Me. Ascoltate Mia Madre, la Mia Voce nel mondo di oggi. Trovate il vostro riposo nell'Eucaristia, il testamento del Mio Amore. È qui che sarò il vostro Tutto, il vostro Tutto in Tutto fino alla fine dei tempi. Sono fedele a tutto ciò che ho promesso. Il mio amore per te è grande, al di là della tua comprensione. È un mistero e rimarrà tale fino a quando non ci incontreremo faccia a faccia. Va' in pace. Grazie per avermi dato fiducia al punto da rispondere all'invito che ti ha portato qui. Va' con l'incarico che ho dato ai miei primi apostoli: PASCI LE MIE PECORELLE CON LE GRAZIE CHE RICEVI QUI.

15-02-91 

Lena Shipley

Il martirio di Maria - SEZIONE IV LE CARATTERISTICHE DEI DOLORI DI NOSTRA SIGNORA

 


CAPITOLO I

Il martirio di Maria


SEZIONE IV LE CARATTERISTICHE DEI DOLORI DI NOSTRA SIGNORA


Le caratteristiche dei dolori della Madonna sono, come ci si potrebbe aspettare, strettamente connesse alle fonti da cui scaturiscono, e queste devono ora essere oggetto di indagine. Sebbene emergano con forza e chiarezza man mano che consideriamo i diversi dolori in successione, è tuttavia necessaria una visione d'insieme per dare un'idea veritiera del suo martirio nel suo complesso. Una volta considerati nel loro insieme, potremo comprendere meglio i meravigliosi dettagli che un'analisi più approfondita ci svelerà. La prima caratteristica dei suoi dolori era che duravano tutta la vita, o quasi. È generalmente accettato che la Beata Vergine non sapesse di dover diventare Madre di Dio prima del momento dell'Incarnazione. Fino a quel momento, quindi, poteva avere un dono di profezia tale da prevedere confusamente che la sua vita sarebbe stata di grande dolore e di eroica sopportazione, ma i suoi dolori particolari non potevano essere chiaramente davanti a lei. Ma quando portò effettivamente in sé il Verbo eterno fatto carne, un grande cambiamento deve essere avvenuto in lei a questo riguardo. Era in un'unione così indicibile con Dio, e comprendeva così profondamente e veramente il mistero dell'Incarnazione, e una tale luce era stata fatta per lei sulle profondità della profezia ebraica, che è impossibile non credere che la Passione di Gesù le fosse chiaramente davanti, con tutti i trentatré anni di povertà, difficoltà e umiliazioni, e di conseguenza, almeno nelle sue linee principali, la sua stessa Compassione. Questo è il minimo che possiamo pensare, ma in verità pensiamo molto di più. Non possiamo essere d'accordo con quegli scrittori che fanno iniziare i suoi dolori con la profezia di Simeone. Senza dubbio Dio in quel momento poté compiacersi nel mostrarle più chiaramente tutto il doloroso futuro che l'attendeva e nel dipingere quella visione con colori più vividi. È più che probabile che le parole di Simeone fossero strumenti divini per operare un cambiamento nella sua anima. Ma sembra poco onorevole per lei pensare che durante i nove mesi della sua intima unione con il Verbo incarnato non abbia compreso la Sua missione di sofferenza e sangue, o le leggi dell'espiazione e della grazia redentrice, o la certezza che anche lei avrebbe dovuto bere profondamente dallo stesso calice con Lui. In ogni caso, dal momento della profezia di Simeone, se non dal primo momento dell'Incarnazione, i suoi dolori furono per tutta la vita. Come quelli di Gesù, erano sempre davanti a lei. Non ebbe intervalli luminosi in cui il male imminente non gettasse dolore. C'era un'inevitabile uniformità di ombra sul suo cammino. I destini più bui degli uomini sono diseguali, e in questa disuguaglianza c'è sollievo. Il dolore che si aggrappa più strettamente a volte allenta la sua presa. Le nuvole ogni tanto cedono il passo a un forte sole, anche se solo per un po'. La sfortuna, che occasionalmente perseguita un uomo per tutta la vita, a volte sembra stancarsi della sua caccia e si volta indietro, come se avesse abbandonato la sua preda, o almeno le avesse concesso un attimo di respiro. Ma la sottomissione di Maria al dolore era inchiodata su di lei come se fosse di ferro. Non si allentava mai. Non si è mai attenuato. Non le ha dato tregua. Era parte della sua vita, e solo rinunciando alla vita stessa avrebbe potuto liberarsi dalla sua compagnia inseparabile. La Passione non è stata la fine oscura di una vita luminosa, né un tramonto oscuro dopo una giornata altalenante tra luce e oscurità, né una tragedia isolata in sessantatre anni di vicissitudini umane comuni. Era parte di un tutto, con antecedenti coerenti, una certezza sempre più profonda dell'oscurità, ma una parte di un'oscurità che durava da tutta la vita, che per anni non aveva conosciuto, almeno sotto questo aspetto, alcuna luce. Dobbiamo tenerlo presente per tutto il tempo, se vogliamo comprendere correttamente i suoi dolori. Non erano tanto eventi separati; erano il proseguimento di una vita incantata, attorno alla quale il Cielo aveva avvolto una singolare legge di dolore, solo con una luce più forte proiettata su alcuni dei suoi abissi piuttosto che su altri.

Ma le sue sofferenze non solo durarono tutta la vita, ma aumentarono continuamente. Più si familiarizzava con la loro visione, più se ne rendeva conto e più le sembravano terribili. Questa loro crescita non sembra incompatibile con l'immensità della sua scienza, né le fa alcun disonore. Essi rivelavano nuovi aspetti, nuovi dolori, nuove profondità, nuove possibilità alla sua continua meditazione, proprio come, in misura molto minore, continuano a fare con la nostra. Più occupiamo la nostra mente con i misteri dell'Incarnazione, più impariamo su di essi. L'orizzonte si allarga man mano che saliamo più in alto. Quando i nostri occhi si abituano alla peculiare morbida oscurità, più percepiamo l'insondabilità della profondità dell'abisso. Cosa deve essere stato tutto questo per lei, il cui sguardo penetrante e risoluto era così diverso dalla nostra meditazione distratta e superficiale, la cui meditazione era ininterrotta da anni e il cui cuore era così profondamente interessato all'argomento? Inoltre, man mano che si avvicinavano, diventavano naturalmente più terribili. Gettavano un'ombra più profonda. Ispiravano una paura maggiore. I primi soffi della tempesta cominciarono a soffiare freddi sul suo cuore. Si aggrappò a Gesù. Lui le sembrava più bello che mai. Ma non c'era speranza. Il vasto mare la circondava, senza un porto. Non aveva altra casa che il grande abisso. Era la volontà di Dio. Nel frattempo Gesù diventava ogni giorno più bello. I primi dodici anni trascorsero, lasciando risultati di celestiale bellezza e amore che vanno oltre la nostra capacità di comprendere. Poi i successivi diciotto, quando ogni parola, ogni sguardo, ogni mite sottomissione erano densi dei misteri del Cielo. La sua vita era quasi passata da lei a Lui, tanto Egli era diventato la sua luce, la sua vita, il suo amore e tutto. Poi vennero i tre anni di ministero, e sembrava che il Bambino di Betlemme, o il Ragazzo di Nazareth, non fossero stati nulla rispetto al Predicatore dell'amore, le cui parole, opere e miracoli sembravano caricare il mondo di una bellezza soprannaturale più grande di quanto potesse sopportare, tanto che gli uomini si sollevarono furiosamente per spegnere la luce che li feriva con il suo forte splendore. Man mano che questa bellezza aumentava, aumentava anche il suo amore e con esso la sua agonia; e tutti e tre aumentavano continuamente, con maestà e rapidità. La bellezza trascendente dei tre anni di ministero sembrava renderle impossibile sopportare la Passione; e non sembrava forse che la bellezza della Sua predicazione, le Sue lacrime umane, le Sue veglie sulle montagne, i Suoi viaggi con i piedi doloranti, la Sua fame, la Sua sete, la Sua dolce pazienza, la persuasività dei Suoi miracoli e la meravigliosa e seducente saggezza delle Sue parabole potessero redimere il mondo e risparmiare il Calvario? È una frase breve, ma racchiude un significato profondo: Gesù era diventato un'abitudine per lei; avrebbe potuto essere strappato via da lei e lei sopravvivere? E così un motivo ne generò un altro, un pensiero ne stimolò un altro, un affetto ne intensificò un altro, e così i suoi dolori crebbero, più rapidamente di quanto crescono le zucche in estate, e tanto più rapidamente quanto più il tempo si avvicinava.

Un'altra caratteristica delle sue sofferenze era che esse risiedevano nella sua anima, piuttosto che nel suo corpo. Non che il suo corpo fosse privo di sofferenze terribili e appropriate. Lo abbiamo già visto. Ma esse non erano nulla in confronto alle sofferenze della sua anima. L'una non era proporzionata all'altra. Il dolore fisico è difficile da sopportare, così difficile che quando raggiunge un certo punto sembra insopportabile. Si impadronisce della nostra vita, che si ritrae al suo tocco. Nessuno può prendere alla leggera il dolore fisico. Eppure quanto è leggero rispetto alla sofferenza mentale! Anche per noi le agonie dell'anima sono molto più terribili delle torture del corpo. Eppure noi siamo grossolani e materiali, rispetto alla Beata Vergine, quasi come se fossimo creature di un'altra specie. Più l'anima è raffinata e delicata, più straziante è la sua agonia. Quali devono essere stati allora i dolori di un'anima che era un vaso di grazia immacolato come il suo! Non abbiamo parametri per misurare ciò che ha provato. La sua capacità di soffrire va oltre la nostra comprensione. Tutto ciò che sappiamo è che trascendeva ogni esperienza umana e che i due Cuori di Gesù e Maria furono elevati in un mondo di sofferenza a loro proprio, dove nessun altro cuore di carne può seguirli. Le sue sofferenze erano un martirio al contrario, perché la sede dell'angoscia era nell'anima e si riversava, bruciando e scottando, sulla carne compassionevole; mentre nei martiri l'anima versava un dolce balsamo sulla carne ferita e il Cielo interiore ardeva più luminoso del fuoco acceso o degli occhi delle bestie selvagge all'esterno. In questo anche lei si distingueva in qualche modo persino da Gesù. La sua Anima fu crocifissa nel Getsemani, il suo Corpo sul Calvario. Sul suo corpo non fu inflitta alcuna ferita; dalle sue vene non fu versata alcuna goccia di sangue. Il suo corpo e il suo sangue provenivano da lei, ed era sufficiente che Lui soffrisse per entrambi. Questo carattere perfettamente interiore dei suoi dolori, così spesso indipendente dalle circostanze esterne e che richiede, per essere giustamente apprezzato, un discernimento spirituale, non deve essere perso di vista come una delle loro caratteristiche più distintive.

Se osiamo pensare per un momento a ciò che la teologia chiama la Circuminsessione delle Tre Persone Divine, il modo in cui Ciascuna giace nel grembo delle Altre, questo ci porterà ben oltre qualsiasi prerogativa di Maria, ponendo una distanza semplicemente infinita tra il Creatore e la creatura. Tuttavia, l'idea di quell'unità eminente ci allontanerà dai nostri pensieri meschini e ci avvicinerà a un giusto apprezzamento dell'unione tra Gesù e Sua Madre. Il Cuore di ciascuno sembrava riposare nel Cuore dell'altro. Questo era particolarmente vero per Maria. La Sua bellezza la trascinava fuori da se stessa. Lei viveva nel Suo Cuore piuttosto che nel proprio. I Suoi interessi erano i suoi. Le Sue disposizioni diventavano le sue. Lei pensava con Lui, sentiva con Lui e, per quanto possibile, si identificava con Lui. Viveva solo per Lui. La sua vita era il Suo strumento per compiere la Sua volontà. In questa unione, a volte era la Madre, con tutto il suo cuore riverso sul Figlio, gioendo di tutto ciò che era, di tutto ciò che aveva, di tutto ciò che poteva fare o soffrire, semplicemente come materiale da sacrificare per Lui. A volte era quasi come se lei fosse la figlia e Lui il Padre, tanto lei si appoggiava a Lui, Gli obbediva e non aveva un pensiero che non fosse Suo, quasi nemmeno un pensiero per Lui. Era Lui a pensare e a disporre; lei Lo seguiva, Lo serviva, Lo comprendeva, era d'accordo con Lui, Lo adorava con il suo amore. Leggiamo cose meravigliose sui santi e sulla loro unione con Dio, ma non c'è mai stata nessuna unione paragonabile a quella tra Gesù e Maria. Era unica nel suo genere, unica nel suo grado. Era simile a se stessa e non era simile a nessun'altra unione, tranne quella che, in modo lontano, ma così dolce e così vero, essa rifletteva: l'Unità della Santissima Trinità. Ora, lei viveva molto più intensamente in questa vita esteriore che in quella interiore; o, per dirla in modo più giusto, questa vita esteriore, questa vita in Gesù, era più interiore, più realmente sua, dell'altra; ed era una delle caratteristiche dei suoi dolori il fatto che non fossero tanto in lei stessa quanto in Colui che amava molto più di se stessa. Ci sono alcuni dolori umani che hanno deboli parallelismi con questo. Ombre di esso hanno attraversato il cuore delle madri vedove, quando il loro primogenito era glorioso alle soglie dell'età adulta e la morte ha spento la sua luce e lo ha trascinato con sé. Ma nessuno ha provato ciò che ha provato Maria, perché nessuno ha vissuto in tale unione con l'oggetto del proprio amore, e nessuno ha avuto un oggetto così divino, umano e proprio da osare amarlo con un amore che non ha bisogno di essere distinto dall'adorazione assoluta.

Un'altra caratteristica dei dolori della Madonna è l'unione della loro grande varietà con il fatto che sono interiori, cioè che sono sentiti tutti insieme in un unico luogo, il suo cuore. In effetti, questo deriva dal fatto che sono interiori ed è la causa di un tipo di sofferenza molto particolare. Quando gli strumenti di tortura passavano da un arto all'altro del Martire, c'era quasi un sollievo nella vicissitudine. La maggior parte di noi sa com'è la pressione concentrata del dolore su un nervo, specialmente quando tale pressione viene mantenuta per ore, giorni o addirittura settimane. È un tipo di agonia molto diverso dal dolore volante, mutevole, o anche dal dolore lancinante, così difficile da sopportare. Ma quando trasferiamo questa pressione uniforme da un arto o da un nervo al cuore, il risultato della sofferenza deve essere incalcolabile. La varietà dei suoi dolori era quasi infinita. Entrambe le sue nature, umana e divina, fornivano innumerevoli diversità di dolore, ne moltiplicavano i motivi, ne intensificavano l'amarezza. I dolori fisici della Passione, le sofferenze mentali, le profonde umiliazioni, le grida, i volti, i pensieri ben visibili della folla circostante, erano per lei tanti diversi tipi di dolore. E poi la completa unità dei suoi affetti indivisi si aggiungeva immensamente a tutti loro. Lei amava solo Uno. Le cause del suo martirio erano tutte concentrate in uno solo. Non c'era nessun altro oggetto nel suo cuore che potesse distogliere una parte del suo dolore e distrarla dalla sua opprimente fissità. Quanto sono dolci le grida del bambino al cuore della vedova fresca! Che eloquente distrazione, meglio che se parlasse un angelo! Oh, quel pianto è come una grande grazia dal cielo, forte abbastanza da sopportare un peso così oscuro! Ma Maria non aveva alcun diversivo alle sue sofferenze. Per quanto innumerevoli fossero, esse convergevano in un unico punto soprannaturale, dalle molteplici sfaccettature, e trafiggevano con tutta la loro forza il centro stesso della sua vita, il bellissimo santuario del suo cuore amorevole.

Ma non era tutto. Non solo era priva di altri oggetti, altri doveri, altri amori che potessero distrarla dalla sua infelicità, ma ciò che avrebbe dovuto alleviare naturalmente il suo dolore non faceva altro che renderlo più amaro e velenoso. Ciò che avrebbe dovuto essere luce era peggiore dell'oscurità egiziana. Ciò che avrebbe dovuto darle vita era invece sufficiente ad ucciderla. La bontà del nostro Signore benedetto aggiungeva una speciale punta ad ogni freccia che le trafiggeva il cuore. Era la Sua santità a rendere la Sua morte così terribile. Il Suo amore per lei, che per sua natura era più di una consolazione per lei, anzi, era positivamente la sua vita, era la grande crudeltà della sua Compassione. Se lei Lo avesse amato meno, o se Lui l'avesse amata meno, i suoi dolori non avrebbero superato così tanto ogni paragone umano. La raffinatezza di ogni tortura era proprio nel suo amore. Ma la Sua Divinità! La gloria segreta della Sua natura luminosa e impassibile, non poteva forse poggiare su di essa la sua testa stanca? O più caro di tutti i dogmi della fede! Quanti cuori doloranti, spiriti logorati e anime tormentate dalla tempesta, quando tutto il mondo era andato in rovina intorno a loro, si sono distesi sul tuo letto morbido e accogliente e hanno assaporato la pace quando tutto era turbamento sopra e sotto, dentro e fuori! Per quante migliaia di persone quella dottrina è stata come una visita angelica, che ha placato le tempeste e ha lisciato persino il letto della morte! E non sarà nulla per colei che ha più a che fare con essa di qualsiasi altra creatura di Dio? Nulla? Oh, tutt'altro; per lei sarà un nuovo abisso, finora sconosciuto, di dolore umano, in cui affonderà in profondità incommensurabili eppure non troverà fine. La avvolgerà così tanto nella sofferenza che sembrerà giacere impotente su un vasto mare di dolore. Tutto seguiva la regola dei contrari nel suo martirio. Le cose stesse che avrebbero potuto alleggerire il suo fardello erano come mani assassine che la tenevano sotto le acque scure con forza crudele. E poiché era troppo forte per soffocare, soffriva ancora di più. Anche questo non è senza paralleli nel dolore umano, sebbene nessuno si sia mai avvicinato al suo. Ma un dolore senza compassione è un fenomeno raro, anche su questa terra crudele. Eppure, dove troverà compassione per il suo dolore? C'è solo una persona al mondo che può capirla, ed è Colui che, con le Sue sofferenze, le sta infliggendo tutto questo dolore. Lei darà tutta la sua compassione a Lui piuttosto che cercarla in Lui. Deve sopportare in segreto. San Giuseppe la conosceva bene, ma non la conosceva completamente. Il suo cuore è un mistero anche per San Giovanni, sebbene egli fosse stato iniziato ai segreti del Sacro Cuore. E lo stesso caro Apostolo ha bisogno del suo amore per rimanere saldo sotto la croce del suo Maestro. Anche nei diciotto anni non è facile pensare che Gesù e Maria abbiano parlato molto dei loro dolori futuri, o abbiano cercato comprensione nell'amore reciproco. A me sembra più probabile che non ne abbiano mai parlato affatto. Inoltre, la sua compassione per Lui era semplicemente adorazione; era amore vero, sincero, affettuoso, materno, ma era anche adorazione, e diversa da ogni comune compassione per il dolore. Quando venerdì sera si allontanò lentamente dal giardino-tomba, rientrò in un mondo dove nessuna anima poteva capirla, nemmeno la santa e appassionata Maddalena. Era oscurità senza un barlume di luce, un deserto pieno di terrore, una vita senza alcun punto di attrazione, alcun luogo di riposo per il suo cuore spezzato. Chiuse i suoi dolori dentro di sé, sopportandoli in un silenzio appassionato, e nessuno poteva fare altro che immaginare il vuoto doloroso che batteva come un impulso selvaggio in quel cuore materno.

Queste erano le caratteristiche dei suoi dolori; e ogni parola che è stata detta non è forse un'ombra che si addensa su un quadro già di per sé molto cupo? Cosa pensare allora dell'ultima caratteristica dei suoi dolori, che tanto stupì San Bernardo, ovvero la moderazione con cui li sopportava? Chi è in grado di dimenticare, quando medita sulla Beata Vergine Maria, la serenità celeste del suo «Ecco la serva del Signore» durante l'Annunciazione? La stessa tranquillità rimane intatta anche quando il suo cuore si spezza sotto la Croce. Tranne nel caso di santità molto elevata, e anche lì l'eccezione non vale sempre, la moderazione nel dolore implicherebbe qualcosa di simile alla freddezza o all'insensibilità. Difficilmente potremmo amare teneramente qualcuno che non fosse turbato da una profonda afflizione. Nel caso dei santi, l'amore di Dio agisce come un controincantesimo agli incantesimi del dolore. Distrae e compensa immediatamente, rendendo così più facile la sopportazione. Ma per Maria era proprio nel suo amore per Dio che consisteva l'estrema amarezza della sua agonia. Se poi immaginiamo le sconcertanti complicazioni della miseria, l'enorme peso del dolore, le aggravanti soprannaturali che lei dovette sopportare, e poi il modo in cui con tale irresistibile forza si abbatté sul suo cuore solitario, è sorprendente vedere come tutto ciò si infrangesse sulla sua tranquillità, come un'onda si infrange in schiuma oziosa su un enorme promontorio, che trema fino alla base mentre respinge le acque selvagge, eppure rimane intatto. Così era per lei. Non era insensibile come il freddo granito. Al contrario, la tempesta la attraversò, cercò in ogni angolo della sua natura capiente, riempì fino a traboccare ogni possibilità di sofferenza e inzuppò di amarezza ogni facoltà e affetto. Eppure la sua tranquillità non fu turbata. La sua pace interiore era serena come le cavità dell'oceano quando la superficie è selvaggiamente agitata dalla tempesta. Tuttavia, questa tranquillità non la proteggeva dall'intensità della sofferenza. Piuttosto le permetteva di soffrire di più. Permetteva al dolore di penetrare senza resistenza in ogni parte di lei. Eppure non c'era alcuna frenesia, nessun sospiro rumoroso, nessun singhiozzo spezzato, nessuna parola di lamentela espressa apertamente. Ancor meno - il pensiero è uno che non avrebbe mai attraversato la mente di un intelligente amante di Maria, se immagini teologicamente scorrette e imprudenti non lo avessero indecorosamente portato davanti a tanti di noi - ancor meno c'erano atteggiamenti veementi di dolore, contorsioni della venerabile bellezza del suo viso, gesti femminili di torcersi le mani, nessuna negligenza di capelli arruffati, nessuna prostrazione a terra come di chi è sopraffatto da un'angoscia mortale, e men che meno svenimenti, nessun bisogno di un braccio che la sostenesse, fosse quello di Giovanni o di Maddalena, nessuna sospensione di quella gloriosa ragione che nemmeno il sonno aveva interrotto nei suoi magnifici esercizi fin dal primo momento dell'Immacolata Concezione. Con indignato amore, consegniamo alle fiamme queste rappresentazioni ignoranti e disonorevoli, e scacciamo da noi le immagini odiose che la loro abilità e bellezza possono aver lasciato nella nostra mente. Maria “stava” sotto la Croce: questa è la semplice grandezza dell'immagine scritturale, che rappresentava la verità effettiva, e il cui artista era il suo stesso Sposo, lo Spirito Santo. Ed era proprio l'immagine di quella donna calma e in piedi che il suo affezionato figlio, San Bernardo, guardava con amore ammirato. Anche questo è il fascino delle apparizioni della Madonna nelle rivelazioni di Maria di Agreda, rispetto al suo ritratto nelle visioni di Suor Emmerich. L'istinto della suora spagnola era più vero persino di quello dell'anima artistica dell'estatica tedesca. Non dobbiamo quindi allontanare da noi il pensiero di questa moderazione di Maria nelle sue sofferenze. Non c'era nulla di selvaggio, nulla di instabile, nulla di drammatico, nulla di appassionato, nulla di dimostrativo, nulla di eccessivo; ma lei stava in piedi con la più calma e regale dignità, tranquilla, non come un dolce paesaggio serale, o un mare estivo a mezzogiorno, o un bosco verde all'alba, o una cima di montagna illuminata dalla luna, o come qualsiasi altra immagine nella poesia della natura, ma tranquilla, nella sua misura e nel suo grado, come la Natura Divina di Nostro Signore mentre il tumulto della Passione calpestava a morte la Sua Natura Umana. La sua tranquillità era l'immagine di quella tranquillità. Era una delle tante partecipazioni a Se stesso che Gesù le concesse in quelle ore buie.


Voglio tutto quello che vuole Gesù, costi quel che costi

 


Anche oggi, senza Gesù! ho avuto paura dato le minacce di questa notte e ho preferito lasciare che fare pubblicità... Gesù, non ne posso più! Ho incominciato il ritiro di oggi in lotta... il nemico incalza e sono continuamente tentata a sospenderlo e prendermi un poco di svago!... no Gesù, non voglio cedere... accetta il mio tormento... S. Silvestro scaccia quel brutto mostro... Mi affido a Te: Vincenti dabo manna absconditum

Coraggio e confidenza


Madre M. Pierina De Micheli Apostola del Volto Santo

Elevazione Sull'istituzione dell'Eucaristia

 


Terzo quarto d'ora - Propiziazione


«Avendo già il demonio messo nel cuore di Giuda l'idea di tradire Gesù ... » 


- Che l'amore di Gesù abbia raggiunto il suo apice nell'istituzione dell'Eucaristia è ampiamente dimostrato sia dalla mirabile magnificenza dell'opera, sia dalla raffinata dolcezza dei mezzi e dalla paterna bontà che ci ha fornito le sue motivazioni. Ma l'evangelista ci offre un nuovo argomento da confrontare con l'amore supremo di Gesù: il tradimento di Giuda. Questa risposta di ingratitudine, odio e orgoglio dell'uomo all'amore del divino Salvatore fa risplendere questo amore di una nuova luce che è magnanima generosità, il più sublime eroismo, un'ineffabile, divina ostinazione. Era già una cosa sovranamente grande intraprendere un'opera piena di tante meraviglie, motivata da un amore così generoso; ma è una causa ancora più grande non scoraggiarsi di fronte a Giuda, il prototipo di ogni bassezza e deformità. Anche il traditore, suo malgrado, dimostra che l'Eucaristia è il culmine, il traguardo supremo dell'amore, poiché superare un ostacolo così orribile, donarsi a Giuda stesso per potersi donare agli altri, è la vittoria, il trionfo incomparabile dell'amore di Gesù: .;n finem•.

Giuda riunisce in sé tutte le apostasie e trova il modo di commettere, in questo suo delitto, tutti i delitti più mostruosi. È uno di quelli che Gesù ha scelto come suoi collaboratori, è un apostolo e, quindi, un religioso, che ha lasciato tutto per professare la sua fede in Gesù. Giuda è sacerdote come gli altri undici, ha ricevuto l'ordinazione dalle mani di Gesù, Sommo Sacerdote, nel Cenacolo stesso, durante l'Ultima Cena. Giuda, tuttavia, diventa imputato di una prima comunione sacrilega; per lui, ricevere quella prima volta il Pane divino e profanarlo, contaminarlo, era la stessa cosa. Fa parte del piccolo gruppo chiamato da Gesù nella sua intimità, è uno di quelli a cui Gesù aveva confidato i suoi segreti, riversando nel loro cuore le sue pene, condividendo con loro, per tre anni, il pane, le fatiche, le veglie. Tra questi pochi intimi, era stato scelto per un incarico che era una prova di speciale fiducia: Gesù gli aveva affidato la custodia della piccola borsa apostolica. Giuda era quindi amato, onorato, privilegiato, e corrisponde a questo amore con odio cieco, perfido, implacabile! Sceglie, per scoprire tutta la durezza del suo cuore, il momento in cui Gesù rivela tutta la tenerezza del Suo! 

Giuda aveva ascoltato la promessa dell'Eucaristia a Cafarnao e aveva dubitato della parola del divino Maestro; nel momento in cui Gesù finalmente mantiene la sua promessa, Giuda continua certamente a negare nel suo cuore la verità di ciò che Gesù opera: è un incredulo, un empio, il primo eretico.

In un solo atto, e con abilità satanica, trova il modo di non credere, di non amare, di comunicare sacrilegamente, di profanare il suo sacerdozio e di sminuire la sua professione apostolica: l'infelice si ostina, per condannarsi eternamente.

Ma Tu, o Gesù, Tu persisti nel desiderio di donarti ai tuoi Apostoli e allo stesso Giuda, e perseveri in lui, per l'eterna gloria del tuo amore. Che trionfo raggiungi allora!

Ma a costo di quali lotte, di quali sacrifici! Sei costretto a inchinare la tua adorabile maestà davanti a quell'ipocrita profanatore, a tacere la tua verità infallibile davanti a quell'incredulo, a gettare la tua santità immacolata nel sordido ricettacolo di quell'anima, a unire la tua carne immacolata a quella carne impura, a mettere il tuo Cuore ardente d'amore a contatto con quel cuore indurito dall'ingratitudine; tutta la vostra redenzione, le vostre sofferenze e la vostra morte, i vostri meriti e le vostre soddisfazioni, avete dovuto dare tutto a questo reprobo, che lo userà solo per aumentare il suo odio e raddoppiare il suo tormento!

Che tortura per Te, o dolcissimo Redentore! Con quanta delicatezza hai cercato di rialzare quella canna spezzata per più della metà! Con quanta pazienza ti sei sforzato, come soffio della tua carità, di rianimare la fiamma spenta in quel cuore!

Alla presenza dei tuoi compagni, li hai risparmiati, hai lavato loro i piedi e glielo hai fatto notare discretamente, ma invano: il tuo Cuore si spezza di dolore, tutto il tuo essere trema, perché tra pochi istanti dovrai abbandonarlo. Oh! Con quanta insistenza hai parlato interiormente a quell'anima, oh! Che sguardi dolci e supplichevoli hai rivolto al traditore, nel momento in cui hai avvicinato il tuo Corpo alle sue labbra, affinché al minimo segno, anche solo con un semplice atto interiore, ti manifestasse il suo pentimento e ti chiedesse perdono! Ma quel cuore rimase insensibile, l'odio dissimulato continuò a gelargli il volto... e Voi vi consegnaste a lui.

Amore vinto, questa sconfitta è il vostro trionfo più bello, questo abbattimento la vostra esaltazione più sublime! (un jam Jiabolus misisset in corut traderet eum Jurlas... in finem Jilexit• I

E ora, Gesù troverà una compensazione per il delitto di Giuda nell'amore e nella fedeltà degli altri Apostoli? Essi sono in stato di grazia, non hanno disonorato il loro sacerdozio, non macchieranno la loro prima comunione; sono presi dal rispetto alla vista dell'atto solenne del loro Maestro che amano con tutto il cuore e che sono pronti a seguire ovunque, per difenderlo, anche a costo della propria vita. Sì, e come ci consola sapere, o Gesù, che sei stato accolto degnamente dagli undici. Ma Tu, che potevi discernere la mescolanza alleata all'oro del loro amore, e sapevi quanto sia quasi sempre deplorevole la debolezza della carne nonostante l'energia dello spirito, per Te che potevi prevedere tutto ciò che sarebbe accaduto di lì a poco nel Giardino degli Ulivi, l'amore degli Apostoli fedeli era poca cosa in confronto al Tuo.

Che preparazione disastrosa, quella aspra disputa sui diritti di precedenza, nel momento in cui vi chinate con ineffabile condiscendenza ai suoi piedi! Oh! Che deplorevole ringraziamento seguì alla comunione e all'ordinazione: quelli che non ebbero il coraggio di fuggire, e quella vergognosa fuga, proprio quando gli chiedevate, nella vostra agonia, un po' di conforto e di fedeltà!

E fuori dal Cenacolo, a cosa pensano le folle per le quali avete istituito l'Eucaristia? Cosa si fa a Gerusalemme? Di cosa si occupano gli uomini nell'Impero romano e nelle altre parti abitate del globo terrestre, poiché voi vi date a tutti, vi racchiudete sotto queste specie di pane e versate il vostro Sangue in questo calice della Cena? A Gerusalemme, l'invidia e l'avarizia cospirano per darvi la morte; nell'Impero e nel resto del mondo, si serve Satana, vostro nemico; le tenebre avvolgono gli spiriti, le passioni più vergognose riempiono i cuori: individui, famiglie, città, nazioni, tutti vi offendono. Proprio quando amate fino a darvi tutti e per sempre, al fine di rialzare e rendere partecipi della natura divina tutti i popoli schiavi della menzogna e del vizio, questi, al contrario, sono disposti a respingervi, a uccidere i vostri sacerdoti, a profanare la vostra Eucaristia!

E così, in quell'ora in cui l' amore trabocca dal vostro Cuore e apre largamente la fonte da cui si espanderà la vostra Eucaristia, per portare la vita al mondo intero, le cascate dell'inferno fanno salire le loro onde fangose, avvolte nell'oscurità e piene di mostri orribili; ma, in questa lotta di uno contro tutti, Tu trionferai, o Gesù, perché Tu ami, e l'amore è più forte dell'odio. 

La lotta sarà lunga e come la percepisce il vostro Cuore: cioè ostinata e universale, poiché Giuda è solo un inizio, una radice che si ramificherà ampiamente e si riprodurrà senza sosta. Dopo di lui, i sacrileghi, gli apostati, gli astuti verranno a ricevere o a consacrare i vostri santi misteri: la loro gioia satanica sarà quella di profanarli, di insultarli; ce ne saranno di ogni età, sesso, condizione; e non mancheranno anche quelli che, sebbene particolarmente amati e onorati da Voi, continueranno nella vostra Chiesa il delitto del loro sventurato padre.

 Il mondo che obbedisce a Satana e, rinnegando il proprio battesimo, si vanterà di seguire l'antico paganesimo, quel mondo vi combatterà con un accanimento che non finirà se non con lui; corromperà le menti dei giovani, moltiplicherà le seduzioni che corrompono il cuore e ridicolizzerà i vostri santi misteri, gettando discredito sui sacerdoti della vostra Eucaristia. Persecutore ipocrita, cercherà, attraverso leggi inique, di chiudere la strada alle vocazioni sacerdotali; incontrando resistenza, ne approfitterà per scatenare una persecuzione aperta; i sacerdoti fedeli saranno espulsi, gli altari spogliati, i santi Misteri profanati, i templi abbandonati. O Gesù, questa risposta di odio, che Satana, aiutato dal nostro orgoglio e dalla nostra corruzione, vi lancia attraverso i secoli, Tu l'hai già sentita nel Cenacolo, dove, con orribile audacia, Giuda la fa risuonare alle tue orecchie: il tuo amore ne è scosso e turbato, ma, sapendosi inesauribile, si dona e continuerà a donarsi a tutti, ovunque e fino alla fine. • /n finem•!

E ora, qual è il mio atteggiamento, da chi mi schiererò in questo grande combattimento? Oh! Accanto a Te, Gesù, a Te che mi ami tanto.

Ma, ahimè! Il mio amore è ancora più debole di quello dei tuoi Apostoli, più pieno di preoccupazioni terrene, più esposto a mille infedeltà e a ogni tradimento. Rafforzalo, o mio Dio, e fa' che la sua miseria, le sue stesse cadute servano a rialzarlo e a stabilirlo sulle fondamenta dell'umiltà, rendendolo fedele per sempre.

Rafforzalo e accrescilo tanto, che gli sia dato di riparare per coloro che oltraggiano la tua Eucaristia, di consolare il tuo Cuore amareggiato dalle ingratitudini di cui è continuamente sazio in questo Sacramento del tuo grande, del tuo immenso amore.

Beato* Pedro Julião Eymard