lunedì 1 giugno 2020

Sul giudizio finale



Santa Caterina da Bologna 


LE SETTE ARMI SPIRITUALI 

E ora, dilettissime sorelle, non voglio tacere ciò che Dio volle mostrare sul futuro giudizio; ma solo perché, col più grande timore, siate sempre preparate alla sentenza dell'ultimo giorno.  

Il fatto accadde in questo luogo dedicato al Corpo di Cristo, ma innanzi di prender regola monastica; precisamente, al tempo della nostra prima madre suor Lucia Mascarini, la stessa che mi accolse con affetto materno e, con pura carità, mi insegnò il modo di servire Dio. Le sarò sempre obbligatissima e, di cuore, la raccomando a voi, madri e sorelle, ricordando quanto dobbiamo alla sua persona, non tanto per il rispetto che, pure, meritano le molte fatiche di tanti anni di duro lavoro, quanto per aver fondato questo luogo e per averlo conservato, nella sua umile reggenza, in buona fama, santa pace e onesta vita a lode di Cristo, alla cui presenza spero di ritrovarmi, alla fine, gioiosamente con lei. Così sia. Amen.  

Tornando all'argomento, in tutta verità, dico che lo spirito della religiosa, la stessa contro la quale il maligno nemico mosse le sue battaglie, nell'anno del Signore Gesù Cristo millequattrocentotrentuno, fu portato a vedere il giudizio finale nella forma che segue.  

Vide l'altissimo Dio in sembianze umane, ammantato di rosso, stare nelle nuvole del cielo, con la faccia rivolta a ponente; e di lato, poco più in basso e poco discosto, con aspetto di attesa e di ammirazione, la nostra avvocata Vergine Maria, vestita e ammantata di bianco; e alquanto spazio oltre la Vergine vi erano i sacratissimi Apostoli, assisi su risplendenti seggi in forma di lingue di altissimo fuoco; molto più in basso, una innumerevole moltitudine di uomini e di donne che, in piedi e con le facce rivolte al cielo, guardavano Dio, mentre uno, fra loro, predicava a gran voce. La stessa religiosa, che vedeva tutto questo, si trovava fra la moltitudine dalla parte destra di Dio e gridava a Lui, con molta allegrezza e gaudio, parole che ora preferisco non riportare.  

Compiuta la visione, la religiosa cominciò a interrogarsi sul significato di quanto le era stato mostrato, anche perché non poteva escludere una illusione diabolica; così, pregò l'altissimo Dio di renderla certa del vero senso della visione. E in verità - chi legge, comprenda - essa fu certificata della provenienza divina della visione, a premonizione dell'avvicinarsi del giudizio finale.  

Perciò, carissime madri e sorelle, vi prego e vi sollecito di non stancarvi di placare la divina giustizia con le vostre orazioni, di sopportare in letizia, per amore di Cristo, il male che vi viene fatto in odio a Cristo, affinché Egli si degni di sopportare le innumerevoli colpe quotidianamente commesse dalla umana natura, in particolare quelle del peccato abominevole contro la verginale e castissima bellezza di Cristo e della sua sacratissima Madre, della ambiziosa superbia e della crudele avarizia che, ora, regnano in ogni generazione. Questi sono i principali vizi del popolo cristiano, per cui sta in continua rissa e battaglia; non v'è più, oggi, vera carità e anche la naturale dilezione è perduta, sicché non si trova quasi pace tra padre e figlio e tra fratelli. E sono segni infallibili, questi, del vicino finale giudizio.  

Qui mi fermo, ché altrimenti troppo ce ne sarebbe da dire.  

Illuminata Bembo

L'azione speciale di Dio sopra di te.



Ma che cosa fa Dio per te in modo speciale? Anzitutto egli ti ha creato; non sei tu che ti sei fatto, ma è lui che t'ha fatto 36. Ti ha fatto  come ha voluto, dando al tuo corpo e all'anima tua le qualità e la  costituzione che gli piaceva. Ti fece nascere nelle condizioni  d'ambiente e di tempo che volle. Tracciò egli stesso le leggi del tuo  sviluppo fisico, morale, intellettuale e le leggi del tuo ingrandimento  soprannaturale. Ti diede una certa misura di essere, un certo numero  di facoltà, una certa dose d'inclinazioni. Assegnò alla tua vita una  certa direzione, ti preparò per una situazione determinata da  occupare, per una funzione speciale da compiere. In una parola  regolò tutte le condizioni del tuo nascimento e della tua vocazione.
E come ha fatto? Per mezzo degli strumenti di cui si servi. Quali  strumenti? Tutte le creature che concorsero al fatto della tua  esistenza. Calcolane il numero. Anzitutto i tuoi genitori; poi le  influenze del tempo, dell'aria, del nutrimento, di tutti gli elementi.  Quante cose concorsero al tuo nascimento! E tutte queste cose erano  strumenti di Dio posti in movimento e diretti da lui, per farti nascere  nelle condizioni in cui voleva.
E adesso che la tua vita si sviluppa, pensa un po' sotto quali  molteplici influenze essa cresce. Quante creature vengono in contatto  col tuo corpo, col tuo cuore e con la tua mente! Le influenze fisiche  del tempo, delle stagioni, del clima, di tutti gli elementi materiali con  le loro variazioni di tutti gli istanti. Le influenze morali dei tuoi parenti  e dei tuoi maestri, dei tuoi amici e dei tuoi nemici, degli uomini  conosciuti e sconosciuti con cui t'incontri, degli avvenimenti che si  avvicendano, delle parole che odi, dei fatti che vedi, delle situazioni  che subisci ecc. Le influenze spirituali della grazia, delle ispirazioni,  delle tentazioni, degl'insegnamenti. religiosi, ecc. E che so io? Mille e  mille tocchi diversi, che agiscono sulle varie parti del tuo essere.
Che sono dunque tutte queste influenze, questi movimenti, questi  tocchi? Sono il lavoro di Dio su di te. Tutte queste creature sono poste  in movimento da lui, e non fanno su di te e in te se non quello che lui  vuole che facciano. Tu vedi che è un lavoro incessante ed  estremamente complesso. È incessante, perché tu sei  incessantemente in relazione con la mente, col cuore e col corpo, con  una moltitudine infinita d'esseri che agiscono e reagiscono su di te. t  estremamente complesso e tu saresti nell'impossibilità assoluta  d'analizzarne i particolari, di calcolarne il numero e di conoscerne il  concatenamento.

Del resto, questo calcolo tu non l'hai da fare; Dio l'ha riservato a sé.  E tu sai, o forse non sai, che lui fa questo calcolo. E lo fa con  un'esattezza, che non può appartenere che a lui solo. Tu devi pensare  che quello che Dio calcola è ammirabilmente calcolato. Ora, vuoi  sapere fino a qual punto i particolari della tua vita sono da lui  calcolati? Domandalo a Nostro Signore, ed egli ti dirà che perfino i capelli del tuo capo sono tutti contati37, e che mai non ne cade uno  solo senza il permesso del Padre suo38. E, se il numero e la caduta dei  tuoi capelli è tutto calcolato, che cosa non lo sarà? Nulla è  insignificante per Dio, perché lui si serve di tutto. Se tu fossi meno  cieco, se comprendessi Dio, nulla sarebbe insignificante nemmeno  per te: solo che tu non comprendi. Hai una fede dalla vista corta.
Adunque, tutto ciò che ti capita, tutto ciò che ti tocca, è calcolato  da Dio: perché e come? In vista dello sviluppo della tua vita sotto tutti  i rapporti. Dio sa come la tua vita deve svolgersi, poiché ne tracciò le  leggi. Ora, è in vista dì questo progressivo sviluppo, che egli combina  in una successione regolare il « movimento degli esseri che agiscono  su di noi. Tutto avviene nel momento determinato, agisce  esattamente sul punto da sviluppare, produce proprio quel  movimento che è necessario. E se tu non distruggi quest'azione degli  elementi guidati dalla mano di Dio, la tua vita si dilata, con tutta la  perfezione a cui Dio la chiama. Dico: se tu non la distruggi, perché tu  hai lo spaventoso potere di scompigliare l'azione di Dio con la tua  volontà!
Oh! tu non immagini che mistero di vita è nascosto per te, in tutto  quello che credi che non siano altro che i casi della tua esistenza. Tu  dici bene che in te, tutto quello che non fai tu, è Dio che lo fa. Egli ha  degli strumenti, perché tutto è strumento di Dio. Ma se è lui che lo fa,  la tua ragione e la tua fede ti permettono forse. di credere che è mai  fatto?... senza scopo, senz'ordine e senza idea? Su, via! vedi un po'  più chiaro, e riconosci l'infinita bontà di questo Dio, ch'è  incessantemente occupato di te, onde combinare ed ordinare le  creature per il bene e l'accrescimento della tua vita. Com'è bello  questo mistero d'amore! e come la vita appare realmente come  qualcosa di vitale! come tutte le particolarità sono divine!
Dio sa quando hai bisogno d'essere incoraggiato. consolato,  fortificato, e secondo le necessità ti procura le gioie e le consolazioni.  Egli sa quando hai bisogno di essere agitato da scosse che faranno  cadere le tue scorie, purificato con la prova, santificato con  l'espiazione, distaccato col sacrificio, e a questo scopo dispone  l'azione delle creature che ti provano. Gli uomini e gli animali, gli  elementi fisici e gli avvenimenti morali, dalla puntura di una mosca  fino ad un'ispirazione soprannaturale, tutto lavora in te secondo i  disegni di Dio! Ah! se tu sapessi credere a Dio e alla sua azione!

François de Sales Pollien

Signore dal Cuore squarciato



Aiutami a camminare verso il tuo Cuore
come verso la meta del mio pellegrinaggio;
ad aderire al tuo Cuore con tutta la forza delle mie aspirazioni.
Dammi di penetrare nel tuo Cuore fino alla sua estrema profondità;
di respirare per mezzo del tuo Cuore animandomi col soffio di un generoso amore;
a lavorare per il tuo Cuore senza risparmiare pene e fatiche.
E poi fammi riposare sul tuo Cuore in una intimità tranquilla e senza fine;
per irradiare la santa bontà e l'ardore apostolico del tuo Cuore, -
e dimorare per sempre in esso immutabilmente stabilito nella tua carità.


Jean Galot s. j.

Può accadere tutto "in un secondo"?



«VOGLIO ESSERE COME UN BAMBINO PICCOLINO... »

 "Voglio essere come un bambino piccolino... che tira la veste al suo Papà e con il sorriso gli chiede le cose più semplici, che al mondo possono sembrare le più impossibili..."

La piccolina del Padre



IL PADRE NEGLI ULTIMI TEMPI

L'Apocalisse a questo proposito dice di Babilonia: "in un sol giorno verranno su di lei i flagelli" (Ap 18,8) e poi "in un'ora sola è giunta la tua condanna" (Ap 18,9). Sono espressioni che stanno ad indicare un tempo breve; ma siamo in campo di spirito e il tempo non può essere computato secondo i1 nostro calendario e i nostri orologi.
Rapportato ai "mille anni" (Ap 22) - tempo nel quale satana sarà rinchiuso nell'abisso - "un'ora" o "un giorno" stanno ad indicare un tempo relativamente breve: lo strapotere di satana sarà stroncato in pochissimo tempo da un intervento straordinario di Dio. L'umanità allora, attraverso una spaventosa angoscia interiore, prenderà coscienza dei propri peccati, si pentirà di essi e finalmente tornerà a Dio di cui non potrà più ignorare l'esistenza. Sarà una prova tremenda, un inferno vissuto qui sulla terra che gli uomini vivranno perseguitati dal padrone satana dal quale si erano fatti marchiare:

"Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso; egli aprì il pozzo dell'abisso e salì dal pozzo un fumo come il fumo di una grande fornace, che oscurò il sole e l'atmosfera. Dal fumo uscirono cavallette che si sparsero sulla terra e fu dato loro un potere pari a quello degli scorpioni della terra. E fu detto loro di non danneggiare né erba né arbusti, né alberi, ma soltanto gli uomini che non avessero il sigillo di Dio sulla fronte. Non fu concesso loro di ucciderli, ma di tormentarli per cinque mesi e il tormento è come il tormento dello scorpione quando punge un uomo. In quei giorni gli uomini cercheranno la morte, ma non la troveranno; brameranno morire, ma la morte li fuggirà ". (Ap 9,1-6)

L' "astro caduto dal cielo" è probabilmente lo stesso Lucifero, capo dei demoni che, precipitato sulla terra insieme ai suoi angeli (Ap 12,9), tormenterà sulla terra gli uomini come fa nell'inferno: gli uomini vivranno da vivi la stessa disperazione dei dannati. 

Padre Andrea D'Ascanio

Geremia



I profughi chiedono a Geremia di consultare il Signore

1Tutti i capi delle bande armate, compresi Giovanni figlio di Kareca e Azaria figlio di Osaia, accompagnati da tutta la gente che stava con loro, si recarono 2dal profeta Geremia e gli dissero:
- Per favore, fa' quel che ti chiediamo! Prega per noi il Signore tuo Dio, pregalo per questa nostra gente che è sopravvissuta! Prima eravamo numerosi, ma ora siamo rimasti in pochi, come tu stesso puoi vedere. 3Prega il Signore tuo Dio che ci indichi la strada da seguire e quel che dobbiamo fare.
4Il profeta Geremia rispose:
- D'accordo! Presenterò subito al Signore vostro Dio le vostre richieste. Poi vi riferirò la sua risposta nei vostri confronti.
5Quelli allora dissero a Geremia:
- Davanti al Signore tuo Dio che conosce la verità ed è fedele, promettiamo di fare esattamente quel che ci dirà per mezzo tuo. 6Ti abbiamo dato l'incarico di presentare le nostre richieste al Signore nostro Dio: ebbene noi ubbidiremo al suo comando, ci piaccia o no. Tutto andrà bene se ubbidiremo al Signore, nostro Dio.

Il Signore risponde a Geremia

7Dopo dieci giorni, il Signore diede la risposta a Geremia. 8Questi allora chiamò Giovanni figlio di Kareca, i capi delle bande armate che erano con lui e tutta la gente. 9Disse loro: 'Mi avete incaricato di presentare le vostre richieste al Signore, Dio d'Israele. Questa è la sua risposta: 10Se decidete di abitare ancora in questa terra, io ricostruirò il vostro popolo invece di demolirlo, vi farò mettere radici profonde invece di sradicarvi, porrò fine al castigo che vi ho mandato. 11Il re di Babilonia vi mette ancora tanta paura. Non avete motivo di temerlo perché io sono con voi per salvarvi e per liberarvi dal suo potere. 12Gli ispirerò sentimenti di pietà verso di voi, così egli avrà compassione di voi e vi lascerà ritornare nella vostra patria. Ve lo assicuro io, il Signore'. 13Geremia continuò: 'Ma voi forse non volete ubbidire agli ordini del Signore vostro Dio e dite: 'Non vogliamo più abitare in questa terra, 14preferiamo andare in Egitto. Là non vedremo più guerre, non saremo più chiamati a combattere, non soffriremo più la fame: là potremo vivere!'. 15'Ebbene, voi ultimi superstiti del regno di Giuda, sentite il messaggio del Signore dell'universo, Dio d'Israele: Se avete proprio deciso di andare in Egitto per stabilirvi là, 16allora la guerra, che vi mette tanta paura, vi raggiungerà anche in Egitto; la fame, che vi dà tante preoccupazioni, vi tormenterà anche in Egitto, e là morirete. 17Tutti quelli che hanno deciso di andare a stabilirsi in Egitto, moriranno in guerra, o di fame o di peste. Neppure uno scamperà, nessuno potrà evitare la sciagura che io farò venire su di loro. 18'Il Signore dell'universo, Dio d'Israele, vi dice ancora: La mia indignazione e la mia collera si sono già riversate contro gli abitanti di Gerusalemme. Se voi andrete in Egitto, si riverseranno anche contro di voi. La vostra sorte diventerà un esempio terribile: sarete maledetti, insultati e scherniti. Nessuno di voi rivedrà mai più questo luogo'. 19E Geremia aggiunse: 'Il Signore dice a voi, ultimi superstiti del regno di Giuda, di non andare in Egitto. Rendetevi conto che oggi io sono diventato un testimone contro di voi. 20Avete fatto un grosso sbaglio quando mi avete dato l'incarico di presentare le vostre richieste al Signore vostro Dio. Mi avete chiesto di riferirvi tutto quel che il Signore avrebbe detto e vi siete impegnati a metterlo in pratica. 21Oggi ve l'ho riferito, ma voi non volete ascoltare niente di quel che il Signore vostro Dio mi ha incaricato di dirvi. 22Perciò, mettetevelo bene in mente: morirete in guerra, o di fame o di peste nella terra dove volete andare a stabilirvi'.

Prendere il controllo di tutta l’umanità, mediante una moneta unica, un governo unico ed una religione unica, con il pretesto di eliminare le frontiere, quelle che lo stesso uomo ha creato.



GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA


SANTISSIMA VERGINE MARIA

Figli, non inoltratevi su altre strade, avete davanti a voi la Verità, che vi viene nascosta. E’ necessario che l’economia cada, affinché chi decide in questo momento dell’umanità, prenda in mano le redini completamente, per sveltire il progetto del male, per unificare i poteri in tutto il mondo ed in questo modo prendere il controllo di tutta l’umanità, mediante una moneta unica, un governo unico ed una religione unica, con il pretesto di eliminare le frontiere, quelle che lo stesso uomo ha creato.

21.09.2015

ESERCIZIO DI PERFEZIONE E DI VIRTÙ CRISTIANE



Del desiderio ed affezione che dobbiamo avere alla virtù e alla perfezione 


Rende facile ogni cosa.

E di più questa cosa, che cioè l'esercizio della virtù esca dal cuore, reca seco un altro bene, che è quello che rende tanto efficace questo mezzo; e il bene è, che fa riuscir facili e soavi le cose, siano pur esse quanto si voglia difficili di loro natura. Dimmi un poco, per qual cagione ti si rese già tanto facile il lasciar il mondo e l'entrare nella religione; se non perché ti uscì tale risoluzione dal cuore, dandoti il Signore una volontà ed affezione ben grande a questa cosa, che fu la grazia della vocazione, togliendoti l'affezione verso le cose del mondo e mettendotela verso quella della religione; e con questo ti si rese l'entrarvi sì facile? E per qual cagione a quelli che se ne restano nel mondo riesce questa risoluzione di abbandonarlo tanto difficile? perché Dio non ha dato loro questa volontà ed affezione, che ha data a te: non li ha chiamati Dio, come essi dicono, né ha concessa loro questa grazia della vocazione. Siccome dunque per entrar nella religione ti fu facilitata la strada dalla volontà e dal desiderio grande che n'avesti, sicché non furono bastanti né il padre né la madre né i parenti né tutto il mondo a distortene; così ancora per andar profittando nella religione e per aver facilità negli esercizi di essa è necessario che duri codesta volontà e desiderio con cui entrasti in essa: e sin a tanto che durerà, ti saranno facili questi esercizi; ma se mancherà, sappi che ogni cosa ti si renderà difficile ed ardua. 
 Questa è la cagione del trovarci noi alcune volte tanto pesanti, ed alcune altre tanto snelli. Non sia chi ne incolpi le cose, né i Superiori: diane pur la colpa a se stesso e alla poca virtù e poca mortificazione. Dice il padre maestro B. Giovanni D'Avila (B. IOANNES DE AVILA. Epp. p. 1, ep. 2): «Un uomo sano e gagliardo facilmente alzerà un gran peso; ma uno debole o un fanciullo diranno: oh quanto pesa!». Questa è la cagione della nostra difficoltà; ché le cose sono le medesime, e in altro tempo ci erano facili, né in esse eravamo restii; sta dentro di noi la colpa, i quali quando dovremmo esser uomini di valore e aver fatto progresso nella perfezione, quando dovremmo esserci cambiati «in uomini perfetti», (Ef 4, 13) come parla S. Paolo, siamo tuttavia fanciullini nella virtù, siamo divenuti deboli e abbiamo allentato in quel desiderio di far profitto, col quale siamo entrati nella religione. 

ALFONSO RODRIGUEZ 

Angeli nella scrittura dei santi



Beato John Henry Newman

Nel suo poema, Sogno di Geronzio, il beato John Henry Newman descrive la separazione di un'anima nel mondo degli spiriti. Piuttosto che Beatrice come nel Paradiso Divino di Dante, è l'Angelo Custode che riceve l'anima e gli spiega il nuovo mondo della vita dopo la morte. Qui citiamo un breve estratto dall'inno di lode a Dio cantato dall'Angelo.

Angelo: O Signore, come meraviglioso in profondità e altezza,
Ma soprattutto nell'uomo, come sei meraviglioso!
Con quale amore, quale dolce persuasivo
Vittorioso il testardo cuore carnoso,
Il tuo racconto completo di santi Tu provvedi,
Per riempire i troni che gli angeli hanno perso per orgoglio!
Depose un bambino strisciante a terra,
Contaminato dal sangue del suo primo sire,
Con tutta la sua essenza in frantumi,
E stringeva intorno al suo cuore un demone terribile,
Che non era della sua natura, ma aveva abilità
Per legare e formare la sua mente malata.
Allora fui mandato dal cielo a raddrizzare
L'equilibrio nella sua anima di verità e di peccato,
E ho condotto una lunga lotta implacabile,
Ho deciso che lo spirito della morte avrebbe vinto,
che dal suo stato caduto, quando tutto era perduto,
Era stato riacquistato a un prezzo così alto.
Oh, che mutevole scena a colori
di speranza e di paura, di trionfo e di sgomento,
Di avventatezza e penitenza, è stato
La storia di quella squallida lotta per tutta la vita!
E oh, la grazia di innervosirlo e di guidarlo,
Come paziente, pronto e prodigo al suo bisogno!
O uomo, strano composto di cielo e terra!
Maestà da nano a bassezza! fiore profumato
Correre verso il seme velenoso! e sembrare degno
Occultare la corruzione! debolezza padronanza del potere!
Chi non è mai così vicino al crimine e alla vergogna,
Come quando hai compiuto qualche atto di nome.
Come dovrebbe natura eterea comprendere
Una cosa fatta di spirito e di argilla,
Se non dovessimo occuparcene e occuparcene,
Collegato a uno per tutta la sua giornata mortale?
Più del Serafino al suo apice,
L'Angelo Custode conosce e ama la corsa al riscatto.

L’Eucaristia è il cuore della Chiesa e, mai come oggi, è così oltraggiata e disprezzata.



Messaggio della Regina del Rosario e della Pace | Sabato 30 Maggio 2020

Pace al tuo cuore!

Figlio mio,  il Cuore di Mio Figlio Gesù è Divino e Santo, ma da molti non è né amato né adorato.  L’Eucaristia è il cuore della Chiesa e, mai come oggi, è così oltraggiata e disprezzata.
Il Mio Cuore Immacolato soffre, figlio mio, perché Gesù è molto offeso.  Gli uomini hanno perso il rispetto per il Sacro e non sanno più chi è Dio per loro, perché vogliono trovare scuse e risposte ai loro atti oltraggiosi verso il Signore, come se nulla fosse successo.
Se ogni peccato e oltraggio commessi contro l’Eucaristia da un’anima, non sono esenti da una giusta punizione, che già ora è terribile, molto di più, saranno tremendi i castighi, quando questi peccati e oltraggi sono commessi da Ministri di Dio, dentro le loro Parrocchie e in intere Diocesi.
Prega, figlio mio, prega e offri riparazione alla Divina Maestà oltraggiata, altrimenti il ​​Signore permetterà a una punizione ancora più dolorosa e terribile di ferire l’umanità, a causa della mancanza di fede e rispetto per la Sua Presenza Reale e Divina nella Santissima Eucaristia, per la Sua Santa Chiesa e per i Suoi Insegnamenti e Leggi divine che sono stati disprezzati e non sono più vissuti.
FATE PRESTO, PRESTO, PRESTO
Abituatevi a mangiare poco, perché nel mondo ci sarà grande fame.  Ricordate, figli miei: l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio …, ma se molti non leggono e non vivono la parola di Dio, figuriamoci ricordarla, come possono sopravvivere e rimanere saldi nella fede e resistere?
Solo coloro che sono uniti a mio Figlio sapranno come sopportare i tempi difficili che arriveranno sul mondo intero.  Senza Gesù non potete fare niente!
Benedico te, figlio mio e tutta l’umanità
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen!

La battaglia continua



LA LINGUA LATINA

***

Ora, questo è un allontanarsi dal rinnovamento incruento del sacrificio del Calvario!.. Difatti, secondo questa “nuova definizione”, il sacrificio di Cristo sarebbe successo una volta sola, per sempre e durerebbe nel suo effetto. È la dottrina di Lutero!..
Se il “sacrificio” è solo un “memoriale”, nel quale continua l’effetto dell’unico sacrificio, allora Cristo è presente solo spiritualmente; e questo fa diminuire anche la reintrodotta espressione “in persona Christi”; e la “presenza reale” è solo simboleggiata nelle due specie! La comprova di questo lo si può avere anche con le dichiarazioni dei teologi tedeschi Lângerlin, collaboratore di J. A. Jungmann, e di Johannes Wagner, i quali, parlando appunto della “nuova versione” del paragrafo (7), dicono:

«Malgrado la nuova versione, concessa, nel 1970, ai reazionari militanti (che sarebbero i cardinali Ottaviani e Bacci... e noi!), e ciò nonostante non disastrosa (!!), grazie all’abilità dei redattori, la nuova teologia della Messa evita pure le vie senza uscite delle teorie di sacrificio post-tridentine, e corrisponde per sempre a certi documenti interconfessionali degli ultimi anni»5.

È chiaro: l’attuale culto è storpiato, sopratutto in questi due punti: la “finalità della Messa” e l’Essenza del Sacrificio.

1) - Finalità della Messa

a) La “finalità ultima”, ossia il “Sacrificium laudis” alla SS. Trinità, secondo l’esplicita dichiarazione di Cristo (Ps. XL, 7-9 in Hebr. 10, 5), è scomparsa dall’Offertorio, dal Prefazio e dalla conclusione della Messa (“Placeat tibi Sancta Trinitas”);
b) La “finalità ordinaria”, o “Sacrificio propiziatorio”, è deviata: invece di metter l’accento sulla remissione dei peccati dei vivi e dei morti, è messa sulla nutrizione e santificazione dei presenti (n. 54). Certo, Cristo, in stato di vittima, ci unisce al suo stato vittimale; ma questo precede la “manducazione”, tanto è vero che il popolo, assistendo alla Messa, non è tenuto a comunicarsi sacramentalmente;
c) La “finalità immanente”, cioé: il solo sacrificio gradito e accettabile da parte di Dio è solo quello di Cristo. Nel nuovo “Ordo Missae”, invece, (messa bugniniana-paolina) si snatura questa “offerta” in una specie di scambio di doni tra l’uomo e Dio. L’uomo porta il “pane”, e Dio lo cambia “in pane di vita”. L’uomo porta il “vino”, e Dio lo cambia in “bevanda spirituale”.
Ma questo “panis vitae” e “potus spiritualis” sono una vera indeterminatezza che può significare qualsiasi cosa! C’è, qui, l’identico e capitale equivoco della definizione di Messa; là, il Cristo, presente solo spiritualmente in quel “pane e vino” spiritualmente mutati!
É un gioco di equivoci. Per questo furono soppresse le due stupende preghiere: “Deus qui humanae substantiae mirabiliter condidisti...” e “Offerimus tibi, Domine, Calicem salutaris...”. Quindi, non v’è più distinzione tra sacrificio vino e umano! Perciò, avendo soppresso le “finalità reali”, ne hanno inventate di fittizie: “offerte per i poveri”, “per la chiesa” e offerta dell’ostia da immolare. Così, la partecipazione all’immolazione della Vittima divina è diventata una specie di riunione tra filantropi e una specie di banchetto di beneficenza!..

2) - Essenza del Sacrificio

a) “Presenza Reale”: mentre nel “Suscipe” era esplicitato il “fine” dell’offerta, qui, nessuna menzione. Quindi, il mutamento di formulazione rivela un mutamento di dottrina. Cioè: la non-esplicitazione del Sacrificio significa - si voglia o no! - la soppressione del ruolo centrale della “Presenza Reale”. Difatti, a questa “Presenza Reale” e permanente di Cristo, in Corpo, Anima e Divinità, non si fa mai alcuna allusione. La stessa parola “transustanziazione” è completamente ignorata!
b) “Formule consacratorie”: La formula antica della Consacrazione non era “narrativa”, come quella, invece, delle “nuove formule consacratorie”, pronunciate dal sacerdote come fossero una “narrazione storica” e non come esprimenti un giudizio categorico e affermativo, proferito da Colui nella cui persona Egli agisce: “Hoc est Corpus meum”, e non “Hoc est Corpus Christi”. Quindi, le parole della Consacrazione, quali sono inserite nel contesto del “Novus Ordo”, possono essere valide in virtù dell’intenzione del ministro, ma possono anche non essere valide, perché non lo sono più “ex vi verborum”, cioé in virtù del “modus significandi” che avevano, fino a ieri, nella Messa.
Perciò, potremmo anche domandarci: i sacerdoti d’oggi, che si affidano al “Novus Ordo” per “fare ciò che fa la Chiesa”, consacrano ancora validamente?..

***
Termino. Continuando l’esame degli elementi costitutivi del Sacrificio (Cristo, sacerdote, Chiesa, fedeli), nel “Novus Ordo” risulterebbe una serie di omissioni, soppressioni, modalità strane e dissacrazioni che costituiscono un complesso di più o meno gravi deviazioni della teologia della Messa cattolica.
È evidente, quindi, che il “Novus Ordo” ha rotto con il Concilio di Trento e, diciamo pure, con la nostra Fede cattolica di sempre!

“Anima mea turbata est valde, sed Tu, Domine, usque quo?” (L’anima mia è turbata fin nel profondo, ma Tu, Signore, fin dove e fino a quando?) (Ufficio dei defunti).

sac. dott. Luigi Villa

LA MADONNA E’ LA MIA MAMMA



Torre di David (Gloria della stirpe di David)

Maria è la Donna da cui è sbocciato il giglio delle convalli, « il più bello dei figli degli uomini ».
La Chiesa la invoca « torre di David » o « gloria della stirpe di David »; come forza, come ornamento di tutto il mondo della grazia.
Io, noi, insieme, ci accostiamo a lei che ha accolto nel grembo il Cristo, il Signore dello stesso David.
La Madonna è l'onore di questa stirpe, l'invincibile torre di rifugio e di salvezza.
Accanto a lei non è possibile nessun timore; è solo necessario mettersi in uno stato di completo abbandono, sicuri di ogni protezione e di ogni bene.

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE




Brani dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta



Nel Volume 29 - Maggio 16, 1931, Gesù ci rivela la Foga d’amore divino nel creare l’uomo ed i tocchi delle Qualità divine in lui.

[…] (Gesù:) La nostra Divinità, di nostra spontanea Volontà, sta sotto l’impero d’un amore che corre irresistibilmente, ché vuol dare alla creatura, tanto che nel creare l’uomo, fu creato nella nostra foga d’amore dai tocchi delle nostre Qualità divine. Il nostro Essere Divino, essendo purissimo spirito, non aveva né mani, né piedi: le nostre Qualità divine Ci servirono di mani per formare l’uomo, e riversandosi sopra di lui come un impetuoso torrente, lo plasmammo e toccandolo gli infondemmo gli effetti delle nostre Qualità Supreme. Questi tocchi son rimasti nell’uomo, e perciò si vedono in lui certe belle qualità di bontà, d’ingegno, d’intelligenza ed altro; sono la virtù dei nostri tocchi divini, che continuando a plasmare l’uomo producono i loro effetti; sono i nostri pegni d’amore con cui lo impastammo che, ad onta che lui non si ricorda e forse neppure Ci conosce, continuano il loro ufficio perenne d’amarlo. E siccome quando si tocca un oggetto o una persona, chi tocca sente l’impressione della persona toccata, quindi, come i nostri tocchi delle Qualità divine restarono nell’uomo, così restò nelle nostre Qualità Supreme l’impressione d’averlo toccato. Sicché lo sentiamo in Noi stessi; come non amarlo? Perciò per quanto ne faccia l’uomo, gli andiamo incontro con nuovi ritrovati d’amore, e col nostro gradito ritornello d’amarlo sempre”.

Tu hai compassione di me, mio Dio, Tu mi usi sempre misericordia!



Mio Dio, sia fatta la tua santa volontà, come in cielo così in terra!
Padre santo, fa che io ami, comprenda, obbedisca sempre alla tua santa volontà, perché Tu mi ami, Tu hai compassione di me, Tu mi usi sempre misericordia e perciò voglio credere, fermamente credere, che tutto ciò che Tu permetti accada nella mia terrena vita è per il mio bene, per la mia crescita nella vita dello spirito e per la salvezza eterna della mia anima e delle anime delle persone, che io affido e torno ad affidare alla tua misericordia!
Pietà di me, Signore, pietà delle creature a me più care, pietà di quanti io ricordo nelle mie preghiere e pietà di tutta l'umanità sofferente, di tutti i peccatori che io, attraverso il Cuore Immacolato ed Addolorato di Maria, presento a Te!
Ti prego di purificare e salvare tutti noi per il Sangue Preziosissimo di nostro Signore Gesù Cristo: nel suo nome e per i suoi meriti io invoco la tua divina misericordia!
Madre mia, prega Tu, per me e con me, Dio Uno e Trino! Amen!

31 maggio 2020 – Desidero grandemente condividere con voi i segreti dell’eternità.



"Perfino mentre parlo, ci sono piani nefasti nascosti nel cuore del mondo per rovesciare il bene e promuovere il male. I buoni leader perderanno la loro influenza"


Solennità di Pentecoste

La Beata Vergine Maria dice:
Santo Amore - Holy Love
“Sia lodato Gesù. Oggi desidero abbracciare il mondo intero e tutta l’umanità con il Santo Amore (Holy Love). Più grande ancora è il Mio desiderio di ricevere in ritorno questo stesso Santo Amore da tutti i Miei figli. Questo è possibile soltanto se l’uomo ama Dio nel profondo del suo cuore sopra ogni cosa. Più l’uomo abbraccia il Santo Amore, più il suo cuore è aperto ricevere in ritorno amore e grazie.”
“Desidero grandemente condividere con voi i segreti dell’eternità e di mostrare a ciascuno di voi il vostro posto in Paradiso. Amate Dio e mettete il compiacere Lui al primo posto nei vostri cuori. Questo è il modo per avere pace nei vostri cuori e nel mondo che vi circonda.”
“Perfino mentre parlo, ci sono piani nefasti nascosti nel cuore del mondo per rovesciare il bene e promuovere il male. I buoni leader perderanno la loro influenza. Programmi nascosti saranno portati alla luce. Sforzi per svelare la Verità dalle menzogne di Satana vengono ostacolati in tutto il mondo. L’unità si sta indebolendo a causa di questa pandemia. Siate uniti nella preghiera. Questa dev’essere la vostra forza. Cari figli, prego con voi. I vostri rosari sono l’arma più forte e la migliore soluzione che avete.”
Leggi Filippesi 4:6
Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù.

PIO IX



1849-1861: TRA RIVOLUZIONE E RESTAURAZIONE


Gaeta capitale del mondo

L'ipotesi di lasciare la città di Roma, ormai ingovernabile, si presentò all'animo di Pio IX fin dai primi mesi del 1848, ma maturò seriamente nei giorni convulsi che seguirono all'assassinio di Pellegrino Rossi. Incerto sul da farsi, il Papa attendeva un segno della Provvidenza. Egli vide questo segno nel dono ricevuto la sera del 22 novembre dal vescovo di Valenza: la pisside che in anni altrettanto tempestosi aveva accompagnato la prigionia e l'esilio di Pio VII, suo predecessore anche nella sede episcopale di Imola 1.

La fuga da Roma, avvenne il 24 novembre, di venerdì, con la complicità dei diplomatici presso il Quirinale. Indossato un abito semplice da prete con un largo cappello nero in testa e inforcati un paio di spessi occhiali per nascondere meglio i suoi lineamenti, Pio IX lasciò il Quirinale attraverso alcuni corridoi segreti. Passò dalla carrozza del fedele cameriere Benedetto Filippani a quella del conte Spaur, ambasciatore di Baviera, grazie a cui varcò la porta di San Giovanni in Laterano, sorvegliata dalle Guardie Civiche, e lasciò Roma alle sue spalle 2. A Galloro, presso Ariccia, lo attendeva con un'altra carrozza da viaggio la moglie dell'Ambasciatore: all'interno della berlina, il Papa prese posto accanto a lei, a suo figlio minore Massimo e al padre Sebastiano Liebl, precettore di questi. Si giunse a Terracina alle cinque e mezza del mattino e poco più tardi al confine tra lo Stato Pontificio e il regno borbonico. Alle dieci finalmente Pio IX fu a Gaeta accolto dal cardinale Antonelli che lo aveva preceduto. «Dal momento in cui Pio IX assunse la Tiara - aveva scritto Metternich nell'ottobre 1847 all'ambasciatore a Parigi Appony - fu preso in una rete dalla quale, da molto tempo, non sa come districarsi; e se le cose seguono il loro corso naturale, sarà costretto ad an darsene da Roma in carrozza» 3.
La fuga di Pio IX, non meno avventurosa di quella di Luigi XVI a Varennes nel 1792, ma felicemente conclusasi a differenza di quella, chiuse una drammatica esperienza che costituirà per il Pontefice un continuo spunto di riflessione negli anni successivi.
La mattina del 26 novembre, tra lo stupore degli abitanti di Gaeta e dello stesso comandante della piazza, ancora ignaro della presenza del Papa sul suo territorio, sbarcò nella cittadina Ferdinando II con il suo seguito. Il Re, avvisato nel cuore della notte, e immediatamente salpato da Napoli con la regina, ebbe con il Papa un incontro commovente. Offrì a Pio IX la propria reggia ma il Papa, per sfuggire alle accuse di dipendere dal sovrano borbonico, e per mostrare il carattere provvisorio della sua residenza, decise di non lasciare Gaeta. In tal modo, osserva Pelczar, «la piccola fortezza napoletana diventò Capitale del mondo, avverandosi nuovamente il detto d'un padre della Chiesa: Ubi Petrus ibi Ecclesia» 4. Vent'anni dopo, questa stessa piccola fortezza sarebbe stata l'ultimo baluardo borbonico contro l'invasione piemontese.
Il 27 novembre Pio IX apparve per la prima volta in pubblico e rese noto un suo manifesto ai romani, in cui protestava con veemenza contro l'«inaudita e sacrilega» violenza ricevuta, dichiarando «di nessun vigore e di nessuna legalità» tutti gli atti ad essa seguiti 5.
Il giorno successivo il Pontefice iniziò un pellegrinaggio ai vari santuari del napoletano. Giunto al santuario della Trinità, dopo la celebrazione della Messa, prima d'impartire la benedizione col Santissimo Sacramento, pronunciò queste parole: «Eterno Dio, mio augusto Padrone e Signore, ecco ai vostri piedi il vostro Vicario che benché indegno vi supplica con tutto il cuore a versare sopra di lui, dalle altezze del trono eterno nel quale sedete, la Vostra benedizione (...). Se a placare il vostro sdegno giustamente irritato da tante indegnità che si commettono colla voce, colla stampa e colle azioni può essere un olocausto gradito al vostro cuore, la stessa sua vita, Egli fino da questo momento ve la consacra. Voi concedeste a Lui questa vita, e Voi, Voi solo siete nel diritto di toglierla, quando vi piaccia. Ma deh! o Signore trionfi la vostra gloria, trionfi la vostra Chiesa. Confermate i buoni, sostenete i deboli e scuotete col braccio della vostra onnipotenza tutti coloro che giacciono fra le tenebre e fra le ombre di morte. Benedite, o Signore, il sovrano che ci sta qui innanzi prostrato, benedite la sua compagna e famiglia. Benedite tutti i sudditi suoi e la sua onorata e fedele milizia. Benedite con i cardinali tutto l'episcopato ed il clero, affinché tutti compiano nelle vie soavi della vostra legge, l'opera salutare della santificazione dei popoli» 6

Roberto De Mattei

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta...

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Padre Gabriele Amorth parla di Padre Pio 

In una saga profondamente permeata di metafisica sono continui i passaggi dal mondo  tangibile a quello sovrannaturale, o almeno preternaturale. E un panorama denso di visioni  estatiche e apparizioni, un gioco delicato e terribile per l’eroe, percorso dal dubbio sulla  reale identità del personaggio che si nasconde dietro la visione. «E poi è molto significativo»  spiega don Amorth «il metodo attraverso cui Padre Pio distingueva le apparizioni vere dalle apparizioni false. É fondamentale, questo principio, perché ci viene insegnato da santa Teresa d’Avila, che era una grande intenditrice nel campo della mistica. Una grande intenditrice. E Padre Pio lo conferma in pieno, nella sua esperienza, pur non avendo probabilmente mai letto 
niente di santa Teresa d’Avila. Conferma in pieno la stessa procedura. Ma quale era questo “sistema” per distinguere le apparizioni “vere” da quelle provocate ad arte dal “Padre della Menzogna”, per ingannare gli avversari che temeva? Santa Teresa d'Avila diceva già, ai suoi tempi, che si era accorta che quando le apparivano il Signore o la Madonna, veramente; subito provava una sensazione di turbamento. Poi, una volta finita l'apparizione, le rimaneva una grande pace, una grande serenità. E noi questo lo vediamo in tutte le apparizioni, pensi anche all’Annunciazione, l’Angelo che dice subito a Maria: non temere. O a Fatima; ai bambini di Fatima la Madonna dice subito: non abbiate paura. Ossia, quando l’apparizione è vera, di primo acchito lascia un senso di turbamento. Poi, invece, dopo, lascia un senso di serenità. 
Esattamente il contrario avviene con le false apparizioni. Quando a Padre Pio, e lo stesso accadeva a Santa Teresa d’Avila, il demonio si presentava sotto forma del Signore o della Madonna, subito si sentivano felici. E poi, una volta finita l’apparizione, provavano un senso di amarezza, di tristezza, di malinconia. Proprio da questo capivano che l’apparizione era fasulla. Non era veramente il Signore, ma era il demonio travestito da Signore». 
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MARCO TOSATTI 

Alla luce del Paradiso.



«Oggi vi voglio spiritualmente quassù in Paradiso, figli prediletti, perché possiate essere  riempiti di fiducia e di speranza, nel guardare alla vostra Mamma Celeste, assunta alla gloria  del Cielo anche con il suo corpo. 
Con il cuore e con l'anima guardate al Paradiso che vi attende. Il Paradiso è il vostro vero  traguardo. Voi non siete fatti per la vita terrena, che pure tanto vi assorbe, vi affatica e  consuma. 
La vita su questa terra è come una lunga e dolorosa anticamera che dovete fare, per entrare  nel Regno che dal Padre Celeste vi è stato preparato. 
In questo Regno mio Figlio Gesù ha già predisposto un posto per ciascuno di voi; gli Angeli  attendono gioiosi il vostro arrivo e tutti i Santi pregano e ardono di amore nell'attesa che ogni  posto venga anche da voi e per sempre occupato. 
Oggi occorre guardare di più al Paradiso che vi attende, se volete camminare nella serenità,  nella speranza e nella fiducia. 
Alla Luce del Paradiso, capirete meglio anche il tempo che vivete: è tempo di sofferenza. È il  tempo descritto dall'Apocalisse, in cui Satana ha instaurato nel mondo il suo regno di odio e di  morte. 
I più poveri, i più fragili, i più indifesi, i miei piccoli vengono così spesso sopraffatti da  sofferenze, che diventano di giorno in giorno più grandi. Oh, il Signore abbrevierà il tempo  della prova, guardando anche alla vostra fedeltà e al vostro dolore. 
Ma perché possiate essere consolati, oggi dovete guardare al Paradiso preparato per voi. 
Alla Luce del Paradiso, che vi attende, saprete leggere meglio i segni del vostro tempo. 
I giorni che vivete sono cattivi, perché i cuori degli uomini sono diventati aridi e freddi, chiusi  da tanto egoismo e non sono più capaci di amare. 
L'umanità cammina sulla strada della ribellione a Dio e della sua ostinata perversione. Così,  cattivi diventano oggi i frutti che raccogliete: sono quelli dell'odio e della violenza, della  corruzione e dell'empietà, dell'impurità e dell'idolatria. Il vostro corpo è innalzato a idolo ed  il piacere viene ricercato come il più grande valore. 
Quanti segni il Signore vi manda, per invitarvi al pentimento e al ravvedimento: malattie,  disgrazie, mali inguaribili che dilagano, guerre che si estendono, minacce di mali che  incombono! In questi tempi per non disperarvi, per camminare sulla strada della fede  incrollabile e sicura, diventa urgente vivere guardando al Paradiso ove, con Gesù, la vostra  Mamma Celeste vi ama e vi segue anche con il suo corpo glorioso. 
Alla Luce del Paradiso, che vi attende, saprete soprattutto realizzare alla perfezione il  disegno che ho su ciascuno di voi, in questi tempi della grande lotta fra la "Donna vestita di  sole" e il suo Avversario, il Dragone rosso. 
Nel profondo distacco dal mondo e dalle creature, diventerete veramente piccoli, fiduciosi,  umili e buoni. Camminerete sulla via del disprezzo del mondo e di voi stessi. Sarete capaci di  mortificarvi nei sensi e tornerete ad offrirmi il dono della vostra penitenza. 
Desidero che si ritorni anche alla pratica del digiuno, tanto raccomandato da Gesù nel suo  Vangelo. Così diventerete veri discepoli di Gesù e diffonderete attorno a voi la sua Luce in  questo tempo pervaso da tenebre. 
Per questo vi invito oggi a guardare al Paradiso, che esulta nel mistero della assunzione  corporea della vostra Mamma Celeste, che tutti incoraggia e benedice». 

don Stefano Gobbi  - 15 agosto 1983