lunedì 1 giugno 2020

ESERCIZIO DI PERFEZIONE E DI VIRTÙ CRISTIANE



Del desiderio ed affezione che dobbiamo avere alla virtù e alla perfezione 


Rende facile ogni cosa.

E di più questa cosa, che cioè l'esercizio della virtù esca dal cuore, reca seco un altro bene, che è quello che rende tanto efficace questo mezzo; e il bene è, che fa riuscir facili e soavi le cose, siano pur esse quanto si voglia difficili di loro natura. Dimmi un poco, per qual cagione ti si rese già tanto facile il lasciar il mondo e l'entrare nella religione; se non perché ti uscì tale risoluzione dal cuore, dandoti il Signore una volontà ed affezione ben grande a questa cosa, che fu la grazia della vocazione, togliendoti l'affezione verso le cose del mondo e mettendotela verso quella della religione; e con questo ti si rese l'entrarvi sì facile? E per qual cagione a quelli che se ne restano nel mondo riesce questa risoluzione di abbandonarlo tanto difficile? perché Dio non ha dato loro questa volontà ed affezione, che ha data a te: non li ha chiamati Dio, come essi dicono, né ha concessa loro questa grazia della vocazione. Siccome dunque per entrar nella religione ti fu facilitata la strada dalla volontà e dal desiderio grande che n'avesti, sicché non furono bastanti né il padre né la madre né i parenti né tutto il mondo a distortene; così ancora per andar profittando nella religione e per aver facilità negli esercizi di essa è necessario che duri codesta volontà e desiderio con cui entrasti in essa: e sin a tanto che durerà, ti saranno facili questi esercizi; ma se mancherà, sappi che ogni cosa ti si renderà difficile ed ardua. 
 Questa è la cagione del trovarci noi alcune volte tanto pesanti, ed alcune altre tanto snelli. Non sia chi ne incolpi le cose, né i Superiori: diane pur la colpa a se stesso e alla poca virtù e poca mortificazione. Dice il padre maestro B. Giovanni D'Avila (B. IOANNES DE AVILA. Epp. p. 1, ep. 2): «Un uomo sano e gagliardo facilmente alzerà un gran peso; ma uno debole o un fanciullo diranno: oh quanto pesa!». Questa è la cagione della nostra difficoltà; ché le cose sono le medesime, e in altro tempo ci erano facili, né in esse eravamo restii; sta dentro di noi la colpa, i quali quando dovremmo esser uomini di valore e aver fatto progresso nella perfezione, quando dovremmo esserci cambiati «in uomini perfetti», (Ef 4, 13) come parla S. Paolo, siamo tuttavia fanciullini nella virtù, siamo divenuti deboli e abbiamo allentato in quel desiderio di far profitto, col quale siamo entrati nella religione. 

ALFONSO RODRIGUEZ 

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