tratte dall’Opera di Maria Valtorta
Sulla formazione apostolica
«A che paragonerò la formazione apostolica? Alla natura che ci circonda. Voi vedete. La terra nell’inverno pare morta. Ma dentro ad essa i semi lavorano e le linfe si nutrono di umori, depositandoli nelle fronde sotterranee — così potrei chiamare le radici — per poi averne gran dovizia per le fronde superiori quando è il tempo di fiorire. Anche voi siete paragonabili a questa terra invernale: brulla, spogliata, brutta. Ma su voi è passato il Seminatore ed ha gettato un seme.
Presso voi è passato il Coltivatore ed ha fatto gli scassi intorno al vostro tronco piantato nella terra dura, duro e aspro come essa, perché alle radici giungesse nutrimento di umori delle nubi e dell’aria, e lo fortificasse per futuro frutto. E voi avete accolto il seme e lo scasso, perché è in voi buona volontà di fruttificare nel lavoro di Dio.
Ancora paragonerò la formazione apostolica a quel temporale che ha percosso e piegato, e parve violenza inutile. Ma guardate quanto bene ha fatto. Oggi l’aria è più pura, nuova, senza polvere e afa. Il sole è lo stesso sole di ieri. Ma non ha più quell’ardere che pareva febbre, perché giunge a noi attraverso a strati purificati e freschi. Le erbe, le piante sono sollevate come gli uomini, perché la mondezza, perché la serenità sono cose che allietano. Anche i contrasti servono per giungere ad una più esatta conoscenza e ad una chiarificazione. Altrimenti sarebbero soltanto cattiveria. E che sono i contrasti se non i temporali che provocano le nubi di diversa specie? E queste nubi non si accumulano piano piano nei cuori coi malumori inutili, con le piccole gelosie, con le fumose superbie? Poi viene il vento della Grazia e le unisce, perché scarichino tutti i loro cattivi umori e torni il sereno.
Ancora la formazione apostolica è simile al lavoro che Pietro faceva stamane per dar gioia a mia Madre: è raddrizzare, legare, sostenere, oppure sciogliere, a seconda delle tendenze e delle necessità, per fare di voi dei “forti” al servizio di Dio. Raddrizzare le idee sbagliate, legare le prepotenze carnali, sostenere le debolezze, tagliare all’occorrenza le tendenze, sciogliere le schiavitù e le timidezze. Voi dovete essere liberi e forti. Come aquile che, lasciato il picco natio, sono solo del volo sempre più alto. Il servizio di Dio è il volo. Le affezioni sono il picco…».
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