domenica 7 luglio 2019

Fior di parabole



 tratte dall’Opera di Maria Valtorta

Sulla formazione apostolica 

«A che paragonerò la formazione apostolica? Alla natura che ci circonda. Voi vedete. La terra nell’inverno pare morta. Ma dentro ad essa i semi lavorano e le linfe si nutrono di umori, depositandoli nelle fronde sotterranee — così potrei chiamare le radici — per poi averne gran dovizia per le fronde superiori quando è il tempo di fiorire. Anche voi siete paragonabili a questa terra invernale: brulla, spogliata, brutta. Ma su voi è passato il Seminatore ed ha gettato un seme. 
Presso voi è passato il Coltivatore ed ha fatto gli scassi intorno al vostro tronco piantato nella terra dura, duro e aspro come essa, perché alle radici giungesse nutrimento di umori delle nubi e dell’aria, e lo fortificasse per futuro frutto. E voi avete accolto il seme e lo scasso, perché è in voi buona volontà di fruttificare nel lavoro di Dio. 

Ancora paragonerò la formazione apostolica a quel temporale che ha percosso e piegato, e parve violenza inutile. Ma guardate quanto bene ha fatto. Oggi l’aria è più pura, nuova, senza polvere e afa. Il sole è lo stesso sole di ieri. Ma non ha più quell’ardere che pareva febbre, perché giunge a noi attraverso a strati purificati e freschi. Le erbe, le piante sono sollevate come gli uomini, perché la mondezza, perché la serenità sono cose che allietano. Anche i contrasti servono per giungere ad una più esatta conoscenza e ad una chiarificazione. Altrimenti sarebbero soltanto cattiveria. E che sono i contrasti se non i temporali che provocano le nubi di diversa specie? E queste nubi non si accumulano piano piano nei cuori coi malumori inutili, con le piccole gelosie, con le fumose superbie? Poi viene il vento della Grazia e le unisce, perché scarichino tutti i loro cattivi umori e torni il sereno. 

Ancora la formazione apostolica è simile al lavoro che Pietro faceva stamane per dar gioia a mia Madre: è raddrizzare, legare, sostenere, oppure sciogliere, a seconda delle tendenze e delle necessità, per fare di voi dei “forti” al servizio di Dio. Raddrizzare le idee sbagliate, legare le prepotenze carnali, sostenere le debolezze, tagliare all’occorrenza le tendenze, sciogliere le schiavitù e le timidezze. Voi dovete essere liberi e forti. Come aquile che, lasciato il picco natio, sono solo del volo sempre più alto. Il servizio di Dio è il volo. Le affezioni sono il picco…». 

A cura di Emilio Pisani

Nessun commento:

Posta un commento