SAN GIOVANNI APOSTOLO APOCALISSE
[10]Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva:
L’estasi è il rapimento dell’anima presso Dio. È come se l’anima lasciasse il corpo, pur essendo e rimanendo nel corpo, per essere là dove il Signore vuole che essa sia, per vedere ciò che il Signore vuole che essa veda, ascolti, senta.
Ecco come il Nuovo Testamento parla dell’estasi:
“Gli venne fame e voleva prendere cibo. Ma mentre glielo preparavano, fu rapito in estasi” (At 10,10).
“Io mi trovavo in preghiera nella città di Giaffa e vidi in estasi una visione: un oggetto, simile a una grande tovaglia, scendeva come calato dal cielo per i quattro capi e giunse fino a me” (At 11,5).
“Dopo il mio ritorno a Gerusalemme, mentre pregavo nel tempio, fui rapito in estasi” (At 22,17).
“Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva” (Ap 1,10).
“Subito fui rapito in estasi. Ed ecco, c'era un trono nel cielo, e sul trono uno stava seduto” (Ap 4,2).
Nell’estasi l’anima viene rapita presso Dio e viene resa partecipe del mistero che Dio vuole rivelare all’uomo, o per se stesso, o per gli altri.
San Paolo così parla del suo rapimento presso il Signore, o il terzo Cielo: “Bisogna vantarsi? Ma ciò non conviene! Pur tuttavia verrò alle visioni e alle rivelazioni del Signore. Conosco un uomo in Cristo che, quattordici anni fa se con il corpo o fuori del corpo non lo so, lo sa Dio fu rapito fino al terzo cielo. E so che quest'uomo se con il corpo o senza corpo non lo so, lo sa Dio, fu rapito in paradiso e udì parole indicibili che non è lecito ad alcuno pronunziare. Di lui io mi vanterò! Di me stesso invece non mi vanterò fuorché delle mie debolezze. Certo, se volessi vantarmi, non sarei insensato, perché direi solo la verità; ma evito di farlo, perché nessuno mi giudichi di più di quello che vede o sente da me. Perché non montassi in superbia per la grandezza delle rivelazioni, mi è stata messa una spina nella carne, un inviato di satana incaricato di schiaffeggiarmi, perché io non vada in superbia. A causa di questo per ben tre volte ho pregato il Signore che l'allontanasse da me. Ed egli mi ha detto: Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,1-10).
Il giorno del Signore indica la Domenica. I cristiani al tempo in cui Giovanni ha scritto l’Apocalisse vivevano questo giorno come il giorno consacrato al Signore. Possiamo affermare che già è avvenuta la sostituzione del Sabato con la Domenica.
Il giorno del Signore è il primo giorno dopo il sabato, il giorno della Risurrezione di Cristo Gesù.
“Passato il sabato, all'alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l'altra Maria andarono a visitare il sepolcro” (Mt 28,1).
“Di buon mattino, il primo giorno dopo il sabato, vennero al sepolcro al levar del sole” (Mc 16,2).
“Risuscitato al mattino nel primo giorno dopo il sabato, apparve prima a Maria di Màgdala, dalla quale aveva cacciato sette demòni” (Mc 16,9).
“Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato” (Lc 24,1).
Negli Scritti del Nuovo Testamento troviamo indicazioni precise sul trasferimento della sacralità dal sabato al primo giorno della settimana.
“Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro; e poiché doveva partire il giorno dopo, prolungò la conversazione fino a mezzanotte” (At 20,7).
“Ogni primo giorno della settimana ciascuno metta da parte ciò che gli è riuscito di risparmiare, perché non si facciano le collette proprio quando verrò io”. (1Cor 16,2).
La tromba serve per richiamare l’attenzione, per svegliare dal sonno, per convocare, per radunare il popolo, per preparare le schiere al combattimento, o per farle smettere da ogni attività.
Ecco alcuni passaggi essenziali dell’Antico e del Nuovo Testamento:
“Mentre Samuele offriva l'olocausto, i Filistei si accostarono in ordine di battaglia a Israele; ma in quel giorno il Signore tuonò con voce potente contro i Filistei, li disperse ed essi furono sconfitti davanti a Israele” (1Sam 7,10).
“Egli nei cieli cavalca, nei cieli eterni, ecco, tuona con voce potente” (Sal 67,34).
“Allora una voce potente gridò ai miei orecchi: Avvicinatevi, voi che dovete punire la città, ognuno con lo strumento di sterminio in mano” (Ez 9,1).
“Appunto al terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni, lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di tromba: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore” (Es 19,16).
“Il suono della tromba diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con voce di tuono” (Es 19,19).
“In quel giorno suonerà la grande tromba, verranno gli sperduti nel paese di Assiria e i dispersi nel paese di Egitto. Essi si prostreranno al Signore sul monte santo, in Gerusalemme” (Is 27,13).
“Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce; dichiara al mio popolo i suoi delitti, alla casa di Giacobbe i suoi peccati” (Is 58,1).
“Annunziatelo in Giuda, fatelo dire a Gerusalemme; suonate la tromba nel paese, gridate a piena voce e dite: Radunatevi ed entriamo nelle città”(Ger 4,5).
“Le mie viscere, le mie viscere! Sono straziato. Le pareti del mio cuore! Il cuore mi batte forte; non riesco a tacere, perché ho udito uno squillo di tromba, un fragore di guerra” (Ger 4,19).
“Fino a quando dovrò vedere segnali e udire squilli di tromba?” (Ger 4,21).
“Io ho posto sentinelle presso di voi: Fate attenzione allo squillo di tromba. Essi hanno risposto: Non ci baderemo!” (Ger 6,17).
“Alzate un vessillo nel paese, suonate la tromba fra le nazioni; preparate le nazioni alla guerra contro di essa, convocatele contro i regni di Araràt, di Minnì e di Aschenàz. Nominate contro di essa un comandante, fate avanzare i cavalli come cavallette spinose” (Ger 51,27).
“Dà fiato alla tromba! Come un'aquila sulla casa del Signore... perché hanno trasgredito la mia alleanza e rigettato la mia legge” (Os 8,1).
“Suonate la tromba in Sion e date l'allarme sul mio santo monte! Tremino tutti gli abitanti della regione perché viene il giorno del Signore, perché è vicino” (Gl 2,1).
“Suonate la tromba in Sion, proclamate un digiuno, convocate un'adunanza solenne” (Gl 2,15).
“Risuona forse la tromba nella città, senza che il popolo si metta in allarme? Avviene forse nella città una sventura, che non sia causata dal Signore?” (Am 3,6).
“Giorno di squilli di tromba e d'allarme sulle fortezze e sulle torri d'angolo” (Sof 1,16).
“Allora il Signore comparirà contro di loro, come fulmine guizzeranno le sue frecce; il Signore darà fiato alla tromba e marcerà fra i turbini del mezzogiorno” (Zac 9,15).
“Quando dunque fai l'elemosina, non suonare la tromba davanti a te, come fanno gli ipocriti nelle sinagoghe e nelle strade per essere lodati dagli uomini. In verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa” (Mt 6,2).
“Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli” (MT 24,41).
“In un istante, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba; suonerà infatti la tromba e i morti risorgeranno incorrotti e noi saremo trasformati” (1Cor 15,52).
“Perché il Signore stesso, a un ordine, alla voce dell'arcangelo e al suono della tromba di Dio, discenderà dal cielo. E prima risorgeranno i morti in Cristo” (1Ts 4,16).
“Rapito in estasi, nel giorno del Signore, udii dietro di me una voce potente, come di tromba, che diceva” (Ap 1,10).
“Dopo ciò ebbi una visione: una porta era aperta nel cielo. La voce che prima avevo udito parlarmi come una tromba diceva: Sali quassù, ti mostrerò le cose che devono accadere in seguito”. (Ap 4,1).
“Appena il primo suonò la tromba, grandine e fuoco mescolati a sangue scrosciarono sulla terra. Un terzo della terra fu arso, un terzo degli alberi andò bruciato e ogni erba verde si seccò” (Ap 8,7).
“Il secondo angelo suonò la tromba: come una gran montagna di fuoco fu scagliata nel mare. Un terzo del mare divenne sangue” (Ap 8,8).
“Il terzo angelo suonò la tromba e cadde dal cielo una grande stella, ardente come una torcia, e colpì un terzo dei fiumi e le sorgenti delle acque” (Ap 8,10).
“Il quarto angelo suonò la tromba e un terzo del sole, un terzo della luna e un terzo degli astri fu colpito e si oscurò: il giorno perse un terzo della sua luce e la notte ugualmente” (Ap 8,12).
“Vidi poi e udii un'aquila che volava nell'alto del cielo e gridava a gran voce: Guai, guai, guai agli abitanti della terra al suono degli ultimi squilli di tromba che i tre angeli stanno per suonare!” (Ap 8,13).
“Il quinto angelo suonò la tromba e vidi un astro caduto dal cielo sulla terra. Gli fu data la chiave del pozzo dell'Abisso” (Ap 9,1).
“Il sesto angelo suonò la tromba. Allora udii una voce dai lati dell'altare d'oro che si trova dinanzi a Dio”. (Ap 9,13).
“E diceva al sesto angelo che aveva la tromba: Sciogli i quattro angeli incatenati sul gran fiume Eufràte” (Ap 9,14).
“Nei giorni in cui il settimo angelo farà udire la sua voce e suonerà la tromba, allora si compirà il mistero di Dio come egli ha annunziato ai suoi servi, i profeti” (Ap 10,7).
“Il settimo angelo suonò la tromba e nel cielo echeggiarono voci potenti che dicevano: Il regno del mondo appartiene al Signore nostro e al suo Cristo: egli regnerà nei secoli dei secoli” (Ap 11,15).
“La voce degli arpisti e dei musici, dei flautisti e dei suonatori di tromba, non si udrà più in te; ed ogni artigiano di qualsiasi mestiere non si troverà più in te; e la voce della mola non si udrà più in te” (Ap 18,22).
Dio non parla a Giovanni con voce sommessa, dolce, piana, quasi impercettibile.
Dio gli parla con voce potente, simile al suono di una tromba. La voce è forte perché Giovanni possa ascoltarla in tutto il suo vigore.
Niente di quanto il Signore dice deve andare perduto. Tutto deve essere udito. Tutto ascoltato. Tutto riferito con altrettanta fermezza e decisione.
Da questo versetto (v. 10) la conclusione da trarre è una sola: ciò che Giovanni si sta accingendo a scrivere non è frutto della sua mente. È invece vera rivelazione, vero dono di Dio, vera visione.
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