mercoledì 30 marzo 2022

LE QUATTRO ULTIME COSE: MORTE, GIUDIZIO, INFERNO, PARADISO

 


LE QUATTRO ULTIME COSE: MORTE, GIUDIZIO, INFERNO, PARADISO


"Ricorda la tua ultima fine e non peccherai mai".


CAPITOLO II. SUGLI ASSALTI DI SATANA NELL'ORA DELLA MORTE. 

Sebbene la morte sia di per sé amarissima, tuttavia la sua amarezza è non poco accresciuta dal vivo ricordo dei peccati della nostra vita passata, dal pensiero del giudizio a venire, dell'eternità che ci attende, e dagli assalti di Satana.  Queste quattro cose riempiono l'anima di un tale terrore, che essa dispererebbe infallibilmente se non fosse rafforzata dall'aiuto di Dio. Entreremo in qualche spiegazione di ciascuna di queste quattro cose, e indicheremo anche alcuni mezzi per combattere i timori che esse ispirano. Per quanto riguarda gli assalti di Satana, sappiate che Dio onni-giusto gli permette di avere un grande potere di assalirci nell'ora della morte; non proprio per la nostra perdizione, ma per la nostra prova. Prima di morire il cristiano deve ancora dimostrare che nulla può valere a farlo abbandonare il suo Dio. Per questo motivo il malvagio nemico impiega tutto il potere che ha ricevuto, e porta tutte le sue forze su un uomo quando sta morendo, nella speranza di indurlo a peccare, e spingerlo giù all'inferno. Durante tutta la nostra vita ci attacca ferocemente e non trascura nessun mezzo per ingannarci. Ma tutte queste persecuzioni non reggono il confronto con l'assalto finale con cui egli cerca di vincerci alla fine. Allora egli si scatena e infuria, come un leone ruggente, cercando chi può divorare.

Questo lo apprendiamo dal seguente passo dell'Apocalisse (xii. 12): "Guai alla terra e al mare, perché il diavolo è sceso su di voi, con grande ira, sapendo che non ha che un breve tempo". Queste parole hanno un'applicazione speciale per i moribondi, contro i quali il diavolo concepisce una grande ira, e che fa ogni sforzo per sedurre. Perché egli sa bene che se non li prende in suo potere ora, non avrà mai più la possibilità di farlo.  Ascoltate cosa dice San Gregorio su questo punto: "Considerate bene quanto sia terribile l'ora della morte, e quanto sarà spaventoso il ricordo delle nostre cattive azioni in quel momento. Perché gli spiriti delle tenebre ricorderanno tutto il male che ci hanno fatto, e ci ricorderanno i peccati che abbiamo commesso per loro istigazione. Non andranno solo al letto di morte degli empi, ma saranno presenti con gli eletti, cercando di scoprire qualcosa di peccaminoso di cui accusarli. Ahimè, come sarà per noi sfortunati mortali in quell'ora, e cosa possiamo dire per noi stessi, vedendo come innumerevoli sono i peccati che ci verranno addebitati? Cosa possiamo rispondere ai nostri avversari, quando ci mettono davanti tutti i nostri peccati, con lo scopo di ridurci alla disperazione? Gli spiriti maligni tenteranno la loro infelice vittima al momento della morte su vari punti, ma soprattutto per quanto riguarda i peccati in cui è caduta più frequentemente. Se durante la sua vita ha nutrito odio verso qualcuno, essi evocheranno davanti ai suoi occhi morenti l'immagine di quella persona, rievocando tutto ciò che ha fatto per ferirlo, al fine di ravvivare la fiamma dell'odio verso quel nemico, o accenderla di nuovo. O se qualcuno ha trasgredito contro la purezza, gli mostreranno il complice del suo peccato, e si sforzeranno di risvegliare la passione colpevole provata per quell'individuo. Se è stato turbato da dubbi sulla fede, essi richiamano alla sua mente l'articolo di fede che ha avuto difficoltà ad accettare, rappresentandoglielo come falso. Se un uomo ha una tendenza alla pusillanimità, gli spiriti maligni la incoraggiano in lui, per poterlo forse privare della sua speranza di salvezza. L'uomo che ha peccato per orgoglio e si è vantato delle sue buone opere, essi cercano di irretirlo con l'adulazione, assicurandogli che egli gode del favore di Dio e che tutto ciò che ha fatto non può non assicurargli un posto in cielo.

Ancora, se nella sua vita un uomo ha ceduto all'impazienza, permettendosi di essere arrabbiato e irritato per ogni inezia, essi fanno apparire la sua malattia più fastidiosa per lui, in modo che possa diventare impaziente, e ribellarsi contro Dio per avergli mandato una malattia così dolorosa. Oppure, se è stato tiepido e indefinito, senza fervore nella preghiera o assiduità negli esercizi religiosi, cercano di mantenere nella sua anima questo stato di apatia, suggerendogli che la sua debolezza fisica è troppo grande anche per permettergli di unirsi alle preghiere che i suoi amici gli leggono. Infine, essi tentano coloro che hanno condotto una vita senza Dio e sono ripetutamente caduti in peccato mortale, a disperarsi, rappresentando le loro trasgressioni come così grandi da essere oltre il perdono. In una parola, gli spiriti del male assalgono i mortali al momento della morte più ferocemente nel loro punto più vulnerabile, proprio come un abile generale assalirà una fortezza dal lato in cui percepisce che i bastioni sono più deboli.

Ma i diavoli non si limitano sempre a tentare un uomo per quanto riguarda le sue principali mancanze e i suoi difetti predominanti; spesso lo tentano a peccati di cui non si è ancora reso colpevole. Perché questi astuti nemici non risparmiano alcuno sforzo per ingannare i moribondi, e se falliscono in un modo, tentano di avere successo in un altro. Queste tentazioni non sono di carattere ordinario. A volte sono così violente che è impossibile per i deboli mortali resistere ad esse senza un'assistenza soprannaturale. Se è tutto quello che può fare una persona in buona salute per resistere agli assalti del diavolo, e anche tale persona ne è spesso sopraffatta, quanto deve essere difficile per uno che è indebolito dalla malattia lottare contro nemici così formidabili! A questo proposito un pio scrittore dice: "A meno che l'uomo morente non si sia armato, prima della sua ultima malattia, contro questi attacchi e si sia abituato a combattere i suoi avversari spirituali, ha poche possibilità di prevalere contro di loro al momento della morte. Se lo farà, sarà solo grazie all'assistenza di Dio onnipotente, della nostra benedetta Signora, del suo angelo custode o di uno dei santi. Perché il nostro Dio misericordioso e i suoi angeli e santi benedetti non abbandonano il cristiano nell'ora del suo più grande bisogno, ma accorrono in suo aiuto, sempre che egli sia meritevole del loro aiuto". Per prepararsi prima dell'ultima malattia a combattere queste tentazioni, sarà opportuno recitare con la dovuta devozione la seguente preghiera: 

O Gesù, compassionevole Redentore dell'umanità, ricordo la triplice tentazione che subisti dal malvagio nemico, e Ti prego, per la gloriosa vittoria che ottenesti su di lui, di starmi accanto nel mio ultimo conflitto e fortificarmi contro tutte le sue tentazioni. So che con le mie sole forze non posso lottare contro un nemico così potente, e devo sicuramente essere sconfitto a meno che Tu, o i Tuoi santi benedetti, non mi diate una tempestiva assistenza. Perciò ora imploro ardentemente il Tuo aiuto e quello dei Tuoi santi, e mi propongo di armarmi al meglio delle mie capacità per la Tua grazia, per affrontare le tentazioni che mi attendono. Prometto ora, davanti a Te e ai santi angeli e santi benedetti, che non mi esporrò mai volontariamente a nessuna tentazione, di qualsiasi natura essa sia, ma con l'aiuto della Tua grazia la combatterò vigorosamente. Amen.

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