domenica 15 dicembre 2024

Gesù e il cadavere del fariseo di Atharoth

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)


Gesù e il cadavere del fariseo di Atharoth


Dalla proprietà di Lazzaro, Gesù e i suoi tre discepoli si diressero di nuovo verso sud-est, circa quattro ore più avanti, verso la città di Atharoth, una città di Sadducei, situata su una collina. I Sadducei di questa città avevano perseguitato, insieme ai Farisei di Gennebris, i discepoli dopo la Pasqua: alcuni di loro erano stati imprigionati e perseguitati con interrogatori. Alcuni di loro erano stati anche a Sichar a spiare gli insegnamenti di Gesù, soprattutto quando questi rimproverava la durezza dei farisei e dei sadducei nei confronti dei samaritani. Da allora avevano progettato di tentare Gesù e gli chiesero di celebrare il sabato ad Atharoth. Gesù, che conosceva le loro intenzioni, si recò a Ginnim. I Sadducei si misero in contatto con i Farisei di Ginnim e gli inviarono dei messaggeri il sabato mattina, dicendo: “Ha parlato così bene dell'amore per il prossimo; che bisogna amare il prossimo come se stessi; perciò lo hanno pregato di venire ad Atharot per guarire un malato. Se avesse fatto questo miracolo, loro, come anche i farisei di Ginnim, avrebbero voluto credere in lui e diffondere i suoi insegnamenti in tutta la regione.

Gesù conosceva la loro malvagità e la trappola che stavano architettando contro di Lui, utilizzando un uomo che era già morto e immortale da alcuni giorni; ma essi sostenevano, contro gli abitanti della città, che quell'uomo era solo fuori di sé. Sua moglie stessa non sapeva che fosse veramente morto. Se Gesù lo avesse risuscitato dai morti, avrebbero detto che non era veramente morto. Andarono incontro a Gesù e lo portarono davanti alla casa di quell'uomo, che era stato uno dei principali Sadducei e che aveva inveito soprattutto contro i discepoli di Gesù. Lo portarono su una barella nella strada dove stava arrivando Gesù. C'erano una quindicina di Sadducei e tutto il popolo era in attesa. Il cadavere aveva un aspetto bellissimo: era stato disincarnato e imbalsamato per ingannare Gesù.

Quando Gesù lo vide, disse: “Quest'uomo è morto e resterà morto”. Gli risposero che era solo fuori di sé, in estasi, e che se era morto ora, era perché sarebbe morto in questo momento. Gesù rispose: “Quest'uomo ha negato la risurrezione e non risorgerà qui. L'avete portato su degli aromi; ma vedete in quali aromi: scoprite il suo petto”. Allora vidi uno di loro aprire il petto del) morto, come se fosse una valvola, e ne uscì una moltitudine di vermi schifosi, che si dimenavano all'interno. I Sadducei erano molto irritati, perché anche Gesù aveva dichiarato pubblicamente i suoi peccati e i suoi crimini, e che quei vermi erano i vermi della sua cattiva coscienza, che era riuscito a coprire e che ora divoravano il suo cuore. Li rimproverò per la loro ipocrisia e la loro falsità e parlò duramente dei Sadducei e del giudizio su Gerusalemme e su tutti coloro che non accolgono la salute che è venuta. Essi portarono subito il morto a casa loro e lì si creò un disordine e un tumulto spaventoso. Quando Gesù e i suoi discepoli varcarono la porta della città, la folla, agitatissima, scagliò contro di loro delle pietre: la scoperta dei vermi del morto e la malvagità dei Sadducei li aveva molto irritati.

Tra i tanti cattivi, c'erano alcuni buoni che piangevano. In una di quelle strade vivevano alcune donne con un flusso di sangue, che credevano in Gesù e chiedevano l'elemosina a Iejos, non potendo avvicinarsi a Gesù. Egli passò, sapendolo, per quella strada e, quando fu passato, le donne camminarono sui suoi passi e le baciarono. Gesù le guardò ed esse furono guarite dalla loro malattia.

Gesù camminò per tre ore fino a una collina vicino a Engannim, quasi nella stessa direzione di Ginnim, ma qualche ora più a est, in una valle. Questa è la linea retta che parte da Nazareth, passa per Endor e Nairn. Da Nairn sono circa sette ore. Gesù passò la notte su questa collina, dove lo incontrarono alcuni discepoli della Galilea; passarono la notte nella sala di una locanda aperta, dopo aver mangiato qualcosa. C'erano Andres, Natanaele, lo sposo di Cana, e due servi del signore di Cafarnao. Questi lo chiamarono subito, dicendo che il figlio del signore era malato e che doveva affrettarsi. Gesù rispose che sarebbe arrivato in tempo. Questo capitano in pensione era un governatore di Erode Antipa su una parte della Galilea. Era di buon carattere e aveva difeso i discepoli nell'ultima persecuzione dei farisei e li aveva aiutati con denaro e cibo. Non era affatto credente, anche se pensava che Gesù potesse fare miracoli. Desiderava molto la venuta di Gesù, sia per la salute del figlio sia per svergognare i farisei. Voleva che Gesù facesse il miracolo, e così i discepoli. I discepoli si accordarono con il sovrano, dicendo: “I farisei dovranno vedere.... Dovranno scandalizzarsi..... Allora vedranno chi è Colui che seguiamo”. Ecco perché Andrea e Natanaele avevano accettato il messaggio. Gesù era a conoscenza di tutto ciò che era stato concordato. Insegnò loro ancora la mattina del viaggio. I due servitori del capitano, che erano pagani, si convertirono e tornarono con Andrea e Natanaele a Cafarnao, portando con sé il goring.


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