Una vocazione tardiva (1805-1809).
Giovanni Maria Vianney a vent'anni.
Era la seconda volta che Giovanni Maria Vianney lasciava i campi di Dardilly ed il focolare domestico. Dopo la sua prima Comunione era cresciuto alquanto, ma i massai di Point-du-Jour potevano ritrovare nel giovane ventenne l'amabile e candido fanciullo di un giorno; non era ancora perfetto, ma già lasciava intravvedere a quale grado di virtù avrebbe potuto salire. Quasi ad' ogni pasto non prendeva che la sua minestra 1, anche se lo si pregava di cibarsi d'altro, ed era pure sempre all'età dello sviluppo, nella quale l'appetito si fa maggiormente sentire. Giovanni Maria, che si imponeva queste penitenze in vista di uno scopo preciso, le rese ancora più aspre, e, per attirare la benedizione di, Dio sopra i suoi studi, ottenne dalla zia che gli preparasse sempre la sua parte di minestra senza mettervi il condimento. Sia per dimenticanza che per maggiore comodità Margherita Humbert gli servì molte volte il cibo come ai suoi famigliari, ma il nipote, dominato per un momento ancora dalla sua naturale vivacità, presentava poi un volto triste, come se, deglutendo ciascuna cucchiaiata, arrischiasse di essere soffocato 2. Verrà giorno in cui, meglio trasformato dalla grazia di Dio, conserverà il suo abituale sorriso anche nelle più spiacevoli circostanze.
Di cuore sempre aperto alla compassione verso gli indigenti, qualche volta conduceva a casa, per la notte, tutti i mendicanti che vedeva sulla strada; talvolta la casa ne fu riempita 3. Un giorno, andando a Dardilly per visitare la famiglia, incontrò un povero e gli diede le scarpe nuove che suo padre gli aveva comperato. Se ne era creduto proprietario legittimo, avendole pagate con il suo lavoro, ma a casa non si pensò così e lo si accolse coi più severi rimproveri, quando si presentò a piedi nudi. Questo fatto tuttavia non gli insegnò nulla, ed un altro giorno, incontrando una povera donna circondata da bambini in tenera età, profondamente commosso, le diede sette franchi, cioè tutto quanto possedeva 4.
Gli studi iniziati lo chiamavano al presbiterio di Ecully ogni mattina ed ogni sera. Vi entrava accolto dal sorriso benevolo di Margherita Balley, che in abito comune conservava ancora l'anima ed i modi di Suor Maria Giuseppa Dorotea 5. Suo fratello Carlo era conosciuto per buon teologo e si sapeva che aveva rifiutato più volte la cattedra di morale nel seminario maggiore di Lione. La sua accoglienza era grave e la voce ferma, ma lo sguardo era dolce e confidente, tanto che Giovanni Maria in sua compagnia si sentiva bene.
La grammatica latina gli parve alquanto difficile. Quantunque la sua conversazione vivace e di buon gusto, che rendeva ambita la sua compagnia, potesse lasciar intravedere qualche dote d'ingegno. le cose di studio non le comprendeva senza estrema difficoltà, e soprattutto diventava lento e confuso appena si sentiva una penna in mano: senza sua colpa l'intelligenza era rimasta troppo a lungo senza esercizio; né era più felice la memoria, che pure doveva avere la parte principale nel ritenere le prime nozioni: offuscata nel tempo in cui maneggiava lesto la vanga lucente, aveva anche dimenticato le poche nozioni grammaticali, un giorno imparate alla scuola del maestro Dumas. - Ma non si comincia la sintassi latina prima di conoscere quella della propria lingua.
Il piccolo Deschamps, i fratelli Loras, fanciulli di buona formazione, che imparavano con evidente facilità le declinazioni e le coniugazioni, udendo il loro compagno leggere stentatamente quello che ad essi era sembrato facile come un giuoco, ridevano di lui. Ma non rideva l'abate Bailey, che si domandava invece preoccupato: «Questo giovane giudizioso, di una profonda pietà, si scoraggerebbe al primo ostacolo?» - Si trattava di una penosa fatica, ben più dura di quella sopportata nella vigna paterna. Venuta la sera, lo scolaro ventenne, alla luce della piccola lampada della masseria, ostinatamente si chinava sui suoi libri, pregava con fervore, supplicando lo Spirito Santo ad imprimere le parole nella sua «povera testa». Ma al mattino seguente si accorgeva che le parole sempre ribelli gli erano sfuggite di nuovo.
Si esercitava nelle traduzioni facili dei Fatti scelti dell'Antico Testamento 6, il manuale classico per i principianti, in quell'epoca. Il P. Deschamps ci ha detto di avere aiutato allora il suo vecchio compagno di studio a cercare le parole nel vocabolario per fare una buona traduzione 7. Mattia Loras, forse il migliore nella scuola dell'abate Balley, rendeva a Giovanni Maria il medesimo servizio, ma, d'indole nervosa e di mano pronta, un giorno, stanco delle incomprensioni «del vecchio scolaro», lo schiaffeggiò oltraggiosamente in presenza dei suoi compagni. L'offeso, che pure aveva avuto da natura un carattere violento, s'inginocchiò allora davanti al fanciullo di dodici anni, che lo aveva percosso, domandandogli umilmente perdono. Mattia che nascondeva un cuore d'oro si pentì tosto e, commosso fino alle lagrime, cadde nelle braccia di Giovanni Maria, ancora genuflesso 8, sigillando un'amicizia profonda. Mattia Loras divenuto missionario negli Stati Uniti e vescovo di Dubuque non dimenticherà mai i particolari di questo fatto 9
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Canonico FRANCESCO TROCHU