La pratica più comune, anzi il centro del culto satanico, è la così detta «messa nera», una contraffazione blasfema della messa eucaristica, massima espressione della liturgia e della preghierapubblica nella chiesa cattolica.
Questa pratica diabolica era chiamata anticamente Sabbat o Sinagoga, — la terminologia ebraica si riferiva all’origine di questi riti — e solo alla fine del secolo scorso ha preso il nome ormai diventato comune di «messa nera». L’aggettivo «nero» è stato adottato e accettato sia per la tenebrosità del rito celebrato sempre di nascosto, sia per le candele di colore nero, le ostie tinte di nero e le fette di rapa (sic!) parimenti tinte di nero, usate per la cerimonia. Tanto nel Sabbat come nella messa nera si tratta di un incontro diretto col diavolo che talvolta si presenta visibilmente e talvolta si fa rappresentare da altra persona.
Per la celebrazione di questo rito satanico è richiesta, se possibile, la presenza di un sacerdote cattolico legittimamente ordinato — naturalmente apostata dal suo sacerdozio — e sempre immancabilmente una o più ostie consacrate. Le ostie non consacrate non sono accettate, il che vuoidire una cosa molto semplice: la fede nella presenza reale di Gesù nell’eucarestia, talvolta negata o messa in dubbio dai cattolici, è creduta fermissimamente dai cultori di satana.
Non ci fermeremo certo a descrivere i riti nefandi, le enormità, le oscenità, le bestemmie, le profanazioni e gli eccessi a cui si abbandonano gli adoratori di satana in questi convegni tenebrosi.
Una vaga idea è data da Huysmans nel romanzo Là bas (Laggiù) nelle pagine sature di crudo verismo che formano il capitolo 19 dell’opera. L’autore, come si sa, si convertì negli ultimi anni di vita e ripudiò quello scritto blasfemo.
Per la celebrazione delle messe nere è stata organizzata in passato, e continua a operare ancora oggi,l’incetta di ostie consacrate. Ecco alcuni fatti caratteristici.
Nel 1855 un’associazione satanica di Parigi si incaricava di provvedere le ostie consacrate. Le donne iscritte all’associazione si comunicavano più volte al giorno in chiese diverse e, a pagamento, consegnavano le ostie a coloro che le avrebbero profanate. Lo stesso si ha nel 1874. Queste donne giravano per le chiese di Parigi e fingevano di comunicarsi. Ogni ostia consacrata era pagata a alto prezzo. Una rivista del 1843, La voix de la Septaine, riferisce che a Agen, Francia, un’associazione satanica, diversa da quella di Parigi, aveva celebrato ininterrottamente per 25 anni messe nere, nelle quali erano state incise e profanate 3.320 ostie36.
Dalla Francia passiamo all’Italia.
Il foglio diocesano di Milano del 1946 riportava la lettera pastorale del cardinale Ildefonso Schuster in cui si diceva che «vi sono gruppi organizzati che si incaricano di venire in possesso di ostie consacrate per poi usarle a fini innominabili nelle loro adunanze». In una seconda lettera pastorale ilcardinale aggiungeva:
«Una setta, che continua la parte di Giuda il traditore, è all’opera — e ciò che più addolora, anche bambini innocenti vi sono coinvolti —. Abbiamo accertato che le ostie consacrate sono rubate e usate per la celebrazione di messe nere » 37.
Recentemente (1986) il cardinale Anastasio Ballestrero, arcivescovo di Torino, ha denunciato gli stessi eccessi e messo in guardia il suo clero e i suoi fedeli contro il furto di ostie consacrate:
«In questa città — scrive il cardinale — la profanazione delle specie eucaristiche è sin troppo frequente: il furto delle “specie”, e solo di quelle, si ripete ed è di una tristezza infinita... Questi furtiorribili non scaturiscono dal povero squilibrio di qualcuno; all’origine del sacrilego stillicidio c’è
l’ostinata avversione e ribellione di satana che spinge a profanare l’eucarestia proprio nei suoi segnisacramentali. E la profanazione avviene il più delle volte anche in maniera oscena, perché in questa città i riti satanici si ripetono; perché — orrendo a dirsi — c’è chi fa delle specie eucaristiche profanate la testimonianza resa a degli scellerati di aver tradito Cristo e di essersi consegnati a satana».
I culti satanici, o messe nere, avvengono sempre, naturalmente, di nascosto e non è facile al cronista seguirne tutte le fasi, ma nonostante il segreto che le circonda, qualche volta episodi di culto satanico, per un motivo o per l‘altro, arrivano alla conoscenza del pubblico. Così abbiamo notizia di messe nere e di orge miste a profanazioni eucaristiche avvenute recentemente nell’istituto ortopedico di Genova, a Monte Berico (Vicenza), a Forno di Coazze (Torino), a Candiana (Padova),a Corigliano (Vicenza), a Pordenone, a Montefalco (Perugia), a Bologna e altrove.
Tra gli adoratori di satana troviamo tutte le categorie di persone, uomini e donne, professionisti e operai, persone adulte e giovani. Sui giovani il culto satanico, specialmente nel clima di contestazione oggi largamente diffuso, esercita un fascino particolare specialmente attraverso la musica rock. Molti complessi musicali, specialmente stranieri, si sono messi al servizio di satana, edè forse per questo — anche — che trovano tanto seguito nella gioventù d’oggi. I complessi Rolling Stones, Black Sabbath, Beatles, KISS — che significa Kids, o Kings in search of satan: bambini — o re — in cerca — o servizio — di satana38 —, e soprattutto il Rock and Roil, che significa movimenti erotici, diffondono messaggi ai giovani per invitarli all’uso della droga, al libero amore, alla ribellione, alla licenza sfrenata nel campo sessuale. Molti di questi gruppi fanno parte della setta satanica Gola’en Dawn (aurora dorata).
Nei dischi di musica rock sono incise delle invitazioni sataniche quali «satana ti adoriamo», «satana è il mio re», «tutto per te caro satana».
I frutti di questo satanismo, che prende sempre più piede al di là o al di qua dell’Atlantico, arrivano di tanto in tanto alla ribalta della cronaca per gettare lo sgomento nell’opinione pubblica: l’assassinio dell’attrice Sharon Tate, moglie del regista Polanski, il 9 agosto 1969, e di quattro suoi ospiti, a opera di alcuni seguaci di Charles Manson, il «satana moralista», che pretendeva di assassinare tutti i borghesi per purificare il mondo. La tragedia era avvenuta subito dopo una messa nera in cui, tra orge e bestemmie infernali, si era deciso di uccidere tutti i pigs, i porci della società.
Ci dobbiamo forzatamente limitare alla citazione di pochi fatti, troppo pochi in confronto a quelli riportati a ritmo continuo dalla cronaca quotidiana39 ma che possono bastare a farci avvertiti di un fenomeno che esiste realmente molto vicino a noi, si può dire uscio a uscio delle nostre case, e che può mettere seriamente a repentaglio la nostra civiltà e la nostra pace. Per questo ogni cittadino preoccupato della propria e dell’altrui salute deve intervenire per eliminare, o almeno attenuare, i mali frutti del satanismo moderno.
Concludiamo il capitolo col tentare di rispondere ad una domanda sconcertante che spesse volte si è presentata a noi e che siamo sicuri si sarà fatta anche il lettore: come ha potuto svilupparsi e prendere piede nel mondo cristiano questa incomprensibile aberrazione mentale e psicologica che arriva fino a tributare venerazione, culto e adorazione dovuti a Dio solo al suo avversario, il demonio?
Una prima risposta e spiegazione si trova nella tendenza innata nell’uomo verso la ricerca e la conoscenza dell’occulto, o piuttosto del proibito. Ciò che è tenuto nascosto, che è circondato di mistero, soprattutto se oggetto di un divieto formale, esercita sempre sull’animo dell’uomo un fascino particolare che non sempre e non tutti sono in grado di vincere. Lo diceva già per sua esperienza il pagano Ovidio Nitimur in vetitum semper cupimusque negata,
«ci sentiamo attratti dal proibito e sempre desideriamo avere ciò che ci è negato».
Eva nel paradiso terrestre sente l’attrattiva del frutto proibito. Non ne aveva bisogno perché poteva mettere la mano su moltissimi altri frutti che si trovavano abbondantemente nel giardino. Ma quello era proibito. Se non fosse stato proibito, forse, non avrebbe suscitato in lei lo stesso interesse.
Il culto satanico, il massimo a cui possono arrivare i riti esoterici, contiene tutti gli aspetti del mistero, del vietato, del diverso, del nuovo, e l’uomo non sa sfuggire al fascino che tutto ciò esercitasu di lui.
Una seconda spiegazione si trova nella tendenza parimenti innata nell’uomo alla ribellione e alla ripulsa di qualunque legge, specialmente alla legge divina che vuole entrare anche nell’ambito della coscienza e non ammette — come ammette la legge umana — facili evasioni. Il senso di ribellione porta all’ambizione di fare da sé, di fare il contrario di quanto è prescritto e di quanto tutti gli altri accettano di fare e fanno, e con ciò alla gloria di imboccare vie nuove, non ancora percorse o percorse da pochi. Ogni uomo è fondamentalmente un ribelle, per questo accetta e segue con simpatia il grande Ribelle, il Ribelle fin da principio, satana, e gli presta quel culto e quell’adorazione che è rubata al vero Dio.
Una terza spiegazione si trova nell’ateismo, ossia nella negazione teorica e pratica del vero Dio. Il satanismo vive, cresce e prospera dove manca la fede. Se l’adorazione non è prestata a Colui che solo la merita, al vero Dio, è inevitabile che l’uomo debba prostrarsi davanti alla sua contraffazione,all’anti-Dio. «Nell’uomo — scrive Winston Graham — ciò che fin dal suo primo apparire sulla terra lo fa ancora una creatura tutta diversa dalle altre, è che è un animale adoratore che sente il bisogno di adorare». «Un animale adoratore», commenta sarcasticamente Gustave Thibon, e purtroppo tanto spesso adoratore in quanto animale». Quando l’uomo ha rinunciato a adorare è crollato. L’ateo che rifiuta Dio, odia Dio e abbraccia tutto ciò che è contro Dio. Non sono mancati nella storia e non mancano oggi gli odiatori di Dio. «L’idea di Dio è il solo torto che non posso perdonare agli uomini», ha scritto il marchese de Sade, massone rivoluzionario, esponente massimo del pansessualismo. Dio è un intruso ingiustificato, illegittimo, violento e totalitario nella vita privata e pubblica dell’uomo, e impedisce all’uomo la sua indipendenza e libertà di movimento. Quindi lo si
abbandona, lo si combatte e si passa sotto la bandiera del suo avversario.
E infine un’ultima spiegazione: il desiderio e l’ambizione del demonio di farsi adorare. Il diavolo è la «scimmia di Dio», come lo chiama Shakespeare che ama trasfigurarsi in angelo di luce» (2 Cor 11,14), vuole essere adorato e cerca adoratori. Egli l’aveva cercato, ma invano, una prima volta col Salvatore stesso: «Se prostrato mi adorerai ti darò tutto questo» (Mt 4,10). Ora egli tenta ancora, cerca adoratori, molti adoratori, non tanto i singoli quanto le masse. Una massa immensa era prostrata in adorazione davanti alla bestia, leggiamo nell’Apocalisse (17,8). Il demonio odia e disprezza l’uomo e perché lo odia ama vederlo ai suoi piedi e ricevere da lui quegli omaggi e ossequi che non potrebbe avere da nessun’altra creatura.
È questo uno degli aspetti più impressionanti e sconvolgenti della demonologia.
Paolo Calliari