mercoledì 5 maggio 2021

FATECI USCIRE DA QUI

 


Maria Simma risponde a questa chiamata delle anime del Purgatorio


Secondo lei, qual è la definizione corretta del digiuno?

Il digiuno, come praticato e tramandato da Gesù che lo affiancava sempre alla preghiera, è una disciplina spirituale che dev'essere raggiunta per quanto riguarda l'assunzione di cibo. La Madonna ci insegna, a questo riguardo, che il digiuno ideale è quello a pane e acqua per almeno un giorno alla settimana, preferibilmente il venerdì, se non per due o tre giorni. Anche questo va fatto gradatamente e mai contro il parere del proprio medico. Va praticato con saggezza e, ripeto, gradatamente, proprio come Dio vorrebbe che fosse.

Digiunare significa anche distaccarsi dalle cose, dalle situazioni, dalle persone o dalle tentazioni, tutti fattori che ci possono facilmente distogliere da ciò che Gesù desidera per noi. Situazioni nelle quali sappiamo che potremmo essere inibiti e potremmo perdere la libertà di fare del bene. Naturalmente l'elenco di queste situazioni non ha fine, a causa della grandissima varietà dei nostri caratteri. Ciò che potrebbe tentare lei, non può tentare me e viceversa. Noi conosciamo noi stessi molto bene per cui dovremmo sempre cercare, con tutte le nostre forze, di essere onesti ed inflessibili quando si tratta di cose di cui non abbiamo, in realtà, bisogno.

Digiunare significa trattenersi fino al punto in cui comprendiamo che Dio sta facendo per noi di più del mondo che ci è intorno. Questa, del digiuno, è un' altra straordinaria via per raggiungerLo, cosa importantissima perché per Lui ogni anima ha molto più valore di quanto possa avere l'intero universo.

Conosco persone che hanno digiunato per sette, otto o nove anni di fila trovandosi, quando smesso, trasformate in un modo miracoloso. Con il digiuno Dio ha operato in loro cambiamenti che non si sarebbero potuti ottenere con nessun metodo o tecnica umana.

Il digiuno facilita molto la preghiera e la preghiera facilita molto il digiuno. Il digiuno per le anime del Purgatorio è un grande aiuto per il quale saranno eternamente grate.

Il digiuno dalla televisione è estremamente necessario ai nostri giorni; chi lo fa aiuterà le anime purganti che hanno trascurato i loro doveri o le loro famiglie. Ed il Purgatorio, io lo so, ne è pieno. Ancora una volta, non ci sono limiti al suo valore. Un piccolo digiuno da qualche cosa porta molto bene, come una piccola preghiera.


PIO IX

 


1861-1878: SCONFITTO O VINCITORE?


I.  La questione romana: da Cavour a Porta Pia

 Immediatamente dopo la proclamazione del Regno, il 25 marzo 1861, il conte di Cavour annunciò alla Camera dei deputati che «Roma sola deve essere capitale d'Italia» 1. L'obiettivo cavouriano, due giorni dopo, venne sancito di fronte a tutta l'Europa dal voto del primo Parlamento nazionale. La caduta del potere temporale del Papa non è più, a partire da questo momento, il programma occulto delle società segrete, ma quello pubblico ed ufficiale del Regno d'Italia appena costituito. Nasce così, come problema internazionale, la «questione romana» 2.

 Tutto l'ampio ventaglio di forze rivoluzionarie che confluisce nel "fascio" risorgimentale, dal neoguelfismo al liberalismo "cattolico", fino alle punte più accese del radicalismo democratico, trova il suo momento catalizzatore e aggregante nel mito della Roma "rigenerata" e "riformata", perché liberata dal principato civile del Pontefice. «La capitale del mondo pagano e del mondo cattolico - scrive De Sanctis, uno degli autori più rappresentativi dell'Italia risorgimentale - è ben degna di essere la capitale dello spirito moderno. Roma è dunque per noi non il passato, ma l'avvenire. Noi andremo là per distruggervi il potere temporale e per trasformare il papato» 3.

 La "questione romana" è dunque realmente la "questione" del Risorgimento, di cui costituisce non un'appendice politico-diplomatica, ma il filo conduttore e il compimento. «La Rivoluzione attuale - scriveva Giuseppe Montanelli - mosse da Roma e prima o poi a Roma dovrà compirsi» 4. Il 1870, «l'Ottantanove d'Italia» 5, rappresenterà l'epilogo e il simbolico compimento del Risorgimento, o addirittura, per le società segrete, come affermerà il Gran Maestro della Massoneria italiana Adriano Lemmi, «il più memorabile avvenimento della storia del mondo» 6. «Siate tranquilli sul conto nostro - confiderà Cavour a Henry d'Ideville - noi impiegheremo cinquant'anni per compiere il nostro Ottantanove, evitando le scosse e gli eccessi attraverso i quali siete passati voi» 7.

 La posizione di Pio IX sulla "questione romana" è ormai netta. Con le allocuzioni concistoriali Novos et ante 8 del 28 settembre 1860, Iamdudum cernimus 9 del 18 marzo 1861, Maxima quidem 10 del 9 giugno 1862, il Papa reitera la sua condanna delle pretese rivoluzionarie, sostenuto dall'adesione dell'episcopato cattolico, rinnovata al Pontefice nel Concistoro del 9 giugno 1862 da più di trecento arcivescovi o vescovi di tutto il mondo. Nelle sole province meridionali intanto il governo in pochi mesi processa e confina sessantasei vescovi (più della metà), tra i quali i cardinali arcivescovi di Napoli Sisto Riario Sforza, e di Fermo Filippo De Angelis 11, mentre le popolazioni del meridione resistono sotto forma di "brigantaggio" all'invasione piemontese 12. «La battaglia che si fa contro il Pontificato Romano - ribadisce Pio IX - non tende solamente a privare questa Santa Sede e il Romano Pontefice di ogni suo civile Principato ma cerca anche di indebolire e, se fosse possibile di togliere, totalmente di mezzo ogni salutare efficacia della Religione cattolica: e perciò anche l'opera stessa di Dio, il frutto della redenzione, e quella santissima fede che è la preziosissima eredità a noi pervenuta dall'ineffabile sacrificio consumato sul Golgota» 13. Due anni dopo, nel Sillabo dell'8 dicembre 1864, vengono esplicitamente condannate due proposizioni che si riferiscono al principato civile del Pontefice romano. Sono la 75: «Sulla compatibilità del regno temporale con lo spirituale disputano fra di loro i figli della cristiana e cattolica Chiesa» e la 76: «L'abolizione del civile imperio che possiede la Sede Apostolica gioverebbe moltissimo alla libertà e felicità della Chiesa». Nel 1865 nella allocuzione Multiplices inter 14, Pio IX, sulla scia dei suoi predecessori, rinnova la condanna e la scomunica delle società segrete, in particolare la Carboneria e la Massoneria, «che con le diversità delle sole apparenze si costituiscono di giorno in giorno e congiurano contro la Chiesa e la legittima potestà, sia in pubblico come in privato» 15.

 Poche settimane dopo la proclamazione del Regno d'Italia, il conte di Cavour fu colpito da un'apoplessia che lo portò improvvisamente alla morte, la mattina del 6 giugno 1861. Durante il delirio che precede la morte, la vita è ancora così potente in lui che attraverso il vestibolo e due saloni si sentono risuonare le sue ultime parole, prive di senso: «Imperatore! Italia! Niente stato d'assedio!» 16. Un francescano amministra i Sacramenti al conte, scomunicato, senza esigere la ritrattazione degli errori 17.

 L'opera di Cavour venne continuata da Bettino Ricasoli 18, il "barone di ferro" toscano, che ispirava la sua azione politica a un profetismo riformatore giustamente paragonato da Spadolini a quello mazziniano 19. Cavour stesso, sul letto di morte, aveva molte volte pronunciato il nome di Ricasoli indicandolo al Re come suo successore. Egli fu il primo della lunga serie di ex collaboratori di Cavour - Rattazzi, Farini, Minghetti, Lamarmora e Lanza - che si succedettero l'uno dopo l’altro alla Presidenza del Consiglio senza avere nessuno l'esperienza e l'abilità dell'artefice dell'unità d'Italia.

 Il 24 giugno 1861 Napoleone III riconobbe ufficialmente come "Re d'Italia" Vittorio Emanuele II, con il quale il sovrano francese aveva rotto le relazioni diplomatiche a seguito dell'occupazione delle Marche e dell'Umbria. A partire da questo momento tra il re d'Italia e l'Imperatore dei Francesi, si sviluppò un rapporto ambiguo e contraddittorio sulla "questione romana" destinato ad avere un primo sbocco nella "Convenzione di settembre", stipulata a Parigi il 15 settembre del 1864 tra l'Italia e la Francia 20. Con tale accordo l'Italia si impegnava a non attaccare lo Stato Pontificio e a trasferire la capitale del Regno da Torino a Firenze; la Francia si obbligava a ritirare gradualmente, ma entro lo spazio di due anni, le sue truppe da Roma. La diplomazia pontificia, tenuta all'oscuro delle trattative, era persuasa, come tutti, che Firenze costituisse solo una tappa verso la conquista di Roma. «Chi volesse definire quella Convenzione - scrive la "Civiltà Cattolica" ­non potrebbe dirla meglio, che Negotium perambulans in tenebris. Nelle tenebre fu concepito e nelle tenebre che proceda» 21.

 Il 22 ottobre 1865 si votò per la prima volta in Italia dopo la morte di Cavour. Su venti milioni di abitanti che comprendeva il Regno da poco unito, senza Roma e Venezia, solo 504.263 erano i cittadini aventi diritto al voto, in base ai requisiti richiesti di istruzione e di censo, e solo 271.923 gli italiani che concretamente lo espressero recandosi alle urne. Firenze è da pochi mesi la nuova capitale del Regno unitario.

 Nel 1866 il Regno d'Italia, raggiunse frattanto la sua altra meta: l'annessione di Venezia e del Veneto in seguito alla guerra austro-prussiana. Il governo austriaco si disse disposto a cedere Venezia e il Veneto a Vittorio Emanuele attraverso Napoleone III, purché l'Italia rimanesse neutrale. Il governo italiano, mosso dall'avversione antiaustriaca e dal desiderio di mostrare sul campo le proprie qualità belliche, rifiutò però l'offerta e il 20 giugno 1866, sotto la guida di Ricasoli, dichiarò guerra all'Austria. Mentre l'esercito prussiano passava di vittoria in vittoria, quello italiano, guidato dai generali Lamarmora e Cialdini, venne disfatto per terra a Custoza, il 24 giugno, e sul mare, a Lissa, il 20 luglio. Sconfitta sul campo, l'Italia ottenne una vittoria umiliante, accettando di ricevere il Veneto dall'Austria per le mani di Napoleone. La prima guerra nazionale del nuovo Regno d'Italia, da tutti invocata, lasciò uno strascico profondo di amarezze e di delusione.

 In quella stessa estate del 1866, nei mesi di luglio e agosto viene approvata dalla Camera e dal Senato la legge per la soppressione degli enti ecclesiastici e la liquidazione dell'asse ecclesiastico, che sopprime venticinquemila enti devolvendone i beni al pubblico demanio e successivamente li mette all'asta in tutta Italia, avvantaggiando la nuova borghesia che se li accaparra a un prezzo inferiore al loro reale valore. Tale legge non solo attenta gravemente alla libertà della Chiesa italiana, ma ha drammatiche ripercussioni sociali, perché i cittadini perdono i diritti fino allora goduti nelle terre di proprietà ecclesiastica, a tutto vantaggio della nuova borghesia liberale 22.

 Nel giugno del 1867, la Costituente massonica riunita a Napoli riacclama Garibaldi Primo Massone d'Italia e Gran Maestro Onorario. Il Gran Maestro effettivo è per la seconda volta Filippo Cordova 23 che, nel nuovo governo, guidato da Urbano Rattazzi, ricopre la carica di ministro di Grazia e Giustizia e Culto.

 Alla fine di settembre del 1867, scoppiano nello Stato Pontificio una serie di moti che si propongono di fare cadere il governo dall'interno di Roma, mentre Garibaldi avrebbe dovuto invaderla dall'esterno. Pio IX prevedendo gli avvenimenti non è rimasto inattivo. Nel 1865, egli ha nominato Pro-Ministro delle Armi, in sostituzione di mons. de Mérode, il generale Ermanno Kanzler 24 ufficiale con un brillante passato militare, stimato e benvoluto dai suoi soldati 25. In breve tempo viene riorganizzato un piccolo esercito sovranazionale di circa 13000 uomini che non ha niente da invidiare a qualsiasi esercito dell'epoca per armamento e spirito bellico 26. Tutto l'esercito viene diviso in due brigate: una sotto il comando del generale Raffaello de Courten, l'altra del generale marchese Zappi.

 Gli episodi più drammatici avvengono il 22 ottobre nella Caserma Serristori degli zuavi a Borgo Santo Spirito, dove due terroristi, Gaetano Tognetti e Giuseppe Monti, fanno saltare un'intera ala dell'edificio, provocando la morte di ventisette zuavi e di quattro civili 27; due giorni dopo a Villa Glori, alle porte di Roma, dove una colonna di circa ottanta uomini guidata dai fratelli Giovanni ed Enrico Cairoli viene sgominata dalle truppe pontificie dopo una violenta mischia; il 25 ottobre a Trastevere, dove la Casa Aiani, trasformata in fortezza, viene espugnata nonostante l'accanita resistenza dei difensori incitati dalla popolana Giuditta Taiani-Arquati, che muore, assieme a un figlioletto, con la rivoltella in pugno.

 Se la sollevazione romana fallisce, ciò è dovuto anche alla grande popolarità di Pio IX. «Verso sera - ricorda uno dei congiurati, Vittorio Ferrari - proprio nell'ora in cui il corso di Roma è più animato, lo spettacolo che si offriva al passaggio della berlina papale era quello di un'onda marina procedente e maestosa. Tutta la gente sostava e si sistemava a terra di mano in mano che la carrozza procedeva. E così via fino a Porta del Popolo. Noi ci fissammo in viso l'un l'altro come estatici a quello spettacolo: quando rinvenimmo dallo stupore, ci domandammo: "Che siamo venuti a fare noi?"» 28.

 Negli stessi giorni Garibaldi invade lo Stato Pontificio per rovesciare «il più schifoso dei governi» 29, «il governo di Satana» 30, e alla testa di circa undicimila uomini riesce ad entrare a Monterotondo, dove i suoi soldati si danno ad azioni vandaliche. All'alba del 3 novembre il generale Kanzler lo affronta a Mentana 31. Il combattimento, durissimo, si conclude nel pomeriggio, con un decisivo attacco alla baionetta dei pontifici che vincono lasciando trenta morti e centotré feriti sul campo, contro circa un migliaio, tra morti, feriti e prigionieri dei seguaci di Garibaldi. Le accoglienze ai soldati pontifici furono trionfali, ma nei solenni funerali per i caduti celebrati alla Sistina, Pio IX pianse a lungo e non riuscì a terminare le preghiere 32. «Ben diversamente dal 16 novembre 1848 - osserva Martina - la rivoluzione era fermata: fermata, non vinta» 33.

 Henry d'Ideville, il diplomatico francese che a Torino era stato affascinato da Cavour, traccia in questi giorni un amaro quadro dei primi frutti dell'unificazione italiana: «L'unità italiana ha generato il garibaldinismo, la guerra contro la religione, il prestito forzoso, l'imposta sul reddito accompagnata dalle più pesanti tasse dirette e indirette: questa unità condannò fatalmente il paese alla bancarotta, all'irreligione e al disordine sotto l’una o l’altra forma» 34.

 Una confederazione che restituisca ai Borboni il trono di Napoli, la Toscana al Granduca, Parma e Modena ai loro duchi e rimandi Vittorio Emanuele a Torino «con la Lombardia e il Veneto come premio di consolazione» 35, è per il conte d'Ideville e per molti conservatori la soluzione più saggia. «La confederazione - egli scrive - sarebbe la soluzione conservatrice della questione italiana e credo non vi sia un italiano amante del paese e della religione che non desideri questa soluzione» 36

Roberto De Mattei


PER IL CLERO: AIUTAMI A RIMANERE FEDELE ALLA TUA SANTISSIMA PAROLA

 


Nessuno può affrontare un momento di dolore nella disperazione. Quanto più ti disperi, più il dolore aumenta; quanto più sei in pace, più Dio ti dà forza per superare questo momento.

Madre della Pietà a Piedade dos Gerais (MG – Brasile)


 02.05.2021

Cari figli,
desidero accogliere tutti i figli nel mio Cuore, consegnarli al Cuore di Gesù, soprattutto quelli che oggi sono venuti qui a fare una richiesta speciale a Dio: guarigione, liberazione, forza, coraggio, fede e speranza. Perché Dio è la luce che illumina tutti i cuori.

In questo momento manca all’uomo la speranza, manca l’unione. Quanto il demonio ha diviso l’umanità nel momento in cui dovrebbe essere più unita! Perché adesso è l’ora della giustizia di Dio, è il tempo della giustizia di Dio, e quanto prima l’uomo tornerà al Cuore di Dio, più sarà felice. Più raccoglierà gloria, ricchezze, prodigi, perché la nostra speranza è il Signore, Colui che ha creato il cielo e la terra, Colui che ci ha fatti a sua immagine e somiglianza, Colui che ci ha dato la salvezza, Colui che è il nostro Salvatore, Colui che è la nostra Resurrezione. E oggi è la fonte della Misericordia per questo mondo che vive lacrime di dolore.

Allora la nostra fiducia oggi è il Signore. Felice l’uomo che è preparato per incontrare Dio. Felice l’anima che ha sete della giustizia divina. Felice il popolo, l’umanità, la nazione, che piega le ginocchia davanti al Signore, perché oggi la battaglia è grande e non diminuirà, sarà ogni giorno più intensa. Ogni giorno di più hai bisogno di essere umile, di avere unione, di vivere la fraternità, di tendere la mano, anche se in modo spirituale. Non permettere che il male vinca. Siamo nel tempo di vincere il male, tempo di costruire, tempo di edificare la vita sulla grazia di Dio.

Ed è per questo che vi chiamo al cammino del perdono, al cammino dell’obbedienza, a seguire le orme di Gesù, a immergervi in questo oceano di misericordia, a stare nelle profondità di questo Cuore Misericordioso, a chiedere perdono a Dio. Perché il demonio vuole causare nel mondo una grande divisione, mentre Dio vuole l’unione dei popoli, vuole l’unità, la fraternità. Come salvare le anime? Come lottare per salvare il mondo da questa valle di dolore, di lacrime, di tristezza? L’umanità sta vivendo un tempo di sofferenza non solo nella carne, ma anche nell’anima, e una sofferenza anche temporale. Stiamo vedendo nitidamente la tristezza dell’uomo, il riflesso di questa tristezza. E questo avviene per mancanza di preparazione. Infatti, quando sei preparato, per quanto grande sia la tua battaglia, vinci con l’amore.

Oggi mentre guardavo verso mio Figlio amato, Gesù, gli ho chiesto più amore nel mondo, più amore nel cuore degli uomini. Perché senza amore l’umanità non vincerà l’epidemia, non vincerà questa sofferenza, non vincerà questa pandemia. È necessario amare di più, approfittare di questo tempo per pensare di più a Dio e riflettere sul fatto che oggi sei qui ma domani è un nuovo giorno. Non appartiene all’uomo conoscere il suo domani e nemmeno quanto avverrà nelle prossime ore, questo pomeriggio o questa sera. La tua vita è unicamente nelle mani del Signore: tutta la tua vita, tutta la tua missione, tutto il tuo cammino.

Quest’anno è un anno di preghiera, un anno di supplica: supplica a San Giuseppe, supplica allo Spirito Santo. L’umanità oggi perisce sotto il dolore delle tenebre in un anno in cui dovreste dire: “Vieni, Spirito Santo!”. L’umanità non ha la sapienza, non ha la scienza, non ha l’intelligenza dello Spirito Santo. È diversa dall’intelligenza della conoscenza umana, è un’intelligenza che ci fa avere pietà, essere umili, comprendere, vedere al di là degli occhi della materia. Perché se oggi guardi con gli occhi della materia, la tua vita si ridurrà a giudizi. Perché il mondo si trova completamente sulla via sbagliata. L’umanità oggi cammina nel dolore, tra le spine. Dovrebbe essere diverso! L’umanità dovrebbe seguire le orme di Gesù, ma gli uomini non vogliono seguire queste orme, solo pochi le stanno seguendo.

Quando parlo dell’umanità mi riferisco al mondo, a tutti i cuori di questa terra. E dove l’umanità sta dando la sua testimonianza di fede in un momento in cui il mondo ha la necessità di vedere Dio anche nella difficoltà, anche nella sofferenza? L’umanità che si attaccava interamente alla materia, oggi ha bisogno di incontrare Dio per trovare realmente la pace.

San Giuseppe è colui che vi aiuterà. Egli è stato forte nei momenti difficili e in questo momento difficile che attraverserete e che state attraversando San Giuseppe vi porterà molta forza, molta sapienza, molta pazienza. Perché per affrontare i momenti di dolore è necessario anche essere pazienti. Nessuno può affrontare un momento di dolore nella disperazione. Quanto più ti disperi, più il dolore aumenta; quanto più sei in pace, più Dio ti dà forza per superare questo momento. E l’umanità ha bisogno di scoprire questa pace.

Sto dicendo al mondo, qui in questa Valle dedicata alla misericordia del mio Figlio amato, Gesù, che avete bisogno di avere questa soavità nell’anima, questa pace spirituale. Non permettete che il demonio faccia di questo mondo un mondo di divisioni. È necessario essere persone forti, persone che costruiscono veramente la pace. Il mondo oggi invoca questa pace.

Gesù ha detto che è il tempo della giustizia, e io sento nel mio cuore che l’umanità non sa ancora cosa significa questa parola, perché se lo sapesse cambierebbe le sue azioni. Sento che l’umanità non ha la consapevolezza, non ha la sapienza per comprendere queste parole: il tempo della giustizia di Dio.

Oggi parlo come una Madre che si avvicina al figlio, che lo abbraccia nel momento in cui il figlio ha bisogno di un abbraccio, lo guarda e gli dice: “Figlio, stai attento a quello che fai, ai tuoi atti, ai tuoi pensieri, alle tue opere, alle tue azioni. Sii più umile, ascolta di più la parola del Signore, ricolmati dello Spirito Santo di Dio, sii più sereno, vivi la serenità di Cristo, la grandiosa bontà di Cristo”. Perché passerete per questo tempo di giustizia e nessuno potrà fuggire da questa giustizia. Questa giustizia è come se tu semini delle piante nel tuo giardino e vuoi che fioriscano senza che tu te ne prenda cura. Daranno solo spine. In questo tempo della giustizia, se non ti prenderai cura del tuo cuore, della tua anima, del tuo cammino spirituale con Gesù, con il Cielo, non raccoglierai cose belle, ma cose tristi.

Allora è tempo di avere zelo per l’anima, per il cuore. L’umanità oggi vive una paura terribile, ma ha dimenticato di prepararsi per vincere questa paura terribile. L’umanità ha tanta paura del distacco, dell’addio, della perdita, perché l’umanità non si prepara per incontrare Dio, è come se l’uomo vivesse sulla terra solo per la terra, dimenticando che questa terra è così passeggera e che ogni giorno deve avvicinarsi di più a Dio.

Allora la giustizia di Dio ci avvicina a Dio. E non dobbiamo avere paura di questo tempo. Avremo bisogno di questo tempo per respirare un cielo di luce, una terra di speranza. Dove va l’uomo che non pensa più all’amore per la famiglia, all’amore per la missione, all’amore per Cristo, all’amore per la Parola, all’amore per la preghiera? È così bello quando preghi. La tua vita si riempie di pace, il tuo cuore si riempie di pace. Per vincere qualsiasi trappola di questa terra, la tua forza è la preghiera. Quando prendi il tuo santo rosario e preghi, vinci la peggiore delle peggiori tempeste, il peggiore dei peggiori nemici, che è il demonio. Getti il demonio a terra.

Se l’umanità cercasse la vita di preghiera, la vita di accoglienza della Parola, di adorazione a Gesù, il mondo non starebbe attraversando questa tempesta, il mondo sarebbe già nella pace della brezza leggera, della soavità di Cristo. Il mondo oggi vive tempeste, confusioni, tristezze profonde, tribolazioni infinite, perché non ha questa vita di preghiera, questo incontro con Dio.

Quando incontrerai Dio sentirai fortemente il tuo cuore ardere d’amore e dirai con forza: “Dio mi basta! Solo Dio”. Ti sentirai pieno. Per quanto i tuoi sogni esistano, Dio sarà sempre al primo posto. La tua vita sarà guidata da Lui: il tuo lavoro, la tua famiglia, la tua casa, il Brasile, l’umanità, tutti i paesi del mondo. Quando incontrerai veramente Dio, incontrerai realmente ciò di cui hai bisogno, quello che spesso cerchi e non trovi nella bellezza che gli occhi vedono, che le mani toccano, che puoi sentire. Quando incontri Dio veramente, il tuo cuore si riempie di pace. È questo che voglio augurare a voi oggi: questa pace, questa pace che è Dio. Che questa pace entri nei vostri cuori, entri nella vostra casa, entri nella vostra vita.

Voi che desiderate consacrarvi all’amore infinito, a Gesù, attraverso il mio Cuore Immacolato: siate più semplici, siate più leggeri, siate più soavi. Vinci queste tempeste del demonio, che cerca di tormentare i tuoi pensieri con i pensieri cattivi, con i giudizi. Spesso vicino a te c’è qualcuno che tu giudichi così male: ama di più! Fai come ha fatto Gesù: ama di più! Ascolta di più il Cielo. Vivete di più questo Cielo, figli. Sento che questo è il momento più bello che avete bisogno di vivere, perché è il momento in cui la presenza di Dio è più vicina a noi. È nei momenti difficili della vita che Gesù ci ha fatto la bella promessa di prenderci in braccio. E oggi puoi sentirti preso in braccio da Gesù. Quindi non abbiate paura, abbiate fede! Vincerete! La sofferenza sarà ogni giorno più grande, le onde saranno sempre più grandi, ma Dio sarà la tua pace. E questo ti basta, figlio.

Con grande affetto nel mio Cuore di Madre, in questo momento voglio darvi la mia benedizione.

in questo momento la Madonna benedice tutti

Cari figli,
vi ho dato la mia benedizione con grande affetto. Questa benedizione è stata specialmente per tutti i figli qui presenti, per quelli che non sono presenti ma il cui cuore è qui, vicino al mio Cuore e vicino al Cuore di Gesù.

Chiediamo a Gesù questa pace, Egli è la nostra pace. Chiediamo per tutti i malati, quelli che hanno bisogno di forza per vincere le malattie del corpo, dell’anima, del cuore. Per la guarigione delle famiglie, per la guarigione della tua famiglia, per tutta la Santa Chiesa, per tutte le comunità, soprattutto per questa fraternità. Oggi Gesù ci parla dell’unione. Gesù ci vuole uniti. Quanto più uniti saremo, più avremo forza per vincere il male. Non dimenticate mai queste parole della Madre del Cielo: quanto più uniti sarete, più sarete vittoriosi. Questa è la grande volontà di Dio: l’unione di tutta l’umanità.

Ho chiesto a Gesù di benedire questi fiori per la guarigione e la liberazione dei malati nel corpo e nell’anima. Soprattutto per voi che state chiedendo la guarigione dai vizi, dalle cattiverie, dai pensieri cattivi, dalle tribolazioni interiori. Che Gesù possa guarirti, liberarti, esorcizzarti, darti forza per vincere veramente la grande battaglia.

La benedizione di oggi è anche in modo molto speciale per coloro che compiono gli anni: sono tanti i figli che hanno fatto un atto di ringraziamento a Dio per il dono della vita, che sono molto grati a Dio per la vita. Sono figli molto speciali.

La benedizione di oggi comprende anche in modo speciale le comunità, i cuori che si sentono pieni di dolore, di nostalgia per coloro che sono stati così speciali, soprattutto per il sacerdote che percorre un cammino di amore e viene così presto portato da Gesù nel Regno dei Cieli. Che Gesù porti speranza a questi cuori e dia loro la certezza che tutto è del Padre. Quando dubiti che Dio sia con te davanti a una perdita dolorosa, pensa alle parole della Madre della Pietà: tutto è del Padre. Tu che sei qui, sei del Padre. Per questo devi essere preparato.

È arrivato il tempo della giustizia. Devi prepararti. Nessuno può dire: io sarò qui domani. Vivi il tuo oggi. Vivi bene, ama di più, ama di più la tua comunità. Comunità significa comunione con Gesù e con i fratelli, fraternità, cuori uniti alla famiglia maggiore che è Dio Padre, Dio Figlio e Dio Spirito Santo. Tutta la famiglia divina, tutta famiglia del Cielo, tutta la famiglia benedetta da Dio in questa terra così bella, che Egli chiama il suo giardino. La famiglia è il giardino di Dio.

Allora vivi di più l’unione. Per quanto pensi di avere ragione, figlio, un’anima che non vive l’unione non vive felice. Figli, siate uniti! Il demonio vuole dividervi! Il mondo, la terra, l’umanità, i popoli, devono ascoltare le parole che Gesù rivolge al mondo, la sua misericordia e la fraternità, l’unione.

E vi faccio un appello: Dio non vuole quantità, vuole qualità. Mettete più amore in quello che fate. È questo che renderà questo mondo un mondo santo e salvo. È questo che vi darà la vittoria. La vittoria perché arriverà molta sofferenza e voi dovete essere saldi e forti per vincere. Per questo voglio lasciare qui il mio Cuore di Madre. Perché sono con voi in questa lotta, questa lotta per il trionfo del mio Cuore Immacolato. Rimanete tutti nella pace.

Ecco la Serva di Dio, Maria l’Immacolata Concezione. Il Signore mi chiama.

 



 

martedì 4 maggio 2021

PARADISO



 Non ci sarà più la morte. Nessuna malattia, nessun peccato nel Nuovo Paradiso. 

Mia amata figlia prediletta, non devi mai dimenticare che, nonostante i Miei severi ammonimenti per l‟umanità, tengo un amore molto speciale nel Mio cuore per tutti i Miei figli. 

È necessario purificare la terra ora poiché se dovessi tornare adesso, non sarebbe appropriato per Me camminare su di essa. 

Quando l‟umanità sarà stata purificata, rimarranno solo quelli con amore per Me e per il Mio Padre Eterno. 

La Mia generazione eletta sarà con Me per l‟eternità. Questo paradiso offrirà  1000 anni di pace, amore e armonia. 

Dopo questo periodo, avrà luogo la seconda resurrezione dei morti. 

Solo allora la vita eterna potrà essere offerta a tutte le anime con la luce di Dio che splenderà attraverso di loro. 

Perché esiti figlia Mia, non lo sai che queste profezie sono state predette? 

Che nessuno uomo fraintenda. A Voi, figli di questa generazione, sarà dato il dono di vivere nel Paradiso, ancora più bello di quello preparato per Adamo ed Eva. 

L‟età sarà inesistente poiché gli uomini vivranno in pace con le famiglie per generazioni. 

Tanto amore e la gioia saranno un evento quotidiano. Infine, vi sarà concessa vera pace duratura nelle vostre anime. 

Perché questo non dovrebbe essere possibile? Questa è la terra che è stata prevista da Mio Padre, la cui Volontà Divina, sarà finalmente realizzata sulla terra come in cielo. 

Rallegratevi tutti voi. Il nuovo paradiso deve essere accolto con entusiasmo e pregustazione. 

Non ci sarà più la morte. Nessuna malattia. Nessun peccato. Vi sarà dato il dono della felicità eterna. 

Pregate per coloro che, a causa del peccato e della disobbedienza, perderanno ogni diritto alla loro legittima eredità che è stata prevista dal Mio Padre Eterno fin dall‟inizio dei tempi. 

Il vostro amato Gesù. 

24 Febbraio 2012



La preghiera elevata a Dio in comunione diviene esaudimento. Le vie dell’esaudimento solo il Signore le conosce. Esse sono sempre misteriose.

 


LIBRO DEL PROFETA DANIELE 

9 Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo: 

La preghiera di Daniele e dei suoi compagni viene esaudita. Daniele, in una visione notturna, riceve la rivelazione del sogno che turbava il re. 

Allora il mistero fu svelato a Daniele in una visione notturna; perciò Daniele benedisse il Dio del cielo…. La fede diviene preghiera nella comunione. 

La preghiera elevata a Dio in comunione diviene esaudimento. Le vie dell’esaudimento solo il Signore le conosce. Esse sono sempre misteriose. 

A Daniele il Signore rivela il mistero attraverso una visione notturna. Daniele in questa visione vive lo stesso sogno vissuto dal re. 

È questa la differenza tra un mago, un indovino, tutti i maghi e tutti gli indovini e Daniele. I maghi confidano in se stessi. Daniele confida nel Signore. 

I maghi vivono di pura immanenza. Daniele vive di altissima trascendenza. I maghi sono dèi essi stessi, perché tali si pensano. Daniele è da Dio sempre. 

Daniele sa che tutto deve venire dal suo Dio. Perché tutto venga dal suo Dio, tutto al suo Dio deve essere chiesto con preghiera umile e fiduciosa. 

Daniele è umile nella sua preghiera. Sa che lui poco può dinanzi al suo Dio e chiede forza ai suoi compagni. Di questa umiltà il Signore si compiace. 

L’umiltà ci rivela la nostra pochezza, ci fa anche avere una grande stima negli altri. Li pensiamo superiori a noi nell’intercessione e nelle virtù. 

Questo principio è rivelato dallo Spirito Santo a Paolo e Paolo lo rivela a noi nella Lettera ai Filippesi. È divinamente bello pensare l’altro sopra di noi.

Se dunque c’è qualche consolazione in Cristo, se c’è qualche conforto, frutto della carità, se c’è qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con un medesimo sentire e con la stessa carità, rimanendo unanimi e concordi. Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri. 

Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio  l’essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini. Dall’aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò il nome che è al di sopra di ogni nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra, e ogni lingua proclami: «Gesù Cristo è Signore!», a gloria di Dio Padre. 

Quindi, miei cari, voi che siete stati sempre obbedienti, non solo quando ero presente ma molto più ora che sono lontano, dedicatevi alla vostra salvezza con rispetto e timore. È Dio infatti che suscita in voi il volere e l’operare secondo il suo disegno d’amore. Fate tutto senza mormorare e senza esitare, per essere irreprensibili e puri, figli di Dio innocenti in mezzo a una generazione malvagia e perversa. In mezzo a loro voi risplendete come astri nel mondo, tenendo salda la parola di vita. Così nel giorno di Cristo io potrò vantarmi di non aver corso invano, né invano aver faticato. Ma, anche se io devo essere versato sul sacrificio e sull’offerta della vostra fede, sono contento e ne godo con tutti voi. Allo stesso modo anche voi godetene e rallegratevi con me. 

Spero nel Signore Gesù di mandarvi presto Timòteo, per essere anch’io confortato nel ricevere vostre notizie. Infatti, non ho nessuno che condivida come lui i miei sentimenti e prenda sinceramente a cuore ciò che vi riguarda: tutti in realtà cercano i propri interessi, non quelli di Gesù Cristo. Voi conoscete la buona prova da lui data, poiché ha servito il Vangelo insieme con me, come un figlio con il padre. Spero quindi di mandarvelo presto, appena avrò visto chiaro nella mia situazione. Ma ho la convinzione nel Signore che presto verrò anch’io di persona (Fil 2,1-24). 

MOVIMENTO APOSTOLICO CATECHESI 

DIAMO PERDONO A TUTTI

 


Gesù, ora voglio dare il mio perdono a tutti. Ripenso alle varie persone e al male che  mi hanno fatto e dico a ciascuna di loro: ti perdono di cuore. Anche tu, Signore, dona  il tuo perdono divino. D'ora in poi tienici tutti uniti nel tuo amore e nell'amore  vicendevole.  

Gesù, perdono mia madre per tutte le volte che non mi ha dato amore, comprensione,  aiuto, che si è arrabbiata e mi ha punito, che mi ha rinfacciato quanto le sono costato  e ha sofferto per me.  

Mamma, ti perdono.  

Signore, perdonala.  

Gesù, perdono mio padre per tutte le volte che non mi ha dato affetto, attenzione,  aiuto, che si è arrabbiato e mi ha severamente punito, che non mi ha dato buon  esempio.  

Papà, ti perdono.  

Signore, perdonalo.  

Gesù, perdono i miei fratelli e le mie sorelle per tutte le volte che mi hanno  trascurato, allontanato, odiato e resa difficile la vita.  

Fratelli e sorelle, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono mio marito (mia moglie) per ogni mancanza di amore, di attenzione,  di rispetto, per le sue parole e i suoi comportamenti che mi hanno umiliato e ferito.  

Marito (moglie), ti perdono.  

Signore, perdonalo (perdonala).  

Gesù, perdono i miei figli e le mie figlie per le loro mancanze di amore, rispetto,  aiuto, per i loro capricci, i loro vizi, le loro scelte sbagliate, per aver trascurato le mie  buone parole, i miei buoni esempi, per aver rovinato i miei beni.  

Figli e figlie, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono i miei familiari e parenti (nonni, zii, cugini, nipoti, suoceri, generi,  nuore, cognati) per le loro parole di critica, per le loro azioni che mi hanno recato  danno e hanno causato litigi e divisione nella famiglia.  

Parenti tutti, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono i miei insegnanti, perché non sono stati veri educatori, non mi hanno  capito e sostenuto, mi hanno trattato ingiustamente, giudicato incapace, preso in giro.  

Insegnanti, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono tutti i miei sacerdoti (parroci, religiosi, suore) per qualsiasi torto hanno  fatto a me e alla mia famiglia, per le loro chiusure e meschinità, per la loro mancanza  di zelo.  

Sacerdoti, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono i miei amici che mi hanno abbandonato e deluso, che non mi hanno  aiutato quando ne avevo bisogno, che hanno approfittato della mia amicizia e dei  miei beni. 

Amici, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono i miei vicini di casa per il chiasso che fanno, per il volume della  televisione troppo alto, per i loro cani che infastidiscono, per i loro pettegolezzi che  creano discordie nel vicinato, perché non mi rivolgono sempre il saluto e la parola.  

Vicini di casa, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono i miei colleghi di lavoro che mi criticano, mi mettono in cattiva luce,  mi rendono la vita difficile. Perdono il datore di lavoro per la mancanza di rispetto,  perché non apprezza le mie capacità, non fa sempre le cose giuste.  

Colleghi e datore di lavoro, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, perdono tutti i professionisti che in qualche modo mi hanno leso: dottori,  avvocati, giudici, uomini politici, poliziotti e tutti coloro che, per idee diverse dalle  mie mi hanno accusato, ridicolizzato, discriminato, danneggiato economicamente e  spiritualmente.  

Professionisti e altri, vi perdono.  

Signore, perdonali.  

Gesù, infine perdono la persona che mi ha offeso più di tutti e mi ha offeso tanto. Mi  torna spesso in mente. Ho detto dentro di me che non l'avrei mai perdonata, che mi  costa moltissimo perdonarla. Ma ora accolgo la tua grazia e la perdono.  

..., ti perdono.  

Signore, perdonala.  

La guerra che stavate vivendo in silenzio è diventata pubblica con questa pestilenza e l'uso delle armi, a causa dell'arroganza di coloro che desiderano dare prova del loro potere, è prossimo per questa generazione.

 


MESSAGGIO DI SAN MICHELE ARCANGELO
A LUZ DE MARIA

3 MAGGIO 2021


Ricevete la benedizione proveniente dalla Casa Paterna.


VOI SIETE PERSONE RICOLMATE DELLA MISERICORDIA DIVINA, CHE NON VI ABBANDONA.


State andando rapidamente incontro a quello che molti di voi hanno atteso per anni. CHIEDETE ALLA TRINITÀ SACROSANTA E ALLA NOSTRA REGINA E MADRE L'AIUTO, L'ASSISTENZA CONTINUA, AFFINCHÉ NON DISERTIATE ALL'ULTIMO MOMENTO.

 

Brandite la difesa spirituale, affinché le tentazioni innescate da un'apparente cessazione della pandemia non vi portino a cadere preda delle azioni empie di coloro che vogliono sterminare parte della popolazione mondiale.

Queste cose erano già state annunciate...

Gli eventi non daranno tregua e i paesi non potranno aiutarsi a vicenda con prontezza. State attenti.

Il fetore della terra sta salendo fino in Seno alla Trinità e i Cori Angelici alzano la voce:

 

“SANTO, SANTO, SANTO IL SIGNORE DIO DEGLI ESERCITI”

 

Gli esseri umani si sono allontanati dai loro doveri di figli del Nostro Signore e Re, Gesù Cristo.


L’indifferenza e la mancanza di rispetto nei confronti della Nostra Regina e Madre è un gravissimo peccato di questa generazione, sulla quale sta ricadendo il disprezzo che ha verso le cose Divine.

 

L'esecuzione dei piani di sterminio del male non si farà attendere.
La guerra che stavate vivendo in silenzio è diventata pubblica con questa pestilenza e l'uso delle armi, a causa dell'arroganza di coloro che desiderano dare prova del loro potere, è prossimo per questa generazione.

Ci sarà un'infestazione di malattie nelle piantagioni di alimenti e di conseguenza lo spettro della carestia avanzerà sulla Terra. Non dimenticate di preparare l’uva benedetta (1), ma vi avverto che è necessaria la Fede.

 

Popolo di Dio, vi invito a pregare per il Cile e per la Bolivia, faranno notizia.

 

Popolo di Dio, pregate, pregate per Porto Rico e per l’America Centrale, tremeranno.

 

Popolo di Dio, in seno alla Chiesa di Cristo è penetrata la confusione, l'istituzione continuerà a vacillare.

 

Popolo di Dio, pregate per l'India e non dimenticate di pregare per l'Argentina, il pericolo è in agguato.

 

Popolo di Dio, pregate per l'Italia, subirà il terrorismo.


Popolo del Nostro Signore e Re Gesù Cristo:

 

A causa della malattia del corpo e dello spirito, ci sarà il caos, voi avete dimenticato il lievito della vita: l’amore.


ESAMINATEVI, È URGENTE CHE OGNUNO SI GUARDI DENTRO, NON È UN GIOCO, FACENDOLO DECIDERETE PER LA CONVERSIONE E LA SALVEZZA, OPPURE DI CONTINUARE AD INGANNARE VOI STESSI E ARRIVARE A PERDERE L'ANIMA.


Siate onesti con voi stessi. IN QUESTO MOMENTO NON POTETE ESSERE GLI STESSI IRRESPONSABILI SPIRITUALI DI IERI, È URGENTE CHE VI DECIDIATE AL CAMBIAMENTO INTERIORE, SUBITO!

 

La Terra invecchiata tremerà con forza, come chi ci mette tutte le proprie forze per non soccombere.

 

Grandi città che hanno accolto il libero arbitrio sfrenato della creatura umana, saranno scosse con forza.

 

Non stancatevi di sperare, preparatevi, perché l'arduo lavoro dell'anima, le sofferenze, la carestia, unite alla caduta dell'economia mondiale, porteranno questa generazione alla Purificazione Totale.

 

DEDICATE QUESTO MESE SPECIALE ALLA NOSTRA REGINA E MADRE. QUESTO MESE RENDETE L'AMORE CHE MERITA ALLA MADRE DEL NOSTRO RE E SIGNORE GESÙ CRISTO.

 

Pregate e praticate la preghiera. La Madonna intercederà, offritele in modo speciale questo mese e siate costanti per il resto della vostra vita.

 

In Cielo ed in terra sia per sempre adorato il Santissimo Sacramento dell’altare.

 

Vi benedico.

 

San Michele Arcangelo

 

AVE MARIA PURISSIMA CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA CONCEPITA SENZA PECCATO

 

  1. Sull’uva benedetta, leggere…  

 

 

COMMENTO DI LUZ DE MARIA

 

Fratelli:

 

San Michele Arcangelo mi ha detto quanto segue:

 

“L’umanità si trova nel caos spirituale, la confusione non abbandonerà le persone, ma rimarranno nell’incertezza favorita dalla Chiesa stessa.

 

La realtà sarà dura e imprevedibile per gli uomini. In alcuni paesi ci saranno sollevamenti sociali che renderanno ancora più dura la sofferenza attuale. 

 

Figlia, sollecita i tuoi fratelli perché, senza dimenticare di offrire questo mese alla Nostra Regina e Madre, ricorrano alla Sua amorevole e misericordiosa intercessione, affinché ogni singola persona si renda conto del momento che stiamo vivendo.”

 

Amen.

ESERCIZIO DI PERFEZIONE E DI VIRTÙ CRISTIANE

 


Che è gran segno di essere in grazia di Dio il vivere con desiderio d'andar crescendo e facendo progresso nella perfezione. 


2. Timore del contrario, mitigato da questo desiderio.  

2. Diceva il glorioso S. Bernardo, che tremava e se gli drizzavano per l'orrore i capelli quando considerava quello che dice lo Spirito Santo per mezzo del Savio: «Non sa l'uomo se sia degno di amore o di odio» (Qo9, 9). «È terribile, esclama il Santo, questo passo e privo di ogni tranquillità. Inorridii tutto ogni qual volta mi sentii portato ad esso, replicando tra me e me con tremore quella sentenza: Chi lo sa se è degno di amore o di odio?» (Ser. 23 in cant.). Or se questa considerazione, di non saper noi se stiamo in grazia o in disgrazia di Dio, faceva tremare gli uomini santi, che erano colonne della Chiesa, che farà in noi altri, i quali, per molti motivi che ne abbiamo dati, «abbiamo in noi stessi avviso di morte?» (2Cor 1, 9). Io so per cosa certa che ho offeso Dio; ma non so con certezza se egli mi abbia perdonato: e chi non tremerebbe a questa considerazione? Oh quanto stimerebbe uno l'aver qualche pegno o sicurezza in una cosa, che tanto gl'importa! Oh s'io sapessi che il Signore mi ha perdonato i miei peccati! Oh s'io sapessi che sto in grazia di Dio! Or quantunque sia vero, che in questa vita non possiamo aver certezza infallibile di stare in grazia e amicizia di Dio, senza sua particolare rivelazione; possiamo nondimeno averne alcune congetture, le quali ce ne danno qualche probabilità morale: ed una di esse, e molto principale, si è l'aver uno questa fame e questo desiderio di profittare e d'andar ogni giorno crescendo più in virtù e perfezione. Onde questa cosa sola ci dovrebbe bastare per star sempre con questo desiderio; cioè l'avere un pegno ed una testimonianza così grande di stare in grazia ed amicizia di Dio, che è una delle maggiori consolazioni e contentezze, o la maggiore assolutamente che possiamo avere in questa vita. 

ALFONSO RODRIGUEZ

DEL MODO DI LAVORARE


 REGOLE ED ESORTAZIONI

              1 Quei frati ai quali il Signore ha concesso la grazia di lavorare, lavorino con fedeltà e con devozione 2 così che, allontanato l’ozio, nemico dell’anima, non spengano lo spirito della santa orazione e devozione, al quale devono servire tutte le altre cose temporali. 3 Come ricompensa del lavoro ricevano le cose necessarie al corpo, per sé e per i loro fratelli, eccetto denari o pecunia, 4 e questo umilmente, come conviene a servi di Dio e a seguaci della santissima povertà.

S. Francesco d’Assisi


LA PREGHIERA A DIO PADRE PER ACCETTARE LA SUA VOLONTA DIVINA