giovedì 6 maggio 2021
Padre, li amo come loro amano Me, sono il nuovo popolo che ho scelto per Te, ho fiducia in loro. Dai loro, Padre, la Tua Benedizione, muovili alla perfezione.
1962 Rivoluzione nella Chiesa
Cronaca dell’occupazione neomodernista della Chiesa Cattolica
LA CONDANNA UFFICIALE DELLA “NUOVA TEOLOGIA”
Papa Pio XII condanna la “nouvelle théologie”
Il Cardinale Eugenio Pacelli, eletto Sommo Pontefice nel 1939 col nome di Pio XII, perfettamente consapevole delle conseguenze letali di una presa del potere nella Chiesa da parte dei nuovi teologi, dopo la sua elezione a Sommo Pontefice intervenne decisamente per condannare in nome della Chiesa la nouvelle théologie e i suoi propagatori.
Già in un discorso tenuto il 17 settembre 1946 al Capitolo Generale dei pp. Gesuiti, il Papa aveva messo in guardia i Padri capitolari contro una “nuova teologia, che si evolve insieme con l’evolversi continuo di tutte le cose, semper itura, numquam perventura”, “sempre in cammino (verso la verità) senza mai raggiungerla”, aggiungendo queste parole profetiche:
“Se una tale opinione dovesse essere abbracciata, che ne sarebbe mai dell’immutabilità dei dogmi, che ne sarebbe dell’unità e della stabilità della fede?”.1
Più o meno, lo stesso discorso rivolgerà poi anche ai Padri Domenicani, riuniti anch’essi in Capitolo Generale, riconfermando, come antidoto contro il nuovo modernismo, l’obbligo di non discostarsi dalla dottrina di San Tommaso d’Aquino, così come prescritto dal canone 1366 § 2 del Codice di Diritto Canonico.2
Gli effetti di questa denuncia furono però praticamente nulli, a riprova della profondità dell’infezione neomodernista nel mondo dell’intellighenzia cattolica, per cui il Papa decise di intervenire in maniera ufficiale e definitiva con la pubblicazione dell’Humani generis.3
In questa grande Enciclica, che può essere considerata il terzo Sillabo contro gli errori dell’epoca moderna (dopo il Sillabo con l’enciclica “Quanta cura” del Beato Pio IX, e dopo il Decreto “Lamentabili” con la “Pascendi” di San Pio X) il Papa condannava severamente “alcune false opinioni che minacciano di sovvertire le fondamenta della dottrina cattolica”,4 pur senza nominare esplicitamente e singolarmente i loro sostenitori.
La nouvelle théologie veniva condannata particolarmente nei seguenti errori:
a) Spirito antiscolastico e soggettivista
Contro gli attacchi verso la filosofia scolastica, mossi dal Blondel e dal De Lubac e compagni, che volevano sostituirla con le correnti filosofiche moderne e specialmente con la “nuova filosofia” immanentista e soggettivista blondeliana, il Sommo Pontefice ribadiva che la filosofia scolastica:
“é come un patrimonio ereditato dalle precedenti età cristiane e... possiede una più alta autorità, perché lo stesso Magistero della Chiesa ha messo al confronto con la verità rivelata i suoi princìpi e le sue principali asserzioni, messe in luce e fissate lentamente attraverso i tempi da uomini di grande ingegno”.
E continuava:
“Questa stessa filosofia, confermata e comunemente ammessa dalla Chiesa, difende il genuino valore della cognizione umana, gli incrollabili principi della metafisica... ed infine sostiene che si può raggiungere la verità certa ed immutabile”.5
Perciò, proseguiva:
“si può rafforzare la stessa filosofia con espressioni più efficaci, spogliarla di certi mezzi scolastici meno adatti, arricchirla anche... però, non si deve mai sovvertirla o contaminarla con falsi principi, né stimarla solo come un grande monumento, si, ma archeologico. La verità in ogni sua manifestazione filosofica non può essere soggetta a quotidiani mutamenti...”.6
E allora, aggiungeva il Papa,
“se si considera bene quanto sopra é stato esposto, facilmente apparirà chiaro il motivo per cui la Chiesa esige che i futuri sacerdoti siano istruiti nelle scienze filosofiche “secondo il metodo, la dottrina e i princìpi del Dottore Angelico (C.J.C. 1917, can.1366, 2) (...) La sua dottrina, poi, é molto efficace per mettere al sicuro i fondamenti della fede, come pure per cogliere con utilità e sicurezza i frutti di un sano progresso”.7
“Perciò, é quanto mai da deplorarsi che oggi la filosofia confermata ed ammessa dalla Chiesa sia oggetto di disprezzo da parte di certuni, talché essi con imprudenza la dichiarano antiquata per la forma e razionalistica per il processo di pensiero”.8
E concludeva:
“Sarebbe veramente inutile deplorare queste aberrazioni, se tutti, anche nel campo filosofico, fossero ossequienti con la debita venerazione verso il Magistero della Chiesa, che per istituzione divina ha la missione non solo di custodire e interpretare il deposito della Rivelazione, ma anche di vigilare sulle stesse scienze filosofiche, perché i dogmi cattolici non abbiano a ricevere alcun danno da opinioni non rette”.9
Purtroppo invece, sottolineava ancora,
“non mancano nemmeno oggi, come ai tempi apostolici, coloro che, amanti più del conveniente delle novità e timorosi di essere ritenuti ignoranti delle scoperte fatte dalla scienza in quest’epoca di progresso, cercano di sottrarsi alla direzione del Magistero e perciò sono nel pericolo di allontanarsi insensibilmente dalle verità rivelate e di trarre in errore anche gli altri”.10
***
Sac. Andrea Mancinella
ESISTENZA E NATURA DI DIO
Scopo e unità della « Summa Theologiae ». (I, qq. 1-13)
SCOPO E UNITA‘ DELLA SOMMA TEOLOGICA
1 — S. Tommaso ha voluto dare al trattato dell‘essenza di Dio, ovvero al De Deo Uno come dicono i moderni, una posizione di preminenza nel piano generale della Somma Teologica. Essendosi proposto, come si esprime nel Prologo, «di esporre la dottrina sacra con la maggior brevità e chiarezza consentita da tale materia », « nel modo più confacente alla formazione dei principianti », egli decise di ridurre a stretta unità questa dottrina, collegandola, secondo un intrinseco ordine, a un principio supremo, che gli permettesse di renderla nella sua integrità più accessibile alla ragione, o nello stesso tempo di evitare tutti gli inconvenienti di lungaggini, superfluità, confusioni, che si riscontravano nei testi scolastici proposti fino allora agli studenti. Una dottrina ha la sua intrinseca unità dal soggetto che tratta, e dalla luce intelligibile che illumina questo soggetto, e nella quale viene considerato. Ora la teologia ha come soggetto Dio. Il principio, quindi, che unifica l‘opera dell‘Aquinate, è Dio. Ma Dio può essere conosciuto alla luce della sola ragione; oppure dalla ragione illuminata dalla Rivelazione. La luce, secondo la quale questo soggetto altissimo viene considerato nella teologia sacra, è la Rivelazione. L‘unità quindi di tutta l‘opera è data da questa semplice proposizione, che contiene in germe tutta la teologia: « Dio considerato non solo secondo quello che di lui si può conoscere attraverso alle creature, ma anche secondo quello che di se stesso egli solo conosce, e a noi viene comunicato per Rivelazione» (q. 1, aa. 6 e 7). Tutto ciò, dunque, che si tratterà nella teologia sarà o Dio stesso o cose che hanno un qualche ordine a lui. E nulla in essa dovrà trovar luogo, se non in virtù di quest‘ordine, illuminato non dalla sola ragione, ma anche e soprattutto dalla luce soprannaturale della Rivelazione. Il trattato di Dio considerato nella sua essenza contiene in germe tutta la teologia. Il genio sintetico di Tommaso si rivela in modo meraviglioso nella costruzione della Sumnna Theologiae, avendo egli mantenuto fede alla promessa di unificare tutta la dottrina cristiana secondo un solo principio, tanto ricco da abbracciare veramente tutta la scienza sacra e conferire a tutte le sue parti l‘interna intelligibilità, ma senza impoverire I‘ immensa varietà della materia. Nell‘ Introduzione Generate (nn. 74 ss.) è stato esposto e commentato ampiamente il piano generale della Somma. Rimandiamo ad essa il lettore che desidera di avere una cognizione più esatta dell‘ immenso e organico edificio che l‘Aquinate ha costruito. A noi interessa — in questa introduzione particolare — fare qualche rilievo sulla Prima Parte e più specialmente sulla prima suddivisione di essa, riguardante « l‘essenza di Dio », poiché la nostra traduzione e il nostro commento vertono su questa materia. Essendo la prima parte di tutta la trattazione teologica, essa ha importanza anche per questo, che da essa si può intendere lo spirito e il metodo di tutta la Somma, e più in generale di tutta la teologia, secondo la mente dell‘Aquinate. Nella questione introduttiva, infatti, vien discussa la natura della teologia stessa come scienza della Rivelazione o della fede; e le soluzioni date sono guida a tutta l‘opera del grande Teologo. 2 — Anzitutto si potrebbe chiedere perchè S. Tommaso comincia col trattare di Dio secondo l‘essenza (Dio come uno, secondo l‘espressione più moderna), anziché di Dio secondo la distinzione delle Persone (di Dio come trino) ; come, invece, si sono compiaciuti per lo pii di fare i Padri greci, sotto l‘impulso delle prime grandi eresie, che negavano la distinzione delle Persone (Sabellio, sec. III), o la loro consustanzialità (Ario, +336).
Credo che la risposta stia in questo che i Padri greci, come in generale tutti i Padri, trattano la dottrina cristiana prevalentemente con la preoccupazione delle eresie e non sistematicamente in tutto il suo complesso; mentre questo proprio si era proposto S. Tommaso. A lui perciò conveniva molto meglio il metodo di S. Agostino, che procede dall‘unità della divina essenza alla pluralità delle Persone. Anzitutto perchè il mistero dell‘unità è a noi più accessibile, essendo in modo più convincente illuminato dalla creazione; onde la filosofia aveva detto parole immortali circa la natura divina. E poi perchè il mistero trinitario (che è il mistero per eccellenza — substantia Novae Legis — lo chiama Tertulliano), nella cui visione culminerà la nostra beatitudine, è reso a noi intelligibile dalla pienezza della vita intellettiva ed affettiva che compete alla natura di Dio. Le Processioni divine, infatti, sono concepibili solo secondo gli atti immanenti dell‘ intelletto e della volontà, secondo cui procedono il Verbo e lo Spirito Santo. Volendo quindi procedere sistematicamente per costruire l‘edificio scientifico della Fede, si doveva cominciare da ciò che a noi è più noto: cioè dalla natura di Dio e dagli attributi impliciti nella natura stessa, prima di studiare il mistero trinitario, la cui oscurità di fronte alla ragione è pressoché impenetrabile anche se è vero che alla luce della fede, nella pur piccola conoscenza che se ne può avere, esso diventa luce illuminante di tutti gli altri misteri cristiani; i quali sono con esso in stretta connessione ed hanno in esso la loro intelligibilità. 3 — L‘edificio teologico della Somma è veramente una struttura organica originale e geniale, come nota tra gli altri il Grabmann: vertice incomparabile di solidità e di ordine. Chi guardasse soltanto al materiale immenso, che entra nella sua costruzione, senza penetrarne i nessi che legano le questioni e gli articoli, sarebbe tentato di pensare a un sincretismo di elementi eterogenei, messi insieme abilmente, un po‘ meglio che in una enciclopedia. Tale giudizio dispiace che sia stato ripetuto con leggerezza, talvolta anche da filosofi seri, alcuni dei quali hanno pure aggiunto l‘immeritato rimprovero, che nello sforzo di cristianizzare Aristotele, S. Tommaso abbia impoverito la ricchezza originale della Rivelazione. Gli elementi della costruzione possono provenire da più parti (nella Somma derivano per lo più dai Santi Padri, poi dai filosofi e specialmente da Aristotele, [cfr. Introd. Gen., nn. 11-70]), come del resto in qualsiasi costruzione in architettura; ma il disegno, il principio interiore di unità, l‘elemento formale della costruzione, è strettamente uno e personale. Ed è questo che vivifica tutta la sintesi tomista. S. Tommaso non ha lo spirito cartesiano di tutto ricostruire ab inis /undamentis trascurando tutte le opere del passato, considerate unicamente quale peso ingombrante . Egli si sente operaio qualificato, ma nel corso vivo di una lunga tradizione, che ha lavorato moltissimo ed ha lasciato un patrimonio prezioso, vivendo di quella verità santa, che tutti gli amanti della sapienza ricercano. Egli vuole lavorare in armonia con la tradizione, per cui ha la più grande venerazione. Se una verità la trova già detta da altri, è un grande conforto e una gioia per lui, e non esita a farla sua; rendendo però giustizia all‘ inventore. Le sue speculazioni ne restano confermate. Il possesso di tali verità gli è più giocondo, perchè è anche più sicuro e più pacifico; esso infatti lo mette all‘unisono con le generazioni passate e gli fa godere questa armonia, poiché la mente e la verità sono anch‘esse essenzialmente armonia.
4 — La ricchezza del materiale storico, pertanto, è un titolo d‘onore più grande per l‘Angelico Dottore, il quale si trova così allo sbocco di tutta una vasta corrente di cultura, di cui coglie e valorizza gli elementi perenni. Ma nulla assomiglia meno a sincretismo o a pura erudizione quanto l‘opera del grande Architetto d‘Aquino. Gli elementi delle speculazioni precedenti sono assunti in una sintesi che porta la sua forte impronta, in una sintesi personalissima; e sono armonizzati alla luce di principi che hanno appunto la virtù di nulla escludere di quanto di vero fu speculato nel campo della filosofia e della teologia. Ma per ciò stesso queste verità assunte nel suo edificio acquistano un valore nuovo. C‘è dell‘aristotelismo e molto, nella sua opera; c‘ è del platonismo, dello stoicismo, nella parte morale specialmente; ma c‘ è soprattutto, come soffio vivificante, da lui infuso in tutti questi elementi, il suo spirito: cioè una visione realistica dell‘essere e dei primi principi dell‘essere, che inquadrano e unificano meravigliosamente tutta l‘opera, conferendole una virtualità di assimilazione illimitata. Da molti studiosi seri è riconosciuta ormai, e messa in giusto rilievo, questa originalità del tomismo, sicchè non è il caso di insistere. Chi vuole, consulti le opere del Maritain, del Gilson, del Manser, dell‘ Horvàth, del Masnovo, del Geyer, e di altri.
di P.Tito S. Centi e P. Angelo Z.
Il più grande abominio sin dall‟Olocausto è tramato contro gli Ebrei.
PERSECUZIONI
Mia amata figlia prediletta, guarda ora gli sforzi compiuti da parte del Potere Globale, che non é della luce, il quale tenta di montare una campagna contro il Mio popolo.
Mi riferisco ai cristiani e al Mio popolo eletto gli ebrei.
Piani malvagi sono stati tracciati per eliminare la pratica del cristianesimo in un modo subdolo, ma sottile. Si inizierà con un cambiamento nelle costituzioni dei paesi in ogni parte del mondo occidentale.
Sarà fatto ogni tentativo per esprimere volgari rivendicazioni nei confronti delle Mie chiese cristiane . I Miei sacri servi lentamente si ritireranno lasciando il Mio popolo con poco sostegno spirituale. Tutte queste leggi avranno un‟astuta facciata di tolleranza.
La vostra fede, figli Miei, sarà messa alla prova come mai prima d‟ora.
Il Cristianesimo e qualsiasi tentativo di proclamare pubblicamente il Mio Nome sarà ostacolato. Al suo posto emergerà una dottrina vuota e la gente sarà confusa. Essi penseranno che questa dottrina è un buono ed equo sostituto della Verità quando, in realtà, sarà una bugia.
Questo gruppo di malvagi sono così potenti che pochi sanno che esistono. Eppure stanno ovunque tirando le fila. I Miei figli sono come burattini.
Il Mio popolo eletto, gli ebrei si trova ad affrontare ancora una volta una terribile persecuzione. I piani per rovesciarli sono in corso.
Quelli che credono di essere loro amici sono i loro nemici.
Essi soffriranno un tale disagio che chiedo a tutti gli uomini di pregare per Israele.
Il più grande abominio sin dall‟Olocausto é tramato contro il Mio popolo.
Pregate, pregate che il Gruppo dell‟Anticristo venga fermato dal commettere questi atti malvagi.
Queste anime oscure hanno bisogno delle vostre preghiere in modo che, durante l‟Avvertimento, riconosceranno il loro crimini.
Pregate che lasceranno cadere le loro armature e imploreranno la Mia Misericordia.
Se lo faranno allora le guerre e disordini in Israele potranno essere attenuati.
Molte profezie ora si sveleranno davanti ai vostri occhi. Coloro che sono ciechi alle Mie promesse devono ricevere la luce della Mia Misericordia, per tornare a vedere di nuovo.
Non vi fate ingannare bambini. Ciò che appare buono all‟esterno non è sempre come sembra. Alle forze di pace, molti di loro sono pedine innocenti, stanno mentendo.
Non abbiate mai paura, perché la Mia Misericordia avrà una notevole influenza su questa setta, che ha complottato contro la Mia Chiesa per secoli.
Non può e non potrà vincere. Ma essi causeranno un terrore tremendo a meno che la preghiera non mitigherà il loro malvagio predominio.
Il vostro amato Gesù,
Salvatore e Redentore di tutta l‟umanità.
11 Gennaio 2012
L'imponente Illuminazione della Coscienza di Maria dell'Himalaya [Gesù scese dalla croce e le parlò]
Con l'intercessione di Madre Teresa di Calcutta.
María è il nuovo nome di Amaia, ex infermiera e fisioterapista spagnola, che pensava di porre fine alla sua vita, e in Nepal, ai piedi dell'Himalaya, ha avuto un incontro di tre ore con Gesù ed è nata di nuovo.
Gesù gli ha donato l'illuminazione della coscienza, ha potuto vedere tutta la sua vita, ascoltare il Signore e trasformarsi bruscamente.
E ora viaggia per il mondo dando testimonianza di fede attraverso la quale molte persone si convertono e lasciano il loro passato alle spalle. Qui vi racconteremo la storia di Maria dell'Himalaya come la chiamano, il nome che le è stato dato da Gesù attraverso le Suore della Carità di Madre Teresa di Calcutta; come è arrivato a quello che è oggi.
Amaia è nata nel 1973 in Spagna e ha lavorato per molti anni in uno stabilimento dove si dedicava all'interruzione della gravidanza a Bilbao, sai cosa intendo.
Si era sposato nella Chiesa non per convinzione religiosa, ma per non dispiacere ai suoi genitori.
E nel tempo, ha aperto una clinica di fisioterapia con suo marito, che ha dato loro un reddito fenomenale.
Ma nonostante la ricchezza, sentiva che nella sua vita mancava qualcosa.
Per colmare questa lacuna, ha iniziato a praticare sport di montagna di alto livello, alpinismo o corsa di ultra-maratone di 120 km.
Iniziò anche ad approfondire il buddismo come filosofia e non come religione.
Tutto questo lo prendeva molto sul serio: in molte delle gare in montagna sarebbe salito sul podio e per la sua meditazione buddista dedicava ore e ore ogni giorno.
Iniziò a praticare il precetto del "distacco da tutto e da tutti" per "non soffrire per niente e per nessuno" del buddismo.
Racconta: "Mi sono sentita in cima al mondo: una donna moderna e liberata che tutti si sono congratulati e lusingati".
Ma è caduta inaspettatamente da quel picco quando suo marito, dopo due decenni di matrimonio, ha annunciato che la stava lasciando. Correva l'anno 2017.
Il colpo era così forte che un'amica la chiamava ogni mattina al telefono per aiutarla a svegliarsi e ad alzarsi.
"Ho capito che tutte quelle cose che ho idolatrato così tanto non avevano il valore in cui credevo e che quello che era veramente importante era la mia famiglia, in questo caso mio marito ... ma l'avevo persa", dice spesso.
Depressa e disperata, pensò di togliersi la vita.
Aveva già le chiavi della macchina in mano per farlo. Voleva saltare dal punto in cui suo marito le aveva chiesto di sposarlo.
Ma il soprannaturale si è messo in mezzo. Mentre si alzava dal divano per andare, uno dei suoi due cani le è saltato addosso senza una ragione apparente e l'ha bloccata .
Era un grande pastore basco. Amaia lottò con tutte le sue forze per liberarsi e non ci riuscì: era come se il cane improvvisamente pesasse tonnellate.
Quindi il suo piano per porre fine alla sua vita è stato sventato ... per il momento.
E poi una chiamata dal Nepal trasformerebbe la sua esistenza .
Era Suddep, suo amico nepalese, guida alpina con cui aveva fatto qualche anno prima il cosiddetto circuito dell'Annapurnas, che secondo molti è il viaggio più bello dell'intero Himalaya.
Questa volta l'ha richiesta per un'opera di beneficenza: partecipare come fisioterapista a un progetto umanitario in diversi villaggi nepalesi, rimasti ancora in grande bisogno dopo il terremoto che ha devastato la zona nel 2015.
Ha detto di si. Sembrava un bel modo per concludere i suoi giorni. Prima avrebbe aiutato queste persone e, quando la sua missione fosse finita, sarebbe caduto da un dirupo.
Alla fine, si è chiesta "quale posto migliore per un alpinista che finire lì?"
Ha venduto tutte le sue cose ed è salito su un aereo con uno zaino da 17 chili, pronto a non tornare mai più.
Ha colto l'occasione per visitare Kathmandu, la capitale del Paese, mentre arrivavano i volontari.
Poi il resto degli eventi che l'avrebbero condotta alla vita spirituale cattolica hanno cominciato a svolgersi.
Stava camminando in centro con il suo amico quando ha visto due suore la cui congregazione ha subito riconosciuto per il loro abbigliamento popolare .
Immediatamente distolse lo sguardo perché letteralmente non poteva nemmeno vederli.
Erano delle Missionarie della Carità, nei loro inconfondibili sari bianchi e blu.
Amaia in quel momento detestava la sua fondatrice, Madre Teresa di Calcutta , senza nemmeno sospettare che avrebbe sentito la chiamata di Dio come accadde alla santa albanese, ai piedi dell'Himalaya, le montagne più alte della terra.
Una di quelle due suore si è decisamente avvicinata ad Amaia e l'ha presa per un braccio, chiedendole di accompagnarle alla loro residenza.
Amaia si rifiutò categoricamente di andare, ma il giorno dopo tornò all'incrocio con la sua amica e bussò alla porta di una casa a caso. Era appena l'alba.
"Provvidenzialmente, la stessa suora ha aperto per noi!", Ricorda.
Ma la suora non gli disse molto: si limitò a convocarlo per l'indomani in cappella, per la messa alle sei del mattino.
"Ero così ansiosa che alle sei meno un quarto del mattino ero già lì", dice.
Era in quella piccola cappella senza panchine, con una grande croce con l'immagine di Cristo, un'altra della Vergine e una foto di Madre Teresa.
Pochi minuti dopo l'inizio della celebrazione religiosa, ha sentito una voce potente ma dolce che diceva: "Bentornato a casa".
Ero con gli occhi chiusi. Li aprì per verificare la reazione degli altri.
Ma né il prete né le nove suore che erano lì furono disturbate.
Nessuno di loro aveva sentito niente.
Quindi, nervosa e pensando che forse l'alta quota stava influenzando i suoi sensi, chiuse di nuovo gli occhi.
Ma ancora una volta sentì quella voce scioccante: "Bentornata a casa, quanto tempo ci hai messo ad amarmi".
E in quell'istante accadde qualcosa di ancora più straordinario.
Lei dice:
“Ero certo che la voce provenisse dalla croce dietro l'altare.
La cappella si riempì di una luce immensa e l'intera stanza scomparve dai miei occhi.
E poi ho visto Gesù di Nazaret scendere dalla croce.
Sono caduto in ginocchio con la testa a terra.
Mi si avvicinò e disse: "Non hai bisogno degli occhi del viso per vedere, ma degli occhi del cuore".
Sapevo che si riferiva alla fede, quindi ho risposto: "Ma tu sai benissimo che io non credo in Te".
E in quel momento mi ha concesso il dono della fede.
E ho visto passare tutta la mia vita davanti a me, tutte le atrocità che avevo commesso , il mio egoismo e le mie idolatrie.
Ho iniziato a piangere e chiedere perdono.
E mi ha coperto con la sua misericordia e mi ha detto:
"Non importa cosa sia successo finora, ma cosa succederà d'ora in poi, ma d'ora in poi sempre insieme."
Sapevo che era tornato a casa, a casa di tutti, alla soglia del suo cuore.
Erano passate tre ore e Amaia che pensava fossero minuti. Non ero più lo stesso.
Non era nemmeno più Amaia.
Per tutto il tempo che durò questa visione mistica, le nove suore, che erano rimaste al suo fianco pregando, consapevoli di ciò che gli stava accadendo, ricevettero questo messaggio: "Le darò una nuova terra e le darò un nuovo nome, Maria."
Da quell'illuminazione della coscienza era emersa una nuova donna
Ero completamente in pace e pieno di una gioia che non conoscevo.
Dopo i primi momenti di esultanza, Maria ha avuto una risposta alla misteriosa richiesta della suora che l'aveva afferrata per il braccio per strada per portarla con sé.
Le Piccole Sorelle della Carità pregavano da mesi per trovare un fisioterapista.
Potevano sapere che era lei perché sono persone di preghiera ed evidentemente ricevono certezze dal Cielo.
La casa della congregazione a Kathmandu aveva bisogno di tale assistenza sanitaria, quindi Maria è stata con loro per quattro mesi, aiutandoli e insegnando loro tutto ciò che poteva.
E dopo tutto quel tempo felice e pieno di meraviglie, era finalmente arrivato il momento di andarsene.
Il suo visto era scaduto e Gesù aveva una missione per lei in Spagna, così ha lasciato Kathmandu con dolore.
Tornò e, da buon apostolo e testimone di Gesù, raccontò a tutti quello che era successo, perse la maggior parte dei suoi amici, e altri si convertirono ascoltandolo , compresa sua madre che ora va a messa tutti i giorni.
Quanto al marito, sebbene siano ancora separati, Maria sottolinea che lui rimane nella fedeltà promessa nel sacramento del matrimonio e Gesù lo ha fatto desistere dalla sua intenzione di annullare l'unione cattolica.
Ed è diventata una fedele devota della sua potente intercessore: Madre Teresa di Calcutta.
Attualmente, María del Himalaya viaggia in Spagna e in altri paesi dando testimonianza della sua illuminazione di coscienza e conversione in Nepal.
Le sue conferenze ei suoi colloqui privati con lei producono molte conversioni: alcuni che intendono uccidersi non lo fanno più, altri decidono sulla loro vocazione religiosa, altri decidono di avere il loro bambino, e quindi la lista è infinita.
Bene, finora quello che volevamo dirti sull'illuminazione della coscienza di María del Himalaya.
Fori della Vergine Maria.
Siete voi stessi a determinare quale sarà la vostra condizione eterna!
Io, la tua Mamma delle lacrime, sono qui per dirti che sono molto triste per lo stato in cui si trova il vostro mondo e per il comportamento di tanti Nostri figli.






