lunedì 10 maggio 2021

LA PASSIONE DELLA CHIESA SARÀ SOTTO IL POTERE DELLO STATO TOTALITARIO

 


Nella preghiera del "Credo" c'è qualcosa di profetico nella breve descrizione della morte di Nostro Signore. Nessun altro nome è menzionato, tranne quello di un solo giudice: Giuda, Anna e Caifa non sono menzionati. Rapido è il passo della Vita terrena di Nostro Signore, ma un unico particolare significativo rimane a mente: "Patì sotto Ponzio Pilato". Il che non sta solo ad attestare un fatto storico, ma anche a significare la profezia di ciò che, alcune volte, accadrà a Cristo nel Suo Corpo Mistico: in altre parole, la Sua Chiesa, nei giorni bui della storia, decrescerà fino a subire la persecuzione e a morire di una morte apparentemente definitiva, patendo sotto Ponzio Pilato, ossia sotto il potere di uno Stato "onnipotente".  

Può darsi che la religione non riesca ad opporsi allo Stato-religione, perché lo Stato moderno è armato e la Chiesa no. Può darsi perfino che la religione venga sballottata tra un giudice antico che crede sia bene che muoia un uomo solo piuttosto che perisca l'intera nazione, e un giudice moderno che ritiene sia bene che muoia tutto il popolo per un uomo solo: un dittatore. Può darsi che dalle labbra dei moderni Pilati senta le parole del Potere: "Non sai tu che ho il potere di crocifiggerti e di liberarti?". Ma essi sentiranno sempre la dolce Voce di Cristo: "Tu non avresti nessun potere su di Me se non ti fosse dato dall'alto".  

Anche se Cristo non ci liberasse dal potere dello Stato Totalitario, così come non liberò Se Stesso, dovremmo vedere in tutto questo la Sua deliberata Volontà. Può darsi che i Suoi figli vengano perseguitati dal mondo dove da esso appunto possano allontanarsi; può darsi che i Suoi nemici più accaniti stiano, inconsciamente, lavorando per Lui, in quanto potrebbe essere compito precipuo del totalitarismo il presiedere alla soppressione di un mondo moderno divenuto indifferente nei confronti di Dio e delle Sue leggi morali. Può darsi che lo stesso secolarismo di cui soffriamo sia una reazione contro la nostra infermità spirituale. Può darsi che lo sviluppo dell'ateismo e del totalitarismo costituisca la misura della nostra mancanza di zelo e di pietà, la prova della nostra inadempienza dei doveri cristiani. Può darsi che, come le malattie si sviluppano laddove esistono condizioni di sporcizia, così il "fascismo rosso" si sviluppi nell'empietà, e che fin quando non recheremo le Stigmate di Cristo non saremo liberati nella Sua Vittoria. Può darsi che questo stato di cose sia stato reso possibile dal fatto che abbiamo smarrito gli ideali soprannaturali e consentito al declino della famiglia, dalla nostra mancanza di rispetto per il prossimo e dal nostro crescente egoismo.  

Ma quale che sia la ragione di questi giorni di prova, d'una cosa possiamo essere certi e cioè che: il Cristo che patì sotto Ponzio Pilato firmò la sentenza di morte di Pilato, non fu Pilato a firmare la sentenza di morte di Cristo.  

La Chiesa di Cristo sarà attaccata, schernita, messa in ridicolo, ma non sarà mai distrutta!  

I nemici di Dio non riusciranno mai a detronizzare Dio dai Cieli, né a svuotare i Tabernacoli del loro Eucaristico Signore, né a sopprimere le Mani assolutrici, ma può darsi che riescano a devastare la terra.  

La cruda realtà che i nemici di Dio devono guardare in faccia è che la civiltà moderna ha conquistato il mondo, ma, così facendo, ne ha perduto l'anima; e appunto perché ne ha perduto l'anima, perderà quel mondo stesso che ha conquistato. Come si offusca la religione, così si offusca la libertà, perché solo dov'è lo Spirito di Dio vi è libertà.  

(Fulton J. Sheen, da "Characters of the passion-Personaggi della passione") 

CHIEDIAMO PERDONO A DIO

 


O Dio, Padre di Misericordia, mio Creatore e mio Signore, sono  davanti a Te, con l'animo aperto.  

Riconosco di aver mancato, tante volte, contro di Te. Ti ho offeso.  Ho tradito il tuo amore. Ho disubbidito alla tua volontà.  

Ho peccato in pensieri, in parole, in opere e in quello che ho tralasciato di fare.  

Riconosco la gravità dei miei peccati: essi sono come malattie nella vita della grazia e  sono più gravi della paralisi, della lebbra, del cancro.  

Sono profondamente malato nello spirito. Mi pento sinceramente di tutti i peccati.  

Tu che leggi nel cuore li conosci e vedi anche il mio pentimento.  

Alla tua misericordia chiedo il perdono.  

Padre, perdonami. 

QUESTA È L’ORA DECISIVA.

 


Carbonia 09.05.2021

Questa è l’ora decisiva.

Gesù con te o donna!

Amati miei, questa è l’ora decisiva, il fiume santo sarà attraversato solo dai miei figli, essi godranno di Me in eterno.
Maria Santissima è già sulla Terra e conduce il piccolo resto fedele al suo Gesù.

Figli amati, Satana, in questa fine dei tempi si sta scatenando in tutto il suo male, sta seminando orrore ovunque, porta disordine, lavora con vigore perché l’uomo sia docile alla sua volontà.

Miei amati figli, siete ormai presi da lui, afferrate tutto ciò che vi conviene e vi dà piacere, ma nulla è buono di ciò che appartiene a Satana. Avete chiuso il cuore al vostro Dio Amore, Gli avete voltato le spalle.

Oh, uomo! Come allora, ancora Mi Crocifiggi, sei divenuto simile a colui che stai adorando al mio posto. Stai perdendo la tua anima, o uomo, di questo passo non tarderai a bruciare nel fuoco della Geenna.

Trovo conforto solo nei miei seguaci fedeli, i miei veri e amati figli, essi si donano a Me in totus tuus, affinché abbia compimento il Progetto del loro Dio Amore.

Oh, uomo!
Tu scandalizzi i miei piccoli;
ti doni a totale perversione;
le tue carni bramano il piacere.

Che dolore per Me vostro Dio Creatore, non oso guardarvi mentre vi perdete nella vostra lussuria!

Satana ha imbevuto le vostre vene del suo veleno, siete divenuti simili a lui, vi siete unti di male e nel male andate.

Grido a questa Umanità tutto il mio dolore anche se so che a nulla servirà, … ma, quando arriverà il momento che presenzierà dinnanzi a Me, la mia Giustizia sarà grande.

DIO E’ AMORE

 


Dunque amiamo e facciamo amare l’Eucaristia, come il più  grande dono che Dio-amore ha fatto all’umanità.Meditiamo  frequentemente queste cose, soprattutto quando ci accostiamo  all’altare per ricevere questo Grande Sacramento.Gesù ama  che i suoi fratelli e le sue sorelle siano consapevoli di ciò che  ricevono nella Comunione Eucaristica e che questa  consapevolezza produca una riverenza  ed un ringraziamento  adeguati al Dono ricevuto. 

Approcciare il mistero eucaristico nel suo “perché” è possibile  purchè l’umiltà ci accompagni sempre nella nostra ricerca. In  fondo Dio ci ha creato per conoscerLo, ed allora il nostro  sforzo conoscitivo è benedetto, purchè sia accompagnato  dall’umiltà e si compia con amore e per amore e non per  semplice curiosità.L’Eucaristia è una realtà stigmatizzata dalle parole stesse del Signore Gesù (“Questo è il Mio Corpo”), ma  è al tempo stesso un coacervo di misteri e di evidenti richiami  simbolici, che si rifanno alle parole del Maestro, pronunciate  anche in altre occasioni (“Chi mangia di Me vive per Me”),  (“Chi mangia il Mio Corpo ha la vita eterna”), (“Io sono il  Pane vivo disceso dal Cielo”); nello stesso tempo l’Eucaristia  richiama, in modo illuminante, il miracolo della  moltiplicazione dei pani e dei pesci, sia perché un solo pane è  dato per le moltitudini, sia perché, come nella montagna delle  beatitudini, questo pane è ristoro per i viandanti e viatico per  recuperare le forze e proseguire il cammino, sia perché, come  nella montagna delle beatitudini, dove chi ascoltò il discorso  del Signore si infervorò e divenne suo discepolo, forma e  plasma il popolo dei Cristiani, che vive nella fede in Gesù  Cristo e per Gesù Cristo. 

Che dire, a me pare evidente cogliere in quel Pane, e nelle  parole del Maestro, che oltre 2000 anni fa lo consacrò con le  Sue mirabili parole “Questo è il mio Corpo”, non solo le  Parole di verità con le quali la Sua onnipotenza divina creò il  mistero del Suo Corpo e del Suo Sangue, come cibo e  bevanda salutari per l'intera umanità, ma soprattutto il mistero  del Suo Corpo Mistico, che è Suo perché a Lui appartiene, di  cui Lui è il Capo e noi le membra o piuttosto le cellule, se lo  vogliamo, se ci nutriamo di Lui, se camminiamo nel mondo  con Lui, se viviamo di Lui, della Sua Sapienza e per Lui. 

In altre parole, ritengo che l’Eucaristia stigmatizzi e racchiuda  il mistero del Corpo Mistico, che è la Chiesa di Gesù Cristo,  che mangia un solo Pane indivisibile e per questo diventa un  solo Corpo, il Corpo del Signore, al quale i Cristiani prestano  le loro membra, affinchè il Signore viva in loro ed edifichi,  per mezzo di loro e le loro opere, il Regno di Dio nel mondo e  le opere di Dio. 

Gioacchino  Ventimiglia 

TRATTATO DI DEMONOLOGIA

 


Germana liberata una prima volta 13 settembre 1906

Il vescovo del Natal, da cui dipendeva la missione di San Michele, Monsignor Enrico Delalle della  Congregazione degli Oblati di Maria Immacolata (OMI), tenuto sempre al corrente dei fenomeni  diabolici di Germana che, in data 10 settembre 1906 aveva autorizzato i due missionari padre  Erasmo e padre Mansueto a fare gli esorcismi prescritti dal rituale per la liberazione dell’ossessa. La cerimonia fu tenuta dalle 7 del mattino del 12 settembre alla presenza anche dei due rettori delle  stazioni missionarie padre Solano e padre Apollinare. Germana, arrivata in chiesa, inginocchiata  davanti all’altar maggiore, era tenuta d’occhio e ben custodita da sei robuste ragazze negre, da due  giovanotti, da un uomo sposato e da due suore, tutti pronti a intervenire non appena ci fosse stato  bisogno, per tener ferma la ragazza e impedire che scappasse. Padre Erasmo le aveva raccomandato  di pregare e di aver fiducia nel Signore.

Finite le litanie dei santi cominciarono gli esorcismi veri e propri, il comportamento dell’ossessa fu  sempre caratterizzato, com’era da aspettarsi, da gesti di ribellione, di rabbia, di insofferenza, di furore, che si manifestavano con maggiore o minore intensità a misura che la cerimonia procedeva.  Il demonio, che parlava attraverso la ragazza, aveva detto chiaramente che fra poco se ne sarebbe  andato:

— Ancora un poco e poi devo andarmene. Uscirò dalla finestra che sta sopra la cantoria, ma voglio  portar con me anche Germana. Quando essa cadrà morta per terra io tornerò all’inferno.

La decisione e ferma volontà di portarsi via l’indemoniata fu espressa altre volte dal demonio  durante l’esorcismo. Naturalmente non le si diede nessuna importanza, il padre si oppose  recisamente e impedì che il triste progetto fosse attuato.

Aumentando l’agitazione dell’indemoniata, a un certo punto le si dovettero mettere le manette per  impedire che si facesse del male o che facesse del male ad altri. Il suo viso prendeva un aspetto  spaventoso e orribile, veramente satanico, quando le si applicava la reliquia della santa croce o la si  aspergeva con acqua benedetta.

Seguiva le preghiere e gli scongiuri del rituale nella lingua latina e rispondeva correttamente, anche  se con manifesta rabbia, alle domande che le erano rivolte in latino. Il furore raggiungeva il  massimo quando nel rituale si leggevano titoli dati al demonio come questi:

— Nemico della fede e del genere umano, autore della morte, radice di ogni iniquità, suscitatore di  invidia, origine dell’avarizia, causa della discordia, eccitatore dei dolori, spirito immondissimo,  perché resisti a Cristo? Temi Cristo che è stato immolato in Isacco, venduto in Giuseppe,  nell’agnello ucciso, nell’uomo crocifisso, e quindi vincitore e trionfatore dell’inferno.

Continuando gli esorcismi Germana si agitava sempre più, batteva i piedi per terra e gridava:

— Giuro che quel Dio che io odio mi ha dato il permesso di entrare nel corpo di Germana.

E indicando il tabernacolo gridò ancora:

— Apritelo!

Padre Apollinare aprì il tabernacolo e mise la pisside sulla porticina in modo che tutti la vedessero.  Il demonio fece fare uno splendido atto di fede nell’eucarestia gridando:

— Sì, là vi è Gesù che mi ha permesso di entrare nel corpo di Germana. Là c’è lui. Germana lo ama ma io lo odio. Permettimi ora di andarmene insieme con Germana attraverso quella finestra là in  alto.

Era già mezzogiorno. Da cinque ore durava l’esorcismo e tutti si sentivano molto stanchi. Il padre  Erasmo ordinò di sospendere la cerimonia per qualche ora e di riprenderla nel pomeriggio.

Alla sera l’esorcismo fu ripreso e la reazione dell’indemoniata fu ancora più violenta del mattino.  Le vene della fronte le si erano gonfiate, così il collo, la testa, le spalle e il braccio sinistro fin quasi  a scoppiare. Le due suore le poggiarono le mani sulla spalla e sulla fronte per attutire il dolore e il  bruciore. Germana soffriva e dal dolore mugghiava e soffiava contorcendosi come un verme.

A una nuova domanda dell’esorcista il demonio rispondeva con un’altra bella professione di fede  nell’eucarestia:

— Là nel tabernacolo c’è il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Io non nego Dio ma lo odio. Egli è  presente qui nel sacramento circondato dalla schiera di innumerevoli angeli. Per quanto noi diavoli  siamo bugiardi e ci serviamo della menzogna, talvolta, e anche questa volta, diciamo la verità. Dio,  quando voi lo pregate, ci permette qualche cosa e talvolta no. Questo lo riconosco e lo confermo. Poco dopo egli si chiuse in un mutismo e non volle dire più nulla. Non potendo continuare,  l’esorcismo fu interrotto per essere ripreso l’indomani.

Il giorno seguente, 13 settembre, verso le 8 del mattino, Germana fu riportata, malgrado la sua  ostinata resistenza, in chiesa, fatta inginocchiare nel coro, custodita da due suore e da otto forti  ragazze alle sue spalle. Le altre suore erano nella cappella laterale e le alunne nella navata centrale. 

Tutta la comunità della missione assisteva all’esorcismo che questa volta doveva avere effetto  positivo.

Padre Erasmo, esorcista, nella relazione scritta che ci ha lasciato, riferisce i particolari drammatici  di quell’ultimo sforzo per liberarsi dal demonio:

«Tenevo con la mano sinistra la stola che era stata messa intorno al collo di Germana, mentre con la destra tenevo il rituale. Germana era diventata più nervosa e irritata del solito. Altre suore vennero  nel coro e in tutte erano sette, aggiunte alle otto robuste ragazze che tenevano a bada l’ossessa,  sollevata dal suolo con la sua sedia, e sollevate insieme anche le sette suore e le otto ragazze. Tutti  quelli che erano in chiesa, suore e alunni, e io stesso, lo vedemmo. Germana era irriconoscibile, la  sua faccia era spaventosa e raccapricciante, orribile a vedersi, urlava e ringhiava come un cane.  Suor Luitgarda si prese un forte strattone sul braccio che le fece molto male e vi lasciò un ecchimosi violacea. Io, madido di sudore, continuai l’esorcismo. Il furore parossistico dell’indemoniata non  diminuì, anzi sembrò che aumentasse con pericolo di quanti le stavano attorno, improvvisamente,  mentre le suore tentavano di metterle le manette al braccio destro, essa furente allontanò il braccio e strinse al collo suor Anacleta fino quasi a strozzarla. Poi si alzò dal suolo con la sedia, trascinando  con sé anche la suora che toccava il suolo soltanto con la punta del piede. Ci volle un buon quarto  d’ora perché la suora fosse liberata da quella incomoda situazione e perché l’ossessa, con notevole  sforzo di tutti i presenti e tra urli e imprecazioni a non dire, fosse di nuovo legata mani e piedi e  ridotta nell’impossibilità di nuocere.

«Suor Anacleta tenne legata fissa l’ossessa. Io le tenevo fissa al collo la stola, come prescrive il  rituale. Quando lessi le parole: “Scongiuro te, antico serpente”, essa uscì in smanie e gemiti da far  pietà e tentò di mordere il braccio della suora. Io l’avvertii subito, ma era troppo tardi. L’ossessa  diede un forte morso al braccio della suora, un morso singolare, le maniche del vestito non avevano  nessuno strappo ma sulla pelle si vedeva la traccia dei denti e la bava. La traccia dei denti era  visibile anche sulla pelle, una traccia prima rossa, poi violacea e infine verde. Nel mezzo c’era una  piccola chiazza rossa come la puntura di un insetto. Nei giorni seguenti si videro sul posto delle  vesciche come da bruciatura e la ferita continuò a far male.

«Io continuai l’esorcismo senza impressionarmi o spaventarmi troppo, e questa volta l’esito doveva  essere positivo. Germana si sollevò in aria ancora una volta e poi stramazzò pesantemente al suolo,  fece due o tre capriole su se stessa e poi di colpo si alzò in piedi. Essa era libera e tornata normale. «I lacci e le manette furono tolti ed essa si unì subito agli altri nella preghiera di ringraziamento  dicendo con fervore il suo grazie al Signore per il grande beneficio ricevuto. La sua anima aveva  finalmente ritrovato la pace.

La cerimonia finì col canto solenne del Te Deum».

Paolo Calliari

Per colpa dei cattivi pastori, l'abominevole sarà abbracciato e il dolore sarà grande per i Miei poveri figli.

 


Messaggio di Nostra Signora Regina della Pace, trasmesso il 08/05/2021

Cari figli, Io sono la vostra Madre e vi amo. Conosco ciascuno di voi per nome e vengo dal Cielo per condurvi a Mio Figlio Gesù. Vi chiedo di essere uomini e donne di preghiera. L'umanità cammina per sentieri di autodistruzione che gli uomini hanno preparato con le loro proprie mani. Dite a tutti che Dio ha fretta e che questo è il tempo opportuno per il vostro ritorno. Non vivete nel peccato. Pentitevi. Cercate la Misericordia del Mio Gesù per mezzo del Sacramento della Confessione. L'umanità è malata e ha bisogno di essere guarita. Coraggio. Quello che dovete fare, non lasciatelo per il domani. Camminate per un futuro in cui pochi rimarranno fermi nella fede. Per colpa dei cattivi pastori, l'abominevole sarà abbracciato e il dolore sarà grande per i Miei poveri figli. DateMi le vostre mani e Io vi condurrò alla verità. Non perdetevi d'animo. Io sarò sempre con voi. Questo è il messaggio che oggi vi trasmetto nel nome della Santissima Trinità. Grazie per averMi permesso di riunirvi qui ancora una volta. Io vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Rimanete nella pace.

ATTACCAMENTO INVIOLABILE ALLA RELIGIONE CATTOLICA

 


NECESSARIO MASSIMAMENTE AI TEMPI NOSTRI CALAMITOSI


CATTOLICI INGANNATI 

Quanto è dolorosa cosa il vedere un gran numero di cattolici, che si lasciano abbagliare, ed ingannare, e diventano, senza precisamente volerlo, ma per loro vera negligenza, nemici della Chiesa, e a forza di sentire ciò che è contrario ai principi della nostra santa Religione, si lasciano sedurre da mille pregiudizii, dei quali non conoscono subito tutta la malizia, e perversità; conversazioni, letture di società, questioni politiche, libertà male intese, opuscoli alla moda, fogli pubblici, ogni cosa esala a giorni nostri un'aria sì corrotta, che farebbe girar le teste le più robuste, che vi si cimentassero per lungo tempo. Nemmeno è cosa rara a questi giorni di desolazione il trovar negli spiriti i più retti una non so qual tintura d'incredulità, questa vertigine morale infetta spesso le persone di miglior intenzione. Spirito malaugurato del secolo, quanto è formidabile il tuo potere ! E cosa dunque di somma importanza che vi fondiate sempre più nei veri principii della nostra santa Religione: per questo motivo richiamate spesso " vostra mente, ed al vostro cuore le seguenti risoluzioni.

ROMA DAI TIPI DI PIETRO AURELI 1 8 3 2.

PADRE PIO E IL DIAVOLO

 


Gabriele Amorth racconta... 

Con monsignor Terenzi siamo giunti a uno dei punti più scandalosi della persecuzione contro Padre Pio, l’episodio delle registrazioni, organizzate per scoprire se Padre Pio fosse colpevole di mancare all’obbligo della castità. La versione ufficiale della Chiesa vuole che non si sia mai violato il segreto confessionale, durante quell’operazione, commettendo così un sacrilegio. Ma don Gabriele Amorth ha un'opinione diversa. «Monsignor Terenzi l'ho conosciuto bene, era uno che se isuperiori gli dicevano di ammazzare sua madre, ammazzava sua madre. Quando gli hanno parlato della questione dei microfoni, anche lui ha contribuito a far mettere i microfoni. L'han detto i superiori, non si discute. E invece si discute. Forse i microfoni glieli hanno messi solo in parlatorio, non in confessionale; ma capitava che qualcuno lo seguisse in parlatorio, e lui li confessava anche lì. E allora venivano registrate anche le confessioni. La violazione c'è. Ci sono i testi registrati; e l'attestazione degli interessati, che dicono: io queste cose a Padre Pio le ho dette solo in confessione, la violazione del segreto confessionale è provata. I microfoni li hanno messi in seguito alle accuse avanzate contro di lui in materia disesto comandamento. Un vero sviluppo diabolico. E luisubiva,senza mai chiedere niente. Tre anni sospeso dalle confessioni senza che gli fosse chiesto mai niente, senza la possibilità di discolparsi. Accusato, condannato, senza nessuna prova.» 

Don Gabriele ha voluto chiudere questa lunga conversazione con un ricordo personale, emotivo, toccante, legato al monaco santo. «Sono stato un fedele di Padre Pio per ventisei anni. Ossia ci andai la prima volta nel 1942, durante la guerra, e gli sono stato fedele fino al 1968. Mi ricordo le due messe, la prima messa - e poi tutte le messe intermedie, - e gli ho anche servito messa-la prima messa, che mi fece tanta impressione, e l’ultima a cui ho assistito. Un’ora e quaranta minuti è durata, un’ora e cinquanta minuti. La prima messa in cui lui, all’altare, si vedeva che cercava di mascherare le sue sofferenze in tutti i modi... Poi mi insegnavano, quelli che erano un po’ più addentro nella conoscenza dei suoi modi... Aveva questo fazzolettone con cui faceva finta di asciugarsi il sudore - si asciugava le lacrime, piangeva molto durante la messa, soffriva molto. Vedevo alle volte quando si inginocchiava, nelle genuflessioni durante la consacrazione, quasi sembrava che non avesse la forza di rialzarsi. Ricordo tutto questo insieme di sofferenze che lui cercava di mascherare, e ne trovo la spiegazione nella sua risposta famosa a Cleonice, che gli chiedeva: come ti trovi quando sei sull’altare? “Mi trovo come Cristo in croce. ’’ Si sentiva crocifisso. Veramente viveva la passione. Noi diciamo sempre, ed è teologicamente esatto, che la messa è il rinnovo della passione di Cristo, incruento; da un punto di vista però del celebrante io direi, per Padre Pio, che ogni volta la celebrazione della messa era una celebrazione cruenta. Padre Pio soffriva immensamente, riviveva la passione».

 È interessante integrare il racconto di don Amorth con la testimonianza resa da don Franco Renna, che è stato rettore del Seminario vescovile di Conversano, nella provincia di Bari, e che conserva un ricordo drammatico e vivissimo. Don Renna è nato nel 1929, e vide per la prima volta il monaco santo a San Giovanni Rotondo quando aveva dieci anni. «La chiesa dei Cappuccini distava dal centro abitato circa un chilometro» ha raccontato. «Piccola, ben illuminata, alle cinque del mattino già straripava di gente, venuta da tanti paesi per vedere Padre Pio, partecipare alla sua messa, confessarsi da lui e chiedere qualche grazia. Io, che già sentivo il desiderio di farmi prete, ne profittai per servire la Messa, spiando tutti i movimenti che faceva e non ho più dimenticato nulla. Al momento della consacrazione, lo ricordo come se fosse adesso, perché ho impresse quelle immagini a fuoco, sembrava che lottasse contro qualcuno o qualcosa. Ripeteva con forza: “Vattene! Vattene via!”. Lo vedevo soffrire, indugiare e grondare sudore. Poi si riprendeva: alzava l'ostia consacrata e il calice, con lo sguardo fisso in alto, perduto nel mistero eucaristico». 

Era Padre Pio nel pieno della sua energia, poco più che cinquantenne. Una scena ben diversa da quella che don Gabriele vedrà nel 1968, alla fine dell’avventura terrena del monaco santo. «L'ultima messa, vederlo seduto in carrozzella! Vederlo quasi immobile, accompagnato dagli altri! Gesti molto limitati, molto limitati. Una messa che sarà durata tre quarti d'ora, proprio così in carrozzella, portato... un'impressione. Stava per morire. Consumato completamente dalla sofferenza. Ha cercato di morire sulla breccia. Anche l'ultimo giorno di vita è entrato in confessionale, per qualche minuto, nel confessionale delle donne. E entrato in confessionale, e alla notte è morto. Era la sua battaglia... La lotta di tutta la sua vita, condotta ininterrottamente contro i nemici di Dio e delle anime, i demoni. Se li ha visti in molteplici forme e se ne ha subito i colpi, penso che sia stato per ricordarne la presenza al mondo incredulo di oggi. I fatti esterni, vissuti e sofferti da Padre Pio, sono ben pallida idea dei fatti nascosti, della gravità del peccato, contro cui tutti dobbiamo lottare».

MARCO TOSATTI 

PER LE ANIME DI COLORO CHE COMMETTONO OMOCIDIO

 


Colombia, non voglio la tua distruzione

 


7 maggio 2021 - Appello urgente del Sacro Cuore di Gesù alla Colombia. Messaggio a Enoch.


“La mia Pace sia con te, mia Amata Colombia.

Mia Amata Nazione, provo una grande tristezza nel vedere che non hai voluto accettare la mia Misericordia e i miei appelli alla conversione. Ti ho esortato amorevolmente a cambiare, ma no, procedi ancora spiritualmente addormentata a causa del male e del peccato, cosa che rattrista il mio Cuore Amante. I tuoi figli mi hanno voltato le spalle e ignorato i miei appelli. Comprendi Amata Mia, che prima che esistessi come nazione, ti avevo già scelto come luce per il mondo! Non voglio riversare la mia Giustizia su te e sui tuoi figli; perché sai bene che ti amo e ti porto nascosta nella pupilla dei miei occhi e incisa nel Palmo delle mie Mani.

Ho urgentemente bisogno, mia Amata Nazione, che ti svegli dal tuo letargo spirituale, affinché tu possa realizzare, insieme alle mie altre nazioni elette, il mio piano di salvezza per questi ultimi tempi! Ricorda, mia Amata, che da Te uscirà il Grido di Libertà che risveglierà il mondo intero; grido che è già iniziato con la diffusione dei miei messaggi di salvezza e con l'effusione del mio Spirito che ho sparso sui tuoi figli. Svegliati, svegliati, amata mia, così che illumini l'oscurità e le tenebre che è già sono sospese sulla terra!

Ascolta Amata Nazione mia: è urgente la tua sincera conversione, non voglio scaricare il mio Braccio Giustiziere sulla tua terra e sui tuoi figli, perché non lo potresti resistere! Accogliete le mie ultime scampanate di Misericordia e ritornate al mio Cuore Amante, così da non dover conoscere la mia Giustizia. La vostra conversione è urgente; vi sto aspettando a braccia aperte piene d'Amore e di perdono, piene di Misericordia. Le forze del male ti stanno circondando, Amata mia, e vogliono distruggere la mia opera; ecco perché ho bisogno della tua sincera conversione per distruggere i piani del nemico che ti circonda. Il tempo stringe, mia Amata Nazione, ho bisogno del tuo Fiat, per realizzare il mio progetto di salvezza per questi ultimi tempi. Te lo ripeto: non voglio la tua distruzione, né voglio vedere scorrere il sangue dei tuoi figli; ritornate a Me al più presto, affinché la mia Misericordia vi copra e distrugga la nuvola nera del comunismo ateo che sta cominciando a coprirvi.

Voglio, mia Amata Colombia, che nel mese di giugno dedicato ad onorare il mio Sacro Cuore, l'intera Nazione Colombiana si consacri a Me, giorno e notte; che il vostro governo rinnovi la consacrazione della mia Colombia al mio Cuore Amante, chiedendo la cessazione della violenza, la pace e la protezione della mia Amata Nazione. Vi do come regalo questa preghiera di consacrazione al mio Sacro Cuore affinché possiate pregarla giorno e notte.


PREGHIERA DI CONSACRAZIONE AL SACRO CUORE DI GESÙ

 

O Amorevole Cuore di Gesù, vengo davanti a Te, con il peso dei miei peccati, a supplicarti e a implorarti di avere compassione e misericordia di me, della mia famiglia, della Colombia e del mondo intero. Mi consacro volontariamente al tuo Amatissimo Cuore e consacro volontariamente la mia famiglia, la mia nazione e tutte le nazioni della terra. Proteggici, o Amato Cuore di Gesù, e proteggi la mia nazione e il mondo intero dagli attacchi, dalle trappole e insidie del maligno e dei suoi agenti del male. Sacro Cuore di Gesù, confido in te. Amen.

 

Rimani nella mia Pace, Amata mia Nazione Colombiana.

Il vostro Amato, il Sacro Cuore di Gesù.

 


"Il cielo sarà avvolto dalle tenebre, nessuna luce rischiarerà la terra"

 


Messaggio della Madonna

Se aveste più fede in Me e Mio Figlio Gesù, satana non avrebbe tante vittorie in questo mondo.
Dio potrebbe attirare l’attenzione dell’uomo col castigo, ma Dio è amore, è un Dio che salva, che vuole pazientare ancora perché vuole tutti salvi, e anch’Io intercedo sempre per questa umanità tanto traviata.
Un’ora assai grave pesa sul mondo perché satana ha scatenato la sua ultima battaglia, anche contro i buoni ma il Figlio Mio trionferà, e la Sua vittoria sarà anche la Mia. Io rinnoverò la Mia Chiesa e le darò un volto nuovo e giovanile e il Figlio Mio, come è stato predetto, ritornerà sulla terra per rivendicare i Suoi diritti divini, consolare i buoni e convertire gli increduli.
Il cielo sarà avvolto dalle tenebre, nessuna luce rischiarerà la terra, …e squilli di tromba annunceranno il Suo ritorno ed Egli apparirà per confermare la Sua presenza nel mondo, con un monito agli impenitenti e agli increduli, ma non sarà la fine del mondo che, invece, sarà purificato e rinnovato.
Quando queste cose avverranno, non spaventatevi, non sarete soli. Pregate perché tutti si ravvedano e si salvino.

31 agosto 1990

Giuseppe Auricchia

Egli parla con” una lingua biforcuta”, tutto ciò che dice, è paragonabile a una spada a doppia lama,



Maria Madre di Dio

Figli Miei. Azioni terribili sono state pianificate. Sono in arrivo tempi tremendi. La sofferenza sulla vostra terra crescerà e aumenterà, in questo modo la presa di potere del diavolo lascerà segni visibili sulla vostra terra e nella vostra vita.

Vi avvertiamo ancora una volta, Miei tanto amati figli, che NON dovete cadere nelle trappole del diavolo, perché il suo falso profeta vi mente e tradisce! Egli parla con” una lingua biforcuta”, tutto ciò che dice, è paragonabile a una spada a doppia lama, cioè ciò che egli dice, può essere esposto e interpretato così come più piace e fa comodo e il messaggio enigmatico che ci sta dietro, è compreso da pochissimi dei Nostri tanto amati figli!

Siate avvisati e state sempre in guardia perchè ciò che vi è presentato dalla posizione più alta della vostra chiesa non è altro che finzione- miraggio e non ha assolutamente più niente a che fare con la Verità del Mio Santo Figlio!

Come potete, Mia amata schiera di figli, credere realmente che uno che saltato fuori da chissà dove sia autorizzato a modificare la Parola del Figlio che è in unità con quella del Padre Celeste? Come potete osannare e seguire un tale, le cui dichiarazioni sono così fuorvianti e confuse?

Non vedete il pericolo che si cela e sta in agguato? Non vedete la mano del diavolo che ha preparato tutto questo da decenni e secoli? Non lo vedete Miei tanto amati figli?

Per proteggere voi stessi e i vostri cari, dovete aprire i vostri occhi e le vostre orecchie! Dovete guardare  con attenzione e ascoltare con senso critico e non dovete mai seguire la massa! Dovete ascoltare il vostro cuore e supplicare lo Spirito Santo in modo che vi mostri la via della Verità, che vi guidi e vi regali la chiarezza.

In caso contrario, Miei amati figli potrete andare facilmente perduti, perché senza la Verità nei vostri cuori sarete accerchiati dalla cortina di nebbia del diavolo, confusi e avvolti così da restare privati della Verità e portati ad accettare la menzogna come Verità.

State attenti e sempre in guardia. Il Cielo è pronto per voi, quindi rivolgetevi a Noi e restate fedeli a Mio Figlio.

domenica 9 maggio 2021

LE QUATTORDICI REGOLE PER LA SOFFERENZA - LA VIA DI GESÙ CRISTO

 


Ma la sofferenza non basta: il diavolo e il mondo hanno i loro martiri; noi dobbiamo soffrire e portare la croce sulle orme di Gesù Cristo: - Seguimi! Seguitemi! - cioè il modo in cui lo portava. Ed ecco, per questo, le regole da seguire: 

 

 Non cercare le croci di proposito o per colpa propria.  

1º: Non cercare le croci di proposito o per tua colpa; non si deve fare il male perché ne derivi il bene (90); non si deve, senza una speciale ispirazione, fare le cose in modo malvagio per attirare su di sé il disprezzo degli uomini. Piuttosto, si dovrebbe imitare Gesù Cristo, di cui è stato detto che ha fatto bene ogni cosa (91), non per il proprio amore o vanità, ma per piacere a Dio e vincere l'anima del suo prossimo. E se farai il tuo lavoro al meglio delle tue capacità, non ti mancheranno contraddizioni, persecuzioni o disprezzi, che la Divina Provvidenza manderà su di te contro la tua volontà e senza consultarti.  

 Consultate il bene del vostro vicino. 

 Se fai un atto indifferente, ma che fa scandalizzare il tuo prossimo, anche se non di proposito, per carità, astieniti da esso affinché cessi lo scandalo dei piccoli; l'atto eroico di carità che fai in quell'occasione vale infinitamente di più di quello che hai fatto o inteso fare. 

Se però il bene che fai è necessario o utile al tuo prossimo, e scandalizza, senza motivo, qualche fariseo o spirito malvagio, consulta una persona prudente, per sapere se ciò che fai è necessario e molto utile per il bene del tuo prossimo; e se giudica così, continua e lasciali parlare, purché ti lascino agire, e rispondi in tali occasioni ciò che Nostro Signore rispose ad alcuni dei suoi discepoli che venivano a dirgli che i farisei erano stati scandalizzati dalle sue parole e azioni: "Lasciali parlare. Sono ciechi". (92). 

  Ammirate, senza pretendere di raggiungerla, la sublime virtù dei santi. 

 3º: Sebbene alcuni santi e persone importanti abbiano chiesto, cercato e, con azioni ridicole, attirato su di sé croci, disprezzi e umiliazioni, adoriamo e ammiriamo solo l'azione dello Spirito Santo sulle loro anime e umiliamoci davanti a tale sublime virtù, senza osare volare così in alto, poiché, in confronto a queste aquile veloci e leoni ruggenti, noi non siamo che creature senza coraggio e senza forza di volontà. (93) 

Chiedete a Dio la saggezza della croce. 

 4º: Si può, tuttavia, e anzi si deve, chiedere la sapienza della croce, che è una scienza saporita e sperimentale della verità, che ci fa vedere, alla luce della fede, i misteri più nascosti, tra cui quello della croce, e questo si ottiene solo con grandi fatiche, profonde umiliazioni e fervide preghiere. Se hai bisogno dello spirito principale (94), che ci fa sopportare coraggiosamente le croci più pesanti; lo spirito buono (95) e mite, che ci fa gustare, nella parte superiore dell'anima, le amarezze più ripugnanti; lo spirito sano e retto (96), che cerca solo Dio; la scienza della croce, che racchiude tutte le cose; Chiedilo incessantemente e seriamente, senza esitazione, senza paura di non ottenerlo, e ti sarà dato infallibilmente, e allora vedrai chiaramente, dalla tua stessa esperienza, come può essere possibile desiderare, cercare e gustare la croce. 

  Umiliati delle tue colpe, senza preoccuparti. 

 5º: Quando, per ignoranza o anche per colpa vostra, commettete qualche errore dal quale risulta per voi qualche croce, umiliatevi subito davanti a voi stessi, sotto la potente mano di Dio (99), senza disturbarvi volontariamente, dicendo: "Ecco, Signore, una commedia mi ha inchiodato il mio ufficio!" E se c'è peccato nella colpa che hai commesso, accetta l'umiliazione del tuo orgoglio. A volte, e anche molte volte, Dio permette che i suoi più grandi servitori, i più alti in grazia, commettano le colpe più umilianti, per umiliarli ai suoi propri occhi e agli occhi degli uomini, per togliere loro la vista e il pensiero orgoglioso delle grazie che dà loro e del bene che fanno, in modo che, secondo la parola dello Spirito Santo, nessuna carne possa gloriarsi davanti a Dio (100). 

  Dio ci umilia per purificarci. 

 6º: Siate ben persuasi che tutto ciò che è in noi è interamente corrotto (101) dal peccato di Adamo e dai peccati attuali; e non solo i sensi del corpo, ma tutte le potenze dell'anima; e che non appena il nostro spirito corrotto guarda, in modo riflessivo e compiacente, qualche dono di Dio in noi, quel dono, azione o grazia diventa tutto inquinato e corrotto, e Dio ne allontana i suoi occhi divini. Se gli sguardi e i pensieri dello spirito dell'uomo rovinano così le azioni migliori e i doni più divini, cosa diremo degli atti della volontà stessa, che sono ancora più corrotti di quelli dello spirito? (102) 

 Non c'è da stupirsi, dopo questo, che Dio si compiaccia di nascondere i suoi nel segreto del suo volto, (103) affinché non siano rovinati dagli sguardi degli uomini e dalla loro stessa conoscenza. E per nasconderli così, cosa non fa e non permette questo Dio geloso! Quante umiliazioni gli infligge! 

 In quante colpe li lascia cadere! Quali tentazioni permette loro di essere attaccati, come San Paolo! 104] In quale incertezza, oscurità e perplessità li lascia! Quanto è ammirevole Dio nei suoi santi e nei modi in cui li conduce all'umiltà e alla santità! 

Evitare nelle croci il pericolo dell'orgoglio. 

 7º: Cercate dunque di non credere, come fanno i devoti orgogliosi e pieni di sé, che le vostre croci siano grandi, che siano prove della vostra fedeltà e testimoni di un singolare amore di Dio per voi. Questa trappola dell'orgoglio spirituale è molto sottile e delicata, ma piena di veleno. Devi credere:

 1) che il tuo orgoglio e la tua mollezza ti portano a considerare le pagliuzze come se fossero travi; le punture come se fossero piaghe, un topo come se fosse un elefante; e una piccola parola nell'aria, un niente, davvero, come se fosse un insulto atroce e un abbandono crudele; 

2) che le croci che Dio ti manda sono piuttosto i castighi amorevoli dei tuoi peccati, e castighi amorevoli dei vostri peccati, e in effetti lo sono, piuttosto che segni di particolare benevolenza; 

3) che qualunque croce vi mandi, vi risparmia ancora infinitamente, a causa del numero e dell'enormità dei vostri crimini, che dovete considerare solo alla luce della santità di Dio, che nulla di impuro tollera e che voi avete attaccato alla luce di un Dio morente e annientato dal dolore, a causa del tuo peccato, e alla luce di un inferno senza fine, che hai meritato mille volte e forse centomila volte; 

4) che nella pazienza con cui soffri c'è molto più dell'umano e del naturale di quanto tu creda: Lo dimostrano le piccole attenuazioni; le ricerche segrete di consolazione; le aperture di cuore - così naturali - ai tuoi amici e, forse, al tuo principale; le scuse così belle e pronte; le rimostranze, o piuttosto le maledizioni così ben ordite e così caritatevolmente espresse, contro coloro che ti hanno fatto qualche torto; i delicati riferimenti e compiacenze verso i tuoi mali; la convinzione di Lucifero che tu sia qualcosa di grande (105), ecc. Non finirei mai se fosse necessario per me descrivere le torsioni della natura, anche nelle sofferenze. 

  Approfitta più delle piccole sofferenze che delle grandi. 

 8º: Approfittate delle piccole sofferenze, e ancora di più di quelle grandi. Dio non guarda tanto la sofferenza quanto il modo in cui si soffre. Soffrire molto e male è soffrire come un condannato; soffrire molto e coraggiosamente, ma per una causa malvagia, è soffrire come un martire del diavolo; soffrire poco o molto, ma soffrire per Dio, è soffrire come un santo. 

 Se è vero che si possono scegliere le proprie croci, questo è più certo per quanto riguarda le croci piccole e nascoste, quando vengono a noi parallelamente a quelle grandi e visibili (106). L'orgoglio della natura può chiedere, cercare, e anche scegliere e abbracciare le croci grandi e visibili; ma scegliere e prendere con gioia le croci piccole e nascoste può essere solo l'effetto di una grande grazia e di una grande fedeltà a Dio. Fate dunque come un commerciante con i suoi affari: approfittate di tutto, e non lasciate che la minima parte della vera Croce vada perduta, anche se si tratta della puntura di una mosca o di uno spillo, della maleducazione di un vicino, di un insulto per negligenza, della perdita di una monetina, di un piccolo disturbo dell'anima, di una leggera stanchezza del corpo, di un piccolo dolore in una delle membra, ecc. Approfittate di tutto, come fa il droghiere nella sua drogheria, e, proprio come lui si arricchisce in denaro, raccogliendo moneta per moneta nella sua cassaforte, voi sarete presto ricchi in Dio. Al minimo contrattempo che vi capita, dite: "Dio sia benedetto! - (107) Mio Dio, ti ringrazio", poi nascondi nella memoria di Dio, che è la tua cassaforte, la croce che hai appena guadagnato, e ricordala solo per dire: Grazie! o Misericordia! 

Amare la croce, non con amore sensibile, ma razionale e soprannaturale. 

 9º: Quando vi diciamo di amare la croce, non parliamo di un amore sensibile, che è impossibile per la natura. Distinguete bene, dunque, questi tre amori: l'amore sensibile, l'amore razionale, l'amore fedele e supremo; o, in altre parole: l'amore della parte inferiore, che è la carne; l'amore della parte superiore, che è la ragione; e l'amore della parte suprema, o vertice dell'anima, che è l'intelligenza illuminata dalla fede. 

 Dio non ti chiede di amare la croce con la volontà della carne. Essendo interamente corrotto e criminale, tutto ciò che ha origine da esso è corrotto, e non può, di per sé, essere soggetto alla volontà di Dio e alla sua legge crocifiggente. Ecco perché, quando ne parla nell'orto degli Ulivi, nostro Signore esclama: "Padre mio, sia fatta la tua volontà e non la mia!". (108) Se la parte inferiore dell'uomo in Gesù Cristo, benché santa, non poteva amare la croce senza sgomento, a maggior ragione la nostra, che è tutta corrotta, deve respingerla. Ma questa gioia non viene dalla carne, anche se è nella carne; viene solo dalla parte superiore, che è così piena della gioia divina dello Spirito Santo che si diffonde alla parte inferiore, così che in una tale occasione anche il più crocifisso può dire: Il mio cuore e la mia carne fremono di gioia nel Dio vivente! (109) 

 C'è un altro tipo di amore, che io chiamo razionale, e che si trova nella parte superiore, che è la ragione. Questo amore è interamente spirituale, e poiché nasce dalla conoscenza della felicità di soffrire per Dio, è percepibile e persino percepito dall'anima, che si rallegra interiormente e la rafforza. Questo amore razionale e percepito, però, - anche se buono e molto buono - non è sempre necessario per soffrire gioiosamente e divinamente. 

 Perché c'è un altro amore, dall'alto o dall'apice dell'anima, dicono i maestri della vita spirituale, o dall'intelligenza, dicono i filosofi, per il quale, senza provare alcuna gioia dei sensi, senza percepire alcun piacere razionale nell'anima, è possibile amare e gustare, con la visione della fede pura, la croce che portiamo, anche se tutto è in guerra e in stato di allarme nella parte inferiore, che geme, si lamenta, piange e cerca indulgenza, così che si può dire, come Gesù Cristo: "Padre mio, sia fatta la tua volontà e non la mia! "o con la Beata Vergine: "Ecco, io sono la serva del Signore. Sia fatto a me secondo la tua parola!". È con uno di questi due amori della parte superiore che dobbiamo amare e accettare la croce.  

 Soffrire ogni tipo di croce, senza eccezione e senza scelta. 

 10°: Decidetevi, cari amici della croce, a soffrire ogni tipo di croce, senza eccezione e senza scelta: ogni povertà, ogni ingiustizia, ogni umiliazione, ogni contraddizione, ogni calunnia, ogni aridità, ogni abbandono, ogni sofferenza interiore o esteriore, dicendo sempre: Il mio cuore è pronto, mio Dio, il mio cuore è pronto. Preparatevi, dunque, ad essere abbandonati dagli uomini, dagli angeli e da Dio stesso; ad essere perseguitati, invidiati, traditi, calunniati, screditati e abbandonati da tutti; a soffrire la fame, la sete, la mendicità, la nudità, l'esilio, la prigione, la tortura e tutti i tormenti, anche se non li avete meritati per i crimini che vi sono stati imposti (111). Infine, immagina che, dopo aver perso i tuoi beni e il tuo onore, dopo essere stato cacciato dalla tua casa, come Giobbe e Santa Elisabetta, regina d'Ungheria, tu sia gettato nel fango, come quella santa, e trascinato nel letame, come Giobbe, tutto purulento e coperto di ulcere, senza che ti siano date bende per le tue ferite o, per mangiare, un pezzo di pane che non rifiuterebbero a un cavallo o a un cane; E che, oltre a questi mali estremi, Dio ti lascia in balia di tutte le tentazioni dei demoni, senza riversare sulla tua anima la minima consolazione sensibile.  Credete fermamente che questo è il punto supremo della gloria divina e la perfetta felicità di un vero e perfetto Amico della Croce (112). 

I quattro stimolanti della buona sofferenza. 

  11º: Per aiutarti a soffrire bene, prendi la santa abitudine di guardare quattro cose: 

 1) Lo sguardo di Dio 

 Prima di tutto lo sguardo di Dio, che, come un grande re, guarda giù compiaciuto dall'alto di una torre, lodando il coraggio del suo soldato che combatte. 

 Cosa guarderà Dio sulla terra? I re e gli imperatori sui loro troni? Spesso li guarda con disprezzo. Le grandi vittorie degli eserciti dello Stato? Le pietre preziose? In una parola: le cose che sono grandi agli occhi degli uomini? Ciò che è grande agli occhi degli uomini è un abominio davanti a Dio (113) Cosa guarderà allora con piacere e compiacimento, e di cosa chiederà notizie agli angeli e agli stessi diavoli? Un uomo che, per amore di Dio, combatte con la fortuna, il mondo, l'inferno e se stesso, un uomo che porta con gioia la sua croce. Non avete visto sulla terra una grande meraviglia che tutto il cielo 

Il Signore disse a Satana: "Non hai visto il mio servo Giobbe"[114] che soffre per causa mia? 

 2º) La mano di Dio 

 In secondo luogo, considera la mano di questo potente Signore, che permette ogni male che ci viene dalla natura, dal più grande al più piccolo; la mano che ha messo un esercito di centomila uomini sul campo di battaglia[115] e fa cadere le foglie degli alberi e i capelli della tua testa[116]; la mano che, avendo colpito rudemente Giobbe, ti tocca dolcemente con le piccole sofferenze che ti manda. Con quella mano ha formato il giorno e la notte, il sole e le tenebre, il bene e il male; ha permesso i peccati che si commettono e che vi offendono; non ha fatto la loro malizia, ma ha permesso la loro azione. 

 Così, quando vedrete uno Shemei che vi insulta e vi lapida come fece il re Davide, (117) dite a voi stessi: "Non vendichiamoci". Lasciamolo, perché il Signore gli ha ordinato di farlo. So di aver meritato ogni sorta di oltraggi, ed è giusto che Dio mi punisca. Fermati, le mie braccia: Fermati, la mia lingua. Non attaccare. Non dire nulla. Quest'uomo o questa donna mi insultano con parole o azioni; sono ambasciatori di Dio, che vengono dalla sua misericordia, per esercitare una vendetta amichevole. Non irritiamo la sua giustizia usurpando i diritti della sua vendetta; non disprezziamo la sua misericordia resistendo alle sue amorevoli frustate, per evitare che essa ci riconduca, con la vendetta, alla pura giustizia dell'eternità". 

 Ecco una delle mani di Dio che, onnipotente e infinitamente prudente, ti sostiene, mentre l'altra ti raggiunge; con una mano ti mortifica e con l'altra ti accelera; svilisce ed esalta, e con le sue due braccia, dolcemente e fortemente, raggiunge, da un polo all'altro, la tua vita (118); dolcemente, non permettendoti di essere tentato e provocato sopra le tue forze: - fortemente, secondandoti con una grazia potente e corrispondente alla violenza e alla durata della tentazione e dell'afflizione; fortemente, ancora una volta, diventando Lui stesso, come dice lo spirito della Sua Santa Chiesa, "il tuo sostegno sull'orlo del precipizio vicino al quale ti trovi, il tuo compagno sulla strada dove ti sei perso, la tua ombra nel calore che ti caustica, la tua veste nella pioggia che ti bagna e nel freddo che ti congela; il tuo carro nella fatica che ti annienta, il tuo aiuto nelle avversità che ti visitano, il tuo bastone sui sentieri scivolosi e il tuo porto tra le tempeste che ti minacciano di rovina e di naufragio. 

3º) Le ferite e i dolori di Gesù Cristo crocifisso 

 In terzo luogo, guardate le ferite e le sofferenze di Gesù Cristo Crocifisso. Egli stesso ve lo dice: "O voi che passate per la via spinosa e crocifissa che io ho percorso, guardate e vedete: guardate con gli occhi stessi del vostro corpo e vedete, con gli occhi della vostra contemplazione, se la vostra povertà, la vostra nudità, il vostro disprezzo, i vostri dolori, i vostri abbandoni sono come i miei; guardate me che sono innocente, e lamentatevi, voi che siete colpevoli!" (120). 

 Lo Spirito Santo ci comanda, per bocca degli Apostoli, questa stessa contemplazione di Gesù Crocifisso (121); ci comanda di armarci di questo pensiero (122) più penetrante e terribile per tutti i nostri nemici di tutte le altre armi. Quando siete attaccati dalla povertà, dall'abiezione, dal dolore, dalla tentazione e dalle croci, armatevi di uno scudo, di una corazza, di un elmo e di una spada a doppio taglio,[123] cioè il pensiero di Gesù Crocifisso. Questa è la soluzione di ogni difficoltà e la vittoria su ogni nemico. 

 4) In alto, il paradiso; in basso, l'inferno. 

 In quarto luogo, guarda, in alto, la bella corona che ti aspetta in cielo, se porti bene la tua croce. Fu questa ricompensa che sostenne i patriarchi e i profeti nella loro fede e nelle persecuzioni; che animò gli apostoli e i martiri nelle loro fatiche e tormenti. Noi preferiamo", dissero i patriarchi con Mosè, "soffrire le afflizioni con il popolo di Dio essere felice con Lui per sempre, che godere di un piacere creativo per un solo momento. Noi soffriamo grandi persecuzioni per amore della ricompensa (125), dicevano i profeti con Davide. 

 Siamo come vittime destinate a morire, come spettacolo al mondo, agli angeli e agli uomini per le nostre sofferenze, come scoria e anatema del mondo (126), dicevano gli Apostoli e i Martiri con San Paolo, per l'immenso peso di Gloria eterna che questo momento di breve sofferenza produce in noi (127). 

 Guardiamo sopra le nostre teste gli angeli che ci dicono ad alta voce: "Fate attenzione a non perdere la corona segnata dalla croce che vi è data, se la portate bene. Se non la porti bene, un altro lo farà e ti porterà via la corona. Combatti con forza e soffri con pazienza, ci dicono tutti i santi, ed entrerai nel regno eterno. Infine, ascoltiamo Gesù Cristo, che ci dice: "Io darò la mia ricompensa solo a colui che soffre e vince con la pazienza". 

 Guardiamo di seguito il posto che ci meritiamo e che ci aspetta nell'inferno con il ladro malvagio e i reprobi, se, come loro, soffriamo con brontolii, dispetti e vendette. Esclamiamo con Sant'Agostino: "Brucia, Signore, taglia, incidi e trita in questo mondo per punire i miei peccati, purché tu li perdoni nell'eternità!". 

Mai lamentarsi delle creature. 

 12º: Non lamentatevi mai volontariamente e tra le mormorazioni, delle creature che Dio usa per affliggervi. Pertanto, distinguere tre tipi di reclami nella sofferenza. 

 - Il primo è involontario e naturale: è quello del corpo che geme, sospira, si lamenta, piange e si lamenta. Quando l'anima, come ho detto, è rassegnata alla volontà di Dio, nella sua parte superiore, non c'è peccato. 

 - Il secondo è ragionevole; è quando uno si lamenta e scopre il suo male a chi può e deve curarlo, come un superiore o il medico. Questa lamentela può essere imperfetta, quando è molto insistente; ma non è un peccato. 

 - La terza è criminale: è quando ci si lamenta del prossimo per esimersi dal male che ci fa soffrire, o per vendicarsi; o quando ci si lamenta del dolore che soffre, acconsentendo a quel lamento e aggiungendovi impazienza e mormorazione. 

 Ricevi sempre la croce con riconoscimento. 

 13º: Non ricevete mai nessuna croce senza baciarla umilmente e con gratitudine; e quando Dio, tutta bontà, vi ha favorito con qualche croce un po' considerevole, ringraziatelo in modo speciale, e rendetegliene grati gli altri, sull'esempio di quella povera donna che, avendo perso tutti i suoi beni in virtù di una causa ingiusta intentata contro di lei, fece subito celebrare una messa, con il denaro che le era rimasto, per ringraziare Dio della fortuna concessale (131). 

 Portando le sue croci volontarie. 

 14º: Se volete rendervi degni di ricevere le croci che vi arriveranno senza la vostra partecipazione e che sono le migliori, portatene altre volontariamente, seguendo i consigli di un buon direttore. 

 Per esempio: avete in casa qualche mobile inutile a cui siete affezionati? Dallo ai poveri, dicendo: Vorresti qualcosa di superfluo quando Gesù è così povero?  Ha orrore di qualche cibo? Qualche atto di virtù? Qualche cattivo odore? Assaggiatelo, praticatelo, aspirate ad esso. Superarlo. 

Amate qualche persona o oggetto un po' troppo teneramente e insistentemente? Assentatevi, privatevi, ritiratevi da ciò che vi lusinga. 

Avete una natura troppo incline a vedere? Per agire? Per apparire? Per andare da qualche parte? Fermatevi, fate silenzio, nascondetevi, guardate altrove. 

Odiate per natura qualche oggetto? Una persona? Cercatelo spesso. Domina te stesso.  Se siete veramente Amici della Croce, l'amore, che è sempre operoso, vi farà così trovare mille piccole croci, con le quali vi arricchirete insensibilmente, senza paura della vanità, che si mescola così spesso alla pazienza con cui si sopportano le croci molto visibili; e poiché siete stati così fedeli in una piccola cosa, il Signore vi stabilirà in molto (132), come ha promesso; cioè, in molte croci che vi manderà, in molta gloria che vi preparerà (133) ... 

   Estratto da "Lettera circolare agli amici della Croce" - San Luigi Maria G. de Montfort. 

mariamaedaigreja

SULL'ORLO DELLA NUOVA GERUSALEMME - Preghiera di riparazione e vita riparatrice

 


Preghiera di riparazione e vita riparatrice 

 

Novembre 15/09 (3:27 p. m.) 

Gesù dice: 

Figli miei: voi siete riparatori dei Cuori di Gesù e di Maria. La tua preghiera è un unguento di guarigione, un unguento che dà sollievo alla sofferenza dei nostri Sacratissimi Cuori. 

I riparatori dei Sacri Cuori sono parafulmini di luce, sono pilastri che sosterranno la Chiesa. Pochissimi parlano di riparazione. Pochissimi pregano la preghiera di riparazione. In pochissime comunità religiose si vive lo spirito di sacrificio, lo spirito di mortificazione. Perciò, siate anime riparatrici; siate anime penitenti, siate anime mortificate, riparatrici dei Cuori Divini. 

Puoi invitare i tuoi fratelli ad unirsi all'apostolato della riparazione. Vi chiederanno: cosa devo fare? Quando devi cucinare, offri in riparazione; quando devi fare un lavoro che non ti piace, offri in riparazione; quando devi condividere con qualcuno che non ti piace, offri in riparazione; quando devi salutare qualcuno che non ti piace, offri in riparazione; quando devi salutare qualcuno che non ti piace, offri in riparazione. Di' loro: preghiera di riparazione e vita di riparazione.

Fate sempre riparazione: per i vostri peccati e per i peccati dell'umanità. Fate questo e riceverete la ricompensa della gloria. I riparatori dei Cuori Uniti porteranno impresso nei loro cuori il Fiat della Divina Volontà. Penseranno sempre: date gloria al mio Santo Nome. 

La riparazione deve sempre accompagnarti, se hai offeso qualcuno: fai un digiuno di silenzio, fai un digiuno di parole e fai riparazione, fai riparazione e il tuo peccato è espiato, la tua ferita è guarita. La cicatrice si cancellerà più facilmente nella tua anima. Riparare, riparare i miei piccoli. 

Vi ricordo: riparazione, immolazione. Questo è il vostro motto, la vostra regola e norma comunitaria: riparazione e immolazione. 

Portate impresso nei vostri cuori il nostro dolore, la nostra sofferenza, la nostra agonia perché molti non ci amano, perché molti rifiutano le nostre  manifestazioni d'amore; perché molti sono riluttanti, apatici a tutto ciò che è spirituale. 

L'apostolato della riparazione è un apostolato che farà avanzare il trionfo dei Sacri Cuori. 

L'Apostolato della riparazione sconfiggerà il nemico, distruggerà i piani dell'usurpatore. 

L'apostolato della riparazione porterà molte anime alla conversione.