martedì 14 settembre 2021

Come affrontare l'attacco alla civiltà cristiana [Cosa hanno fatto i nostri antenati?]

 


Il modo di imitare i cristiani quando hanno sofferto momenti critici.

Oggi siamo in un momento critico della civiltà occidentale e cristiana ispirata da Dio.

I loro nemici vogliono imporre un nuovo ordine che faccia sparire Dio dalla società e dalle menti della popolazione.

È un attacco demoniaco molto forte.

Quelli dietro questo piano sono le élite e sono luciferi.

E gli esorcisti stanno vedendo una notevole crescita dell'attività demoniaca sulla terra.

Il tentativo del diavolo di distruggere ciò che la Chiesa ha contribuito a costruire non è solo da ora, ma è accaduto anche in altri tempi.

Solo in altri tempi c'era una fede in Dio più forte di oggi, che ha permesso alla popolazione di venire in modo massiccio in Suo aiuto e a Lui di rispondere di conseguenza.

Qui parleremo di come gli esseri umani hanno risposto all'assalto della civiltà cristiana prima e di come Dio ha risposto, per servire da esempio nel nostro tempo.

Un chiaro esempio di un attacco demoniaco che ha messo in pericolo la civiltà cristiana ha avuto il suo culmine nella battaglia di Lepanto, avvenuta nel 1571, quando i musulmani turchi stavano per conquistare tutta l'Europa.

E se non fosse stato per il clamoroso intervento del cielo, oggi la legge occidentale sarebbe la Sharia musulmana.

Fu un'epica battaglia navale tra la Lega Santa organizzata da Pio V e i musulmani turchi, ma con il cristianesimo nelle retrovie che pregava e faceva offerte.

La tradizione dice che Gesù Cristo insieme agli apostoli Pietro e Paolo scese in aiuto della Lega Santa.

I turchi fatti prigionieri credono che sia stato Gesù Cristo con tanti altri santi ad accecare i turchi con il fumo.

L'equipaggio della Lega Santa, in particolare gli spagnoli, affermano che anche Santiago maggiore era presente nella battaglia e che fu la sua visione a dare loro la forza di sconfiggere il nemico.

Altri sostengono che gli angeli hanno aiutato a sparare frecce.

Tutte queste apparizioni di santi e angeli ci mostrano il miracolo della battaglia, i cui dettagli dettagliamo in un altro video.

Il Cielo combatte a favore della Lega Santa, perché vede dietro tutto questo vede i demoni che vogliono prendere il sopravvento sul popolo cristiano e farlo scomparire.

E vede anche che il popolo, in uso del suo libero arbitrio, viene a Lui in massa per chiedere aiuto.

Ad esempio, il giorno della battaglia e prima, numerose processioni sono state fatte con immagini della Vergine, pregando il rosario, facendo messe.

L'attacco avviene anche oggi, ma con la differenza che a quel tempo il Papa, i re e il popolo volgevano lo sguardo fondamentalmente a Dio per chiedere il suo aiuto.

Il Cielo ha aiutato la Lega Santa a prendere decisioni fin dall'inizio.

Papa San Pio V ebbe due visioni.

La prima nella Messa, dove il Cielo lo illumina con il nome di Giovanni, perché scelga Don Juan d'Austria per comandare le forze della Lega Santa.

E poi ha una visione nel momento in cui la Lega Santa ottiene il trionfo, e rivela ai cardinali il trionfo della cristianità.

Ed è per questo che il Papa ringrazia la Vergine chiamandola Madonna della Vittoria, perché vede in tutto questo eventi miracolosi, che senza di loro non avrebbe potuto vincere la Lega Santa.

L'intervento mariano è visto da alcuni membri dell'equipaggio come il trionfo dell'Immacolata.

Perché la Madonna è intervenuta attraverso i misteri del rosario.

Ha fatto loro vedere i misteri preparatori del rosario, che mirano a ricordare la preparazione dell'incarnazione di Nostro Signore. Abbiamo realizzato un video su di loro che sono poco conosciuti.

L'ammiraglio Juan Andrea Doria, il capo stratega della guerra, portò sulla sua nave una copia della Vergine di Guadalupe.

Questa copia fu portata direttamente dalla Nuova Spagna, oggi Messico, come dono al Re, per accompagnare l'equipaggio in battaglia.

L'intenzione originale del cielo era che la Vergine di Guadalupe fosse conosciuta e che le apparizioni della Madonna a Tepeyac fossero vere.

E per confermare il miracolo della tilma dell'indiano Juan Diego, la Vergine avrebbe fatto un altro miracolo.

Quando Juan Andrea Doria vide che i turchi avevano un vantaggio e che i cristiani stavano per essere sconfitti, scese nel luogo in cui aveva l'immagine della Vergine per dire quelle che credeva sarebbero state le sue ultime preghiere.

Poi salite a prua e sorprese, Nostra Signora di Guadalupe era intervenuta affinché la posizione delle navi della Lega Santa fosse migliore.

Così Juan Andrea Doria e gli altri combatterono con spirito rinnovato, credendo che la Vergine di Guadalupe fosse con loro.

Gli artisti sarebbero poi stati ispirati a rappresentare il trionfo conferito dall'intercessione di Maria, ponendo tra le sue braccia il Bambino Gesù.

Per mostrare, che come la Vergine ha protetto e curato il Bambino Gesù, così si prende cura anche del popolo cristiano, se si rifugia nel suo braccio materno.

Questa ispirazione celeste ci parla dei misteri gioiosi del rosario, che ci fanno meditare sulla nascita di Gesù e sulla sua presentazione al mondo.

Mentre i misteri luminosi sarebbero rappresentati dall'apparizione di San Pietro, di altri santi e di Gesù Cristo stesso nei momenti di battaglia.

Dove la Chiesa si mostra già in azione.

In questo modo il cielo conferma che Cristo annunciò il regno con trionfo e che i musulmani dovevano convertirsi.

Per quanto riguarda i misteri dolorosi, c'è il cosiddetto Crocifisso di Lepanto,una rappresentazione di Gesù la cui carnagione è piuttosto scura.

A questa immagine del Cristo crocifisso e morente sono attribuiti due miracoli.

Il primo è che si dice che i turchi per mostrare che Cristo non era Dio ma solo un profeta, lanciarono una pallottola contro l'immagine, che fu portata sulla nave di Don Juan d'Austria.

La sorpresa di tutti fu che l'immagine di Cristo, schivò il proiettile, ed è per questo che l'inclinazione del corpo del crocifisso era dovuta.

E un altro è che la nave dove andò questa immagine di Cristo crocifisso aveva un buco prodotto dai proiettili lanciati dai turchi.

Così il santo Cristo di Lepanto, notando che la nave aveva un buco mise il suo corpo a coprire il buco, il che giustifica anche l'inclinazione del crocifisso.

In questo modo il Crocifisso compì un altro miracolo, impedendo alla nave di affondare nel bel mezzo della battaglia e aiutandoli così a vincere la battaglia.

Questi miracoli ci sembrano sorprendenti, e ognuno accade perché c'è fede..

Il Vangelo di San Marco termina dicendo che ci saranno grandi segni per coloro che credono e evangelizzeranno.

Gesù spesso compiva miracoli perché la gente insisteva, ma dove non c'era fede non avevano alcun effetto.

In questo modo possiamo interpretare che il risultato della battaglia di Lepanto, permesso dai miracoli del cielo, è di un mondo che vuole mantenere la civiltà cristiana e che crede fermamente in Gesù.

Ecco perché la Madonna mostrerà anche il segno dei misteri gloriosi del rosario.

Perché proprio come dicono Pio V, Pio XII, Giovanni Paolo II e la Madonna di Fatima, alla fine trionferà.

L'ultimo mistero glorioso è la Sua incoronazione, ed è anche il Suo trionfo.

La Vergine Santa intercede nella battaglia di Lepanto perché i cristiani trionfino.

E in breve, mostra con il suo aiuto un segno di ogni mistero del rosario, il preparatorio, il gioioso, il doloroso, il luminoso e il glorioso.

Ma la battaglia di Lepanto ci dice qualcosa sulla situazione attuale?

Sì, ci dice che se non ci uniamo nella fede, non contribuiremo a quel trionfo della Madonna.

Ma mentre la Madonna ha detto a Fatima che alla fine trionferà, ci ha anche avvertito delle guerre, dei pericoli nel mondo e non è stata ascoltata.

Lepanto ci mostra un lato della medaglia, dove il diavolo voleva distruggere la civiltà cristiana attraverso i musulmani turchi.

Ma i cristiani guidati dalla Chiesa, non solo hanno risposto militarmente, ma hanno pregato, fatto processioni, messe e preghiere.

E così il cielo è intervenuto facendo enormi prodigi.

Il mondo di oggi sta pensando ad altre cose, non considera la Madonna come una parte importante per fermare questo progresso del nuovo ordine contro la moralità, la famiglia e la vita.

Ecco perché i demoni avanzano senza essere fermati come a Lepanto.

Pertanto, i cristiani che ne sono consapevoli devono pregare il rosario, fare penitenza e consacrare la loro vita al Cuore Immacolato di Maria per fermare questi orrori.

Bene, finora quello che volevamo parlare di come il cielo è intervenuto in un'altra opportunità di grande pericolo per la civiltà occidentale, per servire da esempio.

Voi vivete come se tutto non fosse vero!

 


30 agosto 2021

In questo tempo la Mia sofferenza è grande. Oh, se solo poteste vedere la fine. È vicina, è così vicina ma voi vivete come se non fosse vero, disprezzate ciò che Noi vi diciamo, che vi mostriamo e vivete come se nuovamente tutto “continuasse” ma così non sarà.

Figli, svegliatevi, siete più vicino alla fine di quanto crediate, - di quanto siate disposti a credere-. Riconoscete i segni dei tempi e pregate.

 A chi non Mi ascolta, a chi non Mi conosce per QUELLO che IO SONO, presto verranno aperti gli occhi, ma per moltissimi di voi allora sarà già troppo tardi.

Non giudicate, perché non ne avete il diritto!

Non condannate perché non conoscete la verità!

Restate piccoli e fedeli a Me, il vostro Gesù in agonia, perché solo chi è completamente con Me sarà preservato da smarrimento e confusione.

A chi invece preferisce seguire gli ultimi arrivati sia detto: non potete servire due padroni, ed è quello che fate se ascoltate quelli/o quello che dice di venire nel Mio Nome.

Scegliete bene, figli Miei, perché solo Io, il vostro Gesù sono il vostro Salvatore chi invece dice di fare il bene nel Mio Nome non vi porta a Me. Egli ha fatto un patto con il maligno, il diavolo, e vi porta alla rovina. Restate vigili perché colui che dice di venire in Mio Nome è inviato dal diavolo ed egli ruberà la vostra anima se continuate a seguire lui e gli ultimi arrivati.

Vi amo molto. Restate vigili e fedeli a Me.

Il vostro Gesù in agonia.

Io soffro moltissimo per tutti i figli smarriti. Pregate per loro, in modo che anche loro giungano (di nuovo) a Me perché hanno smarrito la via che porta a Me e si smarriscono e si intrappolano sempre più nella rete di bugie del maligno.

Io vi amo. Restate fedeli e abbandonati sempre a Me. Ora solo Io, il vostro Gesù vi guido e guiderò sempre. Chi non è con Me avrà difficoltà. Il suo risveglio sarà terribile, perché non Mi ha ascoltato e ha preferito le voci terrene alla Mia. Amen. Tutto è detto. Amen.

Il Santo Bonaventura:

La fine si avvicina. Vedete i segni. Amen


Esso si trova anche nei vostri dispositivi -del nuovo tempo.

Tutti i chip lo hanno in sé, sono muniti di esso.

L’ Importante è che VOI NON LO PRENDIATE! Ciò vuol dire: non dovete portarlo dentro di voi perché altrimenti andate perduti nelle grinfie del maligno.

Il Nome del Signore, Dio il Nostro Creatore è “scolpito”, stampato in voi.

Chi assume il marchio della bestia appartiene al diavolo. Guardatevi da questi impianti, perché chi porta in sé il suo marchio, sarà suo schiavo per sempre. Amen.

LA MISSIONE DELLA VERGINE SANTISSIMA. LA SUA PERPETUA, PERFETTA, DIVINA VERGINITÀ

 


Nel parlare della Missione della nostra Mamma è necessario tracciare un quadro  complessivo di chi è la SS. Vergine. La Chiesa esprime la sua testimonianza su Maria nei  dogmi e nelle altre verità relative alla sua Missione e che esprimono il suo rapporto con  Dio, e quelle relative all’ufficio che deriva dalla Missione di Madre del Redentore e che  esprimono il suo rapporto con tutti gli uomini, con  tutti  i  popoli. 

Le verità su Maria che riguardano la sua Missione ed esprimono il suo rapporto con  Dio  sono quattro dogmi di Fede:  

1°, La sua MATERNITÀ DIVINA verso il Verbo Incarnato: “Maria, Madre di Dio”.  Questa verità fu evidenziata come conseguenza della consapevolezza di Chi è Gesù Cristo:  vero Dio (natura Divina) e vero uomo (natura umana) in una medesima ed unica Persona  Divina. Non è una maternità qualunque, per il fatto che Lei è un essere umano: è Maternità  Divina perché il frutto del suo grembo è il Figlio di Dio fattosi Uomo, che è Persona  Divina, allo stesso modo che, se per esempio “Antonio è ingegnere”, la madre di Antonio  è “la madre dell’ingegnere”. Quindi, se Gesù Cristo è Dio, sua Madre è pertanto “la  Madre di Dio”. 

E poi, che Gli ha dato? L’anima, forse? No, soltanto il necessario per incarnarsi, per  avere un corpo: Gli ha dato il sangue. Il Sangue di Gesù, Egli lo ha ricevuto al 100% da sua  Madre, non la metà, come avviene in noi, perché Maria è sua Madre e al tempo stesso è la  sempre Vergine.  

Questa prima verità fu proclamata dogma ufficiale della Chiesa nel Concilio di Efeso,  nell’anno 431, nel V secolo, ma la coscienza dei fedeli la sentiva vera fin dall’inizio. È la  sapienza del cuore dei fedeli, nei quali è presente lo Spirito Santo, come ha ricordato il  Concilio. 

2°, La sua VERGINITÀ PERPETUA, perfetta, divina, prima del parto, nel parto e  dopo il parto (dichiarata nel Concilio Lateranense, nell’anno 649). È la conseguenza della  sua Missione di essere la Madre di Dio.  

3°, La sua IMMACOLATA CONCEZIONE (Anno 1854 – Dogma preceduto e  preparato dalle apparizioni della Medaglia Miracolosa nella Rue du Bac, a Parigi, nel 1830,  e confermato da quelle di Lourdes, nel 1858). È la condizione necessaria per la Maternità  Divina; è come il suo prologo.  

4°, La sua ASSUNZIONE in Cielo, in Anima e Corpo glorificato (Anno 1950 –  Dogma preceduto e annunciato dalle apparizioni alle Tre Fontane, a Roma, nel 1947): è la conseguenza di essere l’Immacolata e di essere quindi esente dalle conseguenze del  peccato, quindi dal castigo della morte, dovuto al peccato originale.   

E ci sono altre verità che riguardano il suo ufficio di Madre del Redentore nel suo  rapporto con gli uomini redenti, cioè, in che consiste essere la nostra Madre nell’ordine  della Grazia. Esse costituiscono ciò che un giorno sarà il quinto ed ultimo dogma, che  completerà la figura di Maria agli occhi della Chiesa:  

5°,  Maria  CORREDENTRICE,  MEDIATRICE  e  AVVOCATA   

Questa triplice verità, che riguarda la Maternità di Maria verso tutti gli uomini redenti,  non è ancora proclamata ufficialmente nella Chiesa. Questo dogma futuro è stato preceduto  e annunciato dalle apparizioni della Signora di tutti i Popoli, ad Amsterdam, dal 1945 al  1959, e la sua proclamazione sarà l’essenza del Trionfo del Cuore Immacolato di Maria,  annunciato fin dalle apparizioni di Fatima, nel 1917.   

In questa conferenza consideriamo specialmente il dogma della VERGINITÀ perpetua,  perfetta, divina di Maria, come lo è la sua MATERNITÀ, della quale si è parlato in questo  ritiro.  

Tutte le azioni di Gesù, Uomo-Dio, sono umano-divine; e così anche la Maternità di  Maria e la sua Verginità. Sono due verità che si richiamano a vicenda, perché la Maternità  di Maria è (mi sia permesso dirlo) il “trapianto”, lo “sdoppiamento” in una creatura della  Fecondità verginale del Padre, la sua Divina Paternità. Così lo esprime il Signore in un  brano del 14 Aprile 1923: 

“Per poter elevare una creatura a concepire un Uomo e Dio, dovetti accentrare in  Lei tutti i beni possibili ed immaginabili, dovetti elevarla tanto da mettere in Lei il  germe della stessa Fecondità Paterna, e come il mio Celeste Padre mi generò vergine  nel suo seno col germe verginale della sua Fecondità eterna, senza opera di donna,  ed in questo stesso germe procedette lo Spirito Santo, così la mia Celeste Mamma,  con questo germe eterno, tutto verginale, della Fecondità Paterna, mi concepì nel suo  seno vergine, senza opera di uomo. La Trinità Sacrosanta dovette dare del suo a  questa Vergine divina, per poter concepire Me, Figlio di Dio. Mai la mia Santa  Mamma avrebbe potuto concepirmi, non avendo Lei nessun germe. Ora, siccome Lei  era della razza umana, questo germe della Fecondità eterna le diede virtù di  concepirlo uomo e, siccome il germe era divino, nel medesimo tempo mi concepì Dio.  E siccome, nel generarmi il Padre, nel medesimo tempo procedette lo Spirito Santo,  così, nel medesimo tempo che fui generato nel seno della mia Mamma, procedette la  generazione delle anime. Sicché tutto ciò che ab eterno successe alla SS. Trinità in  Cielo, si ripete nel seno della cara Mamma mia”. 

Questo brano è “da vertigine”. Dobbiamo ricordare ancora il passo di Lc 11,27-28: 

“Beato il grembo che Ti ha portato e il seno che Ti ha allattato!” Ma Gesù disse: “Beati  piuttosto coloro che ascoltano la Parola di Dio e la osservano”. Vuol dire che, in fin dei conti, concepire e dare alla luce in modo verginale lo avrebbe potuto fare qualsiasi donna,  per un intervento straordinario di Dio; non era questo ciò che caratterizza la SS. Vergine e  la rende unica agli occhi di suo Figlio. Doveva avere la stessa Vita di Dio, la sorgente della  sua Vita, che è la Divina Volontà, e la sua caratteristica, la Fecondità verginale del Padre,  perché il Figlio suo doveva essere il Figlio di Dio. 

Già questo ci porta ad una differenza immensa tra la Verginità di Maria e la verginità di  una qualsiasi creatura, ragazza o donna che sia.  

Per questo Gesù dice nel brano del 20 Aprile 1923:  

“Figlia carissima al mio supremo Volere, è mio solito di fare le mie opere più  grandi in anime vergini e sconosciute; e non solo vergini di natura, ma vergini di  affetti, di cuore, di pensieri, perché la vera verginità è l’ombra divina, ed Io solo alla  mia ombra posso fecondare le mie opere più grandi. Anche ai tempi in cui venni a  redimere c’erano i pontefici, le autorità, ma non andai da loro, perché l’ombra mia  non c’era. Perciò elessi una Vergine sconosciuta a tutti, ma ben nota a Me; e se la  vera verginità è l’ombra mia, l’eleggerla sconosciuta era la gelosia divina, che,  volendola tutta per Me, la rendeva sconosciuta a tutti gli altri. Ma con tutto ciò, che  questa Vergine celestiale fosse sconosciuta, Io mi feci conoscere, facendomi strada  per far conoscere a tutti la Redenzione. Quanto più grande è l’opera che voglio fare,  tanto più vado coprendo l’anima con la superficie delle cose più ordinarie”.   

E ancora più chiaro in questi altri due brani: “Figlia mia, tu devi sapere che la mia  Mamma Celeste potette concepire Me, Verbo Eterno, nel suo seno purissimo, perché  fece la Volontà di Dio come la faceva Dio. Tutte le altre prerogative che possedeva,  cioè, verginità, concepimento senza macchia originale, santità, mari di grazia che  possedeva, non erano mezzi sufficienti per poter concepire un Dio, perché tutte  queste prerogative non le davano né l’immensità, né l’onniveggenza per poter  concepire un Dio immenso e che tutto vede, e molto meno la fecondità per poterlo  concepire; insomma, sarebbe mancato il germe per la fecondità divina. Invece, col  possedere il Supremo Volere come vita propria e col fare la Volontà di Dio come la  faceva Dio, ricevette il germe della fecondità divina, e con esso l’immensità, l’onniveggenza. Perciò in modo connaturale potetti essere concepito in Lei; non mi mancava né l’immensità, né tutto ciò che all’Essere mio appartiene. (…) Questo fare la  Volontà di Dio come la fa Dio fu il punto più alto, più sostanzioso, più necessario per  la Mamma mia, per ottenere il sospirato Redentore. Tutte le altre prerogative furono  la parte superficiale, la decenza, il decoro che a Lei conveniva”. (31 Marzo 1926) 

“Dovendo Io, Verbo del Padre, scendere dal Cielo per incarnarmi nel seno di una  Vergine, non era sufficiente alla santità della mia Divinità la sola verginità e l’averla  fatta esente dalla macchia d’origine; perciò fu necessario al nostro amore e alla  nostra santità che questa Vergine prima fosse concepita in Me, con tutte quelle  prerogative, virtù e bellezza che doveva possedere la vita del Verbo Incarnato; perciò  poi potetti incarnarmi in chi era stata concepita in Me e trovai in Essa il mio Cielo, la  santità della mia vita, il mio stesso sangue che l’aveva generata ed innaffiata tante  volte, trovai la mia stessa Volontà che, comunicandole la sua fecondità divina, formò  la vita al Figlio suo e di Dio”. (8 Dicembre 1936) 

Perciò, lungi da noi immaginare –come purtroppo molti adesso fanno– Maria come “una ragazza”, simile a tutte le altre ragazze del suo popolo e del suo tempo, con gli stessi  sogni di tutte le ragazze (trovare un buon partito, formarsi una famiglia, ecc.), sogni  frantumati e sconvolti da un intervento di Dio, al quale Maria si sarebbe sottomessa  (...quasi quasi rassegnata). Lungi da noi! 

Per prima cosa, “una ragazza” non vuol dire necessariamente “una vergine”... E poi,  quale vergine! Vergine, come ha detto il Signore, di natura, di affetti, di cuore e di  pensieri (“non conosco uomo”, anche seera  già sposa di San Giuseppe!). E se Giuseppe  non fosse stato al corrente e non avesse condiviso in pieno, sarebbe stato un inganno, un  matrimonio invalido.  

Questo implica una decisione pienamente responsabile, un impegno di vita davanti a  Dio, quindi suggerito dallo stesso Dio. E lo implica in entrambi. Controcorrente, contro la  mentalità e il costume del loro popolo e del loro tempo. Loro non furono mai “una sola  carne”, ma “un solo spirito”. L’Angelo disse a Giuseppe di non temere di ricevere Maria, “sua Sposa”. Notiamo: “sposa”, non “moglie”. È evidente che vi era una chiamata “forte  e chiara” da parte di Dio. 

E da quando? Già sappiamo che Maria, essendo l’Immacolata, concepita senza ereditare il peccato originale come tutti gli altri e senza le sue conseguenze, anzi, concepita la  sua anima nel seno dell’Augusta Trinità, fu cosciente e responsabile fin dal primo istante  nel seno materno. E l’Amore Divino la inondò e Lei non conobbe altro Amore né seppe  amare con un diverso amore: 

 “La piccola Regina nell’atto di essere concepita incominciò la sua vita insieme  con la Divina Volontà e quindi insieme col suo Creatore, onde sentiva tutta la forza,  l’immensità, la foga dell’Amor divino, ed era tanta che si sentiva sperduta, affogata  d’amore, che non sapeva fare altro che amare Colui che tanto l’amava. Si sentiva  amata, ma tanto, fino a darle Dio la sua Volontà in suo potere, da tenerla come vita  propria, il che si può chiamare il più grande amor di Dio, l’amore più eroico, l’amore  che solo può dire: «non ho più che darti, tutto ti ho dato». E la piccola Regina si  serviva di questa vita per amarlo per quanto era amata, non perdeva un istante  senza amarlo e cercava di pareggiarlo nell’amarlo”. (12 Aprile 1935) 

È per questo Amore Divino che Maria non volle mai conoscere la sua volontà e fin dal  primo istante la consegnò definitivamente a Dio. Come avrebbe potuto “conoscere uomo”  se nemmeno conobbe se stessa? 

“Oh, come compresi bene l’offesa grave che si fa a Dio e i mali che piovono sulla  creatura! Ebbi tale orrore e paura di fare la mia volontà, e giustamente temevo,  perché anche Adamo fu creato da Dio innocente, eppure col fare la sua volontà, in  quanti mali non piombò lui e tutte le generazioni? Perciò Io, la Mamma tua, presa da  terrore, e più dall’amore verso il mio Creatore, giurai di non fare mai la mia volontà  e, per essere più sicura ed attestare maggiormente il mio sacrificio a Colui che tanti  mari mi aveva dato di grazie e privilegi, presi questa mia volontà umana e la legai ai  piedi del trono divino, in omaggio continuo d’amore e di sacrificio, giurando di non  servirmi mai, anche per un istante solo della mia vita, della mia volontà, ma sempre  di Quella di Dio”.  (La Vergine Maria nel Regno della D. Volontà, 5° giorno) 

Ma questo amore assoluto a Dio, che era l’Amore stesso di Dio in Maria, abbracciava  con Dio tutte le creature (la Volontà Divina la rendeva immensa, consapevole e ardente  nell’amore); perciò fin da quel primo istante Lei incominciò ad amare ognuno di noi con  cuore di Madre:  

“Ora, figlia mia carissima, tu devi sapere che  come il FIAT Divino mi fece prendere   possesso di tutto, mi sentii posseditrice di tutto e di tutti. La Divina Volontà, con la  sua potenza, immensità ed onniveggenza, racchiudeva nell’anima mia tutte le  creature, ed Io sentivo un posticino nel mio Cuore materno per ciascuna di esse. Da  che fui concepita Io ti portai nel mio Cuore, ed oh, quanto ti amai e ti amo! Ti amai  tanto che ti feci da Madre presso Dio”. (ibid, 6° giorno) 

“…A te, che possiedi il nostro FIAT, è dato di poter comprendere [il Nostro dolore e il  gran male dell’uomo] e perciò, come a Segretaria nostra, vogliamo svelarti i nostri  segreti e mettere nelle tue mani lo scettro del comando, affinché domini ed imperi su  tutto, ed il tuo dominio vinca Dio e l’uomo e Ce li porti come figli rigenerati nel tuo  materno Cuore”. Chi può dirti, figlia cara, che sentì il mio Cuore da questo parlare  divino? S’aprì in me una vena d’intenso dolore e mi proposi, anche a costo della mia  vita, vincere Dio e la creatura e unirli insieme”.  (ibid, 7° giorno) 

Questo è il vero e reale motivo della decisione di Maria: impegnare tutta la sua vita per  ottenere la riconciliazione tra Dio e le creature. La sua Verginità coincide per tanto con la  sua Maternità, con il suo Amore umano-divino di Madre. Non un motivo negativo (non  voler “conoscere uomo”), ma immensamente positivo (l’amore a Dio e a tutte le creature  con l’Amore stesso di Dio). L’unica cosa che la Vergine ignorava è che proprio Lei   doveva essere la Madre del Messia: 

“E senza sapere allora che Io dovevo essere la Madre del Verbo Divino, Io sentivo  in me la doppia maternità, maternità per Dio, per difendere i suoi giusti diritti;  maternità per le creature, per metterle in salvo. Mi sentivo Madre di tutti. Il Volere  Divino che regnava in me, che non sa fare opere isolate, mi portava in me Dio e tutte  le creature, di tutti i secoli. Nel mio materno Cuore sentivo il mio Dio offeso, che  voleva essere soddisfatto, e sentivo le creature sotto l’impero della Giustizia divina.  Oh, quante lacrime versai! Volevo far scendere le lacrime mie in ogni cuore, per far  sentire a tutti la mia maternità tutta d’amore. Piansi per te e per tutti, figlia mia”. (ibid, 8° giorno) 

“Io continuavo la mia vita nel Tempio e le mie scappatine lassù nella mia Patria  Celeste. Io avevo i miei diritti di figlia, di fare le mie visitine alla mia Famiglia Divina,  che più che padre mi apparteneva; ma quale non fu la mia sorpresa, quando in una  di queste mie visite mi fecero conoscere che era loro Volontà che uscissi dal Tempio,  con unirmi prima con vincolo di sposalizio, secondo l’uso esterno di quei tempi, con  un uomo santo chiamato Giuseppe, e ritirarmi insieme con lui a vivere nella casa di  Nazaret?  

Figlia mia, in questo passo della mia vita, apparentemente parve che Dio voleva  mettermi in cimento. Io non avevo amato mai nessuno al mondo,1 e siccome la  Volontà Divina teneva la sua estensione in tutto l’essere mio, la mia volontà umana  non ebbe mai un atto di vita, quindi in me mancava il germe dell’amore umano: come  potevo amare un uomo per quanto gran santo fosse, nell’ordine umano? È vero che  Io amavo tutti, ed era tanto l’amore verso tutti, che il mio amore di Madre me li aveva  scritto con caratteri di fuoco incancellabili, uno per uno, nel mio materno Cuore, ma ciò era tutto nell’ordine d’amore divino, perché l’amore umano paragonato al divino  si può chiamare ombra, sfumatura, atomi d’amore. Eppure, figlia cara, di ciò che  apparentemente parve cimento e come strano alla santità della mia vita, Dio se ne  servì mirabilmente per compiere i suoi disegni e concedermi la grazia che Io tanto  sospiravo, cioè che scendesse il Verbo sulla terra. Dio mi dava la salvaguardia, la  difesa, l’aiuto, affinché nessuno potesse parlare sul conto mio, sulla mia onestà. San  Giuseppe doveva essere il cooperatore, il tutore che doveva prendere interesse di  quel poco d’umano che bisognava e l’ombra della Paternità Celeste, in cui doveva  essere formata la nostra piccola famiglia celeste sulla terra. Onde, ad onta della mia  sorpresa, dissi subito FIAT, sapendo che la Divina Volontà non mi avrebbe fatto male,  né pregiudicato alla mia santità. Oh, se avessi voluto mettere un atto di mia volontà  umana, anche sotto l’aspetto di non voler conoscere uomo, avrei mandato in rovina i  piani della venuta del Verbo sulla terra! Quindi, non è la diversità degli stati [di vita] che pregiudica la santità, ma la mancanza della Divina Volontà e il non compimento  dei propri doveri nello stato in cui Dio chiama la creatura. Tutti gli stati sono santi,  anche il matrimonio, purché dentro ci sia la Divina Volontà e il sacrificio esatto dei  propri doveri, ma la maggior parte sono indolenti e pigri e, non solo non si fanno  santi, ma formano dello stato di ciascuno, chi un purgatorio e chi un inferno. Onde,  come conobbi che dovevo uscire dal Tempio, Io non feci motto a nessuno, aspettando  che Dio stesso movesse le circostanze esterne per farmi compiere la sua adorabile  Volontà, come difatti avvenne. I superiori del Tempio mi chiamarono e mi dissero che  era volontà loro e anche l’uso di quei tempi, che Io dovessi prepararmi allo  sposalizio; Io accettai. Miracolosamente, la scelta fra tanti cadde su San Giuseppe e  così si formò lo sposalizio e uscii dal Tempio” . (ibid, 17° giorno) 

La Verginità di Maria, che è –come abbiamo visto– inseparabile dalla sua missione di  Madre di Dio, non riguarda soltanto il Concepimento del Verbo nel suo seno (perché non  riguarda solo la sua condizione fisica), ma è gloria di Maria nella Nascita di Gesù. Vergine  lo concepì, vergine lo diede alla luce. “Luce da luce”. Questa affermazione della Chiesa  nel Credo realmente si deve applicare a Cristo non solo nella sua Divinità, ma anche nella  sua Umanità. Basta pensare alla sua Trasfigurazione. Ebbene, il mistero della sua Nascita  avvenne in una trasfigurazione della Madre in luce purissima, dalla quale “scaturì” un’altra  Luce ancora più potente, tornando poi allo stato naturale...  

Lo leggiamo nel brano del 25 Dicembre 1900:  

“Trovandomi nel solito mio stato, mi sono sentita fuori di me stessa e dopo aver  girato mi sono trovata dentro di una spelonca e ho visto la Regina Mamma, che stava  nell’atto di dare alla luce il Bambinello Gesù. Che stupendo prodigio! Mi pareva che  tanto la Madre quanto il Figlio fossero trasmutati in luce purissima, ma in quella luce  si scorgeva benissimo la natura umana di Gesù che conteneva in sé la Divinità, che  gli serviva come di velo per coprire la Divinità, in modo che squarciando il velo della  natura umana era Dio, e coperto con quel velo era uomo; ed ecco il prodigio dei  prodigi: Dio e uomo, uomo e Dio, che senza lasciare il Padre e lo Spirito Santo viene  ad abitare con noi e prende carne umana, perché il vero amore non si disunisce  giammai.  

Ora, mi è parso che la Madre e il Figlio in quel felicissimo istante sono rimasti  come spiritualizzati, e senza il minimo intoppo Gesù è uscito dal seno materno,  traboccando entrambi in un eccesso d’amore, ossia, trasformati in Luce quei  santissimi corpi, senza il minimo impedimento Gesù Luce è uscito da dentro la luce della Madre, restando sano e intatto sia l’Uno che l’Altra, ritornando poi allo stato  naturale 2.  

Ma chi può dire la bellezza del Bambinello, che in quel momento dal suo nascere  trasfondeva anche esternamente i raggi della Divinità? Chi può dire la bellezza della  Madre, che ne restava tutta assorbita in quei raggi divini?  

E San Giuseppe? Mi pareva che non fosse presente nell’atto del parto, ma che se  ne stava in un altro cantone della spelonca, tutto assorto in quel profondo Mistero, e  se non vide con gli occhi del corpo, vide benissimo con gli occhi dell’anima, perché se  ne stava rapito in estasi sublime…”  

Che dire allora di certi film dove nella scena della Nascita di Gesù presentano la  Vergine nei contorcimenti e nelle doglie del parto, come qualsiasi parto? Che ignorano la  verità dogmatica proclamata dalla Chiesa: “Maria Vergine, prima del parto, nel parto e  dopo il parto”.  

Come l’Immacolata esperimentò tutta l’amarezza e il dolore della morte, non alla fine  della sua vita, ma stando in piedi sotto la Croce del Figlio, così la Vergine esperimentò  tutta l’angoscia e le doglie del parto quando diede alla luce noi, la Chiesa, il Corpo  Mistico di suo Figlio, stando sotto la Croce. A questo si riferiva Gesù nell’ultima Cena,  quando disse: “La Donna (occorrerebbe scrivere questo titolo con maiuscolo!) quando  partorisce, è nel dolore, perché è giunta la sua ora (che era la stessa “ora” di suo Figlio!);  ma quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più dell’afflizione per la gioia che  è venuto al mondo un uomo”  (Gv 16,21). 

Noi ci avviciniamo con infinito rispetto al Mistero della Maternità Divina e verginale  della Donna unica, che solo per amore è diventata la Madre di Dio e la Mamma nostra, per  dare gloria a Dio per così immenso prodigio, per ringraziarlo e ringraziare la Vergine della  sua fedeltà ed eroismo, per chiedere che ci rivesta della sua purezza e ci inondi del suo  amore, e se occorre, per difendere il suo onore, la verità e il diritto di Dio in Lei.  

P. Pablo Martín 

MORTE AL CLERICALISMO o RISURREZIONE DEL SACRIFICIO UMANO

 


CAPITOLO XVI 


EUROPA. 

I. 

I privilegi di cui godevano i Druidi, atti­ravano loro una infinità di discepoli che veni­vano da tutte parti. Gli uni erano mandati da9 genitori; gli altri venivano da per loro stessi.  Tutti, durante i loro studii, menavano una vita  separata dal mondo; perchè i Druidi tenevano  le loro scuole, e dimoravano nelle foreste di  quercie, e qualche volta negli antri. 

IL 

II loro insegnamento religioso .consisteva  in quattro punti principali: l'adorazione degli  dèi, l'immortalità dell'anima, il divieto di far  male ad alcuno, e l'obbligo d'essere coraggiosi.  Quanto alle dottrine umane, insegnavano la me­dicina, l'astronomia, il corso della luna, e in­segnavano a conoscere dal moto degli astri la  volontà degli dèi. 

La dottrina dell' immortalità dell' anima faceva che i Galli, in bruciare i loro morti, mettessero nel rogo o nell'urna funerea, un  conto esatto degli affari del defunto, affinchè  sen potesse servire per essere più felice nel  cielo, o meno infelice nell'inferno. Era anche  una costumanza assai ordinaria fra essi quella  di prestarsi l'argento in questo mondo, con ob­bligazione di restituirlo nell'altro. Di più scriveano lettere ai morti, convinti che i defunti le  avrebbero lette nei loro ozii. 

III. 

Le loro lezioni, come quelle de'Germani,  consistevano principalmente nel fare imparare  a memoria ai loro discepoli una gran quantità  di versi senza scriverli. Ciò richiedeva molto tem­po, e non si permetteva di mettere in iscritto  alcuna cosa. Cosi alcuni de'loro discepoli pas­savano sino a venti anni, occupati unicamente  in questo genere di studii. 

« Io credo, dice Cesare, che essi proibiscano di scrivere per due ragioni; la prima, affinchè  la loro dottrina non fosse conosciuta da nessuno,  e sembrasse più misteriosa. La seconda, affinchè  coloro che sono obbligati ad apprendere questi  versi, non avendo l'aiuto dei libri, siano più  solleciti nel coltivare la loro memoria. » 

IV. 

Oltre alcune verità apprese dalla tradizione,  i Druidi insegnavano delle superstizioni, che  avea comunicato loro il padre della menzo­gna. Ne riferiamo qui due ridicole e celebri si  l'una che l'altra. I Galli si servivano della ver­bena per trarre le sorti e formare i responsi.  I Druidi erano pressoché pazzi per quest'erba.  Pretendevano che stropicciandosela addosso, si  ottenesse tutto ciò che si voleva, che fugasse  le febbri, riconciliasse i nemici, e guarisse ogni  sorta di malattie. 

Ma bisogna coglierla nel momento della  canicola, avanti il levar del sole e della luna,  e dopo aver offerto alla terra fave e miele in  sacrificio espiatorio. Bisognava nel coglierla sca­var la terra all'intorno con un coltello nella  mano sinistra, facendo saltare la terra per aria;  quindi far seccare all'ombra stelo, foglie e ra­dica, separatamente. 

V. 

Questo relativamente alle guarigioni. Quan­to poi al successo degli affari, i Druidi vanta­vano soprattutto una specie d'uovo, conosciuto  da essi soli e da'loro iniziati. Quest'uovo, dicevano, era formato da una quantità prodigiosa  di serpenti, i quali vi deponevan sopra della bava  e della schiuma che usciva loro dal corpo. Gli  si dava perciò il nome d'anguinum. 

Al sibilo dei serpenti, l'uovo si sollevava  in aria, e bisognava raccoglierlo per aria, per  timore che non cadesse a terra. Quegli che aveva  avuto il bene di raccoglierlo, dovea prender  tosto un cavallo e fuggire, perciocché i serpenti  correvano tutti dietro a lui, fino a che fossero  arrestati da una fiumana che loro impedisse il  cammino. 

VI. 

Per farlo valere sempre più, i Druidi dice­vano che bisognava raccoglierlo in un dato  giorno della luna. Colui che avea la gran for­tuna di soddisfare a tutte queste condizioni,  era sicuro di vincere in tutte le liti, e d'aver  sempre libero l'accesso ai re. 

Il demonio, sempre geloso di farsi onorare  nel serpente, avea, pare incredibile, messo in  voga questa superstizione, e le aveva conciliato  credenza. « L'è una superstizione sì grande, dice  Plinio il naturalista, che l'imperatore Claudio  fe' morire un cavaliere romano del Delfinato,  solo perchè portava uno di questi uovi in seno  per vincere una causa. » 

VII. 

Ogni anno i Druidi tenevano un' assemblea  generale in un luogo sacro del paese di Chartres, il qual luogo era un'immensa ed oscura  foresta di quercie. I Galli vi si portavano da  tutte le provincie, per sottometter le loro liti  ai Druidi che le giudicavano senza appello.  Siccome Dio ha lasciato sempre qualche testimo­nianza di se, i Druidi furono alcune volte quel che  eran le Sibille dell'Oriente: annunziarono cioè  alcuni dei grandi misteri dell'avvenire. È più  che probabile aver essi in una di queste riunio­ni generali in mezzo alle oscure foreste di Chartres, che fu come il lor quartier generale, an­nunziato il divin parto della santissima Vergine.  E infatti tra que' boschi famosi, fu trovata la  celebre iscrizione: « Virginiparittirae, Druides:  Alla Vergine che dee partorire, i Druidi. » 

Vili. 

Nelle Gallie, non eranvi solo i Druidi, vi  erano anche le Druidesse. Queste vergini o donne  ammaestrate dai Druidi, partecipavano alla loro  autorità religiosa e civile, e davano de'responsi.  Più ancora degli uomini, sottoposte all'influenza  del demonio, facevano cose straordinarie, che  non si possono negare senza negar la storia. 

V'erano tre sorte di Druidesse : le une custo­divano sempre la verginità, come quelle dell'  isola di Sain sulle coste della Brettagna; altre  sebbene maritate, erano obbligate alla conti­nenza ed a restar sempre nei templi, al cui  servizio erano addette. Quelle della terza classe  non si separavano affatto dai loro mariti, alle­vavano i loro figliuoli, ed attendevano agli af­fari della famiglia. 

IX. 

Secondo che rapporta Tacito,1 i Germani cre­devano che le giovani della loro nazione fossero  dotate di santità e di conoscere l'avvenire. I Galli  avevano la stessa opinione rispetto alle loro. Di qui  l'immensa autorità, onde godevano le Druides­se. Fuvvi un tempo, anteriore alla conquista ro­ mana, in cui le Druidesse decidevan della pace  e della guerra, e dei più importanti affari dello  Stato. Godevano ancora di questo potere sovrano,  e rendevano la giustizia, allorché Annibale passò  le Alpi, per portar la guerra in Italia. 

X. 

Uno degli articoli dell'alleanza conchiusa tra lui e i Galli era, che se un Gallo avesse  da lagnarsi d'un Cartaginese, il Gallo porterebbe la  sua lagnanza davanti ai magistrati che il senato  di Cartagine avrebbe stabiliti in Ispagna; ed al­lorché un Gallo arrecasse qualche torto a un  Cartaginese, la causa sarebbe portata davanti  al tribunale delle donne dei Galli. 

La reputazione delle Druidesse non era punto ristretta ne'confini della Gallia; essa si  estendeva dappertutto e facea sì che le Drui­desse rappresentassero una grande figura nel  mondo. Tutti premurosamente le consultavano,  e teneano per oracoli le loro decisioni. 

XI. 

Sacerdotesse degli idoli, le Druidesse ave­vano il dritto d'offrire sacrifici, ed oimè! offri­vano sacrifi ci i umani. Vestite d'una tunica bianca,  che attaccavan con borchie, e stringevan con una  cintura di rame, co'pie scalzi accompagnavano  gli armati al combattimento. Appena i Galli  avevan fatti dei prigionieri, esse attraversavano  l'armata, con alla mano una spada snudata,  volavano addosso ai prigionieri, li gittavano a  terra, li strascinavano a un labrum, che era una  vasca della capacità di venti anfore. Vicino al labrum era un rialto, sul quale montava la Druidessa sacrificatrice; immergeva un coltello  nella gola di ciascuna vittima, e toglieva i suoi  auguri dal sangue che colava nel labrum. A mi­sura che scannava quegl' infelici, altre Druidesse  gli afferravano, gli sparavano, frugavano nelle  loro viscere, e ne ricavavan predizioni sugli affari  della nazione. 

XII. 

Le Druidesse eran vere maliarde, la cui gene­razione s'è perpetuala lungo tempo nelle Gallie.  Bisogna rimontare ad esse per trovar 1' origine  di quelle assemblee notturne, a cielo scoperto,  presiedute dal demonio, il cui spirito di lussuria  si pasceva di abominazioni tali da far impallidir  la luna. 

Un dotto canonista del dodicesimo e tredi­cesimo secolo, Burchard, riferisce i numerosi  decreti che eransi fatti sino a'suoi giorni, per con­dannar queste assemblee notturne. Quindi si leva  con energia contro le donne del suo tempo, tratte dai demonii, trasformati in uomini, daemonum turba, in similitudinem hominum transformata, i quali entravano in società con tutte  le femmine disposte a seguirli. 

« Demonii e donne, die' egli, sen vanno durante la notte a cavallo a far grandi corse neir aria, avendo alla lor testa Diana, da cui  bisogna dipendano senza riserva, obbedendole  ciecamente. La frotta o società appellasi Olila. 

Le donne tuttora coricate al fianco dei mariti,  escono à porte chiuse, si sollevali nelle nuvole,  attraversano  l'aria, uccidono senza arma visi­bile uomini battezzati e riscattati dal sangue di  Gesù Cristo; fan cuocere le lor carni e le man­giano. Queste corse sono alcune volte intraprese  per combattere altre donne simili, e ferirsi scam­bievolmente. Del resto, esse affermano che non  possono dispensarsi dal trovarsi a queste assem­blee nel modo che è detto: Se affirmant neces­sario et exprecepto facere debere. » 

XIII. 

Alcuni statuti manoscritti dell' antico vesco­vado di Conserans, del tredicesimo o quattordice­simo secolo, fanno anche menzione delle femmine  che faceano il mestiere d'andare a cavallo durante  la notte con Diana, e facevano iscrivere i loro  nomi nel catalogo di tutte quelle del loro sesso,  le quali passavano per dee. 

XIV. 

Ecco l'origine delle Tregende, la cui realtà è messa fuor di dubbio, non solamente dalle co­ stituzioni dei nostri re, dalle testimonianze dei  teologi ; ma ancora dalle recenti opere de' si­ gnori de Mireville, Des Mousseux, Bizouard,  de Lancre, e particolarmente dal fatto giuridi­camente provato, che ha avuto luogo in Isvezia  alcuni anni sono. Se affermare non è provare,  anche negare non è rispondere ; e il negar senza  ragione è una stoltezza.1 

Monsignor Gaume

PREGHIERA ALLO SPIRITO SANTO

 


Vieni, o Spirito Santo: 

venga l’unione del Padre, 

il compiacimento del Verbo 

la gloria degli angeli. 

O Spirito di verità, 

premio dei santi, 

refrigerio delle anime, 

luce delle tenebre,  

ricchezza dei poveri, 

tesoro di quelli che amano, 

sazietà degli affamati, 

consolazione dei pellegrini. 

Vieni Tu, o Spirito, 

ristoro, 

gioia e nutrimento delle nostre anime. 

 Vieni Tu che, discendendo in Maria,  

hai fatto incarnare il Verbo, 

e fa’ in noi, per grazia,  

quello che hai fatto in lei 

per grazia e per natura.  

Vieni, Tu che sei nutrimento

 di ogni pensiero puro,  

fonte di ogni clemenza 

e sintesi di ogni trasparenza. 

Vieni, e consuma in noi 

tutto ciò che non ci permette 

di essere pienamente abitati da Te. 

 

Santa Maria Maddalena de’ Pazzi 

Venite nell’Arca del Cuore della Madre che è il Santo Amore

 


13 settembre 2021

Dio Padre

“Figli, non siate come quelli che ebbero difficoltà con la loro conversione e furono lasciati fuori dell’arca ad annegare nelle acque del diluvio. Venite nell’Arca del Cuore della Madre* che è il Santo Amore. In essa, permettetemi di guidarvi al Paradiso. Tutte le cose del mondo che di cui vi preoccupate passeranno presto. Quando vi troverete davanti a Mio Figlio** in giudizio*** dovrete avere le mani piene di buone azioni. La maggior parte non è pronta per il giudizio e non considerano mai come appariranno davanti a Mio Figlio. Ci sono molti che non credono neppure a Me o ai Miei Comandamenti****.”

“Pregate ogni giorno per le povere anime. Loro ricambieranno la vostra gentilezza pregando per le anime ‘perdute’ che vagano oggi nel mondo. Sanno come manipolare le circostanze nella vita dei non convertiti per portarli alla realtà della loro chiamata alla conversione.”

“Sapevo quando dettai i Miei Comandamenti che ci sarebbero stati miliardi di persone che non li avrebbero osservati.”

Leggi Filippesi 2:14-15+ Fate tutto senza mormorazioni e senza critiche, perché siate irreprensibili e semplici, figli di Dio immacolati in mezzo a una generazione perversa e degenere, nella quale dovete splendere come astri nel mondo.
*La Beata Vergine Maria.
** Nostro Signore e Salvatore, Gesù Cristo.
*** Vedi Giovanni 5:22.

Roma è piena di colpe e di nefandezze, commesse dai secolari e dai religiosi. Perversità e trame dei nemici della Chiesa

 


LA PASSIONE DELLA CHIESA NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA


Roma è piena di colpe e di nefandezze, commesse dai secolari e dai  religiosi. Perversità e trame dei nemici della Chiesa: 

…Il benedetto Gesù mi ha trasportata ad una città, dove erano tante le colpe che si  commettevano, che usciva come una nebbia densissima, puzzolente, che s’innalzava  verso il cielo; dal cielo scendeva un’altra nebbia folta e dentro vi stavano condensati  tanti castighi, che pareva che fossero bastanti a sterminare questa città, onde io ho  detto: “Signore, dove ci troviamo? Che parti sono queste?”  

E Lui: “Qui è Roma, dove sono tante le nefandezze che si commettono, non solo  dai secolari, ma anche dai religiosi, che meritano che questa nebbia li finisca di  accecare, meritandosi il loro sterminio”. 

In un istante ho visto il macello che ne succedeva, e pareva che il Vaticano ricevesse  parte delle scosse; non erano risparmiati neppure i sacerdoti. Perciò tutta costernata ho  detto: “Mio Signore, risparmia la tua prediletta città, tanti ministri tuoi, il Papa. Oh,  quanto volentieri ti offro me stessa a soffrire i loro tormenti, purché li risparmi”. (Vol.  4°, 10.10.1900) 

La battaglia continua 5 - IL TERREMOTO IN UMBRIA

 


Fu nel settembre 1997. Fu un altro “segno dei tempi” che ci fa ricordare l’invito al discernimento, come lo stesso Gesù ci invita a fare: «Ipocriti, l’aspetto della terra e del cielo sapete valutarlo e il tempo presente non sapete valutarlo. E perché da voi stessi non discernete ciò che è giusto?» (Lc.12,56-57). Quindi, valutiamo anche noi quei “segni” come “messaggi” dati da Dio ai suoi figli immemori di Lui. Ora, Dio permette il male fisico per trarne un bene morale maggiore, purché l’uomo collabori con Lui. Dio è giusto e usa la Sua giustizia in funzione della Sua misericordia. «Come figli vi tratta Dio. E qual è quel figlio che il padre non corregge?» (Ebr. 12,7). Solo quando l’uomo si ostina nel male (= peccato), la giustizia di Dio viene come “costretta” alla condanna, anche definitiva. «È terribile cadere nelle mani del Dio vivente!» (Ebr. 10,3). Certo, noi non diciamo che gli abitanti di Assisi fossero peggiori di tanti altri peccatori cristiani. «Credete che quei diciotto, sui quali cadde la torre di Siloe e li uccise, fossero colpevoli più di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, vi dico! Ma se non vi ravvedete, tutti perirete in modo simile!» (Lc. 13,4-5).

Quindi, questo terremoto ad Assisi va considerato come un “ammonimento” da parte di Dio. “Digitus Dei est hic!”. Riflettete: la terra di S. Francesco ha tremato, per la prima volta, il 26 settembre, vigilia del giorno dei santi Cosma e Damiano, il Santo della famosa chiesa di S. Damiano nella quale Francesco entrò a pregare, e dove sentì per tre volte una voce che gli diceva: «Francesco, va’ e ripara la mia casa che, come vedi, va tutta in rovina!» (cfr. leggenda major, c.11). Il poverello cominciò, allora, a restaurare quella chiesetta, simbolo della necessaria restaurazione della Chiesa. Anche quel giorno del 27 settembre 1997 cade in rovina la Basilica di S. Francesco e la stessa chiesetta di S. Damiano. Ora, osserviamo: nella Basilica Superiore sono crollate due vele: quella con l’affresco di S. Marco Evangelista e quella di S. Girolamo, il più grande esegeta dei Libri sacri e patrono dei biblisti. Perché?.. Io direi: perché l’evangelizzazione, oggi, è quasi agonizzante per quel diabolico “dialogo” che ha il “docete” di Gesù Cristo in conversazione da salotto e anche peggio! Entrambi i Santi degli affreschi crollati ci ricordano lo scadimento dello scadimento in cui è venuto, oggi, l’annuncio della “Parola” di Dio in cui manca, però, la linfa del soprannaturale, e questo nonostante il pullu lare, nelle librerie, di libri “esegetici” e nonostante i “corsi biblici” a cui partecipano anche gli atei. È il caso di ripensare a quello che già diceva S. Girolamo: «Poco vale leggere la Bibbia, se male la si inter preta», o addirittura la si mutila a proprio conto, sedotti dal metodo (ir)razionalista (a)critico, che rinnega, però, la Tradizione e il Magistero! «Guai a voi, dottori della legge, che vi siete impossessati della chiave della scienza!.. voi non vi siete entrati e avete impedito coloro che vi volevano entrare! » (Lc. 11,52). Proseguiamo nell’interpretazione dei “segni dei tempi”. Da quando (26 otto bre 1986) Giovanni Paolo II ha indetto l’incontro interreligioso delle false religioni, parificando, di fatto, tutte le credenze religiose, facendo degenerare l’ecumenismo in un sincretismo religioso, in un relativismo di spirituali, impregnate nella ricerca di una “pace” puramente terrena, così che DIO, quello UNO e TRINO, fu l’unico Assente da quelle diaboliche tavole rotonde, attorno alle quali si assisero persino gli “animisti”, non è da meravigliarsi che il VERO UNICO DIO abbia mostrato la Sua disapprovazione e colpisse il luogo di quell’incontro! Inoltre, si potrebbe vedere un’altra “disapprovazione” di DIO anche in quella sera di sabato dello stesso 27 settembre, nella quale, a Bologna, si teneva quell’indecorosa pagliacciata di canti e danze, a conclusione del presunto “Congresso Eucaristico Nazionale”, in cui, invece di una veglia di preghiere e digiuno, il cardinale Biffi aveva permesso che si organizzasse quella esibizione di cantanti rock, di vita tutt’altro che esemplare, e con musica che, certo, non serviva ad avvicinare le anime a Dio! Un’atmosfera di stadio, con urla e danze più o meno scomposte, che non permettevano né raccoglimento, né devozione, né preghiera, quanto meno l’adorazione che si doveva a Gesù-Eucaristico! Il cardinale di Bologna, cioè, non conosceva affatto l’insegnamento di Papa S. Martino I: «Il popolo deve essere istruito, non seguito»!.. Ergo, Papa, Cardinale e Vescovi avrebbero dovuto disertare da quella gazzarra indecorosa e indegna di un “Congresso Eucaristico”, e portarsi, invece, in quelle terre umbro-marchigiane a consolare quei poveri fedeli! Un’ultima riflessione: quelle “scosse” senza fine di un terremoto, un vero sciame sismico, e, in particolare, quella forte scossa del 3 ottobre, vigilia della festa di S. Francesco, patrono d’Italia, non avrebbero dovuto ispirare alla Gerarchia qualcosa d’altro che non l’impegno di scoprire le colpe dei cattolici del passato, più o meno inventate e certamente segno di ignoranza storica e di fede, chiedendo perdono a tutti, ignorando persino che le colpe e i meriti sono strettamente personali? E che senso possono avere queste richieste di perdono quando non sono fatte da chi ha offeso a chi è stato offeso?.. Sembrano, ormai, programmate come uno sport che attira applausi delle masse ignoranti, ben contente di vedere umiliata solo la Chiesa!

sac. dott. Luigi Villa 

È dovere di tutti rispettare i Miei Comandamenti per Amore

 


12 settembre 2021

Dio Padre

“Figli, non permettete alle preoccupazioni per il passato o per il futuro di sopraffare la grazia del momento presente. Il momento presente è pieno di tutta la grazia di cui avete bisogno per essere nella pace. Le preoccupazioni indeboliscono i vostri sforzi di preghiera e divorano la vostra fede. Non lasciatevi indebolire dall’interferenza di Satana sui Miei Piani per voi. Affidate tutte le cause delle preoccupazioni che Satana vi presenta alla Mia Divina Grazia e Provvidenza. Nessuno può gestire i problemi meglio di Me se Mi ascoltate.”

“Ci sono alcuni nel mondo oggi che, con buone intenzioni, alimentano il combustibile della paura. Non voglio che nessuno accetti questo spirito di paura. Se vi avverto di qualcosa, verrà da uno Spirito d’Amore – non dalla confusione della paura. Così vi ho impartito i Miei Comandamenti. È dovere di tutti rispettare i Miei Comandamenti per Amore. Questo è l’Amore che può trasformare i cuori e il mondo.”

“Non sprecate alcuna sofferenza sulla paura. Datela a Me con amore.”

“La prudenza – essere retti – non si basa sulla paura, ma sulla Santa Sapienza. La Sapienza è il frutto della Verità.”

Leggi 1 Giovanni 4:18+ Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il timore, perché il timore suppone un castigo e chi teme non è perfetto nell’amore.
Leggi La Sapienza di Salomone 7:7+ Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza; implorai e venne in me lo spirito della sapienza

Il Mistero dell’Iniquità

 


Il Mistero dell’Iniquità


Nota 470 (Continua)

L’11 settembre 2001, il vice presidente Cheney svolgeva le funzioni  di Comandante di Stato Maggiore Congiunto delle Forze Armate, visto  che il Presidente Bush si trovava in Florida per leggere una storiella agli  alunni di una scuola. Il 16 settembre, durante la trasmissione Meet the Press  [“Incontriamo la Stampa”] della NBC, Cheney fece capire chiaramente a Tim Russert e agli spettatori della NBC che si trovava ai comandi del  paese, il giorno in cui accaddero gli attacchi alle Torri Gemelle: “Ero nella  posizione di vedere tutto ciò che stava avvenendo, di ricevere i rapporti  e poi prendere le decisioni su come reagire a quelle minacce.” Cheney,  come chiarì successivamente il Segretario al trasporto Norman Mineta,  era sicuramente a conoscenza del fatto che, quando l’aereo si trovava a  sole cinquanta miglia di distanza, “Il numero due della Federal Aviation  Agency, Monte Belger” gli aveva confermato che quel velivolo era in realtà  un ‘diversivo’ – “‘i transponder sono stati disattivati, quindi non sappiamo  chi sia’…”.

Il Segretario Mineta testimoniò dinanzi alla Commissione sull’11  Settembre, che il vice presidente Dick Cheney si trovava nel PEOC (Il  Centro Presidenziale per le Operazioni d’Emergenza) quando un aereo  fu visto avvicinarsi minacciosamente a Washington, durante i minuti  immediatamente precedenti l’attacco al Pentagono. Mineta affermò che:  “Durante quei concitati momenti in cui l’aereo si stava dirigendo verso il  Pentagono, c’era questo giovane aiutante che entrava nella stanza e diceva  al vice presidente ‘l’aereo è a 50 miglia’ – ‘l’aereo è a 30 miglia’ eccetera.  Quando tornò per dire che l’aereo era a dieci miglia di distanza, il giovanotto  chiese al Vice Presidente ‘Gli ordini rimangono sempre gli stessi?’ ed il vice  presidente si girò di scatto, dicendogli ‘Certo che gli ordini rimangono gli  stessi! Ha forse sentito il contrario?’”. È ovvio che, dato il contesto e la  natura della situazione, la domanda dell’aiutante in questione e la risposta  di Cheney non potevano riferirsi ad un ipotetico ordine appena dato dal  Presidente Bush di abbattere gli aerei aggressori (il Presidente Bush,  infatti, era troppo impegnato a leggere una storiella agli scolari in Florida),  perché quella domanda si riferiva ad un ordine già dato in precedenza.  Si tratta infatti del fatidico ordine del 1 giugno 2001, secondo il quale  non bisognava abbattere nessun aereo senza l’esplicita autorizzazione  del Segretario alla Difesa. Quindi, se il presidente Bush avesse cambiato  quell’ordine, non sarebbe stato possibile che un simile ordine “rimanesse lo  stesso”; è quindi logicamente e grammaticalmente impossibile che quella  domanda si riferisse ad un nuovo ordine appena arrivato da Bush, perché  esso non avrebbe potuto “rimanere lo stesso”. Nella sua testimonianza, il  Segretario Mineta ammise che lì per lì non aveva compreso chiaramente il  contesto della risposta di Cheney alla domanda del suo aiutante, e che forse  colui che l’aveva posta (Lee Hamilton) aveva probabilmente capito male.  La Commissione sull’11 Settembre ha falsificato i resoconti dell’evento,  dichiarando che Cheney non arrivò al PEOC se non dopo che il Pentagono  era stato colpito.

Padre Paul Kramer

I SEGNI DEI TEMPI

 


Infine, la "storia della salvezza" dell'umanità sta per finire. Dalla caduta dell'uomo fino alla sua restaurazione attraverso l'opera redentrice di Gesù e la Sua prossima annunciata Seconda Venuta, sono passate diverse migliaia di anni, durante i quali l'umanità ha atteso la restaurazione finale da uno stato di corruzione e morte al suo stato originale di comunione e vita con Dio suo Creatore. 

Mai prima d'ora i segni della fine dei tempi sono stati più precisi e chiari; tuttavia, come alla prima venuta di Gesù, pochi erano e sono attualmente coloro che si renderanno conto dell'imminente venuta del Figlio dell'Uomo. 

Molto ha a che fare con questa svista, l'opera molto ben pianificata e sottile del nemico di Dio, che da qualche tempo manda e seduce molte sette (apparentemente buone, ma al servizio di Satana) per annunciare falsamente la sua seconda venuta con molta anticipazione, così che oggi questo annuncio è totalmente screditato e pochi credono che la seconda venuta del Figlio dell'uomo verrà. 

Questo ha fatto sì che la maggior parte della Chiesa cattolica, specialmente il clero, nel tentativo di differenziarsi dalle migliaia di sette apocalittiche menzognere e di contraddirle, abbia assunto un atteggiamento di totale indifferenza verso la seconda venuta di Gesù.  

Ma, anche con tutta questa confusione e indifferenza che Satana ha creato, le profezie che qualche tempo fa erano oscure e diffuse, sono diventate chiare e trasparenti alla comprensione di coloro che amano Dio. Con il passare del tempo, l'avanzamento della tecnologia e l'adempimento di molti segni dei tempi, ci ha messo in condizione di prevedere e dedurre ciò che accadrà all'umanità tra qualche anno ancora e così ciò che Dio disse al profeta Daniele diventa realtà: 

"Vai Daniele, perché queste cose sono chiuse e sigillate fino al tempo della fine..."  (Dan. 12,8). 

(Dan. 12:8) Questo significa che al tempo della fine, queste profezie saranno aperte per la comprensione e la salvezza di coloro che amano Dio e cercano la verità. 

Secondo le Sacre Scritture, poco prima della seconda venuta di Cristo ci saranno vari segni in cielo e sulla terra e ci saranno eventi (apparentemente normali) nella vita politica, economica, sociale e religiosa degli uomini, finalizzati al raggiungimento di un bene comune; ma che in realtà è solo un travestimento che verrà utilizzato dall'Anticristo presentato da Satana come un grande e carismatico leader politico; che in breve tempo riuscirà a dominare l'umanità e infine a proclamarsi Dio. 

La maggior parte delle nazioni della terra parteciperà a questi eventi. Israele, l'Egitto, le nazioni arabe, gli Stati Uniti d'America, l'Unione Europea, la Russia, saranno i principali protagonisti, compreso alla fine il gigante asiatico Cina. Quando tutte le nazioni ancora in piedi si riuniranno per fare guerra a Cristo, accusato di essere un intruso extraterrestre che ha osato venire sulla terra annunciandosi con grande maestà e gloria e con un grande segno nel firmamento. 

Questo evento della fine del tempo scritto nella Bibbia è rafforzato da altre profezie ed eventi contemporanei, che chiariscono e rafforzano le profezie descritte centinaia di anni fa.  

Ci sono anche una serie di segni e avvertimenti dati dalla Vergine Maria che la fine di questo sistema politico, sociale, economico e religioso sta per finire, per iniziarne uno nuovo sotto la guida e il regno di Gesù Cristo, che non solo regnerà con giustizia, ma l'umanità riacquisterà le sue condizioni e attributi perduti a causa del peccato. 

Scritto da padre Ernest Ben Odevecq