lunedì 21 agosto 2023

L’AUTORE DELLA VITA, TORNA A DONARVI LA VITA!

 


Carbonia 19.08.2023

L’Autore della Vita, torna a donarvi la vita!

L’Autore della Vita, torna a donarvi la vita!

  • Fuggite dalla morte o uomini,
  • tornate al Padre vostro che è nei Cieli.
  • Convertitevi ora, non c’è più tempo da perdere.
  • Il cielo, a breve, si rabbuierà e tutto sarà avvolto nella tenebra!
  • Il Demonio prenderà in sé molte anime, tutte quelle sprovvedute di Me,
  • …succederà all’improvviso!

Amate creature mie, è il Padre vostro che vi reclama a Sé:

  • la vostra vita è in pericolo;
  • non permettete a Satana di rubarvela.
  • Sto per intervenire:  questa sporca storia di peccato deve finire, …
  • Io sono pronto!
  • La mia Giustizia sarà grande.

Poveri uomini,

  • oh voi che non Mi ascoltate,
  • che ancora vi burlate di Me,
  • che disprezzate i miei profeti,
  • che offendete mia Madre,
  • ecco che in verità vi dico: il vostro sarcasmo è per finire.

La Vergine Santissima apparirà ancora per poco, dopo di che l’Inferno si scatenerà sulla Terra.

Uomini di poca fede,

  • dico a voi: convertitevi!
  • Il vostro Vero Dio vi richiamaa Sé:
  • non perdete questa occasione di salvezza!
  • Il tempo è finito: è giunta l’ora della Giustizia Divina.
  • Ravvedetevi o uomini,
  • prostratevi a Me,
  • chiedete il mio Perdono con vero pentimento di cuore.
  • Rinunciate a Satana, a tutte le sue seduzioni.
  • Ricoveratevi davanti a Gesù Crocifisso e supplicate Misericordia.

In Italia ci sarà una rivoluzione civile: questo porterà scompiglio e disastri.

Figli miei, oh voi che, con cuore fremente d’amore per Me, pregate incessantemente il Mio intervento,

  • ecco che i vostri occhi stanno per assistere alla mia Giustizia!
  • State sempre uniti a Maria, in preghiera del Santo Rosario, …
  • asciugate le sue lacrime!!!
  • Aiutateci a salvare anime.

Vi benedico.

Dio Padre, l’Onnipotente Jahwè.

“Tu vai. Capisc?”

 


A Francesco Briguori marinaio: “Tu vai. Capisc?” 

Enrichetta Spinelli testimoniò: “All’inizio degli anni Cinquanta mio fratello Francesco Briguori  fece il viaggio da Napoli a San Giovanni Rotondo per vedere Padre Pio. Egli si confessò da  Padre Pio e dopo la confessione gli disse che voleva arruolarsi nella Marina ma credeva che  non sarebbe stato accettato perché aveva un difetto al cuore. Padre Pio lo fissò con uno  sguardo penetrante e gli disse in dialetto napoletano: ‘Tu vai. Capisc?’ Al termine della  confessione Padre Pio chiese a mio fratello di pregare San Michele Arcangelo, ‘perché anche  tu ti chiami Michele.’ Il nome intero di mio fratello è Francesco Mario Michele Briguori. Mio  fratello fu colto completamente di sorpresa che Padre Pio conoscesse il suo nome, e diceva a  tutti: ‘Non riesco a crederci. Egli sapeva il mio nome.’   

Dopo questo fatto mio fratello fece la domanda di ammissione nella Marina. Il giorno che  doveva fare la visita medica c’erano un gran numero di ragazzi che dovevano essere visitati.  Quando il nome di mio fratello fu chiamato, gli dissero: ‘Tu vai.’ Le stesse parole che gli  aveva detto Padre Pio. Lo fecero andare davanti agli altri e fu accettato senza la visita medica.  Mio fratello ebbe una bella carriera nella Marina. Egli viaggiò in tante parti del mondo e non  cadde mai ammalato e non ebbe mai problemi di cuore.  

Mio fratello fece 82 anni nel 2007. Egli mi disse che finché sarà vivo non riuscirà mai a  dimenticare il modo come Padre Pio lo guardò, con i suoi begli occhi penetranti.” 100 

Giuseppe Caccioppoli 

Tutto dipende da Dio per l'ordine e l'armonia

 


L'UNIONE CON DIO

Se si tratta di creare l'armonia dell'ordine, la Provvidenza di Dio provvede immediatamente a tutto, fino nei minimi particolari.

Dall’infinitamente grande all’infinitamente piccolo, nulla può sfuggire all'eterna provvidenza di Dio; nulla le si sottrae, sia nelle opere della natura, come negli atti della libertà, come anche nelle opere del caso o fatalità, o in ciò che è stato voluto da essa.

Non solo, ma è impossibile a Dio fare alcuna cosa che non cada sotto il dominio della sua provvidenza, come non può fare nulla che non sia sottomesso alla sua azione.

S. Alberto Magno


PREGHIERA A SAN GIUSEPPE

 


Gloriosissimo patriarca San Giuseppe, alla tua potente intercessione raccomando il riposo e la pace eterna di tutte le povere anime che soffrono in purgatorio.

Non puoi non provare tenerezza per questi figli di Maria, tua sposa, e fratelli di Gesù che, nella sua vita terrena, ha voluto esserti obbediente come figlio.

Ti supplico dunque, potente amministratore dei tesori di Dio, di intercedere con le tue preghiere per quelle povere anime, visto che non potrà negarti nulla Colui che ha voluto esserti sottomesso qui sulla terra. Gloria... L'eterno riposo…


In questo tempo nel quale l'oscurità è al suo colmo, molti stanno cadendo nell'abisso.

 


17 agosto 2023

 “Caro figlio, sono Maria, tua Madre. Caro figlio, in questo tempo nel quale l'oscurità è al suo colmo, molti stanno cadendo nell'abisso. Il peccato li conduce direttamente alle porte dell'inferno. Pochi si rendono conto dell'importanza e grandezza della preghiera... Gli eventi incalzano e molti subiranno le conseguenze del peccato. Perché? Perché non avranno potuto prepararsi con la preghiera e soprattutto con il sacramento del perdono. Oggi chiedo e supplico i miei figli di essere pronti a fare il passaggio alla vita eterna. Per coloro che non sono stati in grado di prepararsi, il loro declino li porterà direttamente a perdersi. Le conseguenze saranno disastrose. Questo è il motivo per cui chiedo molte preghiere, affinché il Cielo vi protegga. Senza preghiera molti soccomberanno al fascino del mondo che l'avversario offre loro e nulla potrà fermare questa lotta. Quindi siate ferventi e soprattutto perseveranti, mentre molti si arrendono, specialmente i miei consacrati che sono i primi bersagli dell'avversario. Caro figlio, ti dico tutto questo perché realizzi tutta l'importanza delle tue notti di preghiera davanti a mio Figlio Gesù. Molti saranno salvati da ciascuno dei vostri sacrifici e molti vedono già un barlume di speranza anche nelle loro famiglie. Perché non si turbino, la via della riconciliazione è vicina. Non dobbiamo dimenticare che il tempo è precursore della guarigione e nulla può fermare il potere della preghiera. Caro figlio, apprezzo molto il tuo tempo di preghiera. Benedico te e la tua famiglia spirituale."

Robert Brasseur

 


domenica 20 agosto 2023

Vi dirò il segreto per entrare nelle stanze del Mio Cuore

 


Meditazione del 1° Mistero doloroso di Maria delle Filippine, seguito da un messaggio di Gesù, datato 31 ottobre 2011, intorno alle 9:30.


Mentre ci dirigevamo verso Batangas da Tagaytay, ansiosi di pregare per le anime del purgatorio, cominciai a recitare i Misteri Dolorosi del Rosario.

Ultimamente, questo è ciò che tendo a fare più spesso, ripetendo i Misteri Dolorosi, insieme al Rosario della Divina Misericordia. Diventa anche il rosario più lungo che dico, perché le mie riflessioni a volte mi portano a una profonda meditazione sulla passione di Gesù – quindi non posso dirlo nel mio solito ritmo. A volte ho trascorso più di un'ora sul singolo mistero doloroso.

Ai primi dieci, l'agonia nel giardino, cominciai a meditare e, interiormente, vidi nostro Signore sottoposto alla tirannia degli spiriti delle tenebre e alla disperazione di essere attaccato da tutte le parti – molti di loro lo stavano soffocando, e volevano impedirgli di fare ciò che aveva liberamente e volontariamente deciso. Avevano deciso di tormentarlo e indebolire la sua determinazione a compiere il più grande atto d'Amore, l'offerta della sua vita. Mentre si precipitavano verso di lui (volevo dire a milioni, ma sembrano più un milione di libbre di pressione che pesava su di lui da tutte le parti), lo vidi quasi schiacciato a terra, e il suo cuore torturato dai loro continui e infiniti colpi, causando molti dubbi su ciò che aveva pianificato di fare.

Questa tortura ha schiacciato nostro Signore e in linea di principio chiunque avesse ceduto a questo punto di esaurimento mentale ed emotivo – una persona normale, pensavo, sarebbe morta di ictus o infarto. E che cosa ha fatto nostro signore..., ha implorato l'aiuto del Padre. Si volse al cielo con la poca forza che gli rimaneva, stese le braccia, la sua anima rivolta verso il Padre, si voltò e concentrò tutte le sue forze su Abbà e pregò più urgentemente, e mentre pregava, un raggio di luce del Padre cadde su di Lui.

Questo raggio di luce penetrò in tutto il suo essere, illuminò la sua anima, il suo spirito, il suo cuore e brillò su di lui, illuminando e rafforzando la sua volontà in modo tale che gli spiriti maligni non potessero più toccarlo in nulla, sollevandolo così forte che ora poteva dire: "Padre, se vuoi, toglimi questo calice; ma non sia fatta la mia volontà, ma la tua" [Lc 22,42] ...

Ho poi considerato tutte le volte che mi sono sentito schiacciato nella mia vita sia dalle preoccupazioni che dalle ansie che ho attraversato – e come è successo più spesso la sera o nelle ore buie della notte, e come sono rimasto lì, sopraffatto dalla pressione di quelle preoccupazioni. Mi resi conto di quanto piccolo fosse ciò che avevo vissuto rispetto a ciò che nostro Signore aveva attraversato. Mi sentivo confusa per essere stata così ansiosa e per aver dedicato notti insonni ai miei "problemi", specialmente vedendo ciò che nostro Signore aveva passato.

Mi sono subito ricordato dell'agonia della croce vissuta da altri (essere un guerriero della preghiera) questo che ha un marito infedele che continua ad essere dipendente dallo spirito della lussuria ... Quest'altra, che ha un problema cardiaco mentre non ha un lavoro regolare o una famiglia a cui rivolgersi per aiutarla finanziariamente ... e cominciai a dare una breve novena al Suo Sacro Cuore----

A questo punto, interiormente, sentii nostro Signore dire:

 « Quando preghi, figlia mia, invece di chiedermi tante cose (Per coloro che ne hanno bisogno, per la guarigione di gravi malattie, per la riconciliazione dei matrimoni, per la pace all'interno delle famiglie, per il sollievo delle anime dal purgatorio), chiedimi solo una cosa. Vi dirò il segreto per entrare nelle camere del Mio Cuore.

ChiedeteMi di avvicinarvi a Me. Chiedete di desiderare solo Me. Essere solo fuso con il mio caro Cuore. Desiderate prima questo, desiderate solo quello, desiderate semplicemente quello, e fidatevi di me in tutto. Chiedi questo e sarai proprietario di tutto. Chiedete questo e la Mia Luce e la Mia Pace dimoreranno dentro di voi.

È così che dovete pregare... È così che ho pregato il nostro Padre celeste, ed Egli mi ha dato tutto e così possiederete tutto ciò di cui avrete bisogno: coraggio, umiltà, contrizione, resa, accettazione, contentezza, pace.

Una volta entrati nelle Mie Camere, riceverete una grazia straordinaria che deve permettervi di essere guidati da Me in tutte le cose, in tutte le aree della vostra vita. Abbandonate a Me tutti i vostri desideri. Siate fusi con Me in ogni momento, negli alti e bassi, sia percepiti come benedizioni che come prove – prove che ora abbondano per voi. Incontrerete anche la vostra agonia, soprattutto perché oggi è il tempo dell'intensa purificazione. Confidate in Me e Io vi concederò la Mia pace.

ChiedeteMi e Mi avrete. Insegnalo agli altri. Questo è il modo in cui si deve pregare il Mio Sacro Cuore. »

Qui termina la meditazione dei primi dieci: l'agonia di Gesù nell'orto degli ulivi.

Giuseppe comincia a parlare e camminare; come si comportò durante tutto il tempo della sua infanzia

 


VITA DI SAN GIUSEPPE 


I primi passi – Il nostro Giuseppe, crescendo ogni giorno di più nell’amore verso il suo Dio e nella cognizione delle divine perfezioni, bramava di arrivare ad essere perfetto e santo per potere in qualche modo assomigliare al suo Dio nella santità e corrispondere al suo infinito amore. Perciò desiderava di arrivare presto a camminare per poter impiegare anche il suo corpo in ossequio al suo Dio e fargli, anche esternamente, quelle dimostrazioni d’amore e di sottomissione. Dio gradiva molto i desideri del nostro Giuseppe e li esaudiva, e così arrivò in breve a camminare.  

Le prime parole – Il nostro Giuseppe incominciò molto presto a parlare e a camminare e le prime parole che proferì furono il nominare il suo Dio, ammonito così dall’Angelo nel sonno. La mattina che parlò, appena svegliato, disse: «Dio mio!». Fu inteso dai suoi genitori che, stupiti ed attoniti, si riempirono di giubilo, godendo che il loro figliolo incominciasse a parlare e godendo molto di più che le sue prime parole fossero dirette a Dio, come invocandolo in suo aiuto e chiamandolo suo. Il nostro Giuseppe proferiva spesso questa parola e con ragione, perché essendosi egli donato tutto a Dio, Dio era tutto suo; e quando sentiva dire dai suoi genitori, che Dio si era chiamato il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe, egli soggiungeva: «E di Giuseppe» – e lo diceva con tanta grazia, in quella così tenera età, che i suoi genitori ne godevano molto, e per ascoltarlo, gli dicevano spesso queste parole; ed era tanto il sentimento con cui il fanciullo le diceva, che sembrava, come infatti era, che Dio fosse tutto il suo bene e lo scopo di tutti i suoi affetti e desideri, e che non avesse altro pensiero ed amore che per il suo Dio. Perciò si vedeva esultare e giubilare quando lo sentiva nominare, e i suoi genitori spesso glielo nominavano con grande affetto e riverenza, per apportare al loro figliolo questa consolazione.  

Offerte e suppliche – I primi passi che il nostro Giuseppe formò furono da lui stesso offerti a Dio, supplicandolo della grazia che in tutti i suoi passi Egli rimanesse glorificato e mai offeso, come fece anche delle sue parole, ammaestrato così dall’Angelo. Dio ascoltò le sue suppliche e le esaudì perché, tanto nelle parole come nei passi e in tutte le sue opere, restò sempre glorificato e mai offeso o disgustato. In tutte le sue azioni ebbe poi il nobile esercizio di guardare sempre il cielo ed invocare il suo Dio, supplicandolo del suo aiuto e della sua santa grazia nell’azione che faceva, affinché fosse secondo il suo divino beneplacito; e questo era nel cibarsi, nell’andare a riposare, nel parlare e nel camminare. E poiché in quella tenera età non gli era permesso di fare quelle azioni virtuose che lui bramava, gli offriva il suo desiderio e quelle azioni indifferenti che sono comuni a tutti per conservare la vita, come il mangiare, il bere, il dormire, il ricrearsi. Il nostro Giuseppe impreziosiva tutte queste azioni con la retta intenzione, facendo tutto per amore del suo Dio, e per amore dello stesso, si privava spesso di quello che più gli piaceva, ammaestrato così dal suo angelo in quella tenera età, perché altro non poteva fare per il suo Dio, che tanto amava; e spesso gli si offriva tutto in dono, rinnovando quegli atti che già fece quando fu presentato al Tempio. Sua madre, poi, vedendo come il figlio avesse molte capacità, lo andava istruendo insegnandogli vari atti di affetto verso Dio, come praticavano gli Ebrei, ed il nostro Giuseppe mostrava molto gusto nell’ascoltarli e li praticava mirabilmente con ammirazione della madre e di chi lo udiva.  

Spirito di preghiera – Quando poi camminava speditamente, spesso si nascondeva a pregare con le mani sollevate al cielo, facendo atti di ringraziamento a Dio, perché tanto lo beneficava, e stava ore intere inginocchiato a terra. Era meraviglioso vedere quel piccolo fanciullo in tale posizione, ma faceva più meraviglia vedere come il suo spirito si deliziasse nella contemplazione delle perfezioni divine e ben si notava anche esternamente mentre il suo volto appariva tutto rubicondo e gli occhi sfavillanti, dimostrando con questo che si deliziava con il suo Creatore, e che gli influssi della grazia ricolmavano la sua anima. La madre, che con destrezza si metteva in un luogo dove il figlio non la potesse vedere, lo sentiva spesso esclamare: «O Dio di bontà infinita, quanto mi hai beneficato e perciò quanto ti devo!». E diceva tutto questo balbettando, ma con il cuore infiammato d’amore verso il suo Dio. La madre che lo udiva, accompagnava il figlio con atti d’amore e di ringraziamento, e si scioglieva in lacrime di tenerezza per vedere il suo figliolo tanto favorito da Dio e arricchito di tanti doni.  

Sospira il Messia – Gli fu poi manifestato dai suoi genitori come Dio aveva promesso di mandare al mondo il Messia, che si aspettava con desiderio, e che gli antichi Patriarchi bramavano tanto; questo gli fu anche insinuato dall’Angelo nel sonno, così il nostro Giuseppe si accese di un vivo e ardente desiderio di questa venuta e ne porgeva calde suppliche a Dio, perché si fosse degnato di accelerarne i tempi. Da questo momento tutte le sue preghiere tendevano a questo fine e Dio udiva con gusto le suppliche dell’innocente Giuseppe compiacendosene molto, e di questo gliene dava una chiara testimonianza perché, quando egli gli porgeva queste suppliche, Dio gli riempiva il cuore di giubilo e di consolazione, per cui il nostro Giuseppe si animava ancora di più nel fare la richiesta, e così avanzava nell’amore verso il suo Dio e nelle suppliche premurose.  

Pena per le offese a Dio – Quando in casa accadeva qualche cosa per la quale Dio potesse restare disgustato – e questo capitava fra le persone di servizio per la loro fragilità – allora sì che il nostro Giuseppe si faceva vedere tutto afflitto e mesto, e piangeva amaramente; e poiché a quella tenera età non poteva riprenderli, dimostrava però con il pianto quanto fosse grande il suo dolore. La madre, che si accorgeva di questo, gli domandò un giorno perché piangesse tanto e si affliggesse, ed egli rispose con gran sentimento: «Tu mi hai più volte insegnato quello che devo fare per piacere a Dio e quello che si deve fuggire per non disgustarlo. Ora vedendo che nella nostra casa si disgusta, non vuoi che io mi affligga e pianga?». Questo disse alla madre, perché da lei era già stato più volte istruito a fuggire le offese divine, ed anche perché lei non arrivasse a comprendere i doni che Dio gli aveva partecipato, come l’uso della ragione e la chiara cognizione delle divine offese per le quali egli molto si affliggeva, mentre capiva come Dio meritava di essere amato, onorato e non offeso, e che le colpe disgustavano molto il suo Dio, che egli tanto amava. Inteso questo, la madre procurava di stare molto vigilante, affinché Dio non fosse offeso da nessuno della sua casa e riprendeva aspramente i trasgressori, tanto che il nostro Giuseppe, con il suo comportamento, fu occasione perché la casa dei suoi genitori si potesse chiamare piuttosto scuola di virtù, vivendo tutti con un’esatta osservanza della legge divina. 

Prudenza della madre – La madre, poi, era molto accorta, e prudente nel tenere nascosto quanto il figlio le diceva, e quanto in lui scorgeva di doni e di grazie soprannaturali; né si dimenticò mai di quanto le disse l’Angelo del Signore in sogno, e cioè che suo figlio avrebbe visto il Messia e avrebbe conversato con lui; perciò non si faceva grande meraviglia nel vederlo tanto favorito da Dio, e si impiegava tutta nel lodare e ringraziare la generosità di Dio, tanto grande verso il suo Giuseppe. A volte lo guardava con grande tenerezza di affetto, lacrimando per la consolazione che sentiva nel pensare che suo figlio avrebbe avuto la bella sorte, che non avevano potuto avere tanti Patriarchi e Profeti, di vedere venuto al mondo il Messia promesso; e spesso diceva al figlio: «Figlio mio, beato te!», – invidiando santamente la sua felice sorte. Il nostro Giuseppe le domandò una volta perché gli dicesse questo. La saggia madre gli rispose: «Ti dico questo, perché so che il nostro Dio ti ama molto», – celandogli il mistero. Giuseppe nel sentire queste parole, alzava le mani al cielo, esclamando: «Oh, sì, sì, che mi ama il mio Dio!». E qui si infiammava tutto nel volto, esultando per la gioia e lacrimando per la dolcezza. Poi aggiungeva: «Ed io lo amo? Poco lo amo! Ma lo voglio amare molto più di quello che lo amo; e nel crescere che farò negli anni e nelle forze, crescerò anche nell’amore del mio Dio». E fu così perché, a misura che andava crescendo nell’età, cresceva anche nell’amore. 

Istruzione patema – I suoi genitori, vedendo poi che il figliolo era tanto capace, incominciarono ad istruirlo nelle lettere, e questo lo fece il proprio padre perché egli era molto dotto nella Legge, e non volle consegnare ad altri il figlio perché fosse istruito, perché frequentando gli altri non venisse a perdere quello spirito che Dio gli aveva comunicato. Così il nostro Giuseppe incominciò ad imparare a leggere e gli riusciva mirabilmente, in modo che suo padre non ebbe mai occasione di riprenderlo.  Aveva appena tre anni che già incominciava a leggere con molta consolazione dei suoi genitori e a suo profitto. Si esercitava nella lettura della Sacra Scrittura e nei Salmi di Davide, che il Padre poi gli spiegava. Era molta la consolazione che il nostro Giuseppe sperimentava nel leggere e nel sentirsi spiegare dal padre quel tanto che leggeva, ed in questo esercizio ci mise tutto il suo studio, non tralasciando però mai i soliti esercizi di orazione e preghiere a Dio, e spendeva tutto il suo tempo in questo esercizio, cioè nel pregare, studiare e leggere, avendo per ogni cosa il suo tempo assegnato. 

Sua ammirabile pazienza – Non fu mai visto, benché fanciullo, né adirato, né impaziente, ma conservava sempre una serenità di volto ed una somma quiete, nonostante molte volte Dio permettesse che gliene capitasse l’occasione, essendo maltrattato dalle persone di casa in assenza dei suoi genitori; e il nostro Giuseppe soffriva tutto con pazienza ed allegrezza. Il demonio spesso si ingegnava ad istigare le persone di servizio in casa, perché lo maltrattassero per vederlo perdere la bella virtù della sofferenza; ma questo non gli riuscì mai, perché il nostro Giuseppe era tanto immerso con il pensiero nell’amore del suo Dio e tanto godeva della sua presenza nella sua anima, che non c’era cosa, per grande che fosse, che turbasse la pace del suo cuore e la serenità del suo spirito. Il demonio fremeva molto nel vedere tanta virtù in Giuseppe, e fremeva molto di più perché non si poteva accostare a lui con le tentazioni, tenendolo Dio lontano; ma tanto fece che un giorno lo precipitò per una scala della casa, permettendolo Dio per esercizio di virtù al nostro Giuseppe e per maggior confusione del nemico infernale. Vedendosi il fanciullo così precipitato, chiamò Dio in suo aiuto, e Dio non tardò a soccorrerlo liberandolo da ogni male. Da questo Giuseppe ebbe occasione di riconoscere la grazia del suo Dio e ringraziarlo, e il demonio partì confuso. 

Sua vita raccolta – Non fu poi mai visto, nonostante quella tenera età, fare cose fanciullesche, né mai si curò di trattare con altri fanciulli suoi pari, stando sempre ritirato in casa, applicato allo studio e all’orazione, non perdendo mai tempo. Prestava poi un’esatta obbedienza ai suoi genitori, non tralasciando mai di fare quel tanto che da loro gli era ordinato. Tutto il suo divertimento stava nel trattenersi spesso a guardare il cielo, perché sapeva che lì abitava il suo Dio; e gli inviava caldi sospiri supplicandolo di mandare presto nel mondo il Messia promesso.  

Imitazione dei Patriarchi – Portava poi un grande affetto al Patriarca Abramo, Isacco e Giacobbe e al Profeta Davide, e spesso supplicava suo padre di narrargli la vita che essi avevano condotto, con il desiderio di imitarli; poiché sapeva che erano stati tanto amati e favoriti dal suo Dio e il padre lo compiaceva e gli narrava la vita, ora di uno, ora dell’altro. Il nostro Giuseppe lo stava ad ascoltare con molta attenzione e poi diceva: «Questi sono stati amici e favoriti del nostro Dio e questi dobbiamo imitare nelle loro virtù». E sentendo come il Padre Abramo camminava sempre alla presenza di Dio, come lo stesso gli aveva ordinato se voleva essere perfetto, procurò di imitarlo perfettamente. Il nostro Giuseppe era appena giunto all’età di sette anni, che era già capace di tutte le virtù che questi Patriarchi avevano esercitato, e per quanto si estendevano le sue forze, si applicava ad imitarli nella fede e nella confidenza ed amore verso il suo Dio; così il nostro Giuseppe cresceva nelle virtù e si rendeva sempre più gradito a Dio. 

Lode a Dio – Sentendo poi come il santo Davide lodava il suo Dio sette volte al giorno in modo speciale, anch’egli lo volle praticare, e supplicò il suo angelo perché lo avesse svegliato per tempo, per potere lodare il suo Creatore anche nelle ore notturne. Sapeva già varie cose a mente, a lode del suo Dio, e le ripeteva spesso, sia di giorno che di notte con molto gusto del suo spirito e Dio non mancava di illuminarlo sempre di più ed accrescere in lui i suoi doni. Nel tempo stesso che lo stava lodando, era così acceso d’amore verso il suo Dio che, molte volte, nonostante fosse notte, apriva la finestra della sua stanza e si metteva a guardare il cielo, e qui dava adito al suo cuore perché divampasse le fiamme verso la sua sfera e diceva: «Beato colui che avrà la sorte di vedere con i propri occhi il Messia promesso! Beato chi avrà la fortuna di servirlo e di trattare con lui! Che sorte sarà la sua!». E diceva questo con tanto ardore che restava estatico per molto tempo, acceso da un vivo desiderio di poterlo servire e prestargli tutto l’onore e il servizio.  

Amore per i poveri – Nel petto di Giuseppe ardeva poi un grande amore verso il prossimo e bramava di giovare a tutti, perciò diceva spesso ai suoi genitori che distribuissero delle elemosine ai poveri bisognosi e che non avessero riguardo di conservarle per lui, perché si accontentava di essere povero, purché gli altri non avessero patito; e i suoi genitori non mancavano di assecondare il suo desiderio, facendo larghe elemosine ai poveri, essendo già anche loro inclini nell’usare grande carità verso i bisognosi. 

Sua purezza verginale – Il nostro Giuseppe era già arrivato all’età di sette anni con questo tenore di vita che abbiamo detto, avendo conservato sempre un illibato candore ed innocenza in modo tale che, non solo non diede mai un minimo disgusto ai suoi genitori, ma nemmeno fece mai alcuna azione che non fosse stata di sommo gusto e compiacimento del suo Dio; anzi, quanto più cresceva negli anni, tanto più gli si rendeva gradito operando sempre con maggiore perfezione. Oltre all’amore che aveva per la purezza, che Dio gli aveva infuso in modo mirabile, questa virtù gli fu anche molto raccomandata dal suo angelo, quando una volta nel sonno gli fece un grande elogio, soggiungendogli che questa virtù era molto cara al suo Dio ed il nostro Giuseppe se ne invaghì molto di più e propose di conservarla per tutto il tempo della sua vita; e perché potesse eseguire questo, supplicava il suo Dio perché gli avesse dato la grazia di poterlo fare. Propose anche di fuggire tutte le occasioni pericolose, perché il suo ammirabile candore non avesse mai patito alcun danno e infatti l’eseguì con tutto lo studio immaginabile, custodendo tutti i suoi sentimenti con grande rigore e specialmente gli occhi che teneva per lo più fissi a terra o rivolti al cielo. Dal suo aspetto si conosceva bene quanto fosse grande la purezza della sua anima e anche del suo corpo, tanto che pareva un angelo vestito di carne mortale. La madre più volte osservò lo splendore nel suo volto, ed anche suo padre; da questo conoscevano bene quanto grande fosse la purezza e l’innocenza del loro figliolo e come Dio si compiaceva di abitare nella sua purissima anima per mezzo della sua grazia; questo si notava quando il nostro Giuseppe terminava la preghiera, e che da solo a solo aveva trattato con il suo Dio. 

Cura dei suoi genitori – In queste occasioni i suoi genitori si sentivano riempire l’anima di un’insolita consolazione e di un amore riverenziale verso il loro figlio, guardandolo sempre più come un tesoro e un dono del Cielo. Non tralasciavano però di esercitare su di lui quell’autorità propria dei genitori verso i loro figli, e spesso provavano come fosse obbediente ai loro cenni, ed egli si mostrava obbedientissimo in tutto.  

Sua mortificazione – Il nostro Giuseppe era molto incline al digiuno e alle asprezze, ma quando i suoi genitori glielo proibivano, egli si sottometteva alla loro volontà con tutta la rassegnazione, e non replicava mai in alcuna cosa. Quando desiderava fare digiuni e veglie domandava a loro il permesso con tanta sottomissione, che sembrava non glielo sapessero negare, tanto era il modo che aveva per accattivarseli; e quando gli negavano il permesso, lo facevano con pena, perché non potevano contraddirlo.  

Carità ai poveri – Molte volte ancora, il padre gli dava dei soldi perché desse l’elemosina ai poveri che gliela domandavano; ed allora la prendeva con tanta sottomissione ed umiltà, come se quella elemosina l’avessero fatta a lui stesso, e ben presto la dispensava ai poveri non trattenendo mai presso di sé alcuna cosa. Quando vedeva qualche povero venire a casa sua a domandare la carità, egli andava dalla madre e gliela domandava come per sé, con tanta sottomissione; la madre si meravigliava della virtù di suo figlio e gliela faceva largamente. Era poi tanto grande il gusto che il nostro Giuseppe aveva nel dare l’elemosina ai poveri, che si capiva bene nel suo volto, poiché se vedeva un povero si affliggeva tutto e subito si rallegrava quando gli dava l’elemosina.  

Invaghito delle virtù – Era già molto incline alla pratica di tutte le virtù, ma se ne era molto più invaghito perché l’Angelo gli parlava nel sonno e gli manifestava il pregio e valore delle virtù, e come queste fossero molto care e di gusto al suo Dio. Non ci voleva altro perché il nostro Giuseppe si innamorasse della virtù. Il solo sentire che erano gradite al suo Dio, era sufficiente perché egli si mettesse a praticarle con tutto l’impegno. 

Serva di Dio  Maria Cecilia Baij O.S.B. 

Nessuno dei miei attributi può essere vanificato a spese di un altro. - (Fate celebrare Messe per il pentimento mondiale!).

 


Messaggio di Gesù a JNSR (Francia) 


Dio nostro Padre sarà un giorno compreso da tutte le razze del mondo? Egli è la Potenza del mondo. È l'Essere Supremo: attraverso di Lui tutto vive, tutto respira, tutto esiste. E Lui stesso è sottomesso. (Si è sottomesso ai suoi 10 attributi), il che significa che tutto funziona e non può funzionare se non in accordo.

Esempio: DIO stesso, soggetto alla sua Legge, non deve toccare uno dei suoi attributi a scapito dell'altro: non può far agire la sua Compassione nel suo Amore misericordioso, nonostante la sua Giustizia. L'intero Universo può reggersi solo seguendo questa regola.

PADRE: DIO è Padre, Figlio e Spirito Santo. Nulla è impossibile in Lui. Può fare TUTTO. Non sei tu stesso padrone della tua parola? E del vostro spirito?

FIGLIO: "E il Verbo si fece carne". Così, attraverso il Padre e attraverso Maria nostra Madre, Gesù Cristo è nato DIO stesso. Egli è il Verbo Santo del Padre.

SPIRITO SANTO: la potenza del Padre, che è il suo Spirito Santo, è quell'attività intelligente che è il carattere di DIO. (È nel Padre e nel Figlio).

Il principio immateriale (anima, corpo e spirito) del Padre e del Figlio è invisibile e visibile allo stesso tempo. Questa è la natura del Padre e del Figlio, entrambi abitati dallo Spirito Santo che è DIO.

Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono della stessa natura di DIO. Tutto è in DIO e tutti sono DIO.

MISTERO? NO! DIO È UNICO E VERO.

Non offendete DIO in nessuno dei suoi attributi, che sono 10, perché è su di essi che poggia l'ARMONIA DELL'UNIVERSO.


Io sono DIO SOVRANO.

Io sono DIO SALVATORE.

Sono il DIO della moralità perfetta.

Sono il DIO dell'amore misericordioso.

Io sono DIO VITA ETERNA.

Io sono DIO VERITÀ.


Io sono DIO ONNISCIENTE (che possiede tutta la conoscenza).

Io sono DIO ONNIPOTENTE (onnipotente).

Io sono DIO IMMUTABILE (non cambio mai la Mia natura e i Miei attributi).

Sono DIO GIUSTO.


Nessuno dei miei attributi può essere vanificato a scapito di un altro. Sono AMORE MISERICORDIA e anche GIUSTIZIA.

Ripeto, è così che funziona l'armonia del mondo e dell'intero universo. Non aspettatevi che Io cambi, né che la Mia Santa Volontà si pieghi alla vostra! Volete usare la Mia infinita Misericordia, ma sapete che anche la Mia Giustizia è infinita.

Non stupitevi di vedere in lontananza devastazioni che causano centinaia di morti per acqua e fuoco, quando qui avete appena superato la barriera del divieto. A tutti voi che non siete innocenti dico che state rischiando la vostra stessa vita a causa di colui che è appena andato contro DIO e la Sua LEGGE. Guardate intorno a voi l'orrore del peccato commesso contro la Santa Maestà di DIO. Fate subito ammenda per il peccato commesso contro DIO e la Sua Legge.

Non saprete mai dove può cadere il fulmine di DIO, ma lo fa sempre! È la Santa Volontà dell'Onnipotente! Esigo il pentimento da parte di tutti!

(Fate celebrare Messe per il pentimento mondiale!).

Parole di Gesù Cristo.

12 ottobre 2012

Come i demoni sono organizzati per attaccare gli esseri umani

 


Rivelazioni dal Cielo fatte a Santa Francesca Romana.

È chiaramente percepibile che il male si è diffuso nel mondo negli ultimi decenni.

E questo accade perché i demoni sono cresciuti nella loro capacità di tentare gli esseri umani.

Questa è una prova soprattutto per la Chiesa, perché secondo la visione che Papa Leone XIII ebbe nel 1884, Gesù Cristo accettò la sfida del diavolo di poter distruggere la Chiesa fondata da Cristo, e concesse 100 anni di potere in più a lui e ai suoi seguaci.

E poiché ora ha più capacità di tentare e sviare gli esseri umani, è più urgente sapere come i demoni sono organizzati per abbattere gli uomini.

Qui parleremo delle visioni che sono state date a Santa Francesca Romana su come i demoni sono organizzati per condurre gli uomini al male, dove risiedono questi angeli caduti e come i compiti sono divisi per essere più efficaci per il loro obiettivo.

Santa Francesca Romana, vissuta tra il XIV e il XV secolo, aveva molti doni soprannaturali.

E in estasi e per volontà divina, fu condotta al Purgatorio e all'Inferno.

Da esso sappiamo come i demoni sono organizzati per attaccarci e come operano.

Disse al suo confessore che gli erano stati mostrati gli angeli che dovevano cadere e quelli che dovevano dimorare nell'amore divino, al tempo della ribellione degli angeli guidati da Lucifero contro Dio.

Gli fu rivelato che un terzo degli angeli cadde.

Di questi, un terzo è all'inferno, un terzo è nell'aria e l'ultimo terzo è con noi in questo mondo.

Quest'ultimo gruppo è quello che ci tenta e ci attacca.

Pur menzionando che c'è un gruppo di angeli che non hanno preso posizione per Lucifero o l'Arcangelo Michele, e sono considerati all'interno degli angeli che tecnicamente sono caduti, ma non sono all'inferno, e non sono ancora stati giudicati da Dio.

Sono quelli che sono rimasti muti e silenziosi quando Lucifero si è allontanato dal Signore e gli è stata data una regione neutrale tra Lucifero e il Signore in cui vivere.

Quegli spiriti miserabili che seguirono Lucifero liberamente e assolutamente, sono rinchiusi nell'Inferno e vanno al mondo solo per permesso divino, quando devono produrre una grande catastrofe.

Questi demoni sono molto malvagi e dannosi.

Il criterio è che più nobile era come un angelo, peggio sarà come un diavolo.

I 4 principali sono quelli che governano tutto e sono al di sopra degli altri demoni per volontà divina.

Tre di questi principi sono soggetti a Lucifero che è il capo di tutti i demoni.

Lucifero faceva parte del coro dei serafini. Coordina tutti i demoni e tutti i dannati. Il suo più grande vizio è l'orgoglio e la malvagità.

Il secondo di questi principi è chiamato Asmodeus, che si occupa dell'ignobile vizio della carne.

E si dice che sia particolarmente dedito ad attaccare la famiglia. Faceva parte del coro dei cherubini.

Il terzo principe si chiama Mammona. Ha a che fare con il vizio dell'avidità, del materialismo, del denaro. Faceva parte del coro dei troni.

E il quarto principe si chiama Belzebù e faceva parte del coro delle dominazioni.

Si occupa del vizio dell'idolatria e dell'esoterismo, cioè degli indovini e degli stregoni, ed è il capo di tutte le tenebre e di tutte le regioni oscure dell'inferno.

È stato accusato di diffondere l'oscurità sulla ragione delle creature.

Come Lucifero, questi tre principi non lasciano mai l'inferno, tranne in casi eccezionali.

Il più delle volte mandano altri demoni dall'inferno, quando è necessario che grandi mali accadano nel mondo, con il permesso di Dio.

Soprattutto quando i demoni che sono nell'aria o quelli tra noi non sono sufficienti a produrre questo male.

Questi principi dei demoni vanno molto d'accordo tra loro e si aiutano a vicenda per distruggere le anime sfortunate.

I 2 terzi degli angeli caduti sono fuori dall'inferno.

La metà di questi sono in quella che Santa Francesca romana chiama l'aria, e l'altra metà tra noi sulla Terra.

Gli spiriti maligni che sono nell'aria non tentano gli esseri umani ma, molto spesso, causano grandine, tempeste, nebbia, vento e altre condizioni, per indebolire le anime degli uomini.

Li fanno diventare come banderuole e li spaventano, e così li fanno allontanare dalla fede e diffidare della Divina Provvidenza.

I demoni che sono nell'aria, cioè nello spazio tra cielo e terra, soffrono i più grandi dolori e, in generale, si colpiscono a vicenda.

Soffrono le più grandi torture quando vedono il bene che gli uomini buoni fanno in questo mondo.

sebbene i demoni dell'aria non percepiscano direttamente il fuoco dell'inferno, tuttavia, dentro di loro, questo fuoco infligge loro grande sofferenza.

Quando c'erano tempeste molto forti nell'aria, provocate da spiriti maligni dell'aria, tempeste che Santa Francesca conosceva bene, accendeva candele benedette e cospargeva la sua casa di acqua santa, sostenendo che era il miglior rimedio contro tali tempeste.

l'altro terzo dei demoni è tra noi.

Non appena le anime sono indebolite dagli spiriti maligni dell'aria, i demoni che sono tra noi le fanno cadere nel peccato dell'orgoglio, della carne, dell'avidità o dell'idolatria e dell'esoterismo, più facilmente e rapidamente, perché le trovano già indebolite dagli spiriti che sono nell'aria.

In generale i demoni che sono tra noi sono quelli che sono caduti dall'ultimo coro angelico, e stanno agendo contro di noi dal grembo di nostra madre.

La sua funzione è quella di tormentarci costantemente per distruggerci.

Sono l'opposto dei nostri Angeli Custodi, destinati a scortarci verso il bene per tutta la nostra esistenza.

Alcuni di questi demoni dell'aria sono soggetti al principe demone Asmodeus, e tentano le anime al peccato della carne.

Altri appartengono a Lucifero e sono tentati dal vizio dell'orgoglio, che li fa cadere ancora più rapidamente e rimanere impigliati nel peccato della carne.

Altri sono soggetti a Mammona, principe del vizio dell'avidità.

E altri sono ancora soggetti a Belzebù che tenta con l'esoterismo e l'idolatria.

Lucifero vede tutti i demoni che sono all'inferno, nell'aria e tra noi in questo mondo.

E tutti loro sono visti senza alcun ostacolo.

E ognuno di loro comprende la volontà di Lucifero.

Quando ci sono anime forti che, invece di lasciarsi dominare dalle tentazioni dei demoni, resistono energicamente, allora uno o più demoni, più astuti e ingannevoli, arrivano come rinforzi.

E insegnano ai demoni che si sono insinuati in noi a tentare e maltrattare le anime solide che resistono, esercitando la massima pressione su di loro.

San Francesco sapeva anche che qualsiasi demone introdotto in un'anima per tentarla può solo tentare quell'anima.

Mette tutte le sue forze nel tentare e fuorviare l'anima in cui si trova, senza preoccuparsi degli altri.

Ma quando quell'anima si lascia dominare dal diavolo, la tenta a fare cose improprie contro il suo prossimo.

Così al momento giusto riesce a far peccare il suo prossimo e a renderlo oggetto di scandalo.

In questo modo, ogni demone tenta e danneggia le altre anime.

Bene, fin qui quello di cui volevamo parlare, del modo in cui i demoni sono organizzati e di come operano per tentare le persone e farle cadere, in modo da sapere come prenderci cura di noi stessi in questo periodo di potere più demoniaco.

Fori della Vergine Maria