domenica 19 ottobre 2025

“Seguitemi, perché sono mite e umile di cuore”




“Apostolato della Santa Maternità” 


Visione del Bambino Gesù, che porta una corona:  

Bambino Gesù: “Mia Madre desidera continuare a parlare con te. Presta attenzione a tutto ciò che Ella ti dirà. Le ho dato la missione di aiutare nella Mia salvezza del mondo. Ella impiegherà molti dei suoi fedeli seguaci per portare a termine questo meraviglioso compito.  

“Devono essere pronti a darsi completamente, specialmente ora, poiché il momento è così cruciale. Non tengano nulla per sé nel loro servizio a lei e alla causa per la quale ella li ispira, cioè il Trionfo del suo Cuore Immacolato. Questo faciliterà il regno del Mio Sacro Cuore. Proprio come Maria è stata una prefigurazione della Mia gloria quando sono venuto sulla terra, così lei sarà di nuovo la precorritrice della Mia era d'amore e pace, che ha predetto a Fatima.  

“Molti non comprendono appieno l'importanza del messaggio di Fatima. Questo è dovuto in parte alla malvagità degli uomini e alla soppressione attiva del messaggio da parte del maligno, che voleva far credere alla gente che il Mio intervento negli affari umani non avviene. L'intervento diretto, anche in senso mistico, è sempre avvenuto nel corso delle epoche perché così l'ho voluto Io. Questo è per aiutare nella salvezza di molti che altrimenti si perderebbero. È ancora più necessario oggi a causa della perversità di questa generazione sulla terra.  

“Molti hanno voltato le spalle a tutto ciò che è santo, spesso deridendo ciò che appartiene a Dio. Quanto mi affligge questo! Non posso più tollerarlo. È per questo che ho inviato Mia Madre per istruirvi nei Miei modi e riportarvi a Me. Vi supplico di prestare attenzione a tutto ciò che ella vi dice affinché la sua santa missione possa compiersi sulla terra. Ella, la sposa dello Spirito Santo, vi chiama a seguirmi in tutti i Miei sentieri.  

“Seguitemi a me, poiché sono mite e umile di cuore. Ricordatelo sempre. Vi aiuterà a essere più simili a Me. Mite e umile di cuore; solo la bellezza delle parole stesse deve ispirarvi a una maggiore santità.  

“Fate attenzione a quanto è amorevole Mia Madre verso di voi. Ella è in effetti anche la vostra Madre. Seguite il suo esempio mentre ella vi avvicina sempre di più al Mio Desiderio che tutti voi siate Con Me per tutta l'eternità. Questo è lo scopo per cui vi ho creati: gloria eterna con il vostro Creatore Celeste. Allontanatevi dal peccato e tornate a Me; alla vostra casa celeste, che è preparata per voi. Occhio non ha visto né orecchio ha udito ciò che Dio ha preparato per coloro che Lo amano. Ora andate in pace.”  


Visione della Santissima Vergine:  

Santissima Vergine: “Mio Figlio ha detto che Orestes deve prestare attenzione alle mie parole. Sarebbe saggio farlo, poiché servirà ad aiutare molti a compiere la Sua volontà. Il Bambino Gesù, il più tenero di tutti i bambini, ha parlato al tuo cuore. Segna bene le Sue parole riguardo all'umiltà, poiché proprio come l'amore è il re di tutte le virtù, l'umiltà è la regina. Questa generazione manca di comprensione riguardo a ciò. Devono imparare a essere amorevoli e umili gli uni con gli altri.  

“Chiedetemi queste grazie quando pregate i vostri Rosari e io ve le darò in abbondanza, così necessarie sono oggi per la vostra salvezza e, di fatto, per il mondo stesso che pende sull'orlo della distruzione. Devono essere umili e amorevoli gli uni con gli altri in tutto ciò che fanno per poter combattere la marea del male, dell'orgoglio e del peccato.  

“Imparate a perdonarvi rapidamente l'un l'altro affinché non conserviate risentimenti gli uni contro gli altri. Tanti si rifiutano di perdonare. Che tristezza! Non devono aspettarsi di essere perdonati se non perdonano gli altri. Devono comprendere questo appieno e metterlo in pratica.  

“Desidero utilizzare il potere delle legioni degli Angeli Santi per aiutarvi a istruirvi in tutti questi sentieri che sono di Dio, poiché io sono la Regina degli Angeli. Essi saranno strumenti di grande efficacia per procurare il Mio trionfo. Continuano la battaglia per le vostre anime ogni giorno. Quando vi parlano, spesso attraverso le vostre coscienze, ascoltateli. Essi vi aiuteranno a obbedire alle leggi di Dio e a crescere in Santità. Pregate spesso i Santi Angeli, chiedendo loro guida e saggezza per fare la volontà di Dio nei vostri doveri quotidiani e loro vi aiuteranno a seguire la Sua volontà.  

“Vai ora e occupati del tuo bambino. Ti parlerò di nuovo più tardi.”

24 febbraio 1987 


La guerra Europea e le Profezie



Predizione di S. Cesario, 
ossia Giovanni da Vatiguerro. 
estratta e tradotta dal Liber mirabilis : anno 1524.

« La Francia sarà invasa e quasi annientata; le città più munite e terribili espugnate. Segni spaventevoli ed innumerevoli appariranno nei cieli. Molte città si formeranno novelle costituzioni; i Turchi e gli Albanesi distruggeranno parecchie isole cristiane; parecchie città situate lungo il Po, il Tevere, il Rodano, il Reno e la Loira saranno demolite per straordinarie inondazioni. La più famosa città del mondo, che è capitale della Francia, sarà devastata e saccheggiata.
« ... La Chiesa universale e l’orbe intero gemeranno della depredazione, della devastazione e del sacco della più famosa città che è la capitale, la padrona di tutto il regno di Francia. Tutta la Chiesa, in tutto l’universo, sarà perseguitata d’una maniera deplorevolissima e dolorosa, sarà spogliata e privata di tutti i suoi beni temporali, nè saravvi in tutta la Chiesa sì eminente personaggio che non si reputi felice se a lui resta la vita, e siagli conservata; imperocché tutti i templi saranno bruciati e profanati, ed ogni atto di religione cesserà d’essere praticato per cagione del terrore e del furore d’una collera la più tremenda.
« Le sante vergini abbandoneranno i loro monasteri e fuggiranno qua e là smarrite e oltraggiate. I pastori della Chiesa ed i grandi scacciati e privi delle dignità e prelature loro, fieramente maltrattati saranno; le pecore ed i soggetti senza pastore e capo fuggiranno e rimarranno dispersi.
« Il capo supremo della Chiesa permuterà di residenza, e sarà una somma ventura per questo istesso capo e pe’ suoi fratelli che saranno con lui, se ritrovar possono un luogo di rifugio, dove a ciascuno possibil sia, co’ suoi, mangiare il pane del dolore in questa valle di pianto. Imperocché la malizia degli uomini rivolgerassi contra la Chiesa universale, e pel fatto priva sarà questa d’ogni difensore durante venticinque mesi e più, il perchè per tutto questo lasso di tempo non avravvi né Papa, nè imperatore a Roma, nè reggitore in Francia.
« Niuno nel mondo sarà estimato se non coloro che saranno al male e alla vendetta portati. Ohimè ! i do­lori cagionati da tutti i tiranni, gl’imperatori ed i principi infedeli rinnovellerannosi da coloro che per. seguiteranno la santa Chiesa. Perocché la malizia e l’empietà degli Unni e la crudele inumanità dei Vandali saranno nulla al paragone delle tribulazioni, dei malanni e patimenti che mireranno bentosto ad opprimere la Chiesa ; conciossiachè verranno distrutti i santi templi, profanati i pavimenti loro, ed i monasteri insozzati e spogliati; perchè la destra e l’indignazione di Dio si aggraveranno sopra il mondo per cagione della moltitudine e della continuazione de’ suoi peccati... » (1). 
«Molte città crolleranno per terremoto (2) ; l’aria sarà infetta e corrotta; segni spaventevoli compariranno in cielo... Un giovane principe, già prigioniero, ricupererà la corona dei gigli, e stenderà il suo dominio sull’universo tutto. Egli distruggerà i figliuoli di Bruto nell’isola (l’Inghilterra?). Un Papa, prescelto dai sfuggiti alla persecuzione, sarà eletto; desso sarà santissimo e riformerà il mondo intiero, avrà con lui l’imperatore del nobilissimo sangue dei re di Francia ».

Giuseppe Ciuffa.

sabato 18 ottobre 2025

L’effetto della Parola divina – La predica – La Forza

 


Prendete la via crucis dell’amore!


Dove viene predicata la Mia Parola, è data la possibilità di intraprendere la giusta via che conduce in Alto. La Mia Parola è una Chiamata dall’Alto, la Mia Parola è un’Indicazione sulla retta via, la Mia Parola è una trasmissione di Forza per ogni viandante terreno, la Mia Parola è la Mano, che si stende incontro a voi uomini dal Regno spirituale, per aiutarvi a salire in Alto. Dove risuona la Mia Parola, là Io Stesso vengo incontro all’uomo, ed ora tramite la Mia Parola può fare conoscenza con il suo Creatore e Padre dall’Eternità, se prima gli Sono rimasto estraneo. La Mia Parola è l’Espressione di Me Stesso, appena posso parlare tramite la bocca di un servitore illuminato. Ma della Mia Parola si può anche servire un uomo che è ancora di spirito non risvegliato, allora gli viene fatta notare e come si predispone ora interiormente verso la Parola udita, così potrò continuare a ricevere, ma potrà sempre ricevere il Dono benedetto con la Mia Forza se è di buona volontà di accogliere la Mia Parola, non importa in quale modo. La Mia Parola rimane sempre una Chiamata dall’Alto, perché una volta è proceduta da Me quindi cela in sé la sua Forza, anche quando è rimasta incompresa da voi uomini. Parlo sempre di nuovo all’uomo, sia che oda o legga la Mia Parola, il Divino in essa non perderà mai la sua Forza, e se dice qualcosa a voi uomini, dipende unicamente da voi stessi e dalla vostra volontà, perché vi vengo incontro in modo come voi stessi Mi desiderate. Ma il desiderio lo esprimete voi stessi tramite la vostra volontà, quanto questo desideri Me Stesso nella ricezione della Mia Parola. I predicatori e gli ascoltatori possono stare in reciproco contatto, se ambedue hanno rivolta a Me la seria volontà ed ora ambedue diventano riceventi della Mia Parola, mentre Io Stesso parlo a voi uomini attraverso il predicatore. Allora fluirà su ambedue una grande Benedizione ed allora posso davvero dire: “Io Sono la Via, la Verità e la Via.... ”, perché la Mia Parola vi indica la retta via verso l’Alto, la Mia Parola è perciò anche la purissima Verità e la più profonda Sapienza, ed in questa conoscenza l’uomo si sente ora anche forte, ed il suo spirito si risveglia alla vita, perché l’uomo si sforza a realizzare la Mia Parola nell’azione, quindi è superato lo stato morto dell’anima e nell’anima si è risvegliata la vera vita. Chi dunque accoglie la Mia Parola con devozione in sé, non importa dove e come gli viene offerta, ha intrapreso la via che conduce in Alto, Mi cerca e Mi ha anche trovato, perché gli vengo sicuramente incontro e lo aiuto affinché possa percorrere facilmente l’ultima via. Ma senza la Mia Paraola non può mai diventare beato, perché la Mia Parola significa tutto, Luce e Forza ed anche la Mia costante Presenza, altrimenti non potreste riconoscere e comprendere la Mia Parola, se Io Stesso vorrei offrirvi il Mio Dono come viatico sul cammino attraverso la vita terrena. Là dove viene predicata la Mia Parola, Sono Io Stesso, ma provvedete, affinché vi rendiate valorosa la Mia Presenza, provvedete, per accogliere la Mia Parola con il cuore, non soltanto con le orecchie, affinché diventi viva in voi ed ora si svolga senza fatica la vostra risalita verso l’Alto, che raggiungiate la meta e ritorniate nella Casa del vostro Padre, a Me, al vostro Padre dall’Eternità. 

Amen

15. dicembre 1951

L'ORIGINE DIVINA DI UN'OPERA DIVINA

 


CONFERENZE


REGNO SOCIALE DEL SACRO
CUORE DI GESÙ


L'ORIGINE DIVINA DI UN'OPERA DIVINA  


Non si potrebbero trovare parole più appropriate.  

Infatti, per fondarla, il Sacro Cuore va a cercare un giovane religioso peruviano, colpito da una malattia cardiaca, disilluso da vari medici!  

Facendo il sacrificio della sua vita, che Dio gli chiede, il R. P. Matteo viene a Paray, confidando tutto al Sacro Cuore.  

Nei disegni di Dio, questo viaggio non doveva essere una preparazione alla morte, ma l'inizio di un apostolato meravigliosamente fecondo in frutti di santificazione.  

In occasione della sua prima visita alla cappella delle Apparizioni, appena inginocchiato, il R. Padre sente in tutto il suo essere una commozione indescrivibile.  

Si alza completamente guarito. Nello stesso istante si impossessa della sua anima il desiderio di iniziare una crociata per far conoscere e amare Gesù, il Re d'Amore. E di notte, durante l'ora santa, tutto il piano di campagna gli viene svelato.  

Vede chiaramente il grande crimine del mondo moderno: l'espulsione di Gesù Cristo dal seno della famiglia e della Società.  

Non meno chiaro gli appare il rimedio: conquistare le famiglie una per una attraverso l'Entronizzazione del Sacro Cuore, al fine di preparare il regno sociale di Nostro Signore. Al grido della famiglia paganizzata e della società atea: Nolumus hunc regnare super nos Non vogliamo che Egli regni su di noi, dobbiamo opporre la parola di San Paolo - Oportet illum regnare, è necessario che Egli regni. - Il Padre, però, non ignora che, per parlare con autorità, gli manca l'approvazione del Sommo Pontefice.  

Con la licenza dei suoi Superiori, va dunque a Roma, a incontrare il Santo Papa Pio X. Non è l'autorizzazione che riceve, ma l'ordine formale di predicare ovunque Cristo-Re.  

Certo questa volta della sua missione, torna in Cile per iniziare lì il suo apostolato.  

All'inizio, riceve molto poco incoraggiamento da parte dei Vescovi. L'opera sembrava una novità... Che valore aveva? I suoi primi collaboratori furono ragazzine di 8-10 anni, scelte tra le alunne più pie di un collegio. Una di esse, soprattutto, si dimostra di uno zelo quasi incredibile.  

Come ricompensa dei premi ottenuti, chiede ai genitori il permesso di vegliare 3 volte a settimana fino alle 11 e mezza di notte.  

Rifiutano. Lei insiste.  

Ottenuto il permesso, passa queste ore a scrivere centinaia di lettere, inginocchiata su una pietra sulla quale, più di una volta, le è corso il sangue.  

Sarà da ammirare che tale apostolato fecondato dall'amore e dalla sofferenza, abbia prodotto frutti? - Una di queste lettere è indirizzata al vescovo di Tokyo. (Giappone).  

Credendo di trattarsi di una signora di gerarchia, il vescovo le risponde: "Signora Marchesa, che bella opera, quella di cui mi parlate! A nome di tutti i miei missionari e di tutti i miei cristiani, ringrazio V. Eccellenza per avermi fatto conoscere. Già abbiamo iniziato l'Entronizzazione e spero che presto sarà fatta in tutte le nostre famiglie cristiane". Possiamo facilmente immaginare la gioia della ragazzina, dovuta al trionfo inaspettato, più che al doppio titolo di marchesa e Eccellenza che le viene dato.  

L'incendio si propaga.  

In America, Spagna, Francia, Italia, Cina e in molte missioni, l'Entronizzazione si realizza e guadagna per Gesù migliaia di focolari in cui, secondo il suo desiderio, Egli è considerato come Re, Maestro e Amico. In uno di questi focolari benedetti, la madre riceve la notizia della morte del suo primogenito, caduto da eroe sul campo di battaglia.  

Colloca il telegramma sopra l'Immagine del Sacro Cuore e chiama i figli: "Venite, piccoli, collocate fiori, portate i candelabri!  

- Mamma, cosa è successo?  

- Ve lo dirò dopo! Ora intoniamo un canto".  

Solo dopo, prende il telegramma e dice loro: "Figli miei, vostro fratello è appena stato ucciso". E, rivolgendo lo sguardo all'immagine del Sacro Cuore, esclama tra i singhiozzi: "Oh! Gesù, Voi ce l'avete dato, Voi ce l'avete tolto: qui siete il Re e il Signore. Sia benedetto il vostro nome".  

In un'altra famiglia, i figli tornano da scuola carichi di premi e corone. Corrono dai genitori per essere abbracciati: "No, dice il padre, andate prima a collocare le corone e i premi ai piedi di Gesù. Poi vi abbraccerò".  

Opera ammirabile, che rende le anime capaci di comprendere così bene i diritti e i desideri di Gesù Cristo!  

Nel 1914, il P. Matteo è chiamato in Europa.  

Tuttavia, gravi ragioni sembrano opporsi alla sua partenza. Rimane, dunque, nonostante il vivo desiderio di propagare lontano l'Opera dell'Entronizzazione.  

Ma ecco che un bel giorno riceve nuovamente ordine dal P. Provinciale di lasciare tutto e dirigersi in Europa.  

Partì con il vapore che portava la Missione militare francese del Brasile in Francia: la guerra è appena scoppiata. Parla poco il francese. Poco importa. Predica e ha la felicità di confessare e far comunicare con la propria mano i membri della Missione.  

Arrivato in Europa, sa che Pio X è appena morto. Alla notizia, prova un momento di angoscia! Cosa penserà della sua Opera il suo successore?  

Il Padre torna a Roma e, contro ogni previsione, ottiene, e senza chiedere, tutto ciò che desidera: lunga udienza, lettera autografa di Benedetto XV, ordine di predicare a Roma e di organizzare l'Opera in tutta Italia.

Ancora di più: favore forse unico nel suo genere; Sua Santità si degna di chiederle che celebri una messa in sua presenza, dopo di che, nuova udienza del Santo Padre, che le ripete diverse volte: "Dica bene che voglio vedere questa crociata propagata ovunque. Questa Opera è la mia Opera". 

Tuttavia, dove predicare e a chi? Il Padre quasi nessuno lo conosce a Roma. 

Il Sacro Cuore risolve la difficoltà. Nella stessa sera della sua prima udienza, il Padre riceve la visita della principessa Anticei Mattei, presidente generale della lega delle Signore cattoliche, che lo viene a invitare a dirigere la parola il giorno immediato a una riunione importante, composta dalla società di scuola di Roma. 

Dopo l'Italia, la Francia, la Spagna, sono ciascuna a loro volta testimoni dello zelo evangelico dell'infaticabile apostolo. 

Ovunque incontra prima la contraddizione, poi il successo. 

Quello che si vede sono folle entusiaste, anime che si offrono in olocausto per l'estensione dell'Opera, conversioni stupende! Il presidente di una loggia massonica viene a confessarsi dal Padre, dopo un'Entronizzazione del Sacro Cuore e gli rimette come pegno della sua conversione il pergamino della sua donazione al diavolo, datato di 50 anni! 

Una signora molto pia ottiene dal marito, come regalo di anniversario, la licenza di fare l'Entronizzazione. Il Padre si dirige a casa loro, distribuisce le preghiere, ma, per non essere indiscreto, salta il capo della famiglia, che sa non praticare. "E io, mio Padre?" - "Con piacere, mio Signore". 

Si recitano le preghiere. Tutti rispondono, anche il marito. Ma, arrivando a un passaggio che fa allusione ai morti della famiglia, non risponde più e nasconde la testa tra le mani. 

Terminata la cerimonia, rimane in ginocchio, singhiozzando. Il Padre lo solleva e passa con lui in una stanza vicina. 

Non appena chiude la porta, il felice convertito si getta ai suoi piedi, dicendogli: "Mio Padre, non uscirete da qui senza aver ascoltato la mia confessione; sono 45 anni che non mi confesso". Ora questo signore comunica tutti i giorni, e la sua casa è diventata una vera Betania. 

E questi non sono fatti rari e isolati. 

In un paese vicino, chiedono ai vescovi il permesso di farlo predicare. Uno di loro risponde: "Se viene a predicare con le sue novità, non le vogliamo; se viene a predicare il Sacro Cuore, noi Lo conosciamo. Tuttavia, ecco la parola del Papa. Può, dunque, venire se trova un'udienza che acconsenta a sentirlo parlare in una lingua straniera, che non è nemmeno la sua". 

Il Padre è rimasto lì tre mesi. Ora, non gli sono mancate udienze, ma sale e chiese abbastanza vaste per contenerli. 

Altrove, un gruppo di studenti protestanti chiede che parli loro del Sacro Cuore, che desiderano conoscere. Diversi si trovano oggi nel Seminario maggiore cattolico. 

Il R. P. Matteo ha avuto la gioia di fare l'Entronizzazione in un palazzo reale e di vedere inginocchiate davanti all'Immagine del Sacro Cuore, le persone della corte, cantando un canto in onore di Cristo Re. 

"Così, conclude il Padre, ovunque la montagna avanza, ma, come dicevo al Santo Padre, 'io non sono che una paglia'. È necessario, quindi, che qualcuno sia collocato tra la paglia e la montagna. Quel qualcuno, non dubitate, è il Cuore di Gesù, l'unico che compie tutte queste meraviglie".

o P. Matheus Crawley


MESSAGGIO N. 18 SAN MICHELE ARCANGELO - TRASFORMAZIONI NELLA LUCE DELLO SPIRITO SANTO

 


MESSAGGIO N. 18  SAN MICHELE ARCANGELO


 TRASFORMAZIONI NELLA LUCE DELLO SPIRITO SANTO


Io, San Michele Arcangelo, Principe delle Milizie Celesti, non potevo terminare le mie istruzioni al mio amato esercito senza parlare di questo argomento importantissimo: lo Spirito Santo.

È lo Spirito Santo del bene e della verità che vi ungerà, vi guiderà e vi trasformerà in uomini con corpi gloriosi come quello di Gesù Cristo alla Sua risurrezione.

Egli trasformerà il mondo e lo farà nuovo.

Egli vi rinnoverà per la vostra missione.

Primizie di Cristo, privati, lo Spirito Santo soffierà forte su ognuno di voi, più forte che a Pentecoste, perché le vostre trasformazioni sono a portata di mano, e solo Lui può compiere questa missione di trasformarvi con un soffio del Suo alito, in otri nuovi, pieni di vino nuovo.

Vino che porta in sé l'unzione dello Spirito Santo. Con questo vino nutrirete i vostri fratelli e li istruirete per condurli nel Nuovo Millennio.

Attraverso questo vino nuovo, trasformato in cibo per le anime, darai le linee guida da seguire e le direttive che lo Spirito Santo ispira nelle anime che, sconcertate e angosciate dagli eventi, non sanno cosa fare.

In mezzo al caos e alla confusione del mondo, lo Spirito Santo li guiderà per illuminare i loro fratelli nella Santa dottrina di Cristo, e non perdersi nelle false eresie del falso profeta e dell'anticristo.

Lo Spirito Santo gioca un ruolo importantissimo in questi tempi finali; Egli sarà l'autore di questa grande trasformazione di queste primizie.

Con un soffio di vita, Egli trasformerà i loro cuori in cuori nuovi pieni d'amore e di saggezza, ed Egli, insieme a Cristo e al Padre come parte della Santa Trinità, condurrà i suoi amati figli nel Nuovo Millennio.

Lo Spirito Santo è incaricato di questa nobile missione, perché attraverso di Lui riceveranno doni straordinari: potranno viaggiare alla velocità del pensiero ed essere fedeli discepoli di Cristo di fronte alle avversità.

Discepoli di Cristo, primizie del Padre, pronti per le vostre trasformazioni e gli ultimi insegnamenti dati prima dell'inizio della grande tribolazione.

Ognuno di voi andrà in cielo dove vi saranno date le ultime istruzioni e sarete dotati di una conoscenza infusa e soprattutto del potere dello Spirito Santo, per compiere la vostra grande missione qui sulla terra.

Voi, come primizie del cielo, avete una grande responsabilità, che è quella di guidare i vostri fratelli nel Nuovo Millennio; perciò sarete, come mai prima nella storia dell'umanità, unti dallo Spirito Santo, perché attraverso di voi Egli manifesterà la Sua potenza, e voi guarirete, convertirete e profetizzerete nel nome di Gesù Cristo.

Farete miracoli e prodezze e vi meraviglierete di ciò che sarete in grado di fare con l'unzione dello Spirito Santo.

Perciò, primizie di Cristo, chiedete l'unzione dello Spirito Santo nelle vostre vite da questo giorno in avanti e pregate così:


PREGHIERA:

Io, come primizia del Cielo, vengo a chiedere umilmente l'unzione dello Spirito Santo nella mia mente, corpo, anima e spirito, affinché io possa d'ora in poi con la Sua potenza, essere uno strumento per Dio nella grande missione affidatami dal Cielo in questo tempo finale.

Chiedo l'unzione dello Spirito Santo, per poter svolgere questa missione, e mi consacro alla Santa Trinità, affinché mi guidi e mi dia la saggezza di saper prendere le decisioni del Cielo e non le mie.

Spirito Santo, ungimi con Te da questo giorno in avanti, affinché io sia preparato per la mia grande trasformazione. Mi riempio di Te e, attraverso Te, dono il mio Fiat alla Santissima Trinità. Amen.


Primizie di Cristo, dopo la fine della tua gestazione nel grembo della Vergine Maria di Guadalupe, continuerai l'opera dello Spirito Santo in te; e finalmente la Santissima Trinità ti darà le ultime istruzioni, quando sarai portato in cielo alla presenza dell'Altissimo.

La mia missione con voi finirà presto.

Ricordate che la Vergine Maria è il vostro capitano e io sono la vostra guida, ma è la Santa Trinità che vi guiderà e vi darà le istruzioni finali in cielo.

Quindi questo processo sta per finire. La preparazione delle primizie sta per finire.

Così pronti per la battaglia, con le spade sguainate e il grido di battaglia:

Chi come Dio!

Nessuno come Dio!

 28 agosto 2016

Lorena

GESÙ, RE DELL'AMORE

 


L' INTRONIZZAZIONE 

Che cosa è l'importanza pratica?


In cosa consiste?

Possiamo definirlo: il riconoscimento ufficiale e sociale della sovranità amorosa del Cuore di Gesù sulla famiglia cristiana. Riconoscimento sensibile per l'installazione definitiva e solenne di un'immagine del Sacro Cuore in un luogo d'onore, e per l'intera offerta della casa attraverso l'atto di consacrazione. (Vedi la Brochure Ufficiale: "L'Entronizzazione del Cuore di Gesù nelle famiglie"). Disse Dio di misericordia a Paray-le-Monial che, essendo Lui stesso la fonte di tutte le benedizioni, le distribuirebbe copiosamente dove fosse collocata l'immagine del Suo Cuore, affinché fosse amata e onorata. (Vita e Opere di Santa Margherita Maria, di Gautey, p. 296). Disse inoltre: "Regnerò nonostante i miei nemici e tutti coloro che intendano opporsi". 

L'Entronizzazione, quindi, non soddisfa solo questo o quel desiderio del Salvatore a Santa Margherita Maria, ma realizza completamente e integralmente tutti loro, attirando il compimento di tutte le splendide promesse che li hanno arricchiti. Si osservi che diciamo "realizza integralmente" il complesso dei desideri formulati a Paray, perché il suo fine supremo, trascendentale, non è, né deve essere, il fomentare alcune devozioncine, ma la santificazione profonda della casa - secondo lo spirito del Sacro Cuore - affinché diventi il primo trono del Re divino, trono vivo e di carattere sociale. 

Per trasformare e salvare il mondo è imprescindibile che il Natale si perpetui, pulsante e permanente, cioè che Gesù, il Dio Emmanuel, sia davvero "Dio con noi", che abiti realmente ed effettivamente tra noi, suoi fratelli esiliati, ben più deboli che malvagi... Non inganniamoci: per arrivare, in un giorno più o meno prossimo, al Regno Sociale di Gesù Cristo, facendolo riconoscere e rispettare come Re sovrano, sarà necessario ricostruire la società moderna dalle sue fondamenta, ricostruirla sulle basi di Nazareth, della famiglia profondamente cristiana. 

Si valuta il valore di un popolo dal valore morale della famiglia. In santità o corruzione, un popolo vale quanto vale 'La casa. Regola senza eccezione. Ricordo ciò che mi diceva un grande convertito: "Padre, non potrà mai esagerare l'importanza della Crociata che predica. Come già le ho detto, i Fratelli della Loggia a cui tanti anni ho appartenuto non mirano ad altro che a descristianizzare la famiglia. Una volta fatto, in parte o totalmente, i cattolici possono rimanere con le loro cattedrali, chiese e cappelle. Che importano monumenti di pietra, una volta ottenuto il dominio sul santuario della casa?... Nella proporzione del successo di questa strategia settaria, l'inferno ha assicurata la sua vittoria. Così ragionai, e agii di conseguenza, io stesso, Padre, mentre ero affiliato alle schiere della massoneria". 

Triste ma eterna è la verità del Vangelo: "I figli di questo secolo sono più abili nella loro generazione dei figli della luce" (Lc 16, 8). Il grande male, il maggiore della nostra società, è aver perso il senso del divino; ma questo male deve avere un rimedio... Quale? Tornare sulla via del Vangelo, ritornare a Nazareth. Il Signore, sapientissimo, volle fondare la redenzione del mondo sulla pietra angolare della Sacra Famiglia. In essa, il Verbo, Gesù, nostro Fratello, iniziò la Sua opera redentrice... E non sarà in modo diverso che dobbiamo salvare il mondo moderno. Modelliamolo secondo la forma, tanto semplice quanto sublime, di Nazareth. 

Quanto si è parlato, con l'eloquenza dei discorsi e delle fotografie, delle devastazioni orrende di chiese e templi nel vasto campo di battaglia della Grande Guerra!... Cattedrali, monasteri, cappelle distrutti dalla mitragliatrice, nel inevitabile andirivieni degli eserciti che si scontravano... Quanto più spaventosa è, però, la rovina morale della famiglia cristiana! La casa è il tempio per eccellenza, il Tabernacolo tre volte santo. Per quanto artistiche e venerande possano essere, basiliche e cattedrali non salveranno il mondo. Esso sarà redento dalle famiglie sante, Nazareth divino. E questo si comprende. 

La famiglia è la fonte della vita, la prima scuola del bambino. Perciò vogliamo così profondamente impregnare la casa di Gesù Cristo e della linfa del Suo amore divino, che tutto l'albero si trasformi nel Cristo stesso, in fiori e frutti. Ora, l'Entronizzazione, ben compresa, non è altro che Gesù, il Re di Nazareth sulla soglia della porta, a chiedere il posto che è Suo, che per diritto divino Gli spetta, lo stesso che Gli riservava Betania, nei tempi antichi. Luogo d'onore, perché è Re (Gv 18, 37), e, in un giorno non lontano, avendo conquistato con il Suo amore famiglia per famiglia, regnerà su tutto 'Il complesso di esse, la società.

Luogo di intimità, nel seno della casa, perché vuole essere realmente l'AMICO (Cânt 5, 16). Soprattutto per il suo Cuore, e usando il dolce scettro dell'amore, la sua sovranità delicata incrementa questa intimità. In una parola: L'Entronizzazione mira a perpetuare la convivenza con il Gesù del Vangelo, l'Emanuele che torna per abitare nelle tende dei figli degli uomini. 

Ma quanto poco è conosciuto Cristo! E per questo, quanto poco amato! La maggior parte di coloro che si dicono cristiani ha paura di lui e vive a distanza. Gli dice, non forse con le labbra, ma con le sue attitudini: "Resta, Signore, nel tuo tabernacolo; quanto a noi, vivremo per conto nostro e rideremo, vivremo la nostra vita familiare, senza che tu ti intrometta troppo intimamente in essa... Non avvicinarti troppo, non parlarci, affinché non ci accada di morire di paura" (Giov 20, 19). 

Così parlarono gli ebrei a Geova, e allo stesso modo continuano a rivolgersi i figli al loro Padre e Pastore! Ci impegniamo a vedere in Gesù Salvatore, così mite e accessibile, il Geova terribile che scarica fulmini sul Sinai, invece di fissare il Re d'Amore, che trova le sue "delizie nel stare con i figli degli uomini" (Prov 8, 31). Colui che, durante la sua vita mortale, si compiaceva di ospitare a casa di peccatori (Mt 9, 11) e di assistere alle nozze di Cana (Giov 2, 2). In mille modi, incantevoli e meravigliosi, gli è piaciuto mostrarci che il desiderio del suo Cuore è partecipare alla nostra vita, così com'è, con tutte le sue sofferenze e gioie. 

Ci lamentiamo della nostra indegnità!... Che assurdità! Come se fosse stato degno Zaccheo, a cui la curiosità, e non altro motivo, mise sulla strada del Salvatore... Come se fossero state degne - o sante - la Cananea e la Samaritana; santo, Simone il Fariseo, e tanti nostri compagni nella lebbra morale, nella miseria e malvagità... No, nessuno di loro era degno, ma tutti ebbero fede nell'amore misericordioso del Maestro, e accettarono con semplicità la sua condiscendenza. Felici disgraziati, il cui sfortuna attirò e commosse il cuore del Salvatore! Nelle loro case e nelle loro anime, con Gesù entrò la felicità, la pace e la conversione... "Oggi è entrata la salvezza in questa casa" (Lc 19, 9). 

Pretesto farisaico, il rispetto! Il Dio di tutta la maestà, spogliandosi del suo splendore, ci chiama e, con le braccia tese, ci offre la mano... Arriva a essere audacia e insolenza pretendere di dargli una lezione e, invocando rispetto, mantenerci a distanza, come a dirgli: "Ricordati che sei Dio e Re; allontanati". 

Ci sono per vedersi migliaia di pseudo-cristiani che, nonostante la Redenzione, pretendono di servire il Redentore aprendo valli tra loro e Lui, erigendo montagne, scavando abissi. E questo, sempre per rispetto! Il rispetto, nella sua essenza, è amore e non etichetta, perlomeno in relazione a Gesù. Per volontà Sua esplicita, il rispetto non è distanza, poiché Egli l'ha già soppressa con l'Incarnazione e l'Eucaristia. 

Sopprimendola, ha richiesto ai cristiani, tuttavia, un'adorazione molto più perfetta di quella che tributavano gli ebrei, tremando e a distanza. Quanti non sono i cristiani battezzati nella pelle, ebrei d'anima, in perpetuo timore esagerato che, se sentissero Gesù parlare loro e chiamarli "lilioli", piccolini, "amici miei", morirebbero non di emozione e amore, ma di spavento! 

Quanto a me, lasciatemi ripetere fino alla sazietà: "Tacete in questa ora tutti i Mosè e i Profeti... Tacete gli uomini le cui voci, per quanto dolci possano sembrare, mi soffocano... Tacete le creature il loro canto di usignolo, che la mia anima anela ad ascoltare Te, Gesù, solo Te che hai parole di vita eterna e d'amore... 

Lasciami ascoltarti affinché possa predicarti, a Te, Gesù, autentico Amore degli amori, Figlio del Dio vivo e Figlio di Maria!" 

Ascoltami: detesto mille volte di più un giansenista che cento protestanti, e ancora di più di un incredulo. Ricordo di un signore che si credeva cattolico come nessun altro e che mi diceva: "Io, Padre, mettere in sala un Cuore di Gesù? Mai! Che mancanza di rispetto! Non mancava altro!" 

Cosa farebbe questo ardente cattolico, se avesse visto con i propri occhi il Re dei re fianco a fianco con peccatori a cercare, Lui stesso, la fiducia, l'intimità familiare in pubblicani e altri simili, gente molto poco raccomandabile e illustre, senza dubbio? Quante volte questi rispetti non sono altro che camouflage del rispetto umano e anche dell'orgoglio!...

Come se A quello, a cui i novelli sposi di Canà hanno invitato per le loro nozze, non dovesse sentirsi onorato e al suo posto, in una sala che si dice cristiana! Non è Lui, per caso, il Re dei re? Triste realtà: dopo venti secoli di cristianesimo, l'Amore non è amato, non è amato, assolutamente! Non si predica abbastanza l'amore di Gesù Cristo e, tuttavia, questa Sua carità non è un sentimento malato. L'amore è fiamma, amare è vita, e che vita! E tutto ciò si deve, in parte o almeno, alla mancanza di lettura, alla mancanza ancora maggiore di meditazione del Vangelo, dove da ogni pagina risalta un solo anelito divino: l'intimità familiare con l'uomo. Forse temevano a Gesù quei piccolini della Galilea, che si gettavano tra le sue braccia, si incantavano con il Suo sguardo e riposavano sul Suo Cuore? E quando, a forza, si vedevano strappati da questo nido, rapidamente vi tornavano, attratti, magnetizzati, dal petto del Maestro. Come pretendere di conoscerlo, amato con passione divina, se il nostro Cristianesimo - e la nostra pietà non si fondano su avvicinamento e intimità? Come amarlo con santa e deliziosa ebbrezza se lo contempliamo disfigurato e a distanza? Eppure, chi, dopo aver contemplato la Tua bellezza, non stimerà tutto il resto in tristezza e sventura?

Apprezzai una scena che mi azzardo a chiamare evangelica, anche se non la troviamo testualmente nel Vangelo. Intitoliamola "Le quattro prime visite di Gesù a Betania". Se mi leggete con il cuore, al termine, direte in un moto d'amore: "Se non la cornice, almeno la tela deve essere stata una felice realtà... Qualcosa di questo, e forse gran parte, deve essere accaduto a Betania". 

Quando, per la prima volta, Gesù arrivò a Betania, fu accolto da Lazzaro e Marta (Maria era ancora la pecorella smarrita e dispersa) con una certa riserva, non del tutto priva di legittima curiosità. Vedere da vicino il famoso Nazareno, i cui prodigi si commentavano ovunque, baciarne la mano, ascoltarlo in intimità... Chi sarà lui? Un Rabbì? Un Profeta? Lazzaro e Marta si sentirono senza dubbio lusingati da tanta onore, ma, allo stesso tempo, tale personaggio li intrigava... Lo ascoltavano attenti, anche se a una certa distanza. Giudicavano e lo ammiravano con le inevitabili riserve. Tuttavia, qualcosa di misterioso, di ineffabile che emanava da tutta la sua Persona commuoveva segretamente e conquistava, nei due fratelli, la fibra più delicata. 

Perciò, già sulla soglia della porta, inebriati da un'emozione mai provata, nel congedarsi da Gesù, dissero entrambi a una voce, con un tremore rivelatore dell'amore che si risvegliava: "Maestro, torna a Betania, non ci dimenticare". E Gesù, con un sorriso che lasciava intuire un riflesso del cielo del suo Cuore, promise di tornare...

Arriva a Betania per la seconda volta. Quasi una festa. Fiori e aspettativa. Lazzaro e Marta si commuovono nel sentire che si avvicina a Betania l'adorabile Nazareno. Impazienti, escono a aspettarlo. Si rallegrano davvero nel vederlo... Il rispetto è molto maggiore rispetto alla prima visita, poiché già sboccia l'amore. Questa volta, non si accontentano più di ascoltarlo estasiati: c'è abbastanza fiducia per interrogarlo... La conversazione è quasi familiare, con tonalità di espansione e gioia. "Com'è semplice e buono il Maestro", commentano, "che Maestà, dolce e travolgente! Il suo sguardo riaccende e illumina, le sue parole trasformano, il suo Cuore rapisce... Tutti gli amori della terra hanno il sapore del fiele quando si è provato da vicino le sue palpitazioni divine!"

Questa volta, alla partenza, Lazzaro e Marta a fatica riuscivano a reprimere il singhiozzo che gli stringeva la gola. A una voce, supplicarono entrambi con il cuore sulle labbra, semplicemente umili: "Sarà difficile abituarci da oggi in poi a vivere senza di Te; torna, Signore, considera Tua questa casa, considera noi i Tuoi amici!" E Gesù, commosso, rispose loro: "Sarò vostro Amico, tornerò sì, e, dato che mi amate, Betania sarà l'oasi del mio Cuore".

Che esplosione di giubilo, che festa d'amore il ritorno del Nostro Signore a Betania per la terza volta! A questa chiamiamo la visita e l'accoglienza dell'Entronizzazione. Con quanta impazienza avevano contato Lazzaro e Marta le ore e i giorni! Che nostalgia, che solitudine insopportabile era diventata Betania da quando Gesù aveva detto: "Tornerò, con l'Amico". Già nulla dava loro pace, nulla aveva il dono di farli sorridere. L'unico sogno dorato, o meglio, l'unica realtà è Lui. Da quando si era congedato vivevano senza vivere. Gesù aveva rapito i loro cuori.

Finalmente, ecco che arriva il Desiderato! Accorrono al suo incontro, gli cadono ai piedi piangendo di felicità, baciano le mani divine. E in mezzo a una vera ovazione di affetto, di tenerezza, chiamandolo con santa audacia "Amico", lo introducono dove non si riceve se non un intimo del focolare. 

Si avvicinano subito, senza alcun timore, parlano con la santa familiarità dei suoi discepoli, conversano con la felice intimità, il sollievo di chi si sente intuito, compreso, amato. E Gesù ascoltava, e a ogni risposta, a ogni sguardo - o sorriso penetrava fino al profondo dell'anima dei suoi amici...

Improvvisamente, nel maggior ardore di quel dialogo di celestiale intimità, si fa silenzio... Gesù tace, Lazzaro si avvicina di più al Maestro e, appoggiando il suo volto sulle ginocchia dell'Amico divino, rompe in un singhiozzo. 

"Perché piangi?" chiede Nostro Signore. "Tu sai tutto", risponde Lazzaro. "Sì, so tutto, ma poiché siamo amici di fatto, parla, confida a Me la tua anima tutta intera". E, mentre Marta nasconde tra le mani il volto arrossato e piange in silenzio, Lazzaro dice: "Maestro, siamo due, ma eravamo tre in questa casa. Maria, nostra sorella, ci ha coperto di tristezza e vergogna, la chiamano 'la Maddalena'! La amiamo tanto e, oggi, è l'onta di Betania. Gesù, se sei nostro Amico, restituiscici Maria sana, salva e abbellita!" 

Gesù, dopo aver pianto con i suoi amici, afferma con voce interrotta: "Vostra sorella tornerà, vivrà, e Betania sarà felice!" Nel congedarsi quel pomeriggio, già fuori dall'uscio, benedicendo i suoi due amici, ripete loro Nostro Signore: "Maria tornerà al gregge, cari amici, tornerà, per gloria di mio Padre e mia!"

***

P. MATEO CRAWLEY-BOEVEY SS. CC.



Pregare significa confidare in Dio! Mettere tutti i tuoi problemi nelle Sue mani... e lasciare a Lui le soluzioni!

 


“Pace! Figlioli; Pregate, pregate, pregate! Il nemico vi insegue e cerca sempre una fessura dove poter penetrare e farvi del male. È traditore e usa chiunque come suo strumento. Dovete pregare molto, dovete perdonare, perdonare, perdonare... Dovete amare, anche se ciò richiede molto sforzo. Voi, figlioli, siete stati scelti dal Padre stesso per una missione che richiede completo raccoglimento, completa fede, completo amore. Come possono i Miei figli, confidenti, mantenere il contatto con il Cielo senza cuori puri? Come potete ricevere messaggi con l'odio nei vostri cuori? Pregate, pregate, pregate! Dovete purificarvi! Dovete amarvi gli uni gli altri... e la vostra missione potrà essere compiuta. Vedrete il “Grande Miracolo”, ma l'amore è necessario. L'unità, la pace, sono necessarie! (...) Sarà salvata da voi, Maria Angelina e Giuseppe di Nazareth, se lo desiderate di cuore: amandola... imparando ad amarla. È ancora imprigionata. in questo mondo perché paghereste se fosse adesso! ... Pregate il Padre, Prega Me, Gesù, affinché tu possa amarla. Nel momento in cui questo accadrà, tutto si calmerà e miracoli e prodigi accadranno, e Dio risponderà a tutte le tue richieste. Amen. Amen? Prega, prega... La preghiera non consiste solo nell'inginocchiarsi tutto il giorno, ma anche nel guarire giorno dopo giorno e migliorare sempre. Consiste nello svolgere tutti i tuoi compiti quotidiani con amore, cercando di non turbarti o arrabbiarti quando le cose non vanno come vorresti. Consiste nell'offrire ogni sacrificio, ogni dolore, ogni incomprensione o indifferenza da parte degli altri al Padre, per le anime benedette. Consiste nel non esigere dagli altri il loro stato religioso, ma pregare per loro. In breve, consiste nell'amare, amare, amare tutti! Pregare significa confidare in Dio! Mettere tutti i tuoi problemi nelle Sue braccia... e lasciare a Lui le soluzioni! Non ha senso pregare il Padre, chiedere il Suo intervento nel problema, se, dopo aver pregato, sei ancora preoccupato! Il Padre non è forse potente? Il Padre non risolve tutto? Le persone che pregano ma continuano a Le persone che hanno poca fede sono quelle che non hanno fiducia nel Padre che ha creato ogni cosa e che può tutto! Il Padre è lento a rispondere a chi non si fida di Lui. Chiedete tutto e ringraziate subito, nella certezza di aver ricevuto risposta. Non discutete dei problemi con nessuno, perché il nemico, sempre vicino, vi farà perdere la fiducia in Dio, e i problemi persisteranno. Il Padre vuole la fiducia totale in Lui! Lasciate tutto a Lui! (...) Giuseppe di Nazareth, figlio mio, rimanete saldi negli ordini del Cielo, e non farete nulla senza ordini. Obbedite sempre, anche se a volte sembrano strani. Il Regno è veramente vicino, ma solo il Padre conosce l'ora... l'ora esatta non è stata rivelata a nessuno. Osservate i profeti. Dicono questo o quello, facendo credere alla gente che l'ora è adesso, che il Padre ha fissato la scadenza, che Dio ha detto il giorno... ma loro stessi fanno progetti per il futuro! Ora, se solo sapessero l'ora esatta, perché dovrebbero fare progetti? Il tempo appartiene al Padre ed Egli non dirà assolutamente nulla a nessuno! Tuttavia, Egli invia segni, che sono già visti,affinché i figli della luce siano preparati! ... Anche i figli delle tenebre possono convertirsi, ma per loro i segni saranno camuffati, perché il Padre non permette loro di vedere i segni, nonostante i loro occhi, o di udirli, nonostante le loro orecchie! La salvezza appartiene a tutti, ma l'ora della purificazione non è ancora giunta... ma verrà... e solo il Padre conosce il momento esatto! Tuttavia, ora stanno vivendo questo momento: questa generazione ne sarà testimone. È necessario, tuttavia, che ciò che è scritto nelle Scritture si compia! Ma tutto accadrà in fretta, perché il Padre "accorcierà il tempo" affinché tutti i suoi figli non si perdano. Pertanto, potrebbe essere ora, o più tardi, o anche più tardi! Pregate, pregate, pregate! Preparatevi per la venuta del Re! Preparatevi ad essere ospiti del Nuovo Regno! Vi ringrazio, figli, per i vostri sforzi nell'obbedire a Me e agli altri ordini dall'alto. Siete scelti dal Padre e dovete svolgere bene la vostra missione per non deluderlo.

Sii, Giuseppe di Nazareth, il più piccolo di tutti. Non indossare nulla che ti distingua dagli altri... Mi disgusta l'ostentazione di oggetti (distintivi, spille, ecc.) accanto ai tuoi vestiti, o su di essi, che ti distinguono dagli altri! Sii sempre uguale a tutti gli altri... Sii sempre piccolo e sottomesso! Maria Angelina e Giuseppe di Nazareth, parlate sempre di vita! Il Padre vuole che parliate di vita. Non lasciatevi ingannare da questo mondo disorganizzato e malvagio. Questo mondo non è stato creato così da Dio! Dio ha creato la vita e ha dato a ogni essere le formule per vivere bene, sia nella procreazione che per il suo controllo: tutto naturale, senza intervento umano! Dio ama la vita! Dio vuole la vita! Se tutte le madri consacrassero i loro figli a Me o a Mia Madre, non ci sarebbero così tante persone affamate o così tanta sventura. La fame e la sventura vengono dall'uomo, non da Dio! Seguite, figlioli, gli insegnamenti di Giovanni Paolo II: La vita viene prima, perché appartiene solo a Dio! Dio fornirà il modo di viverla per i suoi figli e accuserà gli ingiusti dell'infelicità di questi figli. Amen? Pregate per la vita! Difendete la vita! Il Padre vi ha amato proprio perché amate la vita! Amen? Figlioli, continuate la vostra bella opera, perché qui ne riceverete molti da molti luoghi. Abbiate sempre cuori puri e siate sempre pronti a servire uno per uno, con lo stesso amore. Non preoccupatevi della missione degli altri profeti: ognuno ha la sua. E la vostra è un po' diversa. Amen? Pregate per tutti i profeti. Fanno tutti parte dello stesso piano disegnato dal Padre, ognuno con il proprio scopo, con la propria caratteristica... e tutti formeranno un unico messaggio. Amen? Pregate, pregate, pregate! Amatevi gli uni gli altri. 

(+) GESÙ!

Porto Belo, SC, 4 marzo 1999

CROCIFISSO - III

 


CAPITOLO III  

Nel salone, la casa Riscai, una trentina di persone attendevano l'ora dell'uscita del funerale.  

D. Riscai, vedova del defunto, riceveva gli invitati.  

Conversazioni dirette si udivano, sussurrate a bassa voce:  

Si vedeva che il dispiacere per quella morte era sincero, che il defunto lasciava nostalgia tra coloro che aveva conosciuto, nostalgia condivisa dalla maggior parte della popolazione. Il signor Riscai aveva una fortuna relativamente considerevole nel commercio; e su di lui non era mai aleggiata la calunnia, mai l'eco delle storie equivoche era venuto a turbare la sua pace, né a gettare sul suo nome il discredito, che uccide più sicuramente della rovina.  

Con l'avvicinarsi dell'ora, un uomo penetrò nel salone, giovane, di passo libero e deciso, bello di volto e di portamento; si inclinò davanti alla padrona di casa e tese la mano ad alcune persone conosciute.  

-- Posso pregare davanti al corpo?  

chiese, rivolgendosi nuovamente a D. Riscai.  

Questa fece un segno di assenso, guidandolo verso la porta, mentre l'assemblea guardava, con aria di curiosità stupefatta, quel ragazzo che, fin dall'inizio, si affermava come un cristiano che pregava.  

Il mondo ha questi stupori. Accompagna i morti nel supremo viaggio; assiste cortesemente alle ultime cerimonie; offre alla memoria dei scomparsi la sua presenza tutta di impeccabile cortesia e tristezza banale. Non sa pregare, anche se è credente.  

Così sono i volti tristi e i vestiti neri che scortano le bare.  

Tra essi raramente si trovano anime pronte a dare all'amico quel fraterno soccorso per l'aldilà, che è la preghiera.  

Pedro Morei, il neonato, voleva pregare, e per questo entrò nella camera mortuaria.  

Cecilia, con la testa tra le mani, era inginocchiata su un inginocchiatoio. L'occasione, fredda, lugubre nei suoi angoli duri, si estendeva tra le candele.  

La ragazza girò leggermente la testa.  

Alla vista di quel visitatore dell'ultima ora, ebbe un moto di emozione, si alzò, come se fosse aumentata dal vestito nero. Pedro si inclinò.  

- Grazie, disse lei con uno sguardo; grazie per lui.  

Il suo gesto mostrava la bara dentro la quale giaceva il cadavere del padre.  

Entrambi erano pallidi. Il giovane, inginocchiato a un canto della stanza, pregava; Cecilia riprese l'atteggiamento isolato, tornò col pensiero a colui che le aveva dato. Ma, in quel silenzio, ci fu come una comunicazione di anime, un riaccendersi di ricordi tra quei due cuori che un tempo si erano amati, e che forse si sarebbero amati sempre.  

Pedro Morei, giovane ufficiale di grande futuro, al suo primo uscita da Saint-Cyr, aveva sognato un matrimonio con la figlia del signor Riscai. Ma questo, senza mai spiegare perché, si era opposto a quell'unione, e aveva distrutto per sempre la speranza dei due con la proibizione formale fatta a sua figlia di pensare a tale.  

Pedro e Cecilia si erano sottomessi, avevano interrotto tutte le relazioni da due anni, soffrendo nel loro amore spezzato, conservando, però, nel profondo del cuore quella speranza invincibile nel futuro, quella fede negli ideali che danno alla gioventù un'aureola divina.  

Ecco che il caso delle convenzioni mondane li metteva di fronte l'uno all'altro, davanti alla bara di colui che aveva, con un solo colpo, reciso le loro speranze d'amore e scavato un abisso tra i loro due destini.  

L'ufficiale non era tornato da due anni, dalla separazione, ed ecco che una malattia della sua vecchia madre lo chiamò in quella cittadina, nella propria occasione della morte del signor Riscai. Doveva rappresentare la famiglia nella cerimonia funebre.  

L'amore li aveva separati e la morte li riuniva. Ci sono nella vita di questi contrasti strani; si direbbe a volte che Dio si diverte, per disorientare le nostre vite sempre corte, a far sorgere realtà dalle maggiori incongruenze.  

Pedro Morei si ritirò, conservando con cura l'impressione riavvivata dei giorni passati. I tratti di Cecilia si riformarono nel suo spirito, tornavano a brillare come quei quadri sbiaditi nell'oscurità che un raggio brusco di sole viene a illuminare.  

Quando la rivide davanti al corteo funebre, impallidita dalle veglie, resa più bella dal misterioso riflesso del dolore, le sembrò che tutto il passato di sogni e dolci speranze rinascisse nel suo cuore.  

Morto il signor Riscai, Cecilia si trovava orfana, privata del maggior amore della sua vita, ma, allo stesso tempo, diventava libera, diventava padrona del suo destino.

Questi pensieri lo perseguitavano fino al cimitero, e quando la bara scomparve nella tomba aperta, sentì le lacrime salire dal cuore agli occhi, e che, anche contro la sua volontà, tutta la sua anima era invincibilmente unita a quella di Cecilia. E lui soffriva il suo dolore e piangeva le sue lacrime. 

Com'erano buone e dolci le reminiscenze che allora gli si precipitavano in onde incessanti nel pensiero. 

Molto dolcemente, con la tenerezza delle cose ben amate, le dolcezze del passato rinascivano, prendevano il primo posto nel pensiero. 

Si rivedeva nei giorni felici del giovane amore, ascoltando, nel corso delle conversazioni, la bella voce armoniosa della ragazza, che voleva farne l'uomo completo, il cui spirito robusto si fortificasse con una inamovibile fede. 

Era stato convertito da lei. Prima per piacerle, poi per coscienza, era diventato un cristiano praticante, determinato, intransigente. Poi, quando i destini contrari li separarono, nel necro della delusione, l'idea religiosa rimase luminosa come un faro, e lui pensava che tutto il bene della sua vita, tutta la consolazione delle sue ore nere gli veniva ancora da lei, la religione del Bene, la religione dell'amore. 

E ciò che lui aveva saputo fin dal suo arrivo, la dedica splendida che Cecilia mostrò negli ultimi momenti del padre, l'apostolato di sublime pietà che ella esercitò in quell'anima, tutto ciò accresceva il suo amore. 

Ella diventava, per lui, l'ideale della donna cristiana, l'essere di tenerezza e dolcezza, l'angelo familiare e onnipotente la cui presenza rende il dovere amabile e il dolore infinitamente dolce. 

Ma, all'improvviso, come una nuvola distesa bruscamente nel cielo chiaro, un'ansia dolorosa apparve: "Se ella mi avesse dimenticato," pensò lui; il suo cuore, stanco di aspettare, si rinchiuse nella sua immensa tristezza, sacrificando tutto l'amore di cui era capace. Forse ella avrebbe sacrificato la sua giovinezza e tutta la sua vita all'annientamento dei sogni, alla vita austera che non comporta alcun riposo. 

"Se la sua anima di scelta, così grandemente dilatata dal lato del cielo, avesse promesso a Dio la fine della sua verginità, occultata volontariamente nel silenzio del chiostro?" 

Ancora si trovava immerso nelle sue perturbanti allucinazioni, quando la cerimonia terminò. Lentamente, il cimitero si svuotò... Intorno a quella morte, accanto a quei cadaveri che dormivano sotto la terra, la vita ricominciò, la vita chiassosa di tutto questo mondo, costretta a pensare per un'ora alle terribili realtà dell'aldilà, e che ha bisogno di distrarsi da questo pensiero terribile. 

Pedro Morel si trovava nell'ultimo gruppo, circondato da alcuni amici desiderosi di parlare a quel giovane, il cui futuro militare si annunciava brillante, poiché a soli trenta anni, era già stato decorato, dopo aver raccolto, in mezzo ai pericoli di una campagna in Sudan, quel fiore glorioso che è la Legione d'Onore. 

Cecilia e la zia passarono vicino a loro, e si inclinarono al saluto che era stato rivolto loro. 

L'ufficiale vide allora che lo sguardo di colei che amava si fissò su di lui rapidamente, per un solo minuto, ma con un'espressione così dolce che la luce si fece completamente grande nella sua anima; e, nonostante la tristezza condivisa per amore con la signorina Riscai, sentì che una grande gioia gli inondava il cuore, e, nei suoi sogni, pensò di vedere l'orizzonte completamente roseo, illuminato da quelle chiarità dolci che fanno amare la vita. 

Nel frattempo, Cecilia, con l'anima dolorante per la sofferenza, tornava a casa, in quel vuoto prodotto dalla partenza dei cari. Ma tutta la gioia della conversione del padre tanto amato non poté coprire l'abisso improvvisamente aperto nella sua vita. 

Ella era sola ora, poiché la zia comprendeva molto poco la giovinezza e sapeva molto poco associarsi ai dolori che la facevano soffrire. 

Egoista come molte zitelle, pensava che il cuore si alimenta delle realtà prosaiche dell'esistenza; non colse queste necessità di effusione, di sostegno morale di cui necessitano le anime che soffrono vivamente. 

Pensava che Cecilia, una volta ripresasi da quel dolore, potesse condurre con sé una vita tranquilla e serena, libera da preoccupazioni, soddisfatta di alcune relazioni banali. 

Ma l'anima delicata della ragazza cercava un altro ideale, sperimentava un bisogno imperioso di mettere la sua dedizione, la sua tenerezza, al contatto di un'altra anima e di un'altra tenerezza, capace di comprenderla. 

Quando entrò nella stanza, dopo il sentimento di dolore, provato cento volte durante il giorno, il sentimento dell'abbandono prese forma, crebbe improvvisamente nel cuore, lo coprì, come le nuvole di tempesta, che invisibili prima, coprono bruscamente tutto il cielo. 

Solo! Era necessario vivere ora senza una persona a cui confidare ciò che le accadeva nell'anima, senza quel scambio di affetto, incessantemente rinnovato, che dà vita alla parte superiore e delicata del nostro essere. 

Solo! senza il sostegno di un'anima e il conforto di un cuore capace di comprenderla.

Solo! È in un ente amato per cui dedicarsi, per cui sorridere, per cui soffrire. 

Vivere una vita monotona e fredda, preoccupandosi della propria comodità, senza amare veramente nessuna persona, ecco l'incubo che torturava Cecilia. 

Ma, senza che ella osasse affermarlo apertamente, un raggio di luce penetrava nella notte dei suoi tormenti, una speranza posava su quelle tenebre, e già le schiariva un riflesso di aurora. 

Ella si sorprese a pronunciare il nome di Pedro Morei, e questo nome suonò ai suoi orecchi come un carillon di felicità. 

E perché no? Egli era il suo unico amore, mai dimenticato. Il padre aveva proibito quella unione, ma la sua morte li lasciava liberi. 

Egli non esigeva irrevocabili promesse e giuramenti per tutta la vita. 

Era lui, sì, quell'uomo che ella aveva reso cristiano, poiché il suo amore, come un dono di Dio, per il cuore amato sarebbe stato il più grande rifugio. Era, sì, quella forza virile, che pareva voler dare un sostegno alla sua fragilità di donna. 

E tutti quei sogni presero forma nella sua anima, espulsero le preoccupazioni tenebrose. 

Quando la sua anima, dolorante per il ricordo dell'amato assente, elevò la preghiera della notte, quella preghiera, che è l'incontro dei vivi e dei morti nella presenza di Dio, Cecilia osò chiedere la bontà divina che desse alla sua vita la realtà che ella desiderava. Poteva che le difficoltà fossero appianate, le distanze vinte, i cuori riuniti. 

Ma ella non dubitò come Pedro. 

Sapeva, aveva compreso che l'amore di entrambi viveva come nei primi giorni, riavvivato dalla speranza, fortificato dalla separazione. Affermava di sé che l'unico impulso della sua tenerezza era ora per Pedro Morei. 

Con la fiducia audace della gioventù, ella pensò che la Provvidenza disponeva il suo futuro e si preparava per unirli l'uno all'altro; e, tranquilla, aspettò. 

Un pomeriggio - alcuni giorni dopo la morte del signor Riscai - la serva venne ad annunciare al signor Pedro Morei. Cecilia tremò leggermente, più per emozione che per sorpresa. 

Si diresse verso il salone, con la zia, semplice, senza affettazione, con un sorriso molto sincero che le illuminava il volto ancora ombreggiato dal lutto. 

L'ufficiale veniva a fare visita, e, allo stesso tempo, a congedarsi, poiché la sua licenza terminava il giorno seguente. Tuttavia, Cecilia comprese, dall'aria preoccupata dell'ufficiale, che un motivo, più grave, l'unico forse, lo aveva portato a casa sua, in quel pomeriggio. Per uno di quei coincidenti eventi, la sorella del signor Riscai si era allontanata, lasciando i due giovani soli, uno di fronte all'altro. Pedro comprese che era necessario approfittare dell'occasione per dire ciò che gli stava nel cuore. 

... Signorina, disse egli, con un lieve tremore nella voce, la morte del suo padre ha cambiato molte cose; i sogni di un altro non sono distrutti ... Forse mi troverà un po' audace, indiscreto, ma ... io la amo sempre ... tanto o più di prima ... Mi dica solamente se ho il diritto di sperare nel futuro ... Non posso concepire la mia vita senza la sua compagnia ... Unirla a me o vivrò solo ... 

Cecilia aveva le palpebre piene di lacrime. 

Fece uno sforzo e parlò: -- Io lo aspettavo, disse ella; ho confidato nel suo cuore e non mi sono ingannata. Sono la stessa Cecilia di un tempo e mi considero già come sua sposa ... Grazie ... Pedro, per avermi offerto il suo affetto ... il suo amore nel momento del sofferenza ... Sono sola, ho bisogno di un'illuminazione per sostenere il mio ... per comprenderlo ... un cuore in cui possa versare le mie gioie, le mie speranze, le mie sofferenze ... Questo è il mio sogno, e non ho mai pensato a un altro cuore che non fosse il suo! 

Ella si alzò, guardò il giovane con i suoi belli occhi altivi e compassionevoli, e gli tese la mano. 

- Ho vent'anni, disse ella, età in cui ognuno è già capace di risolvere da solo tutto ciò che si presenta, e io giuro che non avrò altro marito che non sia Pedro Morei. 

- Grazie, mormorò Pedro, tornando a sé dall'emozione; tornerò a cercarla; lei sarà allora completamente libera. 

- E da qui fino ad allora lei scriverà. 

sempre alla povera abbandonata, disse Cecilia, con un sorriso ... Mi dirà tutta la sua vita, tutte le gioie che avrà, tutte le inquietudini: così avremo il preludio della nostra vita futura. 

··- E il signor Riscai? chiese l'ufficiale, improvvisamente strappato dal sogno per affrontare la realtà. 

- Si assicuri, affermò la giovane, glielo dirò tutto. 

Non mi piacciono i segreti. La metterò al corrente dei miei progetti, dei miei desideri. Ella comprenderà, così spero, che non posso risolvermi a restare sola ... Benché io sia libera, in rispetto a lei stessa e alla memoria di mio padre, che ella abbia conoscenza delle nostre relazioni e che le approvi ... 

La zia tornò nel salone. 

Pedro si trattenne ancora per alcuni istanti, parlò del suo futuro militare, della sua campagna in Madagascar e della brillante carriera che si apriva davanti a lui.

Cecilia aveva le palpebre increspate. Mentre conversava, guardava Cecilia, volendo, per così dire, imprimere nella sua memoria l'immagine dei suoi tratti, per portarla laggiù, con lui, e custodirla pietosamente come una reliquia carissima. 

Si alzò, salutò, tese la mano a colei il cui amore occupava ora interamente il suo cuore. 

- Addio! disse lui, accompagnando questa parola piena di speranza con uno sguardo illuminato da rispettosa tenerezza. 

- Addio! mormorò Cecilia... 

E, quando lui era già lontano, instinctivamente girò la testa, vide la sua fidanzata, che rimaneva sulla soglia della porta, seguendolo con gli occhi. 

- Mio Dio, pensò lui, allontanandosi, che la tua mano ci riunisca presto per la nostra felicità e la tua maggiore gloria!


Pregate, pregate per la pace nel mondo. Con tutta la sua forza Satana aggredisce e minaccia la pace mondiale. Anche la Chiesa sarà molto provata. La preghiera, il digiuno e la vita secondo il vangelo sono le armi più potenti contro le terribili forze del male.

 


Kurescek, 

Sono grata a tutti voi che venite a trovarmi anche in questo luogo. Sono particolarmente grata ai rari sacerdoti che senza timore accolgono i miei messaggi; questi benedico in modo particolare.

Di nuovo invito i fedeli e i sacerdoti del Rinnovamento dello Spirito a seguirmi con fiducia, a mettere in pratica i miei messaggi di Medjugorje e di Kurescek.

Con particolare desiderio invito tutti i figli e le figlie di Giovanni Bosco ad accogliere i miei messaggi, a viverli e a diffonderli nelle loro fila e tra la gente loro affidata.

Desidero che le parrocchie di Zelimlje, Golo e Ig si consacrino - dopo un'accurata preparazione - al mio Cuore e al Cuore del Figlio. A queste parrocchie seguano anche le altre. La consacrazione sia solenne. Le parrocchie si rinnovino nello spirito della consacrazione e si abbandonino al potente vento di amore che proviene dal mio Cuore e dal Cuore del Figlio.

Quei sacerdoti e quei religiosi e religiose che avvertiranno il vento che soffia dai nostri Cuori diventino l'anima della Famiglia dei Cuori di Gesù e Maria. Si prodighino affinché anche i laici entrino a far parte della Famiglia dei nostri Cuori.

Desidero che ci sia ogni settimana l'ora di approfondimento del mistero del mio Cuore e del Cuore del Figlio. Tutti i membri della Famiglia dei Cuori di Gesù e Maria facciano il possibile per partecipare a quest'ora.

Con la preghiera e il digiuno preparatevi alla riconciliazione per poter ricevere la pace di Dio.

Pregate, pregate per la pace nel mondo. Con tutta la sua forza Satana aggredisce e minaccia la pace mondiale. Anche la Chiesa sarà molto provata. La preghiera, il digiuno e la vita secondo il vangelo sono le armi più potenti contro le terribili forze del male.

Io, vostra Madre, Regina della pace, sono con voi. Non temete! Vivete i miei messaggi. Dio è onnipotente, per questo è soltanto Lui la vostra pace e la vostra vittoria.

La mia benedizione vi accompagni e accompagni particolarmente quelli che mi sono fedeli e quelli che mi avete affidato.

2.2.1991