Riflessioni fatte da Gesù sul Mistero della Sua Sofferenza e del valore che ha la Sua Redenzione.
GESÙ VIENE CONDANNATO A MORTE
All'alba, Caifa ordinò che Mi conducessero da Pilato perché pronunciasse la sentenza di morte.
Questi Mi interrogò, desideroso di trovare un motivo per condannarMi, ma, allo stesso tempo, la sua coscienza lo tormentava e provava un grande timore per l'ingiustizia che stava per commettere. Alla fine, trovò un mezzo per disinteressarsi di Me, e ordinò che Mi riportassero da Erode.
In Pilato, sono fedelmente rappresentate le Anime che, sentendo nello stesso tempo il movimento della grazia e delle loro passioni, vengono dominate dal “rispetto umano”, accecate dall'amor proprio e, temendo di sembrare ridicole, lasciano passare la Grazia.
Nulla risposi a tutte le domande di Pilato.
Ma, quando Mi chiese:
“Sei Tu il Re dei Giudei? (Matteo 27,11) - con gravità e fermezza d'animo, risposi:
“Tu lo hai detto, Io sono Re, ma il Mio Regno non è di questo mondo…” (Giovanni 18,37).
Con queste parole volli indicare a molte Anime che, quando si presenta l'occasione di sopportare la sofferenza o una umiliazione, che potrebbero facilmente evitare, debbono rispondere con generosità:
“Il mio Regno non è di questo Mondo, e cioè, non cerco le lodi degli uomini; la mia Patria non è questa, avrò il mio riposo in quella Patria che lo è veramente”.
E adesso, coraggio, devo compiere il Mio dovere, senza tenere conto delle opinioni del Mondo. Ciò che Mi importa non è la sua stima, ma il seguire la voce della Grazia, soffocando i richiami della natura. Se non sono capace di vincere da solo, pregherò per avere forza e consiglio, ma, in molte occasioni, le passioni ed un eccessivo amor proprio, accecano l'anima e la spingono a compiere il male.
Non sono né 10 e neppure 20 i carnefici che straziano il Mio Corpo… sono moltissime le mani che feriscono il Mio Corpo, ricevendo la Comunione nella mano: opera sacrilega di Satana.
Come potete contemplarMi in questo mare di dolore e di amarezza, senza che il vostro cuore si muova a compassione?
Ma non sono i carnefici… quelli che devono consolarMi, siete voi, Anime Elette, che dovete alleviare il Mio Dolore.
Contemplate le Mie ferite e vedete se ci sono degli altri che abbiano sofferto tanto quanto Me, per dimostrarvi il loro Amore.
Messaggi dettati a Catalina Rivas
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