martedì 9 aprile 2019

SE MI APRI LA PORTA...



DAL MANOSCRITTO DI UNA PICCOLISSIMA ANIMAAMORE PER AMORE


Mendicante d'amore

Nella mia Passione non ebbi più né forma né decoro, sfigurato come ero dai patimenti. Così ora voglio perdere di nuovo il mio decoro, la mia maestà per andare in cerca di amore.
Sembro un ebbro di amore, tanto sospiro di essere saziato da voi. E come nella persecuzione di Erode, non trovando rifugio nella mia patria, lo trovai in Egitto, così ora devo proprio trovare un sicuro rifugio nel cuore di chi mi accoglie, di voi anime mie dilette spose.
Non è soltanto la paura di perdere il trono che mi fece e mi fa odiosamente ricercare a morte: è la rabbia satanica contro la mia Divinità, è l'annientamento del loro Creatore e Redentore che vogliono.
Con quanta più ragione voi che mi volete amare, dovete circondarmi di riverente intensissimo amore, per farmi tollerare l'empietà, eccitando la mia misericordia all'estrema longanimità.
Amami, che ne son ben degno! Nessuno è degno del tuo amore come Me, che Io desidero e mi accontento della tua meschinità.
Se lo facessi ai miei Angeli l'invito che faccio a voi così insistentemente di amarmi, non potrei più frenarli. Lo dico a voi e Mi fate grazia di sforzavi un pochino. Ciò avviene perché la vostra intelligenza è guasta e non percepisce nettamente la Sapienza.

È vero che tu non hai niente di bello da attirare il mio amore, ma Io amandoti tanto, amo in te l'Amore mio che si riversa in te. Mi compiaccio in esso, ammiro la divina Bontà di cui inondo la tua anima. Amo la mia degnazione di Dio infinito nell'abbassarmi tanto incontro a te.
Questo sentimento lo provo per tutte le anime. Abbondo di grazie, di premure in esse, poi resto meravigliato della mia generosità e me ne rallegro.
Ho un cuore troppo fine e sensibile per non sentire grandemente i vostri piccoli atti d'amore. L'amore del vostro Gesù è un tesoro infinito, una miniera senza fondo, un abisso insondabile! Amo divinamente, quindi senza misura.

Le anime che corrispondono al mio amore sono premiate infinitamente più di quanto meritano, perché Io dò smisuratamente, getto a piene mani, pur di dare, sempre e copiosamente dare.
Se non fossi infinito nelle mie ricchezze, mi esaurirei per ogni anima: sarei stato subito impoverito da troppa prodigalità. Il piacere che provo a versare le mie grazie é così grande, che mi faccio violenza a trattenermi se non c'è nulla da premiare. Non posso tenermi le mie ricchezze: vorrei spandere da vero Re e rendervi tutti felici.
Ho dato esempio nella mia vita di molte virtù, ma nella vita pubblica ho manifestato soprattutto la carità. Mi sono prodigato secondo la bontà del mio Cuore.
Non soddisfatto di beneficarvi in modo portentoso, nel mio irresistibile amore ho voluto, quasi con impazienza, spogliarmi di tutto quello che potevo dare del mio essere umano. 

DON RENZO DEL FANTE 

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