Del ritorno di Gesù a Bethania e di ciò che operò nel suo interno, sino a che celebrò l’ultima Pasqua con i suoi discepoli.
GESÙ CON LA MADRE
Essendo già l’ora di prendere qualche riposo, si ritirarono tutti, ed io mi ritirai con la mia diletta Madre e con le due sorelle, Marta e Maddalena, le quali, poiché erano molto afflitte, non potevano privarsi della mia presenza, che apportava loro grande conforto. Ed io le consolai molto, parlando delle grandezze del mio divin Padre, e del premio che loro stava preparato nel regno dei cieli, animandole al patire, perché quanto più avrebbero sofferto in terra, tanta maggior gloria avrebbero avuto in cielo. Le assicurai del mio amore verso di loro, ed essendo passata buona parte della notte in tali discorsi, si ritirarono, ed io restai con la mia diletta Madre a trattare da sola a solo, lasciando ch ella desse qualche sfogo al suo dolore. Anche io le dicevo la pena del mio Cuore nel vedere la sua grave afflizione. E quantunque, la Madre ed io sapessimo ciò che nei nostri Cuori passava, tuttavia ne parlavamo per dare qualche effusione al nostro grande dolore. Mi diceva la diletta Madre: Figlio mio, da me unicamente amato, come Figlia e come Dio, potrà soffrire il mio cuore, che uno dei nostri più intimi familiari vi ubbia a tradire e dare in mano dei vostri nemici e che poi debba perire miseramente, e la copiosa redenzione abbia da servire alla maggior condanna del vostro apostolo familiare, che vi ha seguito nella predicazione, ha veduto i vostri miracoli, i vostri esempi, ha udito continuamente la vostra celeste dottrina ed è stato da voi istruito? Che questo da una medicina sì salutare abbia da cavarne un veleno sì potente; che per lui non ci sia rimedio e voglia disperare senza far ricorso alla vostra infinita bontà e misericordia, restando ostinato nel suo peccato? Questo sì che mi trafigge l’anima: che lui stesso voglia essere l’autore della sua rovina, dandosi da se stesso la morte! A queste parole, sentendone anche io una somma afflizione, mi accordavo con la diletta Madre nel dare sfogo al mio dolore. Ed infine, per consolarla, le dicevo, che già si era fatto molto da noi con avvertirlo ed ammonirlo, e che anche molto più farei, non lasciando di ammonirlo fino all’ultima parola che gli avrei detta; ma che volendo egli il suo totale precipizio, non vi era chi lo potesse distogliere. Essendo l’uomo libero della sua volontà, bisognava che egli si fosse rimesso corrispondendo agli inviti della grazia, che tanto prodigalmente gli si offriva.
Ma per consolare in qualche modo la diletta Madre, le suggerivo di rivolgere il pensiero a coloro che con tanta fedeltà ed amore, mi avrebbero con lei seguito nel tempo della Passione. E di ciò si confortava. Ma il pensiero della mia passione che le lacerava il cuore, non le permetteva che si facesse troppo sentire la consolazione. Questa visione faceva scempio di quel cuore amante.
Dopo lungo discorso, uniti insieme, facemmo un offerta totale al divin Padre, e tutti rimessi alla divina volontà, lo lodammo unitamente, adorando i suoi divini ordini.
rivelata alla serva di Dio Maria Cecilia Baij
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