Gli presentano una giovane – Il nemico trovò un altro modo di travagliarlo, assai più penoso al Santo, e fu di mettere nel cuore di alcuni, sotto il pretesto della carità e della compassione, di volere accasare il Santo Giovane, affinché potesse vivere con più comodità, e non patisse tanto nello stare lì solo e abbandonato da tutti. E di fatto alcuni, con buon zelo, si misero a persuaderlo che si accomodasse e si accasasse perché facilmente l’avrebbe trovato, essendo egli un giovane attento e lavoratore. Il Santo inorridì a queste proposte, perché aveva già consacrato a Dio, con un voto, il suo illibato candore; e non solo non ebbe mai tale pensiero, ma inorridiva al sentirne parlare e gli si ricopriva il volto di un rossore verginale, e la risposta che diede a questi, fu che non gli parlassero di accasamento, perché egli stava più che bene in quello stato. Ma non per questo desistettero dal tormentarlo su questo particolare, anzi lo forzavano con lusinghe e con pregi; perciò il Santo ne sentiva una pena molto grande, e rivolto al suo Dio, lo supplicò di volerlo aiutare e difendere da quel travaglio e liberarlo dall’importunità di quelli che, con il pretesto del bene, gli volevano far perdere il prezioso tesoro della verginità, e sovente diceva al suo Dio: «Tu, mio Dio, sai bene che ho sacrificato a te, con un voto, la mia verginità. Non permettere che io sia travagliato su questo particolare!». Dio udiva le suppliche del suo servo fedele, e differiva di esaudirlo per accrescergli maggiormente il merito. Coloro che l’importunavano avevano già trovato di accasarlo, ma trovando che il Santo Giovane era sempre più renitente, non sapevano come fare per farlo cedere alle loro persuasioni; così un giorno si accordarono di condurlo con loro a prendere le misure per fare un certo lavoro, ed in tal congiuntura fargli vedere la giovane destinata da loro per sua sposa e in quell’occasione farlo cedere e piegarsi alle loro suppliche. Chiamato dunque il Santo Giovane, con la scusa del lavoro, lo condussero in casa e gli ordinarono il lavoro. Giuseppe prese le misure del lavoro che doveva fare, e nell’andarsene lo fermarono e gli fecero vedere la giovane da loro destinata per sua sposa, e gli dissero: «Sappi, Giuseppe, che questa è la giovane che vogliamo darti per sposa; non devi contraddire, perché è ornata di virtù e di bontà…». A queste parole il Santo Giovane restò ferito dal dolore, e fuggì con grande velocità, lasciando tutti attoniti per la meraviglia ed insieme confusi, cosicché non lo molestarono più. Il Santo se ne andò subito al Tempio e qui, piangendo, supplicò il suo Dio di volerlo liberare da quella grave persecuzione, che gli si rendeva insopportabile, e Dio lo consolò promettendogli che non sarebbe più stato travagliato in questo. Il nostro afflitto Giuseppe asciugò le lacrime, e si consolò tutto per la promessa il suo Dio gli aveva fatto interiormente, e lo ringraziò del beneficio.
Consolato dall’Angelo – La notte seguente l’Angelo gli apparve nel sonno e gli ratificò quanto Dio gli aveva promesso, e l’assicurò che il suo Dio aveva goduto molto nel vederlo così costante e fermo nella promessa fattagli di conservarsi vergine. Così il nostro Giuseppe rimase pienamente consolato, e il demonio rimase più confuso e svergognato, ma sempre più infuriato verso il Santo Giovane; e cercò altri modi per travagliarlo, ma ne restò sempre confuso.
Serva di Dio Maria Cecilia Baij O.S.B.
Nessun commento:
Posta un commento