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martedì 15 dicembre 2020

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO

 


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Prosegue a parlare del medesimo soggetto in appresso. Dopo aver raccontate le battaglie tra il re dell'Austro e dell'Aquilone, scrive, che sorgerà un re il quale montato in grande superbia, si muoverà contro d' ogni Divinità. . . . e contro il Dio degli Dei. . . . disconfesserà il Dio de suoi padri, e si affralirà nella concupiscenza delle femmine, e non si curerà d'alcun Dio, perchè moverà guerra a tutti. . . . Ei possederà tutte le ricchezze d'oro e d'argento, e si usurperà tutte le cose preziose d'Egitto... Ma udirà una voce che lo conturberà, la coalizzazione dei principi al suo esterminio. Entrerà nella terra inclita, e porrà il suo tabernacolo sul monte santo; ma niuno gli verrà in aiuto. In quel tempo sorgerà Michele, principe grande, il quale veglia alla difesa del popolo santo; e verrà un tempo, quale non fu mai dal principio del mondo, e allora sarà salvo d'Israele ognuno che segnato sia nel libro della vita (2). Allude a questo capo famoso Geremia, quando scrive: da Dan si è udito il nitrire de' suoi cavalli, al ru more strepitoso de suoi combattenti è stata commossa tutta la terra. E sono venuti, ed hanno divorata tutta la terra e le sue ricchezze, le sue città e i loro abitanti (3). Così almeno l'intendevano s. Ireneo (4), ed altri Padri di chiesa santa. V' alludeva Isaia nel simbolo del re di Ba bilonia, dicendo: Come cessò l'esattore, finì il tributo ! Dio spezzò il bastone dell'empio, la verga dei dominanti; che taglieggiava i popoli nell'indignazione, con piaga in sanabile; rendeva schiave le genti nel suo furore, le ti raneggiava crudelmente. Si riposò la terra, si rallegrò, gioì ... l'inferno si conturbò nella sua discesa e gli man dò incontro i giganti. I principi della terra s'alzarono da' loro sogli con i capi delle nazioni, e tutti esclamarono: Ancor tu sei stato al par di noi ferito, sei divenuto no stro eguale: la tua superbia fu umiliata fino alla polvere, cadde il tuo cadavere: sotto di te si diffonderà la tigniuola, e la putredine sarà il tuo manto. Come sei caduto, o lucifero, che t'inalzavi questa mane: cadesti in terra tu che opprimevi le genti, tu che dicevi in tuo cuore: salirò sopra i cieli, sopra gli astri di Dio innalzerò il mio soglio, sederò nel monte del testamento; dal lato dell'aquilone, a scendrò sopra l'altezza delle nubi, sarò somigliante all'Altissimo. Ma tu ruinerai all'inferno nel profondo degli abissi. Chiunque ti veda dirà: è egli cotesto colui, il quale conturbò la terra, sconvolse i regni, fece del mondo un deserto, distrusse le città, non concesse perdono ai vinti? Ecco che tutti i principi ebbero gloriosi sepolcri, ma il tuo cadavere giacerà insepolto, quale di vile giumento: non avrai successore (1). Così la pensava Cipriano (2). V” alludeva finalmente, a tacer d'altri, Zacaria con quel suo Pastore pazzo, il quale non ebbe cura del gregge affidatogli, ma sì lo disperse, lo macellò, ne fece pessimo governo (3). Ritrovata questa setta, setta distruggitrice col suo capo, ci resta ora a vedere nel fatto cosa operasse. Non parleremo de fatti parziali, sia per averne citati alcuni, sia perchè non fanno al nostro intendimento; ma ci restringeremo a parlare dell'ultima persecuzione dell'ebraismo, operata appunto da questa setta. Daniele aveva predetta anche questa e descritta co più vivi colori. Egli aveva detto che un re » Si accenderà d'ira contro il testamento santo e lo spoglierà, e se ne andrà, e volgerà l'animo contro coloro che abbandonarono il testamento santo. E i suoi strumenti si presenteranno con audacia e contamineranno il santuario (di Dio) forte, e toglieranno il sacrifizio perenne, e vi porranno l'abbominazione della desolazione. E gli empi useranno fraudolenza e simulazione contro il testamento. Ma il popolo che conosce il suo Dio si terrà fermo ed agirà. E gli scienziati del popolo illumineranno molta gente, e correranno incontro alle spade e alle fiamme e alla schiavitù e allo spogliamento delle sostanze per molti giorni; e nella loro oppressione saranno sollevati da piccolo soccorso, e un gran numero si unirà ad essi con frode. E cadranno degli scienziati affinchè siano provati col fuoco, e purgati e imbiancati fino al tempo prestabilito (1). Aggiunge ancora che questa per secuzione non avrà avuto esempio, come non avrà più copia, perchè sarà l' ultima (2). Prendiamo ora l'istoria.

Continua

domenica 25 ottobre 2020

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO

 


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Ezechiele non è men preciso. In un bellissimo apologo di sublime poesia ci dipinge una Leonessa la quale educò tra leoni i suo figli. Come n ebbe bene addestrato uno, lo spedì a far prede e ad uccidere uomini. La fama di questo crudele si diffuse per le genti, e queste convennero di arrestarlo, e dopo che venne lor fatto per grandi battaglie e grandi piaghe, lo incatenarono e condussero in ischiavitù. Ma la madre feroce indispettita per tal successo ne educò un secondo e lo fece re delle bestie, e lo mandò a vendicare il primo. Egli sbucò fuori e incominciò a far prede, a divorar uomini, e rendere vedovelle le spose, a disertar le città, a desolare la terra, a spaventar tutti co' suoi tremendi ruggiti. Le genti tutte vennero ad un patto e stabilirono di finirla con questi leoni, e collegatesi di proposito, con molta strage però, lo legarono e lo tradussero in carcere consegnandolo al re dell'Aquilone (1). Sembrerà quest'apologo molto oscuro e im portuno; ma lo tenga bene a mente il lettore, e vedrà al confronto storico, che nulla si poteva dire di più chiaro ed evidente. Il medesimo Profeta ci dipinge a lungo e minutamente l'esercito di Gog e Magog, il quale sorge dall'Aquilone e da tutte le parti della terra contro il popolo di Dio. Ci narra la grande battaglia e la strage che ne farà Iddio, fino alla totale sua distruzione. (2). Chi sia questo popolo immenso di armati, ci gioverà vederlo.

Daniele è il profeta che intesse la storia più completa e perfetta del suo popolo, da suoi giorni all'estremo de secoli. Egli dunque non poteva tacere di questa setta che aveva arrecati tanti danni al suo popolo e molti più ne avrebbe dovuto arrecare in futuro, con la totale sua ruina. Ma dove ne parla egli? Si legga intanto quest'ammirabile visione, che a suo tempo ne porteremo poi la più accurata storica e critica sposizione. » Vedeva nella mia visione notturna : ed ecco quattro venti del cielo cozzavano fra loro sopra di un gran mare, e quattro bestie grandi escivano dal medesimo diverse fra di loro. La prima era come una Lionessa, ed aveva le ali d'Aquila: la guardava, e vidi che le furono strappate queste ali, e fu retta su de piedi a guisa d'un uomo, e le fu dato un cuore umano. Ed ecco la seconda bestia somigliante all'Orso stare in disparte: aveva nella sua bocca tre ordini di denti: e così udii parlarle: Sorgi e mangia di molte carni. Dopo di queste cose guardava, ed ecco la terza bestia a modo del Pardo con quattro ale d'uccello sopra il dorso, e con quattro teste, e le fu data grande potenza. Dopo di questa ancora guar dai nella visione notturna, ed ecco la quarta bestia terribile e ammirabile e forte grandemente: aveva denti di ferro, e con questi maciullava e tritava, e ciò che non poteva, calpestava sotto de piedi: dessa era diversa da tutte le altre, ed aveva dieci corna. Considerava queste corna, ed ecco un altro corno piccolo le spuntava sulla testa, e tre prime corna le furono svelte dalla testa: ed ecco che questa apriva due occhi, somiglianti a quelli dell'uomo, e una bocca che diceva cose grandi (1). Per non essere infiniti tralasciamo di riportare altre profezie, perchè già ne abbiamo ad oltranza. Solo ci resta a vedere se questa setta abbia ad avere un capo, e cosa operasse, o sia per operare nell'ebraismo. Molti n ebbe (che un corpo non può stare senza capo) per tutte l'età entro di questo popolo: e quei Datan ed Abiron, quegli Assalonni, quei Nabal, quegli Abime lech, e cento altri, che ci ricordano le storie ebraiche. Ma questi erano da poco, nè potevano condurre questa setta a suoi vagheggiati trionfi. Bene; di un capo terribile ci parlano le profezie, il quale fa gelare il sangue nelle vene a leggerne le vivissime descrizioni. Se condo Gregorio il Magno, questo era raffigurato in quel Leviatan e in quel Boemot di Giobbe, de quali ci si dicono cose tanto spaventose (2). Il Gog ed il Magog d'Ezechiele non ne è che una figura, come la sente Girolamo (3). Il Leviatan d'Isaia e il suo empio (4) vi stanno come per ombra. Ma il ricordato Daniele ne parla chiaramente in quel corno piccolo che vide spuntare su la testa della quarta bestia fra le sue dieci corna. Questo, dice, io guardava muovere la guerra ai santi e superarli; e ascolta un Angelo che gli dice, che tal corno significava un re più potente di tutti, il quale abbasserà tre de suoi contemporanei figurati in quelle corna. Egli bestemmierà - contro l'Altissimo, e calpesterà i suoi santi; e penserà di poter cangiare i tempi e le leggi; e gli fu concesso d'insanire per tre anni e mezzo (5). Parla pure di costui sotto la figura d'un altro corno spuntato su la testa d'un Ircone; il quale, fatto grande, distese la sua potenza da Mezzodì ad Oriente, e contro la forza. Ed esso inorgoglì e s'innalzò contro il cielo, e fiaccò la potenza del popolo santo e conculcò i suoi sapienti. E fino nel tempio sparse le vele, ed abolì il quotidiano sacrifizio, e profanò il luogo santo. Egli è questo, dice l'Angelo spositore, un re di faccia infrunita, ma assai dotto. Sarà forte, ma non di sua fortezza, e di più di ciò che può trovare credenza, guasterà ogni cosa, prospererà, farà ciò che gli viene a talento; truciderà i forti del popolo santo. A seconda dei suoi desideri andranno le cose, ed egli opererà con fraudolenza; il suo cuore si esalterà in superbia, e per copia di tutti i beni ucciderà molta gente, e contro il principe de principi insorgerà, ma sarà vinto senza mano d'uomo (1). 

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P. B. N. B.

lunedì 31 agosto 2020

DELL'ULTIMA PERSECUZIONE DELLA CHIESA E DELLA FINE DEL MONDO



La sapienza divina in quell'ammirabile libro che porta il nome suo medesimo, non si contenta di figure e di ombre, ma parla assolutamente, anzi fa parlare i settari, e fa sporre ad essi le loro dottrine e la fine che si avranno; Essi dissero: » è breve e pieno di tedio il tempo di nostra vita, e non v'è refrigerio alla fine; non si è mai ritrovato chi ritornato sia dall'inferno. Dal nulla siamo creati e al nulla facciamo ritorno. E un fiato che ci avviva, il quale estinto, diventa cenere il nostro corpo, e lo spirito svapora per l'aria. » E dopo altre cose li fa conchiudere: » Venite dunque, godiamo dei beni di questa vita, sfoghiamo le passioni nostre senza rattento, coroniamoci di rose finchè son fresche, non vi sia prato ove non lasciamo vestigia della nostra lussuria. Opprimiamo il poverello giusto, non perdoniamo alla vedova, non rispettiamo i vegliardi, sia la nostra forza la legge della nostra giustizia. Insidiamo dunque al giusto, perchè è inutile, ed innoltre è contrario a nostri divisamenti; ci rimprovera i delitti della nostra legge, c'infama co' peccati della nostra disciplina ». Spiega che questo giusto è il Figliuolo di Dio per essi dannato a morte ignominiosa e crudele; indi li dipinge nell'inferno, e mette loro in bocca queste tremende parole. » Dunque l'abbiamo sbagliata! Noi insensati! Li credevamo pazzi e disonorati, ed ora li veggiamo tra santi e figli di Dio » (1). Da queste parole si appare, come questi settari professassero il sistema del materialismo, dell'egoismo, del comunismo delle ricchezze e delle femmine, nelle quali riponevano ogni loro felicità: e manifestamente si rileva covare essi un odio infinito contro di Cristo, il quale vogliono schiacciato e morto; contro la sua religione, ed i suoi santi; non avere rispetto alcuno ad autorità e dignità di superiori; volere vivere senza legge alcuna. D'avvantaggio essere questa setta una meretrice procace che illude, seduce e inganna la misera gioventù, e la trascina alla morte. Ma proseguiamo. Per le profezie si parla e si parla ancor molto di questa setta: ci si dice che esciranno molti pseudo-profeti e seduttori, i quali pure saranno figli di Belial, e si prescrive che al loro comparire siano trucidati (1): che essi sono mossi e animati dal Demonio per ingannare le genti (2). Isaia, parlando del trionfo del Messia sopra dei suoi nemici e della futura gloria di Sionne, dice che precipiterà da quel monte la fascia del vincolo che strinse tutti i popoli, e la tela che ha ordita su tutte le nazioni (3). Nel Siriaco è ancor meglio espressa questa profezia, la quale per Girolamo allude ad una setta che è distesa su tutte le nazioni, e tiene legati tutti i popoli. – Davidde a più riprese ci descrive questi settari con le loro dottrine, con le conventicole loro segrete, con tutte le trame e le congiure che ordiranno – Essi dissero nel loro cuore, ei scrive, non v'è Dio. Sono gua sti, sono corrotti, sono abbominabili nel loro studi, non v'è tra loro un solo che faccia bene. La loro gola è un sepolcro fetente, le loro lingue sono menzognere e frodolenti, e velenose le loro labbra. La bocca loro è piena d'amarezza e di maledizioni: veloci sono i loro piedi a versare il sangue. Pentimento ed infelicità è nelle loro vie: non conobbero mai pace; e non hanno timore alcuno di Dio. Essi divorano la plebe a modo di pane; non invocano Dio; e poi temono ove non è luogo a timore (4). - Ma ecco che parla direttamente di coloro che saranno alla fine della religione ebraica: entra nei loro club, ascolta le loro convenzioni, svela ben mill'anni innanzi ciò che saranno per fare, e prega Dio a salvare dalle loro mani i suoi giusti, e a prendere di loro aspra vendetta ... Perchè, o Dio, dice, ci hai abbandonati nella fine? perchè sdegnata è l'ira tua contro le pecorelle della tua greggia? Deh rammentati di quella tua con gregazione che hai posseduta a principio ... Leva in fine la tua destra contro la loro superbia: oh! quante cose ha molinato contro il santo. Si sono gloriati coloro che ti odiano in mezzo alle tue solennità Posero i loro segni, i segni .... Come si fa degli alberi della selva, colle manaje fecero in pezzi le porte: diedero alle fiamme il tuo Santuario: profanarono in terra il tuo tabernacolo. Dissero insieme: facciamo di distruggere tutte le feste del Signore. Fino a quando, o Signore, dureranno gl'inimici tuoi, i tuoi avversari ad irritare il tuo nome in fine? Deh! non lasciar in preda di queste bestie quelle anime che ti lodano, e non dimenticarti in fine de' tuoi poverelli (1). In altro luogo vede Davidde, unirsi tutt'i nemici di Dio e stringersi ad un patto disperdere il popolo santo, di togliere dal mondo fino il suo nome, di usurparsi i beni del Santuario. Sotto nomi fittizi ce li descrive tutti. Ma quei nomi che voglion dire? Eccolo; Assur l'insidia tore; Amalec il solluccheratore; l'Amorreo il ribelle; Tiro, il tribulatore; gli Idumei, gli Ismaeliti, gli Agareni, nemici di giogo, odiatori di leggi, barbari e crudeli. Prega poi Iddio che costoro abbiano la fine di Sisara, di Iabin, di Oreb, di Zeb, Zebee, Salmana, de Medianiti e di tutti gli altri nemici del suo popolo (2). In molte altre parole parla Davidde di questa setta, che sarebbe cosa infinita raccogliere, e singolarmente quando ragiona della Sinagoga o congrega degli empi nemici di Dio (3).

P. B. N. B.