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giovedì 27 gennaio 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - Il fosco avvenire

 


Il fosco avvenire

Esaminata, così, la questione, in senso generale, sarà ora di estremo interesse fissare un po' lo sguardo, sulla condizione terribile nella quale, al presente, tutti ci troviamo per opera dei Giudei. Visto che ormai costoro, tengono saldamente in pugno i fili, tanto da parte della Russia (in modo diretto), come anche da parte degli Stati Uniti (in modo indiretto, attraverso la Massoneria) essi potrebbero, quando il momento sarà maturo, scatenare ancora una terza conflagrazione mondiale, tra gli Stati cosiddetti capitalisti contro quelli già asserviti al comunismo.

Ed eccoci giunti alla tremenda conclusione, che, purtroppo, per la maggior parte dell'umanità, è impensata ed incredibile:

Il Comunismo, confidando, oltre che nel numero e nella potenza, più ancora nell'azione di quinte colonne, ma, soprattutto, avvalendosi dell'ausilio della setta massonica che, ciecamente e sempre, obbedirà agli ordini e alle direttive venute dall'alto, sarà vittorioso!...

Qui, il comunista ed il capitalista sorrideranno entrambi: il primo perché, qualunque sia il mezzo, vedrà confermata la sua fede nel trionfo finale della sua dottrina, alla quale ciecamente crede: il secondo sorriderà di scetticismo, non volendo credere alla mia asserzione che sconvolge tutti i suoi giudizi su uomini ed avvenimenti, su previsioni e realtà. Purtroppo — devo ancora ripeterlo — noi non crediamo che una sola mano dirige ad un solo scopo la stampa, la magistratura e le influenze politiche, e tutti siamo pienamente convinti di combattere ciascuno per i propri interessi e i propri ideali. Ma guai agli Americani, guai a tutti, che crediamo ad occhi chiusi alle promesse provenienti da personalità giudaiche, senza riflettere che costoro, da autentici farisei, mentre mostrano di essere nemici spietati del regime comunista, in realtà mirano e lavorano perché si affermi nel mondo intero la «Repubblica Universale Comunista» sotto la loro direzione, come precisamente dall'ebraismo è stato deliberato: mentre strepitano per l'avvento della pace organizzano la guerra: mentre ostentano eli difenderti ti vogliono uccidere.

C'è da tremare al pensiero, come l'obbedienza massonica è tale, che se un generale massone riceverà dalla setta l'ordine preciso, in una data battaglia, di indietreggiare, egli, obbedendo a questo ordine, immediatamente indietreggerà!!!

In tal modo si spiegano tanti inesplicabili rovesci militari. Si fanno perdere o vincere le guerre secondo precisi disegni prestabiliti.

Si legge su una rivista massonica la seguente asserzione: «Le leggi stesse della guerra piegano sotto la potenza massonica. Ciò che non possono né i Re, né i Capitani, un solo segnale massonico lo può fare».

Su tale proposito valgano, a classico esempio — «et ab uno disce omnes» — le gesta di Napoleone Bonaparte, che, figlio della Rivoluzione nonché capo della Massoneria francese, altro non fu che un fedele esecutore degli ordini della setta. E che voleva la setta? a che mirava l'ebraismo?

L'ebraismo volle fortificare Napoleone onde servirsene — mediante la creazione di una grande armata — per abbattere l'assolutismo zarista, che ostacolava in Russia la dominazione massonicoebraica, già in atto nella restante Europa.

Infatti, le guerre napoleoniche si risolsero in altrettante vittorie, non perché il Bonaparte fosse un genio di guerra come tutto il mondo crede, ma per il semplice fatto, che i Generali europei, contro i quali Napoleone combatteva, avevano l'ordine massonico di abbassare le armi alla di lui avanzata. In realtà, nel 1806, si videro in Prussia (in cui la massoneria era dominante), le fortezze meglio difese, forti di 15-20 mila uomini, cedute in balia di un pugno di nemici, alla prima intimazione, senza neppure scaricare un fucile2. E poi ci si parla di grande gloria! Ah! Se si conoscessero i retroscena!

Non essendo il Bonaparte riuscito allo scopo, quale limone spremuto, venne gettato nell'isola di S. Elena. Col Congresso di Vienna del 1815, tutto ritornò allo stato preesistente. (Purtroppo, anche la Russia — ultima fra le grandi Potenze — cascò fra le grinfie del giudaismo nel 1917).

Resoci conto di ciò, c'è da domandarsi: Chi dunque, in effetti, comandano gli eserciti in tempo di guerra? I Re o i Gran Maestri?

E' ammissibile che tanti figli di madre (convinti di combattere pel proprio paese) debbano essere adoperati come massa di manovra, ovverosia carne da macello, per servire gl'interessi di gente diabolica nascosta nell'ombra? Non sarebbe più logico scolpire su le lapidi dei caduti la frase: «Vittime d'oscuro potere» anziché «Morti per la Patria»?

Chiusa la necessaria parentesi, badino, però, i massoni — i quali oggi fanno a gara per meglio servire la massoneria perché più si arrotondano la pancia — che domani, nel trionfo del comunismo, cioè dell'ebraismo, essi saranno i primi ad essere eliminati senza pietà, come si verificò in Russia, dove 420 mila intellettuali subirono la fucilazione. Gli Ebrei, per la condotta del loro gioco, una volta raggiunto il potere col comunismo, non vorranno più intorno a sé gente che può dare fastidio, ma solo delle masse amorfe ed abbruttite.

Si osservi, intanto, come il meccanismo ebraico, giovandosi della serva massoneria, ha funzionato finora in maniera perfetta, e tutto ha disposto meravigliosamente per raggiungere lo scopo finale.

Avete mai fatto caso come gli ex-Presidenti degli Stati Uniti, Roosvelt, Truman, così anche Churchill, Eden e altre personalità politiche e militari siano tutti massoni, sotto l'influenza ebraica? Avete notato che, pur essendo costoro, più o meno sinceramente anticomunisti, in realtà, obbedendo alla direttiva della setta, la loro azione non si risolve ad altro che a facilitare il trionfo di Israele nel mondo?

Guardate in qual modo i Giudei, attraverso la massoneria inglese, hanno lavorato in Inghilterra! Finché si trattava di debellare la Germania, la quale impediva l'espansione dell'ebraismo, hanno fatto agire il partito Conservatore. Ora, che abbattuto l'ostacolo si tratta d'imporre il bolscevismo nel mondo, fanno agire il partito Laburista. Tale fatto già implica statizzazione di banche e d'altri importanti organismi, onde potere manovrare a beneplacito i capitali altrui, in attesa di potersene totalmente impadronire, mentre l'iniziativa privata sparisce e lo Stato totalitario avanza.

E' vero che, per un periodo, è tornato in auge — per pochi voti — il partito Conservatore, ma intanto l'efficienza difensiva dell'Impero è stata indebolita e le sue posizioni sono state controllate. 

“Vermijon”

mercoledì 5 gennaio 2022

Le forze occulte che manovrano il mondo - Il crimine, norma del giudaismo

 


Il crimine, norma del giudaismo

Dopo aver inteso le direttive trasmesse dal Principe degli Ebrei, il quale li consiglia di servirsi della medicina per togliere la vita ai Cristiani: resoci, soprattutto, conto dell'odio spietato che nutrono contro l'umana società e della capacità che hanno di operare su vasta scala, penso, non voglia essere troppo azzardato se si dubita, che la stessa «Classe Medica» non sia, per avventura, anch'essa influenzata dalla setta massonica, o, altrimenti, dai dolosi insegnamenti impartiti da professori giudaici.

In tale caso — obbedendo questa (inconsapevolmente) agli ordini del Sinedrio — chissà che i medicamenti che ci apprestano, anziché tornarci di giovamento non ci siano deleteri? o, per lo meno, verso quanti agli Ebrei sono invisi?

Siamo proprio sicuri che la morte di Stalin, di Gottwald e dei Generali sovietici, siano state morti naturali, o non piuttosto provocate ad opera di delittuosi retroscena?

Finché Stalin pensava a fare soltanto l'entusiasta del Comunismo (come da chi comandava dietro le quinte era voluto) ogni cosa filava a gonfie vele; tutto l'onore, la gloria era la sua, egli era il padre dei popoli.

Ma il giorno che costui ha voluto vedere le cose troppo in profondità, e s'è accorto che l'U.R.S.S. è piena di traditori e di spie, e che medici ebrei avevano ucciso i comandanti dell'Armata Rossa — fedeli creature di Stalin — le cose hanno mutato d'aspetto.

In conseguenza di ciò, essendosi scatenata, nei paesi sovietici una persecuzione antisemitica molto seria, gli Ebrei hanno detto: a che gioco giochiamo? I padroni dell'U.R.S.S. siamo noi. Tu, Stalin, dovevi soltanto essere una persona figurativa da noi manovrata, ed ora fai sul serio.

Il fatto è che Stalin è morto... perché ha avuto l’emorragia cerebrale. A breve distanza è morto anche Gottwald, Presidente della Ceco-Slovacchia, il quale aveva fatto impiccare, in quei giorni, non pochi Ebrei sulle forche di Praga... perché ha avuto la polmonite. Ma ci rendiamo conto che il giudaismo, con in mano la stampa mondiale, ci fa credere tutto quello che vuole? Ha facoltà di occultare o travisare qualsivoglia delitto a beneplacito? Di innalzare o di atterrare le persone che vuole?

Spesso — a mezzo della stampa, propaganda ed intrighi — si creano artificiosamente falsi idoli massonici, cui si erigono monumenti, con l'unico fine di mantenere nell'inganno la gente del tutto ignara.

A persuaderci maggiormente degli effetti malefici della Stampa — in mano ai nemici della Croce e della Società — torna opportuno citare l'autorità del Sommo Pontefice Pio XI che, nella Sua enciclica «Divini Rcdemptoris» (c. 18), così si esprime:

«Un terzo potente aiuto al diffondersi del Comunismo è una congiura del silenzio in una grande parte della stampa mondiale non cattolica. Diciamo congiura, perché non si può altrimenti spiegare che una stampa così avida di mettere in rilievo anche i più piccoli incidenti quotidiani, abbia potuto per tanto tempo tacere degli orrori commessi in Russia, nel Messico e anche in gran parte della Spagna, e parli relativamente così poco d'una sì vasta organizzazione mondiale quale e il Comunismo di Mosca. Questo silenzio è dovuto in parte a ragioni dì una politica meno previdente, ed è favorito da varie forze occulte le quali da tempo cercano di distruggere l'ordine sociale cristiano».

Oggi sull'U.R.S.S. regna Malenkow. Chi è costui?

Salvo che non sia un ebreo — il che è molto probabile — logicamente, altro non potrebb'essere che un tribuno della plebe, un fanatico del comunismo, un povero zimbello in mani ebraiche. Tanto è vero che ha immediatamente riabilitato i medici ebrei sotto processo — già rei confessi — dichiarato che, contro la stirpe giudaica non v'è nulla d'eccepire, e riallacciato le relazioni diplomatiche con lo Stato d'Israele. Per ultimo è stato eliminato anche il georgiano Beria.

In merito, però, a tali avvenimenti, sarà bene non dimenticare come, fin dal 1937, Stalin aveva avuto la sensazione del tradimento giudaico, facendo condannare alla fucilazione ben 16 dei maggiori esponenti dell'ebraismo, che avevano avuto «magna pars» allo scoppio della rivoluzione, quali un Trotzky, un Zinovieff, un Kameneff, un Rosenfeld, un Kerensky, ecc. Aveva scoperto che costoro, mentre da una parte gridavano «popolo, popolo» dall'altra stavano in continua relazione coi grandi capitalisti ebrei degli Stati Uniti.

Udimmo, nello svolgimento di quel Processo, il Procuratore di Stato, Viscinski. (morto a New York di morte improvvisa, a breve distanza dalla fine di Bcria), scagliarsi con veemenza contro i sunnominati, bollandoli con le parole: «Nemici del proletariato, falsi comunisti, criminali, mistificatori, pazzi, cani idrofobi, schiuma della malavita, venduti, predatori».

Come poi su l'U.R.S.S. si sia fatto profondo silenzio verso gli Ebrei si può spiegare col fatto: o che Stalin aveva creduto di avere totalmente estirpato ogni pericolo giudaico, per cui si riteneva di potere ormai star tranquillo, ovvero, per la grande prudenza, usata in seguito, nel loro comportamento.

Dopo avere scritto i suaccennati apprezzamenti circa il successore di Stalin, e che lascio come sono, giunge notizia della sua sostituzione con Bulganin.

Come si spiega? Certo, non è facile vedere chiaro nelle manovre del giudaismo, maestro per confondere le idee. Comunque, si potrebbero fare due supposizioni:

Potrebbe darsi che l'avvento di Malenkow abbia solo servito a porre termine — come si è detto — alle persecuzioni antisemitiche e alla riabilitazione dei medici ebrei; mentre l'assunzione di Bulganin potrebbe significare, tanto una riscossa vittoriosa della corrente staliniana nell'esercito, o altrimenti una disposizione prudenziale perché non dia troppo all'occhio l'invadenza giudaica, mettendo alla direzione un camuffato agente degli Ebrei. In tal caso sarebbe come dire: se non è pane è pancotto.

Ciò considerato, nulla appare di più logico come adesso, a Mosca, s'inveisca contro l'opera di Stalin e si rimettano sul candelabro i giudei, già da questi epurati, quali i Trotzky e compagni, i Bela Kuhn, i Slansky, le Anna Pauker, ecc....

Abbiamo visto, nei capitoli precedenti, come a Sir John Radcliff, la pubblicazione sul «Le Contemporain» del discorso tenuto a Praga dal rabbino Reichhorn in occasione del «Kaleb», ebbe a costargli la vita. Ora, non sarà ozioso aggiungere, come il giurista sassone Eckert, dopo la pubblicazione della sua opera «La massoneria nel suo vero significato», fu ucciso per mano di un misterioso assassino1.

Di morte non molto diversa (cioè per veleno) perì pure Gougenot des Mousseaux, autore di «Les Juifs, le Judaisme et la Judaisation des peuples chrétiens»2.

«Il fatto di parlare di questioni, riferentesi ad Ebrei e massoni — scrive A. Netchovolodow nel suo libro «L'empereur Nicolas II et les Juijs3» — mette immediatamente ogni investigatore in faccia al mistero di questo silenzio voluto e della falsificazione della verità; e se riesce a germinare l'opera sua, superata la difficoltà di trovare l'editore che la pubblichi e la divulghi, deve affrontare il pericolo di soccombere o per veleno, o per un colpo di rivoltella, o per accidenti provocati da mano misteriosa».

Si potrebbe qui documentare, con una sequela di nomi e cognomi come, non di rado, si scorga, fra persone di stirpe giudaica, gl'ispiratori o gli esecutori di attentati, coloro che esercitano lo spionaggio e il tradimento, e, quasi sempre, i direttori dei moti rivoluzionari 4.

Recentissimo caso: negli sconvolgimenti in Argentina, del Giugno 1955, quel Ministro dell'Interno, il giudeo Borlenghi, dopo aver ordinato a suoi funzionari di Polizia (in seguito arrestati) di incendiare una bandiera nazionale, ne attribuisce la colpa ad elementi cattolici, col risultato che sono bruciate 70 Chiese e viene scatenata la rivoluzione.

Vedendo, poi, sventati i suoi disegni — che purtroppo si sono attuati — abbandona precipitosamente Buenos Aires per Montevideo il 2 Luglio5.

In merito agli attentati, si consideri, ad esempio, l'allentato di Serajevo, perpetrato il 28 Giugno 1914 dallo studente ebreo Gabriele Princip, il quale uccise a revolverate l'arciduca Francesco Ferdinando e la consorte.

Quell'assassinio fu talmente premeditato da fare scoppiare la «conflagrazione europea», con conseguente sparizione d'una sequela di Imperi e di Regni.

Che se poi si volesse considerare più a fondo, si dovrebbe convenire come anche la «guerra mondiale» — Danzica insegni — fu uno strascico di quegli atomici colpi di rivoltella. Ma non basta: se il mondo intero è ancora oggi in orgasmo causa il pericolo comunista — la fonte d'origine si dovrebbe sempre ricercare in quanto avvenne a Serajevo.

Chi vuole rendersi maggiormente conto del folle modo di operare dei Giudei, è invitato a leggere un interessante studio, dal titolo «La morale giudaica», pubblicato nella rivista «La Civiltà Cattolica» nel 1893, serie XV, vol. V, p. 145. Si apprenderanno cose di tale gravità e provate con tale documentazione da far trasecolare.

Anzi ritengo necessario, che qualcuno assuma l'iniziativa di farlo interamente ristampare, perché, mai come oggi, il conoscere quanto vi è scritto rivistì carattere di maggiore attualità ed urgenza.

“Vermijon”

giovedì 16 dicembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Testimonianza autorevole

 

Testimonianza autorevole

Bene chiarisce la realtà di quanto affermasi, la testimonianza che ci offre l'ebreo Daniele Pergola, il quale non fu un ebreo qualsiasi bensì un rabbino della Sinagoga di Torino nonché professore di Università.

Egli — essendosi convertito al cristianesimo — illustra, con assoluta competenza, il pensiero e l'azione dei Giudei, in un opuscolo dal titolo «Gli ebrei popolo reietto e maledetto da Dio» (Torino 1886). Ecco quanto vi si legge:

«L'ebreo si considera straniero nel paese dove nacque. Dunque dal punto di vista legale gli ebrei non possono godere i diritti civili e politici, non possono considerarsi cittadini dello Stato in cui nacquero. E' questa la ragione per cui a Pietroburgo, come a Bucarest si negano loro tali diritti. Chi fa voti per tornare a stabilirsi in un paese che mai conobbe, prova con ciò di non amare quello in cui nacque, ed è assurdo ed ingiusto conferire diritti di cittadinanza a chi tiene a vile la cittadinanza stessa.

Uno straniero educato che riceve ospitalità in casa altrui, si uniforma agli usi della famiglia che lo ricetta, non deride (ingrato!), non bestemmia (crudele!) chi gli fa del bene. Anziché tradire l'ospitalità che ricevono dovrebbero provare gratitudine verso i loro benefattori. Per contrario, essi sprezzano i popoli, presso i quali trovano generosa ospitalità e non di rado trovan modo di arricchirsi senza durare gran fatica. Li bestemmiano continuamente: deridono la loro religione; tradiscono insomma nel più scellerato modo la ospitalità che ricevono.

Che il cattolicismo proibisca la vendetta ed obblighi ad amare incondizionatamente gli amici come i nemici, secondo gl'insegnamenti del Vangelo, è cosa fuori dubbio che ognuno conosce, tranne gli ebrei che respingono il Vangelo stesso, cui debbono la loro salute.

Ma che i governi detti civili abbiano a tollerare tanta barbarie e permettere, anzi, premiare, uno scandalo siffatto, conferendo loro pubbliche onorificenze, elevando alle più alte cariche dello Stato i nemici della Patria e dell'umanità (tutte le posizioni più elevate sono occupate da israeliti), questo è scandalo che potrebbe durare soltanto, se il mondo dovesse continuare a camminare sempre, come da lungo tempo cammina, colla testa per terra e le gambe per aria. Ma giova sperare che i governi comprenderanno alfine che questo stato di cose non può durare.

Il giudaismo è delitto e non religione. Il giudaismo non è una religione, ma scuola di delitti e

d'empietà.

I fedeli della Sinagoga pregano tre volte al giorno e domandano sempre a Dio le stesse cose, cioè: 1°) Vendetta contro i «goim» (o nazioni del mondo). 2°) Pronta venuta di un Messia politico per ricondurre a Gerusalemme gli esuli d'Israello. Diamo la formula di confessione che recitano due volte al giorno: «O Dio nostro e Dio dei padri nostri, giunga a Te la nostra orazione e non Ti nascondere per non ascoltare la nostra prece: perocché noi non siamo mica sfacciati ed ostinati al punto da vantarci giusti, immuni da colpa; anzi peccammo noi e li padri nostri; noi siamo colpevoli, traditori, ladri, spudorati, ingiusti, empi, arroganti, bugiardi, buffoni, ribelli, spergiuri, perversi, trasgressori, ostinati, corrotti e corruttori».

E se un Ministro di Grazia e Giustizia, prendesse a studiare la questione e giudicasse l'ebreo inabile al giuramento, giuridicamente incapace di testimoniare dinnanzi al magistrato, indegno di coprire un impiego pubblico, indegno anzi di vivere in mezzo a popoli civili; che ci sarebbe a ridire se ciò accadesse? Non sarebbe questa una misura pienamente giustificata dall'indole criminosa del culto ebraico?

Confrontando l'antica legge mosaica col Vangelo, vediamo che questo mira all'affratellamento di tutti i popoli, considerando Iddio un padre amoroso di tutta l'umana famiglia, ed ognun sa che un buon padre desidera la pace tra i suoi figli; quella, invece, fa di una ciurmaglia numerosa di predoni il popolo prediletto di un Dio furente, geloso e vendicativo, il quale impone ai suoi devoti lo sterminio di tutti i popoli pagani».

“Vermijon”

lunedì 6 dicembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Sotto il giogo d'Israele

 


Sotto il giogo d'Israele

Abbiamo avuto uno scrittore giudeo, G. Dalma, il quale ha avuto l'impudenza di stampare in un suo libro, dal titolo «La verità sugli Ebrei», che i Giudei sarebbero alla direzione dei movimenti operai, con lo scopo umanitario di emanciparli dalla condizione disagiata in cui si trovano, quasi paragonandosi all'opera di Redenzione operata da Gesù Cristo.

Ma se sono saturi di odio contro tutti coloro che non sono della loro stirpe, come trabocca dagli insegnamenti del «Talmud»!

Ci dica questo signore, come concilia la sua affermazione con i seguenti insegnamenti talmudici:

«Se un ebreo vede un goi presso a morire, lo uccida. Se un goi si trova presso un pozzo, gittavelo dentro» 1.

«Ordiniamo che ogni giudeo maledica tre volte al giorno il popolo cristiano». «Non facciano né bene né male ai pagani, ma procurino, con ogni mezzo, di togliere dal mondo i cristiani»2.

Ci fanno inoltre sapere in che modo abbiamo da essere tolti da mondo, con le parole: «cristiani hanno da essere scannati come le bestie»3. Per salvarci dalle mani dei Giudei non basta essere persona innocua, dabbene, benefica; perché l'Abhoda-Zarah dichiara che «il migliore fra i "goim" merita la morte»4.

Si legge, in un volume del Dr. Rohling, «Exposé du Talmud», questo grave tratto talmudico:

« Il Messia renderà ai Giudei l’autorità suprema. Tutti i popoli li serviranno, e tutti i regni saranno a loro soggetti. Allora ogni giudeo avrà 2.800 schiavi. Tutti i popoli accetteranno la fede giudaica. I soli cristiani non avranno parte a questa grazia; ma saranno tutti sterminati».

Il nominato autore, nel riportare il passo citato, si esibisce di pagare una grossa somma a chiunque potesse provare, che una sola parola del testo surriferito non corrisponda a quello originale.

Udite cosa afferma il Buxtorf (senior) ch'è il più grande studioso del rabbinismo — nel suo lavoro «Synagoga Judaica» (Basilea, 1603, p. 24): «Abbattere la religione Cristiana è l'unico fine dì tutte le azioni e di tutte le preghiere d'Israele».

Sino dal tempo del Rinascimento, il Vescovo Simone Maiolo, nel suo famoso libro «De perfidia Judaeorum» definiva i Giudei:

«Traditori, ribaldaglia la più scellerata del genere umano, esercito di arpie, gente da forca (furciferi), flagello dei galantuomini, indegna di essere tollerata».

San Girolamo, un competente in materia ebraica, nel primo libro sopra Amos scrive: «I Giudei, conservando l'antico furore e l'antica ira, anche ora nelle loro Sinagoghe bestemmiano il nome cristiano sotto il nome di Nazarei; e purché riescano ad ammazzarci sono contenti di essere anche bruciati vivi». E ancora (nel libro secondo sopra Isaia) ribadisce: «E' loro consuetudine maledire, per tre volte al giorno i cristiani, lanciando contro di essi delle imprecazioni nelle Sinagoghe». Siccome tale sentenza è ultra confermata dall'esito degli avvenimenti, ne risulta quanto sia anacronistico il fatto, che popoli cristiani si scelgano per loro dirigenti persone di stirpe israelita.

Il che ben ci attesta quanto grande sia la nostra incoscienza su gli obiettivi dell'ebraismo, o altrimenti, fino a quale grado siamo succubi di diabolico inganno.

In certi casi gli Ebrei, per meglio celare l'odio che nutrono contro i Cristiani o per ottenere dei vantaggi, arrivano a farci anche delle beneficenze, fraternizzano con noi, partecipano alle nostre feste.

E ciò in esecuzione delle seguenti prescrizioni talmudichc: «essere lecito far del bene anche ai cristiani, però quando può questo giovare alla sua tranquillità e a meglio celare l'inimicizia verso i cristiani»5. «In questo caso può il giudeo eziandio partecipare alle feste dei cristiani; ma solo nell’intento di nascondere meglio l'odio suo verso di essi, a mo' degli ipocriti (sic)6.

Conosciute simili prescrizioni, oh quanto appaiono ingenui tutti coloro che si lasciano persuadere dalle calcolate beneficenze giudaiche!

E’ stata, più avanti, menzionata l'altra espressione: «Se i non ebrei conoscessero quello che noi insegniamo a loro riguardo, ci avrebbero senz'altro sterminato».

Se essi insegnassero l'umanitarismo, perché mai dovrebbero temere lo sterminio?

Dalla loro opera umanitaria e di redenzione, abbiamo avuto un'eloquente testimonianza in quei paesi, in cui riuscirono a prendere il sopravvento e ad imporsi, quali la Russia, dove — come si legge in una statistica pubblicata dal «Russkaja Mysl», giornale russo stampato in Francia, nel numero 30 del Novembre 1947 e da altre fonti — ben si vede «di che lagrime grondi e di che sangue» la rivoluzione comunista:


                                                             

Il Dipartimento di Stato di Washington ha pubblicato (Sett. 1952) un opuscolo in cui, sulla scorta di varie testimonianze raccolte dalla Commissione speciale dell'O.N.U. (sessione di Ginevra), si afferma, che è lecito fare ascendere fino a 20 milioni il numero di individui tenuti prigionieri nei campi di lavoro coatto dell'Unione Sovietica. Questa la realtà cruda, che balza agli occhi, del paradiso rosso di Lenin.

Orrori della stessa natura, ed in certi casi più gravi, si ripeterono nella Spagna marxista, al tempo del feroce massacratore di Cristiani, l'ebreo Negrin, sotto il cui governo — servendosi di masse popolari, dal giudaismo avvelenate e inferocite — ventimila religiosi, tra preti, frati e suore, furono trucidati, bruciati; trentamila, tra chiese e conventi, incendiati; centinaia di migliaia di Cristiani uccisi. Sulla piazza Catalogna a Barcellona, 900 nazionalisti vennero fucilati dai rossi davanti alle loro mogli ed alle loro madri.

Dal periodico «La Divina Parola» del 25 aprile 1920 si rileva, come in Ungheria, durante la reazione antibolscevica contro l'israelita Bela Kuhn — che con altri 30 correligionari costituivano quel governo, su 35 membri di cui era composto — sono stati trovati cadaveri di frati e di monache ammucchiati alla rinfusa nei sotterranei. I diplomatici esteri, chiamati dal popolo a constatare «de visu», hanno attestato di aver veduto coi propri occhi non pochi cadaveri di religiosi e di religiose col Crocifisso, solito a portarsi da loro sul petto, piantato nel cuore e con i grani delle corone conficcati a colpi di martello intorno al capo ed alle tempia.

La rivista settimanale «Time», nel numero del 6 marzo 1956, afferma, come, in Cina, in cinque anni di dominazione comunista, siano state uccise 20 milioni di persone e, per di più, 23 milioni siano trattenute nei campi di lavoro forzato 7.

Sorvolando di ricordare le atrocità inaudite avvenute nel Messico rosso, al tempo del massone Calles, ed in cui pur vedemmo piombare l'immancabile Leone Trotzky, che però vi rimise la vita, per non tediarci oltremodo in una disgustosa disamina, basterà affermare, come in tutti i paesi ove è riuscito a trionfare il regime comunista, si manifestino gli stessi fenomeni di grave oppressione per i «goim», con effettiva direzione ebraica: fucilazioni, impiccagioni e gli orrori dei campi di lavoro coatto.

A proposito dell'uccisione di Trotzky, bisogna osservare come il gioco giudaico, sebbene in sostanza riesca, non è sempre scevro di pericoli, in quanto può, in alcuni casi, venire in urto con influenti «goim», che riescono talora a scoprire certi trucchi troppo spinti, e non vogliono digerire certe teorie troppo stridenti.

In questi casi — quali martiri dell'idea ebraica — essi possono andare incontro alla prigione ed alla stessa morte.

Gioverà pure non dimenticare, che gli Ebrei non hanno patria. La patria degli Ebrei sono i quattrini. L'ebreo Russo e l'ebreo Americano sono fratelli, e così sono, fra di loro, gli Ebrei sparsi per tutto il mondo.

Chiaro, è quindi, che si debbano considerare stranieri, tanto più che oggi è stato costituito lo «Stato d'Israele» e, nei paesi che li ospitano, essi non si assimilano giammai coi cittadini del luogo, come sarà in pieno mostrato nel capitolo successivo.


(1) Tal. Bab. Trat. Abosda Zara f. 26, c. 1.

(2) Cfr. Dr. Martinez nella sua opera «Le Juif, voilà l'ennemi», p. 139.

(3) V. Zohar II, 119 a).

(4) Abhoda-Zarah 26, b, Tosephoth.

(5) V. Maimonides in Hilkhtoh Akum X, 6.

(6) V. Iore dea 148, 12 Hagah.

(7) Cfr. giornale «L'Osservatore Romano» 19 aprile 1956, p. 3.


“Vermijon”

mercoledì 1 dicembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Gravi documenti

 

Gravi documenti

Quanto urga la necessità di stare in guardia dalla perfidia ebraica, bene ce lo comprova il seguente delittuoso documento, che non si peritò di pubblicare la rivista israelita «Revue des études Juives».

E' la lettera programmatica di risposta, scritta, il 21 Novembre 1489, dal Principe degli Ebrei, residente a Costantinopoli, al rabbino di Arles, allorché costui gli chiedeva istruzioni sul da farsi, in merito alla espulsione degli Ebrei dalla Provenza, decretata da Luigi XII.

L'autenticità del presente documento è dimostrata dall'abate Chaubauty, nella sua opera «Les Juifs nos maîtres», con argomenti così potenti da fare crollare ogni specie di dubbio o sofisma che, in proposito, si possa mettere in campo. E' del seguente tenore:

«A quel che voi dite, il Re di Francia vi obbligherebbe a farvi cristiani: fatelo; ma che la Legge di Mosè sia conservata nei vostri cuori.

«L'assimilazione non fa paura, scriveva il «Bauembündler», un ebreo, pur battezzato, non cessa mai dall'essere Ebreo.

La Francia è già nelle nostre mani, ora è la volta dell’Austria.

«A quel che voi dite, vi si vorrebbe spogliare dei vostri beni: fate i vostri figli mercanti, acciocché a poco a poco, essi spoglino i cristiani dei loro.

«A quel che voi dite, si attenterebbe alle vostre vite: fate i vostri figli medici e farmacisti, acciò ch'essi tolgano ai cristiani le loro vite.

«A quel che voi dite, essi distruggerebbero le vostre Sinagoghe: fate i vostri figli canonici e chierici, acciò che essi distruggano le loro chiese.

«A quel che voi dite, vi farebbero molt'altre vessazioni: fate in modo che i vostri figli siano avvocati, notai, e che essi sempre si immischino negli affari di Stato, acciocché, mettendo i cristiani sotto il vostro giogo, voi dominiate il mondo e possiate vendicarvi di loro.

«Non vi scostate da quest'ordine che vi diamo, perché vedrete con l'esperienza, che di abbassati che siete voi, arriverete al fastigio della potenza». Il 21 Kisleu 1489


V.S.S.V.F.F.

Si legge in un libro di A. Romanini, che sviscera a fondo la questione ebraica, il seguente testo:

«Non è esagerata l'affermazione di Joe Chamberlain e di altri, che Ebrei, sedicenti convertiti, riescano a raggiungere alte cariche nell'Anglicanesimo, nel Protestantesimo, nell'Ortodossia e perfino (?) nelle alte cariche ecclesiastiche Cattoliche. E' accertato che i più grandi inquisitori di Spagna furono di origine ebraica».

In merito alle conversioni giudaiche sarà bene non dimenticare, che la circospezione non è mai troppa. Tanto più che nel Talmud espressamente si comanda: «Fingetevi al bisogno anche cristiani per meglio trappolarli»1 e lo storico ebreo Cecil Roth, nella sua opera «Storia del Popolo Ebraico» (p. 229) non esita ad affermare: «Naturalmente, nella maggior parte dei casi, le conversioni erano finte». (Se tali furono, perché tuttora non sono?).

Quanto, poi, i surriferiti ordini — specie quello di togliere la vita ai Cristiani servendosi della medicina — siano stati prontamente eseguiti, facilmente si argomenta dai seguenti fatti:

Secondo narra l'Echio, al Capo 13 del suo libro «Contro gli ebrei», l'ebreo Giovanni Pfeffercorn di Colonia, condannato a morte per i suoi orrendi delitti, sul punto di morire — in Hall di Sassonia nel 1514 — confessò spontaneamente che «sotto il titolo di medicina, esercitando quell'arte, egli stesso aveva uccisi col veleno otto cristiani».

Dagli Atti della Vita del B. Bernardino da Feltre (N. 266 degli Atti, presso i Bollandisti), il quale in tutta la sua esistenza predicò contro il pericolo giudaico, si rileva come, predicando egli in Siena nel 1489, narrò dal pulpito che: Un Senese gli aveva narrato che un medico ebreo, morendo in Avignone, gli aveva detto di morire contento perché, ordinando false medicine, aveva ucciso molte migliaia di cristiani: «Praescriptis dolosis pharmacis occidit multa milia christianorum». Vi furono molti che volevano morire piuttosto che pigliare da lui medicina. E guarirono per grazia di Dio. Del succitato documento desidero inoltre sottolineare, con quale incredibile disinvoltura gli stessi Giudei ci confessano, come, fino dall'anno 1489, la Francia fosse già caduta nelle loro mani e, intorno a quell'epoca, si stessero divorando l'Austria.

Siccome la cosa, in effetti, si è più che verificata, credo doveroso richiamare l'attenzione come, in prosieguo di tempo ed esattamente nella seconda metà del 1700, ancora l'Inghilterra, la Germania ed altre nazioni d'Europa caddero, con l'ausilio della setta massonica e di altre sette segrete, fra gli artigli di quei signori.

La stessa sorte ebbe a subire l'Italia, ma solo al tempo del Risorgimento. L'ultima delle grandi potenze europee costretta ad inginocchiarsi davanti al prepotere giudaico fu la Russia degli Zar nel 1917.

E adesso, per essere in ogni punto prevenuti, ritengo doveroso riportare il testo integrale di un discorso-programma, d'eccezionale importanza, tenuto a Praga, nel 1880, dal rabbino Reichhorn, nel grande raduno dei rabbini che essi chiamano il «Kaleb», e che solennizzano ogni cento anni. Ci mostrerà la grande analogia esistente tra il suo contenuto ed i «Protocolli dei Savi Anziani di Sion», che, come avanti fu detto, i Giudei tentarono in ogni modo di rinnegare. A Sir John Radcliff, che lo pubblicò sul «Le Contemporain», il 1° luglio 1886. per avere fatto ciò, ebbe a costargli la vita. Tale discorso fu ripetuto nella sinagoga di Simscrol da un rabbino, che per questo ebbe un processo: esso inoltre perfettamente concorda con quello tenuto a Lemberg, in occasione del congresso della gioventù ebraica, pubblicato dal giornale «Bauernbündler» di Vienna (n. 133, del 1° Nov. 1912). Eccolo:

Sono diciotto secoli che i nostri sapienti lottano coraggiosamente, con una perseveranza che nulla può frangere, contro la Croce, che ci ha rapito la potenza promessa ad Abramo.

Diciotto secoli appartennero ai nostri nemici; il secolo presente e i secoli da venire debbono essere nostri.

E' questa la decima volta che, lungo mille anni di lotta atroce ed incessante coi nostri nemici, si riuniscono in questo cimitero e presso la tomba del nostro gran maestro, santo rabbino Simeon Ben Jhuda, gli eletti di ogni generazione del popolo di Israele, per concertarsi sui mezzi di trar vantaggio, per la causa nostra, dai grandi sbagli e dai grandi falli che non cessano di commettere i nostri nemici, i cristiani.

Ogni volta il nuovo Sinedrio ha proclamato e predicato la lotta senza tregua contro questi nemici.

Allorché saremo resi unici possessori di tutto l'oro della Terra, la vera potenza passerà nelle mani nostre, ed allora si compiranno le promesse fatte ad Abramo.

L'agricoltura sarà sempre la ricchezza di ogni paese. Il possesso delle grandi proprietà terriere apporterà sempre in ogni epoca grandi onori e grande influenza ai loro titolari.

Conviene quindi predisporre le cose in modo che i nostri fratelli in Israele possano fare importanti acquisti terrieri. E’ pertanto essenziale privare l’aristocrazia delle sue terre, a qualunque costo. L'aristocrazia, in quanto proprietario di terreni, costituisce sempre un pericolo per noi, poiché le sue rendite le assicurano l'indipendenza.

Per raggiungere lo scopo, il modo migliore è quello di far aumentare le tasse e le imposte, provocare crisi di sovrapproduzione e tutti quegli altri mezzi che servono a mandare i prezzi dei terreni al livello più basso possibile.

Gli aristocratici dei gentili («goim»), i quali, date le loro abitudini ereditarie, sono incapaci di accontentarsi di poco, andranno presto in rovina2.

La Chiesa Cristiana, essendo uno dei nostri più pericolosi nemici, noi dobbiamo lavorare con perseveranza a diminuire l'influenza sua. Conviene, dunque, imprimere nell'intelligenza di coloro che professano la religione cristiana le idee di libero pensiero, di scetticismo, di scisma e provocare dispute religiose cosi naturalmente feconde, di divisioni e di sette nel Cristianesimo. Logicamente, conviene cominciare col disprezzare i ministri di quella religione, dichiarando loro guerra aperta, provocando sospetti sulla loro devozione, sulla loro condotta privata; col ridicolo e con la satira si distruggerà quel rispetto che va congiunto con lo stato e l'abito loro.

Ogni guerra, ogni rivoluzione, ogni scotimento politico-religioso avvicina il momento in cui raggiungeremo lo scopo al quale tendiamo. Tutti gli impieghi pubblici devono essere accessibili agli Israeliti, ed una volta che noi siamo diventati i titolari, noi sapremo, con l'ossequiosità e con la perspicacia che sono nostre doti, penetrare fino alle prime sorgenti della vera influenza e del vero potere. Ben inteso che qui solo si tratta di quegli impieghi ai quali vanno congiunti onori, potenza e privilegi; giacché, quanto a quelli che esigono sapere, fatiche e pene, possono e debbono esser lasciati ai Cristiani.

La magistratura è per noi un'istituzione di primaria importanza. La carriera dei tribunali e quella che meglio svolge la civiltà e ci mette a parte più facilmente degli affari dei nostri nemici naturali, ed è per mezzo di essa che noi possiamo ridurli in nostro potere.

Il popolo d'Israele deve dirigere la sua ambizione verso quell'alto grado di sapere, dal quale sgorgano le considerazioni e gli onori, e uno dei mezzi più sicuri per giungervi è quello di avere in pugno tutte le operazioni industriali, finanziarie e commerciali. Nella scelta di queste speculazioni si userà grande prudenza e tatto, cose queste che sono la proprietà della nostra attitudine atavica negli affari.

Tutti i rami della scienza, dell'arte, delle belle lettere, ecc... dovranno essere un vasto campo in cui i successi mostreranno la nostra attitudine. Quanto alle scienze, medicina e filosofia, debbono far parte ugualmente del nostro dominio intellettuale.

Un medico è iniziato ai più intimi segreti della famiglia ed ha, come tale, fra le mani la salute e la vita dei nostri mortali nemici, i Cristiani.

Noi dobbiamo incoraggiare le unioni matrimoniali fra Israeliti e Cristiani che possiedono ascendenza e potere. Per tal modo otterremo influenza sopra quanto ci circonda e ci renderemo arbitri dei loro destini.

Se l'oro è la prima potenza di questo mondo, la seconda è senza dubbio la stampa. Ma che cosa può la seconda senza la prima?

Siccome noi non possiamo ottenere quanto dicemmo di sopra, senza il soccorso della stampa, conviene che i nostri presiedano alla direzione di tutti i giornali quotidiani in tutti i paesi.

Il possedere l’oro e i giornali ci renderanno gli arbitri dell'opinione pubblica e ci daranno l’impero delle masse.

Così, camminando grado a grado in questa via, con la perseveranza che è la nostra grande virtù, noi respingeremo i cristiani e renderemo nulla la loro influenza.

Noi detteremo al mondo ciò che deve credere, ciò che deve onorare e ciò che deve maledire. Forse alcune individualità si leveranno contro di noi, ma le masse, docili ed ignoranti ascolteranno noi e prenderanno le nostre parti. Una volta che saremo padroni assoluti della Stampa, noi potremo mutare le idee che corrono circa l’onore, la virtù, la rettitudine del carattere, portando il primo colpo a quella istituzione tenuta fin qui sacrosanta: la famiglia, e ne compiremo la distruzione. Noi potremo estirpare le credenze e la fede per tutto ciò che i nemici nostri, i Cristiani hanno fino a questo momento venerato; facendoci un'arma della forza delle passioni, noi dichiareremo guerra aperta a quanto quelli rispettano e venerano. Che tutto ciò sia ben compreso, notato, e che tutti i figlioli d'Israele, ben si compenetrino di questi veri princìpi. Allora la potenza nostra crescerà come un albero gigantesco, i cui rami porteranno quei frutti che si chiamano godimento, ricchezza, potere, in compenso di quella inferiore condizione che, per secoli, fu l'eredità del popolo d'Israele.

Il nostro interesse richiede che noi almeno simuliamo zelo per le questioni sociali che corrono, quelle soprattutto che riguardano il miglioramento della sorte dei lavoratori! ma in realtà gli sforzi nostri debbono tendere a renderci padroni di quel movimento dell'opinione pubblica e a dirigerlo. La cecità delle masse, la disposizione loro a darsi in balìa dell’eloquenza, tanto vuota quanto sonora, che risuona nei trivii, ne fanno una preda facile ed è per noi un doppio istrumento di popolarità e di credito.

Noi troveremo senza difficoltà fra i nostri, l'espressione dei sentimenti fittizi e tanta eloquenza quanta ne trovano i Cristiani sinceri nel loro entusiasmo.

Conviene, per quanto è possibile, occuparci del proletariato e sottometterlo a quelli che maneggiano il danaro.

Con questo mezzo noi solleveremo le masse a nostro piacere. Noi le spingeremo agli sconvolgimenti, alle rivoluzioni, ed ognuna di queste catastrofi farà avanzare di un gran passo i nostri scopi e ci ravvicinerà all'unico nostro fine, quello cioè di regnare sulla terra, come ci era stato promesso dal nostro padre Abramo».

Roba — come si vede — degna d'associazione a delinquere; altro che «nostro padre Abramo»!

Non per nulla San Giovanni Crisostomo, nel suo «Sermone contro gli Ebrei», afferma, esplicitamente: «La Sinagoga è un luogo di convegno per dei criminali».


(1) Jore dea, 2 Hagah.

(2) Chi ha acume d'intelletto già intravede i veri fini che nascondono certe leggi di riforma agraria. Non si mira al palliativo della sorte dei contadini, bensì all'annientamento di chi possiede le terre.

(3) Dopo tale fiore di dottrina, mi sembrerebbe doveroso fare un po' di statistica, per renderci conto a quanti ammontino gli Ebrei che, ai dì nostri, esercitano l'arte medica, specie negli ospedali, cominciando dal Presidente degli Ospedali Riuniti di Roma, il medico giudeo D. Tedeschi. Forse ne potrebbe venire fuori una sorpresa.

“Vermijon”

giovedì 25 novembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Responsabilità totale del giudaismo

 


Responsabilità totale del giudaismo


Pare di sognare!

Intanto noi, di tutto questo non abbiamo la benché minima coscienza e non ci badiamo affatto; ci sollazziamo con chiacchiere e partiti, ci scanniamo, moriamo di fame, corriamo di qua e di là come tanti pupazzi, senza riuscire a comprendere quello che si dovrebbe comprendere. Abbiamo gli occhi e non vediamo; non vediamo come la potenza ebraica vada ormai stringendoci dentro una ferrea morsa per stritolarci.

Ecco l'America — scrivevo nel 1944 — dominata largamente dagli Ebrei per mezzo della Massoneria ivi imperante, alla quale possiamo aggiungere ancora l'Impero Inglese, il cui governo è, da gran tempo e nella sua totalità, alla dipendenza diretta del dispotismo massonico, che marciano, dietro ordine ebraico, con possenti eserciti che si potrebbero chiamare israeliti, dall'occidente.

Ecco dall'oriente la Russia bolscevica, egualmente comandata dai Giudei che, con spaventevoli forze e con colpi ancor più formidabili, sta per soffocarci, poiché si trova alle porte di Vienna e di Berlino.

Un altro po' di tempo e la morsa sarà bell'e chiusa; tutto il mondo cadrà prostrato in ginocchio davanti alla dominazione giudaica. A tanto siamo giunti, perché gli Ebrei trovano inammissibile, che una sola nazione — intendo dire la Germania — abbia potuto arrivare a comprendere — data la sua maturità culturale — l'entità del pericolo ebraico ed ardisca, non solo contestare il passo al loro dispotismo ma giunga perfino ad apertamente combatterli.

Trovano inammissibile, che un'altra nazione — il Giappone — non si periti di proclamare il principio «L'Asia agli asiatici» e non soggiaccia anche questa all'influenza dei Giudei.

Alla scaltrezza ebraica non mancherà di trovare i motivi e la forza per scatenare contro questi Stati tutto il mondo già asservito alla sua infernale potenza, sino al conseguimento dell'intera loro sottomissione, senza badare, anzi rallegrandosi se, per tal fine, dovranno morire 46 milioni di uomini.

Poca gloria, miei signori, mille che non capiscono contro uno che capisce!

Pertanto, intera cade sopra i Giudei la responsabilità della presente universale tragedia, sopra questo popolo di dura cervice, adoratori, più che del vero Dio, del vitello d'oro, cui Mosè già ruppe in testa le tavole della Legge. Essi, infatti, uccisero i Profeti — che li tacciavano di deviazione — e il Cristo, il Quale, però, così li bollò:

«Figli dell'inferno... sepolcri imbiancati... serpenti, razza di vipere... (Matt. XXIII, 15, 27, 33). Voi avete per padre il diavolo... che fu omicida fin da principio e padre della menzogna...

(Giovanni VIII, 44) ...pieni di rapina e d'iniquità (Luca XI, 39)».

Queste parole, sebbene rivolte direttamente ai dirigenti d'Israele, riguardano anche i successori di tale genìa, e, nessuno vorrà sostenere che costoro, ai tempi d'oggi, abbiano cessato di esistere. Bene, dunque, le parole di Cristo dovrebbero servirci di ammonimento e norma circa la nostra linea di condotta.

Se la regola di vincere il male con il bene è assolutamente doverosa verso chiunque, nei confronti dei Giudei sembra subisca piuttosto eccezione, dal momento che il Divino Maestro usò verso di loro parole così forti. Egli che con tutti aveva parole di bontà e di perdono.

Aggiungerò l'altro imperativo di Cristo «...non buttate le vostre perle davanti ai porci, che non le pestino co' loro piedi e si rivoltino a sbranarvi» (Matt. VIII, 6), che rivela l'amarezza del Suo Cuore nel vedere contraccambiati con la più nera ingratitudine i Suoi benefici.

Riguardo alla suddetta responsabilità sarà doveroso distinguere i Giudei in due nette classi: da una parte gli alti loro dirigenti, che, quali tramatori ed organizzatori di efferate scelleratezze, hanno piena coscienza di quanto viene da sé stessi operato; dall'altra, tutta la classe del loro popolo. Questo, sebbene sia più o meno all'oscuro delle losche manovre ordite dai loro maggiorenti, tuttavia ad essi obbedisce, perché sa, molto bene, quanto s'adoperino per la maggior gloria d'Israele.

Ma, anche volendo ammettere che, questa seconda classe, non conosca, in modo assoluto, nulla di nulla del fosco operare su vasta scala dei suoi capi, ciò nondimeno, riesce ugualmente, per i poveri «goim», di esiziale nocumento. Infatti, le comunità giudaiche, fra noi conviventi, ci sono, senza dubbio, sorgente e causa di un infinito numero di guai, perché, sia per la loro straordinaria abilità, sia per il poco o nessuno scrupolo nella trattazione degli affari, sia per l'aiuto reciproco che fra loro si danno, il fatto è — ed i fatti sono quelli che, soprattutto, hanno eloquenza — che si vedono, a poco a poco, emergere sopra le altre genti, fino al totale assorbimento di quelle nazioni e popoli, che avevano creduto cosa di poco momento offrire ad essi una generosa ospitalità e cittadinanza.

Si noti, che già ventisei secoli addietro, Geremia profeta, parlando degli Ebrei, poteva affermare: «Dal più piccolo fino al più grande tutti sono dati all'avarizia, e dal profeta fino al sacerdote, tutti commettono frodi» (Ger., 6,13; 8,10).

Badiamo, quindi, di non ingannarci col pensare erratamente che oggi costoro siano per essere qualche cosa di meglio dei loro antenati.

A questa generale condanna fa, naturalmente, eccezione qualche raro e vero Israelita in cui non c'è frode, timorato di Dio, che non sacrifica la sua coscienza al vitello d'oro.

Con molta esattezza, dunque, «il serpente simbolico degli Ebrei» (cioè l'astuzia), che deve divorare le nazioni attraverso le quali s'infiltra, prefigura: nella sua testa i maggiori esponenti dell'ebraismo, e nel suo corpo l'intera massa del suo popolo.

E pensare che tale popolo — dotato di facoltà sì eccezionali — se abbracciasse il cristianesimo, potrebbe davvero essere la guida del mondo! Se l'ingegno che pone per la causa del male l'impiegasse per quella del bene, quale immenso benessere potrebbe produrre all'umanità! Ma oggi sono guide cieche di altri ciechi e cadranno insieme nella fossa.

“Vermijon”

venerdì 19 novembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Il governo del mondo e le crisi economiche

 


Il governo del mondo e le crisi economiche

Nel modo stesso che il burattinaio muove dall'alto i burattini di cartapesta, gli Ebrei muovono i popoli del mondo, abusando della nostra credulità e dell'indiscutibile loro superiorità, che si concretizza nella potenza dell'oro che hanno, in una maggiore malizia e nella propria compattezza. Mentre, dunque, le nazioni sono arciconvinte di agire — alias di scannarsi e di morire — per un ideale di giustizia e per salvaguardare il proprio interesse, non s'accorgono, invece, che fanno soltanto il proprio danno, facendo in realtà il gioco dell'ebraismo. Il che avviene, in quanto non arrivano ad elevarsi ad una sfera più alta d'intelligenza, essendo da esso inconsapevolmente manovrate.

Oh, con quanta chiaroveggenza parlò Beniamino Franklin agli Americani alla Convenzione Costituzionale di Boston del 1789!

«Se gli Ebrei — egli disse — non sono esclusi dagli Stati Uniti per costituzione, fra meno di cento anni essi ci governeranno e ci distruggeranno, e muteranno la nostra forma di governo per la quale noi Americani abbiamo sparso il sangue e sacrificato la nostra vita. Io vi avverto, signori: se voi non eliminate gli Ebrei per sempre, i vostri figli e i figli dei vostri figli vi malediranno nelle vostre tombe. Le idee degli Ebrei non sono quelle degli Americani quand'anche essi abbiano vissuto fra noi per dieci generazioni».

Perché dunque il Popolo americano non comincia finalmente a riflettere, ma con molta ponderazione, al significato racchiuso in così gravi e profetiche parole, pronunziate da uno dei più grandi loro concittadini, che, dopo aver strappato al cielo le folgori e lo scettro ai tiranni, vuole, ancora al presente, giovarli, col fare balenare di nuovo, davanti ai loro sguardi, un monito, del quale non fu tenuto il debito conto, ma che ora si sta pienamente avverando?

Badino gli Americani che — immediatamente appresso alla Russia — la nazione più fortemente predominata dai Giudei è oggi precisamente l'America!

Basterà fare un'indagine in proposito, cominciando dall'ex Generalissimo degli Stati Uniti, David Eisenhower, divenuto in seguito Presidente della Federazione1; il Commissario per la bomba atomica, Bernardo Baruch; il Delegato presso l'O.N.U., Beniamino Cohen; il Ministro per la Difesa, Marshall; il Segretario alla Guerra, Pace; il Capo di Stato Maggiore Generale delle Forze Armate americane, gcn. Nathan Twining, ecc.

Pertanto, se le cose stanno in tali termini, i figli d'America già dovrebbero cominciare a sentirne il peso, senza contare il fosco avvenire che gli Ebrei stanno loro preparando. (V. Corea, Cuba. Vietnam, ecc...).

Ha dell'incredibile il pensare, come gli Stati Uniti siano sorti sotto l'egida della Massoneria. Il suo stemma l'attesta: l'aquila che vi campeggia è l'aquila degli stendardi delle tribù di Israele: Le 13 stelle e i rami d'olivo nei suoi artigli sono simboli d'Israele. Washington e de Lafayette erano degli illustri massoni, cioè: strumenti ciechi dei Giudei. Le due prime nazioni che hanno riconosciuto lo Stato d'Israele sono state Russia e Stati Uniti.

Giacché, dunque, l'esito degli avvenimenti ci mostra, fino all'evidenza, la veridicità di ciò che si afferma, sarà forza convenire quanto esatte erano le parole del già citato Lord Disraeli, allorché ci avvertiva che il mondo moderno è governato da personaggi, ben diversi che non si figurino coloro, i quali non vedono ciò che accade nel retroscena.

Quindi, altro che Stalin, Churchill e Roosevelt!

Quelli che dirigono le nazioni sono ben altri!

Questi personaggi, pure agendo in buona, fede, sono strumenti perfettamente manovrati dalla scaltrezza ebraica. Esiste, senza dubbio, in qualche luogo del mondo, un governo centrale ebraico, ben costituito e ben determinato, che ogni cosa muove e tutto al suo fine dirige. Gli Ebrei chiamano il proprio governo centrale col nome di «Kahal», mentre i governi regionali o locali delle comunità israelitiche — i quali dal suddetto dipendono — sono, dagli stessi Giudei, nominati «Kehillah».

La Repubblica Universale, voluta da costoro, ossia il Comunismo in tutto il mondo sotto la loro direzione, sarà cosa ben matura per la sua realizzazione, solamente quando i popoli avranno raggiunto l'ultimo stadio della disperazione e della fame. Poiché, è un fatto ben chiaro che, qualora i popoli stessero bene, a tale obiettivo essi non potrebbero giammai pervenire.

Pertanto, è supremo interesse dell'ebraismo creare nel mondo il massimo disagio possibile. Ecco, infatti, quanto si legge nei già citati «Protocolli dei Savi Anziani di Sion», Prot. III:

«Noi creeremo una crisi economica universale con tutti i mezzi possibili (occhio alla Massoneria!), e con l'aiuto dell'oro che è nelle nostre mani. All'ora stabilita noi scateneremo la rivoluzione che, distruggendo tutte le classi della cristianità, asservirà definitivamente i popoli cristiani».

Parole, queste, che andrebbero attaccate in un manifesto per tutte le città del mondo. Dopo di che, con intrepida faccia di bronzo, fanno attribuire il disagio che ci assilla, proprio a quelle persone che maggiormente si adoprano per arginarlo, e la moltitudine dei grulli, abituata a bere le scemenze quanto più sono incredibili, immediatamente crede a simili balordaggini; per cui nascono altre battaglie, altre discordie e di conseguenza, sempre maggiori disagi.

Fermi, pertanto, in questo bel programma, conquistato il mondo tra gli imperi abbattuti, riprenderanno la Terra Santa, trionfatori, carichi delle ricchezze prese ai vinti infedeli.

“Vermijon”

domenica 14 novembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Le lotte religiose e la trappola della democrazia

 


Le lotte religiose e la trappola della democrazia


Per mostrare ora, fino a quale segno la malizia ebraica riesca a farsi gioco di noi ed a truffarci, col fare credere ciò che non è, ritengo, innanzi tutto, di dovere segnalare, come la Sinagoga non sia estranea neppure al divampare delle lotte religiose, fomentando, con ogni sorta d'intrighi (nei quali è artista), il contrasto delle opinioni dottrinali ed il sorgere delle eresie.

Lo scrittore Bernard Lazare, dice apertamente in un suo libro: «Si può tessere la storia della penetrazione ebraica nella Chiesa Cristiana, cominciando dall’Ebionismo primitivo fino al Protestantesimo».

Lutero, infatti, si schierò per gli Ebrei e fu da questi sostenuto; ma quando il fuoco dell'eresia fu acceso, essi, facendo macchina indietro, si ritirarono, Per tale voltafaccia, lo stesso Lutero li ininvestì con l'opuscolo «Gli Ebrei e le loro menzogne», qualificandoli addirittura come «bestie malvage, allo quali bisognerebbe dar la caccia, come a cani arrabbiati, che vivono di scelleratezze e di rapine».

Il rabbino Camerini riconosce che la Riforma, tenendo occupati i Cristiani a lottare fra di loro (precisamente come dal giudaismo era voluto), segnò una tregua alle persecuzioni antisemitiche. «In quel tempo — scriveva — i nostri saggi fratelli non facevano che soffiare sul fuoco della discordia» aggiungendo che «quando i cani si mordono fra loro, l'agnello resta salvo»1. Principio, questo — teniamolo bene a mente — dai Giudei costantemente applicato a nostro danno.

Nel 1608, in un opuscolo dal titolo «Lo specchio ebreo del Calvinismo», si afferma, come nessuna religione quanto il Calvinismo si avvicini tanto all'ebraismo, nella soluzione dei problemi religiosi e pratici.

E non si pensi che, allo stesso sorgere del Maomettanesimo, sia stato estraneo l'intervento della Sinagoga. Maometto, in principio, fu aiutato da Giudei col consiglio e con l'oro. Ma, una volta che tale religione si diffuse, essi trovarono il modo di ritirarsi alla chetichella. Onde il Profeta fece loro tagliare la testa.

Fu, in realtà, il fanatismo d'un pugno di Ebrei, fra i più reputati della città di Medina, che gittò le fondamenta della potenza politico-religiosa dell’Islam, decise delle sorti dell'Arabia e, fra torrenti di sangue, sconvolse il mondo 2.

Il Malo, nella sua «Storia degli Ebrei» (p. 170), racconta che, secondo testimonianze arabe, gli Ebrei mandarono da principio dodici dei loro dottori da Maometto, fra i quali Abdallah Ibn Salam e Mukaïrik, i quali collaborarono con lui nella compilazione del Corano.

Dopo di che, più facilmente si arguisce, quanto il giudaismo abbia interesse a che i «goim» lottino fra di loro, e siano, al massimo grado, divagati da quelle cose che risultino più distraenti e che maggiormente si confacciano alla psicologia sia dei grandi che dei piccoli, affinché nessuno si accorga delle sue malefatte e possa in pace lavorare al suo fine.

Per la sicura riuscita del gioco, coprirà gli espedienti escogitati, con motivi apparentemente ragionevoli e come acquisizioni di progresso.

Tenuto ciò presente, non farà meraviglia se si opina — specie dopo la grande turlupinatura della Stampa, della quale ci siamo già resi conto — come, anche l'istituzione del «Parlamentarismo», nato in Inghilterra, ed il formarsi dei vari :partiti politici non sia per essere tutta opera della stessa mano giudaica, che si serve all'uopo, della potenza del suo oro, dell'abile propaganda e della servilità della setta massonica.

Ora, essendo pacifico come la natura stessa crei la diversità delle idee, il giudaismo, volendole controllare, le organizza secondo le più importanti correnti che qualifica con adeguato nome: poscia, per diretto o indiretto, vi si immischia, e v'influisce così, da incanalarle tutte al suo scopo e insieme per alterare la concordia.

Se così, dunque, stanno i fatti, chiaro risulta, quanto non sia da prestare fede ai programmi di qualsivoglia partito, perché vi si cela la frode, e noi — aderendo ad essi — si resta lavati nel cervello e minorati cerebrali.

Io non so, se ai tempi del Re Sole, di Filippo II, di Enrico VIII, in cui il «parlamentarismo» non esisteva e neppure vi erano le lotte dei partiti, ma solo un sovrano, assistito da un «Consiglio della Corona» i popoli godessero meno pace di oggi. Quando in una famiglia si litiga, non c'è da aspettarsi alcun progresso ma la rovina.

Ad ovviare il fatto che un sovrano assoluto, potrebbe, col tempo, mutarsi in tiranno, penso, sarebbe un modo sano che il Capo dello Stato venisse eletto, periodicamente, non da altri che da quei cittadini, i quali abbiano dimostrato coi fatti, di essere i più benemeriti della Nazione e, in conseguenza, i più maturi per discernimento (Grandi Elettori).

Costoro nominerebbero contemporaneamente un «senatoconsulto», il quale avrebbe il compito di proporre le leggi al Presidente e di consigliarlo nelle sue decisioni; ma chi delibera è lui, in quanto godrebbe il diritto di approvarle o respingerle, di fare e disfare.

Il suo governo, nondimeno, dovrebb'essere fondato su l'applicazione della giustizia e, in uno, sul rispetto della libertà e il mantenimento della disciplina.

Qualora, poi, per abuso di autorità o per altri giustificati motivi, egli più non rispondesse ai requisiti voluti, i Grandi Elettori potrebbero, in ogni momento, sostituirlo.

Tale forma di governo venne, peraltro, già messa ad effetto dalla Repubblica di Venezia, la quale durò — gloriosa e trionfante — per dieci secoli ed è, ancora oggi in vigore, presso la Chiesa Cattolica, per l'elezione del Sommo Pontefice, nominato da un Collegio di Cardinali.

Ritornando in argomento, mentre, dunque, i partiti si presentano a noi con programmi nettamente distinti, le Direzioni che vi presiedono, o sono influenzate o sono dominate da elementi massonici, che, recitando una perfetta commedia, non seguono altro che la direttrice della setta, e noi bene sappiamo a chi è in mano ed a che cosa miri.

E il buon elettore, che di tutto ciò non sa nulla, montato dai resoconti dei giornali, discute con serietà a casa, nei ritrovi, nelle officine, i programmi, segue con passione le lotte parlamentari, crede che tutti i suoi rappresentanti stiano lì a vituperarsi e ad accapigliarsi per lui; crede che i ministeri cadano per il miglioramento della sua sorte, e si lascia, così, menare candidamente per il naso dal suo giornale, che è ispirato da un deputato, il quale segue il suo capo gruppo, che tratta col ministro e questi obbedisce al finanziere!

E non è forse, ancora, il giudaismo fuorviato il principale diffusore del capitalismo mammonico . fra i non ebrei, che avvince, coloro che ne sono presi, con tale passione di ammassare danaro, da renderli incapaci di attendere ad altro che a questo, senza badare che il denaro così ammassato, finirà certamente in tasche giudaiche?

I Giudei sanno escogitare anche mille altre diavolerie, come, ad esempio, i «totocalcio», i «lascia o raddoppia», il dar risalto — a mezzo della Stampa — a fattacci di cronaca, a processi, a fantasticherie, ecc., che, assorbendo fortemente l'attenzione di chi n'è conquiso, producono l'impossibilità di pensare a quello che invece sarebbe doveroso pensare.

Un arguissimo scrittore francese, Francis Delaisi, in un suo libro (sparito dalla circolazione e quindi appena reperibile in qualche biblioteca...) dal titolo: «La démocratie et les financiers», ci presenta tali induzioni che dovrebbero seriamente far riflettere, in quanto, penso, potrebbero avere una grande rispondenza con la realtà.

Egli arriva a dire, che la repubblica è uno specchietto per le allodole e la democrazia una trappola: siamo ingannati! Delaisi scopre il trucco; mostra con quali procedimenti ingegnosi il giudaismo sia riuscito a fare della democrazia il più meraviglioso, il più agile, il più potente strumento di sfruttamento delle folle, un facsimile d'una pompa aspirante e premente.

Il suo libro si potrebbe chiamare «Manuale di politica sperimentale per illuminare i gonzi».

«Dove vanno a finire, egli si domanda, i miliardi delle imposte che i cittadini pagano allo Stato? Forse vanno a seppellirsi nei tesori delle banche di Stato? No certo; essi non fanno che passare dalle tasche dei contribuenti in altre tasche: quali?». Questo viaggio è assai interessante a seguire, e chi vuole seguirlo non ha che a consultare la fonte indicata.

L'autore, dopo avere descritto quanto viene assorbito dalla barca della pubblica amministrazione, conclude col dire, che i tre quarti delle imposte pagate dai contribuenti, costituiscono il tributo pagato dai cittadini ai pescicani del passato e del presente, con i quali abbiamo già avuto il piacere di fare la conoscenza. Perfino le beneficenze che, in occasioni di disastri, i cittadini offrono allo Stato, finiscono, quasi tutte, ad impinguare i Giudei e i rispettivi complici.

Chi, dunque, difenderà i cittadini da questa immane, perpetua truffa democratica, ordita dall'alta finanza ebraica, che ha in mano tutte le banche, tutti i governi parlamentari e quasi tutti i giornali del mondo? Nessuno!

Chi illumina il popolo sulla realtà che si cela dietro il sipario parlamentare? Nessuno!

Per rompere questa cerchia d'interessi, da cui le nazioni si trovano serrate ed oppresse, non ci sarebbe che la coscienza popolare, la cosiddetta opinione pubblica; ma questa è creata dalla Stampa, e la Stampa è in mano... ai Giudei.

Stiamo perciò molto cauti a non farci ulteriormente ingannare dall'allettante espressione «democrazia» perché vi si cela la più autentica e grandiosa truffa.

Il giudaismo riesce a crearle speculando sul patriottismo dei «goim». attraverso cosiddette «costituzioni», col fascino di parole sonore, come libertà, indipendenza, unità nazionale, progresso, ecc... In effetti, tali democrazie equivalgono a «Stati ebraici-massonici», sui quali si vede spesso brillare la stella a cinque punte, vale a dire il pentalfa massonico.

“Vermijon”

domenica 7 novembre 2021

Le forze occulte che manovrano il mondo - Ottenebramento intellettuale

 

Ottenebramento intellettuale

Oggi gli Ebrei regolano le borse, le banche, gli istituti di assicurazione, le case editrici, i giornali, i pubblici spettacoli nonché gli altri strumenti di diffusione sociale, cui sono da aggiungersi le grandi strade di comunicazione, per terra, per mare e per aria. Mentre, poi, uno smisurato numero di beni immobili delle maggiori metropoli, insieme alle migliori aziende, sono ormai caduti nelle loro mani, con la possanza dei capitali e con l'accortezza, tengono chiusa, come in una rete, tutta la società umana.

Si erge, però, uno scoglio al perfetto svolgimento del loro programma di azione, e questo è:

l'intelligenza dei «goim».

Quei signori ben sanno, quanto sia ad essi necessario impedire, con ogni mezzo, che il livello intellettuale dei popoli si elevi ad un'altezza, per dire così termometrica, alquanto elevata, perché, in questo caso, troppo facilmente apparirebbe ai loro occhi tutta la nefandezza del loro modo di agire, per cui ne seguirebbe. contro di essi, una immediata reazione difensiva.

Quindi ritengono cosa fondamentale, che, per raggiungere tranquillamente l'obiettivo cui aspirano, sia necessario preparare, antecedentemente, un terreno ben disposto e favorevole. Vale a dire: fare in modo di abbassare, per quanto è possibile, il livello intellettuale dei «goim», in maniera tale che, offuscandosi fra essi sempre più la chiarezza dell'intelletto, non si arrivi a vedere né a distinguere, il loro obliquo modo di operare.

A tale fine diffondono, con sovrumana scaltrezza, in mezzo ai popoli, quelle cose che maggiormente servono per ottenebrare l'umana intelligenza.

Ed ecco, per loro merito, il sorprendente sorgere e diffondersi, qui l'immoralità, a mezzo di pubblicazioni oscene, edite ognora da case editrici, controllate da giudei (p. e. in Italia i maggiori scrittori pornografici erano recentemente gli ebrei Guido da Verona, Umberto Notari, Mario Mariani, Pitigrilli, ai quali, al presente, è doveroso aggiungere lo scrittore Moravia). Là, ci fanno assistere a spettacoli e film sempre più degradanti (dei quali, può dirsi, hanno attualmente il monopolio, con l'intera produzione californiana in loro mani e, forse, anche le principali sale di proiezione del mondo), esaltanti la menzogna, il furto, l'assassinio, l'adulterio. Altrove, li vediamo adoperarsi per incrementare l'alcoolismo, lo smercio degli stupefacenti, l'affermazione dello «sport smodato» onde togliere alle masse la facoltà di ragionare ed abbrutirle (v. «Protocolli» XIII), l'imbarbarimento dell'arte pittorica, scultorea, architettonica, musicale e via discorrendo. (I maggiori corifei della pittura astrattista non sono forse gli ebrei Picasso, Modigliani, Calò)?

Inoltre, essi mirano alla distruzione di ogni fede religiosa, elaborando, senza tregua, una colluvie di teorie materialistiche, senza contare che ci straziano con ogni sorta di perfidie, di usure, di frodi e col furto bancario. Nella già citata rivista «Century Magazine» (n. 3 e 4 del 1928) il nominato ebreo romeno, Marcus Eli Rayage, non esita ad aggiungere, in altro punto del suo articolo: «Voi gridate tanto per via dell'indebita influenza ebraica nei vostri teatri e nei vostri film. Benissimo. Concesso, i vostri lamenti sono giusti: ma che può significare questo in confronto con la strapotente influenza che noi esercitiamo sulle vostre chiese, sulle vostre scuole, sui vostri regimi, ed anzi perfino sui minimi rivolgimenti del vostro mondo intellettuale?...».

Cose tutte, però, che i Giudei riescono a perfettamente realizzare, solo a condizione di potere usufruire d'una sconfinata libertà, senza vincolò di alcuna disciplina.

A tale fine faranno persuasa la gente di corta vista e ne faranno trionfare il principio, che la disciplina non è altro se non un'autentica dittatura, mentre invece la sfrenata libertà, spinta fino alla licenza, vuole essere espressione dimostrativa del più smagliante ideale del liberalismo, nonché affermazione di vera democrazia.

“Vermijon”