Il crimine, norma del giudaismo
Dopo aver inteso le direttive trasmesse dal Principe degli Ebrei, il quale li consiglia di servirsi della medicina per togliere la vita ai Cristiani: resoci, soprattutto, conto dell'odio spietato che nutrono contro l'umana società e della capacità che hanno di operare su vasta scala, penso, non voglia essere troppo azzardato se si dubita, che la stessa «Classe Medica» non sia, per avventura, anch'essa influenzata dalla setta massonica, o, altrimenti, dai dolosi insegnamenti impartiti da professori giudaici.
In tale caso — obbedendo questa (inconsapevolmente) agli ordini del Sinedrio — chissà che i medicamenti che ci apprestano, anziché tornarci di giovamento non ci siano deleteri? o, per lo meno, verso quanti agli Ebrei sono invisi?
Siamo proprio sicuri che la morte di Stalin, di Gottwald e dei Generali sovietici, siano state morti naturali, o non piuttosto provocate ad opera di delittuosi retroscena?
Finché Stalin pensava a fare soltanto l'entusiasta del Comunismo (come da chi comandava dietro le quinte era voluto) ogni cosa filava a gonfie vele; tutto l'onore, la gloria era la sua, egli era il padre dei popoli.
Ma il giorno che costui ha voluto vedere le cose troppo in profondità, e s'è accorto che l'U.R.S.S. è piena di traditori e di spie, e che medici ebrei avevano ucciso i comandanti dell'Armata Rossa — fedeli creature di Stalin — le cose hanno mutato d'aspetto.
In conseguenza di ciò, essendosi scatenata, nei paesi sovietici una persecuzione antisemitica molto seria, gli Ebrei hanno detto: a che gioco giochiamo? I padroni dell'U.R.S.S. siamo noi. Tu, Stalin, dovevi soltanto essere una persona figurativa da noi manovrata, ed ora fai sul serio.
Il fatto è che Stalin è morto... perché ha avuto l’emorragia cerebrale. A breve distanza è morto anche Gottwald, Presidente della Ceco-Slovacchia, il quale aveva fatto impiccare, in quei giorni, non pochi Ebrei sulle forche di Praga... perché ha avuto la polmonite. Ma ci rendiamo conto che il giudaismo, con in mano la stampa mondiale, ci fa credere tutto quello che vuole? Ha facoltà di occultare o travisare qualsivoglia delitto a beneplacito? Di innalzare o di atterrare le persone che vuole?
Spesso — a mezzo della stampa, propaganda ed intrighi — si creano artificiosamente falsi idoli massonici, cui si erigono monumenti, con l'unico fine di mantenere nell'inganno la gente del tutto ignara.
A persuaderci maggiormente degli effetti malefici della Stampa — in mano ai nemici della Croce e della Società — torna opportuno citare l'autorità del Sommo Pontefice Pio XI che, nella Sua enciclica «Divini Rcdemptoris» (c. 18), così si esprime:
«Un terzo potente aiuto al diffondersi del Comunismo è una congiura del silenzio in una grande parte della stampa mondiale non cattolica. Diciamo congiura, perché non si può altrimenti spiegare che una stampa così avida di mettere in rilievo anche i più piccoli incidenti quotidiani, abbia potuto per tanto tempo tacere degli orrori commessi in Russia, nel Messico e anche in gran parte della Spagna, e parli relativamente così poco d'una sì vasta organizzazione mondiale quale e il Comunismo di Mosca. Questo silenzio è dovuto in parte a ragioni dì una politica meno previdente, ed è favorito da varie forze occulte le quali da tempo cercano di distruggere l'ordine sociale cristiano».
Oggi sull'U.R.S.S. regna Malenkow. Chi è costui?
Salvo che non sia un ebreo — il che è molto probabile — logicamente, altro non potrebb'essere che un tribuno della plebe, un fanatico del comunismo, un povero zimbello in mani ebraiche. Tanto è vero che ha immediatamente riabilitato i medici ebrei sotto processo — già rei confessi — dichiarato che, contro la stirpe giudaica non v'è nulla d'eccepire, e riallacciato le relazioni diplomatiche con lo Stato d'Israele. Per ultimo è stato eliminato anche il georgiano Beria.
In merito, però, a tali avvenimenti, sarà bene non dimenticare come, fin dal 1937, Stalin aveva avuto la sensazione del tradimento giudaico, facendo condannare alla fucilazione ben 16 dei maggiori esponenti dell'ebraismo, che avevano avuto «magna pars» allo scoppio della rivoluzione, quali un Trotzky, un Zinovieff, un Kameneff, un Rosenfeld, un Kerensky, ecc. Aveva scoperto che costoro, mentre da una parte gridavano «popolo, popolo» dall'altra stavano in continua relazione coi grandi capitalisti ebrei degli Stati Uniti.
Udimmo, nello svolgimento di quel Processo, il Procuratore di Stato, Viscinski. (morto a New York di morte improvvisa, a breve distanza dalla fine di Bcria), scagliarsi con veemenza contro i sunnominati, bollandoli con le parole: «Nemici del proletariato, falsi comunisti, criminali, mistificatori, pazzi, cani idrofobi, schiuma della malavita, venduti, predatori».
Come poi su l'U.R.S.S. si sia fatto profondo silenzio verso gli Ebrei si può spiegare col fatto: o che Stalin aveva creduto di avere totalmente estirpato ogni pericolo giudaico, per cui si riteneva di potere ormai star tranquillo, ovvero, per la grande prudenza, usata in seguito, nel loro comportamento.
Dopo avere scritto i suaccennati apprezzamenti circa il successore di Stalin, e che lascio come sono, giunge notizia della sua sostituzione con Bulganin.
Come si spiega? Certo, non è facile vedere chiaro nelle manovre del giudaismo, maestro per confondere le idee. Comunque, si potrebbero fare due supposizioni:
Potrebbe darsi che l'avvento di Malenkow abbia solo servito a porre termine — come si è detto — alle persecuzioni antisemitiche e alla riabilitazione dei medici ebrei; mentre l'assunzione di Bulganin potrebbe significare, tanto una riscossa vittoriosa della corrente staliniana nell'esercito, o altrimenti una disposizione prudenziale perché non dia troppo all'occhio l'invadenza giudaica, mettendo alla direzione un camuffato agente degli Ebrei. In tal caso sarebbe come dire: se non è pane è pancotto.
Ciò considerato, nulla appare di più logico come adesso, a Mosca, s'inveisca contro l'opera di Stalin e si rimettano sul candelabro i giudei, già da questi epurati, quali i Trotzky e compagni, i Bela Kuhn, i Slansky, le Anna Pauker, ecc....
Abbiamo visto, nei capitoli precedenti, come a Sir John Radcliff, la pubblicazione sul «Le Contemporain» del discorso tenuto a Praga dal rabbino Reichhorn in occasione del «Kaleb», ebbe a costargli la vita. Ora, non sarà ozioso aggiungere, come il giurista sassone Eckert, dopo la pubblicazione della sua opera «La massoneria nel suo vero significato», fu ucciso per mano di un misterioso assassino1.
Di morte non molto diversa (cioè per veleno) perì pure Gougenot des Mousseaux, autore di «Les Juifs, le Judaisme et la Judaisation des peuples chrétiens»2.
«Il fatto di parlare di questioni, riferentesi ad Ebrei e massoni — scrive A. Netchovolodow nel suo libro «L'empereur Nicolas II et les Juijs3» — mette immediatamente ogni investigatore in faccia al mistero di questo silenzio voluto e della falsificazione della verità; e se riesce a germinare l'opera sua, superata la difficoltà di trovare l'editore che la pubblichi e la divulghi, deve affrontare il pericolo di soccombere o per veleno, o per un colpo di rivoltella, o per accidenti provocati da mano misteriosa».
Si potrebbe qui documentare, con una sequela di nomi e cognomi come, non di rado, si scorga, fra persone di stirpe giudaica, gl'ispiratori o gli esecutori di attentati, coloro che esercitano lo spionaggio e il tradimento, e, quasi sempre, i direttori dei moti rivoluzionari 4.
Recentissimo caso: negli sconvolgimenti in Argentina, del Giugno 1955, quel Ministro dell'Interno, il giudeo Borlenghi, dopo aver ordinato a suoi funzionari di Polizia (in seguito arrestati) di incendiare una bandiera nazionale, ne attribuisce la colpa ad elementi cattolici, col risultato che sono bruciate 70 Chiese e viene scatenata la rivoluzione.
Vedendo, poi, sventati i suoi disegni — che purtroppo si sono attuati — abbandona precipitosamente Buenos Aires per Montevideo il 2 Luglio5.
In merito agli attentati, si consideri, ad esempio, l'allentato di Serajevo, perpetrato il 28 Giugno 1914 dallo studente ebreo Gabriele Princip, il quale uccise a revolverate l'arciduca Francesco Ferdinando e la consorte.
Quell'assassinio fu talmente premeditato da fare scoppiare la «conflagrazione europea», con conseguente sparizione d'una sequela di Imperi e di Regni.
Che se poi si volesse considerare più a fondo, si dovrebbe convenire come anche la «guerra mondiale» — Danzica insegni — fu uno strascico di quegli atomici colpi di rivoltella. Ma non basta: se il mondo intero è ancora oggi in orgasmo causa il pericolo comunista — la fonte d'origine si dovrebbe sempre ricercare in quanto avvenne a Serajevo.
Chi vuole rendersi maggiormente conto del folle modo di operare dei Giudei, è invitato a leggere un interessante studio, dal titolo «La morale giudaica», pubblicato nella rivista «La Civiltà Cattolica» nel 1893, serie XV, vol. V, p. 145. Si apprenderanno cose di tale gravità e provate con tale documentazione da far trasecolare.
Anzi ritengo necessario, che qualcuno assuma l'iniziativa di farlo interamente ristampare, perché, mai come oggi, il conoscere quanto vi è scritto rivistì carattere di maggiore attualità ed urgenza.
“Vermijon”
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