44. I PAOLIANI traggono il loro nome da Paolo di Samosata e insegnano che Cristo non è sempre esistito, ma che prese ad esistere nel momento in cui nacque da Maria; né credono che sia nulla di più di un uomo. Questa fu, per un certo tempo, l'eresia di un tale Artemone, ma, dopo la sua morte, la riprese Paolo e poi la consolidò Fotino, cosicché i suoi adepti vengono ora chiamati FOTINIANI piuttosto che Paoliani. Il Concilio di Nicea ha stabilito che codesti Paoliani devono essere battezzati, quando vengono alla Chiesa cattolica. Di qui siamo tenuti e credere che essi non hanno un valido battesimo, che molti eretici si sono portato via, allorché si sono separati dalla Chiesa, e che conservano.
45. FOTINO è messo da Epifanio non subito dopo Paolo, né è trattato insieme con Paolo, ma dopo un'interposizione di altri eretici. Non si omette neppure di dire che costui professò le dottrine paoline, tuttavia, si ricorda che in alcuni punti egli ha contraddetto Paolo, ma non si dicono affatto quali siano questi punti. Filastrio, invece li pone ambedue di seguito con una numerazione propria e distinta, come se si trattasse di due eresie, nonostante che egli dica che Fotino ha seguito in tutti i punti la dottrina di Paolo.
46. 1. I MANICHEI trassero origine da un certo persiano di nome Mani. I suoi discepoli tuttavia, quando cominciarono a predicare in Grecia la sua folle dottrina, preferirono chiamarlo Manicheo, per evitare l'omonimia con il termine greco che indica la pazzia. Per la stessa ragione alcuni tra loro, quelli che erano un po' più dotti e proprio per questo più mendaci, raddoppiarono la " N " e lo chiamarono Mannicheo, come se egli fosse il largitore della manna.
46. 2. Codesto eretico ha congiunto due principi diversi e contrari e, in pari tempo, eterni e coeterni, cioè che sarebbero esistiti da sempre; ed ancora sentenziò che ci sarebbero due nature e, più precisamente, sostanze, cioè quella del bene e quella del male, seguendo gli altri eretici antichi. La lotta e la mescolanza vicendevole di queste due sostanze, la separazione del bene dal male, e la dannazione eterna del bene che non si sarà potuto separare dal male sono le dottrine che costoro professano e sulle quali cianciano diffusamente; tuttavia, elencare in questa mia opera tutte le loro affermazioni sarebbe un lavoro oltremodo lungo.
46. 3. In conseguenza, poi, di codesti loro stolti ed empi favoleggiamenti sono costretti a dire che le anime buone sono di quella natura che è propria di Dio: infatti ritengono che esse devono venir liberate dalla mescolanza che hanno con le anime cattive, cioè di natura contraria.
46. 4. Essi sostengono dunque che il mondo fu creato dalla natura buona, ovvero dalla natura di Dio, ma che fu costituito di una mistura di bene e male che si originò quando queste due nature presero a combattersi.
46. 5. Dicono pure che non solo le potenze di Dio eseguono la purgazione e la liberazione dal bene da male in tutto il mondo e da tutti i suoi elementi, ma che la compiono anche i loro Eletti per mezzo degli alimenti che mangiano. Infatti ritengono che in questi alimenti, come lo è nell'intero mondo, si trova mescolata la sostanza di Dio, e, quindi, credono, che essa venga liberata dentro i loro Eletti in virtù di quel genere di vita, che fa gli Eletti dei Manichei più santi e più pregiati dei loro Uditori. Infatti questi eretici hanno voluto che la loro chiesa fosse formata da queste due categorie: cioè da quella degli Eletti e da quella degli Uditori.
46. 6. Invero ritengono che in tutti gli altri uomini, e perfino nei loro stessi Uditori, la parte della sostanza buona e divina, sopra menzionata, la quale è trattenuta nei cibi e nelle bevande, mescolata e legata ad essi, si trovi imprigionata più strettamente e con maggior inquinamento; ciò vale soprattutto per le persone che generano figli. Tutte le porzioni di luce, liberate in qualsiasi parte del mondo, sono, quindi, restituite al regno di Dio, come alla loro propria sede, per mezzo di certe navi, che, come essi pretendono, sono la luna e il sole. Ed infatti affermano che pure queste navi sono formate da pura sostanza di Dio.
46. 7. Dicono che è sostanza di Dio anche codesta luce fisica che viene a contatto con gli occhi degli esseri animati mortali, e non solo quella delle sopraddette navi, dove, a loro dire, essa è purissima, ma lo è anche quella di tutti gli altri corpi luminosi, dove, secondo essi, è trattenuta dalla mescolanza [con il male] e, quindi, come credono, deve essere liberata. Attribuiscono, infatti, i cinque elementi, ognuno dei quali generò un suo proprio principe, alla stirpe delle tenebre, e danno a questi elementi i seguenti nomi: fumo, tenebre, fuoco, acqua, vento. Nel fumo sono nati gli animali bipedi, dai quali, come essi credono, traggono origine gli uomini; nelle tenebre sono nati i serpenti, nel fuoco i quadrupedi, nell'acqua gli animali natanti, nel vento i volatili. Per debellare questi cinque elementi cattivi sarebbero stati mandati dal regno e dalla sostanza di Dio altri cinque elementi, e, nella guerra che ne seguì, si sarebbero mescolati l'aria al fumo, la luce alle tenebre, il fuoco buono al fuoco cattivo, il vento buono al vento cattivo. Riguardo, poi, alle sopraddette navi, cioè i due astri luminari del cielo, fanno questa differenza, così che dicono che la luna è fatta di acqua buona, e il sole di fuoco buono.
46. 8. E su quelle navi, poi, ci sarebbero sante potenze che prendono forme maschili per sedurre le femmine della stirpe avversaria, e, di nuovo, forme femminili per sedurre i maschi, sempre della stirpe avversaria. E dopo che la concupiscenza di queste entità nemiche è stata eccitata in seguito al detto adescamento, fuggirebbe la luce che tenevano mescolata alle loro membra, e questa verrebbe accolta dagli angeli della luce per essere purificata, e, una volta, purificata, sarebbe caricata su quelle navi per essere riportata al regno loro proprio.
46. 9. In forza di tale situazione o, piuttosto, per un non so quale necessità imposta dalla loro detestabile falsa religione, i loro Eletti sono costretti a prendere, se si può così chiamare, un'eucarestia cosparsa di seme umano, affinché anche da questo, come dagli altri cibi che costoro prendono, sia purificata la anzidetta sostanza divina che è in essi. Ma questi eretici affermano di non fare un tale rito, e dicono che lo fanno non so quali altri, spacciandosi per Manichei. Però come sai, essi furono smascherati nella chiesa di Cartagine, mentre tu vi eri già in qualità di diacono, allorché alcuni ve ne vennero condotti per ordine del tribuno Orso, che a quel tempo soprintendeva alla prefettura imperiale. Qui, quella ben nota adolescente di nome Margherita rivelò codesta nefanda sconcezza, e disse di essere stata violentata, sebbene non avesse ancora dodici anni, a causa di questo scellerato rito. In quella stessa circostanza [il tribuno] riuscì a stento a far confessare a una certa Eusebia, manichea di professione esteriormente ascetica, di aver subìto la stessa violenza per la stessa motivazione: costei, invero, in un primo tempo aveva dichiarato di essere illibata e aveva chiesto di essere visitata da un'ostetrica. La donna fu, dunque, visitata e si scoprì che cosa ella fosse, e ugualmente anche lei rivelò tutta quella turpissima nefandezza, nella quale, per raccogliere e impastare il seme umano di coloro che si accoppiano, viene stesa della farina sotto di loro; questa nefandezza Eusebia non l'aveva ascoltata, perché non era presente, quando la rivelò Margherita. Ed ancora ultimamente furono trovati alcuni di loro e, condotti in chiesa, confessarono, sottoposti ad accurato interrogatorio, codesto non sacramento, ma dissacramento, come dimostrano i regesti episcopali che ci hai mandato.
46. 10. Uno di codesti eretici, di nome Viatore, disse che coloro che compiono tali azioni sono chiamati con termine specifico Cataristi, mentre, secondo il suo dire, le altre sezioni della medesima setta manichea si dividerebbero in Mattari e in Manichei in senso stretto; però costui non poté negare che queste tre forme erano state impiantate da un unico fondatore, e che tutti sono, fondamentalmente, Manichei. E certamente tutti i Manichei hanno in comune, senza alcun dubbio, quei libri nei quali sono scritte quelle mostruosità sulle metamorfosi dei maschi in femmine e delle femmine in maschi, al fine di adescare e di disgregare per mezzo della concupiscenza i prìncipi delle tenebre, sia quelli maschi, sia quelli femmine, affinché la divina sostanza, trattenuta in essi prigioniera, venga liberata e fugga via da loro; da ciò infatti deriva la sopraddetta sconcezza, riguardo alla quale ognuno di loro dice che non lo riguarda. Credono, appunto, di imitare, per quanto è loro possibile, le potenze divine mettendosi a purgare una porzione del loro dio, poiché sono fermamente persuasi che essa sia trattenuta inquinata allo stesso modo che lo è nei corpi celesti, terrestri e nei semi di ogni specie, anche nel seme umano. E, pertanto, segue che essi debbano, mangiando, liberarla anche dal seme umano così come lo fanno dagli altri semi, che prendono nell'alimentarsi. Per questa ragione vengono anche chiamati Cataristi, cioè purgatòri, appunto perché purgano la sostanza divina con tanta diligenza da non astenersi da una così schifosa turpitudine di cibo.
46. 11. Costoro, tuttavia, non mangiano alcuna sorta di carne, ritenendo che la divina sostanza sia fuggita da tutto ciò che è morto o ucciso, e vi siano rimaste quelle quantità e qualità, che non meritano più di essere purgate nella pancia degli Eletti. Neppure prendono mai uova, come se anche queste cessassero di vivere al momento della rottura, né si debbano assolutamente mangiare corpi morti, e della carne rimanga in vita soltanto quella parte che viene assorbita dalla farina, così che non possa morire. Ma nel loro alimentarsi non fanno uso nemmeno del latte, nonostante che questo sia munto o succhiato dal corpo di un animale vivente: e ciò non perché ritengano che in esso non vi sia mescolato nulla della sostanza divina, ma perché la loro errata dottrina non è coerente con se stessa. Infatti non bevono neanche vino, dicendolo essere il fiele dei prìncipi delle tenebre, benché mangino le uve. Neppure assaggiano alcun mosto, nemmeno quello appena spremuto.
46. 12. [I Manichei] credono che le anime dei loro Uditori passino negli Eletti o, attraverso una via corta e, perciò, più felice, nei cibi mangiati dai loro Eletti, così che ormai purgate, di poi non passino più in alcun altro corpo. Invece riguardo alle altre anime credono
che esse passino nel bestiame e in ogni specie di esseri che per mezzo delle radici è fisso e alimentato nella terra. Infatti ritengono che le erbe e gli alberi siano viventi in tal grado da far loro credere che la vita insita in essi, percepisca e soffra, quando viene danneggiata, e che nessuno possa, quindi, svellere o strappare alcuna loro parte, senza procurar loro sofferenza. Per tal motivo ritengono un sacrilegio purgare un campo anche dai rovi. Di conseguenza costoro, nella loro demenza, accusano l'agricoltura, che fra tutte le attività lavorative è la più innocente, come colpevole di numerosi omicidi. Credono, poi, che tali colpe vengano perdonate ai loro Uditori, solo perché costoro procurano da questa il sostentamento per il loro Eletti, così che la già menzionata sostanza divina, purificatasi nella loro pancia, impetra a quelli il perdono, essendo offerta da quelli per essere purgata. Pertanto i loro Eletti, poiché personalmente non fanno alcun lavoro nei campi, né raccolgono frutti e neppure strappano mai una foglia, aspettano che tutti questi generi alimentari siano forniti al loro bisogno dai loro Uditori, e, pertanto, cotali individui vivono, secondo la stolta credenza di questi eretici, degli innumerevoli e gravi omicidi altrui. Esortano, inoltre, i loro stessi Uditori a non uccidere gli animali, quando vogliono mangiar carne, affine di non offendere i principi delle tenebre, tenuti prigionieri nelle regioni celesti, poiché, dicono, da costoro ha origine ogni specie di carne.
46. 13. Li esortano, pure, ad evitare nelle loro relazioni coniugali, il concepimento e la generazione, affinché la divina sostanza, che entra in loro attraverso gli alimenti, non sia imprigionata dai vincoli della carne nella prole. Così infatti credono che le anime arrivino in ogni specie di carne, cioè attraverso i cibi e le bevande. Di qui costoro condannano, senza alcuna esitazione, il matrimonio e, per quanto possono, lo proibiscono, per il fatto stesso che vietano di concepire, fine cui tende l'unione matrimoniale.
46. 14. Asseriscono che Adamo ed Eva nacquero da genitori che erano i prìncipi del fumo, dopoché il loro padre, di nome Saclas, aveva divorato i feti di tutti i suoi colleghi; e pertanto egli, quando si unì con sua moglie, incatenò nella carne della sua prole, come in un catena saldissima, tutta la divina sostanza che si trovava ad essere mescolata in quelli.
46. 15. Riguardo a Cristo, poi, affermano che egli è stato il serpente menzionato nella nostra sacra Scrittura; e da questo,
dicono costoro, sono stati illuminati, così che hanno potuto aprire i loro occhi alla conoscenza e a distinguere il bene e il male; quello, poi, venne quale Cristo alla fine dei tempi, per liberare le anime, non i corpi; e non esistette in una vera carne, ma ostentò una parvenza di carne, per trarre in inganno i sensi umani, e in tal modo poter simulare non solo la morte, ma anche la resurrezione; il Dio, che, per mezzo di Mosè, dette la Legge e parlò nei Profeti, non è il vero Dio, ma uno dei prìncipi delle tenebre. Poiché ritengono falsificati gli scritti dello stesso Nuovo Testamento, li leggono in modo da accettare solo quello che vogliono, e da rifiutare quanto non vogliono; ed essi, poi, antepongono alcuni scritti apocrifi, come se questi contenessero l'intera verità.
46. 16. La promessa fatta da Nostro Signore Gesù Cristo riguardo allo Spirito Santo 7, dicono essersi compiuta nel loro eresiarca Manicheo. Perciò costui nelle sue lettere si qualifica apostolo di Gesù Cristo, appunto perché Gesù Cristo avrebbe promesso di inviare lui, e sopra di lui avrebbe inviato lo Spirito Santo. Per questo motivo anche Manicheo ebbe dodici discepoli in corrispondenza al numero degli Apostoli, ed ancor oggi i Manichei mantengono questo numero. Infatti tra i loro Eletti hanno i dodici, che essi chiamano maestri, e come tredicesimo il preside di costoro; quindi hanno settantadue vescovi, che vengono ordinati dai maestri, e, senza alcuna limitazione di numero, i presbiteri, i quali sono ordinati dai vescovi. I vescovi hanno anche i diaconi. Tutti gli altri sono chiamati soltanto Eletti. Ma anche tra costoro sono mandati [in missione] quanti sono giudicati idonei o a sostenere o a incrementare codesta eresia, dove c'è, o anche, dove non c'è, a seminarla.
46. 17. Il battesimo fatto nell'acqua non conferisce, secondo costoro, nessuna salvezza ad alcuno, né credono che si debba battezzare alcuno di quelli che essi riescono ad accalappiare.
46. 18. Fanno le loro preghiere, durante il giorno, rivolti al sole, verso qualunque punto esso stia girando; durante la notte, rivolti alla luna, se è visibile, ma se questa non si mostra, guardano verso la parte settentrionale, attraverso la quale il sole, dopo che è tramontato, ritorna ad oriente. Pregano in piedi.
46. 19. Ascrivono l'origine dei peccati non al libero arbitrio della volontà, ma alla sostanza della stirpe avversaria, che, secondo la loro credenza, si trova mescolata nell'uomo. Affermano che la carne, in ogni sua specie, non è fattura di Dio, ma di una mente cattiva, la quale, essendo da un principio contrario, è coeterna a Dio. Dicono che la concupiscenza carnale, a causa della quale la carne ha desideri contrari a quelli dello spirito 8, non è un'infermità esistente in noi da quando la nostra natura si corruppe nel primo uomo, ma la vogliono una sostanza contraria, aderente a noi tanto che essa si distacca da noi, quando ne veniamo liberati e purgati, e, tuttavia, anche essa rimane immortalmente viva nella sua propria natura; queste due anime, o due menti, l'una buona l'altra cattiva, sono in conflitto tra loro in ogni singolo uomo, allorché la carne si erge con i suoi appetiti contro lo spirito, e lo spirito contro la carne; né in noi questa corruzione si sana, perché, come noi diciamo, un giorno non ci sarà più, ma [secondo codesti eretici] questa sostanza viene staccata e separata da noi, e alla fine del tempo presente, dopo che ci sarà stata la conflagrazione del mondo, continuerà a vivere entro una specie di sfera, come in un carcere eterno. E a questa sfera dicono che sempre starà applicata e aderirà una specie di copertura e di tetto, fatto di anime, buone per quanto riguarda la loro natura, che, però, non riuscirono a purificarsi dall'inquinamento causato in loro dal contatto con la natura cattiva.
Sant'Agostino
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