mercoledì 26 gennaio 2022

SULLE ERESIE

 

44. I PAOLIANI traggono il loro nome da Paolo di Samosata e  insegnano che Cristo non è sempre esistito, ma che prese ad  esistere nel momento in cui nacque da Maria; né credono che sia  nulla di più di un uomo. Questa fu, per un certo tempo, l'eresia di  un tale Artemone, ma, dopo la sua morte, la riprese Paolo e poi la  consolidò Fotino, cosicché i suoi adepti vengono ora chiamati  FOTINIANI piuttosto che Paoliani. Il Concilio di Nicea ha stabilito  che codesti Paoliani devono essere battezzati, quando vengono alla Chiesa cattolica. Di qui siamo tenuti e credere che essi non hanno  un valido battesimo, che molti eretici si sono portato via, allorché si  sono separati dalla Chiesa, e che conservano. 

45. FOTINO è messo da Epifanio non subito dopo Paolo, né è  trattato insieme con Paolo, ma dopo un'interposizione di altri  eretici. Non si omette neppure di dire che costui professò le dottrine  paoline, tuttavia, si ricorda che in alcuni punti egli ha contraddetto  Paolo, ma non si dicono affatto quali siano questi punti. Filastrio,  invece li pone ambedue di seguito con una numerazione propria e  distinta, come se si trattasse di due eresie, nonostante che egli dica  che Fotino ha seguito in tutti i punti la dottrina di Paolo. 

46. 1. I MANICHEI trassero origine da un certo persiano di nome  Mani. I suoi discepoli tuttavia, quando cominciarono a predicare in  Grecia la sua folle dottrina, preferirono chiamarlo Manicheo, per  evitare l'omonimia con il termine greco che indica la pazzia. Per la  stessa ragione alcuni tra loro, quelli che erano un po' più dotti e  proprio per questo più mendaci, raddoppiarono la " N " e lo  chiamarono Mannicheo, come se egli fosse il largitore della manna. 

46. 2. Codesto eretico ha congiunto due principi diversi e contrari  e, in pari tempo, eterni e coeterni, cioè che sarebbero esistiti da  sempre; ed ancora sentenziò che ci sarebbero due nature e, più  precisamente, sostanze, cioè quella del bene e quella del male,  seguendo gli altri eretici antichi. La lotta e la mescolanza  vicendevole di queste due sostanze, la separazione del bene dal  male, e la dannazione eterna del bene che non si sarà potuto  separare dal male sono le dottrine che costoro professano e sulle  quali cianciano diffusamente; tuttavia, elencare in questa mia opera  tutte le loro affermazioni sarebbe un lavoro oltremodo lungo. 

46. 3. In conseguenza, poi, di codesti loro stolti ed empi  favoleggiamenti sono costretti a dire che le anime buone sono di  quella natura che è propria di Dio: infatti ritengono che esse  devono venir liberate dalla mescolanza che hanno con le anime  cattive, cioè di natura contraria. 

46. 4. Essi sostengono dunque che il mondo fu creato dalla natura  buona, ovvero dalla natura di Dio, ma che fu costituito di una  mistura di bene e male che si originò quando queste due nature  presero a combattersi. 

46. 5. Dicono pure che non solo le potenze di Dio eseguono la  purgazione e la liberazione dal bene da male in tutto il mondo e da  tutti i suoi elementi, ma che la compiono anche i loro Eletti per  mezzo degli alimenti che mangiano. Infatti ritengono che in questi  alimenti, come lo è nell'intero mondo, si trova mescolata la  sostanza di Dio, e, quindi, credono, che essa venga liberata dentro i  loro Eletti in virtù di quel genere di vita, che fa gli Eletti dei  Manichei più santi e più pregiati dei loro Uditori. Infatti questi  eretici hanno voluto che la loro chiesa fosse formata da queste due  categorie: cioè da quella degli Eletti e da quella degli Uditori. 

46. 6. Invero ritengono che in tutti gli altri uomini, e perfino nei  loro stessi Uditori, la parte della sostanza buona e divina, sopra  menzionata, la quale è trattenuta nei cibi e nelle bevande,  mescolata e legata ad essi, si trovi imprigionata più strettamente e  con maggior inquinamento; ciò vale soprattutto per le persone che  generano figli. Tutte le porzioni di luce, liberate in qualsiasi parte  del mondo, sono, quindi, restituite al regno di Dio, come alla loro  propria sede, per mezzo di certe navi, che, come essi pretendono,  sono la luna e il sole. Ed infatti affermano che pure queste navi  sono formate da pura sostanza di Dio. 

46. 7. Dicono che è sostanza di Dio anche codesta luce fisica che  viene a contatto con gli occhi degli esseri animati mortali, e non  solo quella delle sopraddette navi, dove, a loro dire, essa è  purissima, ma lo è anche quella di tutti gli altri corpi luminosi, dove,  secondo essi, è trattenuta dalla mescolanza [con il male] e, quindi,  come credono, deve essere liberata. Attribuiscono, infatti, i cinque  elementi, ognuno dei quali generò un suo proprio principe, alla  stirpe delle tenebre, e danno a questi elementi i seguenti nomi:  fumo, tenebre, fuoco, acqua, vento. Nel fumo sono nati gli animali  bipedi, dai quali, come essi credono, traggono origine gli uomini;  nelle tenebre sono nati i serpenti, nel fuoco i quadrupedi, nell'acqua  gli animali natanti, nel vento i volatili. Per debellare questi cinque  elementi cattivi sarebbero stati mandati dal regno e dalla sostanza  di Dio altri cinque elementi, e, nella guerra che ne seguì, si  sarebbero mescolati l'aria al fumo, la luce alle tenebre, il fuoco  buono al fuoco cattivo, il vento buono al vento cattivo. Riguardo,  poi, alle sopraddette navi, cioè i due astri luminari del cielo, fanno  questa differenza, così che dicono che la luna è fatta di acqua  buona, e il sole di fuoco buono. 

46. 8. E su quelle navi, poi, ci sarebbero sante potenze che  prendono forme maschili per sedurre le femmine della stirpe  avversaria, e, di nuovo, forme femminili per sedurre i maschi,  sempre della stirpe avversaria. E dopo che la concupiscenza di  queste entità nemiche è stata eccitata in seguito al detto  adescamento, fuggirebbe la luce che tenevano mescolata alle loro  membra, e questa verrebbe accolta dagli angeli della luce per  essere purificata, e, una volta, purificata, sarebbe caricata su quelle  navi per essere riportata al regno loro proprio. 

46. 9. In forza di tale situazione o, piuttosto, per un non so quale  necessità imposta dalla loro detestabile falsa religione, i loro Eletti  sono costretti a prendere, se si può così chiamare, un'eucarestia  cosparsa di seme umano, affinché anche da questo, come dagli altri  cibi che costoro prendono, sia purificata la anzidetta sostanza divina  che è in essi. Ma questi eretici affermano di non fare un tale rito, e  dicono che lo fanno non so quali altri, spacciandosi per Manichei.  Però come sai, essi furono smascherati nella chiesa di Cartagine,  mentre tu vi eri già in qualità di diacono, allorché alcuni ve ne  vennero condotti per ordine del tribuno Orso, che a quel tempo  soprintendeva alla prefettura imperiale. Qui, quella ben nota  adolescente di nome Margherita rivelò codesta nefanda sconcezza,  e disse di essere stata violentata, sebbene non avesse ancora  dodici anni, a causa di questo scellerato rito. In quella stessa  circostanza [il tribuno] riuscì a stento a far confessare a una certa  Eusebia, manichea di professione esteriormente ascetica, di aver  subìto la stessa violenza per la stessa motivazione: costei, invero,  in un primo tempo aveva dichiarato di essere illibata e aveva  chiesto di essere visitata da un'ostetrica. La donna fu, dunque,  visitata e si scoprì che cosa ella fosse, e ugualmente anche lei rivelò  tutta quella turpissima nefandezza, nella quale, per raccogliere e  impastare il seme umano di coloro che si accoppiano, viene stesa  della farina sotto di loro; questa nefandezza Eusebia non l'aveva  ascoltata, perché non era presente, quando la rivelò Margherita. Ed  ancora ultimamente furono trovati alcuni di loro e, condotti in  chiesa, confessarono, sottoposti ad accurato interrogatorio, codesto  non sacramento, ma dissacramento, come dimostrano i regesti  episcopali che ci hai mandato. 

46. 10. Uno di codesti eretici, di nome Viatore, disse che coloro che  compiono tali azioni sono chiamati con termine specifico Cataristi,  mentre, secondo il suo dire, le altre sezioni della medesima setta manichea si dividerebbero in Mattari e in Manichei in senso stretto;  però costui non poté negare che queste tre forme erano state  impiantate da un unico fondatore, e che tutti sono,  fondamentalmente, Manichei. E certamente tutti i Manichei hanno  in comune, senza alcun dubbio, quei libri nei quali sono scritte  quelle mostruosità sulle metamorfosi dei maschi in femmine e delle  femmine in maschi, al fine di adescare e di disgregare per mezzo  della concupiscenza i prìncipi delle tenebre, sia quelli maschi, sia  quelli femmine, affinché la divina sostanza, trattenuta in essi  prigioniera, venga liberata e fugga via da loro; da ciò infatti deriva  la sopraddetta sconcezza, riguardo alla quale ognuno di loro dice  che non lo riguarda. Credono, appunto, di imitare, per quanto è loro  possibile, le potenze divine mettendosi a purgare una porzione del  loro dio, poiché sono fermamente persuasi che essa sia trattenuta  inquinata allo stesso modo che lo è nei corpi celesti, terrestri e nei  semi di ogni specie, anche nel seme umano. E, pertanto, segue che  essi debbano, mangiando, liberarla anche dal seme umano così  come lo fanno dagli altri semi, che prendono nell'alimentarsi. Per  questa ragione vengono anche chiamati Cataristi, cioè purgatòri,  appunto perché purgano la sostanza divina con tanta diligenza da  non astenersi da una così schifosa turpitudine di cibo. 

46. 11. Costoro, tuttavia, non mangiano alcuna sorta di carne,  ritenendo che la divina sostanza sia fuggita da tutto ciò che è morto  o ucciso, e vi siano rimaste quelle quantità e qualità, che non  meritano più di essere purgate nella pancia degli Eletti. Neppure  prendono mai uova, come se anche queste cessassero di vivere al  momento della rottura, né si debbano assolutamente mangiare  corpi morti, e della carne rimanga in vita soltanto quella parte che  viene assorbita dalla farina, così che non possa morire. Ma nel loro  alimentarsi non fanno uso nemmeno del latte, nonostante che  questo sia munto o succhiato dal corpo di un animale vivente: e ciò  non perché ritengano che in esso non vi sia mescolato nulla della  sostanza divina, ma perché la loro errata dottrina non è coerente  con se stessa. Infatti non bevono neanche vino, dicendolo essere il  fiele dei prìncipi delle tenebre, benché mangino le uve. Neppure  assaggiano alcun mosto, nemmeno quello appena spremuto. 

46. 12. [I Manichei] credono che le anime dei loro Uditori passino  negli Eletti o, attraverso una via corta e, perciò, più felice, nei cibi  mangiati dai loro Eletti, così che ormai purgate, di poi non passino  più in alcun altro corpo. Invece riguardo alle altre anime credono 

che esse passino nel bestiame e in ogni specie di esseri che per  mezzo delle radici è fisso e alimentato nella terra. Infatti ritengono  che le erbe e gli alberi siano viventi in tal grado da far loro credere  che la vita insita in essi, percepisca e soffra, quando viene  danneggiata, e che nessuno possa, quindi, svellere o strappare  alcuna loro parte, senza procurar loro sofferenza. Per tal motivo  ritengono un sacrilegio purgare un campo anche dai rovi. Di  conseguenza costoro, nella loro demenza, accusano l'agricoltura,  che fra tutte le attività lavorative è la più innocente, come colpevole  di numerosi omicidi. Credono, poi, che tali colpe vengano perdonate  ai loro Uditori, solo perché costoro procurano da questa il  sostentamento per il loro Eletti, così che la già menzionata sostanza  divina, purificatasi nella loro pancia, impetra a quelli il perdono,  essendo offerta da quelli per essere purgata. Pertanto i loro Eletti,  poiché personalmente non fanno alcun lavoro nei campi, né  raccolgono frutti e neppure strappano mai una foglia, aspettano che  tutti questi generi alimentari siano forniti al loro bisogno dai loro  Uditori, e, pertanto, cotali individui vivono, secondo la stolta  credenza di questi eretici, degli innumerevoli e gravi omicidi altrui.  Esortano, inoltre, i loro stessi Uditori a non uccidere gli animali,  quando vogliono mangiar carne, affine di non offendere i principi  delle tenebre, tenuti prigionieri nelle regioni celesti, poiché, dicono,  da costoro ha origine ogni specie di carne. 

46. 13. Li esortano, pure, ad evitare nelle loro relazioni coniugali, il  concepimento e la generazione, affinché la divina sostanza, che  entra in loro attraverso gli alimenti, non sia imprigionata dai vincoli  della carne nella prole. Così infatti credono che le anime arrivino in  ogni specie di carne, cioè attraverso i cibi e le bevande. Di qui  costoro condannano, senza alcuna esitazione, il matrimonio e, per  quanto possono, lo proibiscono, per il fatto stesso che vietano di  concepire, fine cui tende l'unione matrimoniale. 

46. 14. Asseriscono che Adamo ed Eva nacquero da genitori che  erano i prìncipi del fumo, dopoché il loro padre, di nome Saclas,  aveva divorato i feti di tutti i suoi colleghi; e pertanto egli, quando  si unì con sua moglie, incatenò nella carne della sua prole, come in  un catena saldissima, tutta la divina sostanza che si trovava ad  essere mescolata in quelli. 

46. 15. Riguardo a Cristo, poi, affermano che egli è stato il  serpente menzionato nella nostra sacra Scrittura; e da questo, 

dicono costoro, sono stati illuminati, così che hanno potuto aprire i  loro occhi alla conoscenza e a distinguere il bene e il male; quello,  poi, venne quale Cristo alla fine dei tempi, per liberare le anime,  non i corpi; e non esistette in una vera carne, ma ostentò una  parvenza di carne, per trarre in inganno i sensi umani, e in tal  modo poter simulare non solo la morte, ma anche la resurrezione;  il Dio, che, per mezzo di Mosè, dette la Legge e parlò nei Profeti,  non è il vero Dio, ma uno dei prìncipi delle tenebre. Poiché  ritengono falsificati gli scritti dello stesso Nuovo Testamento, li  leggono in modo da accettare solo quello che vogliono, e da  rifiutare quanto non vogliono; ed essi, poi, antepongono alcuni  scritti apocrifi, come se questi contenessero l'intera verità. 

46. 16. La promessa fatta da Nostro Signore Gesù Cristo riguardo  allo Spirito Santo 7, dicono essersi compiuta nel loro eresiarca  Manicheo. Perciò costui nelle sue lettere si qualifica apostolo di  Gesù Cristo, appunto perché Gesù Cristo avrebbe promesso di  inviare lui, e sopra di lui avrebbe inviato lo Spirito Santo. Per  questo motivo anche Manicheo ebbe dodici discepoli in  corrispondenza al numero degli Apostoli, ed ancor oggi i Manichei  mantengono questo numero. Infatti tra i loro Eletti hanno i dodici,  che essi chiamano maestri, e come tredicesimo il preside di  costoro; quindi hanno settantadue vescovi, che vengono ordinati  dai maestri, e, senza alcuna limitazione di numero, i presbiteri, i  quali sono ordinati dai vescovi. I vescovi hanno anche i diaconi.  Tutti gli altri sono chiamati soltanto Eletti. Ma anche tra costoro  sono mandati [in missione] quanti sono giudicati idonei o a  sostenere o a incrementare codesta eresia, dove c'è, o anche, dove  non c'è, a seminarla. 

46. 17. Il battesimo fatto nell'acqua non conferisce, secondo  costoro, nessuna salvezza ad alcuno, né credono che si debba  battezzare alcuno di quelli che essi riescono ad accalappiare. 

46. 18. Fanno le loro preghiere, durante il giorno, rivolti al sole,  verso qualunque punto esso stia girando; durante la notte, rivolti  alla luna, se è visibile, ma se questa non si mostra, guardano verso  la parte settentrionale, attraverso la quale il sole, dopo che è  tramontato, ritorna ad oriente. Pregano in piedi. 

46. 19. Ascrivono l'origine dei peccati non al libero arbitrio della  volontà, ma alla sostanza della stirpe avversaria, che, secondo la loro credenza, si trova mescolata nell'uomo. Affermano che la  carne, in ogni sua specie, non è fattura di Dio, ma di una mente  cattiva, la quale, essendo da un principio contrario, è coeterna a  Dio. Dicono che la concupiscenza carnale, a causa della quale la  carne ha desideri contrari a quelli dello spirito 8, non è un'infermità  esistente in noi da quando la nostra natura si corruppe nel primo  uomo, ma la vogliono una sostanza contraria, aderente a noi tanto  che essa si distacca da noi, quando ne veniamo liberati e purgati, e,  tuttavia, anche essa rimane immortalmente viva nella sua propria  natura; queste due anime, o due menti, l'una buona l'altra cattiva,  sono in conflitto tra loro in ogni singolo uomo, allorché la carne si  erge con i suoi appetiti contro lo spirito, e lo spirito contro la carne;  né in noi questa corruzione si sana, perché, come noi diciamo, un  giorno non ci sarà più, ma [secondo codesti eretici] questa sostanza  viene staccata e separata da noi, e alla fine del tempo presente,  dopo che ci sarà stata la conflagrazione del mondo, continuerà a  vivere entro una specie di sfera, come in un carcere eterno. E a  questa sfera dicono che sempre starà applicata e aderirà una specie  di copertura e di tetto, fatto di anime, buone per quanto riguarda la  loro natura, che, però, non riuscirono a purificarsi dall'inquinamento  causato in loro dal contatto con la natura cattiva. 

Sant'Agostino

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