Ecco poi alcuni dei gran mali, che nascono dalle conversazioni: (par. 6. e 7. ) » Per conto della conversazione si lascia la briglia sul collo alla servitù. Si abbando nano in casa le serve sole, e non tutte at tempate. Gli staffieri nel tempo, che giuocano i padroni, che hanno a fare? giuocheranno anch'essi, e con la continuazione di "sera non potranno a meno di non pigliare il vizio... Di vantaggio facendosi tanto notte, non di rado la cena della famiglia arriva ad attaccare il digiuno del di seguente. Poi i santissimi Sacramenti per questo medesimo restano impediti alla servitù molto più, che a voi, perchè essa in quelle angustie di tempo del mezzo di non trova così facilmente comodità di confessore come la trovate voi, e trovandola, non può comunicarsi, a cagione della cena ti rata oltre la mezzanotte. Tutto questo be ne impedito, tutto questo mal fatto fare, uditori miei, al tribunale divino ha da vernire sopra di voi. Più rei dinanzi a Dio vi costituisce ancora la rovina dei figliuoli, e per l'abbandonamento, che ne fate, e pel cattivo esempio, che loro date. Prima che venisse l'usanza della conversazione, il padre passava la sera con tutti i figliuoli d'intorno nella camera dello studio, e la madre con le figliuole tutte al lavoro sotto i suoi occhi. La maggiore di esse a una cert'ora leggeva alle altre le vite de San ti, e poi si terminava ogni cosa con recitarsi in comune il Rosario della Beata Vergine. Talchè chi su le due, o tre di notte andava per città, da tutte le case sentiva risonare le lodi della Vergine Santissima. Ora non è rimasta più orma di sì bel governo delle famiglie: si lasciano i figliuoli in mano di un maestro, che sono pochi mesi che si conosce, e le figliuole in custodia delle cameriere, che avrebbero bi sogno di essere custodite molto più esse. » Compita poi più a lungo la descrizione di questi mali, soggiugne cosi:(par. 16) » Ed ecco, dilettissimi, stando sempre sul fatto, tutta la traccia di quelle conversazioni moderne, che si sostengono a spada tratta per si innocenti. Per verità non hanno questo sentimento tante anime sante, cioè non persone scrupolose, o balorde, ma anime veramente illuminate, anime, che con la sobrietà della vita, e col lume dell'orazione hanno acquistato un miglior occhio di noi. Queste anime sapete voi che giudizio formano delle conversazioni i" di nuovo? Stimano, che esse sieno un maggior flagello di quanti altri Iddio ha cominciato a scaricare sopra l'Europa, nel tempo medesimo, che si è incominciata la nuova moda di conversare. Peggiori le conversazioni, che la guerra presente; peggiori, che le tante altre calamità che patiamo. Oh se le poteste sentire, quanto sono in consolabili per questo quelle anime di paradiso! oh se poteste vedere quante lagrime spargon per questo a piedi del Crocifisso! e voi medesimi crediate pure, che quando sarete fuori di passione, conoscere te, che la maggior rovina dell' anima vostra è proceduta dalla conversazione ». Ma osservate in fine una seria predizione di mali verificata a nostri giorni, con quanto danno del cristianesimo, ognuno il vede, che abbia in cuore zelo di cristiano. (par. 21) » Per ultimo voglio mettervi in considerazione un punto, che certamente deve a tutti passarci il cuore. Cristiani miei, se non estirpiamo questo abuso delle moderne conversazioni, noi, che lo abbia mo introdotto: non vi sarà rimedio mai più: resterà in piedi, finchè durerà il mondo. E manifesto; perchè se noi, che abbiamo veduto co propri occhi, quanto meglio si governavano le case, prima che s'introdu CeSSe questo mal costume; quanto più ap plicava la gioventù, quanto più si frequentavano gli oratorii, quanto più si regolava no bene i tribunali, i magistrati, la città tutta, ogni cosa ad ore proprie, quanto pro cedevano più guardinghe le dame, quanto si addimesticavano meno i cavalieri; se noi, dico, che abbiamo veduto tutto ciò, e che poi dopo ci siamo ritrovati a veder ancora la miserabile mutazione di scena, seguita subito che sono venute fuori le conversazioni, tanto e tanto non vi rimediamo; no, di lettissimi miei, non vi si rimedierà mai più, Passeranno le conversazioni in eredità perpetua da noi a nostri posteri fino all'ultima generazione: potranno zelare predicatori apostolici: potranno stendere tutto il loro braccio principi santi: potran far quanto vogliono quei, che verranno dopo di noi; non vi sarà più riparo al male. Il Signore resterà offeso per questo conto, più di quanto forse c'immaginiamo, finchè durerà il mondo, perchè questo è un costume, che venendo protetto dal genio, dalla passione, e conseguentemente dall'universale degli uomini , piglierà sempre più piede, se non si butta a terra ora che nasce, ed ora, che noi siamo testimoni di veduta dei mali effetti, coi quali ogni giorno più va sconcer tando le case e le coscienze. Onde la nobiltà, da cui tanto dipende il costume del rimanente del popolo, siccome si può giudicare fondatamente, che dal tempo, in cui incominciarono le conversazioni, abbia peggiorato nell'anima (mentre al moltiplicarsi delle occasioni cattive han da moltiplicarsi del pari i peccati); così si può credere, che andrà sempre di male in peggio». Chi non s'accorge ora, che quello, che già si temeva è finalmente accaduto: che si son rese comuni nel cristianesimo le conversazioni, e con esse comuni ancora tanti disordini e peccati? E se quando questo gran male poteva facilmente emendarsi, ciò non si è fatto; come se ne può sperare al presente l'emenda, dopo che coll'andar innanzi ha preso fermezza e stabilità, e col farsi comune ha già perduto persino ogni sospetto di male? Non rimane dunque altro, che un qualche flagello di Dio, il quale ne costringa ad una non pensata, ma seria emendazione.
DEL CONTE CANONICO ALFONSO MUZZARELLI
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