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lunedì 6 aprile 2020

AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA



I Donatisti non hanno compreso le Scritture e hanno distrutto la  stessa unità.

Quando i buoni si comportano così, non sono inquinati dai  cattivi, perché rifiutandosi di acconsentire ai loro peccati, non solo  non si compromettono con loro, ma si distaccano da loro, se non  con il corpo almeno con lo spirito, a causa del diverso tipo di vita e  della diversa condotta. In tal modo essi ottemperano al precetto del  Signore che dice: Allontanatevi di là e non toccate l'impuro 16. 
Infatti coloro che credono di non essere tenuti ad osservare questo  comando in senso spirituale, per una sorta di sciocca arroganza,  cadono in quell'errore che il Signore detesta per bocca dello stesso  profeta: Essi dicono: Sta' lontano! Non mi toccare, perché sono  puro; questo è il fumo della mia indignazione 17. Ecco ciò che i  vostri vescovi hanno creduto di dover fare, quando il giudice ci  invitò a sedere gli uni accanto agli altri: essi rifiutarono di sedersi  con noi 18, dicendo che la Scrittura inibiva loro di sedersi con siffatte  persone. Senza dubbio avevano compreso, non in senso spirituale ma carnale, ciò che viene detto nel Salmo: Io non sederò con gli  empi 19; e tuttavia fecero ciò che nello stesso testo del Salmo viene  ugualmente proibito. Infatti lì il profeta dichiara: E non mi associerò  mai con gli operatori di iniquità 20. Se dunque non vollero sedere  con noi perché o ci conoscevano o ci consideravano iniqui, come  mai, cosa altrettanto vietata, entrarono per stare con noi, in parte  santi e in parte contaminati? Non sarà forse perché, non avendo  compreso le sante Scritture e interpretandole in senso carnale, essi  avevano distrutto anche la stessa unità?. 

Sant'Agostino

mercoledì 11 marzo 2020

AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA



I cattivi non possono nuocere ai buoni, sia che siano ignorati sia  che siano tollerati per tutelare la pace e la tranquillità della Chiesa.

Che cosa rispondono al riguardo coloro che continuano a  spargere in mezzo a voi vuote menzogne, che potranno  pregiudicare la loro stessa salvezza, se non si emendano? Perché  continuano ancora a ripetere che noi abbiamo corrotto il giudice  perché si pronunciasse in nostro favore? Non avremo per caso  corrotto anche il vescovo, che gode di tanto merito presso di voi, il  vostro brillante avvocato, perché pronunziasse quelle cose in nostro  favore? L'obiettivo, infatti, che noi perseguivamo con la massima  energia e puntiglio, era di dimostrare che la causa e la persona di  Ceciliano, qualunque fosse la sua condotta, non aveva nulla a che  vedere con la causa e la persona della Chiesa, che Dio ha reso  salda con le sue divine testimonianze. Ed era anche quello di  dimostrare, partendo dalle parabole evangeliche, che la causa e  l'individualità della zizzania non pregiudica affatto la causa e  l'individualità del grano, benché ambedue crescano insieme nello  stesso campo e con la stessa pioggia fino alla mietitura, quando  sarà necessario separarli 10; così pure la causa e l'individualità della  paglia non pregiudica la causa e l'individualità del frumento: anche  se saranno trebbiati insieme sulla stessa aia, la vagliatura finale li  separerà 11; similmente la causa e l'individualità dei capri non  pregiudica minimamente la causa e l'individualità delle pecore:  ciascuno è ben custodito nei pascoli comuni, finché l'ultimo giudizio  del pastore supremo li separerà, gli uni alla sua sinistra e gli altri alla sua destra 12; come anche la causa e l'individualità dei pesci  cattivi non pregiudica la causa e l'individualità dei pesci buoni:  benché siano racchiusi nella stessa rete, saranno separati  all'approdo finale sulla riva, ove finisce il mare, cioè alla fine dei  tempi 13. Queste parabole e figure preannunziano la Chiesa, che  racchiuderà nel suo grembo buoni e cattivi sino alla fine del mondo,  senza che i cattivi possano nuocere ai buoni, sia che siano ignorati  sia che siano tollerati per tutelare la pace e la tranquillità della  Chiesa - se, cioè, non sarà opportuno denunciarli o accusarli o non  sarà possibile provare ai buoni la loro colpevolezza -, fermo  restando però che non venga mai meno la vigilanza per emendare  la condotta attraverso la correzione, la degradazione, la scomunica,  ed ogni altro strumento disciplinare lecito e autorizzato 14 che,  salvaguardata la pace dell'unità, viene utilizzato quotidianamente  nella Chiesa nel rispetto della carità, secondo il precetto  dell'Apostolo che dice: Se qualcuno non obbedisce a quanto diciamo  per lettera, prendete nota di lui e interrompete i rapporti, perché si  vergogni; non trattatelo però come un nemico, ma ammonitelo  come un fratello 15. In tal modo la disciplina salvaguarda la  pazienza e la pazienza stempera la disciplina, e sia l'una che l'altra  sono finalizzate alla carità, per evitare che la pazienza senza la  disciplina favorisca l'iniquità o la disciplina senza la pazienza  dissolva l'unità. 

Sant'Agostino

venerdì 28 febbraio 2020

AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA



Sentimento della Chiesa che è in Africa contro i Donatisti. 

4. 5. Parli anche la Chiesa cattolica, costituita nell'Africa stessa, e  unita strettamente a tutte le altre nella comunione attraverso la  pace e l'unità di Cristo; anch'essa dica: " La causa di Ceciliano non  pregiudica neppure me, contro il quale, in sua assenza, settanta  vescovi hanno pronunziato una sentenza di condanna, poiché  questa causa non pregiudica affatto la Chiesa che è diffusa in tutto  il mondo e con la quale io permango in comunione, altrimenti deve  necessariamente pregiudicare il partito di Donato la causa di  Primiano, che è stato pure condannato in sua assenza dai suoi  colleghi in un concilio ben più numeroso. Se, dunque, essa non può  pregiudicare, appunto perché una causa non pregiudica un'altra  causa, né una persona pregiudica un'altra presona, a maggior  ragione questo criterio di giustizia deve valere in favore dell'unità cattolica di Cristo, se anche il partito di Donato ne reclama  l'applicazione in proprio favore ". Ecco ciò che proclama la Chiesa  che è in Africa: " O partito di Donato, tu hai pronunciato queste  parole, tu hai riconosciuto come tue queste parole, tu hai  sottoscritto queste parole : una causa non pregiudica un'altra  causa, né una persona pregiudica un'altra persona. Io leggo il nome  di Ceciliano fra gli elenchi delle anime che riposano da gran tempo,  tu vedi tuttora e frequenti fisicamente Feliciano, colui che ha  condannato Primiano. Tu hai condannato Feliciano nella stessa  causa di Primiano e poi lo hai unito a Primiano e a te come era  prima, cioè nella dignità di vescovo. Se il principio, che una causa  non pregiudica un'altra causa né una persona pregiudica un'altra  persona, vale fino al punto che non ti pregiudica la comunione di  Feliciano, il quale attualmente vive con te, come può pregiudicarmi  la memoria di Ceciliano, morto da tanto tempo? ". 


martedì 11 febbraio 2020

La voce di tutte le Chiese contro il partito di Donato.



Allora, gridino pure, con la voce della stessa unità, le Chiese  del Ponto, della Bitinia, dell'Asia, della Cappadocia e delle altre  regioni d'Oriente, alle quali scrive 6 il beato apostolo Pietro: "  Partito di Donato, noi non sappiamo ciò che voi dite. Perché non  siete in comunione con noi? Se Ceciliano ha fatto del male, che non  ci è stato né provato né dimostrato con chiarezza; sì, se ha  commesso del male, in che senso egli ci pregiudica? Se non ci  volete ascoltare, ascoltate almeno voi stessi che dite: Né una causa  pregiudica un'altra causa, né una persona pregiudica un'altra  persona. O, forse, è capace di giungere a tanto la vostra perversità,  da far valere questo principio per impedire che Primiano vi  danneggi, e di non farlo valere perché Ceciliano ci danneggi "? 
Gridino ad alta voce anche le sette Chiese d'Oriente, alle quali  l'apostolo Giovanni scrive 7, quella di Efeso, di Smirne, di Tiatira, di  Sardi, di Filadelfia, di Laodicea, di Pergamo, e dicano: " Che cosa vi  abbiamo fatto, fratelli, che avete preferito appartenere alla  comunione del partito di Donato, anziché alla nostra? Se Ceciliano  ha peccato - ma voi non avete potuto esibire le prove del suo  misfatto, essendo stato condannato in sua assenza al pari di  Primiano -, ebbene, qualunque sia stata la sua condotta, noi che  cosa vi abbiamo fatto? Perché voi, che siete cristiani, non volete  vivere in pace con i cristiani, e volete spezzare il vincolo dei  sacramenti, comuni a tutti noi? Che cosa vi abbiamo fatto? Perché  la causa di Primiano non pregiudica il partito di Donato, se è vero il  principio che avete enunciato: una causa non pregiudica un'altra  causa, né una persona pregiudica un'altra persona? Perché mai,  dunque, la causa di Ceciliano pregiudica l'eredità di Cristo, nella  quale il lavoro degli Apostoli ci ha piantato? A una di noi, l'apostolo  Giovanni scrive che conta in Sardi solo pochi membri che non hanno macchiato le loro vesti 8; eppure, neanche a causa dei  membri impuri di questa Chiesa sono state macchiate le vesti di  quel piccolo numero, poiché il principio che voi avete citato è vero:  una causa non pregiudica un'altra causa, né una persona pregiudica  un'altra persona. Come dunque la causa e la persona di Ceciliano  possono arrecare danno a noi? E, se essa non ci pregiudica, perché  vi siete separati da noi? ". Parlino anche le Chiese, alle quali scrive  l'apostolo Paolo: quella dei Romani, dei Corinzi, dei Filippesi, dei  Colossesi, dei Tessalonicesi - abbiamo già parlato poco fa dei Galati  e degli Efesini; che dicano dunque anch'esse: " Tutti i giorni,  fratelli, leggete le lettere indirizzate a noi, voi che volete continuare  a far parte del partito di Donato. Nelle stesse lettere l'Apostolo ci ha  salutato con il nome della pace, dicendo: Grazia a voi e pace da  parte di Dio Padre e del Signore Gesù Cristo 9. Perché avete  appreso la pace leggendo le nostre lettere e vi rifiutate di  mantenerla con noi? Noi, che ci troviamo in terre così lontane al di  là del mare, saremmo responsabili del caso di un africano:  Ceciliano? Senza alcun dubbio, il principio che voi citate è vero: una  causa non pregiudica un'altra causa, né una persona pregiudica  un'altra persona. Ma, allora, che santificazione privata e peculiare è  mai questa, in virtù della quale a voi è permesso di sostenere che la  causa dell'africano Primiano non pregiudica il partito africano di  Donato, né la persona di Feliciano di Musti pregiudica la persona di  Primiano di Cartagine, mentre i fatti pregiudizievoli dell'Africa sono  addossati a noi, che siamo così lontane, e così la causa di Ceciliano  ci pregiudica tutte? ". 

S. Agostino

venerdì 24 gennaio 2020

Né una causa pregiudica una altra causa, né una persona pregiudica una altra persona.



Questo però lo hanno dichiarato 5 quando gli abbiamo detto: "  Il concilio, che voi citate contro Ceciliano, non danneggia l'assente  Ceciliano, così come il consesso, celebrato per la causa di  Massimiano, nel quale fu condannato Primiano, non pregiudica  l'assente Primiano ". In effetti, essi citarono un concilio di poco più  di settanta vescovi che condannò Ceciliano assente, mentre si parla  di un centinaio di vescovi del loro partito che condannarono  Primiano assente. Per questo, dunque, abbiamo contestato loro che  quel concilio non danneggiò Ceciliano, come il secondo non nocque  a Primiano, in quanto i due concili furono celebrati contro imputati  assenti. Costoro, non sapendo più cosa rispondere e ridotti ad un  terribile imbarazzo, sostennero che né una causa pregiudica  un'altra causa, né una persona pregiudica un'altra persona. Questo  principio, la Chiesa cattolica lo ha sempre sulle labbra per  controbattere tutte le calunnie degli uomini, ma oggi lo sostiene con  ben maggiore energia e libertà, ora che la confessione stessa dei  suoi nemici è venuta a confermare ciò che la verità ha sempre  sostenuto. Chi, dunque, potrà tollerare senza profonda tristezza, chi  reprimerà il proprio gemito, chi non scoppierà in lacrime e in grida  di dolore, se considererà degnamente questo fatto? Eccolo: nel primo caso si tratta di conservare l'episcopato a Primiano,  condannato dai vescovi del partito di Donato, o di tutelare la setta  di Donato da eventuali reazioni di Primiano per la sua condanna,  perché una causa non pregiudica un'altra causa, né una persona  pregiudica un'altra persona; nel secondo caso, invece, si tratta di  spogliare del proprio titolo episcopale Ceciliano, ugualmente  condannato in sua assenza dai suoi nemici, e di contaminare con la  sua colpa tutti i popoli cristiani fino agli estremi confini della terra,  perché una causa pregiudica l'altra causa e una persona pregiudica  l'altra persona. 

Sant'Agostino

mercoledì 1 gennaio 2020

Dio ha reso testimonianza alla sua Chiesa attraverso molteplici testi delle Scritture.



Perché date ancora retta alle menzogne degli uomini, e non  prestate attenzione alle testimonianze divine?. Perché vi fidate  ancora di uomini sconfitti, e non credete alla verità, che non è mai  stata vinta? La verità di Dio - e noi lo abbiamo dimostrato anche nel  corso della conferenza - ha reso testimonianza alla sua Chiesa  attraverso molteplici testi delle sante Scritture, tratti dagli scritti  profetici ed evangelici: essi hanno designato il luogo, da cui la  Chiesa di Cristo avrebbe iniziato il cammino, e gli estremi confini 
della terra ai quali sarebbe giunta. Il Signore annunziò che la sua  Chiesa avrebbe dovuto estendersi fra tutte le nazioni della terra,  cominciando da Gerusalemme 2. Si legge il testo sacro, che descrive  il suo inizio in Gerusalemme, ove lo Spirito Santo fu inviato dal cielo  sui fedeli 3, riuniti per la prima volta. Si leggono i testi sacri che  raccontano come essa si estese da Gerusalemme alle regioni vicine  e lontane. Si citano i nomi dei luoghi, si precisano i nomi delle città,  in cui la Chiesa di Cristo è stata fondata grazie alla fatica degli  Apostoli: luoghi e città che hanno avuto il merito di ricevere anche  le lettere inviate dagli Apostoli. Lettere che leggono essi stessi  durante le vostre assemblee, e tuttavia non sono in comunione con  le Chiese di quei luoghi e città, che furono degni di ricevere quelle  stesse lettere. Costoro rimproverano ad esse non so quali misfatti  degli Africani, il cui contagio le avrebbe fatte perire, e questo  nonostante nel corso della nostra conferenza, che recentemente  abbiamo tenuto a Cartagine, abbiano affermato: una causa non  deve pregiudicare un'altra causa, né una persona un'altra persona.

Sant'Agostino

domenica 22 dicembre 2019

Ostinazione dei vescovi donatisti che continuano ad essere bugiardi.



1. 1. Perché, Donatisti, vi lasciate ancora sedurre dai vostri vescovi? Le loro oscure trame sono emerse in piena luce, il loro errore è stato smascherato, la loro ostinazione è stata debellata!. 
Perché lanciano ancora contro di voi le loro vane menzogne? Perché credete ancora a uomini vinti? Quando vi dicono che il giudice si è lasciato corrompere, inventano qualcosa di nuovo? Come si comportano abitualmente tutti gli sconfitti che non vogliono arrendersi alla verità, se non imbastendo menzogne sulla disonestà del giudice?. Provate a porgli questa domanda ed esigete un'immediata risposta, se ne sono capaci: come mai hanno osato venire a Cartagine, riunendosi con noi in uno stesso luogo per confrontarci insieme? Noi, già da qualche anno li avevamo invitati ufficialmente ad una conferenza, per chiarire la verità ed eliminare il dissenso che ci divide; ma essi, indietreggiando proprio di fronte alla verità, consegnarono agli atti la seguente risposta: " È indecoroso che si riuniscano insieme i figli dei martiri e i discendenti dei traditori " 1. Perché, allora, hanno accettato questa volta di incontrarci? Non credo che avrebbero reputato di fare una cosa indegna, se non avessero riconosciuto che noi non siamo discendenti di traditori. Quantomeno vi spieghino chiaramente perché, dopo aver detto: " È indecoroso che si riuniscano insieme i figli dei martiri e i discendenti dei traditori ", hanno tenuto in seguito un'assemblea con noi. Quale fatto ha mai potuto indurli a compiere una cosa indegna? Infatti, non sono stati trascinati con mani e piedi legati: essi sono venuti in piena libertà! Se hanno detto: " Perché lo ha ordinato l'imperatore ", allora essi accettano di compiere un atto indegno quando lo ha ordinato l'imperatore? 
Perché, dunque, si adirano contro fantomatici traditori che non hanno alcun rapporto con la nostra causa? Certo, consegnare ai persecutori i Libri del Signore è senza dubbio una cosa indegna, ma non si può incriminare il traditore per questo atto, poiché è l'imperatore che lo aveva ordinato. Noi qui stiamo ragionando, è chiaro, non tanto secondo un criterio di verità, ma in base alla loro perversità. Proprio loro lo hanno affermato, e gli atti lo attestano pubblicamente: l'hanno dichiarato davanti al funzionario. E non è stato uno sconosciuto qualsiasi a dirlo, ma nientemeno che Primiano, il loro vescovo di Cartagine. Primiano in persona lo ha scritto al magistrato di Cartagine, e lo ha fatto mettere agli atti attraverso il suo diacono: " È indegno che si riuniscano insieme i figli dei martiri e i discendenti dei traditori ". Ed ecco che ci siamo riuniti in assemblea: che cosa hanno da ridire su questo fatto? Se dicono: " Non è indegno ", perché allora hanno mentito dicendo: " È indegno "? Se dicono: " È indegno ", perché hanno fatto ciò che è indegno? Per loro, c'è un solo modo di sostenere che non hanno fatto nulla di indecoroso, e con quelle parole di Primiano non hanno mentito, se dicono: " È certamente indegno che si riuniscano in assemblea i figli dei martiri e i discendenti dei traditori; ma, se ci siamo riuniti con voi, è perché abbiamo riconosciuto che voi non siete discendenti di traditori ". Se è davvero così, perché allora hanno lanciato contro di noi una simile calunnia, mentre eravamo già riuniti in assemblea? Non sarà, forse, perché anche noi potessimo conoscere che essi non erano figli di martiri? I martiri infatti sono chiamati testimoni. Ora, i testimoni di Cristo sono testimoni della verità; invece, tra le loro file, sono stati scoperti alcuni falsi testimoni, i quali hanno accusato alcuni di crimini di tradizione commessi da altri, che tuttavia non sono riusciti a provare. 

Sant'Agostino