lunedì 2 settembre 2019

LA CONQUISTA DELLA PACE INTERIORE E L'AMORE DEL PROGRESSO SPIRITUALE



 L'Imitazione di Cristo 
   
 Se non ci volessimo impicciare di quello che dicono o di quello che fanno gli altri, e di cose che non ci riguardano, potremmo avere una grande pace interiore. Come, infatti, è possibile che uno mantenga a lungo l'animo tranquillo se si intromette nelle faccende altrui, se va a cercare all'esterno i suoi motivi di interesse, se raramente e superficialmente si raccoglie in se stesso? Beati i semplici, giacché avranno grande pace. Perché mai alcuni santi furono così perfetti e pieni di spirito contemplativo? Perché si sforzarono di spegnere completamente in sé ogni desiderio terreno, cosicché - liberati e staccati da se stessi - potessero stare totalmente uniti a Dio, con tutto il cuore. 
Noi, invece, siamo troppo presi dai nostri sfrenati desideri, e troppo preoccupati delle cose di quaggiù; di rado riusciamo a vincere un nostro difetto, anche uno soltanto, e non siamo ardenti nel tendere al nostro continuo miglioramento. E così restiamo inerti e tiepidi. Se fossimo, invece, totalmente morti a noi stessi e avessimo una perfetta semplicità interiore, potremmo perfino avere conoscenza delle cose di Dio, e fare esperienza, in qualche misura, della contemplazione celeste. Il vero e più grande ostacolo consiste in ciò, che non siamo liberi dalle passioni e dalle brame, e che non ci sforziamo di entrare nella via della perfezione, che fu la via dei santi: anzi, appena incontriamo una difficoltà, anche di poco conto, ci lasciamo troppo presto abbattere e ci volgiamo a consolazioni terrene.   
  2.     Se facessimo di tutto, da uomini forti, per non abbandonare la battaglia, tosto vedremmo venire a noi dal cielo l'aiuto del Signore. Il quale prontamente sostiene coloro che combattono fiduciosi nella sua grazia; anzi, ci procura occasioni di lotta proprio perché ne usciamo vittoriosi. Che se facciamo consistere il progresso spirituale soltanto in certe pratiche esteriori, tosto la nostra religione sarà morta. Via, mettiamo la scure alla radice, cosicché, liberati dalle passioni, raggiungiamo la pace dello spirito. Se ci strappassimo via un solo vizio all'anno diventeremmo presto perfetti. Invece spesso ci accorgiamo del contrario; troviamo cioè che quando abbiamo indirizzata la nostra vita a Dio eravamo più buoni e più puri di ora, dopo molti anni di vita religiosa. 
Il fervore e l'avanzamento spirituale dovrebbe crescere di giorno in giorno; invece già sembra gran cosa se uno riesce a tener viva una particella del fervore iniziale.   
  3.     Se facessimo un poco di violenza a noi stessi sul principio, potremmo poi fare ogni cosa facilmente e gioiosamente. Certo è difficile lasciare ciò a cui si è abituati; ancor più difficile è camminare in senso contrario al proprio desiderio. Ma se non riesci a vincere nelle cose piccole e da poco, come supererai quelle più gravi? Resisti fin dall'inizio alla tua inclinazione; distaccati dall'abitudine, affinché questa non ti porti, a poco a poco, in una situazione più ardua. Se tu comprendessi quanta pace daresti a te stesso e quanta gioia procureresti agli altri, e vivendo una vita dedita al bene, sono certo che saresti più sollecito nel tendere al tuo profitto spirituale. 


LEGGENDA PERUGINA



( COMPILAZIONE DI ASSISI )


INTIMITÀ INVIOLABILE

6. Mentre Francesco soggiornava in quel luogo stesso, si appartava a pregare in una celletta situata dietro la casa. Un giorno che si trovava là, ecco arrivare a fargli visita il vescovo di Assisi. Entrato in casa, bussò all’uscio per entrare dove stava il Santo. Come gli fu aperta la porta della celletta, immediatamente vi penetrò: Francesco era in un piccolo rifugio arrangiato con delle stuoie.
Sapendo il vescovo che il padre santo gli mostrava confidenza e affetto, vi si diresse senza riguardi e sollevò una stuoia per vederlo. Ma non appena vi ebbe messo la testa dentro, ne fu respinto energicamente fuori per volontà del Signore, poiché non era degno di guardare Francesco. Camminando a ritroso, uscì difilato dalla cella, tutto tremante e allibito. E alla presenza dei frati confessò la sua colpa, pentendosi della libertà che si era preso quel giorno.

Traduzione di VERGILIO GAMBOSO

Cristianesimo vissuto



I lavoratori

Sai ciò che sei e sai dove devi andare. Non è forse vero che tu sei grande nei disegni e nei desideri di Dio? Non è forse vero che tu sei chiamato a salire in alto?  In  ciò  sta  la  grandezza  del  cristiano,  e  l'altezza  della  vita cristiana.
Quante  volte,  misurando  tali  altezze,  hai  provato  un  fremito, pensando al cammino da percorrere e al lavoro da fare per giungere cosi in alto? È tempo d'incoraggiarti, e di farti vedere che, se l'altezza è infinita, il cammino è agevole e facile il lavoro. Il Maestro della santità disse: Il mio giogo è soave e leggero il mio peso. Venite a me voi tutti che faticate e soccombete sotto il peso, ed io vi solleverò34. 
Io, per conto mio, credo al Vangelo, e sono convinto che tutto quello che  Nostro  Signore  ha  detto  è  vero.  Tu  che  sei  cristiano,  e  vuoi esserlo ancora più intensamente, non credi forse al Vangelo e a tutto ciò ch'esso dice? Oh certamente, ci credi. Ebbene, il Vangelo ti dice che il giogo cristiano è soave e che il suo peso è leggero. Dunque, perché codeste paure inquiete circa il lavoro da farsi e la pena da sopportare? Esse non sono cristiane, mentiscono alla tua fede, e sono contrarie al Vangelo.
Vediamo dunque qual è il modo con cui si deve fare il lavoro, e per vederlo domandiamoci anzitutto chi deve farlo. Io rispondo subito: Dio e tu. Dio si riserva la sua parte di lavoro e riserva a te la tua. E se domandassi qual è la parte più importante, quella di Dio o la tua, tu non esiteresti a rispondermi: quella di Dio. E se io aggiungessi: qual è il lavoro  che deve avere  il primo  posto, quello di Dio o il tuo?  a maggior ragione tu non esiteresti a rispondermi: quello di Dio. Si, il lavoro di Dio è più importante del tuo, e dev'essere messo davanti al tuo. 
Quando avrai imparato a conformare il tuo lavoro a quello di Dio e ad unirlo al suo, conoscerai la pratica della vita cristiana.

François de Sales Pollien

CONSACRAZIONE AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA



Scegli un giorno particolare per offrirti volontariamente e totalmente alla Madonna, con la tua anima e con tutto ciò che di spirituale e di materiale possiedi. La consacrazione consiste nel darsi a Maria, con una donazione totale ispirata dall'amore. Risponde al desiderio espresso dalla Madonna di Fatima: « Sono venuto a chiedere la consacrazione al mio Cuore Immacolato.

O Maria, Madre della Divina Grazia,
per rispondere ai desideri del Tuo Cuore Immacolato rinnovo, oggi, nelle tue mani,
gli impegni e le promesse del mio Battesimo. Rinuncio per sempre a Satana,
alle sue seduzioni mondane e alle sue opere. Mi CONSACRO INTERAMENTE A GESÙ, Figlio Tuo diletto, per portare dietro a Lui la mia croce, giorno per giorno, sempre.
O Maria, Madre della Divina Grazia per esserGli più fedele che nel passato, Ti scelgo, oggi, alla presenza degli angeli e dei santi, come mia MADRE e PADRONA. A Te, come un figlio schiavo, io abbandono e consacro tutto me stesso, il mio corpo e la mia anima,
i miei beni interni ed esterni, il valore delle mie buone opere passate, presenti e future. Ti lascio un pieno diritto di disporre di me e di quanto mi appartiene, a tuo arbitrio, senza eccezione, perché Tu, o Maria, mi renda una lode di gloria della SS. Trinità, nel tempo e nell'eternità. Così stabilisco in piena libertà. Così sia.

Ci occupiamo di tutti, non appena essi ci danno il loro consenso.



Maria Madre di Dio

Tutta l’ingiustzia presto finirà.

“Credi e abbi fiducia e accetta tutto come viene. Sono tempi molto duri e ognuno di voi figli di Dio avete qualcos’altro da portare, qualcosa di nuovo da imparare. Credete tutti e abbiate fiducia. Venite a Noi. Vi aspettiamo con gioia perché le porte del Cielo sono aperte per quelli che ci sono fedeli. Noi amiamo tutti i figli sulla terra, ci occupiamo di tutti non appena essi ci danno il loro consenso.”

“Cari figli, venite a Noi. Io, un Santo Angelo di Dio vi prego insistentemente di convertirvi, di abbandonare il male e di pregare la Santa Maria e Gesù che vi aiutino. ESSI vi libereranno, accorreranno in vostro aiuto, vi guideranno e vi porteranno nelle braccia di vostro Padre.

Noi combattiamo per voi, in  modo che voi, la vostra anima, possa trovare la pace e vivere nella felicità, nella letizia, nella pace e nel profondo amore, nel Regno di Dio la nuova Gerusalemme, che viene sulla vostra terra non appena sarà combattuta l’ultima di tutte le battaglie.
Venite a Gesù, cari figli. Noi i Santi Angeli di Dio siamo pronti per questa battaglia. Dite Sì a Gesù e correte nelle braccia della vostra Mamma celeste. Lei la Vergine Generatrice di Dio vi aspetta. ELLA intercede per voi, che toccate il Santo Cuore di Dio Padre.
Egli, l’Altissimo non LE nega nulla. Per questo amati figli, rivolgetevi a LEI e su di voi, attraverso di LEI la vostra interceditrice, scenderanno grandi e meravigliose grazie.
Credete, amati figli, credete e abbiate fiducia. Presto il Cielo verrà sulla terra e succederà il più grande di tutti gli avvenimenti. Riceverete la pace da lungo desiderata e vivrete eternamente nell’amore e nella gioia. Vi saranno manifestate le magnificenze di Dio Padre e sarete sempre felici in un modo non immaginabile per voi uomini di questa terra.
Non aspettate oltre, ma convertitevi! Il Cielo è aperto per voi con tutti i suoi Santi Aiutanti, pregate e invocateci e noi arriveremo. InvocateCi, pregateCi e noi ascoltiamo. PregateCi ancora e noi accorriamo, perché nulla è più grande, nulla è più magnifico del ritorno di un figlio smarrito a suo Padre.
Io vi amo.
 Il vostro e i vostri Santi Angeli del Cielo.”


SANT’AGOSTINO



Pienezza del Cristo, il capo e le membra. Cosa vuol dire, capo e membra? Cristo e la Chiesa. (In Io. Ev. tr. 21, 8) 
   

Le spose di Gesù



Sposa sincera

Una sposa di Gesù deve essere sempre sincera e trasparente in tutte le sue azioni. Se qualcuno tentasse di entrare in convento con degli inganni soltanto per interesse o per comodità, per sfuggire i problemi o per cercare un rifugio, una sicurezza nella vita, il suo matrimonio con Gesù sarebbe nullo. Anzi sarebbe un sacrilegio poiché non esisterebbe un vero consenso da parte della sposa, la quale non vorrebbe consegnarsi a Lui veramente, accettando tutte le conseguenze che l’alleato comporta. Chi potrebbe ingannare? La sua vita mediocre e senza gioia rivelerebbe la sua mancanza d’impegno e di sincerità e per questa strada non potrebbe mai arrivare ad essere felice, né a far felici gli altri. È quindi davvero importante un vero discernimento vocazionale per evitare che postulanti con gravi difetti o senza vocazione possano entrare e fare del convento una casa di rifugio per zitelle frustrate e senza avvenire.
Allo stesso modo è molto importante che, prima della Professione Perpetua, si aiutino le vere vocazioni a superare i traumi e i timori che possono incontrare, e possono impedire lo sviluppo pieno della persona piena. Gesù vuole mogli «normali», equilibrate e sane di spirito, limpide e pure come gigli. Per giungere a questo, è bene chiedere aiuto ad una religiosa con esperienza della comunità (occorre scegliere bene la maestra delle novizie), chiedere il parere di uno psicologo e soprattutto di un buon direttore spirituale.
Gesù non vuole mogli mediocri, tiepide o frustrate. Gesù vuole spose gioiose, con la voglia di essere sante e il cuore pieno di amore. Spose sincere, che non si macchino mai con la menzogna. Una consacrata bugiarda sarebbe come una sposa infedele che, a poco a poco, cade in errori sempre più gravi. Gesù vuole spose libere, nella vera libertà ed allegria dei figli di Dio.
Se tu hai gravi timori, un grande senso di sfiducia e di egoismo..., se riconosci che sei sempre di malumore, triste, a testa bassa... se hai dei traumi, dei complessi, delle ferite ricevute fin dall’infanzia... chiedi aiuto, non portarti tutto dentro. Apri il tuo cuore con sincerità al tuo confessore o al tuo direttore, perché, se continui a nascondere ciò che ti accade, se occulti tutto, se sei troppo riservata, tu stessa ti stai chiudendo all’azione di Dio e stai rifiutando l’aiuto che egli stesso ti offre attraverso altre persone.
Gesù vuole guarirti. Egli è il medico dei corpi e delle anime. La sua specialità è il cuore. Chiedigli di aiutarti nella preghiera quotidiana e non cercare di risolvere i tuoi problemi da sola. Sforzati di essere felice, di condividere le tue cose, le tue gioie e speranze, le tue tristezze e i tuoi bisogni... Non lasciarti vincere dalla paura, lasciati aiutare, lasciati amare da Gesù. Confida in Lui e non temere. Digli come il lebbroso del Vangelo: «Signore, se vuoi puoi guarirmi» (Mt 8, 2). E gli darai una grande gioia. Il tuo matrimonio con Gesù non può essere un matrimonio a scadenza. Per questo, fai tutto il possibile per superare te stessa e vivere la tua consacrazione in pienezza.
Gesù è con te. Non temere il futuro. Se egli ti è stato fedele fino ad ora, continuerà ad esserlo fino alla fine. Se lo è stato con tante che conosci, lo sarà anche con te. Confida nella sua misericordia e chiedigli perdono per i tuoi peccati. Gesù diceva alla beata Faustina Kowalska: «Figlia mia, la mia misericordia è più grande della tua miseria e di quella di tutto il mondo. Quando ti avvicini alla confessione confida pienamente nella mia misericordia, perché possa spargere nella tua anima i tesori della mia grazia. IO SONO L’AMORE E LA MISERICORDIA".
Vivi il tempo della vita che Dio ti dona in totale abbandono e con sincerità, serietà e responsabilità. Vivi ogni giorno come se fosse l’ultimo della tua vita. Quando arriverà l’incontro definitivo con lo Sposo? In quel momento della verità, ti sentirai felice per aver compiuto fedelmente e pienamente la missione che egli ti aveva affidato in questo mondo, come regina sposa e madre delle anime.
Ma non aver paura di essere santa. Non rassegnarti ad essere mediocre. Non stancarti di essere buona né di soffrire per Lui. Non dimenticare il tuo «Pastorello», poiché Egli, come dice san Giovanni della Croce, pensa a te nel suo petto, soffre d’amore e piange al pensiero di essere stato dimenticato:

«Solo al pensiero che è dimenticato 
dalla sua bella pastorella, con gran pena 
si lascia maltrattare in terra aliena 
il petto dall’amore martoriato. 

e dice il pastorello: Ah, sconsolato 
colui che del mio amore sta in assenza 
e non vuole goder la mia presenza, 
il petto per suo amore è martoriato».

Padre Angel Peña

LA PRESENZA REALE



IL MISTERO DI FEDE

Questa è l'opera di Dio, che crediate in Colui che Egli ha mandato. Giovanni, VI, 29.

I. - Nostro Signore vuole che ricordiamo tutto quello ch'egli per noi ha fatto sulla terra e con la meditazione di tutti i misteri della sua vita onoriamo la sua presenza nel Santissimo Sacramento. Per richiamarci più vivamente il mistero della Cena non ci diede soltanto il racconto degli Evangelisti, ma un ricordo vivo, personale: Se stesso, la sua adorabile persona.

Ma, benché Egli sia in mezzo a noi, non possiamo vederlo né rappresentarci come si trovi nell'Eucaristia. Eppure Nostro Signore è apparso tante volte; perché non ha permesso che si conservassero ritratti di queste auguste apparizioni?

Ah! sa bene Nostro Signore che tutti i ritratti non servirebbero alfine che a farci dimenticare la realtà della sua attuale presenza sotto i sacri veli eucaristici.

Ma come; se io lo vedessi non avrei una fede più viva? Forse che non si ama meglio quel che si vede? Sì, i sensi possono rafforzare la mia fede vacillante; ma Nostro Signore risorto non vuole che lo percepiscano i nostri sensi corrotti: vuole una fede pura.

Egli non è soltanto corpo, ma anche anima. Non vuole essere amato come i corpi; vuole che penetriamo sino alla sua anima con la nostra mente e col nostro cuore, senza scoprirlo coi sensi.

Del resto, Nostro Signore, pur veramente presente in corpo e anima nel Santissimo Sacramento, vi sta al modo degli spiriti; gli spiriti non si analizzano, né si sezionano; i sensi non li raggiungono.

II. - D'altronde perché lamentarci? Nostro Signore ha saputo conciliare ogni cosa. Le sacre specie non lo toccano, non sono parte di Lui; inseparabilmente unite a Gesù Eucaristico sono la condizione della sua presenza sacramentale, ci dicono ove egli è: lo localizzano. Se Nostro Signore avesse preso fra noi un modo di essere puramente spirituale, come trovarlo? ove cercarlo?

Ringraziamo l'amabilissimo Salvatore! Non è nascosto, ma solo velato: una cosa nascosta non si sa ove sia, è come se non esistesse; una cosa velata invece si possiede con sicurezza, benché non si veda. Sapere che abbiamo l'amico vicino, che è là, non vi par molto? Orbene, voi vedete ove è Gesù: mirate l'Ostia santa, siete certi ch'egli è là.


III. - Nostro Signore si vela per il nostro bene, a nostro vantaggio, per obbligarci a studiare l'anima sua, le sue intenzioni, le sue virtù in lui stesso; se lo vedessimo, ci tratterremmo ad ammirarlo esteriormente, nutriremmo per lui un amore di sentimento: Gesù vuole che l'amiamo con un amore di sacrificio. Certo, a Nostro Signore, costa velarsi così. Preferirebbe mostrare le sue divine fattezze, che gli attirerebbero molti cuori; ma lo fa per nostro bene. Così la mente si applica all'Eucaristia, la fede viene acuita: noi penetriamo in Nostro Signore.

Non si fa vedere ai nostri occhi, si mostra invece all'anima; con la sua propria luce si palesa in noi, ci illumina ed è l'oggetto che dobbiamo contemplare: oggetto insieme e mezzo della nostra fede.

Qui vede più chiaro quegli che più ama, che è più puro. Egli stesso l'ha detto: Mi manifesterò a chi mi ama.

Il Signore da’ alle anime di preghiera grandi e non ingannevoli lumi riguardanti Lui stesso, e li varia, dirigendoli ora su questo ora su quel punto della sua vita. Siccome l'Eucaristia è la glorificazione di tutti i misteri, così Gesù Cristo si fa Egli stesso nostra meditazione, qualunque né sia l'argomento.


IV. - Perciò quanto è più facile meditare dinanzi al Santissimo Sacramento che in casa propria! Nella nostra dimora siamo in presenza dell'immensità di Dio; qui siamo presenti a Gesù, vicinissimo a noi. E come il cuore va dietro alla mente, l'affetto alla conoscenza, diviene più facile amare in presenza del Santissimo Sacramento: l'amore è allora attuale, poiché va a Gesù che vive dinanzi a noi, che rinnova nell'Eucaristia tutti i suoi misteri.

Chi medita i misteri in se stessi, senza animarli con l'Eucaristia, trova sempre un vuoto, né riporta, senza volerlo, una pena, e dice: Perché non vi fui presente?

Ma innanzi al Santissimo Sacramento che cosa rimpiangere, che desiderare? Tutti i misteri vivono nel Salvatore presente. Il nostro amore è nel godimento attuale. Sia che pensiate alla vita mortale o a quella gloriosa di Gesù, voi sapete che Egli è là col suo corpo, con la sua anima e con la sua divinità.

Entriamo quindi in questi pensieri. Rappresentiamoci nell'immaginazione i misteri che vogliamo, ma rafforziamone il ricordo ed animiamolo con la presenza di Gesù Cristo.

Ricordiamoci pertanto che Nostro Signore è là, in quell'Ostia sacrosanta con tutti i vari suoi stati, con tutto se stesso; chi ignora questo è nelle tenebre, e la sua fede è sempre languida, né lo rende felice.

Abbiamo dunque l'attività, la delicatezza della fede, se vogliamo essere felici. Nostro Signore vuol farci beati mediante Se stesso. Nessun uomo è capace di renderci felici, e nemmeno la pietà, da sola. Ci vuole la pietà nutrita dell'Eucaristia; perché la felicità viene dal possesso di Dio, e l'Eucaristia è Dio tutto nostro. 

di San Pietro Giuliano Eymard

Sacro Cuore



La Madonna e il Sacro Cuore


Mediante Maria, al Cuore di Gesù

Secondo santa Margherita Maria Alacoque, la devozioneal Sacro Cuore è l’estremo sforzo della divina misericordia in favore degli uomini traviati. Per approfittarne, conviene ricorrere alla Madonna, «rifugio dei peccatori». Ella infatti è il più perfetto agente della misericordia divina per facilitare e addolcire il ritorno dei peccatori lungo la dura via del pentimento e della conversione. Da quando Gesù stesso, dall’alto della Croce, ha affidato i suoi fedeli alla sollecitudine di sua Madre, noi possiamo confidare nel Cuore di Maria, perfettamente conforme a quello del Redentore.
All’indomani della solennità del Sacro Cuore di Gesù, la Chiesa celebra la festa del Cuore Immacolato di Maria. Le espressioni della pietà popolare verso il Cuore della Madonna ricalcano quelle rese al Cuore di Cristo: consacrazione dei singoli fedeli, delle famiglie, delle comunità religiose, delle nazioni; riparazione, compiuta attraverso la preghiera, la penitenza, le opere di misericordia; pratica dei cinque primi sabati del mese.
Santa Margherita Maria usava recitare questa giaculatoria: «O divino Cuore di Gesù, vi adoro e vi amo tale quale vivete nel Cuore di Maria, e vi scongiuro di vivere e regnare in tutti i cuori». San Claudio de la Colombière diceva: «Ho deciso di non chiedere nulla a Dio, in nessuna preghiera, se non per mezzo di Maria». Pio XII così esortava i fedeli: «Affinché la devozione all’ augustissimo Cuore di Gesù produca i più copiosi frutti nella famiglia cristiana e perfino nell’intera umanità, i fedeli abbiano cura di unirvi strettamente la devozione al Cuore immacolato della Madre di Dio» 155.
Dall’unione di queste due devozioni nasceranno grandi frutti di apostolato, favorendo una controffensiva apostolica, ossia una conquista delle anime, liberandole dalla prigionia nella quale le tengono i nemici della Redenzione: la carne, il mondo, il demonio. «Il Cuore di Maria è la Porta del Cielo, spalancata agli uomini del nostro tempo. (...) Nel giorno in cui avremo legioni di persone veramente devote al Cuore Immacolato di Maria, il Cuore di Gesù regnerà in tutto il mondo» 156.


domenica 1 settembre 2019

L’attesa presto finirà



Maria Madre di Dio


L’attesa presto finirà, perché Dio Padre, il Nostro Padre Onnipotente, manderà presto Suo Figlio Gesù Cristo per porre un freno alle ingiustizie sulla vostra terra e per guidare i Suoi figli di nuovo sul sentiero giusto dell’amore.

Ciò che accade sulla vostra terra è arrivato a tali dimensioni, che Dio Padre non starà a guardare più a lungo. Rallegratevi, perché LUI che ha creato VOI TUTTI e TUTTO IL CREATO porrà un freno al male, non appena minaccia di intensificarsi, e questo non tarderà  molto ad accadere. Convertitevi per tempo e preparate le vostre anime. Aprite i vostri cuori per l’Arrivo di Mio Figlio, perché non appena EGLi verrà a voi, tutto accadrà molto in fretta.

L’anticristo non mostra ancora il suo vero volto, ma siate certi che egli tiene le fila di tutto nella sua mano satanica per portare la terra a soccombere. Porterà con sé: il declino del bene, il distacco dalla fede nell’ unica vera religione, tantissimi intrighi, seduzioni, bugie, cattiverie, schiavitù e persecuzione.

Il Male di tutti i mali e i suoi gregari mirano al dominio del mondo. Essi seminano il litigio e l’odio fra voi, lavorano per la divisione sociale, la divisione religiosa, l’insicurezza e la paura nelle vostre esistenze. Il loro obiettivo è di controllare il mondo e di tollerarvi poi come schiavi. Vogliono la distruzione del bene così come di tutti ”i riferimenti“ a Gesù e a Dio Padre in modo tale che voi non abbiate altra via che quella dell’inferno, la dannazione per sempre.

Più voi stessi diventate cattivi e più prestigio ricevete nel mondo del diavolo però, Miei amati figli più vi allontanate da Dio Padre, più vi ostruite la via verso il Suo Regno celeste. Vi deseredate da soli e non potrete raccogliere i frutti, né le magnificenze promesse del Cielo, perché avete scelto la via del male e vi siete preclusi la possibilità di un’Eternità nella pace.

Non proverete mai l’amore di Dio Padre e sarete per sempre esclusi dalla gioia e felicità, pace e letizia perchè attraverso le vostre cattive azioni, fatte durante la vita terrena alla sequela del diavolo, vi siete sbarrati la via verso Dio vostro Creatore e avete cominciato AUTONOMAMENTE la via verso l’inferno. Nell’ inferno, Miei tanto amati figli, Satana vi attende ridendo fragorosamente perché siete caduti nella sua trappola e non manterrà neanche una delle sue promesse. Egli invece vi torturerà, vi farà soffrire, vi disonorerà, vi tratterà malissimo, perché la sua “gioia” sta proprio nella sofferenza degli altri, la sua “felicità” gli deriva dal tormento delle sue vittime, così come voi l’avete fatto durante la vostra vita terrena.

Venite quindi tutti a LUI, a Gesù che vi ama tanto. Nessun peccato è tanto grande da non poter essere perdonato. Venite, prima che sia troppo tardi. Venite prima che la grande Illuminazione della coscienza cominci. Perché chi non ha il cuore puro chi ha peccato molto e non se ne è pentito e soprattutto, chi vive senza fede non riuscirà a sopravvivere all’ Illuminazione della coscienza, per il grande dolore che proverà nel capire quello che ha fatto.

Convertitevi quindi per tempo e regalate a Gesù il vostro SI.EGLI vi libererà dalle grinfie di Satana. EGLI regalerà fede a quelli che non credono e si occuperà di TUTTI i Suoi figli, ma ha bisogno del vostro SI.

Non negatevi l’eternità! Non è mai troppo tardi per convertirsi! Pensate sempre alle Mie parole perché Noi accorriamo in aiuto a chiunque dia il suo SI al Mio Santo Figlio.
Così sia


“Chi non conosce la strada che porta a Me, chi mi rinnega e chi non prende sul serio la Nostra Santa Parola, si converta, prima che sia troppo tardi, perché non appena Dio Padre pone un freno, voi dovrete esservi già convertiti, per non essere divorati dalla voragine dell’inferno.
Io vi amo.
Il vostro Gesù.”

L'ARALDO DEL DIVINO AMORE



HELFTA E SANTA GELTRUDE

Geltrude entrava nel suo venticinquesimo anno, quando venne favorita dalla prima manifestazione divina, ch'ella espone con incantevole semplicità nel secondo libro.
Era lunedì 27 gennaio 1281, la seconda feria, prima della Purificazione di Maria SS. Solo dopo otto anni, cioè nel 1289, verso il mese di aprile, S. Geltrude cominciò, a scrivere i privilegi di cui era favorita da parte di Dio. Mentre la comunità attendeva il segno per recarsi in infermeria, ove doveva amministrarsi la SS. Comunione a un'inferma, la nostra Santa, mossa dall'ispirazione dello Spirito Santo, prese le tavolette che portava pendenti dalla cintura, e cominciò a scrivere le meraviglie da Dio operate in lei, nei decorsi otto anni: di primo getto scrisse cinque capitoli, poi s'arrestò e non riprese la penna che in ottobre, per completare il lavoro che forma il secondo libro di queste Rivelazioni, «L'ardore della carità, la profonda umiltà, un senso vigoroso, temperato dalle più soavi espressioni, ne formano il carattere, e la fisionomia» (Don Guéranger: Prefazione agli Esercizi).
Le condizioni delicatissime della sua salute, alquanto scossa, non le permisero di continuare il lavoro: perciò, per ordine di Nostro Signore, ella comunicò, in seguito, ad altri le rivelazioni di cui era l'oggetto.
Un giorno Geltrude esitava ad esporre grazie così intime e personali, ma Gesù Le disse: « Voglio che i tuoi scritti siano, per gli ultimi tempi, una prova evidente del mio divino amore». Poi le dichiarò che molte manifestazioni soprannaturali non erano soltanto per lei, ma che dovevano essere propagate per far conoscere alle anime gli effetti della grazia in coloro che vi corrispondono con generosità, quantunque tali effetti non siano espressi in modo palese a tutti. Così, come Geltrude stessa dichiarò altrove, il libro delle Rivelazioni fu veramente, per desiderio espresso dal Salvatore, « il legato dell'amore divino ». Vennero perciò successivamente scritti i libri III, IV e V: ciascuno fu preceduto e corredato, qua e là, da osservazioni particolari fatte dalla narratrice, osservazioni molta preziose che aiutano a legare i fatti e a precisare le date, mentre danno magnifico risalto ai progressi di Geltrude nella santità.
Uno dei lineamenti più spiccati nella storia personale della nostra cara Santa è l'amicizia intima che l'univa soprannaturalmente a S. Matilde: ella stessa dichiara che sottometteva abitualmente le sue rivelazioni al giudizio di quell'anima, supernamente illuminata: spesso la consultava quando, nella sua profonda umiltà, temeva di non avere ben compreso le comunicazioni divine. Da parte sua, Matilde riceveva sovente da Nostro Signore, per tramite di Geltrude, avvisi segreti per lei, o per altri.
Il Libro della grazia speciale ha un interesse particolare relativamente a S. Geltrude, perchè venne redatto dalla medesima, quando Matilde, in fin di vita, ruppe, per ordine di Dio, il virtuoso silenzio con cui sperava di seppellire per sempre i segreti del cielo. Geltrude fu la confidente di quanto Nostro Signore volle trasmettere ai posteri. Le due opere si confermano e si completano in modo mirabile: nell'Araldo del divino amore si parla spesso di S. Matilde, talora velatamente, tal altra palesemente, indicandola col suo nome, oppure con le semplici iniziali del medesimo, Donna M.
Nel Libro della grazia speciale gli stessi fatti sono espressi in termini quasi identici, ma la parte di S. Geltrude è accuratamente velata con questo termine: una certa persona: tale riserva mostra che lei stessa è la scrivente di quelle pagine.

RIVELAZIONI DI S. GELTRUDE

SANTA TERESA DI GESÙ



Vi parrà che certe cose di questi Cantici si potevano dire in altro modo. Tanta è la nostra grossolanità che di ciò mi stupisco. Ho sentito di alcuni che evitavano perfino di udirle! Oh, Dio! Quanto è grande la nostra miseria! Ci avviene come a certe bestie velenose che cambiano in veleno tutto quello che mangiano. Mentre il Signore ci concede tante grazie nel farci intendere quel che avviene in un'anima che Egli ama, mentre c'incoraggia a intrattenerci e a deliziarci con Lui, noi ne prendiamo paura e interpretiamo le sue parole secondo la debolezza del nostro amore. 

Ogni giorno la provvidenza di Dio sorge prima del Sole.



I Santi e la provvidenza

Nella vita dei santi vediamo molti fatti provvidenziali dei quali Dio si servì per chiamarli ad una vita più santa.

San Giovanni da Capistrano (1384-1456) era governatore della città di Perugia. Quando scoppiò la guerra con quelli di Rimini, fu incarcerato. Tentando di evadere, si fratturò un piede, dovette rimanere in carcere, ed ebbe molto tempo per riflettere. Quando fu rimesso in libertà non volle più dedicarsi alle cose del mondo, poiché quel periodo in carcere fu per lui un tempo di grazia, che lo convinse della fugacità della vita. Per questo decise di dedicare la sua vita a Dio, si fece religioso francescano e diventò un grande santo.

Qualcosa di simile possiamo dire di sant’Ignazio di Loyola (1491-1556), che durante il tempo in cui dovette restare inattivo, per essere stato ferito a Pamplona, si dedicò a leggere libri spirituali, che gli fecero lasciare la vita militare per dedicarsi completamente e per sempre a Dio.

Nella vita di san Giovanni della Croce (1542-1591), il tempo che trascorse in carcere fu per lui il tempo di maggior sofferenza, ma anche il tempo in cui Dio lo portò alle più elevate vette dello spirito e fu allora che scrisse le sue migliori poesie mistiche.

Considerato che ogni santo è un caso particolare e Dio lo guida in modo personale, comunque possiamo dire che, in tutti loro si manifesta in modo evidente la presenza e l’amore di Dio fino al punto di prendersi il gusto di farli santi, secondo il progetto che lui aveva per ognuno da tutta l’eternità. Dio non improvvisa, ha tutto programmato dall’eternità e lo realizza nella misura in cui noi, liberamente e coscientemente, collaboriamo con la sua provvidenza.

Per San Francesco di Borja († 1572), la vista del cadavere dell’imperatrice di Spagna, decomposto e maleodorante, fu il motivo determinante per rinunciare alla vita mondana e dedicarsi ad un re che non sarebbe mai morto.

Santa Teresa di Gesù (1515-1582) ci racconta come nella sua vita fu gravemente inferma, rimase anche tre giorni come morta e per tre anni, dal 1539 al 1542, paralitica. Ma tutto questo fu una provvidenza divina per convertirla totalmente al suo amore. Dice: “Ero all’estremo della debolezza, solo le ossa resistevano. Questo durò più di otto mesi, ma rimasi paralizzata per quasi tre anni, anche se con migliramenti. Quando cominciai a muovermi a gattoni, ringraziai Dio. Tutto sopportai con grande rassegnazione, anche se all’inizio non con molta gioia, per i grandi dolori e tormenti. Aderivo profondamente alla volontà di Dio, anche se mi avesse lasciata così per sempre” (Vita, 6, 1).

ángel Peña 

SPIRITO SANTO



Vieni, o Amore Eterno, che (appunto perchè sei Amore) porti teco 1'a pace e la infondi nelle anime dei tuoi divoti; vieni, che in mezzo a tante agitazioni e pene abbiamo bisogno, o Divino Spirito, della tua santa pace. 

Mai le grazie che Dio padre mandò sulla terra, furono così grandi e potenti com’è adesso.



Maria Madre di Dio

Senza un SÌ a Mio Figlio l’anima finirà male. Proverà molta sofferenza, un dolore di molto peggiore rispetto a quello che voi vi potete immaginare, qui sulla vostra terra. Pregate per tutti figli di Dio che comincino a convertirsi a percorrere il sentiero dell’amore che li porterà a Dio  Padre.
Amatevi gli uni gli altri come Gesù vi ama e aiutatevi nella sofferenza e nelle necessità ma anche nell’amore e nella gioia. Chi si aiuta vicendevolmente, chi fa del bene al proprio prossimo, chi rinuncia a se stesso per occuparsi del benessere degli altri, raccoglierà i frutti del cielo ma dovete regalare a Mio Figlio il vostro SI, perché solo così si apriranno anche per voi le porte del cielo, solo così sarete presi quando, il giorno della grande gioia, Mio Figlio verrà a voi e le porte della nuova Gerusalemme saranno aperte.
Figli Miei. Fidatevi della Nostra Parola. La fine è più vicina di quanto pensiate. Preparatevi e venite a Noi. I portoni del Cielo ora sono aperti in modo che Noi possiamo correre a voi, quando Ci chiamate. Credete e abbiate fiducia! Io, la vostra Mamma celeste con l’unito dei Santi e degli Angeli, sono pronta a proteggervi e ad aiutarvi.
Per far sì che tutti trovino la strada verso Mio Figlio e gli regalino il loro SI, c’è bisogno di ancora molta preghiera. Per questo figli Miei, pregate e supplicate di ricevere il Nostro aiuto. Mai, le grazie che Dio Padre mandò sulla vostra terra, sono state più grandi e più potenti di ora.
Così sia.

LA CORREDENTRICE



La piena luce del Volere Divino portava a Maria tutte le pene della Redenzione. Lei è la Corredentrice: “Per formare il regno della Redenzione, quella che si distinse di più nel patire fu la Mamma mia e, sebbene apparentemente Lei non soffrì nessuna pena cono[sciuta dal]le altre creature, meno la mia morte, che fu conosciuta da tutti, che fu per il suo materno Cuore il colpo fatale e straziante più di qualunque morte dolorosissima, siccome Lei possedeva l’unità della luce del mio Volere, questa luce portava al suo Cuore trafitto non solo le sette spade che dice la Chiesa, ma tutte le spade, le lance, le punture di tutte le colpe e pene delle creature, che martirizzavano in modo straziante il suo materno Cuore.  
Ma questo è nulla: questa luce le portava tutte le mie pene, le mie umiliazioni, i miei strazi, le mie spine, i miei chiodi, le pene più intime del mio Cuore. Il Cuore della mia Mamma era il vero sole, che mentre si vede solo luce, questa luce contiene tutti i beni ed effetti che riceve e possiede la terra, sicché si può dire che la terra è racchiusa nel sole. Così la Sovrana Regina, si vedeva la sua sola persona, ma la luce del mio Supremo Volere le racchiudeva tutte le pene possibili ed immaginabili, e quanto più intime e sconosciute queste pene, tanto più pregevoli e più potenti sul Cuore Divino per impetrare il sospirato Redentore, e più che luce solare scendevano nei cuori delle creature per conquistarli e legarli nel regno della Redenzione. Sicché la Chiesa, delle pene della Celeste Sovrana conosce tanto poco, che si può dire solo le pene apparenti, e perciò dà il numero di sette spade, ma se conoscesse che il suo materno Cuore era   il rifugio, il deposito di tutte le pene, e che la luce della mia Volontà tutto le portava e nulla le risparmiava, non avrebbe detto sette spade, ma milioni di spade, molto più che, essendo pene intime, solo Iddio ne conosce l’intensità del dolore, e perciò fu costituita con diritto Regina dei martiri e di tutti i dolori. Le creature sanno dare il peso, il valore alle pene esterne, ma delle interne non se ne intendono, a mettere il giusto prezzo. 
Ora, per formare nella mia Mamma prima il Regno della mia Volontà e poi quello della Redenzione, non erano necessarie tante pene, perché non avendo colpe, l’eredità delle pene non era per Lei, la sua eredità era il Regno della mia Volontà; ma per dare il Regno della Redenzione alle creature, dovette assoggettarsi a tante pene. Sicché i frutti della Redenzione furono maturati nel Regno della mia Volontà, posseduto da Me e dalla mia Mamma. Non c’è cosa bella, buona e utile che non esca dalla mia Volontà. Ora, unita alla Sovrana Regina venne la mia Umanità. Lei restò nascosta in Me, nei miei dolori, nelle mie pene; perciò poco si conobbe di Lei, ma della mia Umanità fu necessario che si conoscesse ciò che Io feci, quanto patii e quanto amai. Se nulla si conoscesse, non potrei formare il regno della Redenzione. La conoscenza delle mie pene e
del mio amore è calamita e sprone, incitamento, luce per attirare le anime a prendere i rimedi, i beni che in essa ci sono; il sapere quanto mi costano le loro colpe, la loro salvezza, è catena che le lega a Me e impedisce nuove colpe. Se invece nulla avessero saputo delle mie pene e della mia morte, non conoscendo quanto mi è  costata la loro salvezza, nessuno si sarebbe dato il pensiero di amarmi e di salvarsi l’anima. Vedi dunque quanto è necessario far conoscere quanto ha fatto e patito Colui o Colei che ha formato in sé un bene universale per darlo agli altri? (…) Come fu per la Redenzione, che prima fu formata tra Me e la mia Mamma Celeste e poi fu conosciuta dalle creature, così sarà del ‘Fiat’ Supremo...”
 
(Vol. 19°, 11-7-1926)   

Pablo  Martín  Sanguiao

LA VITA DI SAN BENEDETTO



 La pietra che diventa leggera

Un giorno, mentre i monaci stavano costruendo gli ambienti del monastero, capitò proprio là in mezzo una grossa pietra e pensarono bene di adoperarla per la costruzione. Ci provarono prima in due poi in tre ma non riuscirono a sollevarla; ci provarono poi in parecchi, ma niente da fare: quella rimaneva lì, immobile, come se avesse radici piantate per terra. "Qui ci dev'essere seduto sopra lo spirito maligno in persona - ragionarono quei monaci -; possibile che tante braccia d'uomini non riescano a spostarla?".
Visto ormai vano ogni tentativo, si pensò di mandare uno dal servo di Dio pregandolo che venisse a scacciare con una preghiera il nemico e dar così la possibilità  di  sollevare  il  macigno.  Accorse  subito,  fece  orazione,  diede  una benedizione e il sasso fu sollevato con tanta facilità come se non avesse avuto alcun peso.


tratto dal Libro II° dei "Dialoghi" di San Gregorio Magno

La Stolta Superbia e Soave Umiltà



L’apostolo Giuda

“Il dono che faccio a uno frutterà molto se cade su terreno umile e sa rimanere tale. Se cade su terreno superbo o che diventa tale per il dono avuto, allora da bene diventa un male.
A Giuda fu concesso di essere uno dei dodici Apostoli tra le migliaia di uomini in Israele.
Doveva essere la sua sntificazione, ma che ne sarà?...
Giuda è l’uomo limitato presso Dio Infinito. L’uomo è ristretto, gretto nel suo pensiero finché non dà ad esso respiro soprannaturale. Sa accogliere una sola idea, incrostarla in sé, incrostarsi in essa, e stare lì, anche contro l’evidenza, rimanendo cocciuto, fisso, anche per fede, nella cosa che lo ha più colpito. In fondo, Giuda ha una fede. Saturo dell’idea messianica, quale la maggioranza in Israele la coltiva, vuole vedere nel Cristo il re temporale, potente, e rimane fedele a questo suo concetto. (L’ostinazione è una forma di orgoglio). Quanti, in futuro, si rovineranno per una concezione sbagliata della fede, testarda, tetragona ad ogni ragione. Credete voi che sia facile salvarsi, solo perché si è un dotto come Gamaliele, un apostolo come Giuda?” (Poema 5°, p. 437).
Ogni “disordinato, eccessivo amore di religione o di Patria è peccato, perchè diventa orgoglio, egoismo. L’egoismo è sempre occasione di peccato. E’ peccato, perché semina nell’anima la mala volontà che fa ribelli a Dio e ai suoi comandamenti. La superbia fuma nell’egoista, offuscando la verità. La mente non vede più nettamente né Dio, né le sue verità.
Lo spirito, in questa caligine, non vedendo più la luce schietta della verità come prima di diventare superbia, inizia la dialettica dei “perché?”. Dai perché passa al dubbio, e dal dubbio al distacco da Dio. Non avendo più la volontà di Dio per guidarla, l’anima cade nella propria volontà di peccare, che diventa catena di peccati della quale il primo anello sta in mano di Satana e l’altro estremo è una palla ai piedi del peccatore per fissarlo nel vizio e nel fango” se non nell’Inferno (Poema 6°, p. 1054). Come Giuda:”Sarebbe meglio per quell’uomo se non fosse mai nato” (Mt. 26,24).
“Molti senza avere praticato apostolato esterno né professato vita religiosa, splenderanno in Cielo per avere solo pregato e sofferto per la conversione dei peccatori e la liberazione delle anime del Purgatorio. Questi sacerdoti e apostoli ignoti al mondo, ma noti a Dio, splenderanno in Cielo come gli operai del Signore per avere fatto della loro vita un perpetuo sacrificio di amore per i fratelli alla gloria di Dio. Saranno tra quelli che benedirò nella Risurrezione generale. Si giunge alla vita eterna per molte vie e questa è una delle più care al mio Cuore” (Poema 10°, p. 229).


René Vuilleumier

PREGHIERA A Maria, Madre della Divina Grazia



Benedetta tu, o Maria, che sei la Mater Divinae Gratiae, perché hai dato al mondo Gesù Cristo, autore della grazia. Benedetta, o Maria: il tuo Figlio morendo sulla croce acquistava la grazia per noi, e tu hai cooperato mentre la spada trapassava la tua anima.
Benedetta, o Maria, perché sei stata eletta dal Padre Celeste a tesoriera, amministratrice e distributrice di tutte le grazie.
Guarda, o Madre della Divina Grazia, ai miliardi di uomini viventi: ti preghiamo perché tutti arrivino alla grazia di Dio nel battesimo, nella confessione e negli altri sacramenti; che vivano tutti come figli di Dio e giungano alla casa del Padre Celeste.
Guarda anche all'anima mia, tanto misera, o Madre della Divina Grazia: tu che dài a chi vuoi, come vuoi, quando vuoi e nella misura che vuoi, io confido in te.
O Maria, che come Madre ti prendi speciale cura dei figli più bisognosi, ti prego per tutte le mie necessità corporali e spirituali. Specialmente ti prego per questa grazia... (si chieda la grazia…)
Salve, o Madre di Gesù Cristo e della Divina Grazia; Madre di misericordia, vita, dolcezza, speranza nostra. Amen.


Il vostro mondo è” sotto sopra” mai il peccato è stato così grande come oggi, mai come adesso la ribellione al vostro Creatore è stata così immensa.



Maria Madre di Dio

Non nascondetevi dietro all’autocommiserazione ma svegliatevi e guardate perché una catastrofe segue l’altra. Il vostro mondo è” sotto sopra” mai il peccato è stato così grande come oggi, mai come adesso la ribellione al vostro Creatore è stata così immensa.

Questo comportamento avrà delle amare conseguenze per voi e vi costerà il diritto all’eredità a voi promessa da Dio e vi porterà alla” fine senza fine “nella dannazione.

Volete questo? Volete mettere in gioco l’eternità, la vostra eternità per un po’ di piacere per un po’ di soddisfazione, per un po’ di denaro e potere? Che valore ha tutto questo? Che cosa guadagnerete alla fine dei vostri giorni, come si sentirà la vostra anima quando vedrà come unica possibilità la via verso l’inferno?

Soffrirete. Soffrirete tremendamente. La vostra pena non finirà mai e non ci sarà NESSUNA POSSIBILITÀ DI RITORNO, perché chi non si decide per una vita con Dio, chi non regala il suo SI al Mio Santo Figlio, costui si gioca il diritto alla vita in Paradiso perché si è deciso per il diavolo, così sarà anche per quelli che non hanno preso NESSUNA DECISIONE.

Svegliatevi! Cambiate strada! Regalate a Gesù il vostro SI! Ciò è tutto quello che serve per vivere nella pace eterna lontano dalla cattiveria, dalle bugie, dalla sofferenza, dalla fame, dalla calunnia e dalla falsità perché il diavolo sarà esiliato, vinto da Gesù, il Mio Santo Figlio.

Dio Padre si prenderà cura di ognuno di voi e nessuno proverà mai più la sofferenza.
Così sia.