mercoledì 6 maggio 2020

Padre Pio di Pietrelcina, il primo Sacerdote stigmatizzato



L'avvocato Alberto Del Fante, bolognese, ex grado 33 della massoneria, scrisse questo libro dopo essersi convertito al confessionale di Padre Pio. 


CHIAMATA ALLE ARMI  

Ed eccoci allo scoppio della terribile guerra mondiale. Padre Pio fu, come tutti gli altri, chiamato alle armi. Gli diedero un vestito in cui ci stava dentro due volte e così infagottato prese servizio.  
Un giorno, trovandosi un po' buffo, ebbe a dire:  
«Mia madre mi ha fatto uomo, S. Francesco donna (alludendo alla tonaca da cappuccino) e il governo pazzo».  
Non si lagnò e umilmente eseguì tutto ciò che gli veniva ordinato. Compì anche i più bassi servizi, come quelli di piantone e di ramazza.  
Il suo bel volto serafico e angelico, incorniciato dalla sua nera barba, doveva però incutere un certo rispetto, e se il vestito era in contrasto col suo incedere lento e posato, i suoi atti, il suo modo di fare, erano però distinti e aristocratici e certamente i suoi superiori debbono averli notati.  
Ma allora non si badava tanto per il sottile e tutti dovevano lavorare, affinché le nostri armi riuscissero vittoriose.  
La vita militare non era però adatta alla sua delicata salute.  
Da Napoli, che tanto l'aveva stupito per le sue meravigliose bellezze, ma anche tanto addolorato, perché la plebaglia spesso inveiva contro quel Dio che Egli amava, venne, dopo poco tempo, inviato in licenza di convalescenza a Foggia, ma presentatosi al Padre Provinciale, ottenne di essere trasferito a Pietrelcina, poiché al proprio paese non vi era la malaria come a Foggia. 
Trascorsa in famiglia la prima licenza di convalescenza, dovette ritornarsene a Napoli, ma vi rimase poco, poiché ottenne una nuova licenza di convalescenza di mesi sei.  
Padre Pio trascorsi i sei mesi, non si presentò al corpo (fanteria). Il comando del Reggimento, non vedendo comparire il soldato Francesco Forgione, scrisse al Maresciallo del RR. CC. di Pietrelcina, affinché ne facesse ricerca, e trovatolo, gli ordinasse di rientrare immediatamente al Reggimento.  
Il maresciallo rispose che in paese non esisteva nessun soldato che si chiamasse Francesco Forgione. Più volte invece lo aveva incontrato, ma lui pure, come tutti i compaesani, lo aveva sempre chiamato: «Padre Pio».  
Il Comando del Reggimento, meravigliatosi della risposta del maresciallo dei RR CC., gli ordinò di intensificare le ricerche, onde arrestare il disertore.  
Il povero maresciallo non sapeva che pesci pigliare, poiché conosceva tutti i pietrelcinesi uno per uno.  
Un giorno passando dinanzi alla casa della sorella di Padre Pio, le chiese:  
- Donna Felicia, conoscete voi un certo Francesco Forgione?  
- Certo che lo conosco, è mio fratello, è Padre Pio. 
- Padre Pio? - fece stupito il maresciallo - e dove si trova ora?  
- A S. Giovanni Rotondo - rispose la sorella.  
Il maresciallo di Pietrelcina scrisse immediatamente al collega di S. Giovanni Rotondo, di avvertire il soldato Francesco Forgione di presentarsi «illico et immediate» al comando del Corpo, essendogli scaduta la licenza.  
Non avendo gli però detto che il soldato Francesco Forgione era Padre Pio, anche quel disgraziato sottufficiale dei RR. CC., rispose che a S. Giovanni Rotondo non esisteva la persona domandata.  
- Sì, ci sta, ci sta, - scrisse nuovamente il maresciallo di Pietrelcina, - me lo ha detto sua sorella.  
Nuove inchieste, nuove visite nelle case, nuovi interrogatori a destra e a sinistra, ma tutto fu inutile.  
A S. Giovanni, meno che meno, nessuno conosceva il soldato Francesco Forgione.  
Lettere, contro lettere, al, e dal Comando, ma tutto fu inutile.  
Un giorno, il maresciallo, trovandosi per pura combinazione in convento, chiese ad un monaco se poteva indicargli chi era questo benedetto Forgione, che gli faceva perdere la testa.  
- Certo, - rispose il monaco, - è Padre Pio.  
- Finalmente, - si disse il povero maresciallo, e trovatolo, gli ordinò di entrare immediatamente al Corpo. Padre Pio partì il mattino dopo e presentatosi al capitano, questi gli disse:  
- Soldato Forgione, lo sapete che siete stato dichiarato disertore?  
Padre Pio non si scompose neppure e mostrata la licenza, disse:  
- No, ...signor Capitano, io non sono disertore, poiché sulla mia licenza c'è scritto: Licenza di convalescenza di mesi sei, poi attendere ordini; e gli ordini mi sono stati dati solo ieri.  
Il capitano riconobbe la buona fede del Padre e non lo punì, anzi gli permise di poter andare a mangiare fuori di caserma.  
Pochi giorni dopo il suo arrivo a Napoli, scrisse a suo padre pregandolo, qualora fosse venuto a Napoli, di portargli un po' di olio di oliva e del cacio pecorino.  
Zi Orazio, desiderando rivedere il figlio, partì due o tre giorni dopo, portando con sé una sporta di viveri, cioè uova, olio, formaggio pecorino e della bella uva della sua vigna.  
Giunto alla stazione, Zi Orazio ordinò ad un vetturino di condurlo da Donna Carolina del Mastro, una pietrelcinese che teneva pensione e dove tutti i compaesani andavano, quando si recavano a Napoli.  
Il vetturino, fece scarrozzare per la città il buon Zi Orazio, poi dovette confessargli che Donna Carolina non la conosceva.  
- Tu me volevi ingannà - gli disse Zi Orazio.  
- Be' te lo dirò io dove sta - e colla mano gli indicò la via, e soggiunse:  
- Io, che non sono di Napoli, so girare «chiù» bene di te la tua città.  
Quando Zi Orazio fu per pagare, non volle dargli più di mezza lira. Aveva combinato settantacinque centesimi, ma, «non volli dargli di più», così mi disse il buon uomo. Giunto il padre da Donna Carolina, chiese subito del figlio. 
- Sì, abita qui, Zi Orazio, mo' verrà, - rispose la donna.  
Difatti poco dopo giunse Padre Pio. Abbracci, baci, saluti, notizie della mamma, dei fratelli, delle sorelle. Ma il padre, avendo visto giungere il figlio in carrozza, meravigliatosi, gli chiese:  
- Che ti resta, Padre Pio, dei 75 centesimi che prendi a dire Messa, se 50 li spendi in carrozza e 25 li devi dare al sacrestano?  
Padre Pio lo rassicurò che poteva permettersi di andare in carrozza, poiché diceva Messa in una cappella privata e prendeva 15 lire.  
Poi chiese al padre se aveva fatto colazione.  
- No, - rispose costui.  
- Ebbene, ci faremo una insalatina di pommarola e mangeremo del cacio pecorino.  
- E uva bella, - fece Zi Orazio - uva della mia vigna, che t'ha preparata la tua buona mamma.  
Sentendo ricordare la mamma, Padre Pio divenne muto, ripensò certo a quella cara creatura ... la mamma ... e un'onda di malinconia lo prese ... la mamma.  
Fatta colazione, uscirono per fare una passeggiata. Andarono in via Rettifilo, come due buoni amici, parlando di tante cose, della sua Pietrelcina, della mamma ancora, dei fratelli e delle sorelle.  
Il padre aveva per il figlio un grande rispetto, il figlio, il vero rispetto che si deve avere per il proprio genitore. Ancora oggi, Zi Orazio, quando parla di Lui, non dice mai «mio figlio», ma sempre «Padre Pio». 
Venuta l'ora del distacco, siccome Zi Orazio piangeva, Padre Pio gli disse:  
- Non piangere, non temere, non farò il soldato, non starò molto tempo sotto le armi, vedrai.  
Zi Orazio ritornò a Pietrelcina addolorato.  
La moglie, appena lo vide, gli chiese:  
- E Padre Pio, come sta?  
- «Stà bono», sembra un vecchio soldato.  
Dieci giorni dopo la visita del padre, il figlio scrisse ai genitori che era entrato all'ospedale ma che non si preoccupassero,  
Zi Orazio disse subito alla moglie:  
- Giuseppa, vado a Napoli da Padre Pio.  
- No, non importa, scrivigli, piuttosto.  
E così fecero. Padre Pio rispose: «non venite, qui non potremo stare insieme più di un quarto d'ora; non spedite soldi inutilmente. Presto verrò a casa».  
Difatti, un mese dopo circa, tornò a casa nuovamente. Giunto di notte, inaspettato, a Pietrelcina, bussò alla porta di strada, ma non rispondendogli nessuno dei familiari, quando questi vennero ad aprirgli disse loro:  
- Avete ragione di non accogliermi, poiché io più non appartengo alla vostra famiglia, ma a quella di Dio.  
- Padre Pio, volete cenà? - si affannarono a chiedergli tutti.  
- Sì, - rispose, e mangiò di buon appetito un paio d'uova e un po' di forma.  
- Tornate per sempre? - gli chiese la madre, a cui stava a cuore di avere vicino il figlio.  
- Sì, ho il congedo di convalescenza, - rispose - non tornerò più sotto le armi, poiché sono in licenza, in attesa della riforma.  
Dopo non molto tempo, subì una visita collegiale, e l'esame radioscopico. Fu, dopo di ciò, inviato in congedo definitivo per tubercolosi polmonare, ottenendo la quinta pensione di guerra.  
In famiglia si trattenne pochi giorni.  
La vigilia di S. Lucia partì per Foggia.  
Prima di partire dal proprio paese e dai suoi volle che il padre spedisse di ritorno tutti i suoi panni militari.  
Insistendo questi che a lui potevano servire, poiché li poteva portare quando lavorava, Padre Pio disse:  
- No, non mi appartengono, occorre ritornarli, non sono nostri, ma del Governo.  
Anche in seguito, quando gli vollero pagare la pensione di guerra con gli arretrati, non volle mai trattenerla per proprio conto, poiché al padre, che lo sollecitava ad apporre la propria firma sul foglio della liquidazione, Padre Pio rispose:  
- No, no, io li rubo al Governo, non mi spettano, poiché io non l'ho servito.  
Appose in seguito la propria firma sul foglio, quando seppe che i denari andavano a beneficio del convento e dei poveri bimbi che il convento raccoglie e istruisce. La firma la pose per obbedienza, quindi tali denari non andarono né a profitto proprio, né dei suoi familiari.  
La partenza da Pietrelcina fu triste, dolorosa anzi.  
Lasciava il suo buon padre, i familiari, ma più di tutti, lasciava la mamma.  
Il distacco fu crudo.  
- Addio mamma, addio mammina buona, vado, parto, non so quando potrò ritornare qui fra queste mura, fra questi cari luoghi che mi videro nascere. Vado ad amare un'altra mamma, «la mamma di tutte le mamme, la Madonna».  
Padre Pio baciò quella cara creatura che lo amava; certo molto soffrì per il distacco dai suoi familiari e da Pietrelcina.  
Fu un rimpianto, fu un urlo straziante, che deve essergli uscito dal cuore, quando scomparve dai suoi occhi la visione dello snello campanile della chiesa parrocchiale del suo paese.  
Pietrelcina ...  
Quando nel febbraio del 1931, io dissi al Padre:  
- Andrò col signor Abresch a Pietrelcina. - Egli, alzando gli occhi al cielo, ci guardò, e quasi invidiandoci ci disse:  
- Oh, la mia Pietrelcina.  
Caro, caro paesino che io ho visto, che io amo, per tutte le buone creature che ho incontrate, perché là ho compreso che al mondo vi sono delle creature che vivono nell'ombra come le mammolette, ma che umili e modeste come quelle, spandono un profumo di grazia e di poesia mistica, che supera ogni cosa.  
Partito da Pietrelcina se ne andò a Foggia, ove vi è la cura provincializia. Colà però stette poco tempo, ma sufficiente perché gli altri, udissero durante la notte, nella camera occupata da Padre Pio, degli strani rumori, che mai seppero spiegarsi e che Lui non volle mai rivelare. Quei buoni Padri compresero che Padre Pio era un qualche cosa di più di loro e lo amarono teneramente.  
I Superiori, avendo capito che l'aria di Foggia non conferiva a Padre Pio, pensarono di inviarlo a S. Giovanni Rotondo, che essendo posto a 557 metri sopra il livello del mare, avrebbe giovato alla sua salute. Ciò fecero anche per sviare le folle, che cominciavano già ad affluire al Convento di S. Anna.  

ALBERTO DEL FANTE 

Restiamo uniti nel nostri cuori e nella preghiera, figlioli miei



  5 maggio 2020 

Festa di Maria, Rifugio del Santo Amore – 23o Anniversario
La Madonna viene come Rifugio del Santo Amore. Ella dice:
“Sia lodato Gesù. Cari figli, questa è la prima volta da anni che questa data non è stata celebrata come festa di Maria Rifugio del Santo Amore (Holy Love). Esteriormente, non c’è ‘Incoronazione di maggio o le processioni o i servizi speciali di preghiera. Sto festeggiando con voi nei vostri cuori. Non arrenderemo mai questa data al potere di Satana.”
“Quando avete nel cuore pensieri buoni e positivi, voi state sconfiggendo Satana nei suoi piani di essere vittorioso nel momento presente. Ogni stagione nel mondo porta con sé caratteristiche individuali. Questa stagione di primavera è generalmente volubile in ciò che porta. Il tempo è inaffidabile. I segni dell’estate appaiono in mezzo a temperature gelide, ma, figli Miei, portano la promessa di giorni migliori a venire nei vostri cuori e sarete ancora gioiosi. Questo è vero, anche, se contemplate il trionfale ritorno di Mio Figlio sulla terra, anche se vivete in mezzo a molti peccati ed errori.”
“Sono sempre con voi in ogni situazione. Questa quarantena non è diversa e alla fine sarà una vittoria. Restiamo uniti nel nostri cuori e nella preghiera, figlioli miei. Il vostro cuore è dove potete sempre trovarmi.”
Leggi Salmo 4:3
Sappiate che il Signore fa prodigi per il suo fedele: il Signore mi ascolta quando lo invoco.
Holy Love

L'ultimo Papa canonizzato



LE PRIME PREDICHE 

Don Sarto avrebbe potuto dire come il massimo Poeta:  
.... Io mi son un che, quando Amor mi spira, noto, ed a quel modo che detta  dentro, vo significando. (69) 
Aveva una eloquenza naturale che persuadeva, chiari e ordinati i pensieri,  espressivo il gesto, la voce calda e sonora. 
Predicava con un ardore che penetrava le anime, svegliava le coscienze,  commuoveva i cuori. 
I Parrocchiani lo ascoltavano con piacere, perché sentivano che il loro  Cappellano aveva l'abitudine di meditare e di vivere, giorno per giorno, sotto  lo sguardo di Dio, il Vangelo che predicava (70). 
Ma prima di salire il pulpito, diffidando di se stesso, leggeva i suoi discorsi e  le sue prediche a Don Costantini, il quale ascoltava attentamente e poi,  premendogli molto che il suo Cappellano riuscisse un predicatore a modo,  commentava: 
— “Varda, Don Bepi, che questo no me par ben. Mi farìa cussi. .... mi là  cambiarìa” (71). 
E Don Giuseppe, senza ribattere parola, con umile docilità cambiava,  toglieva od aggiungeva, secondo le osservazioni ed i suggerimenti del suo  Parroco, il quale di eloquenza sacra se ne intendeva. 
Una delle prime volte, Don Costantini gli osservò che quella non era una  predica, ma un pasticcio, e, con schietta franchezza, gli disse: 
— “Caro Bepi, de sti pastizzi non più”! (72). 
Don Sarto sorrise umilmente e continuò a studiare, a lavorare ed a predicare. 
Ma un giorno Don Costantini, dopo di avere udito una predica del suo  Cappellano, riconoscendosi superato, celiando graziosamente, gli disse: 
— “Ah, cussì, Don Bepi, te me piasi! Ma varda che no xe prudenza ch'el  Cappellan fazza megio del Piovan”! (73). 
Così, a poco a poco, con gli incoraggiamenti del suo Parroco, il Cappellano  di Tombolo incominciò a predicare anche nei dintorni ed in breve tempo  seppe acquistarsi una così bella fama di sacro predicatore che i Parroci della  Diocesi andavano a gara per averlo sul pulpito delle loro chiese, e, tanto più  se lo contendevano, perché sapevano che la sua predicazione aveva sempre il  suo ultimo epilogo nel confessionale, ai piedi del Ministro di Dio (74). 
*** 
Don Costantini andava così orgoglioso dei successi oratori del suo  Cappellano che un giorno, con intima compiacenza, così scriveva ad un suo  carissimo amico, Don Marcello Tositti, Parroco di Quinto: 
“Don Bepi terminò laudabiliter la sua Quaresima a Gòdego: fama volat!....  ed io ne godo più che di me stesso, perché posso compiacermene senza  peccare di superbia, pensando che i primi passi in questa via d'onore e di  benedizione, li faceva non già meis meritis, ma, me vidente e non di rado me  impellente et confortante. Caro il mio Don Bepi! Non vedo l'ora di dargli un  bacio e dirgli che se fosse possibile volergli ancor più bene, gliene vorrei  ancora più” (75). 

Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c. 

Sacro Cuore



Portare le anime a Gesù, far loro conoscere l’infinita bontà del suo Cuore, ecco l’ideale al quale dobbiamo consacrarci.

MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

LA DEVOZIONE ALLA SACRA FAMIGLIA



Chi mai in cielo e in terra è più potente della Sacra Famiglia? Gesù Cristo-Dio è onnipotente come il Padre. Egli è la sorgente di ogni favore, il padrone di ogni grazia, il datore di ogni dono perfetto; come Uomo-Dio è l'avvocato per eccellenza, che in ogni momento intercede per noi presso Dio Padre.
Maria e Giuseppe per l'altezza della loro santità, per l'eccellenza della loro dignità, per i meriti che acquistarono nel perfetto compimento della loro missione divina, per i vincoli che li stringono alla SS. Trinità, godono presso il trono dell'Altissimo una potenza di intercessione infinita; e Gesù, riconoscendo in Maria sua Madre e in Giuseppe il suo custode, a tali intercessori, nulla mai nega.
Gesù, Maria e Giuseppe, padroni delle divine grazie possono aiutarci in qualsiasi bisogno, e chi li prega ottiene tanto e tocca con mano che la devozione alla Sacra Famiglia è fra le più efficaci, effìcissimta.

MESSAGGIO DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO ALLA SUA AMATA FIGLIA LUZ DE MARIA 3 MAGGIO 2020



Amato Popolo Mio:

LA MIA MISERICORDIA SI RIVERSA SUI MIEI FIGLI.
VENGO AD OFFRIRVI ANCORA UNA VOLTA IL MIO AMORE.

Il Mio desiderio è quello di essere accolto da tutti, cosicché possiate continuare a bere alla Mia fonte inestinguibile di Acqua Viva. (Cfr. Gv 4,13-14).

CON LE CHIESE CHIUSE, HO TROVATO CASE APERTE IN PREGHIERA.

Quello che vi sollecito non è cosa vana, ma l’imminente necessità che il Mio Popolo operi ed agisca nella Mia Volontà.

Avete iniziato il Mese dedicato alla Mia Madre Santissima in mezzo all’attuale sofferenza e per questo vi invito ad essere più spirituali, in quanto, per ottenere una Fede forte e salda, c’è un’impellente urgenza di una maggiore spiritualità.

ACCOGLIETE I MIEI APPELLI! PER POTER RICONOSCERE I
SEGNI ED I SEGNALI ATTUALI, DOVETE CHIEDERE IL
NECESSARIO DISCERNIMENTO AL MIO SANTO SPIRITO.

I Miei figli devono essere irremovibili, devono mantenersi forti e riconoscere che il demonio vi tenta con piccoli dardi per distruggervi nelle cose grandi, vi allontana da Me per avvicinarvi alla confusione, per creare discordie e per dividere: non cadete nelle sue grinfie.

Popolo Mio, questo è un momento estremamente pericoloso per l’uomo, dovete stare attenti, il male vi conosce, vi attacca e voi cadete nei suoi tranelli come lattanti.

Il demonio inonda la vostra mente con le sue tentazioni, vi attacca nel pensiero e vi fa utilizzare l’intelligenza contro voi stessi ed i vostri fratelli e alla fine vi porta ad allontanarvi da me.

DOVETE CONTINUARE A STARE ATTENTI E DOVETE RENDERVI CONTO CHE NESSUNO DEI MIEI FIGLI DEVE PENSARE CHE IL MALE NON LI TOCCHERÀ.

NO! FIGLI, LUI VI CONOSCE E SA SU COSA VI FARÀ CADERE.
DOVETE MANTENERE LA FEDE, CON LA CERTEZZA CHE IO SONO IL VOSTRO DIO, CHE IO SONO IL PRINCIPIO E LA FINE, LA VIA, LA VERITÀ E LA VITA.  (Cfr. Gv 14,6; Apoc 22,13)

Popolo Mio, i lupi sono affamati e si stanno scagliando sui Miei figli per farli vergognare, per umiliarli, per farsene beffe.

Mantenete il discernimento per non imboccare strade sbagliate, pensando di farla franca.  

Satana e il suo impero hanno instaurato nel mondo il loro liberalismo, portando il Mio Popolo a un’assoluta empietà, senza che voi riconosciate lo spirito d’iniquità (Cfr. 2 Tes 2,7) che, con gli inganni, con la confusione e la menzogna, vi sta già guidando in modo che vi condanniate, debilitandovi ed agendo nell’ombra, facendovi diventare suoi strumenti per mettere in atto la sua iniquità, se la Fede della persona non è salda.

Quanti dei Miei hanno già apostatato nella Fede, disprezzando il Decalogo, accettando quello che va contro la Legge Divina, diventando esecutori d’immoralità, vivendo nell’ateismo, servendo ideologie e sette che sono contro la Mia Divinità, servendo satana senza timore: costoro fanno parte dei precursori dell’anticristo.

Popolo Mio, vi troverete di fronte alla grande apostasia, quella di cui vi Ho già parlato: la grande apostasia della Mia Chiesa, nella quale adoreranno l’anticristo come messia e ci sarà una grande sofferenza per i Miei figli. 

Di fronte alla confusione in cui state vivendo, vi chiedo di pregare.
Vi avevo avvertito che l’attuale malattia muterà e voi figli Miei, in questo momento dovete prendere delle precauzioni, perché coloro che stanno mettendo in atto le sciagure per il Mio Popolo, stanno dando mostra del potere che hanno sull’umanità.

Vi chiedo di riparare e di pregare per tutte le bestemmie proferite dagli uomini contro la Mia Divinità, che stanno attirando grandi calamità sulle nazioni.

Vi chiedo di pregare per quelli che hanno disprezzato gli Appelli della Mia Madre Santissima e che si stanno consegnando alla perdizione. Hanno disdegnato l’appello alla conversione, che non è solo l’appello a un cuore di carne, ma è la chiamata a una trasformazione totale, al fine di vivere in pienezza la fusione con la Mia Volontà, “come in Cielo, così in terra.” (Cfr. Mt 6,10).

Popolo Mio, amato Popolo Mio, quante cose stanno per accadere all’umanità! Quanta sofferenza sta per arrivare dall’universo e la terra tremerà con forza!

Io Sono la Voce che parla al cuore desertico dell’uomo, affinché ritorniate a Me e Mia Madre vi possa immergere nel Suo Cuore Immacolato dove, sotto la Sua Protezione, la Fede cresce e dove il Suo Silenzio vi porta a sentire la Mia Voce.

FIGLI DI MIA MADRE, PREGATE E PREPARATEVI A CONSACRARVI A MIA MADRE, PIENAMENTE COSCIENTI DEL VALORE INFINITO DELLA CONSACRAZIONE AL SUO CUORE IMMACOLATO E SIATE PROPIZI A RICEVERE IL SIGILLO COME MIEI FEDELI, NEL MOMENTO IN CUI LA MIA VOLONTÀ COSÌ DISPONGA.

Non abbiate paura, non agitatevi, il Mio Popolo Mi riconosce ed è consapevole che Io non lo abbandono.  

Il Mio Popolo sa che non sta andando avanti orfano, ma sa di avere una Madre che lo ama, che È Mia Madre, alla quale vi Ho affidato ai piedi della Mia Croce di Gloria e Maestà. (Cfr. Gv 19,25-27).

“Venite a Me, voi tutti che siete assetati, Io vi darò l’Acqua Viva” e vi rinnoverò l’armatura per il combattimento spirituale.

Il Mio Popolo è fedele e vero.

Non abbiate paura, figli Miei, “IO SONO IL VOSTRO DIO” (Cfr. Es 3,14; Gv 8,28).

Il vostro Gesù

AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO
AVE MARIA PURISSIMA, CONCEPITA SENZA PECCATO


COMMENTO DI LUZ DE MARIA

SALMO 91,1-7
1 Tu che abiti al riparo dell'Altissimo e dimori all'ombra dell'Onnipotente, 2 di' al Signore: “Mio rifugio e mia fortezza, mio Dio, in cui confido”.
3 Egli ti libererà dal laccio del cacciatore, dalla peste che distrugge.
4 Ti coprirà con le sue penne sotto le sue ali troverai rifugio.
5 La sua fedeltà ti sarà scudo e corazza; non temerai i terrori della notte né la freccia che vola di giorno, 6 la peste che vaga nelle tenebre, lo sterminio che devasta a mezzogiorno.
7 Mille cadranno al tuo fianco e diecimila alla tua destra; ma nulla ti potrà colpire.”

IL SEGRETO DELLA CROCE



NELLA CROCE TI ASPETTA L’AMORE

Tu sei l’Amore... E, come è dolce saper assaporabilmente questa verità! Tu però stai sulla croce perché l’amore è consegna. (13-4-76) 

La sofferenza è il cammino che Cristo ci ha tracciato per incontrarci con Lui, che morì crocifisso per dirci fin dove ci amava. (25-1-67)

Sulla croce sta l’Amore, e lì mi attende per abbracciarmi. Mistero che solo comprende l’anima che scopre Cristo crocifisso! (13-11-76)

Dio si è la vita in giubilo infinito e, per portarci a Lui, muore sulla croce; di conseguenza, l’anima per arrivare al gaudio eterno deve andare per questo cammino. (6-4-67)

Quando il dolore mi inonda, m’immergo nella profondità del tuo abisso e mi ritrovo perduta e silenziata in quel Sancta Sanctorum dove Dio, in un atto immutabile di vita trinitaria, si è. (25-3-61)

L’Amore ti aspetta sulla croce e la croce ti chiede una nuova pienezza d’amore. Abbraccia la volontà divina, ché in essa c’è Gesù. (6-1-64) 

Il dolore ci trafigge, facendoci sospirare ogni volta di più la libera corsa all’incontro di Colui che amiamo. Ma sulla croce c’è Gesù, e per questo, in essa, ormai ci incontriamo sempre con Lui, se sappiamo cercarlo con amore. (1-5-76)  

Vedo che la croce mi accompagna da tutte le parti, ma in essa c’è Cristo e con Lui, come si sta bene, benché sia sulla croce! (21-9-75) 

Gesù, io voglio stare al tuo fianco; come si sta bene così nel Calvario con te, in lunghe attese cariche di nostalgie amorose! (6-4-77)

Gesù, io voglio la tua croce, quella che ti glorifica, un’altra no...! Ho bisogno, Signore, di trovarti in essa quando sperimento che mi schiaccia il suo peso. (9-9-77)

Quanto dolore sento; pesa molto la croce! Ma io so che in essa sta il mio Amore infinito e, perciò, nell’abbracciarla riposo. (9-9-77)

Vuoi incontrare Cristo e fuggi dalla croce? Hai sbagliato strada. (21-3-67)

Per Cristo e in Cristo, al Padre; ma il Padre vuole vedere in noi il suo Cristo. (21-3-67) 

BREVE RELAZIONE - SUL RITROVAMENTO DELLE SAGRE SPOGLIE DEL SERAFICO PATRIARCA S. FRANCESCO DI ASSISI



***


ESTRATTA DALLE SCRITTURE E DAI PROCESSI ISTITUITI NELLA CAUSA DELLA IDENTITA .

ORA FELICEMENTE TERMINATA IN ROMA
DAL P. M. ANGELO BIGONI M. C

Quando mio Figlio tornerà, sarà per dividere e non per unire, perché ormai la scelta è fatta; ricordate le parole del Vangelo: uno sarà preso e l’altro sarà lasciato.



Trevignano Romano 5 maggio 2020
Figli miei, grazie per essere riuniti nella preghiera e per aver ascoltato la mia chiamata nel vostro cuore. Ricordate figli, fate tesoro delle preghiere, perché sono Io che vi chiamo; fate tesoro della vostra fede e al mio Signore, il quale prega il Padre per voi. Figli amati, non addormentatevi, ma restate svegli e attendete pronti perché nessuno saprà nè l’ora e né il giorno. Amati miei, pregate per i consacrati affinché tornino a Dio. Questa situazione attuale ha dato grandi prove ed ecco che quando mio Figlio tornerà, sarà per dividere e non per unire, perché ormai la scelta è fatta; ricordate le parole del Vangelo: uno sarà preso e l’altro sarà lasciato. Adorati miei, l’apostasia è entrata nella Chiesa come mai in altri tempi. Pregate per i potenti della terra perché stanno prendendo decisioni dalle quali non potranno più tonare indietro. Io Sono vostra Madre e piango per i tempi che vivrete. Convertitevi. Ora vi benedico nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, Amen”.

SUPREMO APPELLO



 ... Le anime le affino Io - mi basta che si volgano a Me, portandomi quel piccolo dono che è in loro potere, come i Pastori, ai quali diedi in cambio Me stesso. Essi pure ebbero fiducia.. Lasciarono il gregge in balìa della Provvidenza e vennero di buona volontà: il resto lo feci Io - essi mi riconobbero, mi adorarono, ed ebbero poi la forza di offrirmi il gran sacrificio che li aspettava: la morte dei loro figlioletti, uccisi dall'empio Erode.


La paura è la parte animale dell’uomo e sarà alimentata sempre di più per poter sottomettere gli esseri umani, affinché gli esseri umani non riescano più a riflettere, affinché gli esseri umani diventino obbedienti!



È evidente che nei prossimi periodi in arrivo non dovrete più chiedervi se siete o meno in certe situazioni, se siete nell’Apocalisse o se la transizione si verificherà domani o dopodomani! Non dovrete più porvi altre domande, perché non avrete nemmeno più il tempo di farvene.

Le risposte che state cercando le troverete dentro di voi, all’interno del vostro cuore e nel vostro discernimento, e le troverete anche secondo ciò che sarete in grado di offrire agli altri.

La paura è la parte animale dell’uomo e sarà alimentata sempre di più per poter sottomettere gli esseri umani, affinché gli esseri umani non riescano più a riflettere, affinché gli esseri umani diventino obbedienti!

Questo periodo non è più come qualche mese fa. È bene che ve ne rendiate conto.

Molti esseri umani saranno schiavi delle loro stesse paure! Si chiuderanno da soli nelle loro stesse prigioni!

Tutti coloro che hanno cercato di distruggere l’essere umano imprigionandolo, oscurando sempre di più la sua coscienza, tutti coloro che hanno manipolato la vita contro l’ordine divino, saranno annientati!


Lasciate che tutto avvenga nell’ amore!



Dovete essere forti e resistere perché i giorni della fine diventano difficili. È necessaria ancora molta espiazione per mitigare le pene conseguenti al peccato e per raggiungere molte anime credute perdute.

sopportate tutto con amore e con gioia, infatti salvate anime su anime con il vostro sacrificio, la vostra accettazione e anche con la vostra preghiera, che è forte e potente soprattutto (anche) nella lotta contro il male!

Figli Miei. Mantenete l’amore nel cuore gli uni per gli altri e godete dei bei e intimi momenti che vi vengono sempre di nuovo regalati. Mantenete gioia in voi e per gli altri e non siate in collera per i compiti difficili che mettiamo sulle vostre spalle, sulle spalle dei prescelti fra di voi.

“troverete” sempre Gesù nei vostri cuori anche nella pesantezza più compatta, nei giorni più bui, anche nell’oscurità più profonda!

Non permettete che la pesantezza e l’oppressione che il diavolo  mette in scena intacchi la vostra luce, la vostra gioia, la vostra speranza e la vostra fede.

Siate completamente vicini a Mio Figlio e pregate. Accettate, offrite e lasciate che tutto accada nell’amore. Amen.

Con profondo amore,

La vostra Mamma Celeste.

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA



2.11.1936. Fin da quando mi svegliai la mattina al suono della  campanella, s'impadronì di me una tale sonnolenza che, non riuscendo a  svegliarmi del tutto, ricorsi all'acqua fredda e dopo due minuti la sonnolenza se ne andò. Quando giunsi alla meditazione, mi si affollò  nella mente tutto un groviglio di pensieri insensati che mi fecero combattere per tutto il tempo della meditazione. Lo stesso a venne  durante le preghiere, ma quando usci la santa Messa nella mia anima  stranamente regnò la quiete e la gioia. Ad un tratto vidi la Vergine SS.ma  col Bambino Gesù ed il Nonno Santo, che era dietro la Madonna. La  Madre Santissima mi disse: « Eccoti il Tesoro più prezioso ». E mi  diede il Bambino Gesù. Appena presi il Bambino fra le braccia, scomparvero la Madonna e San Giuseppe e rimasi sola col Bambino  Gesù. Gli dissi: « Io so che Tu sei il mio Signore e Creatore, benché sia  così piccolo ». Gesù allungò le Sue braccine e mi guardò sorridendo. Il  mio spirito era colmo di una gioia incomparabile. Gesù scomparve  all'improvviso e la santa Messa era giunta al momento di accostarsi alla santa Comunione. Andai subito assieme alle suore a prendere la santa  Comunione con l'anima ripiena della Sua presenza. Dopo la santa  Comunione sentii nel mio intimo queste parole: « Io sono nel tuo  cuore quello Stesso che hai tenuto in braccio ». Allora pregai il  Signore per una certa anima, affinché le concedesse la grazia per la lotta e  le togliesse quella prova. « Come chiedi, così sarà fatto, ma il suo merito non diminuirà ». Grande fu la gioia della mia anima vedendo  quanto Dio è buono e misericordioso; Dio dà tutto quello che Gli  chiediamo con fiducia. Dopo ogni colloquio col Signore, la mia anima  viene singolarmente rafforzata, una quiete profonda regna nella mia  anima e mi rende talmente coraggiosa, che non temo nulla al mondo; ho  un solo timore, quello di rattristare Gesù.

Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska

martedì 5 maggio 2020

Il virus non è importante!



Il virus non è importante! Il virus, è un mezzo per mettere gli esseri umani in prigione, per sospendere la civiltà!


“Signore, insegnaci a pregare!”



PREGHIERE  DI  LUISA PICCARRETA CHE  SI  TROVANO  NEI  SUOI  SCRITTI 

Avendo fatta la Santa Comunione, stavo pensando come offrire una cosa più speciale a  Gesù, come attestare il mio amore e dargli un maggior gusto; onde Gli ho detto: “Dilettissimo  mio Gesù, Ti offro il mio cuore a tua soddisfazione e in tua eterna lode, e Ti offro tutta me stessa,  anche le minime particelle del mio corpo, come tanti muri da mettere innanzi a Te, per impedire qualunque offesa che Ti venga fatta, accettandole tutte sopra di me, se fosse possibile e a tuo  piacere, fino al giorno del Giudizio; e perché voglio (che) la mia offerta sia completa e Ti soddisfi  per tutti, intendo che tutte quelle pene che sopporterò, ricevendo sopra di me le vostre offese, Vi  ricompensino di tutta quella gloria che Vi dovevano dare i Santi che stanno nel Cielo quando  stavano sulla terra, quella che Vi dovevano dare le anime del Purgatorio e quella gloria che Vi  devono tutti gli uomini passati, presentì e futuri; Ve le offro per tutti in generale e per ciascuno in  particolare”.  (Vol. 4°, 03.10.1901). 

a cura di D. Pablo Martín

La pace giunge al cuore quando l’anima si abbandona a Me



"L'ambizione egoistica produce un cuore inquieto. Il cuore che non è in pace non si fida di Me e della Mia Provvidenza. Tale persona continuamente aspira a ciò che non può avere come suo."


10 gennaio 2020 

Ancora una volta, io (Maureen) vedo una Grande Fiamma che ho compreso essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:

“La pace giunge al cuore quando l’anima si abbandona a Me. L’ambizione egoistica produce un cuore inquieto. Il cuore che non è in pace non si fida di Me e della Mia Provvidenza. Tale persona continuamente aspira a ciò che non può avere come suo. Il cattivo frutto dell’egoismo è la mancanza di pace nel mondo intorno a tale cuore”.
“Il cuore egoista, ambizioso, si oppone al bene che gli altri cercano di raggiungere. Egli aspira a obiettivi egoistici e sempre più al potere. Nel vostro paese*, questo viene reso manifesto nella vostra Camera dei Rappresentanti da coloro che non riconoscono il bene che viene realizzato, ma si propongono di impedire che esso non accada nuovamente, a meno che non abbiano una partecipazione più grande in esso. Tali governanti non guardano oltre il proprio orgoglio”.
“Figli, non dovete sostenere un pensiero così contorto che serve a indebolire la vostra nazione per amore dell’ambizione egoistica da parte di pochi. I buoni governanti servono coloro che rappresentano, non se stessi”.
U.S.A.
Leggi Efesini 5:6-11
Nessuno vi inganni con vani ragionamenti: per queste cose infatti piomba l’ira di Dio sopra coloro che gli resistono. Non abbiate quindi niente in comune con loro. Se un tempo eravate tenebra, ora siete luce nel Signore. Comportatevi perciò come i figli della luce; il frutto della luce consiste in ogni bontà, giustizia e verità. Cercate ciò che è gradito al Signore, e non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre, ma piuttosto condannatele apertamente
Holy Love

GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Ripara le bestemmie Considera la Divina Maestà e adorala profondamente, riparando le bestemmie degli empi. Pensa all'orrore di una bestemmia e pensa come sono infette e maledette le mura tra le quali risuona! Benedici il nome di Dio, e, nelle incertezze dell'anima tua, adora la sua potenza esalta la sua sapienza e benedici il suo amore. Temi Dio amandolo, amalo con profondo rispetto alla sua infinita grandezza, riconoscilo tutto, riconosciti nulla. Induci con la tua dolcezza quelli della tua famiglia a benedire Dio, perché la bontà e la carità sono armonie e profumi che traggono a Dio. Chiama in te lo Spirito Santo coi suoi doni.

don Dolindo Ruotolo