mercoledì 12 gennaio 2022

Una considerazione dei nostri peccati, per i quali la nostra coscienza ci brucia di più e per i quali abbiamo perso tutte queste benedizioni.

 


Meditazioni e preghiere di Sant'Anselmo.

[§ 7.] VII. Una considerazione dei nostri peccati, per i quali la nostra coscienza ci brucia di più 16 e per i quali abbiamo perso tutte queste benedizioni. Ma mentre tu consideri a quali e quante benedizioni sei stato anticipato dalla Sua grazia, rifletti anche a quali e quante grandi benedizioni a cui hai rinunciato per tua colpa, e in quali mali sei caduto, oberato da un carico di peccati. Rifletti con sospiri sui mali che hai commesso sconsideratamente; Rifletti con gemiti e lacrime sulle benedizioni che per quegli stessi mali hai miseramente perso. Perché quale bene non ti ha profuso il tuo generoso Creatore nella sua bontà? 

E quale male non gli hai pagato come ricompensa, crescendo nell'esecrabile empietà? Tu hai gettato via il bene e meritato il male; anzi, hai fatto naufragare il bene e hai scelto liberamente il male; e, la grazia del tuo Creatore è stata così persa, o piuttosto gettata via, tu sei miseramente incorso nella sua ira. Non hai alcuna risorsa per dimostrarti innocente quando una folla di mali fatti da te ti circonda come un esercito innumerevole, che qui ti confronta con le tue azioni empie, là, schierando un'innumerevole schiera di parole inutili e, ciò che è più da condannare, dannose; e là, ancora, parando un'altra volta un'innumerevole schiera di parole dannose e là ancora sfilando un'infinita schiera di pensieri malvagi. Questi, 17 sono il prezzo per il quale hai rinunciato a benedizioni inestimabili; per questi hai perso la grazia del tuo Creatore. Evocali e affliggiti per loro; e rinuncia ad esse; e condannale; condannale e cambia la tua vita a un corso migliore. Lotta con te stesso nel tuo cuore, per evitare che anche per un momento di dare il tuo consenso a qualsiasi tipo di vanità, sia nel cuore, sia nella lingua, sia, peggio di tutto, nelle azioni. Che ci sia una lotta quotidiana, anzi incessante, nel tuo cuore, affinché tu non mantenga qualsiasi tipo di alleanza con i tuoi difetti. Esamina sempre e incessantemente te stesso con severità; scruta nelle tue profondità segrete; e, qualunque cosa tu trovi di sbagliato in te, con un vigoroso rimprovero colpiscila, stendilo a terra, ammaccalo, schiaccialo, gettalo via da te e annientalo. Non risparmiarti, non lusingarti ma alla luce del mattino, cioè in vista dell'ultima sentenza che, come il raggio del mattino, irrompe su di te, si sta rompendo sulla notte di questa vita presente - uccidi tutti i peccatori della terra - cioè i peccati e le delusioni della tua vita terrena - e distruggi così fuori dalla città di Dio che dovresti costruire a Lui in te stesso tutti coloro che operano l'iniquità, cioè tutte le suggestioni diaboliche, tutte le delizie odiose a Dio, tutti i consensi mortali, 18 tutti gli atti ripugnanti. Da tutte queste cose tu, come città di Dio, devi essere completamente purificato, affinché il tuo Creatore possa trovare, possedere e mantenere in te una dimora a Lui gradita.

Non essere di quelli la cui ostinazione sembra essere il lamento di Dio stesso quando dice: "Non c'è nessuno che consideri nel suo cuore e dica: "Che cosa ho fatto? (Is. lvii. 1) Se devono essere gettati via che hanno rifiutato di arrossire e di accusare se stessi per i peccati che hanno commesso, puoi tu trascurare di accusare, di giudicare e di castigare te stesso con severa disciplina? Ripassa, dunque, riflettendo attentamente sulle innumerevoli benedizioni con cui il tuo Creatore ti ha nobilitato, senza che intervengano meriti tuoi, e richiama alla mente i tuoi innumerevoli mali, la tua unica risposta, quanto malvagio e quanto immeritato, per tutti questi suoi benefici, e grida nelle doglie di un grande dolore: "Che cosa ho fatto? Ho provocato il mio Dio, ho sfidato l'ira del mio Creatore gli ho restituito innumerevoli mali per innumerevoli beni. Che cosa ho fatto? 

E parlando così, strappa, strappa il tuo cuore, emetti sospiri, piangi fiumi di lacrime. Poiché se tu non piangi qui, quando piangerai?

E se il Volto distolto di Dio non ti eccita alla contrizione - un Volto distolto dai 19 tuoi peccati - almeno lascia che le pene intollerabili dell'inferno, che quei peccati hanno provocato, spezzino il tuo duro cuore.

Ritorna dunque, anima peccatrice, ritorna in te stessa. Tira fuori il tuo piede dall'inferno; così potrai sfuggire ai mali che ti sono dovuti e recuperare i beni perduti di cui sei così giustamente perché se torni con piacere ai tuoi mali, allora tutti i beni che ti sono stati dati da Lui sono persi e gettati via.

Ti conviene, quindi, tenere sempre d'occhio e soprattutto quelli di cui la tua coscienza ti accusa più aspramente, affinché Egli possa distogliere da essi il Suo occhio d'ira. Perché se tu allontani i tuoi peccati con la dovuta intenzione di soddisfarli, Egli allontana il Suo sguardo di punizione. Se tu dimentichi, Egli si ricorda.


Ogni giorno vi dovreste chiedere: Dio avrebbe approvato le mie azioni di oggi?

 


PECCATO

Mia amata figlia prediletta, devo spiegare ad ogni singola persona in vita oggi su questa Terra l‟importanza del tempo dato a loro. Non ho mai interferito con la volontà dell‟uomo, perché questo è uno dei più grandi Doni fatti all‟umanità e non può mai essere tolto. Satana, invece, interferisce con il libero arbitrio dell‟uomo e ha cercato senza sosta fin dall‟inizio di rendere schiava la mente umana e di rubare la sua anima. 

Pertanto, è il libero arbitrio dato all‟uomo, che sarà ricercato dagli spiriti maligni. Ma è anche attraverso il libero arbitrio dell‟uomo che la porta del Mio Regno può essere aperta. Poiché voi siete di carne, e quindi mortali, l‟unico momento in cui vi dovete preparare alla vita eterna è ora. Non dovete mai dimenticare questo. Dovete essere pronti in ogni momento, perché come il Padre vi ha dato la vita, così Egli può portarvela via in qualsiasi momento di qualsiasi giorno. 

Se doveste morire adesso, oggi, sareste pronti per venire davanti a Me? Siete consapevoli delle colpe e delle azioni commesse, e dell‟odio che avete mostrato al vostro prossimo, che saranno rivelati davanti a Me? Dovete sapere cosa è necessario che facciate adesso, oggi, per purificarvi ai Miei Occhi, al fine di avere la vita eterna. 

A quelli che giustificano il peccato e feriscono gli altri, da una parte e dall‟altra, poi pregano e conducono la loro vita dicendo che sono devoti a Me, lo dico. In ogni momento Mi avete fatto male con la vostra ipocrisia. Ogni giorno la vostra anima si allontana da Me. Dovete seguire i Dieci Comandamenti esattamente come sono stati dati dal Padre Mio, in caso contrario, non potete dire di appartenermi. 

Tante anime non entrano in Cielo e molte devono subire la purificazione necessaria per renderli degni di entrare nel Mio Regno. Ma molte più anime sono gettate nell‟oscurità eterna. Così tanti si rendono conto di quanto essi hanno offeso Dio, nei pochi istanti della loro morte sulla Terra. Come sono spaventati e addolorati allora. Si rendono conto che il loro tempo per il pentimento è passato e che ormai a quel punto è troppo tardi per loro. 

Perché non capite che la morte può capitare in qualunque momento? Dovete sapere che quando si offende Dio, è necessario sforzarsi di cambiare il vostro comportamento in modo da trovare la pace. Quando evitate il peccato e tentate continuamente di modificare il modo in cui trattate gli altri, solo allora troverete la vera pace. Quando siete in pace con la vostra anima, cosa che può avvenire solo quando combattete il peccato e mostrate rimorso per le cattive azioni, vi avvicinate di più a Dio. 

Ogni giorno dovete chiedervi: Dio avrebbe approvato le mie azioni di oggi? Saprete, nel vostro cuore, la risposta. 

Il vostro Gesù.

27 Aprile 2013

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI

 


Altra colpa alla quale Dio riserba severa punizione sono i  discorsi vani. Si quis in verbo non offendit, hic perfectus est vir  (Iac. 3, z), disse l'apostolo S. Giacomo e ben a ragione, poiché  la lingua è fomite di iniquità. Senza parlare delle bestemmie,  dei propositi licenziosi, delle maldicenze e calunnie, chi non ha  da rimproverarsi tante e poi tante di quelle parole vane e  leggere, delle quali il divin Maestro ha detto che ci domanderà  conto nel giorno del giudizio? L'esempio che qui sotto  riferiamo dovrebbe far riflettere quei faceti, maldicenti per professione, i quali occupano il posto d'onore nelle  conversazioni mondane e son sempre pronti a far ridere gli altri  a spese del prossimo. L'abate Durando, priore di un monastero  di benedettini, indi Vescovo di Tolosa, era uomo di rara pietà,  di singolare mortificazione e pieno di zelo pel suo spirituale  avanzamento; però amava troppo lo scherzo e non sapeva  frenare abbastanza la lingua. Fin da quando era semplice  monaco, il suo abate Ugo lo aveva parecchie volte ammonito,  predicendogli che se non si fosse emendato di questo difetto ne  avrebbe avuto a soffrire molto in Purgatorio, ma egli non diede  troppo ascolto a questo avviso e proseguì anche da vescovo a  dire facezie e scherzi in abbondanza. Dopo morto però si vide  quanto fosse giusta la predizione dell'abate Ugo, poiché  apparso Durando ad un religioso suo amico lo pregò vivamente  d'intercedere per lui, che trovavasi martoriato in Purgatorio da  strazi acutissimi a cagione dell'intemperanza usata nel parlare a  carico altrui. Radunatisi allora tutti quei monaci, si stabilì che  l'intera comunità avrebbe osservato per otto giorni un rigoroso  silenzio in suffragio di quell'anima penante. Ma ecco in capo a  questo tempo comparire di nuovo il defunto e lamentarsi,  perché uno dei monaci essendo venuto meno alla promessa del  silenzio, era riuscito sterile per la sua liberazione il frutto di  quel suffragio. Si ripeté allora dalla comunità la pia  mortificazione, la quale, essendo stata osservata fedelmente da  tutti, meritò al defunto vescovo Durando la liberazione dalle  pene del Purgatorio.

Sac. Luigi Carnino

Mio Gesù, eccomi prostrato ai tuoi piedi

 


Prima della Confessione 

Mio Gesù, eccomi prostrato ai tuoi piedi: io provo il bisogno estremo di venire fra le tue  braccia paterne, come figlio al Padre suo. Guardami e abbi pietà di me! Mi sento coperto di  molte colpe; piaghe profonde sfigurano la povera anima mia. 

Gesù, perdonami, io ebbi l'ardire di offenderti e di rivoltarmi contro di Te nel medesimo  istante in cui Tu mi amavi. Gesù, io mi pento con tutto il cuore di averti offeso, però vedo che il  mio dolore non è sufficiente né proporzionato alla gravita dei miei peccati. Perciò Ti prego, Ti  supplico, di concedermi il tuo rammarico, affinché io mi dolga con quello stesso dolore con cui  Tu ti dolesti per i miei peccati, dolore che fu tanto grande ed intenso da farti sudare vivo sangue  nell'Orto degli ulivi. 

Mamma Celeste, vieni anche Tu in mio aiuto e vedi di quante piaghe sia coperta la povera  anima mia. Tu che sei la Mamma mia, coprile col tuo manto, conducimi Tu stessa contrito e  umiliato ai piedi del Sacerdote, per confessare tutte le mie colpe, e ottienimi dal tuo e mio Gesù  il sospirato e salutare perdono. 

Serva di Dio LUISA  PICCARRETA 

Il nemico incarnato è colui che si opporrà a tutto ciò che vi ho insegnato.

 


Messaggio di Dio Padre a J. V.


14 dicembre 2021

Rosario - Messaggio unico


Primo mistero. Dio Padre parla.

Figlioli, la venuta dell'Anticristo sarà presto e voi dovete essere preparati alla sua venuta. Vi è stata data tutta un'evangelizzazione spirituale, miei piccoli, affinché la viviate e possiate entrare nel Regno spirituale che ho preparato per tutti voi.

Allora, in cosa consiste la tentazione dell'Anticristo? Egli vi tenterà ad allontanarvi da Me e vi darà un piacere umano. Egli userà mezzi astuti, in modo che vi stupirete del suo potere; e vi ho già detto che il potere viene da satana, e vi colpisce spiritualmente e sulla terra.

La mia Evangelizzazione, che vi ho dato e che Mi è costata la vita, per portarvi una via sicura di ritorno, è un'Evangelizzazione che vi aiuterà a crescere spiritualmente, affinché possiate prepararvi ad entrare nel Regno dei Cieli; mentre satana vi tenta attraverso i sensi, Io vi aiuterò ancora a crescere nelle Virtù, nell'Umiltà, nell'Amore, nel servizio ai vostri fratelli.

Satana si sente potente, si sente forte e vorrà convincervi con atti straordinari, cosa che può certamente fare, e poiché sa anche perfettamente come farvi piacere, ingannerà facilmente quelli di voi che non sono cresciuti nella Fede e nell'Amore.

Quelli di voi che sono con Me riconosceranno facilmente il nemico, perché cercherà di sconfiggervi offrendovi i doni del mondo. D'altra parte, voi sapete già, come vi ho detto nelle Scritture, che colui che vorrebbe guadagnarsi il Cielo, venire dopo di Me e che dovrebbe soffrire per guadagnarselo, satana, invece, vi porta ad adulare i vostri sensi. Ti porto a purificare la tua anima, attraverso il dolore, la sofferenza, la fatica, e per il benessere dei tuoi fratelli, donandoti nella preghiera, donandoti per loro, talvolta dando la tua vita, per il bene del tuo fratello.

Guadagnare il Regno dei Cieli non è così facile, miei piccoli, perché dovete seguire i miei passi. Vincere l'eternità dolorosa, dove satana vuole portarvi, è semplice, è lusingando i vostri sensi, permettendovi di peccare e che non abbiate alcun pentimento.

Comprendete dunque bene queste parole, Miei piccoli, l'azione che il nemico farà contro di voi, il nemico incarnato è quello che si opporrà a tutto ciò che vi ho insegnato.

Lasciate che il mio Spirito Santo vi guidi, vi conduca su sentieri sicuri, e questo è, come vi ho detto, attraverso il sacrificio, attraverso il dare, ma sempre ringraziando, sapendo che qualsiasi cosa vi venga chiesta, servirà al vostro bene e al bene di molti. Invece, quello che satana vi offre, attraverso questa entità malvagia, è un benessere temporaneo, è un gusto corporeo nei vostri sensi e senza avere nessun tipo di pentimento dove vi vuole portare.

Rallegratevi dunque, miei piccoli, quando tutto questo accade, perché presto ci sarà l'imprigionamento di satana e l'eliminazione dell'anticristo tra di voi.

Avete bisogno di Saggezza, Miei piccoli, di Umiltà e di coprirvi le orecchie, per non lasciarvi incantare da tutto ciò che il nemico vi offre.

La mia pace e il mio amore rimangono con voi.

Grazie, miei piccoli.


 


martedì 11 gennaio 2022

“Accettate i sacrifici espiatori e donateli a Mio Figlio. Amen.”

 


Figlia Mia. Per favore comunica ai Nostri figli e sopprattutto alla Nostra armata rimanente oggi quanto segue:

In questi ultimi giorni è necessaria ancora molta espiazione. Non protestate quindi amati figli, se NON SI REALIZZA LA VOSTRA VOLONTÀ. Regalate invece con gioia a Mio Figlio le vostre difficoltà, paure e sofferenze perché ATTRAVERSO I VOSTRI SACRIFICI EGLI SALVA MILIONI DI ANIME e il vostro mondo sarà ricolmato con grandissimo amore in modo che quando Mio Figlio verrà molti, si convertiranno a LUI, voltando le spalle al maligno, a un’esistenza pagana e si abbandoneranno invece completamente alla protezione di Mio Figlio.

Ciò avverrà durante l’Avvertimento che dividerà il grano dalla pula, farà diventare i buoni- voi amati figli dell’armata rimanente e voi che ancora vi convertirete- ancora più buoni e i malvagi ancora più cattivi.

Ma, amati figli, l’Avvertimento sarà l’inizio della fine e poco dopo Mio Figlio tornerà per salvare voi amati figli dell’armata rimane e i neo-convertiti che ne faranno anch’essi parte. EGLI v’innalzerà e vi donerà il Suo Nuovo Regno. Questo momento è molto vicino.

Accettate quindi tutti i sacrifici espiatori e donateli al Signore. La Sua armata rimanente s’ingrandirà proprio grazie alla conversione di molti amati figli e così grazie ai vostri sacrifici il numero di coloro che saranno ancora salvati sarà grande. Amen.

Io vi amo. Accettate i sacrifici espiatori e donateli a Mio Figlio. Amen.

La vostra Mamma Celeste.

Madre di tutti i figli di Dio e Madre della Salvezza. Amen.

27 agosto 2015

PANE DI VITA ETERNA E CALICE DELL’ETERNA SALVEZZA

 


Unità

 

«La custodia e la promozione della comunione ecclesiale è un compito di ogni fedele, che  trova nell’Eucaristia, quale sacramento dell’unità della Chiesa, un campo di speciale sollecitudine»[337].

Giovanni Paolo II


L’Eucaristia significa e causa l’unità della Chiesa. Il secondo effetto del sacramentosacrificio, la res tantum, è tale ineffabile realtà.

«L’Apostolo scrive: “Poiché uno è il pane, noi, benché molti, siamo un medesimo  corpo, partecipando tutti di un medesimo pane e di un medesimo calice” [1Cor 10,17]. Da  ciò risulta evidente che l’Eucaristia è il sacramento dell’unità ecclesiastica»[338]  .

«L’effetto di questo sacramento [res sacramenti] è l’unità del Corpo mistico, senza la  quale non ci può essere salvezza: poiché nessuno può salvarsi fuori della Chiesa, come nel  diluvio nessuno si salvò fuori dell’arca di Noè, simbolo della Chiesa, come insegna S.  Pietro [1Pt 3,20-21]. Ma abbiamo detto sopra che l’effetto di un sacramento si può ottenere  prima di ricevere il sacramento, per mezzo del voto stesso di accostarsi al sacramento.  Perciò prima di ricevere questo sacramento può l’uomo trovare salvezza dallo stesso  desiderio di riceverlo, così come prima di ricevere il Battesimo, in virtù del desiderio di  ricever il Battesimo...»[339].

«Come dice S. Agostino spiegando il testo evangelico citato, “per questo cibo e per  questa bevanda”, che sono la sua Carne e il suo Sangue, “vuole intendere la società del  suo Corpo e delle sue membra che è la Chiesa, formata dai suoi santi e dai suoi fedeli,  predestinati, chiamati, giustificati e glorificati”. Per cui, com’egli stesso altrove fa  osservare, “nessuno deve avere il minimo dubbio che ogni fedele diviene partecipe del  Corpo e del Sangue del Signore nel momento in cui col Battesimo diviene membro del  Corpo di Cristo: e dopo essere stato inserito nell’unità del Corpo di Cristo uno non rimane  privo della comunione di quel pane e di quel calice anche se, formando parte della unità  del Corpo di Cristo, parte da questo mondo prima di mangiare quel pane e di bere quel  calice”»[340].

«Il Battesimo è il sacramento della morte e della passione di Cristo, in quanto  l’uomo viene rigenerato in Cristo per virtù della sua passione. L’Eucaristia invece è il  sacramento della passione di Cristo in quanto l’uomo viene reso perfetto in unione a Cristo  che ha patito. Ecco perché mentre il Battesimo viene denominato “il sacramento della  fede”, la quale è il fondamento della vita spirituale; l’Eucaristia viene chiamata “il  sacramento della carità”, la quale è il “legame perfetto”, secondo l’espressione di S. Paolo [Col 3,14]»[341].

«Il secondo significato riguarda l’effetto presente, cioè l’unità della Chiesa in cui gli  uomini vengono congregati per mezzo di questo sacramento. Per tale motivo esso si  denomina “comunione” o “sinassi”: spiega infatti il Damasceno, che “si dice comunione  perché mediante l’Eucaristia comunichiamo con il Cristo, sia in quanto partecipiamo della  sua carne e divinità, sia in quanto comunichiamo e ci uniamo tra noi vicendevolmente  mediante essa”»[342].

S. Tommaso si pone la seguente obiezione: «Questo sacramento unisce gli uomini a  Cristo come membra al capo. Ma Cristo è il capo di tutti gli uomini, anche di quelli che  vissero all’inizio del mondo, come si disse sopra. Dunque l’istituzione di questo sacramento  non doveva essere differita fino alla Cena del Signore». E risponde: «L’Eucaristia è il  sacramento perfetto della passione del Signore in quanto contiene il Cristo stesso che ha  patito. Non poté perciò essere istituita prima dell’incarnazione: quello invece era il tempo  dei sacramenti che dovevano prefigurare la passione del Signore»[343].

Fu molto conveniente che nostro Signore istituisse come materia del sacrificio  incruento il pane e il vino «in rapporto all’effetto relativo a tutta la Chiesa, la quale,  secondo la Glossa posta a commento delle parole di S. Paolo: “Molti siamo un solo corpo” 

[1Cor 10,17], è costituita dalla diversità dei fedeli “come il pane deriva da chicchi diversi e  il vino è spremuto da diversi grappoli d’uva”»[344] «Le carni degli animali uccisi,  quantunque rappresentino la passione di Cristo in modo più espressivo, tuttavia sono meno  indicate per l’uso comune di questo sacramento e per esprimere l’unità della Chiesa»[345].

Anche l’aggiunta di qualche goccia d’acqua al vino fatta nell’offertorio contribuisce a  questa significazione, «poiché ciò concorre a esprimere l’effetto di questo sacramento, che è  l’unione del popolo cristiano con Cristo; come infatti spiega il papa Giulio I, “nell’acqua è  raffigurato il popolo, mentre nel vino si ha il Sangue di Cristo. Quando dunque nel calice si  aggiunge l’acqua al vino, il popolo si unisce a Cristo”»[346]. 

L’effetto del sacramento si può scoprire anche dalle specie nelle quali è donato: «…

l’effetto di questo sacramento si desume dalle specie sotto le quali ci viene dato. Osserva S.  Agostino in proposito: “Il Signore nostro ci affidò il suo Corpo e il suo Sangue servendosi  di sostanze che devono la loro unità a una pluralità di cose: la prima infatti”, cioè il pane,  “diviene un’unica sostanza da molti grani; la seconda”, cioè il vino, “lo diviene dal  confluire di molti chicchi di uva”. E per questo altrove esclama: “O sacramento di pietà,  segno di unità, o vincolo di carità!”. Ora, considerando che Cristo e la sua passione è la  causa della grazia, e che la refezione spirituale e la carità non si possono avere senza la  grazia, risulta da quanto abbiamo detto che questo sacramento conferisce la grazia»[347].

Perciò: «Questo sacramento conferisce spiritualmente la grazia assieme alla virtù  della carità. Per cui il Damasceno paragona questo sacramento al carbone acceso visto da  Isaia: “Come il carbone non è legno soltanto, ma legno unito al fuoco, così anche il pane  della comunione non è pane soltanto, ma pane unito alla divinità”. Ora, come osserva S.  Gregorio, “l’amore di Dio non rimane ozioso, opera bensì grandi cose, se c’è”. Perciò con questo sacramento, per quanto dipende dalla sua efficacia, l’abito della grazia e delle virtù  non viene soltanto conferito, ma anche spinto al atto, conforme alle parole di S. Paolo: “La  carità di Cristo ci sospinge” [2Cor 5,14]»[348].

Adesso l’unità e la pace si ottengono in modo imperfetto; non così nella gloria:  «Altrettanto si dica della refezione di questo cibo spirituale e dell’unità significata dalle  specie del pane e del vino: tali effetti si hanno, è vero, al presente, però in maniera  imperfetta; perfettamente essi si ottengono nello stato di gloria. Osserva in merito S.  Agostino a commento delle parole di Gesù, “la mia carne è vero cibo” [Gv 6,55]: “Gli  uomini che col mangiare e col bere desiderano di togliersi la fame e la sete, non ci riescono  propriamente se non con questo cibo e con questa bevanda, che rende i suoi consumatori  immortali e incorruttibili nella società dei santi, dove sarà pace e unità piena e  perfetta”»[349].

«Come sacramento l’Eucaristia produce il suo effetto in due modi: primo,  direttamente per virtù del sacramento; secondo, quasi per una certa concomitanza, come si è  detto a proposito di quanto è contenuto nel sacramento. In virtù del sacramento essa ha  direttamente l’effetto per il quale è stata istituita. Ora, l’Eucaristia non è stata istituita al fine  di soddisfare, bensì al fine di nutrire spiritualmente per l’unione con Cristo e con le sue  membra, ossia come il nutrimento si unisce a chi se ne ciba. Compiendosi però tale unione  mediante la carità, per il cui fervore si ha la remissione non solo della colpa ma anche della  pena, per una certa concomitanza con l’effetto principale l’uomo ottiene anche la remissione  della pena. Non di tutta però, ma in misura della sua devozione e del suo fervore.

In quanto poi è sacrificio, l’Eucaristia ha effetto soddisfattorio. Ma nella  soddisfazione pesa più la disposizione dell’offerente che la grandezza della cosa offerta,  cosicché il Signore dice che la vedova mettendo due spiccioli “aveva messo più di tutti”.  Perciò, sebbene questo sacrificio per la grandezza dell’offerta basti alla soddisfazione di  ogni pena, tuttavia diviene soddisfattorio per coloro per cui si offre, o per coloro che  l’offrono, in misura della loro devozione, non già di tutta la pena loro dovuta»[350].

«In questo come negli altri sacramenti, quel che è il rito sacramentale è segno del  effetto prodotto dal sacramento [res sacramenti]. Ora, la realtà prodotta dal sacramento  dell’Eucaristia è duplice, come sopra abbiamo detto: la prima, significata e contenuta nel  sacramento, è Cristo stesso; la seconda, significata e non contenuta, è il Corpo mistico di  Cristo, ossia la società dei santi. Chi dunque si accosta all’Eucaristia, per ciò stesso dichiara  di essere unito a Cristo e incorporato alle sue membra. Ma questo si attua per mezzo della  fede formata [dalla carità], che nessuno ha quando è in peccato mortale. È chiaro dunque che  chi riceve l’Eucaristia con il peccato mortale commette una falsità nei riguardi di questo  sacramento. Perciò si macchia di sacrilegio come profanatore del sacramento. E quindi  pecca mortalmente»[351].

«Cristo, apparendo visibilmente nella sua specie, non si lasciava toccare dagli  uomini in segno della loro unione spirituale con lui, come invece si offre per essere assunto  in questo sacramento. Perciò i peccatori toccandolo nella sua propria specie non  commettevano un peccato di falsità contro le cose divine, come lo commettono i peccatori che ricevono questo sacramento.

Inoltre Cristo possedeva allora una carne “simile a quella di peccato”: perciò era  giusto che si lasciasse toccare dai peccatori. Ma una volta eliminata dalla gloria della  resurrezione la somiglianza con la carne di peccato non volle essere toccato dalla donna,  che mancava di fede nei suoi riguardi, dicendole: “Non mi toccare, perché non sono  ancora salito al Padre mio” [Gv 20,17]; cioè “nel tuo cuore”, come spiega S. Agostino.  Così i peccatori, che nei riguardi di lui mancano di fede formata [dalla carità], sono esclusi  dal contatto di questo sacramento»[352].

Riguardo a coloro che sono separati dalla fede cattolica: «è più grave l’impedimento  della carità stessa che l’impedimento del suo fervore. Di conseguenza il peccato  d’incredulità che separa radicalmente l’uomo dall’unità della Chiesa, parlando in senso  assoluto, indispone l’uomo più di ogni altro peccato a ricevere l’Eucaristia, che è il  sacramento di tale unità, come si è detto. Quindi un incredulo pecca più gravemente  ricevendo questo sacramento che un credente peccatore, e più gravemente oltraggia Cristo  presente in questo sacramento, specialmente se non crede alla sua reale presenza; perché,  per quanto dipende da lui, sminuisce la santità di questo sacramento e la virtù di Cristo  che opera in esso: ciò equivale a disprezzare il sacramento in se stesso. Il fedele invece,  che si comunica cosciente di essere in peccato, non profana questo sacramento in se  stesso, ma ne profana l’uso, ricevendolo indegnamente. Ecco perché l’Apostolo, dando la  ragione di questo peccato, dice: “Non distinguendo il Corpo del Signore” [1Cor 11,19],  cioè “non facendo differenza tra esso e gli altri cibi”; e ciò lo fa massimamente chi non  crede alla presenza di Cristo in questo sacramento»[353]. 

A questo punto è indispensabile ricordare l’enciclica di Giovanni Paolo II Ecclesia  de Eucharistia, e citare alcuni paragrafi: «La celebrazione dell’Eucaristia, però, non può  essere il punto di avvio della comunione, che presuppone come esistente, per consolidarla e  portarla a perfezione. Il Sacramento esprime tale vincolo di comunione sia nella  dimensione invisibile che, in Cristo, per l’azione dello Spirito Santo, ci lega al Padre e tra  noi, sia nella dimensione visibile implicante la comunione nella dottrina degli Apostoli, nei  Sacramenti e nell’ordine gerarchico. L’intimo rapporto esistente tra gli elementi invisibili e  gli elementi visibili della comunione ecclesiale è costitutivo della Chiesa come sacramento  di salvezza [cfr. CDF, Communionis notio, 4: AAS 85 [1993] 839-840]. Solo in questo  contesto si ha la legittima celebrazione dell’Eucaristia e la vera partecipazione ad essa.  Perciò risulta un’esigenza intrinseca all’Eucaristia che essa sia celebrata nella comunione,  e concretamente nell’integrità dei suoi vincoli […].

La comunione ecclesiale dell’assemblea eucaristica è comunione col proprio  Vescovo e col Romano Pontefice. Il Vescovo, in effetti, è il principio visibile e il fondamento  dell’unità nella sua Chiesa particolare [LG, 23]. Sarebbe pertanto una grande  incongruenza se il Sacramento per eccellenza dell’unità della Chiesa fosse celebrato senza  una vera comunione col Vescovo. Scriveva sant’Ignazio di Antiochia: “Si ritenga sicura  quell’Eucaristia che si realizza sotto il Vescovo o colui a cui egli ne ha dato incarico” [PG  5,713]. Parimenti, poiché “il Romano Pontefice, quale successore di Pietro, è il perpetuo e  visibile principio e fondamento dell’unità sia dei Vescovi sia della moltitudine dei fedeli” [LG, 23], la comunione con lui è un’esigenza intrinseca della celebrazione del Sacrificio  eucaristico. Di qui la grande verità espressa in vari modi dalla Liturgia: “Ogni  celebrazione dell’Eucaristia è fatta in unione non solo con il proprio Vescovo ma anche  con il Papa, con l’Ordine episcopale, con tutto il clero e con l’intero popolo. Ogni valida  celebrazione dell’Eucaristia esprime questa universale comunione con Pietro e con l’intera  Chiesa, oppure oggettivamente la richiama, come nel caso delle Chiese cristiane separate  da Roma” [CDF, Communionis notio, 14: AAS 85 [1993] 847].

L’Eucaristia crea comunione ed educa alla comunione. San Paolo scriveva ai fedeli di  Corinto mostrando quanto le loro divisioni, che si manifestavano nelle assemblee  eucaristiche, fossero in contrasto con quello che celebravano, la Cena del Signore.  Conseguentemente l’Apostolo li invitava a riflettere sulla vera realtà dell’Eucaristia, per farli  ritornare allo spirito di comunione fraterna [cfr. 1Cor 11,17-34]. Efficacemente si faceva eco  di questa esigenza sant’Agostino il quale, ricordando la parola dell’Apostolo: “Voi siete  corpo di  Cristo  e  sue  membra”  [1Cor 12,27],  osservava: “Se voi siete il suo corpo e le  sue membra, sulla mensa del Signore è deposto quel che è il vostro mistero; sì, voi ricevete  quel che è il vostro mistero” [Sermo 272: PL 38, 1247]. E da tale constatazione deduceva:  “Cristo Signore [...] consacrò sulla sua mensa il mistero della nostra pace e unità. Chi riceve  il mistero dell’unità, ma non conserva il vincolo della pace, riceve non un mistero a suo  favore, bensì una prova contro di sé” [Ibid., 1248]»[354].

Ancora alcuni bellissimi testi di San Tommaso in merito: «L’Eucaristia è il  sacramento dell’unità della Chiesa, la quale risulta dal fatto che molti sono “una sola cosa  in Cristo” [Gal 3,28]»[355].

«La virtù dello Spirito Santo, che mediante l’unione della carità rende  intercomunicanti i beni delle membra di Cristo, fa sì che il bene privato, presente nella  messa di un buon sacerdote giovi anche agli altri. Invece il male privato di una persona  non può nuocere ad altri, se questi, come spiega S. Agostino, in qualche modo non vi  consentono»[356], perché «“la malizia del ministro non può ridondare sui misteri di  Cristo”»[357].

«Il Corpo vero di Cristo è figura del suo Corpo mistico... L’unità del Corpo mistico è  frutto della comunione del vero Corpo di Cristo. Ora, quelli che si comunicano o  l’amministrano indegnamente perdono codesto frutto…»[358].

«…si dispone il popolo mediante la pace, che viene data invocando l’“Agnello di  Dio”: l’Eucaristia è infatti il sacramento dell’unità e della pace…»[359]. 

«L’Eucaristia è il sacramento della perfetta unità della Chiesa. Quindi  particolarmente in questo sacramento più che negli altri si deve rammentare tutto ciò che si  riferisce alla salvezza della Chiesa intera»[360].

La Messa è l’inno trionfale della Chiesa Una: «La Chiesa, mentre è pellegrinante qui in terra, è chiamata a mantenere ed a promuovere sia la comunione con Dio Trinità sia la  comunione tra i fedeli. A questo fine essa ha la Parola e i Sacramenti, soprattutto  l’Eucaristia, della quale essa “continuamente vive e cresce” [LG, 26] e nella quale in pari  tempo esprime se stessa. Non a caso il termine comunione è diventato uno dei nomi  specifici di questo eccelso Sacramento.

L’Eucaristia appare dunque come culmine di tutti i Sacramenti nel portare a  perfezione la comunione con Dio Padre mediante l’identificazione col Figlio Unigenito per  opera dello Spirito Santo. Con acutezza di fede esprimeva questa verità un insigne scrittore  della tradizione bizantina: nell’Eucaristia, “a preferenza di ogni Sacramento, il mistero [della comunione] è così perfetto da condurre all’apice di tutti i beni: qui è l’ultimo termine  di ogni umano desiderio, perché qui conseguiamo Dio e Dio si congiunge a noi con  l’unione più perfetta” [N. Cabasilas, La vita in Cristo, IV, 10: Sch 355, 270]. Proprio per  questo è opportuno coltivare nell’animo il costante desiderio del Sacramento eucaristico. È  nata di qui la pratica della “comunione spirituale”, felicemente invalsa da secoli nella  Chiesa e raccomandata da Santi maestri di vita spirituale. Santa Teresa di Gesù scriveva:  “Quando non vi comunicate e non partecipate alla messa, potete comunicarvi  spiritualmente, la qual cosa è assai vantaggiosa... Così in voi si imprime molto dell’amore  di nostro Signore” [Cammino di perfezione, c. 35]»[361].

Padre Carlos Miguel Buela

A GESU’ MISERICORDIOSO

 

O Gesù, amico del mio cuore, tu sei il mio solo rifugio e per me l’unico riposo; sei la salvezza nelle tempeste della vita, la mia serenità nei travagli del mondo. Tu sei per me la pace fra le tentazioni, il sostegno nelle ore disperate e la vittoria nel combattimento che sostengo per portare alle anime il regno. Tu solo puoi comprendere un’anima che soffre e resta muta, perché conosci le nostre colpe e le nostre debolezze così bene che incessantemente ci perdoni, ci sollevi e fai in modo che impariamo ad amarti sempre più! Gesù, confido in te! Amen. 3 Gloria al Padre.

Il più grande orrore cui assistii nel Mio Tempo nell‟Orto degli Ulivi fu la piaga del peccato nei tempi della fine.


 

PECCATO 

Mia amata figlia prediletta, il più grande orrore cui ho assistito nel Mio Tempo nell‟Orto degli Ulivi fu la piaga del peccato nel tempo della fine. Durante la visione mostratami di satana, vidi il distacco dell‟uomo mortale dalle Leggi di Dio. Egli, il maligno, Mi mostrò immagini terribili; Mi tentava con ogni mezzo per farmi allontanare dalla Volontà del Padre Mio. Voleva tormentarmi, e così Mi mostrò il potere che avrebbe ancora avuto nonostante la Mia Morte sulla Croce. 

Mi mostrò la distruzione finale della Mia Chiesa sulla terra, la presa di potere al suo interno delle sette massoniche, l‟immoralità dell‟uomo, la mancanza di vergogna da parte dei figli di Dio, impegnati nei vili peccati della carne, l‟omicidio degli innocenti e il cadere nell‟errore da parte di quelli che professano di parlare nel Mio Nome. 

Satana è così potente che insinuò dubbi nelle Mia Mente sul fatto che Io fossi il Figlio dell‟Uomo. Io, nella Mia Divinità, non potevo soccombere al peccato, ma vi dico questo affinché l‟umanità capisca come il male possa tentare di farvi allontanare da Me. 

Satana non presenta il male nei modi più ovvi. Egli invece maschera il male come bene. Egli è astuto e può ingannare anche il più santo di voi nel farvi credere che una menzogna sia la Verità. 

Quando le persone si allontanano dai Miei Insegnamenti, abbracciano il peccato volentieri e con avidità nel loro cuore. Senza guida, essi si allontanano sempre più dalla Grazia. Se il Mio Nome venisse cancellato dalla faccia della terra, l‟uomo non sarebbe più in grado di trovare Dio. 

Non ha importanza quale religione voi seguiate, poiché la vostra unica via a Dio passa attraverso di Me, il Suo unico Figlio. Grazie alla Mia Morte sulla Croce Io vi ho salvato dal fuoco dell‟Inferno, compresi ogni uomo, donna e bambino viventi nel mondo di oggi. Se non accettate questo, allora non è possibile oltrepassare le Porte del Paradiso. Solo attraverso il Figlio potete essere presentati al Padre. Rifiutate Me, Gesù Cristo, e rifiutate la vostra salvezza. 

Quanto poco avete imparato a conoscere il peccato e il modo in cui esso vi separa da Dio. La diffusione del peccato non è mai stata così straripante da quando Dio ha creato il mondo. Voi, peccatori, avete raggiunto nuove profondità che mi fanno ribrezzo. Avete esposto anche i più piccoli, che sono stati affidati alle vostre cure, a comportarsi come demoni. Vi mancano la carità, l‟amore e la compassione per gli altri, e tuttavia molti di voi mostrano i loro atti di fede affinché il mondo li veda e li ammiri. Proprio come i Farisei dettavano le leggi di Dio, ma non le mettevano in pratica, né mostrarono umiltà, così anche quelli di voi che dicono di venire nel Mio Nome cadono nel peccato di orgoglio. 

Avete ancora bisogno di conoscere tante cose riguardo la Mia Voce e i Miei Insegnamenti, che cadono sempre nelle orecchie di un sordo. Infine ci sono coloro che passano tutto il loro tempo proclamando la loro conoscenza di Dio, dicono di conoscere le profezie che devono ancora essere rivelate, ma non sanno nulla. Se non fosse per la Mia Grande Misericordia voi non sareste idonei ad entrare nel Mio Regno 

È giunto il momento per tutti coloro che pretendono di guidare i figli di Dio nelle Vie del Signore, di implorare Me, Gesù Cristo, per ottenere il Dono dell‟Umiltà. È tempo per voi di ascoltare la Verità, come vi è stata data, poiché non avete molto tempo per riscattare voi stessi ai Miei Occhi. 

Il vostro Gesù.

25 Marzo 2013


Perché l'apostasia nella Chiesa è il grande piano del maligno per la fine dei tempi

 


Il maligno sa che il suo tempo sta per scadere e che Dio sta per togliergli gran parte del potere di corruzione che ha avuto nel secolo scorso.

Ed è per questo che ha lanciato una 'rivoluzione preventiva', cercando di immobilizzare la Chiesa, portando all'apostasia per buona parte dei sacerdoti e della gerarchia.

Ma non per una semplice perdita di fede, ma per predicare un messaggio spirituale diverso da quello predicato da Gesù, quando camminava sulla terra.

Il cambiamento non sarà percepito dalla maggioranza dei cattolici, scarsamente catechizzati, perché predicherà la bontà, ma smantellerà i dogmi e i comandamenti cristiani, relativizzandoli.

Qui parleremo di come comprendere questa battaglia della fine dei tempi, in cui siamo immersi, e qual è lo sforzo che il maligno sta facendo per complicare il rimodellamento del mondo, che Dio sta iniziando a fare.

Il libro dell'Apocalisse della Bibbia è una sorta di compendio dell'itinerario che seguirà la guerra contro il male sulla terra.

Questo porterà al trionfo definitivo di Dio.

E mostra anche il suo correlato nel cielo.

Indica tre grandi battaglie: quella che si verifica nel cielo, quella della fine dei tempi e quella della fine del mondo.

Il primo è quello del cielo, tra l'arcangelo Michele e i suoi angeli da un lato, e Lucifero con i suoi angeli ribelli dall'altro.

Lucifero, che diventerà satana, viene sconfitto e gettato sulla Terra.

E sulla terra dirige la sua ira contro i cristiani e contro la Chiesa, che cerca di distruggere con scandali, divisioni ed eresie.

Per impedirgli di completare l'opera iniziata da Gesù, per la progressiva instaurazione del Regno di Dio, nel cuore degli uomini.

E usa due bestie, la "Bestia del Mare" e la "Bestia della Terra".

La Bestia del Mare rappresenta fondamentalmente il potere politico, che si traduce nel desiderio di oppressione e conquista; dell'uomo che sottomette l'uomo.

E la Bestia della terra, chiamata anche 'Falso Profeta', che ha il compito di affiancare l'altra Bestia e spianargli la strada.

L'apocalisse presenta questa bestia della terra con due corna come un agnello, ma dice che parla come un drago.

Quindi pretende di rappresentare la voce di Dio, quella di Gesù Cristo, ma in realtà conduce le persone nella direzione opposta, verso il male.

È il diavolo delle ideologie che si ispirano agli uomini e delle deviazioni eretiche nella Chiesa.

Entrambe le bestie sono ingannatrici, specialmente il falso profeta, che usa una sottigliezza che sarà difficile da discernere anche per i cristiani.

In questa battaglia, che sembrerebbe aver luogo nel nostro tempo storico, un anticristo appare chiaramente, forse come persona o forse come sistema.

Chiunque cercherà di eliminare le vestigia del vero messaggio di Gesù Cristo, perseguiterà i veri cristiani e schiavizzerà le popolazioni.

Mentre il falso profeta ridefinirà la fede e trasformerà il cristianesimo in umanesimo, togliendo l'escatologico.

Ci sarà una tribolazione e un intervento di Dio, quella che viene chiamata la venuta intermedia di Gesù Cristo, che sarà rivelata nei nostri cuori, attraverso l'avvertimento e il miracolo profetizzati.

Chi purificherà la terra togliendo gran parte della sua malvagità attraverso quella che viene chiamata punizione, che culmina nei 3 giorni di oscurità.

ci sarà il trionfo del Cuore Immacolato di Maria e verrà il Regno eucaristico di Gesù, cioè velato come nell'ostia consacrata.

E il mondo vivrà una lunga Età di Pace,come profetizzato nelle apparizioni di Fatima, che nell'apocalisse è simboleggiata dal termine 1000 anni, tempo in cui i demoni saranno imprigionati.

la terza battaglia, quella della fine del mondo, si scatenerà dopo quei "mille anni", quando Satana sarà liberato.

E riescono a trovare persone disposte a seguirlo di nuovo.

Convocherà gli uomini delle nazioni di Gog e Magog, cioè delle nazioni pagane che si oppongono al cristianesimo.

allora la seconda venuta di Gesù Cristo avverrà nella carne, cioè fisicamente, e il diavolo sarà sconfitto e rinchiuso per sempre all'inferno.

E allora avverrà la risurrezione dei morti, il giudizio finale, la Gerusalemme celeste scenderà e il mondo precedente finirà.

Ora, dobbiamo concentrarci sulla battaglia della fine dei tempi perché è quella che sta accadendo nel nostro tempo storico.

Secondo quanto disse la Madonna a Conchita de Garabandal, dopo la morte di Giovanni XXIII erano rimasti solo 4 papi e poi sarebbe arrivata la Fine dei Tempi.

Si tratta di Paolo VI, Giovanni Paolo I, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.

Perciònel pontificato di Francesco è iniziata la fine dei tempi, che deve essere vista come un processo di cambiamento d'epoca.

E cosa succederà lì?

In un tempo di meno di un decennio, in cui possono passare i pontificati di diversi Papi, si svolgerà la fase finale del grande inganno del maligno, per evitare di perdere potere a causa dell'intervento spirituale di Gesù Cristo.

Ci sarà quella che possiamo chiamare una "rivoluzione preventiva" del maligno, che inciterà i suoi tirapiedi a rimuovere definitivamente il messaggio cristiano dal mondo.

Questo è già stato fatto, ma accelererà ulteriormente.

Il maligno porterà un cambiamento nell'idea di ciò che l'essere umano è.

Ad esempio, ridefinendo quello che fino ad ora era un dogma sull'immutabilità della natura umana.

Introducendo la modifica della natura umana attraverso l'ideologia di genere e il transumanesimo, cioè l'ibridazione umana con altre specie e con le macchine.

Porterà un cambiamento di valori nella civiltà, che è stato creato per volere del cristianesimo, rimuovendo dalla mente del popolo i comandamenti di Dio e soppiantandoli con altri.

Questo è il processo che è stato portato avanti attraverso quelli che l'ONU chiama i nuovi diritti, che sono legati alla conservazione della vita, ad esempio l'aborto e l'eutansia, e agli stili di vita: educazione dei bambini, sessualità, ecc.

E porterà un cambiamento nella matrice spirituale del mondo.

Sa che deve dare uno sbocco spirituale alle persone, perché il materialismo non copre i bisogni trascendenti dell'essere umano.

Perciò il falso profeta soddisferà il desiderio dell'uomo di trascendenza cercando di cambiare la matrice spirituale del cristianesimo.

Proporre una "religione dell'umanità", in cui tutti siano d'accordo e in cui le divergenze siano condannate.

Farà sì che le persone non si sentano peccaminose e pensino che andranno facilmente in paradiso, perché non sono stati grandi criminali.

Ridefinirà il messaggio sostenendo che ciò che il Dio che si è rivelato nella Bibbia significava è che le persone dovrebbero concentrarsi sull'aiutare gli altri e anche il pianeta.

Dove la tolleranza delle altre spiritualità e l'indifferentismo saranno valori centrali, cioè tutte le religioni mirano alla stessa cosa e differiscono solo per le loro tradizioni e per l'area del pianeta in cui lavorano.

Questa è tecnicamente un'eresia, che ha guidato il modernismo nella Chiesa per più di un secolo, ma che ha guadagnato più peso dopo il Concilio Vaticano II e ha preso preponderanza nell'ultimo decennio.

Questa eresia produce apostasia, cioè abbandono diffuso delle verità della fede cattolica tradizionale, per le verità della fede umanistica.

L'apostasia è stata profetizzata nella Bibbia, per esempio in Luca 18 scopriamo che Gesù si chiede se troverà la fede sulla terra quando tornerà.

in Atti degli Apostoli 20 si dice che appariranno nella Chiesa pastori che predicano un altro messaggio e trascinano molti cristiani.

E in molte apparizioni la Madonna ha profetizzato lo stesso.

Nella Salette disse che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell'anticristo.

L'Akita e molti altri, ripete che molti sacerdoti perderanno la fede e perseguiteranno coloro che la custodiscono.

E l'interpretazione della visione del terzo segreto che la Madonna ha dato a Suor Lucia a Fatima, e che non è stata rivelata dal Vaticano, è proprio che una grande apostasia arriverà nella Chiesa e che si consoliderà all'apice, secondo diversi sacerdoti, vescovi e cardinali che l'hanno letta.

In breve, il libro dell'Apocalisse ci dice che ci saranno tre battaglie centrali tra il bene e il male nel corso della storia umana.

Quello della fine dei tempi è quello che abbiamo di fronte a noi e si verifica a causa di una rivoluzione preventiva del diavolo per non perdere il potere.

Il suo obiettivo è quello di rimuovere i frutti del messaggio di Gesù Cristo, determinando il cambiamento della natura con cui l'uomo è stato creato, il cambiamento dei comandamenti della civiltà e il cambiamento della matrice spirituale del cristianesimo per predicare l'umanesimo.

L'apostasia all'interno della Chiesa è progettata dal diavolo, in modo che la Chiesa non predichi più il messaggio di Gesù e predichi la signoria dell'uomo sulla terra.

Bene, finora quello che volevamo parlare di apostasia nella Chiesa, tenendo presente che non sappiamo fino a che punto il Signore la lascerà andare.