mercoledì 17 settembre 2025

PERCHÉ DIO PERMETTE LA POSSESSIONE DIABOLICA


 

TRATTATO DI DEMONOLOGIA


I

I demoni sono più forti e vincono quando l’uomo si fa debole e cede alla loro violenza senza far nulla per difendersi e senza ricorrere ai mezzi che sono a sua disposizione per rendere inefficaci gli assalti del nemico. 

Sant’Ignazio, come diremo più sotto, paragona il demonio alla donna che si mette in contrasto con l’uomo: se l’uomo dimostra subito forza e resistenza la donna diventa timida, umile e arrendevole, ma se l’uomo si fa vedere debole, insicuro e remissivo la donna diventa audace, proterva, violenta ed ha facilmente ragione su di lui. 

Dio è più forte del demonio e mette la sua forza a disposizione dell’uomo per farlo anche lui — quando lo vuole — più forte del demonio. Il demonio è più intelligente — ricordiamo che è uno spirito — più astuto, più accorto, più bugiardo, più cattivo, e talvolta anche più informato dell’uomo, ma è più debole. L’uomo ha la possibilità di essere più forte del suo avversario e se vuol vincerlo, lo vince sempre. 

Una domanda che spesso si presenta a chi si interessa del tema che stiamo trattando, e che forse è affiorata anche alla mente del lettore, è perché mai Dio permetta la possessione diabolica, perché dia al demonio tanti poteri, limitati si il più delle volte, ma sempre estesi al di sopra della natura umana, preternaturali, e perché procuri tanto male e danno all’uomo che ne è la vittima. 

La domanda è stata fatta anche da altri e la risposta in generale — come abbiamo già detto altrove — è sempre la stessa: Dio non fa il male ma soltano il bene, il giusto, il retto. Anzi egli sa trarre il bene anche dal male, come dice la Sacra Scrittura (Gn 50,20) e fa servire i dolori e le afflizioni del tempo all’acquisto della gloria futura che supera immensamente i dolori del tempo (Rm 8,18). Questo in generale. 

In particolare, considerando più da vicino la cosa, si osserva che Dio vuole che si creda nel diavolo. La fede nel diavolo è strettamente legata con la fede in Dio, col mistero dell’incarnazione e della salvezza; coi principi della ascetica e della morale cristiana che dicono di opporsi e di combattere il male, identificato in massima parte col Maligno; con la vita stessa la quale è «malizia», lotta di difesa e di conquista. Ora non ci sarebbe stato bisogno dell’incarnazione del Verbo divino, né del battesimo, né della lotta contro il male, se il male non esistesse e non continuasse a spargere le sue rovine in mezzo agli uomini. Il demonio c’è, bisogna credere nella sua presenza e reagire alle sue mosse e a ai suoi tentativi. 

Egli si nasconde il più possibile e si camuffa in mille modi. La sua strategia è lavorare nell’ombra, di nascosto. Il suo più grande capolavoro — dice sant’Agostino e dopo di lui molti altri — è far credere che non ci sia. Chi ne nega l’esistenza gli fa il più grande favore. Assalendo di sorpresa coloro che non sospettano i suoi attacchi e la sua forza, il suo successo è assicurato. Ma se la sua eventuale vittima tiene gli occhi aperti e si mette sulle difese, il suo attacco sarà facilmente respinto. 

La possessione diabolica, con tutti i fenomeni insoliti, terribili, spaventosi che l’accompagnano, serve a convincere anche i più scettici della realtà della sua presenza e della malvagità delle sue azioni e quindi a metterli in guardia contro i suoi possibili assalti. In questo senso la possessione diabolica, che obbliga lo spirito del male e scoprirsi e a farsi vedere come realmente è, rappresenta per lui una gravosa e umiliante punizione. 

Risulta pertanto che Dio non ha abbandonato gli uomini in preda al diavolo perché egli ne faccia quello che vuole, ma che invece ha dato alle sue creature ampi mezzi per difendersi e la forza per superare e vincere le sue illusioni e tentazioni.

In questo senso prendono un significato speciale gli esorcismi e le benedizioni impartite dal sacerdote che incutono sempre un grande terrore al demonio e lo obbligano a uscire dal corpo degli ossessi. Come pure acquistano un significato molto chiaro, accanto all’esorcismo e all’azione del sacerdote, i sacramentali, la croce e il segno di croce, l’acqua benedetta, le reliquie dei santi, l’Agnus Dei, che contengono una forza segreta sempre efficacissima contro gli spiriti del male. 

Da tutto questo risulta da una parte la verità della dottrina cattolica, dall’altra il potere che la chiesa esercita sugli spiriti del male. Fin dai primi tempi della chiesa l’espulsione del demonio era uno degli argomenti più efficaci per provare la verità della fede cristiana. Lo stesso avviene oggi in terra di missione — e non soltanto là. Quale autorità umana — a pensarci bene — anche la più potente, è capace di comandare e dominare gli spiriti del male? Solo il sacerdote cattolico per il potere che gli è conferito da Dio e dalla chiesa. 

Ciò che il demonio, per comando di Dio e non per sua volontà, fa sapere talvolta sui suo stato anteriore nel cielo e sui suo stato presente nell’inferno — le così dette «prediche del diavolo» — servono a rafforzare e a confermare la fede dei credenti nelle verità eterne, nell’esistenza dell’inferno, nella gravità del peccato e nella severità dei castighi che ne derivano, e, in conseguenza, confermano anche tutte le altre verità della dottrina cristiana. «Come artista, anzi come grande artista, Dio sa servirsi anche del diavolo. Se non fosse capace di servirsene non lo farebbe esistere», ha scritto sant’Agostino135 . 

Infine Dio permette il manifestarsi della potenza satanica nell’uomo per far sentire maggiormente all’uomo la sua presenza e provvidenza paterna. Dio non abbandona mai, anche se talvolta sembra, le sue creature, neppure durante le crisi diaboliche, e più volte è avvenuto, come abbiamo visto negli esempi riportati, che dopo aver provato e sperimentato le carezze di satana molte anime sono tornate al fervore e alla pratica più assidua e più costante della loro fede. Gli indemoniati ricavano una duplice utilità dalla loro condizione: diventano più santi e avendo scontato in terra le loro pene, si presentano più purificati al Signore. 

In altre parole: nella possessione diabolica Dio manifesta i più belli e consolanti aspetti della sua paternità e del suo amore verso gli uomini sue creature: la sua potenza che fa tremare i demoni alla semplice invocazione del suo nome, la sua sapienza che sa ricavare il bene anche dal male, la sua giustizia nel punire con tale permissione i peccati degli uomini, la sua bontà infinita nell’aver dato alla chiesa un potere così grande sugli spiriti maligni, la sua provvidenza nel soccorrere i suoi figli nel massimo bisogno in cui si trovano.

Paolo Calliari

Gesù è qui e dice: "Guarda l’immagine, figlia mia prediletta. Cosa vedi?" Io rispondo: "Guerra, popoli in battaglia nel vicino oriente, e adesso vedo la Tua tristezza."

 


Gesù è qui e dice: "Guarda l’immagine, figlia mia prediletta. Cosa vedi?"

Io rispondo: "Guerra, popoli in battaglia nel vicino oriente, e adesso vedo la Tua tristezza."

Mia amata figlia, queste guerre devono cessare. Il Mio popolo qui sulla terra, i figli di Diosi fanno del male a vicenda. Nel vicino oriente attraverso guerre, nelle dittature con soprusi, nel vostro così osannato mondo occidentale attraverso la corruzione. Tutto ciò deve finire. Io sono triste, figlia mia. Io soffro molto a causa del vostro comportamento e dei vostri peccati. Voi dovete tornare a Me, in modo che Io vi possa liberare dalla mano del male. Io il vostro Gesù (lui è di nuovo qui nella sua quasi bianca tunica e poggia le sue mani dietro sulle mie spalle), vi do la Mia santa parola che strapperò le radici di tutto questo male. Chiunque creda di poter riavere il permesso di ignorare il bene e di pensare egoisticamente e con cattiveria solo se stesso, chiunque mi rinnega e si metta contro di me verrà annientato. Insieme alla bestia Io li scaglierò negli abissi, dove non esiste ritorno, soffriranno pene infernali e Io non farò nulla per loro. Perché una volta raggiunto l’inferno queste anime per Me sono perse.

Mi procura dolore perdere queste amate anime, per questo vi chiamo ancora una volta vi esorto ancora una volta a pregare per queste anime. Pregate, miei cari seguaci, in modo che tutte queste anime, che non sono ancora arrivate a Me, trovino la via verso di Me. La gioia in cielo è grande non appena anche un  anima  peccatrice si rivolge a Noi. Promettiamo solennemente che anche con la più piccola fiammella di pentimento che un’anima peccatrice ci mostra, Noi non la lasceremo mai più, ciò vuol dire che continueremo a pregare uniti con tutti i Santi e con il lavoro di tutti gli santi angeli, affinché non cada nell’inferno,fino a quando non entri nel regno dei cieli con Noi.

Figlia mia, di a al mondo, che non esiste peccato, che non possa essere perdonato all’infuori della blasfemia cioè l’offesa allo spirito Santo. Chi parla contro lo spirito Santo di Mio Padre non è degno di entrare nel Regno del Cielo.

Figlia mia io sono molto triste, perché così tanti figli di Dio non credono in Me. Di loro che Io li amo e vi aspetto.

Il tuo Gesù.

Grazie, di aver risposto alla nostra chiamata.

La Madonna, Gesù e Dio padre sorridono.

05 gennaio 2013     

ESTOLLENS VOCEM

 


ROSARIO

 nella eloquenza di 

VIEIRA


ESTOLLENS VOCEM

Per comprendere l'eccellenza e l'altezza di qualsiasi preghiera vocale, si devono considerare tre aspetti, o tre parti essenziali. Ciò che si chiede, a chi si chiede e per chi si chiede: cosa, a chi e per chi. Questa stessa distinzione è stata osservata dalla donna del Vangelo. La sua preghiera è stata panegirica e laudatoria, e nella voce che ha alzato, "Estollens vocem", ha toccato i medesimi tre punti, e i più alti, a cui poteva arrivare il più elevato spirito. Ciò che ha lodato è stato il mistero altissimo dell'Incarnazione; a chi ha lodato è stata la persona dello stesso Verbo incarnato; e per chi lo ha lodato, è stata per la Madre che lo ha concepito nelle sue viscere e lo ha creato ai suoi seni: "Beatus venter qui te portavit". Non potremmo desiderare, né miglior testo per dividere il nostro discorso, né miglior guida per seguirlo. La preghiera vocale del Rosario si distingue da quella del Vangelo per il fine: perché il fine di questa preghiera, come panegirica, è lodare; e quella del Rosario, come deprecatoria, è chiedere. Quella voce è stata altissima nella considerazione di ciò che ha lodato, a chi ha lodato e per chi ha lodato: e allo stesso modo è altissima la voce del Rosario nella considerazione di ciò che chiede, a chi chiede e per chi chiede. E queste saranno le tre parti del nostro discorso. Alta e altissima la preghiera vocale del Rosario per l'altezza delle petizioni che in essa facciamo: "Estollens vocem": alta e altissima per l'altezza della Maestà, a cui le presentiamo: "Estollens vocem": e alta infine, e altissima per l'altezza dell'intercessione, di cui parliamo: "Estollens vocem". Ascoltino ora con attenzione i devoti del Rosario, e con invidia e pentimento quelli che non lo sono.

P. Antônio Vieira)


Grazie!

 


Grazie, Signore, per l'immensa generosità della tua presenza eucaristica!

Grazie d'aver voluto, dopo il tempo tanto breve della tua vita umana accanto a noi, rimanere ancora più vicino a noi per sempre nel tabernacolo!

Grazie di metterti a nostra disposizione, di offrirti al nostro sguardo;

di attenderci, di accoglierci senza mai respingerci, di ascoltarci e di esaudirci!

Grazie d'aver istituito un sacerdozio come prolungamento del tuo, per renderti presente in mezzo agli uomini;

e d'aver desiderato il rinnovarsi quotidiano del sacrificio della Messa, che ci ridona perennemente la tua persona! Grazie per l'umiltà di una presenza tanto nascosta, per questa bontà aperta a tutti;

per l'invito di venire così vicino a te, come pregustamento della contemplazione celeste, per le ore serene di contemplazione e di adorazione!

Grazie per tutto il bene, per tutto il conforto e per tutta la gioia che procura agli uomini la tua venuta in mezzo ad essi! Grazie d'aver spinto fino all'estremo il tuo amore, di aver voluto moltiplicare in tutti i luoghi della terra il dono della tua persona!

 


Ai sacerdoti della Chiesa Cattolica, vi esorto a portare con voi il mio Santissimo Rosario.

 


Mia cara figlia, non credere neanche per un momento che qualcuno di voi sia abbastanza forte per resistere da solo alle tentazioni che dovrà affrontare per voltare le spalle alla Verità, la vera Parola di Dio. Senza continue preghiere, vi accorgerete che non siete in grado di stare in piedi e di annunciare la Verità, quando vi saranno presentate delle menzogne. 

Tutti voi dovete recitare la Crociata di Preghiera, poiché il buio è già iniziato a calare sulla Chiesa di Mio Figlio sulla terra e dovete essere preparati per questo in ogni momento. 

Esorto i sacerdoti della Chiesa Cattolica a portare sempre con loro  il mio Santissimo Rosario e una Croce di San Benedetto. Dovete recitare il mio Santo Rosario ogni giorno e osservare quelli nei ranghi più elevati all’interno della Chiesa, per vedere chi recita il mio Santo Rosario in pubblico. Quando sono venerata, il mio Santo Rosario deve essere recitato da tutti i presenti davanti a me. Se quelli che dicono di guidare i fedeli a cercare il mio aiuto davanti al Trono di Dio, non possono recitare il mio Rosario, allora hanno bisogno delle vostre preghiere. Venire davanti a me invocando il mio aiuto, senza recitare il mio Rosario, è senza sostanza, in quanto è come un soldato che va in battaglia, senza alcuna armatura. 

Il mio Rosario è la preghiera più potente e, se è recitata quotidianamente, distruggerà il potere del maligno. 

Coloro le cui anime sono state annerite da satana, troveranno troppo doloroso recitare questa preghiera. Dalle loro azioni voi capirete chi essi siano e dovete chiedere a Dio, per la Misericordia di Mio Figlio Gesù Cristo, di aiutarli ad andare verso la luce di Dio. 

La vostra amata Madre,  

Madre della Salvezza. 

14 Ottobre 2013

APPARIZIONI DELLA MADRE DI DIO IN VENEZUELA



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martedì 16 settembre 2025

Dio rivela il Suo Essere attraverso il Suo Discorso

 


La riconquista delle Caratteristiche di Dio


Anche se per tutte le Eternità non potrete sondare Me ed il Mio Essere, vi deve essere data comunque una chiara immagine del vostro Dio e Creatore, e non dovete essere lasciati nel pensare errato. Dovete sapere, che Io Sono l’Essere più sublime e più perfetto, Che non può mai essere raggiunto nella Sua Perfezione, al Quale però dovete comunque tendere, perché una volta siete proceduti da Lui come Sue immagini in tutta la perfezione e lo dovete anche di nuovo diventare. E la vostra beatitudine consiste nel fatto, di tendere inesorabilmente a Me, e questa beatitudine non finirà mai, perché anche il tendere verso di Me non finirà mai, perché nello stato della perfezione tutto è illimitato, sia per Me che anche per voi. Non sarete mai in grado di afferrare il concetto “Perfezione”, appunto perché il vostro pensare è limitato finché soggiornate sulla Terra. E più imperfetti siete ora ancora nel vostro essere, meno riuscite ad afferrare Me Stesso ed il Mio Essere, ed allora è anche facile, per il Mio avversario di fornirvi un’immagine deformata di Me, in modo tale che vengo rappresentato come un Essere sublimemente imperfetto, che ha delle caratteristiche anti-divine, come spietatezza da giudice e disamore, che eternamente condanna, e sentimenti ignobili come brama di vendetta, che esercita rappresaglia per mancanze, che Io non condanno mai, ma sono sempre pronto ad aiutarvi con Amore. Il Mio avversario cerca di presentarMi a voi come un Essere imperfetto, affinché Mi rifiutiate l’amore. Ed Io voglio sempre scoprire come un’opera menzognera del Mio avversario questa immagine deformata di Me e di chiarificarvi in quanto che in Me potete riconoscere un Dio dell’Amore, della Sapienza e del Potere, che siete in grado di riconoscere un Essere perfetto, al Quale potete donare il vostro amore, di cui Io ho nostalgia, perché siete dei figli del Mio Amore, che non perderanno mai più in eterno il Mio Amore, persino quando si distolgono da Me nella libera volontà. Perché un Essere, che E’ perfetto, non può odiare e condannare, si sforzerà sempre soltanto di aiutare le Sue creature ad uscire dallo stato dell’imperfezione, affinché possa di nuovo unirsi con Lui in eterno. E per questo vi rivelo una chiara Immagine di Me, della Mia Forza d’Amore che tutto riempie, che è diventata attiva nella Sapienza ed ha creato anche voi. Vi rivelo la meta, che ho posto nella Creazione di tutti gli esseri, ed anche il Piano di Salvezza, che conduce alla divinizzazione degli esseri. Io vi spiego tutto, affinché possiate davvero riconoscere il Mio Amore, la Mia Sapienza e la Mia Potenza, perché appena tutto questo vi viene sottoposto nella Verità, vi splende di nuovo la Luce della conoscenza, anche se ancora in minima misura, e cominciate a riconoscere voi stessi come Mie creature da Me chiamate in vita. La Verità accenderà anche in voi la scintilla d’amore, ed allora penetrerete sempre più profondamente, saprete, che vi trovate sulla via del ritorno a Me, dal Quale vi siete una volta volontariamente allontanati e per questo il vostro essere perfetto si è totalmente invertito ed è diventato imperfetto. Ma quello che deve di nuovo unificarsi con Me, deve essere perfetto e deve entrare volontariamente nella Mia Volontà, contro la quale si è ribellata. Ma appena avrà riconosciuto il Mio Essere, che in Sé E’ Amore, Sapienza e Potere, si sottometterà anche volontariamente alla Mia Volontà. E perciò gli rivelo il Mio Essere, che può nuovamente avvenire soltanto tramite il Mio Discorso, mediante la Mia Parola, che Io guido agli uomini e che donerà anche chiara Luce a colui, che accoglie il Mio Discorso. Perché Io soltanto posso guidare la pura Verità alla Terra, Io soltanto Sono la Luce che vuole irradiare nei vostri cuori. Io soltanto Sono l’Amore, che non può andare perduto per voi. Io Sono la Sapienza, che conosce tutti i mezzi e tutte le vie per guidarvi alla Luce, ed ho anche il Potere di strapparvi dalle mani del Mio avversario, se voi stessi non Mi opponete nessuna resistenza. Ma la vostra libera volontà decide tutto. E questa sarà rivolta a Me solamente, quando Mi riconoscete come un Essere il più sublimemente perfetto, Che potete amare. E questo richiede, che vi muoviate nella Verità, che vi liberiate dal bene di pensieri errati, da un bene spirituale, che vi ha portato il Mio avversario, per impedire che prendiate la via verso di Me. E per questo Io Stesso vi parlo dall’Alto, Io guido la Mia Parola alla Terra, affinché possiate diventare liberi dall’errato bene spirituale, che vi impedisce di riconoscerMi giustamente, Che Io, sublimemente perfetto, vi amo e vi voglio attirare a Me per l’Eternità.

 Amen

16. maggio 1963

Il martirio di Maria - SEZIONE V COME LA MADONNA POTEVA GIOIRE NEI SUOI DOLORI

 


CAPITOLO I

Il martirio di Maria


SEZIONE V COME LA MADONNA POTEVA GIOIRE NEI SUOI DOLORI


Dopo aver considerato le caratteristiche dei dolori della Madonna, dobbiamo ora passare a una loro peculiarità che è necessario tenere sempre presente, vale a dire la loro unione con la gioia più intensa. Che i suoi dolori fossero accompagnati da fiumi di gioia celeste, lo rivelò lei stessa a Santa Brigida. Ma in realtà non poteva essere altrimenti. Possiamo forse supporre che una creatura razionale e senza peccato possa mai essere altro che immersa nella gioia? La beatitudine è la vita di Dio, ed è da quella vita che torrenti di gioia inondano tutta la sua creazione. Solo il peccato porta dolore, e se i peccati degli altri possono far soffrire chi è senza peccato, essi non possono mai interferire con quella gioia profonda e duratura che l'unione con Dio produce necessariamente. Inoltre, non c'è merito dove non c'è amore. Se i dolori della Madonna non fossero scaturiti dal suo amore e non fossero stati animati da esso, non sarebbero stati meritori. Ma in verità l'amore era la causa stessa di essi. Dall'eccesso di amore derivò l'eccesso di dolore. Ora, è innegabile che l'amore non può esistere senza delizia. L'amore è di per sé essenzialmente gioia; e in proporzione all'eminenza dell'amore di nostra Madre deve essere anche l'eminenza della sua gioia celeste. Provare dolore e gioia allo stesso tempo è possibile anche per noi, la cui vita interiore è stata distratta dal peccato, resa irregolare e disomogenea. Tutti noi lo abbiamo fatto, anche se la nostra natura sensibile è un campo di battaglia dove le lotte finiscono rapidamente e una delle passioni in conflitto rimane padrona del campo. Ma è in Gesù e Maria che questa perfetta unione tra la gioia e il dolore estremi ha avuto luogo ed è stata uno stato permanente, duraturo e normale. È uno dei fenomeni più notevoli dell'Incarnazione e sembra essere, nella natura inferiore di Nostro Signore, una sorta di anticipazione della Sua unione delle due nature in una sola Persona. È anche una delle Sue caratteristiche a cui ha fatto partecipare in larga misura Sua Madre. Nella Sua Passione ha frenato la Sua divinità e non ha permesso che essa penetrasse sensibilmente nella Sua natura umana con la sua luce e la sua gloria. Anzi, ha persino posto la Sua mano su quella visione beatifica, che era dovuta alla Sua sacra umanità e che era senza ombre davanti alla Sua Anima fin dal primo momento della Sua Incarnazione, e non ha permesso che essa includesse nella sua sfera di gioia la Sua natura sensibile, per timore che potesse smorzare la Sua sofferenza e spegnere il fuoco della Sua grande agonia. Così, nella sua misura, la nostra Beata Vergine era piena di gioia nel profondo della sua anima per la sua intima unione con Dio, eppure la gioia aveva una sua sfera propria e non le era permesso di esplodere con il suo vasto mondo di luce, almeno in modo tale da bandire ogni dolore dal cuore. Come è stato detto prima, la sua gioia, lungi dall'alleviare le sue sofferenze, probabilmente la faceva soffrire di più. Ma ancora una volta dobbiamo ricordare che per lei non era come per i martiri. Essi cantavano tra le fiamme ed esultavano tra le pantere, perché la loro anima era integra e gioiosa, mentre la loro carne era lacerata e le loro ossa spezzate. Ma per lei era l'anima a soffrire maggiormente; e la gioia e il dolore la dividevano contro se stessa. Questo era più vicino a un mistero. In verità, era una vera partecipazione alle caratteristiche di Gesù, una lacerazione dell'anima senza turbarne la semplicità, una divisione senza sedizione, una ferita che era una nuova vita, una battaglia mentre tutto era armonia e pace. O Madre! Non possiamo dire come fosse, solo che era così! Tu eri tutta gioia, e, essendo così vicina a Dio, come potevi non esserlo? Tu eri tutta dolore, e cos'altro potevi essere in quegli abissi oscuri della Passione? E il tuo dolore non aveva potere sul tuo dolore; ma il tuo dolore aveva potere sul tuo dolore, e gli dava un'acidità più vivace, un'amarezza più volatile e pervasiva! Creatura felice! Il dolore ti schiacciava, e poi una gioia, come quella del Cielo, si posava sul tuo fardello e lo rendeva dieci volte più difficile da sopportare!

Eppure non rendiamo giustizia ai suoi dolori quando diciamo che essi non influivano sulle sue gioie. Senza dubbio li aumentavano e per lei erano fonte di nuove gioie che non aveva mai provato prima, o di nuovi livelli di gioie a cui era abituata. Non è che la sua gioia e il suo dolore fossero due oceani nella sua anima, senza punti di contatto, che non si mescolavano tra loro, né fluivano e rifluivano in sintonia. Lungi da ciò, in un certo senso potremmo dire che il suo dolore e la sua gioia erano quasi identici; perché le sue gioie erano dolori e i suoi dolori gioie. Potevano essere l'uno o l'altro, a seconda della doppia vita che era in essi. In verità, nei suoi dolori c'erano molte ragioni di gioia che nemmeno il più grande e felice Arcangelo del Cielo possiede in sé. Se guardiamo a lungo l'oscurità del Calvario, una luce meravigliosa irrompe dal suo centro più cupo. Cos'è tutto questo se non una magnifica riparazione dell'Onore Divino? Nemmeno Michele, quando, pieno di trionfante santità, scacciò Lucifero dal Cielo, gioì dell'onore di Dio come fece Maria. Lei, a cui era stato permesso di comprendere così profondamente il peccato e che nello spirito del Getsemani aveva assaporato in qualche modo l'ira del Padre, poteva esultare nella soddisfazione della Sua giustizia come nessun Angelo o Santo avrebbe potuto fare. Lei, che aveva vissuto trentatré anni con Gesù e aveva colto da Lui il Suo appassionato desiderio dell'onore del Padre, poteva trovare una profonda e beata gioia nel ripristino di quell'onore, che non tutte le creature insieme potevano scoprire. A volte c'è stata una minuscola goccia di quella gioia nei nostri cuori, e sappiamo com'era, ma non potremmo dirlo nemmeno se volessimo. Oh, per quella terra dove sarà un'abitudine eterna e senza ostacoli!

C'era gioia anche nell'immensa saggezza di cui Dio l'aveva dotata, grazie alla saggezza divina che le appariva evidente nell'intero disegno della nostra redenzione. Non c'era alcuna caverna di vergogna, ma era illuminata da diverse perfezioni divine, che la ricoprivano di un perfetto bagliore di splendore meraviglioso. Non c'era alcun orrore fisico nella Passione, dal quale una fede priva di amore si ritrae con volgare schizzinosità, ma era rivestita di una strana bellezza proveniente dai tesori della mente e della volontà divine. La scienza dell'Incarnazione non le apparve mai, nemmeno a lei, con una chiarezza così sorprendente e affascinante come nella sua Compassione, con tutte le sue ragioni, possibilità, adattamenti e convenienze. La visione che ebbe sarebbe stata sufficiente ad alimentare per sempre l'adorazione dei nove cori degli Angeli. C'era gioia anche nella sua previsione dell'esaltazione di Gesù. Lo vedeva già alla destra del Padre, la sua sacra umanità in trono come oggetto di massima adorazione per sempre. Ai suoi occhi le nuvole luminose del giorno dell'Ascensione erano stranamente intrecciate con l'oscurità dell'eclissi sul Calvario. Vide i piedi che gocciolavano sangue, come se si alzassero nell'aria soleggiata, ciascuno con il suo stigma glorificato che brillava come un sole rosato. Vide quasi gli Angeli nel loro bianco scintillante, che si muovevano tra i cavalli di quei centurioni stranieri spietati. L'oscurità della profondità faceva risaltare la luminosità dell'esaltazione, come se fosse uno sfondo di tempesta che proiettava in avanti le cose luminose con una luce vivida e realistica. C'era anche gioia nella sua partecipazione in quel momento alla gioia interiore di Gesù. Perché quel Cuore fallito sulla Croce aveva in sé un vero oceano di gioia, una gioia che nessuno sulla terra tranne Sua Madre conosceva, una gioia che nessun altro poteva condividere, perché nessun altro poteva comprenderla. Se la sua parte fosse stata divisa tra gli innumerevoli eletti, ognuno di noi avrebbe avuto più di quanto potesse sopportare. Era anche una gioia, di un tipo particolare, vederLo pagare in quel momento e in quel luogo per le gloriose prerogative che Le aveva dato. Quando il sangue le bagnò la mano e ne macchiò il candore, lei lo riconobbe e lo adorò come il prezzo della sua Immacolata Concezione. Poteva vedere questo e non amarlo diecimila volte più di quanto lo avesse amato fino a quel momento? E con l'impeto dell'amore doveva necessariamente arrivare anche l'impeto della gioia.

È impossibile non gioire anche delle operazioni della grazia nelle nostre anime. Ogni aumento di grazia è una missione di una Persona Divina, un contatto con Dio, un'unione più intima e squisita con Lui. Se fossimo più lenti, più seri, meno occupati e meno precipitosi nella nostra vita spirituale, lo sentiremmo più di quanto non facciamo. Quanto deve aver gioito allora per i magnifici atti soprannaturali che le sue sofferenze le facevano compiere continuamente! Quanta fede, quanta speranza, quanto amore, quanta fortezza, quanta conformità, quanto amore per la sofferenza, quanto spirito di sacrificio, quanto culto intelligente, quanto unione incomparabile! Da ciascuna di queste magnificenze regali si sarebbero potuti ricavare milioni di santi, eppure ne sarebbe rimasta una quantità meravigliosa. C'era anche gioia, chi può non crederci? Nel suo pensiero che la sua compassione dovesse essere per noi un dono così ricco, che dovesse procurarci così tante grazie, darci così tanti esempi, suscitare tanta devozione, avvicinarci così tanto a Gesù e riempirci di uno spirito più saggio e di un'adorazione più profonda. Ecco sette gioie che sono scaturite proprio dai suoi dolori. Potrebbero moltiplicarsi all'infinito, ma queste sono sufficienti per l'amore e più che sufficienti per la nostra comprensione nella loro pienezza.

FR. FEDERICO FABER, DD
CON NIHIL OBSTAT E IMPRIMATUR, 1956


Non si può fare un cammino di crescita cristiana e di santità se non mettete in pratica gli insegnamenti che vi ho impartito, sono gli stessi che mio Figlio Gesù ha predicato e che sono contenuti nel Vangelo.

 


"MADRE DELL'EUCARISTIA" 


Figliolini miei, cercate la Parola di Dio, è un grande tesoro contenuto nella Bibbia. Come non potete amare una persona che non conoscete, così non potete amare Dio se non conoscete la sua rivelazione. Quando siete ammalati nel corpo vi preoccupate e vi curate, perché quando siete ammalati o morti spiritualmente non utilizzate i mezzi che mio Figlio Gesù ha messo a vostra disposizione: i sacramenti? Meditate queste tre parole che vado ripetendo dai primi messaggi: conversione, preghiera e digiuno. Non si può fare un cammino di crescita cristiana e di santità se non mettete in pratica gli insegnamenti che vi ho impartito, sono gli stessi che mio Figlio Gesù ha predicato e che sono contenuti nel Vangelo. Aiutate il prossimo che si trova in difficoltà e nel bisogno anche quando vi costa sacrificio; la carità occupa il primo posto, le altre virtù senza la carità servono a nulla. Figliolini miei, preoccupatevi, pregate ed agite per la salvezza dell'anima dei vostri fratelli, se coopererete alla salvezza di una sola anima, voi sarete preziosi agli occhi di Dio che vi ricompenserà con il 

Paradiso. Meditate i messaggi, ma soprattutto viveteli. Non vi scoraggiate, abbandonatevi sempre a Dio e ricordatevi che anche in una stanza buia può entrare un raggio di luce. Insieme al sacerdote vi benedico e vi copro con il mio manto materno. Andate nella pace di Dio Padre, Dio Figlio, Dio Spirito Santo. Sia lodato Gesù Cristo. 

5 febbraio 1989

Riempirsi di Cristo per mezzo di Cristo Maria

 


ESERCIZI PREPARATORI 

alla Consacrazione a Maria SS. 


4. Devozione a S. Giuseppe. - Io sento che non ho detto tutto e che mancherei di carità verso il mio prossimo e mi coprirei della ingratitudine più grave dinanzi al Cielo, se non dicessi all'anima che desidera entrare e progredire nella S. Schiavitù che, di tutti i mezzi, il più facile e il più alla mano per ottenere una grazia così grande è di rivolgersi all'amabilissimo Custode di Gesù e Sposo di Maria, il caro e grande San Giuseppe.  

Come si è iniziati bene e facilmente per mezzo suo alla Vera Devozione a Maria! Come si progredisce sicuramente e perfettamente sotto la sua dolce guida, nella pratica del Segreto!  

Veramente il Cuore di Gesù ha formato e proposto a noi in questo caro Santo il Modello e il Patrono degli Schiavi d'amore della Madonna. Chi più di Lui fra i Santi ha amato Maria ed è stato più riamato da Lei? Chi più di Lui ha goduto dei vantaggi che reca seco la Vera Devozione?  

Non è stato Lui il primo ad avere dallo Spirito S. le chiavi per entrare nel bel Paradiso di delizie che è il Cuore verginale di Maria? Chi meglio di Lui e più a lungo e con maggior profitto ha saputo dimorare in quel Cuore? Egli dunque, primo fra tutti i Santi, ha praticato il Segreto di Maria e ne ha raccolto i frutti abbondanti e preziosi. Per questo Egli è come il Patrono nato della nostra cara e bella Devozione, nel tempo stesso che ne è il modello più compìto.  

Chiunque vuole andare perfettamente a Maria vada per mezzo di S. Giuseppe, ha gridato al mondo Papa Benedetto XV, nel Breve in cui ha invitato i fedeli a commemorare solennemente la ricorrenza cinquantenaria della proclamazione del Santo a Patrono della Chiesa. E quando il Vicario di Cristo ha parlato e ci ha rivelato questo nuovo segreto di grazia, a noi tocca di mettere a profitto le sue parole venerate. Noi tutti, quindi, che vogliamo andare a Gesù per mezzo di Maria, affine di andare a Lui perfettamente, ricordiamoci che andremo perfettamente a Maria per mezzo del suo Santo Sposo. 


Servo di Dio B. SILVIO GALLOTTI

Le forze del terrorismo islamico, del comunismo e dell'ateismo pratico sono usate da Satana per causare un'altra guerra mondiale.

 


Mio figlio, ci sono molte lotte nella mia chiesa riguardo alla consacrazione della Russia. Molte profezie antiche sono state date riguardo a una guerra guidata dai comunisti che ha portato alla distruzione di gran parte dell'Europa, compreso il Vaticano. Documenti rilasciati nei vostri media verificano questi piani di guerra. Ma il mio popolo dimentica un fattore importante in questa discussione: Dio. Solo io governo l'universo e le faccende dell'umanità. Governo anche le faccende dell'inferno. Nulla accade senza che la mia volontà venga compiuta. Pensi davvero per un momento che io darò gloria a Satana e all'orgoglio dell'uomo? Ricorda Isaia 42:8: Io, il Signore: questo è il mio nome. Non darò la mia gloria a un altro, né la mia lode a immagini scolpite.  

Mio figlio, Giovanni Paolo II ha consacrato il mondo al Cuore Immacolato di Maria, come già sai. Non pensi, mio figlio, che queste consacrazioni non abbiano portato frutto? Perché io, il Signore Dio Onnipotente, creatore del cielo e della terra, ti profetizzo: Il risultato della consacrazione del mondo alla madre di mio figlio Maria ha avuto due effetti. Ha interrotto e cambiato i piani delle forze comunistiche massoniche e ha dato al mondo un periodo prolungato della mia misericordia. Pensi davvero che una consacrazione alla Madre della Misericordia non avrebbe effetto? Ha permesso a più anime di entrare nel mio regno. Non dimenticare che il mio scopo primario è la salvezza dei miei figli. Se ricordi questo, mio figlio, gli eventi del mondo avranno senso per te. Guarda gli eventi con gli occhi del tuo Padre nei cieli, non con i tuoi occhi e comprensione umani.  

Mio figlio, a Fatima, mia figlia Maria ha chiesto esplicitamente la consacrazione della Russia da parte del Papa e dei vescovi del mondo. Questo evento non si è verificato come chiesto da mia figlia Maria. Se fosse accaduto, mio figlio, il trionfo del Cuore Immacolato di Maria si sarebbe già realizzato. Vivresti già nell'era della pace. È evidente che non c'è pace nel tuo mondo. Solo un uomo cieco farebbe una tale affermazione.  

Mio figlio, l'umanità non ha risposto alla mia misericordia. L'umanità è diventata sempre più malvagia e peccaminosa. Un giorno arriverà presto che farà sì che la mia ira castighi i miei figli. Ancora una volta, dico queste parole non per spaventare, ma per svegliare i miei figli. Se vivi nella mia pace, non c'è davvero nulla da temere. Ancora una volta, solo gli empi e i tiepidi devono temere.  

Mio figlio, le forze comunistiche massoniche stanno di nuovo iniziando a sorgere nel tuo mondo. Le forze del terrorismo islamico, del comunismo e dell'ateismo pratico sono usate da Satana per causare un'altra guerra mondiale. Perché io, il Signore, ti profetizzo di nuovo: Se l'umanità rifiuta la mia misericordia, un'altra guerra mondiale sarà permessa e l'uomo di peccato sarà autorizzato a castigare gli empi e i peccatori. Leggi queste parole con attenzione. Sto permettendo questi eventi a causa del mio popolo che rifiuta la mia misericordia. Dove sono le preghiere, le penitenze e le messe offerte in riverenza per il mio onore e la mia gloria? Perché il mio popolo rifiuta la preghiera e il digiuno per ottenere la mia continua misericordia sul tuo mondo? Non vedi la mia mano nei cambiamenti climatici e nei disastri naturali che si verificano sul tuo pianeta? Isaia 45:12, 18. Io ho fatto la terra: e ho creato l'uomo su di essa. La mia mano ha steso i cieli: e ho comandato a tutto il loro esercito. Poiché così dice il Signore che ha creato i cieli, Dio stesso che ha formato la terra e l'ha fatta, il suo stesso creatore, che non l'ha creata invano, che l'ha formata per essere abitata: io sono il Signore; e non c'è altro. Ricorda di smettere di cercare di capire la mente e i propositi dell'Onnipotente. Non cercare le cose che sono troppo alte per te, e non indagare su cose al di sopra delle tue capacità: ma sulle cose che Dio ha comandato, pensa sempre, e non essere curioso in molte delle sue opere. Ecclesiastico 3:22. Ma chi si gloria, si gloria in questo, che comprende e conosce me, perché io sono il Signore che esercita misericordia e giudizio e giustizia sulla terra: perché queste cose mi piacciono, dice il Signore. Geremia 9:24. Cosa ti ha comandato mio figlio di fare sopra ogni altra cosa? Ama il tuo Dio e il tuo prossimo. Stai davvero adempiendo a questi due comandamenti? Se no, pentiti dei tuoi peccati.

Mio figlio, mentre la mia gente discute sulla validità della consacrazione della Russia, molte anime stanno andando all'inferno. Non permettere di cadere nella trappola di Satana. La consacrazione non è ancora avvenuta. Avverrà. Il messaggio di Fatima riguardava principalmente la penitenza e la salvezza delle anime. La consacrazione della Russia è un messaggio rivolto al Papa e ai vescovi del mondo. Prega affinché il mio Spirito Santo dia al Santo Padre la forza e la saggezza per superare le forze che combattono contro di lui. Mio figlio, ti dirò perché la consacrazione della Russia non è ancora avvenuta. La mia chiesa non è stata purificata dalle forze malvagie nascoste tra il clero. Ricorda che il Papa e i vescovi del mondo sono tenuti a fare la consacrazione. In passato, c'erano troppi vescovi ribelli contro il Santo Padre affinché la consacrazione potesse avvenire. Il mio Spirito Santo ha guidato il Santo Padre a purificare la mia casa. Una volta che la mia chiesa sarà purificata e la mia casa sarà in ordine, vedrai la consacrazione della Russia realizzata. Come hai letto, mio figlio ha detto a Suor Lucia che sarebbe stata fatta tardi. Ora leggi Isaia 55:8, 11. Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri: né le vostre vie le mie vie, dice il Signore. Così sarà la mia parola, che uscirà dalla mia bocca. Non tornerà a me vuota, ma farà ciò che io voglio e prospererà nelle cose per le quali l'ho mandata. Non presumere nel tuo orgoglio di conoscere la mente di Dio. Non causare divisione tra la mia gente discutendo sulla consacrazione della Russia. È un inganno di Satana per impedire alla mia gente di concentrarsi sulla tua missione: la salvezza delle anime. Ancora una volta, mi ripeto per te. La tua missione è guidare le anime verso mio figlio Gesù Cristo per la salvezza, non causare l'allontanamento delle anime dalla mia chiesa a causa del tuo spirito orgoglioso e polemico. Io, il Signore, ti terrò responsabile per le tue azioni, parole e pensieri, che fanno inciampare un altro. La consacrazione avverrà nel mio tempo, non nel tuo o in quello di Satana. Non ricevo onore e gloria dal tuo orgoglio, ma solo dalla tua umiltà. Fai parte dell'esercito di mio figlio e dell'esercito di mia figlia Maria. Adempi la tua missione. Lascia che coloro la cui missione è lavorare per la consacrazione della Russia, adempiano la loro missione. Non è la tua missione. Non causare scisma o divisione, ma amore e unità tra la mia gente. Mi ripeto per fermare la confusione tra la mia gente. Se fai la mia volontà, ti proteggerò e ti guiderò qualunque cosa accada. Poiché io sono lo stesso Dio vivente della Bibbia che è tuo Padre oggi e per sempre. Ti amo, mia gente. Torna al gregge del Padre attraverso le grazie di mio figlio Gesù Cristo, il potere del mio Spirito Santo e l'intercessione di mia figlia Maria. Queste sono parole di Dio Onnipotente per la mia gente. Amen.

09/25/07  

VERNE DAGENAIS 

Maria di Suplian - Ven. Anne Catherine Emmerick

 


Secondo le visioni del  

Ven. Anna Caterina Emmerick 


LA VITA DI GESÙ CRISTO E DELLA SUA SANTISSIMA MADRE

(Dalla fine della prima Pasqua alla prigionia di San Giovanni Battista)



Maria di Suplian


Mentre Gesù era occupato a guarire i malati, entrò dalla porta posteriore del grande corridoio una signora anziana, di mezza età, vestita come una straniera. Aveva coperta la testa e i capelli con un velo delicato, ricoperto di perle. La parte superiore la copriva dal collo un corpetto che terminava a forma di cuore aperto ai lati. Questo corpetto era sovrapposto come un scapolare, aderente al corpo e chiuso con preziose cinghie e ornamenti di perle al collo e al petto. Da lì scendevano due sacchi piegati fino ai piedi, uno più corto dell'altro, entrambi di lana bianca, con decorazioni di bellissimi fiori. Le maniche erano larghe e sulla spalla era fermato un mantello corto che cadeva su entrambi i bracci. Coprì tutto con un lungo mantello di lana bianca. Si avvicinò molto triste e angosciata, piena di confusione e di dolore; il suo viso esile indicava pianto e il suo sguardo era smarrito. Voleva arrivare fino a Gesù, ma non poteva a causa della folla. I farisei indaffarati le uscirono incontro, e lei disse loro: "Portatemi dal Profeta, affinché mi perdoni i peccati e mi guarisca". I farisei risposero: "Donna, vai a casa. Che vuoi qui? Lui non vuole parlare con te. Come potrebbe Lui perdonare i tuoi peccati? Non vorrà trattare con te: sei un'adultera". Quando la donna sentì questo, impallidì, si rattristò estremamente, si gettò a terra, strappò il suo mantello dall'alto in basso, si tolse violentemente il velo e gridò: "Ah, allora sono perduta! Ora tornano a impossessarsi di me!... Mi strappano!... Lì ci sono loro!..." E nominò cinque diavoli che erano entrati in lei: il diavolo di suo marito e quelli di quattro altri amanti. Era uno spettacolo spaventoso. Alcune donne che erano lì la sollevarono e portarono la desolata donna a casa sua. Gesù, che sapeva tutto questo, non volle, tuttavia, vergognare qui i farisei; lasciò che facessero come volevano e continuò il suo insegnamento e le sue guarigioni con gli altri. La sua ora non era ancora arrivata. Si diresse con i suoi discepoli, accompagnato dalla folla attraverso la città, salendo poi in alto, al luogo di insegnamento di Giovanni, sulla collina circondata da casette e recinti, accanto alla quale si trovava il castello mezzo in rovina che aveva abitato Erode quando predicava Giovanni. Tutto il contorno della collina era pieno di gente che aspettava Gesù. Questi salì al luogo della predicazione, coperto con un mantello sopra e aperto su tutti e quattro i lati. Si svolse una grande predicazione. Gesù parlò della grande misericordia di Dio verso il suo popolo, in particolare, e verso tutti, e ripassò i testi dei profeti, mostrando la provvidenza di Dio e dimostrando che tutto si stava adempiendo ora in questo tempo e momento. Tuttavia, non disse così chiaramente che Lui era il Messia, come a Bezech. Parlò anche di Giovanni, dei suoi lavori e della sua prigionia. Le folle venivano portate e allontanate da lì, per modo, per offrire. Gesù chiese a alcuni gruppi perché volevano essere battezzati, perché avevano aspettato fino ad ora, cosa intendevano per battesimo. Li divise in classi che dovevano battezzarsi per primi e poi quelli che dovevano aspettare fino a ricevere maggiore istruzione. Ricordo la risposta di un gruppo alla domanda sul perché avessero aspettato fino ad ora. Uno disse: "Perché Giovanni insegnava sempre che sarebbe venuto Uno che era più grande di lui e così abbiamo aspettato per ricevere maggiore grazia". Su questo alzarono la mano tutti quelli che erano della stessa idea e formarono così un gruppo che ricevette da Gesù alcuni avvisi e l'indicazione del tempo in cui dovevano battezzarsi. Nel pomeriggio, alle tre, si concluse questo grande insegnamento.

Gesù andò con i suoi discepoli e i farisei in città, dove gli avevano preparato un grande banchetto in una sala dell'albergo. Ma quando Gesù arrivò nella sala del festino, non entrò e disse: "Io ho un'altra fame", e chiese, anche se lo sapeva perfettamente, della casa dove viveva la donna che avevano allontanato da lì la mattina. Gli indicarono la casa, che non era lontana, e lasciando Gesù gli altri, entrò nel vestibolo di quella casa. Io ho visto, quando si avvicinò Gesù, il terrore della donna. Il demonio che la possedeva la scagliava da un angolo all'altro della stanza: sembrava un animale che cercava di nascondersi. Quando Gesù entrò nel cortile e si avvicinava a dove si trovava l'infelice, essa volò fuori dalla sua casa e si rifugiò in un sotterraneo, nascondendosi in una sorta di barile, che era più stretto sopra, e nel tentativo di nascondersi, si ruppe il recipiente con grande fracasso, perché era un grande tino di argilla cotta. Alla fine Gesù parlò e disse: "Marta di Suphan, donna di... (qui pronunciò il nome del marito, che ho dimenticato): Ti comando, nel nome di Dio, di venire da Me". Allora la donna venne, tutta avvolta dalla testa ai piedi, come se il diavolo la costringesse a avvolgersi nel suo stesso mantello, come un cane che si avvicina, aspettando di essere picchiato; si avvicinò a Gesù strisciando su mani e piedi. Gesù le disse: "Alzati". Si alzò subito ma strinse il velo sulla testa e sul collo così strettamente come se volesse strangolarsi. Allora il Signore le disse: "Scopri il tuo volto". Lei sollevò il velo. Aveva gli occhi bassi e smarriti, come se il diavolo la costringesse a distoglierli da Gesù. Gesù avvicinò il suo volto al suo e disse: "Guardami". E lei lo fece. Gesù soffiò su di lei, e un denso vapore uscì dall'infelice in tutte le direzioni. Ella cadde in ginocchio davanti a Gesù. Le serve erano accorse per il rumore del recipiente in frantumi e ora si trovavano a una certa distanza a guardare la scena. Gesù ordinò di portare la donna a casa sua su una barella e la seguì con i suoi discepoli. La trovò lì in un mare di lacrime. Gesù si avvicinò a lei, le mise le mani sulla testa e le disse: "I tuoi peccati ti sono perdonati". Ella piangeva a dirotto e si mise in piedi. Poi vennero i suoi tre figli nella stanza: un bambino di dodici anni e due bambine di nove e sette anni; queste indossavano un vestito giallo con decorazioni e maniche corte. Gesù si rivolse ai bambini, parlò loro con affetto, chiese e li insegnò. La madre disse: "Ringraziate il Profeta; Egli mi ha curato". Allora i bambini si gettarono a terra, davanti a Gesù. Gesù li benedisse e, secondo la loro età, portò ciascuno di loro vicino alla madre e mise le mani dei bambini in quelle della madre, e mi sembrò che con ciò togliesse da loro un marchio, e che ora fossero bambini legittimi, poiché erano figli nati nel suo traviamento. Gesù consolò la donna dicendole che poteva ancora riconciliarsi con suo marito, e la esortò a perseverare nella penitenza e nel pentimento e a vivere ordinatamente. Poi andò con i suoi discepoli a cena con i farisei.

Questa donna era di Suphan, della terra di Moab, ed era discendente di Orfa, vedova di Cheljon, nuora di Noemi, colei che per consiglio di Noemi non andò a Betlemme, per accompagnare Noemi, come Ruth, l'altra vedova di suo figlio Mahlon. Orfa, vedova di Cheljon, figlio di Elimelech, di Betlemme, si risposò in Moab e da questa famiglia era Marta di Suphan. Era la moglie di un ebreo ed era ricca, ma adultera, e i tre figli che aveva non erano di suo marito. Suo marito l'aveva ripudiata, conservando i suoi figli legittimi. Lei viveva nella sua casa, ad Ainon; era da tempo piena di pentimento e di dolore, si comportava bene e alcune buone donne di Ainon andavano molto d'accordo con lei. L'insegnamento di Giovanni Battista e i suoi rimproveri a Erode per il suo adulterio l'avevano confermata nei suoi buoni propositi. Era spesso posseduta da cinque demoni, che si erano presentati all'improvviso quando l'ultima volta era andata nel cortile dove Gesù guariva, e quando i farisei l'avevano scacciata, ponendola quella volta al limite della disperazione. Per la sua discendenza da Orfa, cognata di Ruth, questa donna aveva un legame con la discendenza di Gesù, da Davide. Mi fu mostrato come questo ramo deviato della discendenza, offuscato dalla colpa, fosse ora purificato, e attraverso questa purificazione, per mezzo di Gesù, entrasse nella Chiesa. 

Gesù, come ho detto, entrò nella sala del convito con i discepoli, dove c'erano i farisei, e si sedette a tavola con loro. Erano un po' contrariati perché Gesù avesse fatto a meno di loro e avesse lui stesso cercato la donna che loro, davanti a tanti, avevano rifiutato e allontanato; ma mantennero un prudente silenzio perché temevano un rimprovero da parte di Gesù. Gesù li trattò durante il pasto con tutta considerazione e insegnò con parabole e comparazioni. A metà del pasto vennero i figli della Suphanita vestiti a festa e entrarono nella sala. Una delle figlie portava un recipiente bianco con acqua profumata; la seconda, un altro recipiente con essenza di nardo, e il bambino un altro recipiente. Si avanzarono verso la parte aperta della tavola, si gettarono ai piedi di Gesù e posero i loro doni sulla tavola. La stessa donna entrò poi con le sue ancelle, anche se non osava farsi avanti. Indossava un velo e portava una coppa di vetro trasparente e brillante, dove c'erano piante aromatiche circondate da erbe vive. I farisei guardavano contrariati la donna e i figli. 

Gesù disse alla donna: "Avvicinati, Marta". La donna si avvicinò umilmente e i suoi figli, a cui diede il regalo, lo posero insieme agli altri sulla tavola. Gesù ringraziò per i doni. I farisei mormorarono, come più tardi con Maria Maddalena pensando: "Questo è uno spreco; è una prodigalità, contro la moderazione e a danno dei poveri". Lo dicevano solo cercando di trovare qualcosa da rimproverare alla donna. Gesù parlò molto amichevolmente con lei e con i figli, ai quali regalò frutta; e poi uscirono. La Suphanita continuava sempre umile, dietro a Gesù, e Gesù disse ai farisei: "Tutti i doni vengono da Dio. Per ringraziare ciò che è costoso bisogna dare anche ciò di più costoso, ciò che si ha di meglio. Questo non è prodigalità. Le persone che lavorano nella confezione di queste essenze devono anche vivere". Con tutto ciò, ordinò a uno dei suoi discepoli che il prezzo dei regali fosse distribuito ai poveri. Parlò ancora del pentimento e della conversione di quella donna; reclamò per lei il dovuto rispetto, e la considerazione anche degli altri abitanti della città. La donna non disse una parola: solo piangeva continuamente sotto il suo velo. Si gettò ai piedi di Gesù e uscì dalla sala. 

Gesù insegnò poi riguardo all'adulterio e aggiunse: "Chi di voi si trova libero dall'adulterio spirituale?" Disse che Giovanni non poté convertire Erode; ma che questa donna era convertita e parlò della pecora perduta e ritrovata. Aveva consolato la donna nella sua casa, augurandole che questi figli che Dio le aveva dato crescessero bene; e le aveva dato speranza di unirsi alle donne che erano con Marta e lavorare per l'ospitalità dei discepoli. Dopo il pasto ho visto i discepoli distribuire molte cose tra i poveri. Gesù si ritirò nella parte ovest della collina di Ainon, da dove c'era a una certa distanza il campo dei pagani. Credo che ci fosse lì un rifugio sotto tende, dove insegnò ai pagani. Ainon era nel territorio di Erode, ma apparteneva, come una possessione dall'altra parte del Giordano, al tetrarca Filippo. Nonostante ciò, c'erano diversi soldati di Erode inviati per spiare.


Ricordati!

 


Ricordati, Signore, di coloro che vorrebbero venire ad adorarti e non lo possono fare.

Ricordati degli ammalati, degli infermi, di coloro che lavorano e che non possono venire a motivo delle loro occupazioni.

Ricordati di coloro che sono già venuti ad inginocchiarsi qui davanti al tuo tabernacolo, e che in questo momento hanno un impellente bisogno di aiuto.

Ricordati di coloro che un tempo ti hanno implorato con fervore, ma che si sono allontanati da te e vivono nella via del peccato e del traviamento.

Ricordati di coloro che non sono mai venuti a pregarti, per negligenza, per dimenticanza dei loro doveri religiosi, per pigrizia o indifferenza.

Ricordati con bontà di coloro che per settarismo o per odio respingono la tua Eucaristia con disprezzo e vorrebbero sopprimere il tuo tabernacolo.

Ricordati ancora della grande miseria umana, di quella che mette in te la sua speranza, e di quella, più grande ancora, che dispera perché ti ignora.

Ricordati, Signore, dei presenti e degli assenti e spandi su tutti loro la tua benedizione eucaristica!


Una stagione di terremoti riecheggerà in tutto il mondo

 


12 settembre 2025 

Figlio mio,

il male non frena il male. Esso si fa audace nei confronti di coloro che non rimangono vigili e hanno il cuore indurito. Rimanete vicini a me, perché la mia grazia e la mia misericordia sono la luce in questo mondo oscuro. Figli miei, in un momento in cui il mondo dovrebbe cercare la mia misericordia, esso invoca la mia giustizia. Pregate, figli miei, e lasciate che la verità scorra attraverso di voi e dalle vostre labbra. Siete incaricati dalla verità di essere miei testimoni ed esempio. Il mondo sta arrivando a un momento in cui l'unica luce proviene dai raggi della mia misericordia.

Figli miei, proprio come il mio fianco è stato trafitto e ne sono usciti sangue e acqua, l'anima dell'umanità sarà trafitta e avrà una maggiore comprensione della grandezza del mio amore quando la verità sarà rivelata. Prima di questo momento, vedrete una stagione di terremoti che riecheggeranno in tutto il mondo. Figli miei, restate vicini a me attraverso i sacramenti. Vivete, vivete ogni giorno con amore per il vostro prossimo, pregate per il vostro prossimo, perché è attraverso questo che onorate il comandamento più grande. Ora andate, perché io sono Gesù, e state in pace, perché la mia misericordia e la mia giustizia prevarranno.

Jennifer

APPARIZIONI DELLA MADRE DI DIO IN VENEZUELA



Preparazione “Le future comunità”


Messaggio pubblico del 22 novembre 1995

“Figli miei amatissimi, sono Maria, la Rosa eletta di Dio, che in questo giorno viene ad accarezzare le vostre anime con la dolcezza di un petalo di rosa, per dare così sollievo alle vostre ferite, alle vostre preoccupazioni e per cicatrizzare tutto quello che vi fa sanguinare interiormente.
Figli miei, in questo giorno voglio invitarvi ad imitare le prime comunità cristiane. Voglio, figlioli miei, che impariate a vivere come dei veri fratelli nella Fede, uniti da un solo amore e in un solo spirito, uniti dalla stessa Parola e diretti da un unico Pastore.

Piccoli miei, oggi vi invito a condividere: condividere la Fede, condividere l’amore, condividere le gioie, le tristezze ed anche i beni materiali. Figlioli, leggete, leggete nelle Sacre Scritture come agivano i primi cristiani, perché molto presto, figli miei amatissimi, mio Figlio Gesù verrà; ma prima di ciò, in molte parti del mondo, vi saranno delle piccole comunità dirette da Me, per camminare verso la santità e preparare la venuta di mio Figlio, il tutto sotto l’autorità del mio Papa amatissimo.

Piccoli miei, vi invito a rinunciare all’egoismo, alla critica, all’irrisione; vi invito a crescere nella carità, carità nel parlare, nel pensare e nel trattare con i vostri fratelli. Cercate di vivere ogni momento della vostra vita secondo la Volontà di Dio, santamente. Evitate ogni parola, atto o pensiero che possa allontanarvi da Lui e dalla Sua Presenza. In tutto per tutto, figli miei amatissimi, dovete cercare la perfezione, per potere così piacere a Dio e ottenere la sua Grazia con le vostre preghiere e sacrifici.

Piccoli miei, vi dico questo perché si avvicinano dei giorni nei quali dovrete imparare a condividere, perché molti di voi hanno dimenticato che cosa significhi, e vi siete chiusi in voi stessi vivendo una vita egoista, dando quel che avete di superfluo e non ciò che davvero avete. Piccoli miei, mio Figlio Gesù è il Pane di Vita; riceveteLo quotidianamente, adorateLo e pregateLo affinché vi trasformi e vi renda simile a Lui.

Piccoli miei, spesso vi preoccupate e vi domandate: “Che cosa possiamo fare?”. Ebbene, ci sono tante persone che vi si avvicinano e chiedono. Date, figlioli, date tutto ciò che potete dare, vedete nel vostro fratello mio Figlio Gesù, ed avvicinatevi voi a loro prima che essi vengano a voi. Sì, figlioli, pensate ad ogni uomo come ad un vostro fratello; ricordatevi le Parole che mio Figlio vi ha dato: “Tutto ciò che fate a questi piccoli, voi lo fate a Me”, e così, figlioli, potrete vivere in una vera felicità, perché in ogni istante starete servendo Dio.

Piccoli miei, conosco bene i vostri cuori, e so che ciò che vi chiedo vi sembra un po’ difficile, ma voi pregate Dio con umiltà e vedrete che la dolce brezza dello Spirito Santo vi trasformerà e vi aiuterà a compiere con vero amore ciò che, come vostra Madre, vi chiedo. Fate attenzione ai lupi travestiti con una pelle di agnello, fate molta attenzione, figlioli, fate molta attenzione. Pregate per tutti loro.

Vi amo immensamente, piccoli miei, e vi riunisco nel mio Cuore Immacolato, e verso su di voi la mia benedizione materna nel nome del Padre, del mio Divin Figlio e dello Spirito Santo di Dio”.

lunedì 15 settembre 2025

Il sapere su Gesù e la Sua „Opera di Redenzione“

 


La Redenzione solo con Gesù Cristo 


Solo raramente un uomo penetrerà nel sapere spirituale più profondo, finché la sua anima dimora sempre ancora in una forma esteriore materiale, che non è ancora totalmente spiritualizzata e formerà sempre un ostacolo per l’Irradiazione della divina Forza d’Amore nella misura più forte, come procede da Dio Stesso, che non potrebbe essere sopportata dall’essere, prima che non abbia superato ogni materia e quindi né è totalmente libero. E del sapere più profondo fa parte ora appunto la Missione di Gesù, l’Opera di Redenzione e la Divenuta Uomo di Dio in Lui. Fin dove all’uomo può essere dato il Chiarimento su questo, ciò avviene anche, ma è sempre soltanto possibile, quando Dio Stesso può parlare ad un uomo attraverso il Suo Spirito. Ciononostante può anche avvenire sempre soltanto in una forma, che è afferrabile per l’uomo, gli può essere spiegato sempre soltanto in modo, come è ricettivo per questo, perché la Sapienza divina supera l’intelletto umano e può di nuovo essere afferrato soltanto dallo spirito nell’uomo, perché questo è Parte divina. Perciò comprenderete anche che soltanto “l’Agire dello Spirito” può dare la garanzia di essere istruiti secondo la Verità, e che poi dipende sempre soltanto dal grado d’amore o di maturità del singolo uomo, fin dove penetra nella Sapienza di Dio, in un sapere, che per l’intelletto è e rimarrà insondabile. Delle Rivelazioni tramite lo Spirito vengono soltanto raramente ricevuto (accettate) ed il motivo per questo è, che agli uomini manca ogni sapere, che Dio Stesso Si rivela sempre di nuovo, e finché un tale Agire di Dio viene rinnegato o obiettato, è già data la conferma, che lo spirito nell’uomo dorme ancora, che viene impedito nell’agire, che l’uomo non ha ancora stabilito il legame con lo Spirito del Padre dall’Eternità e perciò non può nemmeno essere istruito direttamente da Lui. Ma questo legame è possibile, e produce i più magnifici successi, mentre l’uomo viene guidato in un voluminoso sapere, mentre lo spirito di Dio dà la Risposta ad ogni domanda dell’uomo, risolve ogni problema e quindi lo “guida nella Verità”. E malgrado ciò anche l’uomo, nel quale non può agire, approfitta per sé di un tale Atto di grazia, perché per questo non sono date le premesse, che Dio Si manifesti con evidenza, che gli Si rivela e guida sulla Terra un sapere secondo la Verità. E si tratta sempre soltanto di esaminare seriamente, quale genere di legame è che l’uomo crede di aver stabilito con Dio. Ed ora può valere sicuramente come pietra di prova appunto soltanto l’Opera di Redenzione di Gesù Cristo e la Divenuta Uomo di Dio in Lui, perché queste Rivelazioni sono le più importanti per gli uomini per il raggiungimento della loro meta sulla Terra: l’unificazione con Dio. E chi ora si descrive come un vaso di dio, al quale Egli si rivela, ma su ciò non può dare una spiegazione plausibile oppure le sue “rivelazioni” fanno mancare un tale sapere, non deve considerarsi come vaso divino, che accoglie la corrente d’Amore e di Grazia di dio nella forma della Sua Parola. Perché da Dio può risplendere solamente una chiara Luce ed ogni ricevente di Luce de di nuovo poterla irradiare oltre. Ma se un uomo non ha da mostrare nessuna “Luce”, allora non è nemmeno un vaso divino, nel quale lo Spirito di Dio possa agire. I Comandamenti dell’amore sono ben la cosa più importante, perché attraverso l’adempimento di questi quindi un uomo si può preparare come vaso divino per la sua Corrente di forza d’Amore. Ed ogni uomo conosce questi Comandamenti dell’amore, ed ogni uomo ha anche la possibilità di adempierli. E sarà benedetto ognuno che cerca di stimolare i suoi prossimo all’amore e quindi può anche salvare il prossimo dalla miseria spirituale, ed ogni uomo verrà anche spinto all’agire nell’amore attraverso la voce della coscienza, che è pure la Voce di Dio. Ma per poter ricevere delle rivelazioni del contenuto spirituale più profondo, l’uomo stesso deve condurre una vita nell’amore, per risvegliare alla Vita lo spirito in sé, e poi anche lo Spirito di Dio lo istruirà, che sa tutto, anche le più profonde profondità della Sapienza, che elargisce secondo il grado d’amore e di maturità del ricevente. E costui verrà anche guidato nel sapere sulla Divenuta Uomo di Dio in Gesù e dell’Opera di Redenzione di Gesù Cristo. Allora soltanto esiste anche una evidente conferma dell’Agire divino, perché nessuno può spiegare e sondare il problema della Redenzione con il suo intelletto, ma l’intelletto di un uomo amorevole possederà anche la capacità di comprensione, perché tramite l’amore è già stato risvegliato lo spirito in lui, mentre un uomo disamorevole non può avere per questo una giusta comprensione, vi si predisporrà piuttosto in modo difensivo, quando gli viene dato il chiarimento intellettuale. Questa è anche la spiegazione per il fatto, che proprio sulla Divenuta Uomo di Dio in Gesù e la Sua grande Opera di Redenzione si trova così poco sapere, perché un tale sapere non si può trasmettere scolasticamente, ma può essere guidato soltanto dallo Spirito di Dio agli uomini e questo necessita un vaso idoneo, che l’accoglie senza obiezione, che prima non sia stato colmato con un falso sapere, e che è anche capace di comprendere un patrimonio spirituale, per cui è premessa appunto “il risveglio dello spirito”. ciononostante Dio guiderà sempre la pura Verità sulla Terra, dove soltanto viene desiderata intimamente. E dove gli uomini stessi non sono più capaci di formarsi a vasi divini per questa pura verità, là s’impietosiscono degli esseri di Luce ed accettano un’incorporazione sulla Terra, per servire come mediatori fra Dio e gli uomini in un tempo, in cui soltanto la pura Verità procedente da Dio può portare ancora la salvezza agli uomini nella loro miseria, cosa che sarà sempre più spesso prima della fine di un periodo terreno, affinché ancora moltissime anime erranti possano essere salvate, prima che arrivi la fine. 

Amen

24. marzo 1964

AMMONIZIONI - IL MALE DELLA PROPRIA VOLONTÀ

 


IL MALE DELLA PROPRIA VOLONTÀ


           1 Disse il Signore a Adamo: «Mangia pure i frutti di qualunque albero, ma dell’albero della scienza del bene e del male non ne mangiare». 2 Adamo poteva dunque mangiare i frutti di qualunque albero del Paradiso, egli, finché non contravvenne all’obbedienza, non peccò.

         3 Mangia infatti, dell’albero della scienza del bene colui che si appropria la sua volontà e si esalta per i beni che il Signore dice e opera in lui; 4 e cosi, per suggestione del diavolo e per la trasgressione del comando, è diventato per lui il frutto della scienza del male. 5 Bisogna perciò che ne sopporti la pena.

S. Francesco d’Assisi