venerdì 8 marzo 2019

CRISTO CROCIFISSO CAPOLAVORO DELL’AMORE




La sera del sabato 3 febbraio 2007, a conclusione di un incontro di preghiera fra le più prestigiose Università d'Europa e d'Asia, riunite via radio, Papa Benedetto XVI, presentando a quella folla di giovani universitari la santa Croce, li esortava dicendo: "Prendetela, abbracciatela, seguitela. Essa è l'albero dell'amore e della verità... e la carità intellettuale è la sapienza della Croce".
Queste parole, risuonate quella sera, nella maniera più ferma e solenne, e proprio in questa società nella quale, anche di recente, abbiamo dovuto sentire, rivolto alle pubbliche autorità, quel pressante invito a rimuovere dagli ambienti pubblici, quali presenze inutili e indesiderate, tutte le croci e i Crocifissi..., ecco, quelle parole del Papa sono giunte a noi, quella sera, più che mai gradite ed opportune, mentre, insieme, sono risuonate come un'accusa contro questa nostra società, poiché ne hanno manifestato la condizione della più ottusa ignoranza circa una verità che, a parte tutto, e una verità prettamente storica, come è storica la vita stessa del mondo, la quale incomincia con la Croce, cammina con la Croce e finirà con la Croce.
La storia del mondo infatti incomincia con la creazione sua e quella dell'uomo, quale suo signore. Ma l'invidia di Satana, nemico del Creatore e di ogni sua creatura, verrà subito a guastare quel capolavoro della Creazione: egli infatti riuscirà ad avvelenare la mente della più bella di tutte le creature, la donna, Eva, ubriacandola di sospetto nei riguardi di Dio, che aveva avvertito lei e l'uomo: "Non mangiate di quell'albero, perché ne morireste". Lui invece, come la serpe, le inoculò il veleno del sospetto: "Non morirete affatto!, anzi, Dio sa che, se ne mangiaste, diventerete come Lui, conoscitori del bene e del male".
Trascinati da tanto inganno, l'uomo e la donna precipitarono in quel male che di tutti è il peggiore, cioè il peccato, condannandosi alla maledizione insieme con tutto il creato, nato con loro e per loro! Quale rovina, davvero irreparabile se pensiamo che, dentro di sé, portava quell'altro male che è la morte! Eppure Dio, una riparazione l'ha trovata, come appare chiaro in quel giudizio al quale convocò subito i responsabili di tanto male, cioè Satana e i nostri Progenitori: in esso, dopo aver parlato a ciascuno di loro presentando quale sarebbe stato il loro avvenire, parlando poi al vero responsabile di tutto, cioè a Satana, pronunciò quella Profezia che la Chiesa poi ritenne il protovangelo: "Porrò inimicizia tra te e la donna fra il tuo seme e il seme di lei esso ti schiaccerà la testa!"
Da queste solenni parole risaltano tre cose: anzitutto che la SS.ma Trinità, come si era già riunita nell'atto della creazione dell'uomo, così si è riunita qui per decidere circa un atto di riparazione di quel male da lui commesso; avendo poi constatato che quell'atto di riparazione non poteva venir assegnato né a Dio, essendo Dio l'offeso non il colpevole, né tanto meno a nessun uomo, o potenza umana, restava solo quella possibilità, contemplata proprio in quelle parole della Profezia, cioè che una Persona divina prendesse vita umana dalla donna e quindi pagasse poi tutto con la sua Umanità divina. Restava ancora da decidere quale delle Tre divine Persone... ma questo lo potremo sapere tutti: chi se non il Verbo, che aveva creato questa meraviglia dell'uomo e del suo mondo, avrebbe potuto riparare la sua rovina? Chi se non "il seme della donna", cioè il Figlio di Maria?
Ebbene, proprio su di lui era caduta la scelta, e con la scelta l'atto della riparazione, cioè: fare di tutta la sua vita un grande, totale Sacrificio di offerta e di riparazione, coronato alla fine da un'obbrobriosa Passione Morte di Croce!
Ecco dunque che la vita dell'uomo e del mondo incomincia con la Croce e con il Crocifisso; camminerà con la Croce e con il Crocifisso fino al suo termine, e dopo questo termine, se sarà ammessa alla Vita Nuova nei cieli nuovi e nella terra nuova, la Croce e il Crocifisso se li troverà dentro come trofeo di vittoria!


Padre Virginio Carlo Bodei O.C.D.

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