mercoledì 13 marzo 2019

PADRE PIO E IL DIAVOLO



Gabriele Amorth racconta... 

Padre Pio, che si trova a San Giovanni Rotondo, per la prima volta scrive a padre Benedetto il 16 luglio 1917: «... Ci sono poi certi momenti che vengo assalito da violente tentazioni contro la fede. La volontà sono certo che ci si posa, ma la fantasia è sì accesa e presenta sì chiari colori la tentazione, che nella mente si aggira, che presenta il peccato come una cosa non solo indifferente, ma dilettevole. Da qui nascono ancora tutti quei pensieri di sconforto, di diffidenza, di disperazione e persino, non inorridite padre, per carità, pensieri di bestemmie. Io mi spavento di fronte a tanta lotta, tremo e mi violento sempre e sono certo che per grazia di Dio non ci cado». 

É immerso in un’oscurità spirituale che non gli concede tregua, né pace; annaspa, nel buio che lo circonda, con questo effetto: «In esso non vi scorgo se non il movimento di fiere che minacciano di farmi loro preda; altro non ascolta il mio udito se non il continuo ruggire di dette fiere, che mi fanno morire in tutti i momenti per lo spavento». E ancora: «Pensieri di bestemmia mi attraversano di continuo la mente; e più ancora, suggestioni, infedeltà e miscredenze... Il demonio strepita e ruggisce assiduamente intorno alla mia povera volontà».  

(Dopo un’esperienza estatica particolarmente delicata...): «Ma Dio! Chi avrebbe potuto immaginare quello che di lì a poco doveva avvenirmi! L’inferno mi si scatenò addosso. Questa parola abbraccia tutto. Venni rigettato in un carcere più oscuro del primo, dove al presente mi trovo, e altro non vi regna se non sempiterno orrore. Qui tutti i miei peccati sono messi al nudo... Ma le tenebre si vanno sempre più intensificando...». 

MARCO TOSATTI 

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