ESERCIZI PREPARATORI
alla Consacrazione a Maria SS.
Dopo che l'anima avrà atteso di proposito a vuotarsi dello spirito del mondo nella 1a parte dei SS. Esercizi, potrà accingersi ora alla 2a parte che consiste nel riempirsi di Gesù Cristo per mezzo di Maria.
È il lavoro positivo di santificazione, che succede naturalmente al lavoro negativo di purificazione, fatto nei primi dodici giorni, e lo completa.
Noi non ci vuotiamo di noi stessi che per riempirci di Dio. Non rinunciamo al nostro nulla miserabile e peccaminoso se non per far posto a Dio che è il nostro caro tutto, la fonte di ogni bene.
Qualunque sia il metodo che si tiene, la via che si segue, la sostanza del lavoro ascetico sta sempre tutta qui: l'uomo non si fa simile a Dio, non giunge all'unione con Lui, non raggiunge la sua méta, lo scopo della sua esistenza se non col rinunciare a se medesimo e all'immagine brutta del demonio, che è stata impressa in lui dal peccato. L'uomo non può risorgere con Gesù Cristo ad una vita novella se prima non è morto, insieme con Lui e a suo esempio, a tutto se medesimo.
Morte di noi stessi, seppellimento dell'uomo vecchio ..., cose tutte facili a dirsi, ma ... non ugualmente a farsi. L'impresa è lunga e scabrosa, capace di occuparlo tutte le energie dell'anima più generosa; ed ha bisogno di un tempo non breve, salvo un intervento straordinario della grazia.
Ma come quando mi sono studiato di aiutare l'anima a vuotarsi dello spirito del mondo, non ho preteso da lei se non che si impegnasse a rinunciare seriamente e per sempre a questo spirito, da principio soltanto col pensiero e col desiderio, obbligandosi poi a continuare questa rinuncia in tutto il corso della sua vita, così, ora che tratto del dovere di formare in noi l'Uomo nuovo, Gesù Cristo, per mezzo della distruzione e della morte completa di noi stessi, non faccio che ricordare e compendiare quella che deve essere l'opera per eccellenza di tutta la vita cristiana.
Il lavoro di questi restanti 18 giorni degli Esercizii non è dunque che il principio e, vorrei dire, il compendio del lavoro paziente e generoso che si dovrà continuare per tutta la vita.
Lavori pure l'anima, con impegno e con zelo, a vuotarsi dello spirito del mondo; attenda pure a vuotarsi completamente di sé affine di essere riempita tutta e solo di Nostro Signore: quando ella avrà continuato, anche per anni ed anni, questo suo lavoro, senza interromperlo e Senza lasciarsi stancare, non le sarà difficile accorgersi che molto sempre le resta ancora da fare.
Basti dire che nel lavoro della santificazione nostra noi siamo tenuti, col desiderio almeno, ad emulare per quanto è possibile la perfezione stessa di Dio.
Caratteristica. - Conviene rilevare di proposito ciò che di proprio hanno questi Esercizii.
L'anima decisamente risoluta di darsi tutta al Signore, vede come due punti distinti sul suo cammino: un punto di partenza e un punto di arrivo.
PUNTO DI PARTENZA: la mortificazione del nostro io miserabile e difettoso. - PUNTO DI ARRIVO: l'unione beata con Dio, a cui non si arriva se non attraverso alla morte di noi medesimi.
È perfetta la concordanza, presso tutti i Maestri di spirito, per ciò che riguarda questi due punti capitali della santificazione nostra. Qualunque sia la via che si intende di fare, il punto di partenza è identico, come identico per tutti è il punto di arrivo. Qui non ci può essere disaccordo, e, se ci fosse, non sarebbe più il caso di trattare di perfezione, si sarebbe semplicemente fuori strada.
Vi è però differenza nel metodo, nella via che si segue nell'andare da un punto all'altro.
Orbene la Vera Devozione a Maria è per noi appunto il mezzo, la via con cui ci proponiamo di raggiungere la méta.
Si parte quindi dalla conoscenza e dal disprezzo sincero di noi medesimi e si tende incessantemente, in unione con Maria e sotto la guida sua amorevole, alla conoscenza intima di Gesù, al suo amore sempre più ardente, alla sua imitazione più fedele, all'unione con Lui, cioè, qui sulla terra prima ancora che in Cielo.
Questa è la traccia del cammino che lo schiavo d'amore si impegna di percorrere.
Per noi dunque la devozione sentita, sincera e filiale alla, Vergine non è soltanto un dovere, come è un dovere per tutti quelli che sono di Cristo, e nemmeno è uno soltanto dei molti mezzi che il Cuor di Gesù ci ha largito e ci offre perché possiamo santificarci, ma è il mezzo per eccellenza, quello di cui amiamo servirei in ogni cosa noi, creature povere e miserabili, per andare a Lui, come Maria è stata il mezzo unico e perfetto per cui all'Altissimo è piaciuto di discendere a noi.
Qui sta riposta tutta l'importanza del Segreto, e qui sta tutta la differenza tra la nostra via e le altre.
Basti per ora questo cenno: vi si ritornerà su più tardi, quando se ne parlerà di proposito nella settimana dedicata a Maria.
Ecco dunque la traccia del lavoro che si deve svolgere. Esso va diviso in tre settimane e mira a riempirci di Gesù Cristo.
La 1a settimana la si spenda nell'acquistare una conoscenza sempre più intima e profonda di noi stessi. Conviene infatti che ci conosciamo per disprezzarci, e che ci disprezziamo per riconoscere quanto siamo deboli noi per raggiungere la méta. Conosciuta che abbiamo questa debolezza rinunciamo a noi stessi affine di vivere in Maria.
La conoscenza di Maria, è appunto il lavoro della 2a settimana. Bisogna conoscere la sua bontà e misericordia, e come Ella è il mezzo divino e perfetto capace di formarci e modellarci tutti quanti sull'immagine di Nostro Signore.
La conoscenza di Gesù, al quale dobbiamo somigliare e vogliamo servire, per mezzo di Maria, in qualità di schiavi d'amore, forma il lavoro dell'ultima settimana, L'anima che si sente chiamata a darsi in tale modo al suo Dio, entri in questi SS. Esercizii con cuore grande e con animo generoso, diffidente tutta di sé e confidente solo in Maria, per mezzo della quale Gesù si è già impegnato a favorirla in modo tutto speciale, per questo stesso che le ha rivelato il Segreto che Egli solo può rivelare a chi vuole.
Servo di Dio B. SILVIO GALLOTTI
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