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venerdì 14 febbraio 2020

lunedì 27 gennaio 2020

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



Divisione del Mondo Soprannaturale.

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E il combattimento ebbe luogo nel cielo, in Coelo.  Qual’è questo cielo? Sonovi tre cieli o tre sfere di ve­rità: il cielo delle verità naturali; il cielo della visione beatifica; il cielo della fede, intermediario tra i due  primi. Abbiamo visto già che fino dal primo istante  della loro creazione, gli angeli conoscono perfettamente  nel loro insieme e nelle loro ultime conseguenze, tutte  le verità dell'ordine naturale. Questa conoscenza forma  la loro gloria, statuendo l’immensa superiorità di que­sti sull'uomo,. Così non havvi, da parte loro nessun  interesse a protestare contro alcuna di queste verità.  Nessuna possibilità di farlo ; imperocché ogni essere  ripugna invincibilmente alla sua distruzione. Le verità  dell’ordine naturale essendo connaturali agli angeli,  protestare contro di esse sarebbe stato un protestare  contro l'essere proprio: il negarle poi, sarebbe stato una  specie di suicidio: dunque la battaglia non ebbe luogo  nel cielo delle verità naturali.
Tanto meno ebbe per teatro il cielo della visione  beatifica; poiché questo, come ricompensa della prova, è  l’eterno soggiorno della pace. Ivi, tutte le -intelligenze  angeliche ed umane, poste in faccia alla verità con­templata da esse senza velo, confermate nella grazia,  unite in carità e confermate nella gloria, vivono della  stessa vita, senza opposizioni, senza divisioni e senza  possibili gare.
Qual’è dunque il cielo del combattimento? Evidente­ mente la dimora, o lo stato nel quale gli angeli dove­ vano, come l’uomo, subire la prova per meritare la  gloria. In che questa consisteva? certamente ancora  nell’ammissione di qualche mistero sconosciuto dell’or­dine soprannaturale. Questa ammissione, per essere me­ritoria dovea costare. Essa ebbe dunque per oggetto  qualche mistero il quale, al cospetto degli angeli, sem­brava urtare la loro ragione, derogare alla propria ec­cellenza e nuocere alla gloria loro.
Ammettere umilmente questo mistero sopra la parola  di Dio, adorarlo a malgrado delle sue oscurità e delle ri­pugnanze della loro natura, a fine di vederlo dopo averlo creduto; tale era la prova degli angeli. Con quest'atto  di sottomissione, queste intelligenze sublimi, curvando  la loro fronte luminosa dinanzi all'Altissimo, gli dice­vano: « Noi non siamo che creature; voi solo siete  l'Essere degli esseri. La vostra sapienza è infinita;  grande com’ essa, la nostra non è. La vostra carità ag­guaglia la vostra saggezza; noi abbracciamo nella pie­nezza dell'amore il mistero che vi degnate rivelarci. »  Nei consigli di Dio, quest'atto di adorazione, che im­plica l'amore e la fede, era decisivo per gli angeli, come  un atto simile lo fu per Adamo, come lo è per ognuno  di noi: chiunque non crederà, sarà condannato.1
« E Michele e gli angeli suoi combatterono contro  il Dragone. Michael et angeli ejus praelìabantur cum Bracone. Appena venne proposto di credere a questo  domma, uno degli arcangeli più luminosi, Lucifero,  mandò il grido della ribellione: « Io protesto: ci si vuol  far discendere, ed io salirò. Si vuole umiliare il mio  trono, io lo innalzerò al di sopra degli astri. Io sederò  sul monte dell’alleanza, ai fianchi dell'Aquilone. Io e  nessun altro, sarò simile all' Altissimo.% » Una parte  degli angeli, ripete: « noi protestiamo.3 »
A queste parole, un arcangelo, luminoso quanto Lu­cifero, esclama: «Chi è simile a Dio? chi può rifiutarsi  di credere, di adorare ciò che propone alla fede e al­l’adorazione delle sue creature? Io credo e adoro.1 »  La moltitudine delle celesti gerarchie ripete: « Noi cre­diamo e adoriamo. »
Lucifero ed i suoi aderenti non appena commessa la  colpa essendo stati puniti, si viddero cangiati in de­moni orribili, e furono precipitati negli abissi di quel-  l’inferno, che il loro stesso orgoglio avea scavato.2 Spaventevole severità della giustizia di Dio! Quale  n’è la causa, e donde viene ch’egli abbia avuto mise­ricordia per l’uomo e non per un angelo? La ragione  sta nella superiorità della natura angelica. Gli angeli  sono immutàbili, mentre l’uomo non lo é. San Tom­maso dice: « essere un articolo della fede cattolica,  che la volontà degli angeli buoni è confermata nel bene,  e la volontà dei cattivi, ostinata nel male. La causa di  questa ostinazione non è nella gravità della colpa, bensì  nella condizione della natura. Fra l'apprensione dell’angelo e l’apprensione dell’uomo avvi questa differenza, che l’angelo comprende o afferra immutabilmente  col suo intelletto, come noi stessi afferriamo i primi  principii che conosciamo. Al contrario l’uomo, con la  sua ragione, apprende o afferra la verità, in una ma­niera variabile, andando da un punto all’altro, avendo  pure la possibilità di passare dal si al no. Di guisa  che la sua volontà non aderisce a una* cosa che in un  modo variabile, conservando essa altresì la facoltà di  distaccarsene, e di appigliarsi alla cosa contraria. Di­verso è il caso della volontà dell'angelo: essa aderisce  stabilmente e immutabilmente.1 »
Noi conosciamo l’esistenza, il luogo ed il risultato  della prova; ma qual ne fu la natura? In altri termini:  qual’è il domina preciso, la cui rivelazione diventò la  pietra d’inciampo, per una parte delle celesti intelli­genze? 

Monsignor GAUME

venerdì 3 gennaio 2020

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



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L’angelo è una intelligenza pura. Il suo intendimento  è sempre un atto, non mai una potenza; cioè dire che  l’angelo non ha soltanto, come l’uomo, la facoltà o la  possibilità di conoscere, ma che conosce attualmente.  Ascoltiamo quei grandi filosofi, sempre antichi e sempre  nuovi, che chiamansi i Padri della Chiesa ed i teologi  scolastici. « G-li angeli, dicono essi, per conoscere non  hanno bisogno nè di cercare, nè di ragionare, nè di  comporre, né di dividere: essi si guardano e veggono.  La ragione è questa, che sino dal primo istante della  loro creazione, hanno avuto tutta la loro perfezione na­ turale e posseduto le specie intelligibili, o rappresenta­ zioni delle cose, perfettamente luminose, per mezzo delle  quali veggono tutte le verità che possono conoscere na­ turalmente. Il loro intendimento è come uno specchio  perfettamente puro, nel quale si riflettono e s’impri­ mono senz’ombra, senza accrescimento nè diminuzione,  i raggi del sole di verità.
« Altra cosa è 1’ intendimento dell* uomo. uno E' specchio imperfetto, cosparso di macchie più o meno  dense, e più o meno numerose, le quali non scompaiono  che in parte sotto lo sforzo laborioso e di continuo  rinnuovato dello studio e del raziocinio. La ragione è che l’anima umana, essendo unita al corpo, deve  ricevere successivamente cose sensibili; e per via di  queste, una parte delle specie intelligibili, mediante le  quali gli# è fatta conoscere la verità. È appunto cosi  che l’anima è unita al corpo.1 »
Poiché, sino dall’istante della loro creazione, gli an­ geli conobbero perfettamente, tutte le verità dell’ordine  naturale, così la loro prova ha avuto necessariamente per  oggetto qualche verità dell’ordine soprannaturale. Que­ ste verità essendo inaccessibili alle forze native del loro  intendimento, non vengono essi a conoscerle che per  via della rivelazione. « Negli angeli, dice san Tommaso,  vi sono due conoscenze: una naturale, con cui cono­ scono le cose tanto per la loro essenza che per ( le  specie innate. In virtù di questa conoscenza, essi non  possono capire i misteri della grazia, perchè questi mi­ steri dipendono dalla pura volontà di Dio. L’altra so­ prannaturale, che gli beatifica, e in virtù di essa veg­ gono il Verbo e tutte le cose nel Verbo. Con questa  visione, conoscono i misteri della grazia, non tutti, nè  tutti egualmente, ma secondo che a Dio piace rive­larglieli.2 »
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Monsignor GAUME

mercoledì 11 dicembre 2019

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



Divisione del Mondo Soprannaturale.

Abbiamo dunque visto che il mondo superiore, il mondo delle pure intelligenze, governa necessariamente l’uomo e il mondo che gli è inferiore. Logicamente ne risulta che il Re del mondo superiore è il vero Re di tutte le cose. Gli Angeli e gli uomini, forze della na­tura, non sono che i suoi agenti. Tutto dipende da lui ; Egli solo non dipende da alcuno. In conseguenza di ciò parrebbe che nell’ universo tutto dovesse esser pace e unità. Invece altra è la realtà; dappertutto è il dualismo.
Ora il dualismo non è nel mondo inferiore se. non perché è nel mondo superiore; è nel mondo dei fatti, perchè è nel mondo delle cause. La divisione e la guerra son dunque scoppiate nel cielo, innanzi di discendere sulla terra. Come esse sono tra gli uomini, profonde, accanite, universali, permanenti, cosi lo sono tra gli an­geli. In una parola, il mondo soprannaturale, diviso inbuono e cattivo, tale é la seconda verità fondamentale che bisogna mettere in chiaro.
Dio essendo la bontà per essenza, tutto ciò che esce dalle di lui mani non può essere che buono.1 Essendo che una parte degli abitanti del mondo superiore sono malvagi, e che non sono tali per natura, fa d’uopo per necessità concludere eh’essi lo sono divenuti. Nessuno diventa malvagio che per sua colpa. Ogni colpa sup­pone il libero arbitrio. Gli Angeli cattivi sono dunque stati liberi, e hanno abusato della loro libertà. Ma quale è la prova a cui hanno essi volontariamente mancato? 
Se la ragione ne conferma resistenza, la rivelazione soltanto può spiegarne la natura. Sotto pena di sra­gionare eternamente, fa d'uopo dunque interrogare Dio medesimo, autore della prova e testimone dei suoi re­sultati.
Ecco ciò che l'Antico dei giorni dice al suo più intimo confidente: Una gran battaglia ebbe luogo nel Cielo ; Michele e gli angeli suoi combattevano contro il Dra­gone; e il Dragone combatteva, e seco i suoi Angeli.2 
Queste poche parole racchiudono tesori immensi di luce. 
In ciò solamente sta l'origine istorica del male. Dap­pertutto altrove incertezze, contradizioni, tenebre, oscil­lazioni eterne. E poiché siamo giunti al gran problema del mondo, tratteniamoci a considerare ogni sillaba dell’Oracolo divino.
Quale è questo combattimento, praeliumì Essendo gli Angeli puri spiriti, questo combattimento non fu una lotta materiale, come quella dei Titani della mi­tologia; nè una battaglia simile a quelle che si danno sulla terra, dove ora dall’una, ora dall’altra parte i combattenti si assalgono da lontano con proiettili, si pigliano corpo a corpo, si gettano a terra, e si calpe­stano. In ciò essendo gli esseri tanti attori, un combatti­mento di Angeli è puramente intellettuale. È una con­tesa tra puri spiriti, in cui alcuni dicono si a una verità, e altri no. Grande combattimento, praelium magnum. 
Grande è infatti sotto qualunque punto di vista lo si rav­visi. Grande, pel numero e la potenza dei combattenti ; grande, perchè fu il principio di tutti gli altri; grande pei suoi resultati immensi, eterni; grande per la verità che ne fu r oggetto. Per dividere il Gielo in due campi irre­conciliabili, per trascinare nell’abisso la terza parte degli angeli, e per assicurare per sempre la felicità degli altri, bisogna che questa verità tanto contrastata fosse un domma fondamentale.1
Quale può essere la natura di questa verità propo­sta come prova, all’adorazione'delle gerarchie celesti? 
per gli angeli come per gli uomini vi sono due sorta di verità: le verità dell’ordine naturale e quelle dell'ordine soprannaturale. Le prime non oltrepassano le facoltà naturali dell’angelo e dell’uomo. Ma delle se­conde è altrimenti: spieghiamo dunque questo punto di dottrina.
Ogni essere, come opera di un Dio infinitamente buono, è creato per la felicità. La felicità dell’essere consiste nella sua unione col fine pel quale egli è stato creato. Tutti gli esseri essendo stati creati da Dio e per Iddio, la loro felicità consiste nella unione di questi con Dio. Negli esseri intelligenti, fatti per conoscere e per amare, questa unione ha luogo mediante la cognizione e l’amore. Quest'amore e questa cognizione, svolte per quanto lo concedano le forze della natura, costitui­scono la felicità naturale della creatura. Iddio non se ii’è contentato. A fine di procurare agli esseri dotati di intelligenza una felicità infinitamente maggiore, cioè la sua bontà essenzialmente comunicativa, ha voluto che gli angeli e gli uomini si uniscano al Bene supremo, per via di una conoscenza molto più chiara e mediante un amore molto più intimo, che non lo esigeva la loro naturale felicità: quindi, la bontà soprannaturale.
Di qui pure, due sorta di cognizioni di Dio e della verità: una, naturale che consiste nella vista di Dio, in quanto la creatura n’ è capace con le sue proprie forze; 1’ altra soprannaturale che consiste in una vi­sta di Dio, superiore alle forze della natura e infinita­mente più chiara della prima. Questa seconda cognizione è un favore tutt’ affatto gratuito. Gli angeli e gli uo­mini, come esseri liberi, debbono, per assicurarsene il possesso, soddisfare alle condizioni alle quali Iddio lo promette.
Da ciò infine derivano, com’è stato detto, relativa­mente agli angeli ed alfuomo, due sorta di verità: le verità dell’ordine naturale, e le verità dell’ordine so­prannaturale. Gli angeli conoscono perfettamente, com­pletamente, nei loro principiì e nelle loro ultime con­seguenze, nell’insieme e minutamente, tutte le verità dell’ordine naturale, vale a dire che rientrano nella sfera nativa della loro intelligenza. Per essi, in questa sfera, non avvi alcun errore, nessun dubbio:per con­seguenza nessuna possibile contradizione.1 Donde vieneloro questa mirabile prerogativa? daU’eccellenza stessa della propria natura. Spieghiamo ancora questo punto d’alta filosofia, tanto nota alla barbarie del medio evo. e tanto sconosciuta nel nostro secolo dei lumi.
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Monsignor GAUME

domenica 24 novembre 2019

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



Riassumendo; il genere umano, interrogato sul mondo soprannaturale, risponde con tre atti di fede: Io credo e ho sempre creduto all* esistenza di un mondo superiore: credo e ho sempre creduto al governo del mondo inferiore, non per le leggi immutabili, ma per l’azione libera di agenti superiori; Io credo e lio sempre creduto che in certi casi, Dio interviene da se medesimo, o per via dei suoi agenti, in un- modo eccezionale, nel governo del mondo infe­riore, cioè dire ch’egli sospende, o modifica le leggi delle quali egli è autore, e che fa miracoli; Io credo in particolare, aggiunge il mondo moderno, nell'eletta dell’umanità, cioè che io son nato per virtù (l’un miracolo. La mia esistenza tutta quanta riposa sulla fede nella risurrezione di un morto, e la mia civiltà ha per piedistallo un sepolcro.
Per tacciare d’errore questa fede costante, univer­sale, invincibile, occorre provare che il genere umano, dalla sua origine sino ai dì nostri, è colpito da una triplice follia. Follia l’aver creduto all’esistenza d’un mondo soprannaturale ; follia 1’ aver creduto all’ in­fluenza degli esseri superiori sugli inferiori; follia l’aver creduto che il Legislatore supremo è libero di modi­ficare le sue leggi, o di sospenderne il corso. Queste tre operazioni di pietà filiale, compite religiosamente, e l’uman genere debitamente convinto di essere stato sempre colpito di demenza; ne rimane una quarta: chi nega il soprannaturale dovrà provare, che egli mede­simo non è pazzo.

Monsignor GAUME

mercoledì 20 novembre 2019

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



La natura della materia. Questa è inerte di sua natura, nessuno lo può negare: « Purtuttavia, dice san Tommaso, vediamo da tutte le parti la materia in moto: questo non le può essere comunicato che da esseri na­turalmente operosi; e questi esseri sono, nè possono essere che potenze spirituali, le quali sovrapponendosi le une sulle altre, vanno a terminare negli angeli, e a Dio stesso, principio di ogni moto. Di qui derivano quelle parole di sant’Agostino: Tutti i corpi sono retti da uno spirito di vita dotato d'intelligenza; e quest’altre di san Gregorio: In questo mondo visibile nulla può esser 9]?esso in ordine ed in movimento fuor che mediante una creatura invisibile. Così il mondo dei corpi tutto* quanto, è fatto per esser retto dal mondo degli spiriti.1 » A questa prova tratta dal moto della materia si ag­giunge un fatto « che merita, dice ancora il Guizot, tutta l’attenzione degli avversari del soprannaturale. È riconosciuto ed accertato dalla scienza, che il nostro globo è anteriore all'uomo: ma in che maniera e con qual potenza il genere umano haincominciato sulla terra?
non vi possono essere che due spiegazioni intorno alla sua origine: v'è stato il lavoro proprio e intimo delle forze naturali della materia, o pure è stata l’opera di un potere soprannaturale, esteriore e superiore alla materia. Per la comparsa dell* uomo sulla terra è ne­cessario: la creazione spontanea o la creazione libera, o runa o l'altra di queste cause.
« Ma ammesse, il che per mio conto io non ammet­to, le generazioni spontanee, questo mondo di produ­zione non potrebbe, non avrebbe mai potuto produrre che esseri infantili, e di pochi istanti, e nel primo stato della vita nascente. Niuno, io credo, ha mai detto nè mai dirà, che per virtù di una spontanea genera­zione, l'uomo, vale a dire l'uomo e la donna, la coppia umana, sien potuti uscire, e che un giorno siano usciti, dal seno della materia, già formati, già grandi, in pieno possesso della loro statura, della loro forza, di tutte le facoltà loro, come il paganesimo greco ha fatto uscire Minerva dal cervello di Giove.
« Però soltanto a questa condizione 1* uomo, com­parendo per la prima volta sulla terra, avrebbe po­tuto vivervi, perpetuarvi^ e fondarvi il genere umano. 
Immaginiamoci il primo uomo che nasca nella prima età infantile, vivente ma inerte, privo d’intelligenza, impotente, incapace di bastare per un istante a sè stesso, tremolante e gemebondo, senza madre che lo in­tenda e che lo nutra. Quest'è frattanto il solo primo uomo che la generazione spontanea possa dare. Evi­dentemente, l'altra origine dell'uomo è la sola ammis­sibile, la sola possibile. Il fatto soprannaturale della creazione spiega solo l'apparizione dell'uomo quaggiù.... 
E i razionalisti sono costretti a fermarsi dinanzi alla cuna soprannaturale dell'umanità, impotenti a farne uscire l'uomo senza la mano di Dio.1 »

Monsignor GAUME

lunedì 18 novembre 2019

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



L’armonia dell’universo. Nella natura non v’è salto; Natura non faclt saltum. Tutte le creature visibili agli occhi nostri si sovrappongono, si incastrano, si inca­tenano le une con le altre con misteriosi legami, la cui successiva scoperta è il trionfo della scienza. Di ‘scalino in scalino, tutte vanno a far capo airuomo: come spirito e materia, l’uomo è la saldatura dei due mondi. 
Se per il suo corpo egli è al gradino più alto della scala degli esseri materiali; per la sua anima è ai piè della scala degli esseri spirituali. La ragione si è che la per­fezione degli esseri, per conseguenza la loro superiorità gerarchica, si calcola sulla loro rassomiglianza più o meno completa con Dio, l’essere degli esseri, lo spirito increato, la perfezione per eccellenza.
Ora, la creatura puramente materiale è meno perfetta della creatura materiale e spirituale nello stesso tempo. 
All’inverso, questa è meno perfetta della creatura pu­ramente spirituale. Poiché non vi ha nessun salto nelle opere del Creatore, al disopra degli esseri puramente materiali, perciò vi sono degli esseri misti; sopra a que­sti, esseri puramente spirituali, al di sopra dell’ uomo, gliangeli. Come puri spiriti, quelle brillanti creature, gerar­chicamente disposte, continuano la lunga catena degli esseri e sono, rispetto all’uomo, ciò eh’è egli stesso rispetto alle creature puramente materiali; esse lo ran­nodano a Dio, come l’uomo stesso congiunge la materia allo spirito.1
Tutto ciò è fondato sopra due grandi leggi che la ragione non saprebbe contrariare, senza cadere nel­l’assurdo. La prima, che tutta la creazione discesa da Dio tende di continuo a risalire a Dio; imperocché ogni essere gravita verso il suo centro. La seconda, che gli esseri inferiori non possono ritornare a Dio, se non per l’intermezzo degli esseri superiori. 2 Ora abbiamo visto, che l’essere puramente materiale essendo perla sua stessa natura, inferiore all’essere misto, soltanto per mezzo di questo può ritornare a Dio. La teologia cattolica formula dunque un’assioma di alta filosofìa, allorché essa dice: « Tutti gli esseri corporei sono go­vernati e mantenuti nell’ordine da esseri spirituali; tutte le creature visibili da creature invisibili.3 »

Monsignor GAUME

giovedì 14 novembre 2019

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



Lo Spirito del bene e lo Spirito del male.

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La preghiera ha una forma più elevata della parola, ed é il sacrifizio. Questa seconda forma più facile a chiarirsi, essendo ella sempre palpabile, non è meno universale della prima. Essendo il sacrifizio in uso presso tutti i popoli, in tutti i tempi e sotto tutte le latitudini, esso si è offerto ad esseri buoni o malvagi, ma sempre stranieri al mondo inferiore. Il sangue di un toro non ha mai scorso sugli altari in onore di un toro o di un altro essere materiale, neppure di un uomo.
Il diritto al sacrifizio non comincia che allorquando l’adulazione vede in lui un genio personificato, ed é a questo genio che si volge il sacrifizio ; o quando ritraendolo dal mondo inferiore, la morte ha fatto di lui l’abi­tatore del mondo soprannaturale. Ora, nel pensiero dell’uman genere, il sacrificio ha la stessa significazione della preghiera. Offerto perpetuamente, egli é dunque la prova perpetua della fede, dell’umanità nell’influenza permanente del mondo superiore su quello inferiore. 
L’uomo non si è mai contentato d’ammettere un’azione generale e indeterminata degli agenti soprannaturalisul mondo e su lui. Interrogato in qualunque momento che vi piaccia, sulla sua lunga esistenza, egli vi dirà : Io credo nel governo del mondo materiale, a motivo del mondo spirituale, come io credo al governo del mio corpo pel bene dell'anima mia ; io credo che ciascuna parte del mondo inferiore sia diretta da un agente spe­ciale del mondo soprannaturale, incaricato a conser­varla ed a mantenerla nell'ordine. Io credo a queste verità, come credo che nei governi visibili (pallido ri­flesso di quel governo invisibile), l'autorità sovrana per­sonificata nei suoi funzionarli è presente in ogni parte dell' impero, ad oggetto di proteggerla, e di farla con­correre airarmonia generale.
Niuno ignora che i popoli deirantichità pagana, senza alcuna eccezione, hanno ammessa l’esistenza di eroi, semidei, ai quali attribuiscono i fatti maravigliosi della loro storia, le loro legislazioni, e lo stabilimento de’loro imperi. Niuno ignora che essi hanno creduto, scritto, cantato che ogni parte del mondo materiale è animata da uno spirito che presiede'alla sua esistenza ed ai suoi movimenti; che questo spirito è un essere sopranna­turale, degno degli omaggi dell'uomo, e potente abba­stanza per fare della creatura, la cui conservazione gli è affidata, un istrumento di bene o un istrumento di male. La stessa credenza è anche oggidì in pieno vi­gore presso tutti i popoli idolatri delle cinque parti del mondo.
In questa unanime credenza, base della religione e della poesia, come altresi della vita pubblica e privata del genere umano, non v' è nessuna particella di vero. A meno che non si sia dementi, chi oserebbe soste­nerlo? Il mondo dei corpi è governato dal mondo degli spiriti: tale é, benché l'abbiano alterato in alcuni punti secondari, il domma fondamentale che l’uman genere ha sempre posseduto.
Vogliamo noi averlo in tutta la sua purità? r ile g g ia m o  i divini oracoli. Sino dalla prima pagina dell’antico Testamento, noi vediamo lo Spirito del male farsi sensibile sotto la forma del serpente, e questo seduttore sopran­naturale esercitare sull'uomo e sul mondo un dominio che non ha mai perduto. Vediamo da un altro lato gli Spiriti del bene governare il popolo di Dio, come i ministri di un re governano il suo regno. Da Abramo, padre della eletta nazione, sino ai Maccabei, ultimi campioni della sua indipendenza, tutti gli uomini della Bibbia,sono diretti, soccorsi, protetti da agenti sopran­naturali, la cui autorità determina i grandi eventi regi­strati nella storia di questo popolo, tipo di tutti gli altri. 
Il popolo cristiano successore, o meglio, svolgimento del popolo giudaico, ci offre lo stesso spettacolo. Ma, se le società le più perfette sono state sempre, e sono tut­tora poste sotto la direzione del mondo angelico, con più potente ragione quelle meno perfette, si trovano, a causa altresì della loro inferiorità, sottoposte allo stesso governo.
Quanto alle creature puramente materiali, ascoltiamo la testimonianza dei più grandi genii che hanno illu­strato il mondo: « Gli Angeli, dice Origène, soprinten­dono a tutte le cose, alla terra, all’acqua, all’aria, al fuoco, vale a dire, agli elementi principali; e secondo quest’ordine, pervengono a tutti gli animali, a tutti i germi e perfino agli astri del firmamento.1 » Sant*Ago­stino non è meno esplicito: « In questo mondo, egli dice, ogni creatura visibile è affidata ad una angelica potenzasecondo la testimonianza, più volte ripetuta, delle sante Scritture.1 » Lo stesso linguaggio udiamo in bocca di san Girolamo, di san Gregorio Nazianzeno e degli or­gani più autentici della fede dell’uman genere rige­nerato.
Di questa fede universale ed invincibile, la vera filo­sofìa porge due perentorie ragioni: l'armonia dell’uni­verso, e la natura della materia.

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Monsignor GAUME

mercoledì 13 novembre 2019

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO



Lo Spirito del bene e lo Spirito del male.

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L’esistenza di una religione presso tutti i popoli è un fatto, il quale è inseparabile dalla credenza in un mondo soprannaturale. Il signor G-uizot continua: « Ogni religione si fonda sopra una fede naturale nel sopran­naturale, e sopra un istinto innato del soprannaturale. 
In tutti i luoghi, in tutti i climi, in tutte le epoche della storia, in -tutti i gradi della civiltà Y uomo porta in, sé questo sentimento, o meglio direi, questo presen­timento, che il mondo che egli vede, l'ordine in seno al quale vive, e i fatti che regolarmente e costantemente si succedono intorno a lui, non sono ogni cosa.
« Invano egli fa ogni giorno in questo vasto insieme scoperte e conquiste; invano egli osserva ed accerta sapientemente le leggi permanenti che vi presiedono; il suo pensiero non si racchiude punto in quell’universo lasciato alla scienza. Questo spettacolo non basta al­la sua anima, essa si slancia altrove ; essa cerca, intra­vede altra cosa; essa aspira per l’universo e per se medesima ad altri destini, a un altro padrone. Il Dio dei cieli risiede al di là di tutti i cieli, ha detto Vol­taire; e questo Dio non è la natura personificata, ma è il soprannaturale in persona. A lui s’indirizzano le religioni; e si fondano per porre l’uomo in comunicazione con lui. Senza la fede istintiva deir uomo nel so­prannaturale, senza il suo slancio spontaneo e invinci­bile verso il soprannaturale, la religione non sarebbe.1 »
Il genere umano non crede soltanto all* esistenza iso­lata di un mondo soprannaturale, crede bensì all’azione libera e permanente, immediata e reale de’ suoi abitanti sul mondo inferiore. Di questa fede costante noi troviamo la prova in un fatto non meno splendido della stessa religione, vuo’ dir la preghiera. « Solo tra tutti gli es­seri terreni, l’uomo prega. Fra gli istinti morali non ve ne ha di più naturale, di più universale, nè di* più invincibile fuorché la preghiera. » Il figlio vi si volge,, con una docilità premurosa; il vecchio vi si ripiega come in un rifugio contro la decadenza e l’isolamento: la preghiera sale da se medesima sulle giovani labbra che appena balbettano il nome di Dio, e sulle labbra mo­renti che non hanno più la forza di pronunziarlo.
« Ad ogni passo incontransi presso tutti i popoli celebri od oscuri, inciviliti o barbari, atti e formule di invoca­zione. Da pertutto dove vivono uomini, in certe circo­stanze, in certe, ore, sotto l’impero di ceiie impressioni dell’anima, gli occhi si innalzano, le mani si congiun­gono, piegansi i ginocchi, per implorare o per rendere grazie, per adorare o per pacificare. L’uomo si rivolge per ultimo rifugio, alla preghiera con trasporto e con tre­more, pubblicamente, o nell’ intimo del suo cuore, per riempiere i vuoti della sua anima, o per portare i pesi del suo destino. Quando tutto gli manca, egli cerca nella preghiera appoggio per la sua debolezza, consolazione nei suoi dolori, speranza nella virtù.2 »
Non si creda che questa fiducia nel potere e nella bontà degli esseri soprannaturali sia una chimera. Prima di tutto vorrei che mi si mostrasse una chimera univer­sale: quindi niuno disconosce il valore morale e interno della preghiera. L’anima per il solo motivo che ella prega si solleva, si rialza, si addolcisce, si fortifica: ella prova, nel rivolgersi verso Dio, quel sentimento di ri­tornare a salute ed a riposo che si diffonde nel corpo, allorché passa da un’aria tempestosa e pesante in una atmosfera pura e serena. Dio viene in aiuto a colóro che lo implorano, innanzichè sappiano se saranno da Lui esauditi. Se avvi un solo uomo che consideri come chimerici questi felici effetti della preghiera, perchè non gli ha mai provati, egli è degno di compianto, ma non è rifiutato.
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Monsignor GAUME