domenica 19 aprile 2020

L’amore



L’amore ha un solo desiderio: trasformarsi in calore e luce, in modo da riscaldare intorno a sé tutto ciò che è freddo, per illuminare tutto ciò che si trova nelle tenebre.


MADRE ORSOLA LEDÓCHOWSKA

Il dogma di Maria Corredentrice: è questo il momento opportuno per proclamarlo?




“Mamma, perché piangi ?” 

(Pagine tratte dal libro “Parole di Cielo”, dell’Anonimo del XX secolo) 

“Dagli occhi di una madre ciascun figlio argomenta, in varie occasioni, gli affetti di  Colei che, generandolo, donò al Figlio suo proprio immagine di se stessa. Guardare una  mamma significa leggere nobili sentimenti o pene materne. Ebbene, figuratevi un  momento l’incontro degli sguardi miei, pendente dalla croce, con gli sguardi di mia  Madre quasi morente ai miei piedi. Cosa c’è di più pietoso che vedere Maria che guarda  Me in stato di immense pene? La Mamma afflittissima non dimenticò più lo sguardo mio  col quale le trafissi l’ultima particella di cuore ancora sana e dovetti operare un grosso  prodigio per tenerla ancora in vita... 
Mamma mia, quali cose ti procurai associandoti a Me nella Redenzione del genere  umano! I tuoi occhi ora brillano, ma il mio Cuore non sarà pago finché non farò  conoscere a quanti più vorranno le tue pene, le tue amarissime amarezze. Chi mi ama  mi segua anche in questo e cioè nel ricordo frequente di quegli occhi materni...”  
*    *    * 
“Oggi ricordate i dolori di mia Madre e ve ne fate l’idea che potete. Oggi Io ricordo  quei dolori, quelle pene, quel Cuore spezzato per Me e per voi, che era talmente bello e  puro e così palpitante di santissimo amore, che da solo fece argine al grande mare  tempestoso delle anime e mi portò, quale tramite da Me desiderato, tutti voi, figli suoi.  Ella, purissima dalla nascita, non avrebbe dovuto soffrire le conseguenze del peccato ed  invece, con Me, ha ricevuto e sostenuto tutta la gravezza del mondo. Io ho redento, Lei  ha cooperato con Me per amore mio e vostro. Io, Figlio divino dell’Immacolata, ho  sofferto la grandissima Passione mia come soltanto il Padre può conoscere, ma non fui  solo, perché Lei era con Me e mi comprendeva tanto da essersi trasformata in una  torcia di dolore. 
Oh, se sapeste cosa chiedete a Me e a Lei quando ci pregate di farvi provare una  piccola parte delle nostre sofferenze! Se lo sapeste! Ma non potete farlo bene se non  avete grandissima unione con Noi e, se vi esaudisco, sarà un soffrire blando assai al  confronto di Me e di Lei. La Passione mia e quella di Maria, infatti, non saranno mai  comprese da altre creature umane o angeliche, perché Io e Lei siamo altissimamente  soli dinanzi a mio Padre, sebbene collegati a voi in unione di carità”. 

“Tutte le volte che Maria, piangendo, ricordava la mia Passione, Io, dal Cielo ove  ero salito dopo i quaranta giorni della mia Risurrezione, non mancavo di tenerle  compagnia per sollevarla dalle crudeli pene che si rinnovarono nel suo cuore di Madre.  Ella, per prima, infatti, è stata la continuatrice delle stesse mie pene e ha, per così dire,  inaugurato la schiera innumerevole di coloro che completeranno il poco che manca alla  mia Passione, perché riservato ai seguaci miei. Tanto più in Maria, prima fra tutti,  dovevasi verificare un'eccezionale unione alla mia Passione, cui aveva partecipato  direttamente, essendone stata parte viva ed accetta. Perciò, a Lei rivolgete spesso il  pensiero, voi che avete aderito alla mia Passione, perché Ella sa, può e vuole aiutarvi a  considerare Me sofferente. Con Me e con Lei, e dunque, non temete di entrare nel solco  doloroso delle mie atroci pene dall’Orto al Calvario”.  
*    *    * 
“Chi vuole considerare mia Madre dolente sul Calvario si rivolga a Me ed Io, che  vissi quelle ore terribili, volentieri darò luce e compassione per Colei che volle assistere  alla mia morte. M’aveva seguito, come poteva, nella via che conduceva al luogo del mio  martirio e quando ci potemmo vedere fu, per Lei e per Me, una trafittura immensa.  L’accompagnarono fin sotto il Calvario, ma non subito poté avvicinarsi alla mia Croce.  Comunque, la sua vita era più che mai dipendente dalla mia ed Ella sentiva di morire  lentamente, stretta da una morsa crudele. I battiti del suo Cuore s’illanguidivano sempre  più e il dolore l’aveva come impietrita. Povera mia Mamma, quanto l’ho fatta soffrire!   Non volevo che mia Madre restasse lontana a vedermi; perciò feci in modo che le fosse  stato possibile avvicinarsi alla mia Croce. Ero Dio, ma soffrivo come Uomo e come tale  ho desiderato la vicinanza di mia Madre. Tanto più che ciò corrispondeva al mio disegno  divino di renderla partecipe eccezionale della mia Passione. Così poté cooperare con Me  e con Me concorrere alla salvazione del genere umano. Già era degna di essere  partecipe della mia opera di redenzione, ma facendola sostare sotto la mia Croce, le ho  voluto conferire il riconoscimento di questa mia scelta. 
Dunque, mia Madre si era avvicinata a Me ed Io potevo scorgerla dietro il velo di  sangue che mi teneva le palpebre quasi del tutto chiuse. Pur essendo vicinissimo a  morire, il mio Cuore di Figlio ebbe un palpito tutto speciale per quella povera Madre che  mi aveva secondato divinamente per tutta la vita. Stavo per partire dalla terra e come  potevo non salutare Colei che mi generò, Colei che trepidò con Me e che stava offrendo  veramente tutta se stessa per Me e per voi? 
Voi sapete quale fu il mio addio. Il mio addio fu una sostituzione di Me stesso con  voi, tramite Giovanni. Ella comprese ed accolse, con immensa riconoscenza, in luogo  del Figlio unico ed insostituibile, una moltitudine di figli che avrebbe curato e seguito  con lo stesso amore che aveva avuto per Me. Maria gradì il dono perché veniva da Me,  morente, e perché Giovanni sarebbe stato il ricordo vivo mio, quando dopo un po’ l’avrei  lasciata. Inoltre Giovanni era anche un altro simbolo, quasi una corona alla Madre dei  gigli, e ciò Maria intese subito con gratitudine. 
Addio, Mamma, addio; ma non passerà molto che ci rivedremo ed allora non sarai  più mesta, come ora. Mamma, addio. Ti lascio a guardare la mia Chiesa nascente, che  vorrai nutrire come un tempo nutristi Me. Addio, Madre dolorosa, addio. Vado al Padre e  torno, come dissi, e ti preparerò un trono lucente e maestoso. Oggi mi vedi nell’umiliazione, ma presto ti estasierai per la mia gloria. Madre, addio. Il mio primo  sguardo fu per te ed ora anche l’ultimo è a te riservato. Mamma, addio...”  

“Tanto mi preme dirvi qualcosa sulle atroci sofferenze che quasi soffocarono mia  Madre a causa delle mie pene. Fin da quando ero fanciullo, Ella apprese che la quasi  infinita dolcezza che sperimentava per essere Madre mia, aveva come contrapposto stati  di dolore e di struggimento che la tenevano sospesa fra la vita e la morte. Sicché presto  si convinse che l’esser Madre dell’Uomo dei dolori comportava l’effettiva partecipazione  a tutte le mie pene. E come può estraniarsi una Madre dalle sofferenze di suo Figlio?  Come poteva non aiutarmi a soffrire Colei che scelsi per farmi aiutare a redimere? Per  tanto la sua vita, nascostissima ora a voi, era apertissima a Me, perché era l’altare sul  quale ho preferito immolarmi. Sì, la mia Mamma ha fatto da altare, in certo modo, a  tutte le mie offerte, giacché nessuna ne facevo senza di Lei. 
Amatela, amate la dolorosa Madre! Comprendetela, almeno un po’, perché pochi  cercano di esserle vicini per quello che ha sofferto per Me. 
Ed ecco cosa voglio farvi sapere. Quando Giovanni poté far avvicinare mia Madre  alla Croce, dove ero confitto da circa un’ora, avvenne che tutti i miei dolori furono a Lei  comunicati, partecipati, in un attimo, sicché da allora Ella sentì di essere crocefissa con  Me. Tutta la sua anima bruciava di dolore, mentre il suo corpo riceveva raggi dolorosi  che le trapassavano mani, piedi e cuore. Allora compii il primo miracolo del genere,  sicché Maria fu la prima stigmatizzata da me. 
Benedetta Madre, che sopportasti così crudeli piaghe e che bruciasti di cocentissimo dolore! 
Chi non la compatisce, non è degno di Me. Chi la dimentica, meriterebbe di essere  dimenticato da Me. Perciò a voi la ricordo, a voi la mostro ed in voi voglio continuare a  lodarla e amarla”. 

Pablo  Martín  Sanguiao

Geremia



La nuova alleanza

31Il Signore dice: 'Verranno giorni quando io concluderò una nuova alleanza con il popolo d'Israele e con il popolo di Giuda. 32Questa alleanza non sarà come quella che ho concluso con i loro antenati quando li ho presi per mano per farli uscire dall'Egitto. Essi hanno rotto quell'alleanza, ma io ho continuato ad essere il loro Signore. 33Questa è l'alleanza che io concluderò con il popolo d'Israele dopo quei giorni: Io metterò la mia legge dentro di loro e la scriverò nel loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. 34Nessuno dovrà più insegnare agli altri o dire al fratello: Cerca di conoscere il Signore. Perché mi conosceranno tutti, dal più piccolo fino al più grande. Io perdonerò le loro colpe e non mi ricorderò più dei loro peccati. Io, il Signore, lo prometto solennemente'.

VI PRESENTO L'AMORE



IL FONDAMENTO


Lo Spirito di Amore discende sempre.

La continua e non interrotta comunicazione della verità, per opera del Cristo alla sua  Chiesa, continua anche oggi e continuerà sempre, non in forza dell'organizzazione umana della Chiesa, perché essa si avanza sopra debole nave; ma in forza  dell'effusione dello spirito di amore e verità sopra il Vicario di Cristo e sopra tutti  coloro che appartengono a quel corpo mistico del Redentore che si chiama la  comunità o chiesa.
Tre in uno, Padre, Figlio e Spirito Santo. Tre persone in un Dio solo. Nell'unica  essenza, distinzione di persone: ecco il mistero della Trinità; ecco l'intima vita di Dio.

Analogie Trinitarie.

Io sono, io conosco, io amo e tuttavia io sono uno solo. I tre angoli d'un triangolo non  fanno tre triangoli, ma un solo triangolo. Il colore, il calore, la forza della luce del  sole non fanno tre soli, ma un sole solo. L'acqua, il ghiaccio, il vapore acqueo sono  tre manifestazioni di una sola sostanza. La forma, il colore e il profumo della rosa  non fanno tre rose ma una sola rosa. La nostra anima, il nostro intelletto e la nostra  volontà non fanno tre sostanze ma una sola. Un adesso, un adesso, un adesso non  fanno tre adesso ma un solo adesso.
Ecco alcune analogie che servono a intravedere la verità basilare del Cristianesimo:  in Dio sono tre persone; ma Dio è uno solo.
La Trinità, quindi, risponde alla domanda di Platone:
— Se c'è un solo Dio, a che cosa pensa egli?
— Dio pensa un pensiero eterno; pensa cioè il suo eterno Figlio.
— Se c'è un Dio solo chi amerà egli?
— Dio ama il suo Figlio e questo mutuo amore è lo Spirito Santo.
Quel grande filosofo andava tentennando verso il mistero della Trinità, quando la sua  grande mente in certo modo sospettò che un essere infinito deve avere relazioni di  pensiero e di amore. Per conseguenza, Dio non è pensabile, senza pensiero e amore. L'umanità, però, dovette aspettare l'incarnazione del Verbo per conoscere il segreto di  quelle relazioni che costituiscono l'intima vita di Dio.
Il mistero della Trinità smentisce coloro che si erano figurato Dio come un grande  egoista, assiso in uno splendore solitario, prima di creare il mondo. La Trinità, infatti,  insegna che, prima della creazione, Dio godeva la società delle sue tre persone,  l'infinita comunicazione con la verità e l'amplesso dell'amore infinito, di modo che  Dio non aveva bisogno di uscir fuori da se stesso, per cercare la felicità.
E allora, domanderete voi, essendo Dio perfetto e godendo perfetta felicità, come mai  creò il mondo?
— Se creò un mondo, potè avere un solo motivo per crearlo.
— E qual è questo motivo?
— Non per aggiungere qualcosa alla sua perfezione, non per aggiungere qualcosa  alla sua verità. Non per aumentare la sua felicità. Dio creò il mondo unicamente  perché Dio ama.

FULTON J. SHEEN

AVVERTIMENTO



La conversione mondiale sta per realizzarsi. 

Miei amati figli, presto sarete resi consapevoli della Mia esistenza attraverso il castigo. Molto presto ai credenti in Dio Onnipotente, così come agli Atei, sarà fatto l‟ultimo dono prima del giorno glorioso in cui Io tornerò per giudicare. 

Questo grande avvenimento aprirà i vostri cuori e guarderete con rispetto il meraviglioso amore che Io vi mostro in questo atto di Misericordia. Molti di voi non si rendono conto che Io, e il Mio Eterno Padre, esistiamo. Molti di voi, anime innocenti, dovreste capire che la Mia Misericordia è estesa anche a voi durante l‟Avvertimento. 

Poco importa il nome col quale vorrete chiamarMi, sarà allora che una nuova presa di coscienza abbraccerà le vostre anime. Siate riconoscenti quando questo succederà poiché questo castigo sarà la vostra salvezza. 

Quando questo avvenimento sarà passato, tutti i credenti, insieme a coloro che si saranno convertiti perché avranno finalmente capito la verità, formeranno il Mio nuovo esercito sulla terra. Ognuno di voi che avrà chiesto perdono quando i suoi peccati gli saranno stati rivelati, cercherà di diffondere la verità a coloro che sono nell‟oscurità. 

Questo dono, figli Miei, vi ferirà quando sarete presi in giro nel Mio Nome. Siate riconoscenti quando ciò accadrà perché allora saprete, per quanto dolorose possano essere queste esperienze, che voi siete Miei veri discepoli. Quando sarà il momento Mi raggiungerete in Paradiso. Non abbiate mai paura della vostra fede, Miei cari, poiché se voi poteste intravedere anche solo per un istante il puro splendore che il Padre Mio ha creato per voi in Paradiso, i vostri occhi umani non potrebbero sopportarne la luce e la gloria. Una volta intravisto ciò, malgrado il vostro attaccamento a questa terra, per quanto bella perché anch‟essa è stata creata da Dio, voi implorereste il momento in cui poterMi raggiungere in Paradiso. 

Messaggio d‟amore per gli Atei. 

Ricordatevi di questa Mia ultima lezione. Atei, ovunque voi siate, ascoltate ora questo messaggio anche se lo trovate difficile. Ognuno dei Miei figli su questa terra in alcuni periodi della sua vita sperimenta l‟amore. Quando voi sentite amore nel vostro cuore non potete vederlo né toccarlo, e potete trovare difficoltà a descriverlo. Non c‟è un metodo scientifico per valutarlo. L‟amore vi rende umili. L‟amore vi rende generosi di cuore. L‟amore può aiutarvi a fare grandi sacrifici. L‟amore può confondervi ma è appassionante. L‟amore non viene dall‟uomo. E‟ un dono di Dio. L‟amore ha una sola sorgente. L‟amore è Dio. Dio è amore. È così semplice. Aprite i vostri cuori all‟amore puro che Io e il Mio Eterno Padre proviamo per ciascuno di voi. GuardateMi come un fanciullo guarda i suoi genitori. ChiamateMi e Io vi riempirò il cuore. Quando ciò avverrà non vi rivolgerete più indietro. 

Il vostro Salvatore Gesù Cristo che vi ama. 

6 Febbraio 2011

LA MISERICORDIA DIVINA NELLA MIA ANIMA



Diario di Santa Sr. Faustina Kowalska 

29.1.1936. La sera, quand'ero nella cella, ad un tratto vidi una grande  luce e in alto in quella luce una grande croce grigioscura ed  all'improvviso venni attratta vicino alla croce e l'osservai attentamente,  ma non capii nulla e pregavo per comprendere cosa volesse significare.  Improvvisamente vidi Gesù e scomparve la croce. Gesù era seduto su una  grande luce, i suoi piedi e le gambe fino alle ginocchia erano immersi in  quella luce in modo tale che io non li vedevo. Gesù si piegò verso di me,  mi guardò amabilmente e mi parlò della volontà del Padre Celeste. Mi  disse che « l'anima più perfetta e santa è quella che fa la volontà  del Padre Mio, ma tali anime sono poche». Guarda con un amore  particolare l'anima che vive secondo la Sua volontà. E Gesù mi disse che  io adempio la volontà di Dio in modo perfetto, cioè perfettamente e disse: 
« Per questo Mi unisco a te in modo così particolare e intimo e  tratto familiarmente con te ». Iddio avvolge col Suo indicibile amore l'anima che vive secondo la Sua volontà. Compresi quanto sia grande  l'amore di Dio per noi, quanto Egli sia semplice benché incomprensibile, quanto sia facile trattare con Lui, benché la Sua Maestà sia così grande.  Con nessuno ho tale facilità di rapporto e tale libertà, come con Lui;  neppure una madre naturale con un figlio sinceramente affezionato si comprendono così, come l'anima mia con Dio. Mentre ero in questa  unione col Signore, ho visto due persone e non mi fu nascosto i loro  intimo; è triste lo stato di queste anime, ma ho fiducia che anche loro  finiranno col glorificare la divina Misericordia. Nello stesso momento  vidi anche una certa persona ed in parte lo stato della sua anima e le  grandi prove che Iddio manda a quest'anima. Tali sofferenze  riguardavano la sua mente, ed in una forma così acuta, che ne provai  dispiacere e dissi al Signore: « Perché agisci così con lui? ». Ed il Signore  mi rispose: « Per la sua triplice corona ». Ed il Signore mi fece anche  conoscere quale ineffabile gloria attende l'anima che è simile a Gesù sofferente su questa terra. Tale anima sarà simile a Gesù anche nella  gloria. Il Padre Celeste onora e stima le nostre anime in quanto vede in  noi la somiglianza col Figlio Suo. Compresi che tale somiglianza a Gesù ci viene data qui, sulla terra. Vedo delle anime pure ed innocenti, sulle quali  Iddio esercita la Sua giustizia e queste anime sono le vittime che  sostengono il mondo e completano ciò che è mancato alla Passione di  Gesù. Di queste anime non ce ne sono molte. Sono enormemente felice  che Iddio mi abbia concesso di conoscere simili anime. O Santissima  TrInità, o Dio Eterno, Ti ringrazio per avermi fatto conoscere la  grandezza e la differenza dei gradi di gloria che dividono le anime. Oh,  che grande differenza c'è fra un grado di più profonda conoscenza di Dio!  Oh, se le anime potessero saperlo! O mio Dio, se potessi conquistarne  uno in più, sopporterei volentieri tutti i torme ti che hanno patito i  martiri tutti insieme. Per la verità tutti questi tormenti mi sembrano  nulla in confronto alla gloria che ci attende per tutta l'eternità. O Signore,  immergi la mia anima nell'oceano della Tua Divinità e fammi la grazia di  conoscerTi, poiché più Ti conosco, più ardentemente Ti desidero ed il  mio amore per Te si rafforza. Sento nella mia anima una voragine insondabile, che soltanto Dio può colmare. M sciolgo in Lui come una  goccia nell'oceano. Il Signore si è abbassato sulla mia miseria, come un  raggio di sole su di una terra arida e sassosa. E tuttavia sotto l'influsso dei  Suoi raggi la mia anima si è ricoperta di verde, di fiori e di frutti ed è  divenuta un bel giardino per il Suo riposo . O mio Gesù, nonostante le Tue  grazie, sento e vedo tutta la mia miseria. Comincio la giornata lottando e  la termino lottando, appena rimuovo una difficoltà, al suo posto ne  sorgono dieci da superare, ma non m'affliggo per questo , poiché so bene  che questo è il tempo della lotta non della pace. Quando l'asprezza della  battaglia supera le mie forze, mi getto come una bimba nelle braccia del  Padre Celeste ed ho fiducia che non perirò. O mio Gesù, sono tanto propensa al male e questo mi costringe ad una vigilanza continua su di  me, ma nulla mi scoraggia, ho fiducia nella grazia d Dio, che abbonda  dov'è la più grande miseria. Fra le più grandi difficoltà e contrarietà non  perdo la serenità interiore, né all'esterno l'equilibrio e questo scoraggia  gli avversari. La pazienza nelle contrarietà rafforza l'anima. 

Atto di fiducia nella Divina Misericordia

O Gesù misericordiosissimo, la Tua bontà è infinita e le ricchezze delle Tue grazie sono inesauribili. Confido totalmente nella Tua misericordia che supera ogni Tua opera. A Te dono tutto me stesso senza riserve per poter in tal modo vivere e tendere alla perfezione cristiana. Desidero adorare ed esaltare la Tua misericordia compiendo opere di misericordia sia verso il corpo sia verso lo spirito, cercando soprattutto di ottenere la conversione dei peccatori e portando consolazione a chi ne ha bisogno, dunque agli ammalati e agli afflitti. Custodiscimi o Gesù, poiché appartengo solo a Te e alla Tua gloria. La paura che mi assale quando prendo coscienza della mia debolezza è vinta dalla mia immensa fiducia nella Tua misericordia. Possano tutti gli uomini conoscere in tempo l'infinita profondità della Tua misericordia, abbiano fiducia in essa e la lodino in eterno. Amen. 

S. Faustina

Consacrazione a Gesù



Dio eterno, la bontà stessa, la cui Misericordia non può essere compresa da nessuna mente né umana né angelica, aiutami a compiere la Tua santa volontà, come Tu stesso me la fai conoscere. Non desidero altro se non compiere il volere di Dio. Ecco, Signore, hai la mia anima e il mio corpo, la mente e la mia volontà il cuore e tutto il mio amore. Disponi di me secondo i tuoi eterni disegni. O Gesù, luce eterna, illumina il mio intelletto, ed infiamma il mio cuore. Resta con me come mi hai promesso, poiché senza di Te sono nulla. Tu sai o Gesù mio, quanto io sia debole, non ho certamente bisogno di dirtelo, poiché Tu stesso sai molto bene quanto io sia misera. In Te sta tutta la mia forza. Amen. 

S. Faustina

Consacrate ogni nuovo giorno al Signore e pregateLo di guidarvi e di prendere in carico la vostra giornata!



Il vostro mondo si trova in una condizione catastrofica. Le guerre s’intensificano, è attizzato sempre più odio, vi massacrate a vicenda, e il diavolo ride, perché non deve fare altro che restare a guardare e poi rubare con estrema facilità le vostre anime; l’odio infatti  vi ha resi cechi per la realtà, cechi per la luce del Signore Gesù Cristo e in questo modo -a causa del vostro stesso intervento -siete più vicini al diavolo che al vostro Salvatore e andate diritti alla dannazione. Chi, infatti, combatte l’odio con l’odio, chi rende “pan per focaccia” non è degno per il Regno delle Signore, ma è facile “preda” per il diavolo, che vi ha provocato astutamente e abilmente e voi avete “abboccato” e vi siete lasciati provocare. Guardate ora, cosa state combinando: ancora più odio, più sofferenza, più miseria, “omicidi” d’innocenti, paura, fame e grande pena!

Non riconoscete il gioco del maligno che vi manipola? Guardate dietro le quinte e tenete a freno i vostri sentimenti! Soltanto l’amore vi porterà avanti e vi regalerà nuovamente gioia! Dovete restare calmi, e dovete pregare Gesù! Chi è con Gesù non attizzerà litigi né si lascerà provocare, ma dovete abbandonarvi completamente a LUI e affermare sempre di nuovo: Signore, sia fatta la Tua volontà, non la Mia! Soltanto così il Signore può agire: guidarvi e indirizzarvi e mandare il Suo Santo Spirito sopra di voi e SOPRA GLI ALTRI, in modo che otteniate chiarezza e conoscenza e possiate vivere la Sua volontà, NON la vostra.

Consacrate ogni nuovo giorno al Signore e pregateLo in modo che vi guidi e affinché prenda in consegna la vostra giornata.

Confidate in Gesù, amateLo e metteteLo al primo posto come “organizzatore della vostra vita”. In questo modo sarete sempre protetti nel Signore e la vostra vita sarà per la gioia del Signore.

Venite, figli Miei, venite e non aspettate più a lungo, perché la sofferenza nel vostro mondo s’inasprisce, le bugie che vi sono scodellate diventano sempre più grandi e presto riconoscerete difficilmente la verità.

Chi non è con Mio Figlio allora soccomberà, per questo preparartevi, perché non vi resta molto tempo ormai. Amen. Così sia.

La vostra Mamma Celeste che vi ama.


Credete e abbiate fiducia, perché sarà così, quando i demoni del principe delle tenebre ora si diffonderanno sempre più sulla vostra terra.

Garabandal, Cosa Accadrà - Profezie 2019-2020


L'ultimo Papa canonizzato



IL CAPPELLANO DI TOMBOLO (29 novembre 1858 - 13  luglio 1867) 


IL “MOTO PERPETUO” 

Mamma, sono stato destinato Cappellano a Tombolo. Il paese non mi piace,  perché un po' cattivo, nondimeno devo obbedire e vi andrò” (55b). 
Così una sera del tardo autunno del 1858 disse Don Giuseppe Sarto alla  buona Margherita Sanson appena seppe che il suo Vescovo lo aveva  destinato Cappellano a Tombolo: un paese prevalentemente di mercanti di  bestiame e di mediatori. Gente molto accorta ed attaccata al danaro, ruvida di  modi, abituata alle piazze, amica delle osterie, e — quello che è peggio —  pronta, per sistema, alla bestemmia, ma più per ignoranza che per cattivo  animo. 
Un campo da dissodare quale poteva desiderare un apostolo di Dio, votato  alla fatica, come il nostro giovane Cappellano, il quale sapeva che “la vita del  prete è vita di sacrificio” e che l'Ordinazione Sacerdotale non era stata per lui  che l'introduzione alla “via del Calvario” — come egli stesso ricorderà più  tardi, ad un novello sacerdote da lui molto amato (56). 
Fragrante del sacro crisma sacerdotale, Don Sarto entrava a Tombolo il 29  Novembre 1858 (57): vigilia della festa di S. Andrea Apostolo, Patrono del  paese. 
Quelli che lo videro arrivare ricordano la povertà della sua veste, le scarpe  con il fondo di legno ed un mantello così misero che faceva compassione al  solo vederlo (58). 
Era povero, ma aveva un programma netto e preciso: la salvezza delle anime  ad ogni costo. 
Il Parroco, Don Antonio Costantini — un sacerdote di non comune criterio e  molto pratico della vita di campagna (59) — lo accolse a braccia aperte,  perché sapeva che il nuovo Cappellano — un pretino dal volto asciutto e  dagli occhi vivi e profondi — veniva proprio dal popolo ed era già stato  informato che aveva un'anima temprata alla vita rude della povertà e del sacrificio. 
Passato qualche giorno, Cappellano e Parroco si intesero, si compresero e si  amarono con reciproco rispetto, con vicendevole stima e pari amore. 
Avevano i medesimi sentimenti, le medesime aspirazioni, le stesse vedute, i  medesimi propositi: un cuore solo ed un anima sola (60). 
*** 
Presi gli ordini e le opportune istruzioni, sereno e gioviale, Don Sarto si pose  immediatamente al lavoro senza domandare se fosse ingrato, faticoso o  difficile. 
La mattina si alzava prestissimo, e, molte volte, per non disturbare il  sacrestano, apriva egli stesso la Chiesa (61). 
Pregava, faceva la sua Meditazione, si portava all'altare, e, con un gaudio  sempre crescente, come chi ha dimenticato la terra, celebrava la Santa Messa  con un raccoglimento così profondo che un Tombolano nella sua semplice  fede diceva: “Mi pareva di vedere sull’altare Gesù Cristo stesso” (62). 
Poi, pronto ad ogni momento, correva, sollecito dove il dovere lo chiamava.  Non conosceva soste, non conosceva riposo.  
Non si rifiutava mai, anche quando avrebbe potuto con piena giustificazione  dire di no. 
Non perdeva un attimo di tempo: era sempre in moto, non era mai stanco  (63). 
— “El gera un secarello — affermava la nipote del Parroco — tanto magro e  fruà che no dìgo: ma el gera el moto perpetuo” (64). 
*** 
Lavoratore instancabile nel dominio dello spirito, nei momenti più tranquilli  del giorno, ma specialmente alla sera, i Tombolani lo vedevano in chiesa  raccolto in preghiera (65). 
Di notte studiava, scriveva prediche, preparava spiegazioni di Vangelo, di  Catechismo o di Dottrina Cristiana (66). 
 “Spesso d'inverno — raccontava la ricordata nipote del Parroco Don  Costantini — quando io mi alzavo alla mattina con un buio ancora fitto,  vedevo la finestra della sua stanzetta già illuminata. 
— “Stanotte ve sèu desmentegà de stuàr el lume — gli domandavo quando  veniva in Canonica a prendere il caffè. 
— “Oh! no, no — mi rispondeva — gavevo da studiar! 
— “Ma quando dormìo allora? 
-- “Oh! a mi me basta un soneto — diceva sorridendo” (67). 
*** 
Un giorno il Cappellano di Galliera, Don Carminati, suo intimo amico, gli  chiese: 
— Dimmi la verità: quante ore ti bastano di riposo, perché tu possa dire di  aver dormito abbastanza? 
— Quattro ore! — rispose. 
— Beato te! — replicò l'amico — che sai vivere quando noi siamo stanchi  morti (68). 
Il giovane Cappellano dormiva poco, perché lo urgeva il bene delle anime,  perché si sentiva operaio di Dio nel senso più esatto della parola. 

Il Beato Pio X, del Padre Girolamo DAL GAL Ofm c.

È fondamentale lo scopo che la nostra intenzione dà alle cose.



In tutto ciò che esiste, Dio ha messo una finalità. Tante finalità secondarie, magari subordinate le une alle altre, ma tutte in funzione di una sola, grande, sublime Finalità: dare compimento al suo Regno, al decreto eterno del suo Volere Divino, fare che i tanti figli siano in tutto simili al Figlio e una cosa sola con Lui.  
Ma, ad immagine di Dio, anche noi mettiamo una finalità in ogni cosa che facciamo. Essa deve essere subordinata ed in funzione della nostra finalità ultima, la quale deve sempre più coincidere con la Finalità di Dio, vale a dire, con il Volere di Dio. Altrimenti “chi con Lui non raccoglie, disperde” e tutto ciò che fa va perso, è inutile, è pura perdita. In altre parole: ogni cosa che facciamo, la facciamo per Dio oppure per il proprio “io”. La finalità che diamo ad ogni nostra azione (anche inconsciamente) determina la direzione che essa prende: verso Dio o verso il nostro “io”. Immaginiamo una fila di aerei sulla pista di decollo di un aeroporto: uno dopo l’altro decollano e partono, e tutti dovrebbero salire in alto, verso il cielo, ma purtroppo tanti non si elevano e finiscono per precipitare e schiantarsi. Non s’improvvisa l’ultima e definitiva risposta a Dio, non si cambiano i gusti, l’oggetto dei desideri: “là dov’è il tuo tesoro, sarà anche il tuo cuore” (Mt 6,21). 
Anche i ragionamenti e i discorsi umani, apparentemente ben congegnati e che mostrano delle finalità buone in sé stesse, ma secondarie, spesso nascondono una intenzione (una finalità ultima) che si discosta da quella di Dio. Così sono i suggerimenti e le tentazioni del padre della menzogna, come quando tentò il Signore nel deserto, o quando s’insinuò per bocca di Simon Pietro. 

P. Pablo Martin Sanguiao

AIUTATEMI A COMPIERE L’ATTO DELLA MIA MISERICORDIA.



Succederà presto il mio ritorno sulla Terra, … abiterò per sempre con il mio popolo.
Cuoricini del vostro Gesù, le cose di questo mondo vanno perdute a causa del peccato, Io torno a rimediare ogni cosa e mettere il mio popolo in una condizione nuova, una Terra piena di amore e felicità.
La mia Carità è infinita come il mio Amore.
Non siate stolti, o uomini, approfittate di questo poco tempo che ancora vi rimane a disposizione per cambiare rotta: … voltate le spalle a Satana e tornate al vostro Dio Amore.
Ogni cosa prende forma in Me: … il cielo diverrà di un azzurro splendente mai visto ai vostri occhi, le cateratte dei cieli si apriranno a voi, o popolo di Dio!
Griderò il fallimento di Lucifero!

Ridonerò al mio popolo la libertà!

Non sarete mai più schiavi, o uomini, ma liberi, aliterete nell’Universo, sarete come gli Angeli, avrete i doni di Dio e amerete infinitamente.
Questa Pasqua è in Me, o uomini, non rinunciate al mio Spirito che è già su di voi, se voi lo accoglierete sarete santi e parteciperete alla vita eterna.
Lasciate le cose del mondo e venite a Me, rivestitevi di luce o uomini, abbandonate il buio della tenebra, avvicinatevi alla Luce, venite a riscaldare i vostri cuori nell’Amore infinito del Padre, vostro Dio Amore e Creatore.
Sorgeranno ora cose nuove, il fallimento dei potenti è ormai in atto, … IO SONO!
Le cose si aprono alla Verità, il Male si perderà per sempre!

Aiutatemi, o voi che Mi state seguendo in fedeltà e amore,

a compiere l’atto della Mia Misericordia:
proporrò ad ogni uomo la libertà e l’eternità nella felicità immensa,
se Mi riconoscerà quale suo Dio!

Se Mi chiederà perdono con cuore pentito, il suo aspetto subito cambierà,

sarà trasformato nella luce del Risorto.

È tempo di cose nuove in Dio:
Amati figli, convertite il vostro cuore al vostro Dio Amore per godere di tutto il suo Bene.

Amen!
Carbonia 17.04.2020

Giurare fedeltà al magistero di Bergoglio?



IL MARCHIO SATANICO DEL MAGISTERO DI BERGOGLIO

Per rendere accettabile questa “nuova dottrina”, si ricorre all’inganno che questa deve essere accolta come unica soluzione al problema più grave che fronteggia l’umanità: la Pace Universale tra i popoli.
Il cancro del tempo in cui viviamo è che questo compito è svolto proprio da chi dovrebbe “confermare i fratelli nella Fede” in Cristo-Dio, l’unica vera fonte della Pace, e non ingannarli, distogliendoli dalla salvezza dell’anima con la favola di una Pace Universale tra i popoli che ponga fine ad una situazione di continue guerre, create invece appositamente per promuovere questo falso scopo. E per ottenere questa “pace”, questi traditori di Cristo, ci chiedono di abbattere il suo ostacolo principale: la Chiesa di Cristo.
È la Chiesa di Cristo che essi chiedono di annichilire per sostituirla con la “Chiesa Universale dell’uomo” di ispirazione satanica: e questo lo si vuole ottenere con un’opera di perversione della dottrina di Cristo, con i Magisteri di Anti-papi che portano il “Marchio della Bestia”, come il Magistero di Paolo VI e il Magistero del
suo ultimo seguace, Bergoglio. 

Questi Magisteri satanici hanno il compito di imporre la pura dottrina di Lucifero in sostituzione della pura dottrina di Gesù Cristo che si può sintetizzare nelle tre definizioni che divinizzano Nostro Signore: 

1. Gesù Cristo è Dio; 
2. Gesù Cristo è Redentore dell’uomo;
3. Gesù Cristo è Re dell’Universo.

La pura dottrina di Lucifero, la scimmia di Dio, si ottiene invece semplicemente sostituendo, nelle tre definizioni, “Gesù Cristo” con “Satana”, e cioè: 

1. Satana è Dio; 
2. Satana è Redentore dell’uomo;
3. Satana è Re dell’Universo.

Il Magistero satanico degli Anti-papi doveva, quindi, gradualmente promuovere i tre Culti della Massoneria:
il Culto del Fallo, il Culto dell’Uomo e il Culto di Lucifero con le tre divinizzazioni:  

1. divinizzazione della Natura (dove Satana si presenta come Dio);
2. divinizzazione dell’Uomo (dove Satana si presenta come Redentore dell’uomo);
3. divinizzazione di Lucifero (dove

Satana si presenta come Re dell’universo).
Queste tre blasfeme divinizzazioni, che sono rappresentate da Tre Triplici Trinità, sono i pilastri della “Chiesa Universale dell’Uomo” che hanno spalancato le porte ad una “Nuova Religione” che propaga le eresie di perversione sessuale, idolatria dell’uomo, idolatria del mondo, modernismo, libertà religiosa, ecumenismo e salvezza garantita a tutti.
Lo stemma “papale” di Bergoglio esprime i contenuti del 32° grado della Massoneria di R.S.A.A., cioè di ricostruire una Nuova Torre di Babele che dovrebbe seppellire la Chiesa di Cristo, ma soprattutto quello di sostituire il Sacrificio di Cristo, e cioè l’Eucarestia-Corpo Sangue Anima e Divinità di N.S. Gesù Cristo, con una “eucarestia” che simboleggia la creazione divinizzata che si unisce al “creatore”, Lucifero. 
Il fine ultimo, quindi, è il sogno di Lucifero di riprendere il potere assoluto che aveva sull’umanità, prima del Sacrificio di Cristo sulla Croce, portando il culto solare della Massoneria al suo apice, facendo risplendere il suo Sole Infinito, al centro di una Natura, Umanità e Lucifero divinizzati, con l’eliminazione totale del Sacrificio di Cristo sulla Croce dalla faccia della terra.

del dott. Franco Adessa

DELLA ESORTAZIONE E DELLA LODE CHE POSSONO FARE TUTTI I FRATI



REGOLE ED ESORTAZIONI

1 E questa o simile esortazione e lode tutti i miei frati, quando a loro piacerà, possono annunciare ad ogni categoria di uomini, con la benedizione di Dio:


2 Temete e onorate,
lodate e benedite,
ringraziate e adorate
il Signore Dio onnipotente
nella Trinità e nell’Unità,
Padre e Figlio e Spirito Santo,
creatore di tutte le cose.
3 Fate penitenza,
fate frutti degni di penitenza,
perché presto moriremo.
3 Date e vi sarà dato,
Perdonate e vi sarà perdonato;
E se non perdonerete agli uomini le loro offese,
il Signore non vi perdonerà i vostri peccati.
Confessate tutti i vostri peccati.
7 Beati coloro che muoiono nella penitenza,
poiché saranno nel regno dei cieli.
8 Guai a quelli che non muoiono nella penitenza,
poiché saranno figli del diavolo
di cui compiono le opere,
e andranno nel fuoco eterno,
9 Guardatevi e astenetevi da ogni male
e perseverate nel bene fino alla fine.

S. Francesco d’Assisi



GESU’ AL CUORE DELLE MAMME



Non risentimento, ma bontà Una mamma è sempre il perno fondamentale della casa, è sempre una lampada che rischiara con la luce serena del suo amore materno. Ma se nell'amore materno si mescolano risentimenti e reazioni, allora il perno non sostiene, e la lampada forma le ombre che annebbiano la luce... L'amore materno unisce la famiglia con la benedizione, il risentimento la divide, e allora ogni suo membro diventa egoista e prepotente. Non sono le parole violente che vincono le dissensioni, ma la preghiera e la bontà.

don Dolindo Ruotolo

sabato 18 aprile 2020

IL MISTERO DEL PURGATORIO



ILTEMPO PREZIOSO

Le povere anime nel Purgatorio! Io le considero e scruto i loro dolori ed i loro pensieri: esse hanno  un indescrivibile pentimento per ogni attimo sciupato della loro vita. Vorrebbero con grida  richiamare indietro ognuno di quegli attimi e riempirli di Dio. Sono affamate di quella fame di  grazia di cui avrebbero dovuto sentire la fame durante la vita.
Vedo chiaro quanto è profondo questo sentimento, se esse hanno giocato con il tempo. Il vuoto  che hanno nell'anima genera tale fame, che esse tendono per così dire la lingua a ricevere un nutrimento spirituale. Ma quando sono così arroventate dal pentimento, allora viene il buon Dio e  reca il suo Santo Sangue e tutta la sua eternità per colmare quel vuoto, per colmare con la sua  Santa Passione ed il suo Sangue, ciò che è stato scavato dalla contrizione.
Non si pensa abbastanza seriamente, mentre si vive, a quanto severo è Dio nel giudicare sull'uso del  tempo, specie coloro che avevano una vocazione superiore, coloro che erano consacrati a Dio,  offerti a Lui, i servi e le serve di Dio. Ci sono tante povere anime che mi pregano e mi assediano:  «Va' dunque nel mondo e di' che non vivano anch'essi in questa cecità». Così scrivo queste parole,  come meglio posso, incalzata dalle povere anime.
Il tempo ha un'importanza particolare specie per i consacrati a Dio. Ci sono tante cose inutili nella  vita; sono tutti vuoti destinati al Purgatorio; tutti buchi che devono essere rattoppati nell'eternità. Nemmeno del nostro stesso tempo siamo noi a disporre. Dio ce lo ha dato perché lo colmiamo di  intenzioni sante, ce lo ha dato quasi fosse una coppa con le parole: «Va', attingi alla fonte della vita  eterna, poi torna da me e riportala colma».
Allora Gesù berrà alla coppa e riconoscente introdurrà l'anima in questa infinita eternità, nel mare  della vita eterna, dove essa si congiungerà al flusso comune della infinita ed eterna eternità.
Il tempo della nostra vita deve essere riempito di intenzioni sante: non si dovrebbe effettivamente  fare nulla che non avesse un motivo santo. Con la santa intenzione si può dar pregio ad ogni cosa,  anche a ciò che non ha né valore né utilità: quante cose inutili appartengono al nostro galateo ed  alle regole della nostra amabilità, quante cose inutili nella nostra professione e nel nostro dovere!  Si fa quello che c'è da fare per non dare nell'occhio, e per adattarci agli altri; eppure anche questo  tempo deve essere santamente calcolato, poiché anche in ciò che per sé non ha valore è racchiuso  il valore di un qualche dovere, qualsiasi cosa si faccia, per amore di Dio. Ma anche qui taluni sono  tentati a volersi scusare troppo ampiamente, a preoccuparsi più delle cose terrene che di Dio solo,  mentre dedicano un tempo troppo lungo alle cose esteriori, un tempo che spesso si potrebbe di  molto abbreviare o addirittura eliminare.
Chi ama il mondo ed il suo movimento e la sua azione vi partecipa volentieri. Per chi non lo ama  ciò che egli è costretto a fare è un sacrificio, egli da sé riduce tutto allo stretto indispensabile. Dio ci  giudica severamente in rapporto al tempo! Noi che viviamo solo un istante, come dovremmo  calcolare e risparmiare! Così come fa il mercante con i suoi affari e le sue imprese, per guadagnare  molto e trarre profitto da ogni cosa.
È un tale danno ogni istante che noi viviamo senza un motivo più elevato, lasciando inutilmente il  bel sentiero della grazia. Da tutto, anche da ogni cosa terrena, si può trarre un guadagno per Dio. 
Egli ha cosparso la nostra vita di tesori eterni, intimamente cosparsa. Basta non dimenticare di  avere in tutto un movente ed una finalità santa, basta non fare nulla senza una santa intenzione. Dio si compiace che noi distribuiamo il nostro tempo e non ne disponiamo da padroni assoluti. Il  tempo non appartiene a noi, ma a Lui! Egli ha contati gli istanti della nostra vita e conosce che  cosa essi devono rendere. Egli vede esattamente che cosa perdiamo e che cosa troviamo. Egli ha  posto un fine santo in ogni attimo della nostra vita, un compito, un piano, e noi dobbiamo  rispondere a tutte le intenzioni di Dio, dando ad ogni cosa un fondamento, così che i suoi fini siano  anche i nostri e non riportiamo vuoto ciò che Egli ci ha preparato perché lo riempissimo.
Il grande onnipotente Iddio è anche il Dio degli attimi della nostra vita, Dio del nostro tempo prezioso. Egli è maestro, il nostro buon maestro, e dobbiamo ubbidirlo in tutto.
Vedo nel Purgatorio anche molti religiosi, i quali, per essersi troppo a lungo ed inutilmente  trattenuti con gli uomini, presentano tante zone vuote nell'anima; religiosi che per i mondani  rapporti di amicizia hanno smarrito l'ornamento del riserbo claustrale, che non hanno capito di  dover concedere alle visite ed alle amicizie solo il tempo che non contraddiceva alla solitudine del  chiostro. Quanto mondo trovo in queste anime, e questo mondo è zero davanti all'eternità. Quanti  hanno dedicato ore ed ore al mondo in cose che si sarebbero potute sbrigare molto più  rapidamente. Quante ore di interiore preghiera e di raccolte visite al tabernacolo avrebbero potuto  guadagnare, e quante di queste ore preziose sono state giocate e sono andate perdute per Dio e per  l'eternità! Quanti minuti si sarebbero potuti risparmiare per il Dio Eucaristico, se l'anima avesse  avuto fame, la vera fame del suo dovere e di Dio! Quanto è buono il Signore che concede alle  anime di riparare a tutto questo nel Purgatorio! Il Purgatorio è perciò anche una sofferenza  impregnata di tempo. Esse soffrono a causa del tempo e questa è nostalgia: provano una indicibile  nostalgia di Dio, di purezza, di perfezione, e sono insieme felici perché sanno di essere nei luogo  del miglioramento: questo le libera da ogni disperazione, il loro dolore è una speranza, una fiducia,  un desiderio ed un ritorno.
Davvero Dio non ci ha dato il tempo perché con esso giocassimo e facessimo ciò che vogliamo. Il  tempo è il vaso con cui dobbiamo attingere alla fonte della vita eterna, e, se non lo riportiamo pieno, il Signore ci guarda con occhio interrogatore e chiede: «Che cosa hai fatto con questo tesoro di  grazia? Io ti comandai di riportarmelo pieno e tu sei andato per le tue vie; dimenticando il comando  del tuo Dio, hai perfino infranto il vaso bello e santo; che cosa mi riporti?».
Allora l'anima si sprofonda ai piedi di Dio, poiché ora sta davanti ai giudice eterno e non può  sfuggire a Lui, alla sua Parola, come spesso forse ha fatto nella vita. E sta davanti a Lui, davanti  al Dio onnipotente, e forse Gli ha riportato solo i cocci, i cocci di tante grazie infrante, di tanto  tempo perduto. Allora essa prega il Signore: «Io ti prego, fallo ritornare intero». E se l'anima era  già pentita in punto di morte, il suo accento sarà ancora più pentito.
Allora il Signore clemente dice: «Vieni dunque nel Purgatorio, lo faremo tornare intero». Ma questa  guarigione non può e non deve avvenire senza dolore, perché l'anima perde la sua rigidità solo  nella contrizione, e la contrizione fa male. Ma chi riporta il vaso colmo ha sorte felice: a lui si  spalancano le porte dell'eternità. Abbiamo tanto, infinitamente tanto da attingere alla fonte  dell'amore misericordioso: nella Santa Comunione, prima ancora nella confessione, e nelle Sante  Messe, nelle predicazioni. Nulla ci manca, purché non diventiamo dissipatori della Parola di Dio e  impariamo tutto, tutto quello che conviene alla nostra salute e ci conduce ad una celeste purezza. Siamo così ben provveduti di grazie; dobbiamo solo non riceverle ingrati e insensibili, per abitudine. Ma Dio è così misericordioso che, se abbiamo una volontà buona, possiamo anche qui sulla  terra riparare dove abbiamo mancato. Basta convertirsi e con buona volontà volere essere  migliori; allora anche il passato viene sanato da Gesù stesso. Quando il vaso del tempo non è  ancora pieno, possiamo giungere a riempirlo con la contrizione e la buona volontà e la santa fame  della Parola di Dio: per essa riceviamo Gesù, e troviamo la forza di seguire la sua Parola. Nella  Parola di Dio troviamo la via alle sorgenti della grazia e impariamo ad usarne rettamente. Per  l'udito comunichiamo con Gesù e ricevendolo devotamente seguiamo il suo richiamo e gli apriamo l'ingresso del cuore. Ogni parola di Dio, ogni parola del sacerdote è un bussare di Gesù al cuore, ed  ogni buona volontà è un aprire la porta. Quando uno apre la porta, Gesù si prende cura di tutta la sua  anima e dei suoi impegni eterni.