mercoledì 3 giugno 2020

PARTE 2: P. Michel Rodrigue - Avventure a Medjugorje e i messaggi principali di Maria



Essendo un professore di seminario esperto in molti campi (psicologia, teologia dogmatica, teologia pastorale, teologia pratica) e avendo studiato dottrine della Chiesa e documenti della Chiesa riguardanti la Vergine Maria e approvato le apparizioni mariane, p. Michel non credeva a Medjugorje. La Vergine Maria, per quanto ne sapeva, non era mai apparsa e aveva dato messaggi coerenti per così tanto tempo e in quel modo.
Ma p. Michel non ha mai parlato contro le presunte apparizioni di Medjugorje, e invece ha tenuto per sé i suoi dubbi. Il giorno in cui l'Iraq ha invaso il Kuwait nel 1990, la Madonna gli apparve e gli chiese di pregare, dicendo che questa invasione poteva iniziare una terza guerra mondiale, ma la preghiera poteva evitarlo. Fr. Michel le promise che avrebbe pregato per questa intenzione. Poiché la Vergine Maria appariva diversa da come era abituata a vederla, e non aveva familiarità con il modo in cui appariva ai veggenti di Medjugorje, chiese: "Chi sei?"
Lei rispose: "Io sono la regina della pace". Quindi aggiunse: "Vorrei che tu andassi a Medjugorje".
Le disse: "Ma non ho i soldi per andare."
Lei sorrise e poi svanì.
Il giorno successivo ha ricevuto un assegno di $ 3000 per posta da un pagamento dovuto e che non si aspettava. Anche con le tensioni politiche ed etniche nella regione, con la Jugoslavia in quel momento in rovina come paese, con la guerra sospesa nell'aria, p. Michel aveva completa fiducia nella Beata Madre e non aveva paura di viaggiare lì.
Poco dopo p. Arrivò Michel, uno dei sacerdoti francescani gli chiese: "Parli francese?"
"Sì."
“Riesci a sentire confessioni in francese? Perché non abbiamo nessuno ".
"Sì, nessun problema." Fr. Michel ha continuato a sentire la confessione, dopo la confessione, dopo la confessione, dopo la confessione. Alla fine, disse al Signore: "Devo andare in bagno!" Poi qualcuno è venuto e l'ha aiutato a fare una breve pausa in bagno. "Grazie, Signore. Oh, grazie, Signore. "
Tornò e sentì la confessione, dopo la confessione, dopo la confessione, dopo la confessione. .
"Padre, ho fame", ha detto. Immediatamente qualcuno venne alla porta confessionale: "Ho un panino per te, padre."
"Grazie!"
Più tardi aveva bisogno di un drink, quindi ha chiesto a Dio per uno, e qualcuno gli ha immediatamente portato una bottiglia.
"Oh, ho ricevuto così tante grazie lì", p. Michel ha condiviso. “Un giorno a Medjugorje, stavo camminando sul marciapiede e disse:“ Signore, vorrei un tuo segno. Sì, mamma Mary, dammi un segno. Vorrei avere una stola, una verde reversibile con il rosso. E preferisco averne uno con un calice. Subito dopo aver dato loro tutte le mie richieste, sono passato dal ristorante dove qualcuno ha chiamato: "Padre, padre!"
Ho guardato oltre e ho detto: "Io?"
"Si!"
Non l'avevo mai visto prima in vita mia. Quindi sono entrato.
Disse in inglese: "Padre, ho un regalo per te."

"Un regalo per me?" E mi ha regalato una scatola con una stola, verde sul lato, rossa sull'altro lato e con l'immagine di un calice su di essa - tutto ".

Dissi a mamma Mary: "Wow!" Come potrei non credere a Medjugorje? È impossibile. Ho continuato a ricevere molti più segni di quello a Medjugorje, te lo assicuro. ”
Una mattina quando p. Michel era in piedi vicino al lato della strada, un'auto si fermò accanto a lui. "Vieni con me", gli disse l'uomo in francese. Abbiamo molto da fare oggi. Faremo colazione. "
"Chi è questo prete?" Fr. Si chiese Michel, “e come fa a sapere che parlo francese? E perché all'improvviso passo la giornata con lui? ”
L'uomo era p. Slavko Barbaric, un sacerdote francescano originariamente inviato a Medjugorje nel 1983 per indagare sulle apparizioni. Divenne un fervente credente e in seguito, il direttore spirituale di molti anni per i sei visionari di Medjugorje. Fino alla sua morte improvvisa sul Monte Krizevac, nel novembre 2000, mentre pregava le Stazioni della Croce, era il pilastro dei pellegrini di Medjugorje. Psicoterapeuta esperto, che parlava molte lingue, organizzava instancabilmente le liturgie quotidiane, parlava in molte lingue, ore di adorazione eucaristica, rosari e libri di preghiera, digiuno, adorazione, Stazioni della Croce e Confessione. In un unico messaggio di Medjugorje, pochi giorni dopo la sua morte, la Madonna disse al visionario Marija che p. Slavko era con lei in paradiso.
Fr. Michel non aveva mai incontrato p. Slavko prima, e non sapeva nemmeno perché p. Slavko sapeva chi era né dove lo stava portando. Fr. Slavko ha guidato p. Michel intorno a Medjugorje, spiegandogli il significato dei vari siti e la storia delle apparizioni. Quindi lo portò in una stanza vicino alla chiesa di St. James Church, dove venivano archiviati tutti i documenti relativi a Medjugorje, compresi i registri di miracoli e messaggi.
"Seguimi", ha detto p. Slavko. Fr. Michel lo seguì in un posto vicino alla canonica. Scesero una rampa di scale che conduceva a una stanza sotterranea, una stanza segreta. C'era un prete che si presentò come p. Petar Ljubicic. Fr. Michel notò che da un lato della stanza era esposta una Bibbia e dall'altro un libro. "Tocca il libro", p. Slavko ha detto a p. Michel, così prese il libro e girò le pagine. Le sue pagine erano come pergamena e non gli sembrava di aver mai toccato nulla sulla terra. "Cosa vedi nelle pagine?"
"Niente", ha detto p. Michel.
Fr. Slavko ha poi spiegato come sono scritti i dieci segreti di Medjugorje sulla pergamena di quel libro e come il visionario Mirjana è stato invitato da Maria a scegliere un sacerdote che avrebbe rivelato ogni segreto al mondo. Ha scelto p. Petar. Dieci giorni prima che accada il primo, Mirjana consegnerà il libro a p. Petar, che sarà quindi in grado di vedere e leggere il primo segreto. Ognuno pregherà e digiunerà per sette giorni. Tre giorni prima che avvenga il segreto, p. Petar lo rivelerà al papa e al mondo. Quindi restituirà il libro a Mirjana, che glielo riporterà dieci giorni prima che avvenga il prossimo segreto. "In un modo o nell'altro, Dio garantirà che il messaggio raggiunga il mondo".
"Il libro viene dal cielo", ha detto p. Slavko. È stato studiato e analizzato da scienziati che hanno affermato che il materiale non esiste sulla Terra.
Fr. Slavko allora disse a p. Michel, "Hai un messaggio per noi?" Il cielo aveva donato a p. Michel un messaggio specifico per la parrocchia di Medjugorje, e in quel momento, ricordò questo messaggio: "Sì, lo so". Fr. Slavko lo sapeva perché Maria di Medjugorje aveva detto al visionario Ivan che p. Michel verrebbe con un messaggio. Fr. Michel impartì il messaggio e p. Slavko l'ha archiviato.
Il giorno prima di p. Michel dovette lasciare Medjugorje, si unì a molte persone nella chiesa di St. James per pregare il Rosario nella chiesa prima dell'apparizione della Madonna alle 17:40. A quel tempo, i visionari si riunivano in una piccola stanza chiamata la stanza dell'Apparizione ogni giorno poco prima che apparisse loro la Madonna. Solo un piccolo numero di persone era autorizzato a entrare nella stanza.
Fr. Michel ha notato che p. Slavko nella parte anteriore della chiesa cominciò a puntare il dito contro qualcosa nella parte posteriore della chiesa. Fr. Michel si guardò intorno per vedere a cosa stava puntando, e tutti girarono la testa per guardarlo di nuovo. "Me?" ha fatto un gesto? Fr. Slavko annuì sì.
Fr. Michel avanzò e fu scortato nella stanza delle apparizioni dove un piccolo gruppo di persone e tutti e sei i visionari pregavano, aspettando che apparisse la Vergine Maria. Quando lo fece Mary, i visionari alzarono improvvisamente lo sguardo e iniziarono a parlare e ascoltarla, impervi di qualsiasi dolore, luci terrene o del mondo che li circondava. Nello stesso momento, p. Michel vide Mary sotto forma di un contorno, che durò per tutta la durata dell'apparizione.
Un altro evento soprannaturale a Medjugorje si è verificato quando p. Di notte Michel passeggiava e sentiva un debole fruscio vicino a lui. Guardò verso il suono per vedere il visionario, Ivan, che camminava e pregava il Rosario, il che era normale, tranne per il fatto che i suoi piedi erano elevati. Non stava toccando il suolo.
Si riconoscevano senza dire una parola. Fr. Michel in seguito chiese a p. Slavko perché i piedi di Ivan non toccavano il suolo. Gli disse che questo perché la Madonna accompagnava Ivan, e insieme stavano circondando Medjugorje con un rosario, pregando per la sua protezione.
Quando scoppiò la guerra in Bosnia nel 1992, Medjugorje fu divinamente protetto. La Serbia ha lanciato alcuni aerei da guerra incaricati di bombardare la chiesa di San Giacomo a Medjugorje, ma mentre i piloti si stavano avvicinando al loro obiettivo, una grande nuvola venne dal nulla, bloccando la loro visione della chiesa e non riuscirono a vedere nulla. Nonostante ciò, hanno lanciato i loro razzi. Miracolosamente, le bombe non hanno fatto esplodere e la chiesa è rimasta intatta.

GESÙ BAMBINO NEGLI SCRITTI DI LUISA PICCARRETA



«Trovandomi fuori di me stessa, mi son trovata col Bambino Gesù in braccio in “Figlia mia, tutte le opere, parole e pensieri delle mezzo a tanta gente e Lui mi ha detto: creature dovrebbero essere suggellati con l’impronta: “Gloria Dei, Gloria Dei”, e tutto ciò  che non è suggellato da questa impronta resta oscurato e come sepolto in tenebre,  macchiato o al più di nessun valore, sicché la creatura non fa altro che far uscire da se  stessa tenebre e cose abominevoli, perché la creatura, non operando per la gloria di Dio, sfugge dal fine per cui è stata creata, resta come sperduta da Dio e lasciata sola a se  stessa. E solo Dio è luce e per Dio le azioni umane acquistano valore. Ora, quale  meraviglia se la creatura, non operando per la Sua gloria, resta sepolta nelle sue stesse  tenebre e non acquista niente dalle sue fatiche, anzi si carica di gravi debiti?”   
Con nostra grande amarezza guardavamo tutta quella gente come sepolta in tenebre.  Onde io, per distrarre da quella amarezza il benedetto Gesù, lo stringevo e baciavo e gli “Dì insieme con me: Do tale potenza alla dicevo, quasi volendo scherzare con Lui: preghiera di quest’anima, da concederle ciò che mi domanda”.
 E Lui non mi dava retta, ed io, volendolo costringere a dire insieme con me, replicavo i baci, gli abbracci e “Dì, dì insieme con me le stesse parole dette sopra”.  
ripetevo: Ho fatto tanto, che mi pare che le abbia detto e mi son trovata in me stessa, meravigliandomi della mia arditezza e pazzia, e mi vergognavo di me ste sa.» (Vol. 7°, 11.09.1906) 

Pablo Martín Sanguiao 

IL PURGATORIO NELLA RIVELAZIONE DEI SANTI



Dov'è il Purgatorio?

Ecco tracciata a grandi tocchi la storia del culto dei morti; dal  che risulta che le sentenze del Concilio di Trento, la Tradizione  cattolica e le rivelazioni dei Santi sono concordi nello stabilire  in modo irrefragabile la credenza del Purgatorio. Ora si  presenta l'altra questione importantissima del luogo ove il  Purgatorio si trovi. La Chiesa non si è mai pronunziata su  questo argomento, lasciando i teologi liberi nelle loro opinioni.  Vedremo quello che pensano i mistici, c'intratterremo sulle  rivelazioni dei Santi; intanto riportiamo una interessantissima  pagina del prof. Chollet (I nostri defunti; P. II, cap. II). “Fuor di  dubbio il Purgatorio è luogo di prigionia e può dirsi pure che  l'anima vi è in certo modo incatenata. Di fatti il Purgatorio è un castigo fatto di fuoco probabilmente materiale; ed ogni materia  occupa dello spazio. Di più l'anima è preda di questo fuoco e vi  è abbandonata per divina potenza ne può sfuggirne fino al  momento della sua completa purificazione. Tuttavia essa  conserva dei contatti col mondo esteriore. Vedremo più tardi,  che il fuoco della divina giustizia, sebbene terribile e materiale  realtà, è fornito di qualità che lo fanno ben differente da quello  che consuma il legno arido o rende liquido il metallo  arroventato. Sopratutto è fenomeno che appartiene al di là, vale  a dire ad un ordine materiale diverso da quello del nostro  mondo sensibile. Al modo stesso che i corpi risuscitati, sia  degli eletti che dei reprobi, sebbene corpi veri rivestiranno  delle qualità assolutamente diverse da quelle della vita  presente, così pure il fuoco che tormenterà questi ultimi  possederà un carattere speciale. Chi impedisce d'altronde di  considerare il fuoco del Purgatorio come una materia avente  analogia nelle sue qualità spirituali con quelle dei corpi  glorificati? E se così è, questo fuoco non potrebbe avere come  appunto i corpi glorificati, come il corpo eucaristico del  Salvatore, una localizzazione diversa da quella dei corpi  terrestri?”

«Oltre a ciò non è punto necessario supporre riunito in una sola  massa ardente tutto il fuoco che tormenta le anime; non v'è  nessuna necessità di sostenere che il fuoco che purifica l'anima  di Pietro abbia a trovarsi nel luogo stesso e insieme a quello  che purifica l'anima di Paolo. Questo fuoco si apprende  all'anima e la chiude fra le sue vampe; l'anima col suo senso  misterioso è avviluppata dentro questo ardore; ma perché non  potrebbe ella allo stesso tempo che vi è imprigionata raggiare  al di fuori, e vedere intorno a sé? Quel fuoco d'altronde non è  assegnato, come pare, ad un luogo fisso. Aderente all'anima, la  segue in ogni moto, l'invade tutta del suo misterioso ardore e  con lei si trasferisce, a guisa di fornace accesa nel cuore, che il suo ardore diffonde in tutto l'organismo, circola nelle vene e  nelle arterie, irraggia nei nervi e nei muscoli, in qualunque  luogo divora la sua preda.

Se così è, il Purgatorio parrebbe piuttosto uno stato che un  luogo; e lo stato delle anime giuste ma non del tutto purificate,  sarà simile alla condizione dolorosa dei figli che hanno offeso  il padre e son privi per qualche tempo di vederne l'aspetto; al  supplizio di cuori amanti, straziati dal rimorso delle offese che  rammentano fatte al padre amato. Nello stesso modo sarà il  castigo del fuoco. L'anima trascinerà seco il suo supplizio,  come l'augellino ferito dal piombo micidiale, porta seco infissa  nel fianco la morte e corre l'aria con volo doloroso. Essa non  avrà perduto perciò ogni contatto con questo mondo, come non  l'ha perduto col cielo.

Ciò premesso, dato che, come si è accennato sopra, siamo in un  campo assai libero, veniamo alle rivelazioni dei Santi. Santa  Francesca Romana ci fa sapere che il Purgatorio non è che uno  scompartimento dell'Inferno, che secondo la Santa sarebbe  diviso in quattro parti, la prima delle quali costituisce il vero e  proprio inferno dei dannati, che trovasi al centro, mentre le  altre parti costituirebbero il Purgatorio, il Limbo dei santi  Padri, e il limbo dei fanciulli morti senza battesimo. La  descrizione di Santa Francesca Romana è conforme alla  opinione di S. Tommaso, secondo il quale il fuoco del  Purgatorio è tutto simile a quello dell'Inferno. Tuttavia non è  escluso che la giustizia divina permetta talvolta che le anime  soddisfino alla pena dei loro falli nei luoghi stessi dove  peccarono o vissero, o si rivelino comunque in determinati  luoghi. Non mancano antiche rivelazioni narrate da S. Gregorio  Magno (libr. 4 Dial. cap. 40 e 55) e da S. Pier Damiani negli  scritti intorno ai miracoli del suo tempo. Noi riferiremo quanto  riporta Mons. Alfredo Vitali, nel suo volumetto Il Mese di Novembre a proposito di un'apparizione di questo genere. «Era  una fredda sera di Novembre del 1894 e il sacerdote D.  Fabiano Battaglini in sulle due ore di notte, dopo le funzioni di  chiesa, faceva ritorno alla sua abitazione sul colle Palatina. Da  più anni egli si occupava dell'Oratorio Notturno nella chiesa di  S. Lorenzo in Fonte sulla via Urbana, ove nel Novembre si  celebrava il devoto esercizio del Mese dei Defunti. « Per fare  ritorno alla sua casa il buon sacerdote doveva percorrere la via  del Colosseo e poi volgere a destra e percorrere la breve  stradicciola che mette sull'area del Tempio di Venere e Roma,  alle spalle della Chiesa di S. Maria Nuova o S. Francesca  Romana. In quell'epoca, al termine della stradicciola, per  entrare nell'area del tempio, si doveva attraversare uno stretto  passaggio tra due bassi muriccioli, uno dei quali, quello di  destra, si prolungava a fianco di un sentiero sassoso che,  dolcemente salendo, portava ad un orto, che ancora esiste, di  prospetto al Monastero di S. Maria Nuova. Costeggiava questo  muricciolo una fila di colonne spezzate ed abbattute, quelle che  ora formano riparo lungo il ciglio della platea del tempio, di  prospetto al Colosseo ed alla via Sacra. Un custode notturno  doveva vigilare, girando, quella zona solitaria e pericolosa;  quindi non era infrequente caso che D. Fabiano trovasse seduto  sopra uno dei due muriccioli l'uomo, cui toccava il turno di  servizio. « Il buon sacerdote, conosciuto da tutto il personale  addetto agli scavi del Palatino, soleva talora intrattenersi per  breve tempo con il custode, scambiare con lui una parola ed  offrirgli una presa di tabacco.   

- Buona sera, D. Fabià - era il consueto saluto d'ogni incontro.  
- Buona sera - la risposta di quella buona pasta d'uomo,  semplice e gioviale.

Era dunque una sera di Novembre del 1894 e Don. Fabiano se  ne tornava in casa questa volta in compagnia di un suo conoscente, un buon vecchio, impiegato dell'Ufficio Scavi.  Giunti entrambi al passaggio tra i due muriccioli, trovarono il  custode, che col suo bastone, seduto, passava le sue ore di  guardia. Lo salutarono e, scambiando qualche parola, si  allontanarono alquanto, poi si fermarono, perché lo sguardo di  tutti fu richiamato da una figura bianco vestita, che con passo  lento, il capo chino e i capelli disciolti lungo le spalle,  discendeva dal sentiero che costeggiava l'orto, di cui si è fatto  cenno. Tutti silenziosi osservavano con attenzione, compresi da  una certa meraviglia, la strana figura. Sembrava una donna, ma  la fioca cuce del lontano fanale non ne lasciava discernere i  lineamenti. Essa passò poco discosta dai tre, silenziosa, e  s'incamminò lentamente, come fosse stanca, alla volta delle  colonne, distese lungo il muricciolo; e quando fu presso la  seconda, a breve distanza dai suoi osservatori, alzò in alto le  braccia, accompagnandole con un moto del capo all'indietro e  gridando con accento lungo, doloroso, straziante: « quanto  soffro! » si abbandonò pesantemente sulla colonna. A quel  grido accorsero i tre, e: « Buona donna » dissero tosto, « che  cosa avete ? »... Ma quale fu la loro sorpresa nel non vedere più  alcuno!... La visione era sparita... Il custode allora disse che  altre volte aveva veduto aggirarsi quei fantasma per quei  luoghi, senza porvi mente e senza essere richiamato  all'attenzione da cenno o dà parola alcuna.  In tutti rimase la  persuasione trattarsi di una apparizione di anima del  Purgatorio, e perciò, tanto il sacerdote che i due secolari si  affrettarono a suffragarla con Messe ed altre opere espiatorie.  Questo fu narrato allo scrivente dal medesimo sacerdote, D.  Fabiano Battaglini  (Op. cit., pag. 5 1 segg.).

Alcune volte, specialmente per quelli che muoiono di morte  violenta, sembra che compiasi l'espiazione nel luogo stesso ove  furono uccisi. Le leggende di tutti i grandi campi di battaglia e  di tutti i luoghi nei quali il delitto ha fatto scorrere sangue umano, ci parlano di pianti e di grida ascoltate durante la notte  ed imploranti preghiere e suffragi. Per quanto vogliasi gridare  alla superstizione, non mi par possibile escludere tutti i fatti di  questo genere, che si trovano raccontati nelle storie, tanto più  che buon numero di essi son riferiti da autori seri ed imparziali.  Tritemio, nella sua Cronaca (anno 1058), racconta il fatto di  numerosi soldati che comparivano ad alcuni religiosi sul campo  di battaglia dove erano periti, per implorare suffragi; e in  un'opera più recente, La vita del P. Giuseppe Anchieta,  soprannominato, per il suo zelo, l'Apostolo del Brasile, si parla  d'infelici assassinati che comparivano sulla sponda del lago nel  quale erano stati gettati i loro cadaveri, per ottenere suffragi da  un santo religioso dimorante in quei dintorni. Altre volte infine  la giustizia divina assegna a certe anime un luogo speciale di  espiazione, senza che vi sia altra ragione tranne quella della  volontà di Dio, la quale così permette per ammaestramento dei  vivi o per procurare ai defunti quei suffragi dei quali hanno più  bisogno. Per questo motivo, secondo la testimonianza di S.  Gregorio Magno, il diacono Pascasio avrebbe fatto il suo  purgatorio nei bagni di Capua, dove fu visto dal santo Vescovo  Germano occupato a compiere gli uffici più vili finché non  fosse finito il tempo della sua espiazione. (Dialoghi, libro IV,  cap. 40). Con San Tommaso concluderemo dunque che in  quanto al luogo del Purgatorio nulla è espressamente  determinato nella Scrittura, ma che nondimeno è probabile e  conforme al sentimento dei Santi ed a molte rivelazioni, che  questo luogo sia duplice; il primo vicinissimo all'Inferno, di  modo che il fuoco che in questo tormenta i dannati, in quello  purifica i giusti; il secondo esistente quasi in forza di una  specie di eccezione o dispensa, ed è per questo che noi  leggiamo essere state punite delle anime in differenti luoghi,  sia per ammonimento dei vivi, sia per sollievo dei morti, ai  quali così riesce più facile implorare i nostri suffragi e veder  diminuite le loro pene (III parte in suppl. De Purgatorio, art. 2).

Sac. Luigi Carnino

1 giugno 2020 – Oggi inizia il mese dedicato al Sacro Cuore di Mio Figlio



"Ovunque venga visualizzata un'immagine del Sacro Cuore o dei Cuori Uniti (quel luogo) riceve la benedizione del Cielo. Questa è una informazione preziosa"


Ancora una volta, vedo una Grande Fiamma che ho conosciuto essere il Cuore di Dio Padre. Egli dice:
Dio Padre
“Oggi inizia il mese dedicato al Sacro Cuore di Mio Figlio. Che Sacro Cuore che è! È la perfezione della compassione, della gioia e della comprensione. Nessuno che si rivolge al Sacro Cuore di Gesù resta senza aiuto. Chiamo tutte le persone e tutte le nazioni a mettersi sotto il dominio del Sacro Cuore.”
“L’incredulità in ciò che dico non cambia il potere del Suo Cuore. L’incredulità veramente indebolisce l’azione della grazia che Gesù imparte all’anima. Comprendete, allora, la fede che l’anima pone nel Sacro Cuore determina l’effetto che questa devozione ha in ogni anima”.
“Ovunque venga visualizzata un’immagine del Sacro Cuore o dei Cuori Uniti (quel luogo) riceve la benedizione del Cielo. Questa è una informazione preziosa. Voi dovreste mostrare queste immagini nei luoghi di lavoro, nelle automobili e ogni casa – allora, la benedizione del Cielo sarà sempre con voi. Abbiate Fiducia in questa Verità.”
Leggi Salmo 3:8
Del Signore è la salvezza: sul tuo popolo la tua benedizione.

Holy Love

martedì 2 giugno 2020

L'INFERNO VISTO DAI SANTI



Qualche considerazione teologica 

Sulle visioni dei Santi qui addotte si potrebbero fare parecchie considerazioni da vari punti di vita. Ci limiteremo a farne qualcuna soprattutto d'indole teologica e morale. 

1. Non sfugga all'attenzione, prima di tutto, che quanto accaduto ai Santi e qui esposto, è dovuto all'iniziativa di Dio stesso. Tutte le visioni, infatti, ci dicono che esse sono volute e permesse da Dio per ribadire e confermare questo tremendo mistero dell'inferno. In effetti, a parte ogni considerazione, i Santi sono i migliori interpreti della Rivelazione di Dio. È Lui che fa "scendere" all'inferno il veggente o la veggente o fa guidare da angeli chi ha stabilito debba subire sì straordinaria e tremenda avventura o esperienza. Ciò dice che il suo dominio si estende per davvero ad ogni realtà esistente, ed è Lui il vero Signore e dominatore di tutto, compreso l'inferno. Non è il diavolo il padrone dell'inferno, anche se egli esercita qui un dominio che è, prima per lui, fonte di inaudite sofferenze 

2. Il mistero dell'inferno, considerato soprattutto nella sua eternità, sconcerta e fa quasi smarrire la ragione. Ma esso si illumina non poco se si pensa - come hanno affermato vari dei Santi qui proposti - che esso è voluto e creato dal demonio e dal dannato stesso. I veggenti di Medjugorje, dopo aver visto l'inferno, chiedono alla Madonna se quelle persone dannate, potranno un giorno, uscire dall'inferno - e la Madonna risponde: "L'inferno non finirà, coloro che sono là non vogliono ricevere più niente da Dio, hanno scelto liberamente di essere lontani da Dio, per sempre! Dio non vuole forzare nessuna ad amarlo". Dio, sommo amore, mai avrebbe voluto l'inferno. In un esorcismo fatto a Roma dal P Candido, a questi che aveva detto con ironia al demonio: "Vattene da qui, tanto, il Signore te l'ha preparata una bella casa, ben scaldata!", il demonio avrebbe risposto: "Tu non sai niente. Non è Lui che ha fatto l'inferno. Siamo stati tutti noi. Lui non ci aveva neppure pensato". 

3. L'inferno è prodotto ed esiste per il peccato, e perciò è il peccato il vero creatore dell'inferno, quel peccato sul quale tanto si scherza e si ironizza, e che lo si vuole in nome della vita e della felicità da godere. L'inferno è la mercede del peccato, di ogni peccato che offende gravemente il Signore: mercede, conseguenza e frutto del peccato, soprattutto del peccato impuro sessuale in tutte le sue forme. Ne sono convinti e consenzienti tutti i Santi che presentano l'inferno. Si rilegga quanto detto ed esortato dall'Angelo a S. Giovanni Bosco, parole confermate non meno da Giacinta, la piccola veggente di Fatima che, prima di morire, dirà tra l'altro: "I peccati che portano più anime all'inferno sono i peccati della carne. Verranno certe mode che offenderanno molto Gesù. Le persone che servono Dio non devono seguire la moda. La Chiesa non ha mode. Gesù è sempre lo stesso". Tutti i dannati, nella visione di S. Giovanni Bosco avevano scritto in fronte il proprio peccato. In effetti è il peccato che danna l'anima. La visione di Don Bosco vuol dire pure forse che ognuno si può dannare anche per un solo peccato mortale, se la morte dovesse accadere senza aver potuto liberarsi da tale stato. Ma generalmente ci si danna soprattutto per un peccato predominante nella vita terrena, dal quale proliferano tante altre male erbe. L'affermazione che l'inferno è il prodotto dell'inferno, non è inficiata da quanto afferma S. Veronica Giuliani, che si va all'inferno soprattutto per l'ingratitudine all'amore di un Dio appassionato, flagellato e coronato di spine e morto per noi. In effetti, ogni peccato è un gesto di ingratitudine allo sconfinato amore di Dio. In pratica l'inferno è la ricompensa di chi non ha voluto capire e apprezzare e accettare l'infinita follia di un amore divino donatosi tutto. E sull'infinita misericordia di Dio ha prevalso, se così ci è lecito esprimerci, l'infinita giustizia di Dio: "Mira e guarda bene questo luogo che non avrà mai fine. Vi sta, per tormento, la mia giustizia ed il rigoroso mio sdegno" (S. Veronica). Il fatto che l'inferno sia originato dal peccato spiega tante cose! Ma, pur con queste luci, il mistero si chiarisce fino a un certo punto. Ci si domanda, infatti, subito: come può l'uomo volere veramente l'inferno? La risposta di S. Tommaso illumina fino a un certo punto. Egli dice che i dannati sono ostinati come i demoni e perciò il loro volere non potrà mai essere buono. E spiega così la cosa: "... il valore deliberativo deriva da loro stessi (cioè dagli spiriti dannati stessi), in quanto è in loro potere inclinare con l'affetto verso questa o quell'altra cosa. E tale volere in essi è solo cattivo, questo perché essi sono del tutto stornati dall'ultimo fine del retto volere; e d'altronde non può esserci un atto buono di volontà, se non in ordine alfine predetto. Quindi anche se vogliono un bene, lo vogliono non bene, cosicché il loro volere anche in tal caso non può dirsi buono". E ciò perché la volontà degli angeli buoni (e quindi anche delle anime umane con la morte del corpo) è confermata nel bene, mentre la volontà dei demoni (e anche di tutti i dannati) è ostinata nel male. La causa di questa ostinazione non proviene dalla gravità della colpa, bensì dalla particolare condizione della loro natura e del loro stato. Mentre infatti l'uomo, nel conoscere, procede discorrendo e cioè passando gradatamente da una verità all'altra, l'angelo invece - e similmente l'uomo con la morte - percepisce col suo intelletto in modo irremovibile. E perciò la volontà dell'uomo aderisce ad una cosa in modo instabile, conservando il potere di staccarsi da essa per aderire ad una cosa contraria; la volontà dell'angelo, invece, aderisce stabilmente e irremovibilmente al suo oggetto. 

***
Padre Antonio Maria Di Monda

Si sveglino ed aprano i loro occhi al fine i mortali e conoscano la differenza che esiste tra le cose temporali e quelle eterne, perché ad ogni cosa diano la dovuta stima,



Il viatico sconosciuto . 

Si sveglino ed aprano i loro occhi al fine i mortali e conoscano la differenza che esiste tra le cose temporali e quelle eterne, perché ad ogni cosa diano la dovuta stima, disprezzando tutto ciò che il tempo distrugge e stimando solo quello che l'eternità conserva; eternità che devono cercare nel tempo di questa vita e coltivare per mezzo delle stesse cose temporali, il che non potranno mai conseguire senza la conoscenza delle une e delle altre. In tal guisa, fissando lo sguardo nell'eterno, che è degno della stima maggiore, conserveranno le cose temporali, benché queste per sé non meritino alcuna stima, e da caduche e passeggere che  sono, le renderanno consistenti e durature. 

La manna che Nostro Signore diede agli Ebrei (Exod., XVI) durante il loro pellegrinaggio nel deserto fino all'arrivo alla terra promessa, fra gli altri significati misteriosi, aveva anche quello di essere simbolo dei beni di questa vita, che è un pellegrinaggio verso la terra promessa della felicità eterna. Per questo essa si putrefaceva e si corrompeva presto, durando pochissimo, come avviene di tutte le cose del mondo. Unicamente la parte della manna che si raccoglieva coll’intenzione di conservarla per il Sabato, il quale è figura della gloria, o per l'Arca, nella quale si doveva portare alla terra promessa, non si corrompeva; così che il raccogliere la manna con intenzione differente rendeva eterno ciò che era corruttibile, come notò Balduino, antico e dottissimo interprete della Sacra Scrittura. Tanto importa tenere lo sguardo levato e fisso nelle cose eterne, affinché anche dall'uso delle cose temporali guadagnarne l'eternità e rendiamo grande ciò che è piccolo, consistente ciò che è mutevole, immortale e senza fine ciò che è mortale. 

P. Gian Eusebio NIEREMBERG S. J. 

Popolo Mio, all'interno delle azioni militari primeggiano la lotta per le anime, la persecuzione dei Miei figli e la distruzione della Mia Chiesa,



GOVERNO UNICO, MONETA UNICA, RELIGIONE UNICA


NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

Popolo Mio, all'interno delle azioni militari primeggiano la lotta per le anime, la persecuzione dei Miei figli e la distruzione della Mia Chiesa, cose sulle quali Io vi avevo continuamente messo in guardia, così come primeggia il potere per stabilire il governo unico, capeggiato dall'anticristo.


30.09.2015

Non stancarti di attingere alla sorgente inesauribile del mio Sangue!



Non stancarti di attingere alla sorgente

- Non stancarti di attingere alla sorgente inesauribile del mio Sangue!
Se attingi con fede, esso diverrà fede per te: la più pura e profonda; se attingi con speranza, esso alimenterà in te la speranza più ardente; se attingi con carità, esso si trasformerà in fiamma viva, operosa, inestinguibile di amore. Se ad esso chiedi la purezza, ti purificherà l'anima, il cuore, l'occhio, lo spirito, trasfondendo in te la mia stessa purezza.
Se gli chiederai l'umiltà, ti insegnerà gli abbassamenti che portano alla più eccelsa vetta della carità; se gli domanderai la partecipazione ai Misteri, t'introdurrà negli abissi della Misericordia. -
O potenza, grandezza ed efficacia del Sangue di Cristo! Esso è la mistica acqua che zampilla alla vita eterna con getto sovrabbondante, perpetuo; esso è la stessa vita eterna perché ci dà l'incremento della vita spirituale: sviluppa, feconda e porta a maturazione le opere della grazia e ci unisce alla stessa vita di Dio. q. 14

 SR. M. ANTONIETTA PREVEDELLO

Venite fratelli e mirate il nostro Dio fatto vicino a noi. Ecco la Carne e il Sangue del nostro dilettissimo Cristo».



GESU’ OSTIA
All’incredulo perché sia meno scettico, e al sacerdote perché sia meno tiepido.



Il Miracolo Eucaristico di Lanciano

I Basiliani sono monaci che si ispirano alla regola di San Basilio (330-379), uno dei più grandi uomini della Chiesa d'Oriente.
Si ha notizia che i primi Basiliani arrivano in Italia nel sesto secolo, al seguito del generale bizantino Belisario (venuto a combattere i Goti), e si stabiliscono nell'Italia centromeridionale, dove fondano vari monasteri. Altri religiosi, invece, abbandonano la loro patria durante le guerre persiane, per sfuggire alle persecuzioni di cui soffre la Chiesa. E continuano a raggiungere la nostra penisola anche al termine di tali guerre, a causa della confusione politica e dottrinale che travaglia l'Oriente.

È probabilmente in una di queste peregrinazioni che i Basiliani approdano sul litorale adriatico e si fermano a Lanciano, dove danno inizio all'attività missionaria mettendosi al servizio di una popolazione che, come il resto dell'Italia, è stremata dalle invasioni barbariche e dalle pestilenze. Qui, prendono possesso della chiesa dedicata ai Santi Legonziano e Domiziano: due fratelli scultori, condannati al martirio per essersi rifiutati di scolpire divinità pagane. In questo luogo, nell'ottavo secolo, intorno all'anno 750, avverrà il primo Miracolo Eucaristico nella storia della Chiesa Cattolica.

Un monaco, che la tradizione ci descrive «letterato nelle scienze del mondo, ma non fermo nella fede», è dubbioso sulla presenza reale di Cristo nell'Eucaristia. Prega per avere una risposta alla sua incertezza, e il Cielo gli verrà incontro.

Un giorno, durante la celebrazione della Messa, giunto alla consacrazione del pane e del vino, è ancor più assalito dal dubbio. Allora Iddio, dall'alto della sua misericordia, gli svela il mistero, convertendo l'ostia in carne e il vino in sangue.
Dinanzi al prodigio, il monaco basiliano rimane confuso e sbalordito; tenta di nascondere quanto avvenuto, ma non riesce a contenere il suo turbamento davanti ai presenti.

La tradizione ci tramanda le sue commoventi parole: «O felici assistenti, ai quali il benedetto Iddio per confondere l'incredulità mia ha voluto svelarsi in questo Santissimo Sacramento e rendersi visibile agli occhi vostri! Venite fratelli e mirate il nostro Dio fatto vicino a noi. Ecco la Carne e il Sangue del nostro dilettissimo Cristo».




La notizia si diffonde rapidamente, e numerosi accorrono ad ammirare le sacre reliquie, che mai abbandoneranno Lanciano, divenuta da allora il cuore della devozione eucaristica.
La cittadina abruzzese, in provincia di Chieti, nonostante le guerre e le devastazioni, gelosamente custodisce nei secoli il suo prezioso tesoro: dai Basiliani ai Benedettini e, nel 1253, ai Francescani; sono quest'ultimi che costruiscono la chiesa di San Francesco d'Assisi, nuova sede delle reliquie. Ed è un francescano, un certo frate Antonio da Mastro Renzo, il protagonista di una storia che si collega al Miracolo Eucaristico.

Nel 1566, questo religioso, durante l'invasione dei Turchi sulle coste adriatiche, temendo la profanazione delle preziose reliquie, pensa di portarle in un luogo più sicuro. Così, insieme ad alcuni giovani della città, fugge col singolare carico. Dopo un cammino durato ventiquattr'ore, però, il mattino seguente si ritrova nuovamente dinanzi alle porte di Lanciano! Da questo fatto comprende che un vero soldato di Cristo non deve fuggire, ma rimanere al proprio posto per difendere anche con la vita il suo Signore. E riporta le sacre reliquie nella chiesa di San Francesco, dove ancora oggi sono custodite, a richiamare le genti e rinnovare la fede, nonostante siano trascorsi dodici secoli dall'evento prodigioso.

L'ostia incarnata è conservata in un artistico ostensorio d'argento del '700. Sul basamento, due angeli inginocchiati - rivolti verso chi guarda, ma con gli occhi verso l'alto - sostengono con un braccio alzato la raggiera dell'ostensorio. Fra i due angeli, sopra la base, un calice di cristallo contiene il sangue raggrumato in cinque pezzi disuguali.

L'attualità del Miracolo Eucaristico di Lanciano scaturisce dalla conferma che ne dà la scienza. Infatti, le indagini condotte con assoluto rigore scientifico, nel 1970-1971 e riprese nel 1981, dal prof. Odoardo Linoli (libero docente in Anatomia e Istologia Patologica e in Chimica e Microscopia Clinica, primario degli "Spedali Riuniti" di Arezzo), coadiuvato dal prof. Ruggero Bertelli (ordinario fuori ruolo di Anatomia Umana Normale dell'Università di Siena), danno un fondamento scientifico alla tradizione storico-religiosa.
Ecco le conclusioni delle relazioni sulle due ricognizioni scientifiche, scritte dal prof. Linoli:

PRIMA RICOGNIZIONE (1970-1971)
«I risultati della ricerca effettuata su frammenti di Sangue e di Carne che l'antica tradizione cristiana e la venerazione attraverso le generazioni hanno condotto a noi come Miracolo Eucaristico di Lanciano, si riassumono nei seguenti punti:
1° - Il Sangue del Miracolo Eucaristico è vero Sangue e la Carne è vera Carne.
2° - La Carne è costituita da tessuto muscolare del cuore.
3° - Il Sangue e la Carne appartengono alla specie umana.
4° - Il gruppo sanguigno è identico nel Sangue e nella Carne e ciò sta ad indicare l'unicità della Persona donante, restando aperta la possibilità della provenienza da due persone diverse, però fornite dello stesso gruppo ematico.
5° - Nel Sangue sono state ritrovate le proteine normalmente frazionate con i rapporti percentuali quali si hanno nel quadro siero-proteico nel sangue fresco normale.
6° - Nel Sangue sono stati anche ritrovati i minerali Clorurici, Fosforo, Magnesio, Potassio, Sodio in quantità ridotta, mentre è risultato aumentato il Calcio.
Debbo tornare a considerare in queste pagine conclusive, la diagnosi istologica di miocardio, che è stato riconosciuto nella Carne di Lanciano.
L'iconografia allegata inquadra e in sé risolve il discorso diagnostico, per il quale si giunge inevitabilmente, malgrado le limitazioni di colorazione del tessuto, a tale conclusione.
Ma anche volendo annullare tale convincimento e riprendere per altre vie il ragionamento diagnostico differenziale non si giunge ad accettare alcun'altra interpretazione.
Esula dal mio stretto dovere, ma si inserisce nello studio compiuto una riflessione: il chiarimento che giunge attraverso questi studi, in particolare sulla natura della Carne, rende poco fondata l'ipotesi di un «falso» operato nei secoli passati. Infatti, supponendo che fosse stato prelevato il cuore da un cadavere, ritengo che solo una mano esperta di dissezione anatomica avrebbe potuto ottenere da un viscere cavo una «fetta» uniforme (come ancora si intravede nella «Carne»), e tangenzialmente alla superficie del viscere, come fa pensare il prevalente decorso longitudinale dei fasci di fibre muscolari, in più punti visibile nei preparati istologici.
Il Sangue, poi, se da cadavere, si sarebbe rapidamente alterato, per deliquescenza o putrefazione. A tale proposito, debbo ancora ripetere che non sono mai risultati presenti nelle sezioni istologiche, i segni di infiltrazione da parte di sali o di sostanze conservatrici in uso anche in antico a scopo mummificante.
Infine, debbo far presente che non è da ritenere impossibile e neppure eccezionale la conservazione delle proteine e dei minerali nella Carne e nel Sangue di Lanciano. Indagini più volte confermate hanno permesso di trovare ancora presenti le proteine in mummie egizie datanti da 4000 anni (Hansemann) 1904 e da 5000 anni (Meyer) 1904, pur dovendosi riconoscére che ben diverso è il caso di un corpo mummificato con i noti mezzi conservativi e di un lembo di Miocardio, lasciato allo stato naturale durante i secoli ed esposto all'azione di agenti fisici, atmosferici, ambientali e biologici».

SECONDA RICOGNIZIONE (1981)
Sezionando ancora il minuscolo frammento di tessuto cardiaco non del tutto consumato nel primo studio, dopo dieci anni si è proceduto ad un ulteriore esame nel suo aspetto esteriore e nella sua struttura microscopica.
«La Carne miracolosa ha forma rotondeggiante, accostabile a quella della «hostia magna» del rito latino medioevale, con diametro compreso tra 55 e 66 mm., di colorito giallo-brunastro con variegature più scure, di consistenza lignea. Lascia apprezzare nella zona centrale una ampia apertura irregolare, della larghezza di mm. 35 e 17, mentre il Tessuto circostante appare ondulato, per la esistenza di sollevamenti circolari, come se si fosse ritirato verso la periferia.
Inoltre, nella zona marginale esterna, si osservano n. 14 fori distanziati, circolari, a stampo, e quindi dovuti alla penetrazione di chiodi, come se i Monaci Basiliani avessero voluto fissare la Carne miracolosa sul legno, per un motivo apparentemente non comprensibile. Al contrario, bisogna considerare che anche il miocardio, come tutte le muscolature del corpo umano, va incontro, dopo la morte, ad una contrazione rigida, il «rigor mortis», che provoca un accorciamento della muscolatura. Nel caso della Carne miracolosa, trovandosi libera da connessioni, è possibile che si sia retratta verso il centro, accartocciandosi. È quindi verosimile che i Monaci volessero impedire questa deformazione, vincolando su legno a mezzo di chiodi, infissi lungo il contorno, la Carne miracolosa. Ma questa, allora, si ritrasse in senso inverso, dal centro verso la periferia, assottigliandosi in ampia zona centrale, ove appare anche lacerata, mentre la zona esterna si è sollevata in pieghe circolari, risultando infatti qui più spessa.
Se idealmente pensiamo di distendere queste pieghe, si può ottenere una riduzione dello spazio vuoto, ma non il suo completo riempimento. Infatti, è del tutto fondato ritenere che lo spazio vuoto corrisponda in parte non precisabile, ma certamente rilevante, ad una cavità cardiaca, e precisamente di un ventricolo, con maggiore probabilità il sinistro, come indica lo spessore del mantello miocardico.
Questa ipotesi che si basa su dati obiettivi, porta alla conclusione che la Carne miracolosa di Lanciano, come ha sottostato al fenomeno del «rigor mortis», lascia anche intendere che nel momento nel quale si realizzò miracolosamente sull'altare della piccola chiesa dei Ss. Legonziano e Domiziano, or sono 1200 anni, era allo stato vivente, come se provenisse da un essere vivo. Ed anche il Sangue miracoloso non possiamo pensarlo, al momento del Miracolo, se non rosso vivo, fluido, con tutti i caratteri del tessuto fresco, vivente. Infine si consideri che la Carne e il Sangue di Lanciano sono andati esenti dalla degradazione cadaverica, alla quale sottostanno tutti gli esseri viventi sulla Terra.
Con il nuovo studio istologico, si è confermato che la Carne miracolosa ha struttura di miocardio, caratterizzato da fibrocellule che si ramificano alle estremità con le quali si connettono alle cellule contigue e che assumono direzione molto diversa, come è tipico di questo tessuto.
In tutti i preparati istologici, mancano i nuclei sia delle fibrocellule che dell'interstizio, fatto che però si verifica in tutti i tessuti, anche solo dopo pochi anni di conservazione.
Fra i nuovi reperti, è comparso l'endocardio, la lamina di tessuto libro-elastico che riveste tutte le cavità cardiache, bene distinta dal contiguo miocardio, mentre manca l'endotelio di copertura, andato dissolto nel tempo. La superficie endocardica, inoltre, si solleva nelle «trabecole carnee», che hanno nella Carne miracolosa lo stesso aspetto che nel cuore umano.
Inoltre, nella compagine del Tessuto miracoloso sono apparsi alcuni lobuli di tessuto adiposo, nei quali penetra la muscolatura, fatto che riafferma trattarsi di muscolatura cardiaca ed esclude invece, ogni possibile riferimento alla muscolatura scheletrica.
Sono anche apparsi vasi sanguigni di calibro diverso, di tipo venoso e arterioso, in numero elevato, come è proprio del muscolo cardiaco, sottoposto ad incessante lavoro.
In ultimo, sono stati identificati alcuni rami della innervazione cardiaca completi della guaina fibrosa involgante (perinevrio) e dei fasci di fibre nervose sezionate secondo un piano trasversale o obliquo. È anche da dire che in nessuna sede sono comparse tracce di sostanze conservanti, che infiltrano diffusamente i tessuti mummificati.
Tutti questi risultati consentono di affermare che la Carne del Miracolo Eucaristico di Lanciano (VIII secolo) si identifica con il CUORE, del quale sono stati riconosciuti diversi componenti, bene conservati e normali nei dettagli microscopici».
La scienza ha voluto toccare con mano. Ma fede e scienza, nel Miracolo Eucaristico di Lanciano, non si scontrano. Anzi, dalla lettura delle relazioni scientifiche si possono cogliere, oltre che la veridicità del fenomeno prodigioso, anche alcune riflessioni:
a) L'Ostia non diventa un pezzo di carne qualsiasi, ma un pezzo di cuore, il simbolo dell'amore, come quel Cuore nascosto nell'Eucaristia e che si svela a Santa Margherita Maria Alacoque, l'apostola del Sacro Cuore di Gesù.
b) Dall'ultima relazione si legge che la Carne, per la particolare struttura dei vasi sanguigni, «è proprio del muscolo cardiaco, sottoposto ad incessante lavoro». E un cuore affaticato, sofferente, come il cuore di un Uomo immolato sul patibolo della croce. E l'Ostia si tramuta in carne durante la celebrazione della Messa, ch'è il sacrificio di Cristo.
c) La carne e il sangue del Miracolo hanno lo stesso gruppo sanguigno: AB, come il gruppo sanguigno dell'Uomo avvolto nella Sindone.
d) Nella Carne e nel Sangue non risultano tracce di sostanze conservanti, eppure «sono andati esenti dalla degradazione cadaverica», come il corpo di Gesù nel sepolcro.
e) La scienza, di fronte al Miracolo Eucaristico, riconoscendo i propri limiti, ne ammette la straordinarietà. Non tutto si può spiegare con l'umano intelletto, anzi, ci sono cose tenute nascoste ai sapienti e agli intelligenti e rivelate ai piccoli, come lo stesso Gesù afferma (Cfr. Mt 11,25).

Nasco con Te alla vita!



L'anima mia è affranta e malata e Tu, Misericordia Infinita, la carezzi con l'onda del tuo infinito amore, e io, tua creatura, nasco con Te alla vita e vengo, cerva assetata, alla sorgente di ogni delizia! Vengo, perché Tu, mio Signore, mi chiami e mi attendi, non mi permetti di fuggire lontana da Te, perché la tua voce amorosa penetra nel mio cuore, ne prende possesso e riscalda del tuo fuoco il gelo, l'aridità, la freddezza, la tiepidezza di ogni intima fibra del mio essere!
Tu sei, Signore, ed io, con Te, e in Te sono la creatura nuova, che Tu chiami, per rendermi forte e temprata, perché la tua tenerezza la protegge, la difende, la salva da ogni tempesta, che l'umano vivere e convivere scatena in se stessa e intorno al suo essere, piccola molecola, nel mondo da Te voluto e creato! Amen!

IL TEMPORALE È ALLE PORTE!… MEDITATE! COME AVVENNE AL TEMPO DI NOÈ, COSÌ …



Pioverà fuoco dal cielo e la gente non saprà dove rifugiarsi.
Amati figli, siamo alle soglie di questo grande castigo, il Signore punisce questa Umanità malvagia ma salva il suo popolo fedele.
Come avvenne al tempo di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’Uomo: mangiavano, bevevano, si ammogliavano e si maritavano, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece perire tutti. 
L’uomo ha disprezzato la Salvezza, si è unito a Satana, ha bivaccato alla sua mensa, ha sostenuto il suo piano diabolico di morte.
Dinnanzi a questa cattiveria rimango sgomento e decido di intervenire per aiutare il mio popolo fedele, dico il mio Basta a questa orribile vita imposta da Satana. 
Avete navigato al fianco del vostro nemico, gli avete permesso di attuare il suo piano demoniaco, vi siete imbottiti del suo veleno e ora perirete per la vostra stoltezza.
Torno a giudicare i vivi e i morti.

Vengo a rimettere ordine sulla Terra.
Vengo a far gustare i miei frutti ai miei figli.
Vengo a donargli la vita in Me.

La loro casa sarà in Me, nelle mie dimore saranno e godranno di tutto il mio Bene.
L’ora è giunta, al momento propizio interverrò.

Non stancatevi nell’attesa, non tormentate il vostro cuore con  dubbi e polemiche inutili, perché Io non tarderò a completare la mia Opera in salvezza.
Il mio piano è nell’amore, sto preparando l’incontro con gli uomini e poi chiuderò per sempre il sipario a questa vita di peccato. Metterò l’uomo di fronte ai suoi peccati, sarà libero di scegliere se tornare al suo Creatore chiedendo il suo perdono, oppure mettersi schiavo al servizio di Satana nel tormento eterno.
Giudicherò l’uomo con Giustizia, non accetterò compromessi, Io sono Colui che tutto ha creato con amore e per amore. Non accetterò tentennamenti, quell’ora sarà decisiva: o con Me o contro di Me.
Figli miei, mettetevi alla mia sequela, fortificatevi in Me, deponete le armi del peccato, venite a rifiorire in Me. Io sono l’Alfa e l’Omega, in Me è l’Universo, tutto è raffigurato in Me.
Quando vi chiamerò per nome vi permetterò di riflettere sulla vostra vita prima del nostro incontro faccia a faccia.
La Chiesa terrena è sconsacrata. Satana la possiede e guida i fedeli alla perdizione eterna.
Svegliatevi, figli miei, perché l’Anticristo ha preso il mio posto e detta le sue leggi.
Attenti a non rendervi complici del suo misfatto.
Tuona la mia voce! Ascoltatemi o uomini!  Meditate!
Se trattano così il legno verde,

cosa sarà di quello secco?

Sia in voi il giusto discernimento, non perdete altro tempo, …il temporale è alle porte!
Carbonia 01.06.2020

Niente ti turbi. Niente ti sgomenti... Chi possiede Dio non manca di nulla. Di Dio soltanto c’è bisogno. (Santa Teresa di Gesù).



L’ateismo

Leggiamo quello che dice il filosofo italiano Federico Sciacca nella sua opera L’ateo, quando riporta in un monologo i sentimenti di un ateo, che nel profondo di se stesso non è sicuro di ciò che afferma: 

Se Dio non esiste, che cerco di più, che cerco ancora? Cerco. Egli, colui che non esiste mi segue, mi perseguita. Mi si è installato, qui, al centro della testa come un chiodo. Penso e esiste il chiodo: penso e mi si inchioda ancor di più. Il pensiero è il mio crudele martirio. Dio è sempre spietato con gli atei. Li perseguita. Lasciami, Dio, non ho bisogno di te, ho bisogno di scacciare la tua ombra per restare solo con me stesso. Tu sei uno spettro caparbio. Io non ho bisogno di te. Che vuoi, poi, spettro. Rifiuto questo o quel Dio? No, nego “Dio”. E poi? Poi rinasce come una salamandra e prende molteplici forme come il camaleonte... Lui, può essere ucciso. L’ho ucciso. Lo spettro! Gli spettri non si possono uccidere. Egli sta dentro di me morto, ma vivo. Io che l’ho ucciso, son morto per lui. Non lascia in pace neppure i morti, li vuole risuscitare. Egli è vivo, vivo, appostato come un uccello di rapina al cadavere della mia coscienza. Vorrebbe risuscitarmi a beccate. Ma io piuttosto che rinascere con lui, preferisco viver morto senza di lui. è più virile. O stupido?... Riassumendo, Dio è presente nel mio ateismo? Io non sarei ateo se lui non esistesse. è una contraddizione senza soluzione. Non posso risolverla se non obbedendole. La vinco solo credendo in quel dio che nego, affermando Dio. Lo vuole il mio stesso ateismo, lo pretende tirannicamente. Negare Dio è l’ipotesi proibita, poiché equivale ad affermarlo. Lo so e mi ribello. Se tu non esistessi non ti negherei. E se tu esisti, perché questa tremenda tentazione della ragione di negarti? Se tu non esistessi, mai avrei potuto pensare a te...
Ti chiedo pace... Tu, l’amore, sei impetuoso come l’amore autentico e sofferto. Niente perseguita più dell’amore.

Ritengo che la testimonianza degli atei convertitisi possa essere una buona argomentazione a favore dell’esistenza di Dio. Loro, generalmente, dopo lotte e studi, arrivarono a scoprire la luce di Dio, che dà pace e gioia alle loro vite.

Padre ángel Peña

Il Cristo non sarà più soltanto il Figlio di Maria, sarà il figlio di tutta la terra, sarà il figlio di ogni anima che avrà accolto in sé la Parola.



L'ascolto della Parola

È ben questo che inizia una divina maternità: l'ascolto della Parola. Perché che cosa è la Parola di Dio, secondo il Vangelo? «Semen est Verbum Dei», la Parola di Dio è «seme» che deve essere concepito nel cuore dell'uomo. La Parola di Dio non è vana, ma è il seme in cui si contiene la vita, e che attende soltanto di essere seminato in un terreno fertile e buono, perché possa attecchire, germinare e nascere.
Che cosa dice la Sacra Scrittura della vita spirituale della Vergine? San Luca lo ripete due volte: ella accoglie la Parola e la va meditando nell'intimo del suo spirito. Anche voi avete accolto la Parola di Dio. Avete ascoltato Dio che vi chiamava, avete ascoltato la Parola nel vostro cuore, avete risposto a questa Parola di Dio. Perché possiate, come Maria, essere partecipi a una divina maternità, si impone per voi di fare quello che ha fatto la Vergine: ascoltare la Parola, accogliere la Parola nel cuore, custodirla gelosamente nell'intimo. È la Parola stessa che in sé è efficace di vita, non siete voi a dare la vita alla Parola di Dio, ma siete voi che potete impedire questa vita così come un terreno non fertile, come un terreno non lavorato, come un terreno sassoso, come un terreno in cui germinano innumerevoli altri semi, che possono impedire il germinare, l'attecchire, il crescere di questa Parola in voi.
S'impone dunque, prima di tutto, che la vostra anima rimanga sgombra di ogni altra parola, si offra a Dio in purezza di amore, e si offra a Dio senza altro desiderio, altra volontà che quella di offrirsi alla efficacia di questa divina Parola. Allora la Parola di Dio in voi prenderà carne e si prolungherà in voi l'incarnazione del Verbo, non nel senso che si rinnovi l'Incarnazione - il mistero dell'Incarnazione è uno solo -, ma questo mistero coinvolgerà anche la vostra anima, così come coinvolge la vostra anima il mistero della divina maternità.
Il Cristo non sarà più soltanto il Figlio di Maria, sarà il figlio di tutta la terra, sarà il figlio di ogni anima che avrà accolto in sé la Parola. Mie care Sorelle, la grandezza della donna, la perfezione della donna è di essere sposa e madre. Voi non avete rinunciato né all'unione nuziale, né alla maternità; sarebbe una mutilazione della grandezza e della dignità della donna, e nemmeno Dio può chiedere tale mutilazione; può chiedere invece soprattutto un espandersi, un dilatarsi di questa stessa grandezza. Questa grandezza e questa dignità in voi non sarà una maternità umana, sarà l'unione nuziale con il Verbo, perché da voi nasca il Verbo medesimo, come vostro figlio.


Don Divo Barsotti