giovedì 11 marzo 2021

Regina della Famiglia

 


Apparizioni a Ghiaie 


Il pensiero di due Papi e di alcuni vescovi 

Pio XII, nel giugno 1949, un anno dopo la pubblicazione  dell'atto vescovile del non consta, ha ricevuto in udienza privata la bambina Adelaide Roncalli, che gli ha comunicato il  segreto datole dalla Vergine Maria nel maggio 1944, e a lui  riservato. Con questo gesto, il grande pontefice, manifestò chiaramente di credere nell'autenticità delle apparizioni di Ghiaie. 

Papa Giovanni XXIII, nella lettera inviata a monsignor  Giuseppe Battaglia, suo amico, mostrava non solo di credere  alle apparizioni, ma indicava anche l'iter che si doveva seguire,  perché la pratica per il riconoscimento delle apparizioni, potesse  giungere sul suo tavolo ed ottenere la sua approvazione. 

Monsignor Adriano Bernareggi, vescovo di Bergamo,  non si può dire un oppositore delle apparizioni. Una fotografia  del 27 luglio 1944, lo mostra pellegrino al luogo delle apparizioni, assieme al fratello Domenico, vescovo ausiliare di Milano,  e a sacerdoti e fedeli di Ghiaie. Inoltre non si deve dimenticare  che la costruzione della cappella nel luogo delle apparizioni e  l'acquisto di un vasto appezzamento di terreno circostante, nella  previsione della costruzione di un santuario, furono da lui voluti. 

Il cardinale Ildefonso Schuster, arcivescovo di Milano,  la cui vita santa è nota a tutti, credette alle apparizioni, ed espresse più volte la sua convinzione parlando ai fedeli della  sua diocesi. 

Monsignor Giuseppe Battaglia, di Brembate Sopra (Bergamo), grande vescovo di Faenza, ha sempre affermato l'autenticità delle apparizioni di Ghiaie, come appare dai documenti che  ho già riportato e dalla seguente lettera mandata al pittore  Giovan Battista Galizzi, che gli aveva inviato l'articolo di padre  Cipriano Casella S.J. Mons. Giuseppe Battaglia, il 6 febbraio  1952 scriveva: "Preg.mo sig. prof. ho letto e riletto l'articolo di  Padre Casella, e la sua relazione, a riguardo dei fatti di Bonate,  che lei gentilmente mi ha mandato. La ringrazio di cuore. 

Per me, accetto in pieno la conclusione di padre Casella:  obbedienti sì, stupidi no. Non riesco a concepire che una bambina di 7 anni possa aver giocato una commedia del genere. E  poi i fatti prodigiosi non li nega neppure il responso dell'autorità  ecclesiastica. La sincerità della bambina, come appare dalla sua  relazione, non può essere messa in dubbio, anche se dopo ha  negato: allora era certamente sincera, dopo si è influenzata la sua  psiche. 

Io penso che gli uomini non si sono mostrati degni di questa meravigliosa apparizione, e la Madonna ha permesso che si  chiudesse, per ora, una nuova fonte di grazie per l'umanità; ma  spero che Essa, sempre buona e misericordiosa, non badando alle  nostre miserie, vorrà di nuovo riaprirla, per il conforto di tutti e  per la sua stessa gloria...F.to + Giuseppe Battaglia vescovo". 

Monsignor Battaglia, in un'altra lettera inviata al pittore  Galizzi, il 5 maggio 1954, scriveva: "Preg.mo sig. professore,  voglia scusare il ritardo con cui rispondo alla sua gentile lettera.  Ho ricevuto e letto con piacere gli articoli riguardanti i fatti delle  Ghiaie di Bonate, e li ho trovati molto ben fatti, sereni e obiettivi, e anche opportuni. Forse avrei omesso l'accenno  al testamento di Mons. Bernareggi, che potrebbe, forse,  provocare una smentita a meno che si sia sicuri della cosa, da  non temere smentita. E la circostanza sarebbe oltremodo  significativa. 

Ho fatto leggere detti articoli anche a S. E. Mons. Zaffonato Vescovo di Vittorio Veneto, che sta predicando la novena  della B. V. delle Grazie a Faenza, e li ha trovati interessantissimi. 

In confidenza, Le dirò che in occasione di S. Giuseppe,  scrivendo gli auguri a Mons. Vescovo di Bergamo (Giuseppe  Piazzi, n.d.r.) — che non ho mai visto — gli espressi il voto che  "l'Anno Mariano segnasse la revisione del processo delle Ghiaie,  che non mi era sembrato scevro di zone d'ombra e di  contraddizione"; ma su questo punto non mi ha risposto nulla. 

Scriverò a don Piccardi che si faccia coraggio: se la  Madonna deve trionfare, ciò avverrà solo a prezzo di sacrifici e  di vittime; ... 

Voglia gradire colla sua Gentile Signora i miei ossequi e la mia benedizione. 

Faenza, 5 maggio 1954. F.to + Giuseppe Battaglia. 

Monsignor Giuseppe Battaglia, nella lettera inviata a don Giuseppe Piccardi, il 21 maggio 1955, scriveva: 

"Carissimo d. Giuseppe, ho ricevuto l'opuscolo che mi hai  spedito riguardante i fatti delle Ghiaie di Bonate e l'ho letto  quasi tutto d'un fiato e con profonda commozione. 

È una documentazione schiacciante che, nello stabilire la  realtà dei fatti, si è seguita la tesi preconcetta di escludere il  soprannaturale. E da questa documentazione qualcuno esce così  malconcio, che dovrebbe avere vergogna a mostrasi in pubblico. 

Il trattamento usato ad una bimba di sei (sette, n.d.r.) anni  è semplicemente vergognoso e mi ha strappato lacrime di dolore. 

E mi pare grave — pur ammettendo la buona fede — l'af-  fronto usato alla Madonna, che intendeva aprire una nuova fonte di grazia e misericordia in terra bergamasca. E i fatti prodigiosi  lo dicevano ben chiaro. 

Io penso che bisogna riparare — sempre per vie legittime 

— l'offesa fatta alla Madonna. Ne scrissi, in occasione dell'Anno  Mariano, a S.E. Mons. Piazzi, facendo notare che la sentenza di  Mons. Bernareggi, che non escludeva i miracoli avvenuti come  premio della fede dei fedeli, era contraddittoria. Purtroppo, la  risposta non fu favorevole. 

I tempi non sono ancora maturi? Bisogna pregare, pregare,  pregare, perché la Madonna, la buona mamma, dimentichi tanti  errori commessi, speriamo in buona fede, e continui le sue  materne misericordie a Bonate. 

Intanto non si potrebbero raccogliere molte firme e di  sacerdoti e di laici e umiliare una supplica al Vescovo o al  Metropolita, per la revisione del processo? Il quale però, dato  l'ambiente arroventato, non dovrebbe tenersi a Bergamo, ma a  Milano o altrove, magari a Roma. Io pure firmerei volentieri  l'eventuale petizione. Pensaci! 

 

L'opuscolo che mi hai mandato sarebbe riuscito anche più  efficace se avesse evitato certe durezze di giudizio contro le persone: bastavano i fatti. Ma comprendo che non tutti i temperamenti sono come quello di Silvio Pellico e che anche il Signore  ha preso i flagelli... 

Ricordami al Signore e alla Madonna, sicuro di averne il contraccambio. 

Continua la tua azione per il trionfo della Madonna di  Bonate, ma con serenità di spirito e con umiltà, e soprattutto con  purezza d'intenzione. 

Ti saluto e benedico di cuore. 

Faenza, 21 maggio 1955. F.to + Giuseppe Battaglia". 

Mons. Egidio Bignamini, arcivescovo di Ancona, a don  Giuseppe Piccardi che gli aveva inviato il libro scritto da Dome- nico Argentieri sulle apparizioni, il 19 maggio 1955, rispondeva: 

"Carissimo Don Piccardi, ho ricevuto e letto con grande piacere il volumetto inviatomi. 

Dunque non è chiusa la faccenda di Bonate...mi scriva chi  è questo Argentieri che ha saputo così limpidamente e logicamente esporre i fatti delle contrastate apparizioni. 

Preghiamo perché la Madonna affretti il suo trionfo...  Vorrei vederlo anch'io e ritornare ad inginocchiarmi su quella  terra bergamasca benedetta. 

L'aspetto con vivo desiderio in Ancona per la S. Missione. 

Preghi per me: La benedico di cuore. 

Ancona, 19 maggio 1955. F.to + Egidio Bignamini. 

 

Devo aggiungere che la lettera di monsignor Giuseppe  Battaglia, per la revisione del processo sui fatti di Ghiaie, fu  inviata al Papa Giovanni XXIII, anche a nome di monsignor  Egidio Bignamini e del bergamasco monsignor Tarcisio Benedetti, vescovo di Lodi, come si può leggere nel libro curato da  monsignor Loris Capovilla, Giovanni XXIII - Lettere 19581963,  pp. 216-217, edito nel 1978. 

 

Monsignor Giuseppe Obert, nato a Lignod di Ayas  (Aosta) nel 1890, entrato nel Pontificio Istituto Missioni Estere  di Milano nel 1912, partì per il Bengala (India) nel 1919. Fu  vescovo di Dinajpur (Bangladesch) dal 1948 al 1968; morì a  Milano nel 1972. 

Padre G. Obert, nel 1935, fu richiamato in Italia per fare da  direttore spirituale agli alunni di teologia del P.I.M.E. di Milano.  Più tardi divenne rettore della chiesa di S. Francesco Saverio di  Milano. 

Padre Giuseppe Cavagna, missionario del P.I.M.E. a Dinajpur (Bangladesch), dal 1933, di lui scrive: 

"Quando era rettore della chiesa di S. Francesco Saverio, la gente lo cercava ad ogni ora, indicandolo a modo suo: "Quel padre che aiuta i disoccupati; quello che converte gli ebrei; che  soccorre i poveri; quello che fa guarire dal cancro". Dicevano  anche: "Quello che guida i pellegrini a Bonate". 

Infatti, nel 1944, a Ghiaie di Bonate, era apparsa la  Madonna alla piccola Adelaide Roncalli. Nonostante la guerra in  corso e la censura severissima degli Alleati, la notizia giunse  anche nel campo di concentramento, dove ci trovavamo noi  missionari italiani, e si parlava di una apparizione straordinaria,  profetica... tutti eravamo stanchi della guerra e della prigionia... 

Padre Obert era convinto che le apparizioni fossero  soprannaturali e che Adelaide fosse una bimba sincera e semplice. Per questa sua convinzione guidava i pellegrini a Ghiaie. 

Delle apparizioni di Ghiaie parlava spesso e difendeva  Adelaide che egli conosceva e l'aveva fatta accettare, lontana da  ogni pressione, presso la signorina E. Galli di Milano, che abitava non lontano dalla sede del nostro Istituto... 

Da vescovo, un giorno, mentre visitava un grosso villaggio  di Beneedwar, egli raccontava con grande stima i fatti di Ghiaie.  Allora mi permisi di dirgli: "Monsignore, non sarebbe meglio che  la Madonna invece che a Ghiaie di Bonate o in Europa tra i  cristiani, apparisse qui in missione a consolidare la fede dei  nostri neofiti e per attirare i pagani alla nostra s. religione"? Si  soffermò un momento e rispose: "per questi paesi non è ancora  giunta l'ora. Tanto i cristiani, come i pagani finirebbero per  pensare ai "bonga" (spiriti). Lasciamo fare alla Madonna". (v.  ciclostilato interno per il P.I.M.E. del Bangladesch, 1987). 

Padre Giuseppe Cavagna scrive ancora: 

"Monsignor Obert era da molti chiamato il "vescovo  santo", e lo era davvero. Nei primi tempi della mia vita missionaria, quanta impressione mi faceva vedere in chiesa, con la  piccola lanterna, alle prime ore del giorno, padre Obert inginocchiato che pregava... 

I missionari delle diocesi vicine ci dicevano: "Fate come  fa il vostro vescovo, pregate tanto; egli è una persona di Dio;  vive di Dio..." 

Quanto amava il Bangladesch...Si faceva tutto a tutti, come dice S. Paolo" (v. Il vincolo, n. 104, p.74). 

Alle parole di padre Cavagna, che ci presentano monsignor Giuseppe Obert, come una straordinaria figura di sacerdote  e vescovo missionario, aggiungo che nel 1949, come ho già  scritto, egli accompagnò Adelaide dal Papa Pio XII, perché gli  rivelasse il segreto, che la Vergine le aveva confidato. 

 

Monsignor Giuseppe Maritano del P.I.M.E., vescovo  emerito di Macapà (Brasile), allora cappellano di un lebbrosario  nell'Amazzonia, nella lettera inviata il 19 agosto 1988, a padre  Mauro Mezzalonna, in parte già riportata, scrive: 

"Non so come ringraziarti del bellissimo regalo che mi hai  fatto inviandomi il libro delle apparizioni di Ghiaie di Bonate.  Quanti ricordi, mio Dio! Non ti so dire che cosa il libro ha prodotto in me; so che mi sento mezzo turbato e pieno di gioia allo  stesso tempo, senza sapere dire perché. Ti mando queste foto che  ho fatto io stesso a Ghiaie anche nel giorno della prima  comunione della Adelaide, e ti racconto qualche episodio capitatomi a Ghiaie. Cose che a me servono per ricordare dei giorni e  delle ore in cui mi pareva di essere vicino assai a qualche cosa di  soprannaturale che si faceva toccare con mano. Era come se si  spaccasse il cielo e lasciasse sentire qualcosa di Paradiso nella  fanghiglia del mondo. 

Quel giorno, accanto a me, sul balcone della casa di Adelaide, c'era un fratello del P.I.M.E., non ricordo chi era. Tutti  avevano una voglia matta di fare domande alla bambina. Anch'io  ne feci una; più che la domanda mi rimase impressa la risposta  che la piccola mi diede. Io le domandai se la Madonna era più  contenta quando c'era poca gente o quando ce n'era molta. 

Adelaide mi guardò in faccia come stupita, e mi rispose  candidamente: "So mia me" (lo so mica io!). Quel "so mia me",  mi è rimasto così impresso come segno della semplicità e sincerità schietta di Adelaide, che non avrebbe mai inventato e detto  quello che non sapeva... 

Ho letto nel libro la guarigione della signora Villa. Sono  convinto di essere stato presente quel giorno. Non so se si chiamava Villa, ma so che il caso visto da me, corrisponde esattamente a quello descritto nel libro. 

Voglio raccontarti un particolare soltanto a me noto, perché il fatto capitò a me. Non ricordo bene il giorno...forse non  era neanche più il tempo delle apparizioni... ricordo soltanto che  la folla era enorme. Lassù sul balcone c'era un prete che diceva di  essere della Curia di Bergamo e invitava la gente a non  esagerare, perché di miracoli non ce n'erano stati. E citava  esattamente il caso della signora guarita, si diceva allora, di  spondilite, la quale in un momento di entusiasmo aveva buttato  via il busto, ma poi aveva dovuto rimetterlo e continuava ad  essere malata. Io ero sul balcone, e scesi pensieroso. Svoltando  l'angolo della casa incontrai un barroccio che stava arrivando.  Chi teneva le redini del cavallo era la signora di cui il prete  aveva appena detto che era ancora malata. Le domandai come  stesse. Mi rispose che stava benissimo ed era venuta a ringraziare  la Madonna. Disse che aveva ripreso a lavorare nella filanda e  stava benissimo...Sarei davvero felice se potessi vedere o almeno  scrivere a qualcuno della famiglia di quella signora. Se ti è  possibile entrare in contatto con qualcuno di loro, dì che un  vecchio vescovo missionario ora cappellano di un lebbrosario  nell'Amazzonia, parla spesso della signora guarita dalla  Madonna, a Ghiaie di Bonate... 

Con monsignor Obert e con padre Lozza si parlava tanto  della Madonna di Bonate...Insomma il libro mi ha fatto (e mi fa)  rivivere un periodo che era rimasto assopito, ma pur sempre vivo  nel mio cuore. Ringrazia per me l'autore, e digli che preghi per me la Santa Madonna. Se lui può parlare con la signora  Adelaide, le chieda preghiere per me e per la mia gente. Noi qui  di casa formiamo una famiglia, basata non sulla carne e sul sangue, ma sulla fede. Cominciamo la giornata in chiesa pregando  per tutti coloro che si raccomandano alle nostre preghiere e per  quelli che ci fanno del male o ci vogliono male, oltre che per i  nostri amici e benefattori, è chiaro. Concludiamo sempre la  nostra preghiera dicendo alla Madonna: "Maria, figlia prediletta  di Dio Padre, Mamma del Signore Gesù, Sposa e capolavoro  dello Spirito Santo, prega con noi e intercedi per noi. La nostra  povera preghiera la affidiamo al tuo cuore di Mamma e la mettiamo nelle tue mani. Confidiamo in te Maria". E poi diciamo il  Rosario. Se Adelaide vuole unirsi a noi nella preghiera così, noi  la mettiamo tra le persone per cui e con cui preghiamo ogni  mattina. Sarei tanto lieto se fosse possibile chiederle di parlare  anche di me e di noi alla Santa Madonna. 

In Cristo e Maria. F.to + Dom Giuseppe Maritano". 

È un'altra straordinaria testimonianza che si aggiunge alle altre. 

A proposito della guarigione ricordata, a parte i vuoti di  memoria, sul nome dell'ammalata e il giorno in cui fu guarita,  spiegabili a distanza di molti anni, il fatto resta ed è molto significativo. Forse non era la signora Villa, la guarita che vide monsignor Maritano; del resto, non fu la sola affetta dal morbo di  Pott, ad essere guarita a Ghiaie. 

Balzano agli occhi il tentativo, e non è il solo, di chi minimizza o nega il fatto straordinario, e la pronta smentita dell'interessata. 

La verità vince sempre. 

Il cardinale Giuseppe Siri, già arcivescovo di Genova,  ora defunto, una delle figure più eminenti e prestigiose della  Chiesa cattolica del secolo appena passato, a chi gli aveva  inviato una lettera, accompagnata da un libretto sulle apparizioni,  il 9 maggio 1980, rispondeva: 

"Egregio Signore, ho ricevuto la Sua lettera e il libretto accluso. L'ho letto con gioia. 

Ella mi chiede di presentarlo al Papa. Non posso fare questo perché io non ho autorità o giurisdizione su quanto entra in  causa e mi sentirei dire soltanto: "lei che c'entra?". Guasterei-. So  che cosa pensare, ma la responsabilità della carica ecclesiastica,  mi inibisce di interloquire in modo assoluto. Io devo rispettare in  tutto le decisioni prese dalla legittima Autorità ecclesiastica di  Bergamo. 

Si ricordi che lo stesso Papa Giovanni XXIII in merito ha  risposto: "...La cosa deve muoversi dal basso. Muovetevi voi,  bergamaschi !". 

Mi duole risponderle così, ma Ella capirà che non posso assolutamente fare diverso. 

Dio la benedica! F.to + Giuseppe Card. Siri". 

E si potrebbe continuare a riportare il giudizio positivo di altri vescovi, sulle apparizioni di Ghiaie. 

Severino Bortolan

Le Profezie e le Rivelazioni di Santa Brigida di Svezia

 


Le parole della Regina del Cielo alla sua amata figlia, Santa Brigida, insegnandole come deve amare e lodare il Figlio di Dio insieme alla sua benedetta Madre. 


Capitolo 8

"Io sono la Regina del Cielo. Tu ti preoccupi di come dovresti lodarmi e onorarmi. Sappiate e siate certi che ogni lode a mio Figlio è anche lode a me, e chi disonora lui disonora anche me. Questo è così perché io l'ho amato ed egli mi ha amato così ardentemente che entrambi eravamo come un solo cuore. Egli ha così magnificamente onorato me, che ero un vaso di terra, che mi ha innalzato al di sopra di tutti gli angeli.  Perciò dovreste lodarmi così: "Benedetto sii tu, Dio, Creatore di tutte le cose, che ti sei degnato di scendere nel grembo della Vergine Maria! Benedetto sia tu, Dio, che ti sei degnato di scendere nel grembo della Vergine Maria! 

Dio, che hai voluto essere dentro la Vergine Maria senza opprimerla, e ti sei degnato di prendere da lei una carne immacolata senza peccato! Benedetto sii tu, Dio, che sei venuto alla Vergine, portando gioia alla sua anima e a tutto il suo corpo, e che sei uscito da lei senza peccato, per la gioia di tutto il suo corpo! Benedetto sei tu, Dio, che dopo la tua ascensione celeste hai allietato la Vergine Maria, tua Madre, con continui conforti e l'hai visitata con la tua consolazione! Benedetto sii tu, Dio, che hai assunto in cielo il corpo e l'anima della Vergine Maria, tua Madre, e l'hai collocata onorevolmente sopra tutti gli angeli accanto alla tua Divinità! Abbi pietà di me per tutte le sue preghiere!". 


L'AMORE DEL MIO DILETTO

 


Mi sento affogato nel pelago immenso del mio Diletto. Io vado facendo una continua indigestione. E pur dolce l'amarezza di quest'amore e soave il suo peso; ma ciò non toglie che l'anima nel sentirne l'immenso trasporto, non ha come fare a portarne l'immenso peso, e mi sento annullato e conquiso. Il piccolo cuore si sente impossibilitato a contenere l'amore immenso. E vero che egli è dentro e fuori. Ma, mio Dio, nel riversarsi che egli fa nel piccolo vaso della mia esistenza si soffre il martirio di non poterlo contenere: le pareti interne di questo cuore si sentono presso a poco scoppiare, e mi meraviglio come questo non sia accaduto ancora. Epistolario 1,1122 

PADRE PIO

Se Gesù oggi arrivasse nella vostra casa, nella vostra comunità, nel vostro mondo, cosa farebbe Gesù con voi figli? Sono certa che mio Figlio abbraccerebbe tutti voi.

 


Madre della Pietà a Piedade dos Gerais (MG – Brasile)


28.02.2021

Cari figli,
voglio chiedere al Divino Spirito Santo e a San Giuseppe di portare ai nostri cuori la grazia dell’obbedienza e dell’umiltà, affinché possiamo ascoltare e mettere in pratica la richiesta del Cielo in questo momento in cui la Terra soffre il dolore della disobbedienza, della mancanza d’amore, della mancanza di rispetto, di umiltà, di comprensione e realizzazione della volontà di Dio.

Allora invochiamo San Giuseppe e il Divino Spirito Santo, in quest’anno così bello, perché lo Spirito Santo è la Luce e San Giuseppe è l’esempio di chi ha seguito la luce, di chi è stato obbediente a Dio, timorato di Dio, di chi ha veramente servito Dio.

In questo momento l’umanità ha molto bisogno di preghiera, ha bisogno di pregare. E non solo con le parole, ma con le opere. Dove finirà questo mondo se le persone non si tengono per mano? Dove stai mettendo Gesù Cristo nella tua vita? Abbiamo ricevuto parole e meditazioni così belle sulle orme di Gesù, lasciate affinché ognuno le seguisse, ma purtroppo l’umanità non segue le orme di Gesù. Dove finirà questa umanità che non segue le orme di Cristo, che non segue l’amore di Cristo, che non segue il silenzio, l’umiltà, la mitezza di Gesù?

L’umanità ha bisogno di camminare verso la misericordia. Il mondo ha bisogno di molta misericordia. Specialmente il vostro paese, il Brasile, ha bisogno di molta misericordia. Perché senza unione non c’è vittoria, senza unione non c’è crescita, senza unione non c’è prosperità. Una delle benedizioni maggiori della famiglia è l’unione, e il mondo è una famiglia, il Brasile è una famiglia. E ciascuno deve avere uno zelo molto grande per la propria casa, per il proprio paese, deve pregare di più per il proprio paese. Spesso la soluzione dei problemi dell’umanità la troviamo con il santo rosario tra le mani.

San Giuseppe è stato molto giusto, perché pregava, confidava e sperimentava la realizzazione del piano di Dio nella sua vita. Allora oggi vi invito a fare questa riflessione: “Dove metto Gesù nella mia vita? Dove ho messo Gesù nella mia vita? Sono presente nella vita della mia comunità?”. Chi è Gesù, figli? A volte sognate di ottenere la bellissima grazia di avere il cuore degno di ricevere Gesù Cristo, ma non vivete quello che Cristo vuole da voi: la comunione, la fraternità, l’unità.

Nessuno riuscirà a vincere le epidemie nel mondo con la divisione, la discordia, la disunione. Uno dei modi più belli per vincere la peggiore peste di tutte le pesti, che è il peccato, è l’unione del popolo di Dio, è tenersi per mano, è stare alla presenza dello Spirito Santo, non fare guerre in mezzo alla battaglia. Oggi siamo in una grande battaglia: la lotta del Cielo contro tutte le insidie del demonio. È questa la nostra grande battaglia, oggi. È chiarissimo: vediamo le trappole del demonio lanciate sulla Terra, sulle famiglie, sulle comunità, sul popolo di Dio. E non è il momento di fare guerre, è il momento di alzarci, tutti in pace, nella costruzione di un mondo fraterno.

La fraternità è l’amore di Gesù in noi. Se mettiamo questo amore fraterno di Gesù in noi, avremo la risposta della fraternità e della felicità del mondo. Perché il mondo ha bisogno di tendere le mani. Questo è il grande messaggio che Gesù ci ha lasciato, è la grande parola di Dio per noi: dare le mani, tenersi per mano in mezzo a tutte le battaglie.

E Cristo dev’essere al centro della nostra vita. Proprio al centro. Non metterlo all’ultimo posto nella tua vita. Cristo oggi dev’essere presente, presente, presente nella tua vita, nella vita della tua famiglia, nella vita della tua comunità. E iniziamo a riflettere su cosa Cristo vuole da noi. Soprattutto nel mondo che stai vivendo oggi, che è pieno di paura, non solo per le malattie. La violenza sulla Terra è brutale, la violenza delle persone le une contro le altre nel mondo è brutale. Cristo è la pace e tu devi mettere questa pace di Gesù al centro della tua vita. Non la violenza.

L’umanità tende ad essere sempre più fredda in senso spirituale. L’umanità è sempre più senza Dio, questa è la grande verità. L’uomo è senza fede, senza religiosità, non vive la religione. Quando parla delle cose del Cielo, l’uomo pensa: “Sarà vero che là Dio è presente? Sarà vero che là Dio sta facendo un’opera? Sarà vero che Dio sta usando i suoi figli, là in quel luogo, per portare benedizioni al mondo, per portare pace sulla Terra?”. C’è sempre un “sarà”, un “perché”, perché in verità l’uomo è molto distante dalla spiritualità, che è lo stesso Spirito Santo.

Per questo qui, in quest’anno, abbiamo la supplica “Vieni, vieni Spirito Santo a illuminare”. Perché il mondo è nelle tenebre. Non sono tenebre degli occhi ma tenebre dell’anima, del peccato. Nessuno vuole vedere. La grande missione dell’umanità oggi è vedere le proprie debolezze, dire: “Sono debole, sono peccatore, sono umano, faccio errori, ho i miei difetti, vivo le conseguenze della mia mancanza di amore, della mia mancanza di fede, è necessario che io trasformi la mia vita, che cambi le mie azioni”. E l’umanità spesso non vuole cambiare. L’uomo vuole avere ragione anche se è nell’errore. Dimentica di essere umile per chiedere a Dio perdono. Ci sono momenti nella vita in cui devi chiedere perdono.

Spesso vi guardo, figli miei, e rifletto come Madre: dove finirà questo mondo se l’umanità non cambia vita, se non si converte? Dove finirà la sofferenza? Finirà forse quando terminerà l’epidemia o quando arriverà la soluzione per questa epidemia? L’umanità riuscirà a trovare una risposta di felicità senza cambiare il cuore? Sono certa che non sarà così. L’umanità otterrà una risposta bella solo quando il cuore sarà anch’esso bello. Quando il cuore avrà questa pienezza dello Spirito Santo, questa obbedienza che ebbe San Giuseppe. San Giuseppe è sempre stato obbediente. Quando il cuore avrà il desiderio di realizzare il piano di Dio. Fintanto che l’umanità avrà questa freddezza, questa tristezza spirituale, il mondo non sarà un mondo bello, sarà un mondo di dolore, dolore e ancora dolore. Ci sono segni di sofferenza visibili seminati dall’uomo stesso. Si raccoglie quello che si semina.

Dico questo a ogni figlio che sta ascoltando la Madre della Pietà, parlo a te: se tu, figlio, non cercherai la conversione, il mondo non raccoglierà cose buone. Se non cercherai la tua pace interiore, la tua gioia interiore, il mondo non avrà più gioia, il mondo avrà lacrime, il mondo avrà sofferenza, il mondo avrà epidemie, malattie, perché tu sei lo strumento che Dio ha scelto per rendere questo mondo felice. In verità, Dio ti ha creato per essere felice. Sei infelice perché sei disobbediente a Dio. Ma se sei obbediente, sei felice. Anche nel momento presente, l’anima che serve Dio può avere lacrime negli occhi, ma ha gioia nell’anima. Puoi avere lacrime negli occhi per il dolore che è dentro di te, anche se condividi una felicità intima con Dio e sai che molti non hanno la felicità di condividere questa felicità intima con Dio. È bellissimo stare con Dio! La ricchezza più grande non è l’oro della terra, ma l’oro celeste, è Dio, questo è l’oro di tutti noi. E oggi tu hai bisogno di mettere questa presenza viva.

Quest’anno è un anno molto giusto, un anno di molta giustizia, sarà un anno diverso da quello scorso, perché il raccolto dell’anno varia a seconda di quello che sperimentiamo, meditiamo, riflettiamo. E il raccolto che avremo, in quest’anno dedicato a San Giuseppe, è un raccolto molto giusto. San Giuseppe è giusto. E lo Spirito Santo è il canale di ciò di cui abbiamo bisogno: la luce. Il mondo è nelle tenebre, non esiste cecità maggiore di quella attuale che l’umanità sta vivendo. L’umanità è malata, piena di malvagità, violenza. Nessuno sta considerando quello che il mondo sta vivendo, questa pandemia, come qualcosa per la sua conversione. L’umanità è sempre più rancorosa, sempre più individualista, sempre più incentrata su se stessa. Allora come potrà l’umanità voler guardare avanti e vedere una bella luce, se non cerca questa bella luce?

Noi abbiamo la speranza. Non abbiamo UNA speranza, abbiamo LA speranza. Perché lo Spirito Santo è venuto per illuminare il mondo in quest’anno, e lo illuminerà. Illuminerà te che hai il cuore assetato di Dio, che stai crescendo spiritualmente, che sai che la forza dell’umanità oggi sta negli atti e nelle opere fatte secondo la preghiera. Quando preghi non hai il coraggio di peccare, non hai il coraggio di fare qualcosa che addolora Cristo che è in te. Ecco perché oggi vogliamo riflettere molto su questo: dove abbiamo messo Cristo nella nostra vita? Perché, se mettiamo Cristo nella nostra vita, dove Egli deve stare, noi non offenderemo Cristo, non offenderemo il Cielo. Faremo di tutto per consolare Cristo e vincere con il Cielo.

Perché Cristo è la vittoria. Per quanto il demonio cerchi di spaventarvi, la vittoria è Cristo. Alla fine, la vittoria regnerà. Noi vedremo qui sulla terra una terra felice, l’uomo felice. Su questo non ho dubbi, figli miei. Anche se per questo dovrete passare per le peggiori nubi traditrici, so che alla fine vedrete la vittoria, vedrete questa misericordia riversarsi su questa terra, so che avrete gioia nel cuore, una gioia come mai si è vista nel cuore dell’uomo. È la gioia della vittoria, di Cristo che è la nostra vittoria.

Allora per quanto oggi sia grande l’ombra, le nubi traditrici, le onde traditrici, Dio è molto più grande. Niente è maggiore di Dio. Parlo soprattutto a voi che state attraversando queste nubi traditrici, a voi che avete vissuto molte perdite, a voi che state attraversando molte difficoltà, materiali, spirituali, temporali: tenetevi forte, perché presto questa misericordia di Dio traboccherà sul mondo. Non ci vorrà tanto, perché Dio è molto buono, Dio è buono sempre, Dio è Padre sempre. E l’umanità non ha le forze per vincere da sola. Non le ha, figli. Per quanto l’umanità ci provi, il nemico arriva e la fa cadere.

Per questo devi proprio pregare, devi chiedere la guarigione del tuo cuore. Volere questa guarigione del tuo cuore significa vincere le briciole. Quando il nemico ti offre le briciole, non volere le briciole. Pensa sempre al Cielo. Soprattutto nel momento che state vivendo. Perché oggi sei qui ma non conosci il tuo domani. Quanti hanno iniziato la giornata e non hanno avuto la grazia di arrivare alla sera. Quanti! E non si tratta solo dei malati, molti si alzano al mattino in salute, ma in quel giorno vengono raccolti. Allora siamo nelle mani del Signore.

È un anno in cui rifletteremo molto su San Giuseppe. San Giuseppe confidava piamente, si abbandonava piamente, si metteva completamente nelle mani del Signore. E chi segue la devozione a San Giuseppe seguirà i passi di San Giuseppe: i passi dell’obbedienza, i passi dell’abbandono, della vita di preghiera, dell’adorazione a Gesù. Oggi dovete fare molta adorazione a Gesù. Molta! Spesso vi interrogate: come fare adorazione a Gesù in un tempo in cui è tutto così difficile? Tenendo il tuo cuore aperto. Certo, chi ha la gioia di stare ai piedi di Gesù resterà abbagliato dalle grazie, ma se non hai questa gioia, se hai difficoltà anche a causa della sofferenza presente, impara ad adorare Gesù nell’intimo del tuo cuore. È l’adorazione più bella che esista, figli. Quando chiudi gli occhi, ti immergi nel tuo cuore, e vedi Gesù che si prende cura della tua vita. Egli si prende cura di te e tu vedi che Egli è con te in ogni momento.

Ci sono momenti nella vita in cui resti sorpreso dalla protezione di Gesù: potresti essere terribilmente attaccato dalle insidie e Dio ti dà quel coraggio per non cadere nelle trappole. Quando adori Gesù profondamente, nell’intimo del tuo cuore, allora vinci l’invidia, che è ciò che oggi più distrugge l’uomo, ciò che più porta l’uomo alla disunione; vinci quella gelosia che a volte senti perfino vergogna di provare. Dio ti ha reso capace, perché essere geloso se Dio ti ha reso così capace? Se Dio ti ha reso capace anche quando pensavi di non esserlo?

Quando adori Gesù nell’intimo del tuo cuore, la tua anima incontra il Cielo e tu riesci a vedere oltre gli occhi, quando guardi verso questa pandemia presente sulla Terra, che ti spaventa, che ti fa paura. Quanti sono terrorizzati, quanti perdono persone che amavano immensamente e che continuano ad amare. Quando adori Gesù, riesci a capire che il Cielo è il tuo posto. Per quanto sia grande la bellezza di questa Terra, essa è incomparabile a quello che Dio ha creato per i suoi figli per sempre.

Allora riesci ad avere pace, una pace così bella. Quando adori Gesù non resti con il cuore e l’anima ferita dal dolore, disturbata dalle persecuzioni che soffri, magari nella tua comunità. Perché è dentro la stessa comunità che il demonio perseguita di più, è dentro la stessa famiglia che il demonio perseguita di più, è dentro la stessa Chiesa che il demonio perseguita di più. Tu avrai pace, non avrai paura, avrai fede.

Ma avrai silenzio. Perché l’umanità di oggi ha bisogno di silenzio? È tempo di ritirarsi tra le braccia di Gesù Cristo. L’umanità è talmente piena di rumore che non è riuscita ad adorare Gesù come è necessario. Quell’adorazione di cuore aperto, di anima felice. È quando ti incontri con Gesù nel più intimo del tuo essere e inizi a ringraziarlo anche per le prove che hai attraversato, per le difficoltà che hai vissuto, per la tua famiglia, per la battaglia che affronti nel quotidiano, dentro la tua comunità. Non discuti, ma ringrazi. Ringrazi perché Dio ti ha reso molto più forte delle tentazioni del male, delle trappole del male, del veleno del male, Dio ti ha reso molto più forte di tutto questo.

L’umanità ha bisogno di incontrare Gesù, di mettere Gesù nel proprio cuore. Quando dico che devi mettere Gesù nel centro della tua vita è perché, in senso affettivo, il cuore è il centro principale del tuo essere. Non parlo di un cuore di carne, parlo di un sentimento spirituale in cui Dio agisce, è il cuore che porta il sentimento dell’amore in un modo che possiamo attribuire alla creazione divina, perché Dio ci ha creati con tutto l’amore, con tutta la gioia, ci ha creati per essere realmente benedetti da Lui.

Esiste il male, esiste la malvagità, ma in questo messaggio di oggi arriviamo alla gioia di sapere che, per quanto grande sarà la sofferenza sulla Terra – perché sarà molto grande la sofferenza sulla Terra, figli, questo è evidente, è chiarissimo – dopo tutta la battaglia voi vincerete. Verranno segni di dolore, ma verrà anche un segno di gloria e noi sappiamo che il segno di gloria è unico, è Gesù Cristo. Ecco perché crediamo in un mondo di pace, in un mondo migliore.

E oggi stiamo imparando ad amare Gesù, stiamo imparando ad adorare Gesù, a mettere Gesù dentro la nostra vita, dentro il nostro cuore, dentro la nostra casa, dentro la nostra comunità. A volte ti metti in ginocchio davanti a Gesù ed esci [dalla chiesa] più impuro di quanto immagini, esci pieno di cattiveria, di pensieri negativi, di pensieri increduli, mentre quando vivi con Gesù è diverso: esci [dalla chiesa] leggero, soave. Per questo dovete mettervi in ginocchio con il cuore soave, con il cuore leggero. Se quando ti metti in ginocchio sei appesantito, Dio alleggerirà la tua sofferenza.

Vi dico questo perché, da qui in avanti, non dovrete vivere una fede di apparenza, ma dovrete vivere una fede che dia combattimento al demonio. Combattere il demonio! Non dev’essere una fede finta, dev’essere proprio fede! Anche perché sopravvivranno a questa lotta solo gli uomini di fede, i veri guerrieri di Gesù Cristo, perché dovrete essere forti in questa lotta. Oggi c’è tanta fragilità della mente, pensieri negativi, di terrore. A volte hai paura di tutte le cose, pensi che non riuscirai a servire Dio come è necessario, ti rispecchi molto nelle fragilità del mondo. Perché oggi il mondo è debole, non è un mondo unito che si tiene per mano, perseverante, ma è un mondo che ha davvero bisogno di aprire il cuore a questa splendida luce che è lo Spirito Santo nella nostra vita. Non che sarà, ma che è già nella nostra vita.

Allora coraggio! Abbiate coraggio. E il popolo brasiliano deve pregare di più per la propria nazione. È un appello che vi faccio nella benedizione di oggi. Nella benedizione di oggi pregherò Gesù anche per il Brasile. Dovete pregare tanto per il Brasile. È un paese bello, ma è un paese che si trova in una divisione molto grande. E l’unione è la vittoria di un popolo. Soprattutto quando questo popolo prega. Quando un popolo prega riesce a distruggere il male che vuole distruggere la sua famiglia, la sua nazione, la sua patria. Allora iniziate a fare della vostra vita un atto di preghiera per la vostra patria. E pregate anche per il mondo, per le famiglie, per le comunità. Siate esempi di fede, siate esempi di ciò che Cristo è per noi.

Chi è Cristo per noi? Provate a immaginare, in mezzo a tutte le sofferenze che state vivendo: se Gesù oggi arrivasse nella vostra casa, nella vostra comunità, nel vostro mondo, cosa farebbe Gesù con voi figli? Sono certa che mio Figlio abbraccerebbe tutti voi. Nel modo più bello. Perché il dolore è molto grande nel vostro cuore. E l’abbraccio di Cristo per la vostra vita è l’abbraccio della pace.

Allora, nel riflettere sul messaggio di oggi, apri le porte della tua casa e metti Gesù al centro della tua casa, della tua famiglia. Chiedi a Gesù di abbracciare tutta la sofferenza che è dentro la tua casa, dentro la tua comunità, in ogni famiglia cristiana, chiedi a Gesù di abbracciare e portare la guarigione a questo mondo, affinché il mondo non raccolga ulteriore dolore, affinché il mondo non debba piangere lacrime, lacrime di tristezza profonda. Metti questo Cristo oggi sulla Terra, sentiti abbracciato da Gesù nel modo più bello che esiste.

E cosa vi chiederebbe oggi Gesù, nell’abbracciarvi? Di abbracciarvi gli uni gli altri. Non è nel modo in cui state camminando che incontrerete Cristo, la vittoria, per incontrare la vittoria dovete camminare abbracciandovi gli uni gli altri. Nonostante i conflitti che a volte sono presenti: ogni famiglia li ha, ogni comunità li ha, ogni popolo li ha. Ma imparate ad abbracciarvi, a tenervi per mano, ad unirvi. Impara a vincere questo veleno che è nei tuoi occhi, nella tua bocca, nella tua lingua, non permettere che questo veleno entri nel tuo cuore e porti ulteriore sofferenza per la Terra, perché voi siete gli unici responsabili della guarigione del mondo in questo momento, figli.

Vi ho già detto che la guarigione del mondo è nelle mani dell’umanità. Se le vostre opere saranno opere di amore, trasformerete tutto questo che state vedendo nel mondo in vittoria. Non sarà la vostra sconfitta, ma la vostra vittoria. Allora se Cristo oggi venisse a noi, Egli ci abbraccerebbe. E ci insegnerebbe ad abbracciare il prossimo. Non è nel modo in cui state camminando che raccoglierete il trionfo del mio Cuore Immacolato. Non potete mettere Gesù lontano, dovete mettere Gesù al centro. Non dovete lasciare Gesù per domani, Gesù deve essere adesso. È questo che dovete fare! Non so se ne siete consapevoli, ma quello che sta accadendo oggi è che le persone stanno mettendo Gesù lontano, stanno lasciando Gesù fuori, mentre Gesù deve stare dentro, Egli è la nostra Via. Sono le sue orme che dobbiamo seguire. Se volete raccogliere un mondo di pace, figli, dovete seguire ciò che Cristo è per il mondo. Ed Egli è questo esempio di pace e di amore.

Con grande affetto voglio darvi la mia benedizione.

in questo momento la Madonna benedice tutti

Cari figli,
vi ho benedetti con molto affetto. Sono stata molto felice per questo momento di meditazione.

Si tratta di un messaggio grandioso, che ci mostra cosa farebbe Cristo con noi. Che bello! Ci mostra cosa Cristo ci insegnerebbe a fare con gli altri. Ancora più bello! Ci insegnerebbe a seminare l’amore perché il mondo è pieno di odio, a seminare speranza perché il mondo è senza speranza, a seminare la pace perché il mondo è in discordia, a seminare luce perché il mondo è nelle tenebre. Questo è quello che Cristo vuole da noi.

Che lo Spirito Santo venga, venga, venga a illuminare. Che San Giuseppe venga ad aiutare, a soccorrere, a proteggere l’umanità in questi momenti di forte afflizione.

Oggi voglio consacrare al mio Cuore i bambini e tutti i figli che desiderano essere consacrati.

Faccio gli auguri a tutti i figli che compiono gli anni, augurandovi pace e amore.

Ho chiesto a Gesù di benedire questi fiori e di benedire il Brasile. Così come Egli benedice i fiori per la guarigione e la liberazione del popolo di Dio, così Egli liberi e porti anche al Brasile la pace di cui il Brasile ha bisogno. E il mondo intero ha bisogno.

Ecco la Serva di Dio, la Madre della Pietà, l’Immacolata Concezione, che chiede anche la protezione dei santi sulle vostre vite. Il Signore mi chiama.

Il Segretario di Stato prende di mira il Messaggio di Fatima



La Battaglia  Finale del Diavolo


Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito

Questo ci porta ad individuare un ruolo ben preciso per il Segretario  di Stato nell’impostare la Linea del Partito nei confronti di Fatima. Come  abbiamo fatto notare, questa politica avrebbe coinvolto il Messaggio di  Fatima in generale e più in particolare colui che, nella Chiesa, ne è  forse il promotore più assiduo: l’apostolato di Fatima di Padre Nicholas  Gruner. 

Nel 1989, l’allora Segretario di Stato Cardinale Casaroli (il grande  “architetto” dell’Ostpolitik) comunicò all’allora vescovo di Padre  Gruner, Sua Eccellenza Gerardo Pierro, della Diocesi di Avellino, quelli  che il Cardinale definì “segnali preoccupanti” riguardo all’Apostolato di  Fatima di Padre Gruner. Padre Gruner era stato ordinato ad Avellino, nel 1976, al fine di entrare a far parte di una comunità Francescana  che poi non si sviluppò come sperato. Sin dal 1978, Padre Gruner si era  trasferito in Canada col permesso del vescovo e lì risiedeva, diventando  direttore di un piccolo apostolato di Fatima, che da allora sarebbe  cresciuto fino a diventare il più grande del suo genere, nel mondo.  Dopo che la Linea del Partito sulla “consacrazione” del 1984 era stata  impostata, per mezzo di un ordine anonimo del 1988, fu inevitabile che  Padre Gruner ed il suo apostolato entrassero in collisione col Segretario  di Stato – proprio come l’indirizzo tradizionale della Chiesa (basato sui  dogmi di Fede definiti infallibilmente dai Papi degli ultimi 20 secoli)  era entrato in rotta di collisione col nuovo orientamento della Chiesa a  partire dal Vaticano II. 

La tecnica iniziale, usata per cercare di togliere di mezzo Padre  Gruner, fu quella di creare ad arte una falsa controversia legale di  diritto canonico, secondo la quale, dopo aver ricevuto l’ordine di  trovarsi un altro vescovo che lo incardinasse al di fuori di Avellino,  l’incardinazione di Padre Gruner, in qualsiasi altra diocesi avvenisse,  sarebbe poi stata bloccata successivamente tramite pressioni dietro  le quinte e del tutto senza precedenti. Tutto questo affinché Padre  Gruner fosse costretto a tornare ad Avellino ed abbandonare il proprio  Apostolato. Dopo aver impedito l’incardinazione di Padre Gruner da  parte di tre differenti vescovi, benevoli e bendisposti nei confronti di  Fatima, l’apparato Vaticano (tramite un procedimento troppo complesso  per essere descritto in questa sede240) calò infine il proprio pugno: Padre  Gruner doveva “tornare” ad Avellino, altrimenti sarebbe stato “sospeso”  per “disobbedienza”. In pratica, Padre Gruner era sotto minaccia di  “sospensione a divinis” per non aver compiuto ciò che i suoi accusatori  gli avevano sempre impedito di ottenere, e cioè trovare un altro vescovo  che lo incardinasse.241

Mentre gli svariati appelli canonici di Padre Gruner contro queste  azioni perpetrate ai suoi danni cominciavano a girare per i tribunali  Vaticani, l’apostolato di Fatima di Padre Gruner continuò a crescere.  Nel 2000, grazie in particolare alla propria rivista The Fatima Crusader  (Il Crociato di Fatima), l’apostolato era divenuto la voce più forte ed  insistente nella Chiesa in favore della consacrazione della Russia e la  rivelazione del Terzo Segreto. 

In quel periodo, il Papa complicò la situazione di Fatima con la sua  decisione di beatificare Giacinta e Francesco, in una cerimonia che si  tenne a Fatima, il 13 maggio 2000. La sua intenzione di beatificare i  due fanciulli era nota sin dal giugno 1999 e la sua realizzazione aveva  scatenato una vera e propria crisi all’interno dell’apparato Vaticano. 

Questa crisi risulta evidente dal curioso e continuo cambiamento nei  dettagli della cerimonia di beatificazione, cosa assai rara per il Vaticano.  All’inizio, nell’ottobre del 1999 il Segretario di Stato Cardinale Angelo  Sodano aveva annunciato che la beatificazione di Giacinta e Francesco  sarebbe avvenuta a Piazza San Pietro, il 9 aprile 2000, assieme ad altre  quattro beatificazioni. Il Patriarca di Lisbona aveva detto alla stampa  portoghese di essere stato informato dal Vaticano che era “praticamente  impossibile” che il Papa potesse venire a Fatima per la beatificazione dei  fanciulli e che la questione doveva considerarsi “chiusa”. Il Patriarca disse  ai giornalisti portoghesi di essere convinto che questa “impossibilità”  del Papa nel venire a Fatima, non fosse in realtà nient’altro che una  decisione presa dal Segretario di Stato Vaticano.

Ma il Papa aveva altre idee, per la mente. Nel novembre 1999  Sua Santità – scavalcando chiaramente il Cardinale Sodano – informò  personalmente il Vescovo di Fatima, Serafim, che sarebbe stato lui ad  annunciare che il Papa si sarebbe davvero recato a Fatima per compiere  la cerimonia di beatificazione del 13 maggio. Il Vescovo Serafim non  dette l’annuncio fino a dicembre di quell’anno. Ed infine, nel marzo  2000, il vescovo si lasciò sfuggire la notizia che “Il Papa avrebbe  fatto qualcosa di speciale per Fatima”. Questo scatenò una ridda di  speculazioni giornalistiche sul fatto che il Papa avrebbe forse, alla fine,  rivelato il Terzo Segreto. Il Vescovo Serafim fu smentito immediatamente  e ufficialmente dal Cardinale Patriarca di Lisbona, probabilmente su  ordine di qualche funzionario della Segreteria di Stato Vaticana, seccata  dal fatto che qualcuno sapesse che il Papa stava contemplando l’idea di  rivelare il Segreto. Come si suol dire, il gatto era ormai fuori dal sacco.  Gli eventi avevano ormai preso una piega repentina ed inaspettata, con  risultati devastanti per la Linea del Partito.242

Padre Paul Kramer

ATTACCAMENTO INVIOLABILE ALLA RELIGIONE CATTOLICA

 


NECESSARIO MASSIMAMENTE AI TEMPI NOSTRI CALAMITOSI


NEMICI DIVERSI DELLA CHIESA CATTOLICA, ED I LORO ASSALTI


Non vacilli punto la vostra fede quando incontrerete empii, apostati, eretici, e cattivi cattolici nel mondo. Ahi purtroppo ! Siam giunti a quei tempi lacrimevoli predetti dall'Apostolo : quando gli uomini non potranno più soffrire la sana dottrina : di fatti l'empietà ed il libertinaggio hanno gettata la maschera, per passeggiare orgogliosamente. Il trovar persone, che chiamano superstizioni inventate dai preti le pratiche sacrosante della Religione, non è più cosa rara : vorrebbero esse che la cosa fosse come dicono, per poter vivere senza soggezzione, e senza rimorsi di coscienza. La Religione Cattolica gl'incommoda: essa condanna l'orgoglio del loro spirito, e la corruzione del loro cuore : ed ecco la cagione della loro rabbia contro di essa. Non v'è cosa più facile che vivere da empio, o da eretico; ma costa molto il vivere da buon Cattolico, perciò niuno si rende empio, o apostata, od eretico per menare una vita più regolare ed austera. Vi sono ancora certuni che non rigettano affatto tutte le verità ; ammettono la necessità d'una Religione; ma se ne fanno una a loro talento, che non gl'incommoda in veruna maniera, e li seconda nei loro capricci. Altri poi, partigiani zelanti dell'errore, usano mille astuzie per ingannare, vestiti della pelle d'agnello si uniscono per distruggere la fede cattolica; perciò raccontano con una sfrontatezza incredibile mentiti fatti d'istoria, ne mutilano altri, e gli travestono per iscreditare la Religione, e i suoi ministri : inveiscono contro il Clero, ed i Religiosi; esagerano le ricchezze della Chiesa, calunniano le Indulgenze, le Congregazioni, le Missioni, e tutto ciò che conduce il popolo alla pietà. Essi hanno la tolleranza, e la beneficenza in bocca, e la persecuzione nel cuore; e col fatto, sotto pretesto di correggere gli abusi, e gli scandali, che vi sono tra i cattolici, scavano le fondamenta della Chiesa. La Cattedra di San Pietro è loro soprattutto in odio, perchè è sempre stata per loro terribile. Quindi invettive e calunnie contro il Sommo Pontefice, quindi quello spirito di mormorazione e ribelle contro i successori di S. Pietro, su di cui Gesù Cristo ha fondata la sua Chiesa.

ROMA DAI TIPI DI PIETRO AURELI 1 8 3 2.

LE 24 ORE DELLA PASSIONE DI NOSTRO SIGNORE GESÙ CRISTO

 


DECIMA ORA 

Dalle 2 alle 3 di notte Gesù è presentato ad Anna 


Gesù, sii sempre insieme con me. Dolce Mamma, seguiamo insieme Gesù. Mio Gesù, Sentinella divina, vegliandomi Tu nel cuore e non volendo restare solo senza di me, mi desti e mi fai trovare insieme con Te nella casa di Anna. 

Già Ti trovi a quel punto in cui Anna Ti interroga sulla tua dottrina e sui tuoi discepoli. E Tu, o  Gesù, per difendere la gloria del Padre, apri la tua sacratissima bocca, e con voce sonora e dignitosa rispondi: 

“ Io ho parlato in pubblico, e tutti quelli che qui stanno Mi hanno ascoltato”. 

Ai tuoi cenni dignitosi tutti tremano, ma la perfidia è tanta che un servo, volendo far onore ad Anna, si avvicina a Te e con mano ferrata Ti dà uno schiaffo, ma tanto forte da farti barcollare ed illividire il tuo santissimo Volto. Ora capisco, dolce Vita mia, perché mi hai destato: Tu avevi ragione! Chi doveva sostenerti in questo momento in cui stai per cadere? I tuoi nemici rompono in risa sataniche, in fischi ed in battimani, applaudendo ad un atto così ingiusto, e Tu, barcollando, non hai a chi appoggiarti. 

Mio Gesù, Ti abbraccio, anzi voglio farti muro col mio essere, e Ti offro la mia guancia con coraggio, pronta a sopportare qualsiasi pena per amor tuo. Ti compatisco per questo oltraggio, ed insieme con Te riparo per le timidezze di tante anime che facilmente si scoraggiano, per quelle che per timore non dicono la verità, per le mancanze di rispetto dovuto ai sacerdoti e per le mormorazioni. 

Ma vedo, afflitto mio Gesù, che Anna Ti manda a Caifa. I tuoi nemici Ti precipitano per le scale, e Tu, Amor mio, in questa dolorosa caduta, ripari per quelli che di notte tempo precipitano nella colpa col favore delle tenebre, e chiami alla luce della fede gli eretici e gli infedeli. Anch’io voglio seguirti in queste riparazioni e, finché giungi a Caifa, Ti mando i miei sospiri per difenderti dai tuoi nemici. E mentre io dormirò, continua a farmi da sentinella, destandomi quando ne avrai bisogno. Perciò dammi un bacio e benedicimi, ed io Ti bacio il Cuore ed in esso continuo il mio sonno. 


Riflessioni e Pratiche 

Gesù, presentato innanzi ad Anna, è da questi interrogato sulla sua dottrina e sui suoi discepoli; per glorificare il Padre, risponde circa la sua dottrina, ma non tocca i discepoli per non mancare alla carità.  

E noi, quando si tratta di glorificare il Signore, siamo intrepidi e coraggiosi, oppure ci facciamo vincere dal rispetto umano? Dobbiamo sempre dire la verità, fosse pure innanzi a persone di riguardo . 

Nel nostro dire cerchiamo sempre la gloria di Dio? Per esaltare la gloria di Dio, sopportiamo tutto con pazienza come Gesù? Evitiamo sempre di parlare male del prossimo, e lo scusiamo se sentiamo che altri ne sparlano?  

Gesù vigila il nostro cuore. E noi, vigiliamo il Cuore di Gesù, affinché nessuna offesa riceva che non sia da noi riparata? Vigiliamo noi stessi in tutto, affinché ogni nostro pensiero, sguardo, parola, affetto, palpito, desiderio siano tante sentinelle intorno a Gesù, per vigilare il suo Cuore e ripararlo da tutte le offese? E per poter far ciò, preghiamo Gesù che vigili ogni nostro atto e ci aiuti Egli stesso a vigilare il nostro cuore? 

Ogni atto che facciamo in Dio è una vita divina che prendiamo in noi, e, siccome noi siamo molto ristretti e Dio è immenso, non possiamo rinchiudere un Dio nel nostro semplice atto; quindi moltiplichiamoli quanto più è possibile, per potere così almeno allargare la nostra capacità di intendere e di amare. E quando il nostro Gesù ci chiama, siamo pronti a rispondere? La chiamata di Dio si può far sentire in tanti modi: con le ispirazioni, con la lettura dei libri buoni, con l’esempio; si può far sentire sensibilmente con le attrattive della grazia, ed anche con le stesse intemperie dell’aria.  

Mio dolce Gesù, la tua voce risuoni sempre nel mio cuore; e tutto ciò che mi circonda, dentro e fuori, sia la voce continua che mi chiami sempre ad amarti, e l’armonia della tua voce divina mi impedisca di sentire qualunque altra voce umana dissipatrice. 

La bestia con le 10 corna è l‟Unione Europea.

 


APOCALISSE

Mia cara figlia prediletta, non devi essere spaventata da questi Messaggi. 

Poiché essi sono rivelati al mondo per l‟amore che ho per l‟umanità intera. 

La conoscenza degli eventi che accadranno aiuterà a preparare i Miei figli in modo che essi possano difendere la Verità. 

I Miei Avvertimenti potranno aiutare la diffusione della conversione e permettere ai Miei figli di accettare la Verità della Mia promessa del Mio ritorno. 

La Mia Seconda Venuta avrà luogo nel corso della vostra vita figli. 

Voi, di questa generazione eletta, raccoglierete le Meraviglie del Mio glorioso Regno sulla terra. 

Includo tra voi, Miei figli prediletti, coloro che hanno voltato le spalle a Me e negato l‟esistenza del Mio amato Padre, Dio l‟Altissimo. 

Il Mio Amore avvolgerà coloro che Mi disprezzano. In tempo per la conversione. 

Accettare il Mio Messaggio dato te, il Mio profeta della fine dei tempi cui è data la responsabilità dell‟apertura dei sette sigilli, non sarà sufficiente. 

Ciò che conta davvero è la salvezza di tutti i vostri fratelli e sorelle in tutto il mondo. 

I due alleati Russia e Cina uniranno le forze. Questo avverrà, quando la bestia con le dieci corna si alzerà per sottomettere i suoi popoli innocenti che soffrono da tanto. 

La bestia con le dieci corna è l‟Unio ne Europea, figlia Mia, denominata Babilonia nel Libro della Rivelazione. 

Babilonia cadrà e sarà dominata dal grande Dragone Rosso, la Cina e dal suo alleato, l‟Orso, la Russia. 

Quando questo accadrà, il comunismo regnerà, e guai a chiunque sarà visto praticare la propria religione in loro presenza. 

Tutte le religioni saranno bannate ma i cristiani soffriranno la più grande persecuzione. 

I cattolici Romani non saranno tollerati per niente e dovranno tenere le Messe in segreto. 

Il tempo è arrivato, figli, tutti i Miei seguaci, per iniziare a pianificare il vostro futuro. 

Vi guiderò in ogni Momento. 

Preparatevi sin d‟ora perché vi sarà dato il tempo per farlo. 

Ancora una volta, Io vi dico, che la preghiera, e soprattutto essa, attenuerà il potere della Bestia, dell‟Orso e del Dragone Rosso. 

Regneranno per un tempo molto breve. Poiché dopodiché saranno distrutti. 

Il vostro Amato Salvatore, 

Redentore dell‟umanità, 

Gesù Cristo. 

19 Febbraio 2012 

TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO

 


Il Re della Città del bene.

Lo Spirito Santo, Re della Città del bene : Perchè ? — Risposta della teologia— Nomi diversi del Re della Città del bene : Spirito Santo, Dono, Unzione, Dito di Dio, Paracleto *— Spiegazione particolareggiata di ciascuno di questi nomi. 


L'ordine visibile non è che il riflesso dell'ordine invisibile. Nei governi della terra l'ordine si compone essenzialmente di una autorità suprema e di autorità subalterne, incaricate di eseguire la volontà della prima. Non può concepirsi veruna società senza questi due elementi. Cosi avviene del pari della città del bene e della città del male. Sì nell’una, come nell’altra il governo si compone di un re e di ministri, di potenza disuguale, soggetti ai suoi ordini. Ora, come l’abbiamo indicato, il Re della Città del bene è lo Spirito Santo. Perché si attribuisce allo Spirito Santo e non al Figliuolo o al Padre, la gloriosa monarchia della città del bene? La Teologia cattolica risponde: «Quantunque tutte le opere esteriori della Santa Trinità, opera ad exfra, sieno comuni alle tre persone, pur tuttavia, per appropriazione la lingua divina attribuisce allo Spirito Santo le opere, in cui l'amor di Dio si manifesta con uno splendore più marcato. Cosi la potenza è attribuita al Padre, la sapienza al Figliuolo, la bontà allo Spirito Santo.

Con tutto ciò in queste tre persone, la potenza, la sapienza e la bontà è una e indivisibile: come è una e indivisibile, la divinità, l'essenza e la natura. 1 » Essendo la città del bene la creazione più magnifica dell’amor di Dio, a giusto titolo la monarchia viene attribuita allo Spirito Santo, amore consustanziale del Figliuolo e del Padre. Il fondamento, o come parla la Scrittura, la pietra angolare di questa città è il Verbo incarnato. Ora dunque, l'incarnazione del Verbo è l'opera dello Spirito Santo. Con la sua ordinaria profondità, l'angelo della scuola mostra l'esattezza di questo linguaggio, dicendo: « Il concepimento del corpo di Gesù Cristo è senza dubbio l'opera di tutta la Trinità. Nondimeno, essa è attribuita allo Spirito Santo, e ciò per tre ragioni. La prima perchè ciò conviene alla causa dell'Incarnazione, considerata dal lato di Dio. Difatti lo 'Spirito Santo è l’amor del Padre e del Figliuolo. Ora è un effetto del Più immenso amore di Dio che il Verbo si sia rivestito di carne nel seno di una vergine. Quindi la parola di san Giovanni: Iddio ha amato il mondo sino al punto di dargli l'unico suo figliuolo. « La seconda, perchè ciò conviene alla causa dell'Incarnazione, considerala dal lato dell umana natura. Con ciò si capisce perchè la natura umana è stata presa dal Verbo e unita alla sua persona divina senza alcun merito da parte sua; ma unicamente per un affetto della grazia che è attribuita allo Spirito Santo secondo la parola dell'apostolo : Le grazie sono diverse ma vengono dallo stesso Spirito. « La terza, perché conviene ciò all'intento dell' Incarnazione. Difatti il fine dell'incarnazione era che l'uomo che stava per essere concepito fosse santo e Figlio di Dio. Ora la santità e la figliolanza divina sono attribuite allo Spirito Santo. Prima di tutto è da lui che gli uomini divengono figli di Dio, come l’insegna l'apostolo san Paolo ai Galati: Perche voi siete figli di Dio, . Iddio ha inviato lo Spirito del suo Figlio nei vostri cuori gridando: Salve, o Padre. Dipoi egli è lo Spirito di santificazione, come lo stesso apostolo lo scrive ai Romani. Perciò nella stessa guisa che è mediante lo Spirito Santo che gli altri uomini sono santificati spiritualmente, a fine di essere i figli adottivi di Dio; così il Cristo, l'uomo per eccellenza, il novello Adamo, è stato concepito nella santità mediante lo Spirito Santo, a fine d’essere il figlio naturale di Dio.

« Tale é l’insegnamento dell’apostolo, il quale parlando di nostro Signore dice: Chi è stato predestinato Figliuolo di Dio in potenza, aggiungendovi subito: Secondo lo Spirito santificante; vale a dire, perché è stato concepito dallo Spirito Santo. Finalmente l’Arcangelo, annunziando l’effetto di questa promessa, cioè: lo Spirito Santo sopravverrà in te, conclude: perchè l' essere santo che da te nascerà sarà chiamato il Figliuolo di Dio. 1 »

***

Monsignor GAUME