Mi sento affogato nel pelago immenso del mio Diletto. Io vado facendo una continua indigestione. E pur dolce l'amarezza di quest'amore e soave il suo peso; ma ciò non toglie che l'anima nel sentirne l'immenso trasporto, non ha come fare a portarne l'immenso peso, e mi sento annullato e conquiso. Il piccolo cuore si sente impossibilitato a contenere l'amore immenso. E vero che egli è dentro e fuori. Ma, mio Dio, nel riversarsi che egli fa nel piccolo vaso della mia esistenza si soffre il martirio di non poterlo contenere: le pareti interne di questo cuore si sentono presso a poco scoppiare, e mi meraviglio come questo non sia accaduto ancora. Epistolario 1,1122
PADRE PIO
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