lunedì 22 marzo 2021

AI DONATISTI DOPO LA CONFERENZA

 


Il caso di Milziade, di Stratone e di Cassiano. 

 17. Era ancora giorno, quando tentarono di invalidare la  sentenza del vescovo di Roma, Milziade, che discolpò e assolse  Ceciliano, denunciando anche lo stesso Milziade come traditore 54. E  poiché si esigeva da essi di provare tale accusa, lessero un  documento interminabile, nel quale non compariva affatto il nome  di Milziade per aver consegnato alcunché. Produssero ancora altri  atti, in cui si leggeva che Milziade aveva inviato al prefetto della  città alcuni diaconi, muniti di lettere dell'imperatore Massenzio e del  prefetto del pretorio al prefetto della città, per recuperare i luoghi confiscati ai cristiani durante la persecuzione. E poiché non emerse  il minimo indizio sulla colpevolezza di Milziade, sostennero che negli  atti relativi al crimine di tradizione, letti anteriormente, era stato  menzionato un certo Stratone come traditore, nome che portava  anche uno dei diaconi inviati da Milziade per recuperare i beni della  Chiesa. Sostenevano che si trattasse proprio di lui, senza riuscire  però a fornirne le prove. E neppure riuscirono a dimostrare che il  presunto traditore Stratone fosse almeno un diacono. Ammesso che  realmente fosse così, noi rispondemmo loro che, per un breve  periodo di tempo, ci furono nel clero della Chiesa di Roma due  diaconi di nome Pietro. Ma essi erano talmente accecati nella loro  mente che continuavano a lanciare oscure calunnie, con l'aggiunta  di una menzogna più che evidente: la coincidenza non soltanto del  nome, ma anche delle località, delle regioni e delle persone, che  concorrevano nel dimostrare che non si trattava d'altri se non di  questo Stratone, benché negli atti non vi fosse la minima  concordanza con tutto ciò, all'infuori dell'identità del nome. Ora, fa  parte del costume più consolidato del genere umano che, non solo  due, ma più persone siano chiamate con lo stesso nome. E lo  dimostrarono molto bene con il loro Donato di Cartagine: temendo  di vederlo condannato dal tribunale di Milziade, poiché lo tengono in  grande considerazione, protestarono vibratamente che non lo si  doveva confondere con Donato di Case Nere, perché questo Donato  di Cartagine non era stato inviato contro Ceciliano al tribunale  episcopale di Milziade. Era talmente fonda la notte che gravava sul  loro cuore, da non volere che Donato fosse disonorato per la  rassomiglianza con il nome di un altro, mentre pretendevano di  infangare Milziade perché aveva un nome simile a quello di un altro 

55. Ora, invece, si dice che aggiungano al nome di Stratone anche  quello di Cassiano, di cui non avevano fatto parola durante la  conferenza. Come se soltanto Stratone potesse avere un omonimo,  e non anche Cassiano! Così pure, sempre ottenebrati dalla loro  notte interiore, non si sono accorti che, oltre ai due Giovanni, il  Battista e l'Evangelista, vi sono due Simone, uno Pietro e l'altro  Mago; e per finire, persino nel ristretto gruppo degli Apostoli si  contano, non soltanto due Giacomo, uno figlio di Alfeo e l'altro di  Zebedeo, ma anche due Giuda, uno santo e l'altro demonio 56. E chi  mai avrà lo spirito così ottenebrato da incriminare l'Apostolo Giuda  del tradimento di Giuda, a meno che non voglia imitare costoro!  Non c'è affatto da stupirsi se la reputazione di Milziade subisse dopo  tanto tempo, a proposito dei due Cassiano o dei due Stratone, calunnie da parte loro, parallelamente a quelle che subì la verità del  Vangelo a proposito dei due Erode. Infatti, poiché non è specificato  quale sia l'Erode che massacrò gli innocenti al posto di Cristo e  subito dopo morì, né quale Erode si unì a Pilato per perseguitare  Cristo, qualcuno potrebbe pensare che si tratti dello stesso  individuo, e quindi accusa il Vangelo di falsità, proprio come  costoro, i quali pensano che vi sia stato un solo Stratone o un solo  Cassiano e rimproverano a Milziade il crimine di tradizione. Ora,  equivocare sul nome di Erode è un errore più tollerabile, poiché in  tal caso vi è una certa concordanza, non solo sul nome ma anche  sulla dignità - si legge infatti di entrambi: il re Erode -, costoro  invece hanno inventato una concordanza inesistente di dignità, in  quanto non hanno potuto in alcun modo leggere che quei due  fossero diaconi. 

Sant'Agostino

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