La Battaglia Finale del Diavolo
Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito
Questo ci porta ad individuare un ruolo ben preciso per il Segretario di Stato nell’impostare la Linea del Partito nei confronti di Fatima. Come abbiamo fatto notare, questa politica avrebbe coinvolto il Messaggio di Fatima in generale e più in particolare colui che, nella Chiesa, ne è forse il promotore più assiduo: l’apostolato di Fatima di Padre Nicholas Gruner.
Nel 1989, l’allora Segretario di Stato Cardinale Casaroli (il grande “architetto” dell’Ostpolitik) comunicò all’allora vescovo di Padre Gruner, Sua Eccellenza Gerardo Pierro, della Diocesi di Avellino, quelli che il Cardinale definì “segnali preoccupanti” riguardo all’Apostolato di Fatima di Padre Gruner. Padre Gruner era stato ordinato ad Avellino, nel 1976, al fine di entrare a far parte di una comunità Francescana che poi non si sviluppò come sperato. Sin dal 1978, Padre Gruner si era trasferito in Canada col permesso del vescovo e lì risiedeva, diventando direttore di un piccolo apostolato di Fatima, che da allora sarebbe cresciuto fino a diventare il più grande del suo genere, nel mondo. Dopo che la Linea del Partito sulla “consacrazione” del 1984 era stata impostata, per mezzo di un ordine anonimo del 1988, fu inevitabile che Padre Gruner ed il suo apostolato entrassero in collisione col Segretario di Stato – proprio come l’indirizzo tradizionale della Chiesa (basato sui dogmi di Fede definiti infallibilmente dai Papi degli ultimi 20 secoli) era entrato in rotta di collisione col nuovo orientamento della Chiesa a partire dal Vaticano II.
La tecnica iniziale, usata per cercare di togliere di mezzo Padre Gruner, fu quella di creare ad arte una falsa controversia legale di diritto canonico, secondo la quale, dopo aver ricevuto l’ordine di trovarsi un altro vescovo che lo incardinasse al di fuori di Avellino, l’incardinazione di Padre Gruner, in qualsiasi altra diocesi avvenisse, sarebbe poi stata bloccata successivamente tramite pressioni dietro le quinte e del tutto senza precedenti. Tutto questo affinché Padre Gruner fosse costretto a tornare ad Avellino ed abbandonare il proprio Apostolato. Dopo aver impedito l’incardinazione di Padre Gruner da parte di tre differenti vescovi, benevoli e bendisposti nei confronti di Fatima, l’apparato Vaticano (tramite un procedimento troppo complesso per essere descritto in questa sede240) calò infine il proprio pugno: Padre Gruner doveva “tornare” ad Avellino, altrimenti sarebbe stato “sospeso” per “disobbedienza”. In pratica, Padre Gruner era sotto minaccia di “sospensione a divinis” per non aver compiuto ciò che i suoi accusatori gli avevano sempre impedito di ottenere, e cioè trovare un altro vescovo che lo incardinasse.241
Mentre gli svariati appelli canonici di Padre Gruner contro queste azioni perpetrate ai suoi danni cominciavano a girare per i tribunali Vaticani, l’apostolato di Fatima di Padre Gruner continuò a crescere. Nel 2000, grazie in particolare alla propria rivista The Fatima Crusader (Il Crociato di Fatima), l’apostolato era divenuto la voce più forte ed insistente nella Chiesa in favore della consacrazione della Russia e la rivelazione del Terzo Segreto.
In quel periodo, il Papa complicò la situazione di Fatima con la sua decisione di beatificare Giacinta e Francesco, in una cerimonia che si tenne a Fatima, il 13 maggio 2000. La sua intenzione di beatificare i due fanciulli era nota sin dal giugno 1999 e la sua realizzazione aveva scatenato una vera e propria crisi all’interno dell’apparato Vaticano.
Questa crisi risulta evidente dal curioso e continuo cambiamento nei dettagli della cerimonia di beatificazione, cosa assai rara per il Vaticano. All’inizio, nell’ottobre del 1999 il Segretario di Stato Cardinale Angelo Sodano aveva annunciato che la beatificazione di Giacinta e Francesco sarebbe avvenuta a Piazza San Pietro, il 9 aprile 2000, assieme ad altre quattro beatificazioni. Il Patriarca di Lisbona aveva detto alla stampa portoghese di essere stato informato dal Vaticano che era “praticamente impossibile” che il Papa potesse venire a Fatima per la beatificazione dei fanciulli e che la questione doveva considerarsi “chiusa”. Il Patriarca disse ai giornalisti portoghesi di essere convinto che questa “impossibilità” del Papa nel venire a Fatima, non fosse in realtà nient’altro che una decisione presa dal Segretario di Stato Vaticano.
Ma il Papa aveva altre idee, per la mente. Nel novembre 1999 Sua Santità – scavalcando chiaramente il Cardinale Sodano – informò personalmente il Vescovo di Fatima, Serafim, che sarebbe stato lui ad annunciare che il Papa si sarebbe davvero recato a Fatima per compiere la cerimonia di beatificazione del 13 maggio. Il Vescovo Serafim non dette l’annuncio fino a dicembre di quell’anno. Ed infine, nel marzo 2000, il vescovo si lasciò sfuggire la notizia che “Il Papa avrebbe fatto qualcosa di speciale per Fatima”. Questo scatenò una ridda di speculazioni giornalistiche sul fatto che il Papa avrebbe forse, alla fine, rivelato il Terzo Segreto. Il Vescovo Serafim fu smentito immediatamente e ufficialmente dal Cardinale Patriarca di Lisbona, probabilmente su ordine di qualche funzionario della Segreteria di Stato Vaticana, seccata dal fatto che qualcuno sapesse che il Papa stava contemplando l’idea di rivelare il Segreto. Come si suol dire, il gatto era ormai fuori dal sacco. Gli eventi avevano ormai preso una piega repentina ed inaspettata, con risultati devastanti per la Linea del Partito.242
Padre Paul Kramer
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