giovedì 11 marzo 2021

Il Segretario di Stato prende di mira il Messaggio di Fatima



La Battaglia  Finale del Diavolo


Il Messaggio di Fatima contro la Linea del Partito

Questo ci porta ad individuare un ruolo ben preciso per il Segretario  di Stato nell’impostare la Linea del Partito nei confronti di Fatima. Come  abbiamo fatto notare, questa politica avrebbe coinvolto il Messaggio di  Fatima in generale e più in particolare colui che, nella Chiesa, ne è  forse il promotore più assiduo: l’apostolato di Fatima di Padre Nicholas  Gruner. 

Nel 1989, l’allora Segretario di Stato Cardinale Casaroli (il grande  “architetto” dell’Ostpolitik) comunicò all’allora vescovo di Padre  Gruner, Sua Eccellenza Gerardo Pierro, della Diocesi di Avellino, quelli  che il Cardinale definì “segnali preoccupanti” riguardo all’Apostolato di  Fatima di Padre Gruner. Padre Gruner era stato ordinato ad Avellino, nel 1976, al fine di entrare a far parte di una comunità Francescana  che poi non si sviluppò come sperato. Sin dal 1978, Padre Gruner si era  trasferito in Canada col permesso del vescovo e lì risiedeva, diventando  direttore di un piccolo apostolato di Fatima, che da allora sarebbe  cresciuto fino a diventare il più grande del suo genere, nel mondo.  Dopo che la Linea del Partito sulla “consacrazione” del 1984 era stata  impostata, per mezzo di un ordine anonimo del 1988, fu inevitabile che  Padre Gruner ed il suo apostolato entrassero in collisione col Segretario  di Stato – proprio come l’indirizzo tradizionale della Chiesa (basato sui  dogmi di Fede definiti infallibilmente dai Papi degli ultimi 20 secoli)  era entrato in rotta di collisione col nuovo orientamento della Chiesa a  partire dal Vaticano II. 

La tecnica iniziale, usata per cercare di togliere di mezzo Padre  Gruner, fu quella di creare ad arte una falsa controversia legale di  diritto canonico, secondo la quale, dopo aver ricevuto l’ordine di  trovarsi un altro vescovo che lo incardinasse al di fuori di Avellino,  l’incardinazione di Padre Gruner, in qualsiasi altra diocesi avvenisse,  sarebbe poi stata bloccata successivamente tramite pressioni dietro  le quinte e del tutto senza precedenti. Tutto questo affinché Padre  Gruner fosse costretto a tornare ad Avellino ed abbandonare il proprio  Apostolato. Dopo aver impedito l’incardinazione di Padre Gruner da  parte di tre differenti vescovi, benevoli e bendisposti nei confronti di  Fatima, l’apparato Vaticano (tramite un procedimento troppo complesso  per essere descritto in questa sede240) calò infine il proprio pugno: Padre  Gruner doveva “tornare” ad Avellino, altrimenti sarebbe stato “sospeso”  per “disobbedienza”. In pratica, Padre Gruner era sotto minaccia di  “sospensione a divinis” per non aver compiuto ciò che i suoi accusatori  gli avevano sempre impedito di ottenere, e cioè trovare un altro vescovo  che lo incardinasse.241

Mentre gli svariati appelli canonici di Padre Gruner contro queste  azioni perpetrate ai suoi danni cominciavano a girare per i tribunali  Vaticani, l’apostolato di Fatima di Padre Gruner continuò a crescere.  Nel 2000, grazie in particolare alla propria rivista The Fatima Crusader  (Il Crociato di Fatima), l’apostolato era divenuto la voce più forte ed  insistente nella Chiesa in favore della consacrazione della Russia e la  rivelazione del Terzo Segreto. 

In quel periodo, il Papa complicò la situazione di Fatima con la sua  decisione di beatificare Giacinta e Francesco, in una cerimonia che si  tenne a Fatima, il 13 maggio 2000. La sua intenzione di beatificare i  due fanciulli era nota sin dal giugno 1999 e la sua realizzazione aveva  scatenato una vera e propria crisi all’interno dell’apparato Vaticano. 

Questa crisi risulta evidente dal curioso e continuo cambiamento nei  dettagli della cerimonia di beatificazione, cosa assai rara per il Vaticano.  All’inizio, nell’ottobre del 1999 il Segretario di Stato Cardinale Angelo  Sodano aveva annunciato che la beatificazione di Giacinta e Francesco  sarebbe avvenuta a Piazza San Pietro, il 9 aprile 2000, assieme ad altre  quattro beatificazioni. Il Patriarca di Lisbona aveva detto alla stampa  portoghese di essere stato informato dal Vaticano che era “praticamente  impossibile” che il Papa potesse venire a Fatima per la beatificazione dei  fanciulli e che la questione doveva considerarsi “chiusa”. Il Patriarca disse  ai giornalisti portoghesi di essere convinto che questa “impossibilità”  del Papa nel venire a Fatima, non fosse in realtà nient’altro che una  decisione presa dal Segretario di Stato Vaticano.

Ma il Papa aveva altre idee, per la mente. Nel novembre 1999  Sua Santità – scavalcando chiaramente il Cardinale Sodano – informò  personalmente il Vescovo di Fatima, Serafim, che sarebbe stato lui ad  annunciare che il Papa si sarebbe davvero recato a Fatima per compiere  la cerimonia di beatificazione del 13 maggio. Il Vescovo Serafim non  dette l’annuncio fino a dicembre di quell’anno. Ed infine, nel marzo  2000, il vescovo si lasciò sfuggire la notizia che “Il Papa avrebbe  fatto qualcosa di speciale per Fatima”. Questo scatenò una ridda di  speculazioni giornalistiche sul fatto che il Papa avrebbe forse, alla fine,  rivelato il Terzo Segreto. Il Vescovo Serafim fu smentito immediatamente  e ufficialmente dal Cardinale Patriarca di Lisbona, probabilmente su  ordine di qualche funzionario della Segreteria di Stato Vaticana, seccata  dal fatto che qualcuno sapesse che il Papa stava contemplando l’idea di  rivelare il Segreto. Come si suol dire, il gatto era ormai fuori dal sacco.  Gli eventi avevano ormai preso una piega repentina ed inaspettata, con  risultati devastanti per la Linea del Partito.242

Padre Paul Kramer

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