domenica 9 maggio 2021

RADICE DELL'ODIO CONTRO CRISTO

 

Qual è l’ultima radice dell’odio contro Cristo? Contro Gesù ci fu un odio gratuito metafisico cioè originato da fattori invisibili? Mistero dell'odio tra sentimento e patologia: esistono esseri umani che odiano chi non ha colpe

Qual è l’ultima radice dell’odio contro Cristo?

 

di

 

Francesco Lamendola



 

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Non è un bel sentimento, l’odio: crediamo ne convengano tutti; e tuttavia, se si guarda con occhio spassionato fra le luci e le tenebre dell’anima umana, bisogna ammettere che è un sentimento naturale. Naturale non vuol dire buono: queste sono le sciocchezze, o peggio, escogitate da Rousseau, dai giusnaturalisti e da tutti i buonisti, gli illuministi e i progressisti di ieri, di oggi e di domani. Naturale vuol dire che c’è in noi, che è presente in natura, anteriormente allo stato di ragione: dunque in primo luogo nei bambini, poi negli adulti irragionevoli, sia a livello di singoli, sia a livello di gruppi, di folle (nella folla l’individuo si scioglie e diviene sempre irrazionale), di comunità e perfino di popoli. Però, attenzione: non abbiamo detto che l’odio è un sentimento naturale sempre e comunque; al contrario, affermiamo che lo è in presenza di una grave offesa, di una grave minaccia, di una gravissima violazione dello stesso ordine naturale. Una madre alla quale viene tolto il suo bambino, con la violenza o con l’inganno, proverà, oltre al dolore, all’angoscia e alla disperazione, un sentimento di odio nei confronti dei rapitori; oppure, diciamo meglio, è possibile, se non addirittura probabile, che lo provi. Lo stesso accade a un uomo cui abbiano ucciso il padre e la madre sotto i suoi occhi, compiacendosi della crudeltà esercitata: è possibile, anzi probabile, che costui provi un forte sentimento di odio nei confronti degli uccisori. Fin qui siamo nell’ordine naturale: perché la natura ci dispone a provare quel tale sentimento, quando vengono oltrepassati, e di molto, i limiti del giusto e del tollerabile. Odiare per una piccola offesa o per una piccola violenza, viceversa, è già qualcosa di poco naturale. È innaturale, e quindi patologico, odiare qualcuno che ci ha fatto un lieve dispetto o un piccolo sgarbo. L’odio, sentimento di per sé brutto, perché acceca e sfigura colui che lo prova, ma che può essere controllato e dominato con la ragione, diviene anche sconcertante quando non vi è proporzione fra esso e la causa che lo ha generato. È proprio dello psicopatico reagire con un odio viscerale a colui che si è reso responsabile di una malizia di poco conto; se poi quest’odio si esprime in violenza incontrollata, rende colui che lo prova simile a una mina vagante, che può esplodere in qualsiasi momento, alla più lieve occasione, provocando conseguenze inimmaginabili. Poco importa se la reazione violenta non si manifesta subito, ma viene esercitata con calma e con fredda deliberazione, come nel caso di chi si rivolge a un cultore di magia nera per provocare la sofferenza, la malattia e infine la morte di colui che ha preso in odio: si tratta comunque di un sentimento innaturale, e quindi patologico. Oppure del sentimento di un individuo adulto che non possiede pienamente l’uso della ragione, il che è altrettanto patologico.

 

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Qual è l’ultima radice dell’odio contro Cristo?

 

Abbiamo detto che l’odio, per essere considerato un sentimento naturale, deve essere proporzionato all’offesa; e aggiungiamo che, naturalmente, deve trattarsi di un’offesa reale, non di un’offesa immaginaria, come capita nei soggetti paranoici o schizofrenici, affetti da mania di persecuzione. Abbiamo anche detto che l’odio è il sentimento proprio di chi non possiede l’uso della ragione: perché quanto più la ragione è sviluppata, tanto più essa è in grado di capire le ragioni di colui che ci ha offesi (capire non significa giustificare, ma dare una spiegazione logica) e quindi, più che odiare, rivolge l’animo a ciò che può lenire la ferita e allontanare l’eventuale minaccia; oppure vuole ristabilire il giusto ordine delle cose, anche mediante la punizione del malvagio, ma senza odio, bensì con spirito di autentica giustizia. La persona spiritualmente evoluta non odia affatto; o meglio, non odia alcuno. Il male in se stesso, quello sì, potrebbe odiarlo; ma forse anche questa espressione va precisata: non odia il male, ne è disgustata e infinitamente rattristata. Gesù Cristo, modello insuperabile di perfezione umana, oltre che vero Dio, rivolse questa preghiera mentre lo inchiodavamo al legno della croce: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. E con tale espressione intendeva non solo i responsabili materiali della sua Passione, i soldati romani che lo avevano flagellato e condotto al supplizio, o la folla dei giudei che aveva gridato a Pilato: Via, via, crocifiggilo!, ma anche, in parte almeno – crediamo- quelli che, pur avendolo voluto processare e condannare davanti al Sinedrio, avevano creduto di agire a fin di bene, o di compiere il male minore, non avendo compreso affatto né la sua natura, né la sua missione. Quelli che avevano pensato: è meglio che un uomo solo perisca per la salvezza di tutto il popolo (anche se questa frase, nella bocca di Caifa, rifletteva certamente la malizia del sommo sacerdote e non una sincera preoccupazione nei confronti del popolo). Ma quelli che, invece, sapevano perfettamente quel che facevano? Quelli che vollero la morte di Cristo non per ignoranza, né perché trascinati dalle passioni della folla, ma per odio puro nei confronti di Lui? E quelli che, lungo il corso dei secoli, hanno odiato e perseguitato i cristiani, pur sapendo benissimo che non esistevano ragioni effettive, né formali, né sostanziali, per ritenerli colpevoli di qualcosa, anzi dovendo ammettere, magari in cuor loro, che i cristiani non avevano infranto alcuna legge umana o divina, non mentivano, non rubavano, non fornicavano, e anzi rispondevano al male col bene, senza lasciarsi trasportare dai bassi istinti?

 

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Esistono esseri umani che odiano chi non ha colpe, chi non li ha offesi, né minacciati, né maltrattati in alcun modo; contro chi non può essere incolpato di alcun crimine, e anzi del quale tutti, perfino i suoi nemici, sono costretti a riconoscere che non ha fatto niente di riprovevole? 

 

Tremendo mistero, cui è arduo, se non impossibile, rispondere. Ma esiste, poi, un odio così feroce, così insensato, così assolutamente gratuito, come esiste l’amore del tutto disinteressato? Esistono esseri umani che odiano chi non ha colpe, chi non li ha offesi, né minacciati, né maltrattati in alcun modo; contro chi non può essere incolpato di alcun crimine, e anzi del quale tutti, perfino i suoi nemici, sono costretti a riconoscere che non ha fatto niente di riprovevole? Sì, esistono tali uomini ed esiste un tale odio: cieco, furibondo, totalmente irrazionale, nel senso di totalmente privo di motivazioni umanamente comprensibili. Pilato provò a dire alla folla: Prendetelo e condannatelo voi, perché io non trovo alcuna colpa in quest’uomo; ma ebbe come risposta solo delle urla di raddoppiata intensità: Crocifiggilo, crocifiggilo! Il procuratore romano ne fu quasi sgomento: non capiva. Non capiva perché quella folla preferisse la liberazione di Barabba, un assassino, a quella di Gesù, del quale nessuno poteva dire che avesse recato torto al suo prossimo, ma anzi di cui si diceva che avesse risanato moltissime persone malate o affette da varie infermità, compresa la possessione diabolica. Perciò, quasi parlando a se stesso, a un certo punto esclamò: Ma che ha fatto di male? E di nuovo fu assordato da quel coro aggressivo, rabbioso, ossessionante: Crocifiggilo! Crocifiggilo! A quel punto si arrese: capì che mai sarebbe riuscito a mutare il volere della folla, che mai sarebbe riuscito a strappare quell’uomo dalle mani di quelli che l’avevano condotto per ottenerne non la condanna, bensì la ratifica di una condanna che, per motivi squisitamente religiosi (e dei quali lui, Pilato, non capiva nulla) il Sinedrio aveva già emesso nel corso della notte, ma che non aveva la forza legale di eseguire da sé. E prese la sua fatale decisione: abbandonare quello strano profeta al volere della folla, mandarlo al supplizio. Dunque, Gesù non fu processato e condannato solo a motivo dell’ignoranza umana; non furono solo il risentimento e l’inconsapevolezza degli scribi e dei farisei a votarlo alla morte; no: ci fu qualcos’altro. Ci fu un odio gratuito, radicale, metafisico, cioè originato non da cause visibili, ma da fattori invisibili.

 

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Ci sono anime che mosse dalla sensualità, dall’orgoglio, da qualsiasi altro vizio, portano la malizia così lontano, si identificano col peccato in tal modo, che giungono a sentirsi bene solo dove sono lusingate le loro cattive abitudini, e non sopportano nulla che costituisca una censura e nemmeno un mero disaccordo nei loro riguardi!

 

Un male abissale, primordiale, feroce, incontenibile, di cui i singoli uomini che agirono fra la notte del Venerdì santo e la prima metà del Sabato furono il tramite, ma che non veniva tutto da loro, o non da loro soltanto. Certo in alcuni di essi vi fu quel di più, quella cattiveria umanamente inspiegabile, che nasceva da una causa diversa del risentimento personale. Il servo del sommo sacerdote che lo aveva schiaffeggiato; i soldati che, oltre a eseguire l’ordine di flagellarlo, gli misero sul capo una corona di spine; e il soldato che gli diede da bere sulla croce, quando già era morente, dell’aceto invece che dell’acqua: tutti costoro agirono con una carica di odio sproporzionato, irragionevole, dovuto a una cattiveria che non aveva alcuna causa specifica, ma nasceva dagli abissi più oscuri dell’anima loro. E questo è già un mistero grande, abissale; un mistero che fa tremare le vene e i polsi. Si può capire, non approvare, un uomo che uccide un altro uomo perché accecato dall’ira; che lo fa perché lo vuole derubare; o che lo fa perché viene pagato per farlo. Ma un uomo che uccide un altro uomo senza ragione? Un uomo che uccide un uomo buono, del quale moltissime persone possono testimoniare che è un santo, e che nessuno è in grado di accusare d’aver compiuto azioni cattive? Come spiegare che possa verificarsi una situazione del genere: l’odio omicida spinto fino a quel punto? Caino odiava suo fratello Abele perché ne era geloso; ma i membri del Sinedrio? E Giuda, che tradì il suo Maestro per trenta denari: che motivi poteva avere? Non risulta che Gesù lo avesse mai bistrattato e umiliato; eppure Giuda, che teneva la cassa del gruppo formato dai Discepoli, era ladro, e Gesù lo sapeva. Gesù sapeva anche che lui, Giuda, intendeva tradirlo, e che aveva già pattuito e ricevuto il prezzo del suo tradimento: eppure non lo accusò, non fece nulla per fermarlo. Quando gli altri Apostoli chiesero a Gesù chi fosse il traditore, Gesù rispose in modo generico: è uno che intinge il pane nel mio stesso piatto; dunque: è uno di voi; ma non puntò il dito contro Giuda, perché, se lo avesse fatto, gli altri avrebbero capito e si sarebbero scagliati contro il colpevole. Ma Gesù non lo fece. Dunque perché Giuda odiava così tanto Gesù? Poiché senza dubbio lo odiava: la tesi di alcune anime belle, che Giuda tradì Cristo senza odio, solo per mettere alla prova le sue capacità messianiche, è semplicemente ridicola. Non si tradisce il proprio maestro per metterlo alla prova, consegnandolo nelle mani di quelli che lo vogliono morto. È il maestro che ha il diritto di mettere alla prova i suoi discepoli, semmai; non il discepolo che può mettere alla prova il maestro. Infatti è il maestro che sceglie i suoi discepoli, non  sono i discepoli a scegliersi il loro maestro: e anche nel caso di Gesù e dei dodici Apostoli le cose andarono proprio così.

 

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Caino odiava suo fratello Abele perché ne era geloso, ma i membri del Sinedrio? E Giuda, che tradì il suo Maestro per trenta denari: che motivi poteva avere?

 

C’è un mistero, in questo. E Gesù stesso lo sapeva e ne prendeva atto, allorché preannunciava ai suoi Discepoli le future persecuzioni (Gv 15,18-25):

18 Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. 19 Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. 20 Ricordatevi della parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. 21 Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato. 22 Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero alcun peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. 23 Chi odia me, odia anche il Padre mio. 24 Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero alcun peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. 25 Questo perché si adempisse la parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione.

 

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Gesù non fu processato e condannato solo a motivo dell’ignoranza umana; non furono solo il risentimento e l’inconsapevolezza degli scribi e dei farisei a votarlo alla morte; no: ci fu qualcos’altro. Ci fu un odio gratuito, radicale, metafisico, cioè originato non da cause visibili, ma da fattori invisibili!

 

L’ultimo riferimento è una citazione del Salmo 68 (69): Sono più numerosi dei capelli del mio capo quelli che mi odiano senza ragione. Anche Plinio Corrêa de Oliveira, riflettendo su questo grande mistero, giunse alla stessa conclusione (in: Meditazione sopra la Passione di nostro Signore Gesù Cristo, Associazione Luci sull’Est, 2004, pp. 9, 11):

Egli [Gesù] non fornì pretesti a nessuna legittima obiezione, a nessuna fondata recriminazione. Al contrario, fu solo prodigo di occasioni per farsi adorare e seguire. Tuttavia, anche Lui fu odiato, persino più dei suoi fedeli lungo i secoli. Come si spiega? E perché nei figli delle tenebre c’è un odio che si rivolge precisamente contro la Verità e il Bene. È quindi inutile voler attribuire il tutto ad un mero gioco di equivoci. Questi senz’altro ci furono, ma non servono a risolvere il problema. (…) Eppure ci sono anime che vanno oltre. Mosse dalla sensualità, dall’orgoglio, da qualsiasi altro vizio, portano la malizia così lontano, si identificano col peccato in tal modo, che giungono a sentirsi bene solo dove sono lusingate le loro cattive abitudini, e non sopportano nulla che costituisca una censura e nemmeno un mero disaccordo nei loro riguardi. Ne deriva un odio verso i buoni e verso il Bene, verso i paladini della Verità  alla Verità stessa, che fornisce loro una sorta di ideale negativo. Voltaire lo espresse molto bene nel suo motto: “écraser l’infâme”, cioè, “schiacciare l’infame” (l’”infâme sarebbe stato il Verbo Incarnato!). Farne l’anelito di tutti i momenti, oppure l’”ideale” di una vita, ecco dove sta la quintessenza dell’empietà.

Gente così, ha tutti i requisiti per pianificare, ordire e compiere la persecuzione. Se in Israele non ci fosse stata gente così, Nostro Signore non  sarebbe stato crocifisso.

C’è bisogno di aggiungere che oggi, nell’anno di grazia 2021, servendosi di gente così, ossia la progenie delle tenebre, il diavolo sta lanciando l’assalto finale contro Gesù Cristo e l’intera umanità?

 

Del 08 Maggio 2021

VERSO UN MONDO TRANSUMANO

 

Intervento di Mons. Carlo Maria Viganò al world summit «Truth Over Fear: The Vaccine, and the Great Reset». Il fantastico mondo voluto dal Great Reset, dai fautori del Nuovo Ordine Mondiale e dagli adepti della setta globalista: "Un mondo transumano"  


 

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“TRUTH OVER FEAR:

COVID 19, THE VACCINE,

AND THE GREAT RESET”

7-9 Maggio 2021

 

Venite, faciamus nobis civitatem et turrim,

cujus culmen pertingat ad caelum.

Gen 11, 4

 

«Verrà un tempo in cui gli uomini impazziranno,

ed al vedere uno che non sia pazzo, gli si avventeranno contro dicendo:

tu sei pazzo! a motivo della sua dissomiglianza da loro».

Sant’Antonio Abate

 

Sono molto grato al dottor Patrick Coffin per l’opportunità che mi è stata offerta di prender parte al world summit «Truth Over Fear: The Vaccine, and the Great Reset».[1] Mentre mi appresto a prendere la parola, desidero salutare ognuno dei partecipanti e benedire il loro impegno al servizio della verità, soprattutto in queste ore di grande confusione, di oscuramento delle menti e delle coscienze. Avete sicuramente preso conoscenza delle mie dichiarazioni del 25 marzo scorso[2], con la quale ho voluto in qualche modo lanciare questo evento e anticipare i temi, trattandone alcuni in modo più articolato. La presente esposizione tocca altri aspetti e intende in qualche modo completare il mio precedente intervento.

 

I media, i politici, i manager delle grandi aziende e addirittura i sacerdoti e i Vescovi ci parlano ossessivamente di un mondo connesso, in cui le facoltà del corpo umano sono amplificate da una serie di appendici tecnologiche che ci permettono di parlare all’automobile, di accendere la luce del salotto parlando con un cilindro di plastica, di ricevere da Alexa informazioni sul traffico, di ordinare il sushi dal cellulare, di sapere se il latte che abbiamo in frigo è prossimo alla scadenza. Secondo loro, questo mondo rappresenta una conquista ed un progresso per l’umanità. Molte delle meraviglie che ci aspettano sono già disponibili, altre sono imminenti, già brevettate e pronte ad essere immesse sul mercato.

Immaginiamo per un istante che uno di noi, per un caso fortuito, all’inizio dello scorso anno si sia trovato a vivere isolato da tutto questo. Immaginiamo che abbia deciso di ritirarsi in uno chalet di montagna per scrivere un libro, o di chiudersi in un monastero per un periodo di meditazione e preghiera. Niente televisione, niente giornali, niente social, niente notizie dell’ultim’ora sul cellulare. Solo i ritmi della natura, il canto degli uccelli, il soffio del vento, lo scroscio del torrente, il rintocco di una campana. Fino al momento in cui, dopo più di un anno, questo fortunato amico conclude il suo periodo di isolamento e torna nel mondo, credendo di trovarlo come lo ha lasciato.

Dinanzi a cosa si trova, questa persona rimasta lontana mentre noi eravamo rinchiusi in casa per i lockdown imposti da quasi tutti i Governi del mondo?

Ebbene, il nostro amico scoprirà che mentre si dedicava al suo romanzo o alla meditazione dei Padri della Chiesa il mondo è letteralmente impazzito. Una sindrome influenzale, che dai dati ufficiali causa lo stesso numero di decessi tra gli anziani e le persone debilitate di una normale influenza stagionale, è stata usata come pretesto per seminare terrore tra la popolazione, grazie alla complicità dei politici, dei media, dei medici, delle forze dell’ordine. Si vedrà circondato da persone che indossano una mascherina anche all’aperto, perché qualcuno ha detto che serve per impedire il contagio. Quando, rientrato a casa, vorrà andare a fare la spesa verrà scacciato dal negozio di alimentari perché non porta quella ridicola museruola, e non potrà pranzare al ristorante senza essersi sottoposto ad un tampone che, fino all’anno scorso, era indicato come inefficace per scopi diagnostici. Si sentirà dire che questa «pandemia» ha causato milioni di morti, anche se nel 2020 in tutti gli Stati del mondo i decessi sono stati praticamente gli stessi di quelli degli anni precedenti. E che, per un virus influenzale notoriamente mutante come qualsiasi virus Corona, le autorità mondiali hanno acquistato dalle case farmaceutiche miliardi di dosi di vaccini dichiaratamente inutili, visto che non garantiscono immunità ed anzi hanno gravi effetti collaterali, che però nessuno vuole riconoscere.

Il nostro amico rimarrà sconcertato nell’apprendere che, al primo insorgere dei contagi in una remota località della Cina, anziché bloccare i voli e le comunicazioni con l’estero, c’era chi gridava al razzismo e si preoccupava di testimoniare solidarietà andando a mangiare involtini primavera al ristorante cinese, con uno stuolo di reporter e fotografi al seguito. Apprenderà dai giornali che molti Stati, da più di un decennio, avevano depotenziato la sanità pubblica, chiuso ospedali, lasciato il piano pandemico non aggiornato. E non si capaciterà del fatto che siano state vietate le cure efficaci e l’assistenza domiciliare, aspettando che i contagiati peggiorassero per essere ricoverati nei reparti di terapia intensiva e fatti morire con i ventilatori per la respirazione profonda. Rimarrà scandalizzato quando gli diranno che i morti sono stati privati dell’autopsia e sottoposti a cremazione senza funerali religiosi, come se chi li ha lasciati morire non volesse lasciare tracce dei propri misfatti.

Potete immaginare quanto l’assurdità di tutto questo, per una persona che non è stata bombardata quotidianamente dalle notizie terroristiche dei media, suoni incomprensibile. E come sia incomprensibile la passività e la rassegnata obbedienza delle masse ai diktat delle autorità civili e religiose. Perché il nostro amico scoprirà che anche in chiesa le cose sono cambiate: non c’è più la pila dell’acqua benedetta, gli inginocchiatoi sono scomparsi per far posto a sedie distanziate con cartelli che indicano dove ci si può sedere, quante persone possono entrare, e che la Comunione dev’essere ricevuta nella mano per ragioni igieniche. Apprenderà che non solo i parroci e i Vescovi si sono adeguati alla follia collettiva, ma vi hanno dato un contributo personale, giungendo in certi casi a imporre tamponi e vaccini per chi vuole assistere alle funzioni. Gli mostreranno il famoso video di Bergoglio da solo in piazza San Pietro, o l’intervista in cui sponsorizza i vaccini come un «dovere morale», anche se sono prodotti con materiale fetale proveniente da aborti. E gli diranno che la Congregazione per la Dottrina della Fede si è premurata di dichiarare moralmente leciti quei vaccini.

Quando parlerà con gli amici che non sente da più di un anno, il nostro amico verrà a sapere che è stato loro vietato di uscire, di incontrarsi per le feste, di celebrare la Pasqua e il Natale, di andare a Messa, di confessarsi, di ricevere i Sacramenti; che lo Stato ha imposto lockdown e coprifuoco, chiudendo negozi e ristoranti, musei e palestre, scuole e biblioteche. Tutto chiuso, per il terrore di un virus influenzale che poteva esser curato – che può essere curato – con terapie che l’OMS e gli altri «esperti» hanno proibito, ordinando la «vigile attesa». E se chiederà perché nessuno abbia protestato, si sentirà dire che le manifestazioni di dissenso sono state parimenti vietate e represse dalla polizia a colpi di manganello. Gli diranno che in alcuni Stati sono stati costruiti centri di detenzione per chi non vuole sottoporsi alla vaccinazione, mentre si è cercato di rendere obbligatoria una app che consente il tracciamento dei movimenti dei cittadini e oggi si teorizza l’uso di un microchip sottocutaneo che rileverebbe la positività al virus o di un passaporto vaccinale, grazie al quale sarebbe possibile viaggiare in aereo o andare al ristorante.

E tutto questo è stato possibile grazie al silenzio dei magistrati, mentre anonimi comitati scientifici spadroneggiavano con protocolli assurdi e inefficaci. Milioni di persone confinate agli arresti domiciliari avrebbero dovuto ridurre il numero dei contagi, mentre in realtà i Paesi in cui il lockdown non è stato imposto hanno avuto meno morti. Milioni di persone costrette a non lavorare, ridotte in miseria da decisioni illegittime e incostituzionali, hanno obbedito aspettando ridicole elemosine promesse mille volte e mai arrivate. Milioni, miliardi di persone hanno subito le decisioni di pochi «filantropi», che sono riusciti ad imporre i vaccini prodotti da case farmaceutiche di cui essi sono i principali azionisti, con l’approvazione di organi di controllo che essi finanziano per la maggior parte. Nessun conflitto di interessi, nessun crimine contro l’umanità, nessuna violazione delle libertà naturali e dei diritti fondamentali dei cittadini. Tutto è filato liscio, come in un film distopico.

Ebbene, quello che il nostro amico si trova dinanzi è il fantastico mondo voluto dal Great Reset, dai fautori del Nuovo Ordine Mondiale, dagli adepti della setta globalista. Un mondo transumano, in cui gli algoritmi partoriti da menti malate, diaboliche, decidono se si può uscire di casa, quali cure devono essere somministrate, quali attività possono aprire, quali persone hanno il diritto di lavorare. E mentre eravamo imprigionati senza sbarre nelle nostre case, credendo ai farneticanti annunci della televisione e dei social, col favore delle tenebre c’era chi installava ovunque i ripetitori del 5G, per rendere possibile quella svolta tecnologica che dovrebbe connettere tutti e tutto, dal frullatore all’iPad, dall’auto elettrica alle lezioni a distanza. Con l’obbligo perpetuo di mantenere il «distanziamento sociale» e di esser vaccinati ogni sei mesi, ben che vada, in nome di una pandemia di cui non si vedono i danni se non nella narrazione mediatica e nella sciagurata gestione da parte dei politici e dei medici di regime. 

Il nostro amico non è un medico, ma siccome non ha vissuto questo anno e mezzo di delirio sanitario subendo l’assordante bombardamento mainstream della televisione e dei social, riesce a cogliere la follia di quanto è accaduto a tutti noi, assieme al piano criminale che è stato perpetrato dall’élite. Né gli sfuggirà – come non sfugge a noi – il ruolo che ha avuto la Gerarchia cattolica nell’imporre la narrazione ufficiale, usando l’autorità della Chiesa per ratificare un crimine mostruoso, una frode colossale contro Dio e contro l’uomo.

Se facciamo un confronto tra come vivevamo a Gennaio 2020 e come ci siamo ridotti a vivere oggi, non possiamo non riconoscere il successo di questo piano infernale, accettato dalla maggior parte delle persone come ineluttabile. Vi è chi, non potendo accettare l’intrinseca irrazionalità dei provvedimenti adottati dai governanti, sospende il giudizio e si consegna ai propri carnefici. Altri, cercando un senso soprannaturale alla follia collettiva, invoca da Dio la fine di una pestilenza inesistente o si adegua alle nuove liturgie pagane del Covid. Altri ancora, più combattivi, non riescono a rassegnarsi alla mostruosità di quanto avviene e sperano in un intervento divino.

Se solo avessimo il buonsenso di pensare autonomamente, di usare la razionalità di cui ci ha dotati il Padreterno, comprenderemmo immediatamente che questo orrore non è altro che il «mondo alla rovescia» voluto dall’eterno Nemico del genere umano, l’inferno in terra vagheggiato dai servi di Satana, il Nuovo Ordine Infernale che prelude all’avvento dell’Anticristo e alla fine dei tempi. Solo così potremmo capire l’apostasia dei vertici della Chiesa, tutti presi a dar prova di obbedienza all’ideologia globalista al punto da rinnegare Cristo in croce e preferire, al soave giogo di Cristo, le pesanti catene di Lucifero.

Se vi è un «Grande Ripristino» di cui l’umanità ha davvero bisogno, questo può solo avvenire nel ritorno a Dio, in una vera e propria conversione degli individui e delle società a Cristo Re, che da troppo tempo abbiamo lasciato spodestare in nome di una perversa libertà che tutto concede e tutto legittima fuorché il Bene. Quel «Great Reset» si è compiuto sul Golgota, nel momento in cui Satana ha creduto di mettere a morte il Figlio di Dio e di impedire la Redenzione, mentre in realtà egli siglava la propria definitiva sconfitta. Quello a cui assistiamo oggi è solo un doloroso strascico della battaglia tra Cristo e Satana, tra la stirpe della Donna rivestita di luce di cui parla l’Apocalisse e la stirpe maledetta dell’antico Serpente.

Così, nell’avvicinarci alla persecuzione degli Ultimi Tempi, noi abbiamo la certezza soprannaturale che anche questa grottesca pandemia, miserabile pretesto per l’instaurazione di una sinarchia antiumana e anticristica, è destinata alla sconfitta, perché Cristo ha già vinto l’eterno Sconfitto, con una vittoria schiacciante e inesorabile. Forti di questa vittoria epocale, di cui vedremo il trionfo forse molto presto, noi dobbiamo combattere sotto le insegne di Cristo Re e sotto la protezione della Regina delle Vittorie, alla Quale il Signore ha dato il potere di schiacciare il capo del Maligno.

Se torneremo a Cristo, iniziando da noi stessi e dalla nostra famiglia, riusciremo non solo ad aprire gli occhi per comprendere l’assurdità di quanto avviene intorno a noi, ma sapremo anche combattere efficacemente con le armi invincibili della Fede. «Omne, quod est ex Deo, vincit mundum: et haec est victoria, quae vincit mundum, fides nostra. Poiché tutto quello che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede» (1Gv 5, 4). Allora la nuova torre di Babele, il castello di carte del Covid, la farsa dei vaccini, la frode del Great Reset crolleranno inesorabilmente, manifestando nella sua natura diabolica il piano omicida dell’Avversario e dei suoi servi.

Guardiamo alla Nuova Gerusalemme che discende dal cielo, la Santa Chiesa, che nella visione di San Giovanni appare «come una sposa adorna per il suo sposo» (Ap 21, 2). Ascoltiamo la gran voce che annunzia: «E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima sono passate» (Ap 21, 4). Il nostro «Great Reset» si compie in Nostro Signore: «Ecco, io faccio nuove tutte le cose» (Ap 21, 5), «Io sono l’Alfa e l'Omega, il principio e la fine» (Ap 21, 6). Possa l’intera Corte celeste assisterci e proteggerci in questa battaglia epocale, nella quale ci gloriamo di militare sotto le insegne di Cristo Re e di Maria Regina.

 

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo,

già Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d’America


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sabato 8 maggio 2021

DIAMO PERDONO A DIO

 


O Dio, mio Creatore e Padre, ti voglio perdonare con tutto il cuore, per come Tu hai  condotto la mia vita.  

Ti perdono le sofferenze fisiche e morali che hai permesso. Ti perdono le malattie e  le disgrazie che mi sono capitate. Ti perdono il dolore per la perdita di persone care e  per le grandi difficoltà economiche.  

Ti perdono tutto di cuore.  

Ma, Padre, sono io che Ti devo chiedere perdono, anche di questo: che ho pensato  che Tu mandavi la morte, le sofferenze, le difficoltà economiche, i castighi, le  malattie, le disgrazie nella mia famiglia.  

Liberami da tutti i risentimenti e le angosce che ho avuto nei tuoi confronti.  

Purifica la mia mente e il mio cuore, perché possa credere e sentire che Tu sei sempre  amore e misericordia, che tutte le tue vie sono vie di verità, di grazia, di amore e che  Tu fai cooperare tutto al mio vero bene.  

Padre, perdonami. 

Siate tutti, figli, come sentinelle ben sveglie alle quali non sfugge nulla di ciò che accade intorno…

 


Maria Santissima 10-07-2001

Figli amati, figli tanto cari al Mio Cuore, vi voglio tutti al Riparo, vi voglio aiutare perché nessuno di voi faccia una brutta fine, ma dovete ascoltarMi, dovete guardare bene i segni: non è questo tempo di torpore, di sonno, ma di veglia, veglia attiva; siate tutti, figli, come sentinelle ben sveglie alle quali non sfugge nulla di ciò che accade intorno  

Il nemico non assale una fortezza ben sorvegliata, ma se vede che le sentinelle dormono e sono disattente, subito assale da ogni parte.
Figli cari, il nemico di Dio non dorme né di giorno, né di notte: come leone ruggente cerca chi assalire e divorare.

Gesù 03-08-2001  

                                                                               Amata sposa,  stiano bene all’erta tutti perché questo è un tempo speciale nel quale accadono cose mai accadute prima in un solo istante;  se il diluvio fu una terribile catastrofe che tutto distrusse, ciò che oggi può accadere è assai peggiore; si ravvedano gli insipienti e lascino i godimenti vani e le follie.

ADAMO E LA SUA VITA NELL’UNITA’ DEL SUO CREATORE E PADRE

 


E nel Volume 20 - Dicembre 6, 1926, Gesù ci dice che L’atto si può dire perfetto allorquando regna la Volontà Divina.

[…] (Scrive Luisa:) Stavo facendo i miei soliti atti nel Fiat Supremo, e pensavo tra me che volevo nascondere il mio piccolo amore, la mia meschina adorazione e tutto ciò che io potessi fare nei primi atti che fece Adamo quando possedeva l’Unità della Luce della Divina Volontà, ed in quelli della Mamma Regina, che furono tutti perfetti; ed il mio adorato Gesù ha soggiunto: “Un atto allora si può chiamare perfetto quando racchiude in sé tutti gli atti insieme, e solo la mia Volontà racchiude quest’atto perfetto, che mentre dà un Atto Solo scaturiscono da quest’Atto Solo tutti gli atti possibili ed immaginabili che ci sono in Cielo e in terra. Quest’Atto Solo del mio Volere è simbolo d’una fonte che mentre la fonte è una, da Essa scaturiscono mari, fiumi, fuoco, luce, cielo, stelle, fiori, monti e terra: da questa sol fonte esce tutto. Ora, Adamo nello stato d’innocenza e l’altezza della Sovrana Regina, possedendo la mia Volontà, se amavano, nell’amore racchiudevano l’adorazione, la gloria, la lode, la benedizione, la preghiera; nel più piccolo loro atto, nulla mancava, scorreva la molteplicità delle Qualità dell’Atto Solo del mio Supremo Volere che facendole abbracciare tutto in un atto davano al loro Creatore ciò che gli conveniva. Sicché se amavano adoravano, se adoravano amavano; gli atti isolati che non abbracciano tutti gli atti insieme, non si possono chiamare perfetti, sono atti meschini, che danno di volontà umana. Ecco perciò che solo nel Fiat l’anima può trovare la perfezione vera nei suoi atti, ed offrire un atto divino al suo Creatore”.

dagli Scritti della Serva di Dio Luisa Piccarreta


La santità sacerdotale

 


 Esortazione finale ai seminaristi


Non abbandonate ciò che fa di voi un sacerdote. Certo, voi non lo siete ancora; fate un primo passo che esprime il vostro desiderio di diventarlo, ma mi auguro con tutto cuore che ci riusciate. E già il mondo vi giudicherà come tali. Poiché portate la talare, ormai il mondo vi giudicherà come se foste sacerdoti. Allora cercate di comportarvi come se già lo foste. Con il vostro esempio, la vostra tenuta, il vostro comportamento, la vostra carità, la vostra bontà, la vostra saggezza, siate già tra quelli che forniscono soluzioni intorno a sé. Così l’onore di Dio sarà salvo, la gloria di Dio sarà diffusa nel mondo e le anime si convertiranno a Nostro Signore Gesù Cristo.

Così, siate fieri di indossare la vostra talare, il vostro abito, che manifesta al mondo Nostro Signore Gesù Cristo, e non temete nulla: il buon Dio, i santi angeli, tutti i santi del Cielo sono con voi, così come tutti quelli che hanno vestito quest’abito, che si sono santificati grazie ad esso e hanno santificato gli altri119.

 Il vostro abito un giorno si trasformerà in veste di gloria, come il corpo di Nostro Signore è diventato splendente nel momento della Resurrezione e lo è oramai per sempre, glorificato per l’eternità120.

Mons. Marcel Lefebvre


L'INFERNO NEGLI OCCHI DELLA MENTE

 


LE PENE DELL'INFERNO DI ST. ANTONIO MARIA CLARET

"La sensazione del dolore all'inferno è essenzialmente molto terribile. Immaginati, anima mia, in una notte oscura sulla cima di un'alta montagna. Sotto di te c'è una valle profonda, e la terra si apre in modo che con lo sguardo puoi vedere l'Inferno nella cavità di essa. Immaginatelo come una prigione situata al centro della terra, molte leghe più in basso, tutta piena di fuoco, chiusa in modo così impenetrabile che per tutta l'eternità nemmeno il fumo può uscire. In questa prigione i dannati sono stipati così strettamente gli uni sugli altri come mattoni in una fornace... Considera la qualità del fuoco in cui bruciano.

In primo luogo, il fuoco è onnicomprensivo e tortura tutto il corpo e tutta l'anima. Un dannato giace all'inferno per sempre nello stesso posto che gli è stato assegnato dalla giustizia divina, senza potersi muovere, come un prigioniero alla gogna.

Il fuoco, in cui è totalmente avvolto, come un pesce nell'acqua, brucia intorno a lui, alla sua sinistra, alla sua destra, sopra e sotto. La sua testa, il suo petto, le sue spalle, le sue braccia, le sue mani e i suoi piedi sono tutti penetrati dal fuoco, così che egli assomiglia completamente ad un pezzo di ferro incandescente, che è stato appena estratto da un forno. Il tetto sotto il quale il dannato abita è fuoco; il cibo che prende è fuoco; la bevanda che gusta è fuoco; l'aria che respira è fuoco; tutto ciò che vede e tocca è tutto fuoco....

Ma questo fuoco non è solo fuori di lui; passa anche dentro il condannato. Penetra nel suo cervello, nei suoi denti, nella sua lingua, nella sua gola, nel suo fegato, nei suoi polmoni, nelle sue viscere, nel suo ventre, nel suo cuore, nelle sue vene, nei suoi nervi, nelle sue ossa, fino al midollo, e persino il suo sangue.

"Nell'inferno", secondo San Gregorio Magno, "ci sarà un fuoco che non può essere spento, un verme che non può morire, un fetore che non si può sopportare, un'oscurità che si può sentire, una flagellazione da mani selvagge, con i presenti che disperano di qualsiasi cosa buona."

Il fatto più terribile è che per la potenza divina questo fuoco arriva a lavorare sulle facoltà stesse dell'anima, bruciandole e tormentandole. Supponiamo che io mi trovi al forno di un fabbro in modo che tutto il mio corpo sia all'aria aperta tranne un braccio posto nel fuoco, e che Dio conservi la mia vita per mille anni in questa posizione. Non sarebbe questa una tortura insopportabile? Come sarebbe, allora, essere completamente penetrato e circondato dal fuoco, che colpirebbe non solo un braccio, ma anche tutte le facoltà dell'anima?

La Vergine Maria: mai prima d‟ora c‟è stata così tanta opposizione verso le rivelazioni divine.

 


PERSECUZIONI 

Figlia Mia è in questo tempo che tutti i visionari, i veggenti e le anime prescelte di Dio, subiranno la più grande persecuzione. 

I giorni di satana stanno per finire e userà ogni arma, specialmente alcuni sacerdoti sacri, per provare a screditare la Mia parola, la vostra amata Madre, e quella del Mio prezioso Figlio, Gesù Cristo. 

Mai prima d‟ora c‟è stata così tanta opposizione verso le rivelazioni divine, come oggi. 

L‟oscurità continua a invadere la Chiesa e molti nella Chiesa stanno facendo tutto ciò che possono per acquietare la parola dei veggenti. 

Non vogliono che la verità emerga e faranno in modo che le preghiere, date ai veggenti per salvare le anime, non siano proclamate. 

Pregate figli affinché i loro tentativi non fermino l‟opera di Mio Figlio o accec hino chi crede al dono dello Spirito Santo che continua a essere versato sulle anime che leggono questi messaggi. 

Le vostre preghiere e la vostra lealtà al Mio prezioso Figlio, non sono mai state così importanti mentre questa nube di oscurità continua a cadere sulla Chiesa di Mio Figlio. 

Pregate, pregate, pregate affinché la luce di Mio Figlio splenda così che le anime perse possano essere illuminate attraverso la Sua Santa Parola. 

Grazie per aver risposto alla Mia chiamata, figli Miei, specialmente in questo tempo di grande tristezza nelle vostre anime causata dal tormento che avete dovuto sopportare per mano di coloro che professano di parlare nel nome del Signore. 

La vostra Madre celeste, 

Madre di Salvezza.

12 Marzo 2012

Il buon samaritano delle vittime del demonio

 


Benedizioni e frutti buoni 

All’inizio e durante l’esorcismo con l’acqua benedetta  aspergo Tobia. Il posseduto, finché è presente con le sue facoltà intellettuali, riceve volentieri la benedizione con l’acqua.  

L’esorcista, individuato il tipo di fatture inflitte al giovane  dalle manifestazioni avute, se vede che periodicamente gli  vengono ripetute ancora dopo tanti anni, gli consiglia di usare  acqua, sale e olio benedetto ed esorcizzato. Alcuni fra i posseduti portano a benedire anche confezioni di bottiglie d’acqua  e di olio da usare a casa per bere e condire i cibi.  

Nei primi anni di possessione il giovane Tobia rimetteva  anche sacche di sangue o di altre sostanze. Una mattina, in  prossimità del pellegrinaggio a Fatima, si sente molto male,  telefona all’esorcista per una benedizione. Mentre fa preghiere e benedizioni il giovane rimette moltissimo, sacche di sangue, senza alcuno sforzo come fosse una cosa naturale, un  deposito da svuotare. Probabilmente il demonio voleva impedirgli di andare in pellegrinaggio con Sara. In qualche altra  occasione questi fatti gravi vengono attribuiti a nuove fatture  fatte dai satanici. 

Mentre procedo nell’esorcismo, il demonio parla e dialoga  con me, il giovane come ipnotizzato, viene messo a tacere, in  trance. Ogni tanto prendo l’acqua benedetta e aspergo il giovane, meglio il demonio che si è fatto padrone del suo corpo e  di ogni sua facoltà. Mentre lo aspergo con l’acqua benedetta,  fa un salto, si sveglia di soprassalto in quel momento con  grande spavento.  

Fa qualche esclamazione per dire: lasciami in pace, perché mi torturi? Lo faccio proprio per non lasciarlo in pace,  per risvegliare il dialogo, come suggerisce P. Amorth, per tornare a chiedergli di uscire dal giovane. Mi ripete sempre: “No, io sto qua, io sono più forte. Vedi che sono ancora  qua. Tu creperai, ma io sono eterno”. Gli rispondo:  

 “Vedrai che prima di morire ti allontanerò. E poi sono  eterno anch’io. Anche Renato dal cielo mi aiuterà”.   

Non vuol sentire ricordare quel nome, parlare della sua  preghiera, né ricordare che già in terra Renato aveva chiesto la  grazia alla Madonna!   

Una volta mi viene chiesto di fare l’esorcismo a persona  assente, sulla sua fotografia e indumenti. Non ero favorevole  anche perché non vengano a chiedermi quanto domandano ai  maghi leggendo la fotografia. Ho accettato di fare un esorcismo sulla fotografia di una fanciulla di 13 anni perché la  mamma non riusciva ad accompagnarla. La mamma aveva il  sospetto fondato che la cognata per invidia le avesse fatto  qualcosa.  

La cognata nell’ultimo tempo aveva preso le distanze dalla  famiglia e questo atteggiamento aveva convinto ancor di più  la mamma. Da circa un anno la ragazza non voleva più incontrare persone, non ne voleva più sapere di chiesa e di preti,  non aveva più voluto frequentare la terza media ed aveva perso l’anno. Psicologi e medici non hanno trovato nulla. La  mamma non è ancora riuscita a portare la fanciulla per pregare  insieme. 

Ho fatto le benedizioni e l’esorcismo con un certo dubbio  sulla opportunità ed efficacia, ma anche con convinzione, perché la mamma aveva molta fiducia e speranza. E dopo 15  giorni mi ha telefonato che la ragazza aveva superato i suoi  disturbi ed era tornata ad una vita normale.  

Dopo circa un anno la mamma torna da me perché la figlia  ha qualche disturbo: rinnovo le preghiere e l’esorcismo. Non  torna più perché tutto si è risolto. 

Anche una sposa che frequentava il Movimento del Rinnovamento dello Spirito, negli incontri di preghiera, usciva  con urla, grida che disturbavano e intimorivano i presenti. Il  sacerdote del Movimento me l’ha inviata. 

Prima dell’esorcismo faccio un colloquio approfondito  con lei, con la cognata e il marito, con ogni altro che mi viene  inviato. La invito anche ad incontrare uno psicologo.  

Abbiamo fatto due-tre esorcismi. Già dopo il secondo non  ha più avuto svenimenti e manifestazioni rumorose in chiesa  ed ora partecipa serena agli incontri del Movimento.  

Miglioramenti mi sono stati segnalati anche da altri pazienti che soffrivano di disturbi diabolici. Nessun caso di vessato o posseduto è uguale all’altro. Altri dopo qualche incontro non sono più tornati: ho potuto pensare bene sui i risultati  ottenuti. Ringraziamo Dio dei frutti!  

FRATELLO ESORCISTA 

LA FIAMMA D’AMORE DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

 


DIARIO SPIRITUALE DI ELISABETTA SZANTÓ 1961-1981 


7 agosto 1962 

Con tristezza ho rivolto al Signore queste parole: "Gesù mio, sono così abbandonata!" 

"Allora che cosa devo dire Io? C'è qualcuno che più di Me è abbandonato, disprezzato e dimenticato? Oh, se si conoscesse la mia bramosia delle anime! Nella mia continua solitudine con tanto amore e pazienza vi chiamo e voi vi comportate come se lo fossi una persona insensibile. Se vi avvicinaste con fiducia sentireste quale affetto arde per voi nel Mio Sacro Cuore. Se accade un incendio, tutti insieme correte ed andate ad aiutare, affinché il fuoco faccia minor danno possibile. Invece non vi adoperate per spegnere il fuoco di Satana e lasciate che la fiamma dell'inferno distrugga impunemente. Ma poveri voi che con l'inerzia e la vigliaccheria guardate, poi coprite i vostri occhi per non vedere e vi rendete responsabili perché permettete che continui la dannazione delle anime! Voi conoscete la mia pazienza e la mia sconfinata bontà, ma dovete tener presente anche la mia severità che si farà sentire: andate via da Me nel fuoco eterno! Le vostre mani non raccolgono con Me, anzi disperdono. O anime a Me consacrate, veramente disgraziate, ritornate in voi e venite a Me. Siete ancora in tempo. Non lasciatevi dominare dalla pigrizia nel fare il bene! Questa è la radice di ogni male che penetra nelle vostre anime. Almeno voi allontanate al più presto tale terribile e spaventoso peccato dal quale non riuscite a liberarvi. Satana ha tanto ostruito nelle vostre anime la via della luce divina perché questa non vi penetri e non produca quello splendore vivificante la cui mancanza vi fa soffrire; siete così tormentati sotto il peso di oscura pigrizia. Venite a Me dunque, voi che avete il fardello della pigrizia nel fare il bene, Io lo tolgo dalle vostre spalle per alleggerirvi. Solamente l'unione con il Mio Corpo (l'Eucarestia) può aiutare a liberarvi dal cumulo di oscurità preparato con cura dal maligno. Dovete soltanto abbandonarvi a Me! Non vi accorgete quanto vi seguo e come i miei ammonimenti diventano inutili? Cercate di capire che una così grande confusione viene da Satana; l'opera sua è tanto malvagia ma dura solamente fino a quando Io lo permetto. Io reggo le vostre mani perché non vi strappiate dal mio abbraccio. Ritornate a Me e sacrificatevi ritirandovi nel santo altare del martirio interiore!"  

A questo punto ho domandato al dolce Redentore come dovevo intendere questo suggerimento, giacché l'attività esterna ha già tanti ostacoli. Egli mi ha risposto: "Satana non può impedire il martirio interiore. Il combattimento nella profondità delle anime fruttifica abbondantemente e quindi cercate di sopportare per Me tale martirio. Questa è la mia volontà. Pregate, vegliate e riunitevi in due o tre in modo da avviare la lotta contro il sovrano delle tenebre per bloccare la sua forza distruttrice. Non rimanete inerti! Vi comportate come se non aveste in Cielo il vostro Padre Celeste che vi osserva. Con i vostri desideri abbracciate la terra e con i vostri sacrifici, ardendo di puro amore, bruciate il peccato. Non crediate che questo sia impossibile, abbiate fiducia in Me! La fede e la fiducia in Me daranno la forza a milioni di anime per perseverare ... Figlia mia, anche tu non essere pusillanime, aggiungiti alle anime a Me consacrate! Ho invitato anche te, non soltanto in un'opera d'amore, ma soprattutto in un perseverante sacrificio il quale porta molto frutto alle anime". 

Il “nuovo” Terzo Segreto

 


La Battaglia  Finale del Diavolo


ii) Le rivelazioni pubbliche e le rivelazioni private

Significativamente, nel MDF il Cardinale Ratzinger pone l’intero  fenomeno di Fatima in un contesto di “rivelazioni private” – che  possono essere definite “false” o “straordinarie” sulla base della loro  autenticità. Il Cardinale Ratzinger afferma che il Messaggio di Fatima,  come tutte le “rivelazioni private” riconosciute autentiche dalle autorità  della Chiesa, “… può essere un valido aiuto per comprendere e vivere  meglio il Vangelo nell’ora attuale; perciò non lo si deve trascurare.  È un aiuto, che è offerto, ma del quale non è obbligatorio fare uso”.  In altre parole, secondo il Cardinale Ratzinger, nessuno nella Chiesa  è obbligato a seguire il Messaggio di Fatima – non il Papa, non i  vescovi, non i sacerdoti e nemmeno i laici. Fatima, inclusa ovviamente  la Consacrazione della Russia e la devozione dei Primi Cinque Sabati  – è solo qualcosa di facoltativo. Se vogliamo, possiamo ignorarla del  tutto – come se il Miracolo del Sole non fosse mai avvenuto; come se  le richieste della Vergine di Fatima fossero state fatte da un fantasma!  Fatima è un mero “aiuto” che possiamo prendere o lasciare, a nostro  piacimento.

Uno tra i Papi più eruditi della storia, Benedetto XIV, affermò  giustamente che “un assentimento di fede cattolica non è dovuto  a rivelazioni approvate in tal modo”, ma che “queste rivelazioni  domandano piuttosto un assentimento di fede umana conforme alle  regole della prudenza, che ce le presenta come probabili e piamente  credibili”. Ma la citazione fatta dal Cardinale Ratzinger di quelle parole  di Papa Benedetto XIV sembra ignorare la straordinarietà di Fatima e  ciò che di fatto innalza quelle apparizioni al di sopra delle semplici  rivelazioni “private”: il grande Miracolo del Sole, una prova decisiva del  fatto che Fatima è molto più importante di una semplice apparizione  “piamente credibile”.

L’ex Cardinale Ratzinger, a quanto pare, ha mantenuto questo suo  approccio nei confronti di tutte le altre straordinarie rivelazioni degli  ultimi secoli. Ad esempio, egli ha ridotto le straordinarie rivelazioni  sulla Festa del Corpus Domini e del Sacro Cuore di Gesù, date a Santa  Margherita Maria Alacoque, ad un evento che ha avuto semplicemente  degli “effetti anche nella stessa liturgia”. Queste affermazioni sono  quasi una bestemmia, se si tiene conto di cosa accadde in Francia dopo  il disastroso ed impertinente rifiuto da parte di Luigi XIV, e dei suoi  due successori, di consacrare la Francia al Sacro Cuore - come aveva  richiesto Gesù Cristo a Santa Margherita Maria nella stessa rivelazione  “privata”.304

L’erronea concezione che il Cardinale Ratzinger ha nei confronti  della profezia è ancor più evidente nella seguente affermazione: 

... Occorre tener presente che la profezia nel senso della Bibbia non significa predire il futuro, ma spiegare la volontà di Dio per il presente e quindi mostrare la retta via verso il futuro. Colui che  predice l’avvenire viene incontro alla curiosità della ragione, che  desidera squarciare il velo del futuro;...

Questo equivale a negare il valore di qualsiasi profezia, cioè una  delle grazie più importanti tra quelle concesse liberamente, la gratia  gratis datae. La profezia riguarda spesso l’interpretazione corretta del  passato e del presente, ma in genere viene riconosciuta come predizione  del futuro. In questo caso le cose sono due: o Isaia, Davide, San Paolo  e lo stesso Gesù sono solo venuti “incontro alla curiosità della ragione”  ed i Padri della Chiesa ed i molti Dottori della Chiesa hanno desiderato  semplicemente “squarciare il velo del futuro”, oppure il Cardinale  Ratzinger è in errore. Lasciamo a voi la risposta. 

Forse il Cardinale Ratzinger ha voluto ridurre la profezia ai “segni  del tempo”, perché non era in grado di vedere i veri segni dei nostri  tempi, e cioè le chiese desolatamente vuote, l’eresia, l’apostasia, la  blasfemia, le perversioni sessuali e l’impurità, il neo paganesimo ed  in generale un generale disaccordo tra i vari vescovi ed i sacerdoti su  qualsiasi cosa avvenga nella Chiesa Cattolica o competa ad essa. L’unica  cosa su cui le alte gerarchie del Vaticano concordano oggigiorno è  nell’odio da riversare contro la teologia Cattolica tradizionale, che viene  da loro irrisa, così come l’idea stessa di una Conversione della Russia  alla Fede Cattolica. Stiamo parlando, ancora una volta, del conflitto tra  due visioni distinte della Chiesa, che hanno causato la grave ingiustizia  di cui stiamo discutendo e cioè la soppressione de facto del Messaggio  di Fatima nella sua interezza, impedendo che esso venga ascoltato ed  obbedito e mettendo pertanto a rischio, imminente e gravissimo, la vita  e le anime di miliardi di persone. 

Il Cardinale Ratzinger sembrava pensare che questi veri segni dei  tempi non avessero niente a che vedere col Concilio Vaticano II sul quale,  come fu affermato, sarebbe sceso per la seconda volta lo Spirito Santo. È  ovviamente falso, come possiamo vedere dai frutti, decisamente amari,  che l’albero del concilio ha potuto produrre in questi anni. Come disse  Nostro Signore: “Dai loro frutti li riconoscerete.” (Matt. 7:16).

Una volta diventato Papa Benedetto, tuttavia, l’ex Cardinale  Ratzinger ha ammesso - come abbiamo fatto notare nel Capitolo 7 - che  “in vaste zone della terra la fede è nel pericolo di spegnersi come una  fiamma che non trova più nutrimento,” che “nei decenni successivi al  Concilio Vaticano II, alcuni hanno interpretato l’apertura al mondo non  come un’esigenza dell’ardore missionario del Cuore di Cristo, ma come  un passaggio alla secolarizzazione”, che “si è smesso di parlare di certe  verità fondamentali della fede, come il peccato, la grazia, la vita teologale  e i novissimi [e] inconsciamente si è caduti nell’auto-secolarizzazione  di molte comunità ecclesiali; queste, sperando di compiacere quanti erano lontani, hanno visto [invece] andare via, defraudati e disillusi,  coloro che già vi partecipavano” e che il risultato di tutto ciò è “un  ambiente ecclesiale secolarizzato” e – un’ammissione incredibile! – “un  deserto senza Dio” proprio all’interno del mondo Cattolico. Si tratta  dei frutti amarissimi del Vaticano II! È difficile pensare che la Madonna  potesse ignorarli, non mettendoci in guardia contro di essi. Forse non è  lontano il momento in cui il Vaticano II verrà esplicitamente collegato  a questi disastri. Ad ogni modo, le affermazioni di Papa Benedetto sono  una vera e propria doccia fredda per gli “illuminati” che parlano ancora  indebitamente di “allarmismo” dei “Fatimiti”, tra i quali vi sono anche  coloro che contribuiscono alla stesura di questo libro. 

Per tornare allo sfortunato commento teologico contenuto nel MDF,  potremmo anche essere accusati di “far polemica”, ma alla luce  dell’insegnamento della Chiesa sulle profezie e dell’importanza che San  Paolo e la Chiesa attribuiscono a questo dono Divino, il concetto della  profezia contenuto nel MDF sfiora a dir poco l’eresia e la blasfemia.  Ridurre ad un semplice venire “incontro alla curiosità della ragione”  tutto quello che è accaduto dai Salmi fino a San Giovanni Bosco o  Fatima, equivale a considerare le Sacre Scritture, i Padri della Chiesa,  la Tradizione e tutte le straordinarie rivelazioni del futuro come una  sorta di spazzatura religiosa, a livello delle più infime ed insulse  pubblicazioni da supermercato. Suggerire che le previsioni di eventi  futuri contenute nelle profezie siano solo fabbricazioni della mente e  della curiosità umana è un insulto a Dio ed ai Santi; e questo non può  essere preso a cuor leggero. A pag. 38 del MDF il Cardinale Ratzinger  si riferisce ancora una volta alla svilente interpretazione del Cardinale  Sodano sul significato della visione: 

[essi]... non descrivono in senso fotografico i dettagli degli  avvenimenti futuri, ma sintetizzano e condensano su un medesimo  sfondo fatti che si distendono nel tempo in una successione e in  una durata non precisate.

Il messaggio che vogliono dare questi eminenti Cardinali è chiaro:  tutti questi eventi riguardano il passato e non contengono nessun  grande mistero.

Va fatto notare che il 13 maggio 2007, mentre si trovava al  Santuario Mariano Nazionale di Aparecida, in Brasile, Papa Benedetto  XVI ha affermato che Fatima è il messaggio più profetico del 20° secolo.  Quest’affermazione in pubblico potrebbe essere un tentativo di porre  rimedio alla sua precedente trivializzazione nei confronti di Fatima  e dei suoi contenuti profetici. Tuttavia, la Chiesa continua a soffrire  oggigiorno perché non prende abbastanza seriamente le profezie di  Fatima riguardo all’annientamento delle nazioni e alle tante anime che  stanno andando all’inferno. 

Padre Paul Kramer

LA PREGHIERA DEL DISCEPOLO

 


La mancanza di preghiera e la mancanza di amore portano gli uomini in uno stato di molti dolori.



Messaggio di Nostra Signora Madre Protettrice degli Afflitti alla Vergine Sovrana


03 maggio 2021

"Cari bambini,

Ecco la serva del Signore!

Cari e amati figli, la mia grande felicità nel venire dal cielo in questo luogo è di vedervi riuniti in preghiera, in risposta alla chiamata di Dio. Se il mondo prega, cercando la Misericordia del Signore, tutto sarà trasformato e ci sarà la tanto desiderata pace tra gli uomini. La mancanza di preghiera e la mancanza di amore portano gli uomini in uno stato di molti dolori. Il mio appello è una chiamata alla conversione. Io desidero che gli uomini siano salvati! Pregate figli miei e non allontanatevi dal Cuore di mio Figlio Gesù. Lui ti ama e ti aspetta a braccia aperte. So che vivete in un momento difficile, dove sempre più i miei figli sentono il pesante fardello. Sono qui per aiutare i miei poveri figli a trovare la via della salvezza. Dammi le tue mani e ti condurrò in Paradiso. Conosco molto bene i miei figli, vi chiamo per nome! Ascoltatemi! Avvicinati al mio Cuore Immacolato e tutto finirà bene per te. Intercedo costantemente presso Dio per i miei figli e non mi stancherò mai di chiedere per voi. Un giorno ci sarà una nuova Pentecoste e la vera pace scenderà dal cielo sulla terra. Preparatevi a questo giorno!!!

Che Dio vi benedica e vi conceda la Sua pace!                                                                                                               Ti amo! Restate tutti nel nome della Santa Trinità".


 

PER UNA "GRANDE RIPARTENZA"

 


Il Great Reset dobbiamo farlo noi, dentro noi stessi per una Grande Ripartenza? E' necessario che vi sia una forte reazione di segno uguale e contrario: dobbiamo uscire dall’ipnosi e far rinascere l’uomo nuovo l’uomo spirituale


Il Great Reset dobbiamo farlo noi, dentro noi stessi

 

 

di

 

 

Francesco Lamendola

 

 

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Il malvagio potere finanziario mondiale sta attuando il Great Reset, il Grande Azzeramento dei nostri valori, dei nostri istituti sociali, del nostro lavoro, del nostro risparmio, di tutto il nostro modo di sentire, di pensare e di vivere; e lo sta facendo, a partire dal marzo 2020, a ritmo vertiginoso, con il pretesto dell’emergenza sanitaria, sulla base di una pandemia inesistente. A questo disegno infernale, degno parto di menti diaboliche, nel senso letterale della parola, cioè di persone che si sono votate al diavolo e al diavolo hanno venduto l’anima loro, in cambio di ricchezza, potere e successo, noi dobbiamo rispondere con un contro Great Reset, da attuarsi in primo luogo all’interno della nostra mente, del nostro cuore e della nostra anima. Se infatti ci domandiamo come sia stato possibile che siamo caduti così in basso; che un terrore irrazionale della morte ci abbia degradati fino al punto di renderci totalmente sottomessi e disposti a rinunciare non solo ai diritti e alle libertà fondamentali, ma perfino a ciò che ci rende esseri umani, girare con il viso scoperto, abbracciare e baciare i nostri cari, dare la mano a un amico, scambiarci gli oggetti di cui abbiamo bisogno, e perfino, se credenti, accostarci alla santa Comunione, senza assurde paure e penose precauzioni: se dunque ci domandiamo come sia stato possibile acconsentire a tutto questo, giungiamo necessariamente alla conclusione che da anni, da decenni, fin dall’infanzia, la maggior parte di noi ha subito passivamente un lento, capillare, incessante lavaggio del cervello, ha accolto una quantità di messaggi demenziali e perversi, si è lasciata trascinare dalle mode più stupide e dagli stili di vita più sbagliati, malsani, demenziali: dallo sballo del sabato sera, ottenuto con l’assunzione di sostanze stupefacenti di vario genere, alla promiscuità sessuale e dalla pratica di fare sul proprio corpo tatuaggi demoniaci (il marchio della Bestia) alla partecipazione a megaconcerti rock che risucchiano l’anima delle persone e riducono gli astanti a esseri bruti, primordiali, ridotti a pura emozionalità, mentre ciò che contraddistingue lo statuto ontologico dell’uomo sono l’intelligenza e la volontà, non le sensazioni.

 

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Il Great Reset dobbiamo farlo noi, dentro noi stessi!

 

Ora, così come siamo caduti in uno stato di torpore, assuefazione e distrazione esistenziale, al punto da non renderci conto che stavamo abdicando al nostro senso critico e rinunciando a esercitare una ragionevole verifica dei fatti, adeguandoci a ciò che viene narrato dai mass-media e prendendo per buone anche le notizie più assurde e le comunicazioni più manipolate, adesso è necessario che vi sia una forte reazione di segno uguale e contrario, per scrollarci di dosso le incrostazioni di passività e conformismo che si sono sedimentate una sull’altra, e per riconquistare la padronanza della parte più preziosa ed essenziale di noi stessi: l’intelligenza guidata dalla volontà. Dobbiamo uscire dall’ipnosi, vincere la paura irrazionale del Covid e ritrovare la freddezza e la lucidità per comprendere l’atroce inganno nel quale siamo caduti, nonché per riconoscere la numerosissima schiera di politici, amministratori locali, medici, scienziati, funzionari pubblici e uomini delle forze dell’ordine i quali, invece di proteggerci e agire per il nostro bene, si sono messi a disposizione di poteri oscuri ed estranei, interessati al nostro asservimento, da realizzarsi mediante l’inganno e la mistificazione. Al tempo stesso dobbiamo liberarci da tutta una serie di abitudini mentali ed esistenziali fatte di edonismo, deresponsabilizzazione, piccole furberie e utilitarismo sfacciato, tutte cose che abbiamo creduto ci potessero aiutare nei casi della vita, mentre ci hanno ridotti all’impotenza, perché hanno concorso al nostro accecamento e allo spegnimento sia della nostra intelligenza, sia della nostra volontà. Ora come ora, la maggior parte di noi non ha né la forza fisica per guadagnarsi da vivere facendo un lavoro manuale, né la forza intellettuale per svolgere decentemente le professioni cosiddette liberali, né l’onestà intellettuale per dedicarsi con trasparenza e disinteresse all’insegnamento, all’informazione, alla medicina e alla cura della salute. Cura della salute: vale a dire una strategia per aiutare l’organismo a ritrovare il proprio naturale equilibrio, sviluppando gli anticorpi ed evitando comportamenti sbagliati, dal piano alimentare a quello motorio; e non attesa inerte di miracolosi vaccini dai quali far dipende la propria ”salvezza”, a beneficio esclusivo delle grandi case farmaceutiche le quali, guarda caso, tengono a libro paga proprio quegli scienziati, quei medici e quei politici che, dopo averci terrorizzati agitando lo spauracchio di pericoli pressoché inesistenti (perché la mortalità complessiva del 2020 è stata addirittura inferiore a quella del 2019!), ora non sanno parlare d’altro che della necessità, anzi dell’obbligo morale e sociale, di vaccinarsi: come se non fosse sin tropo chiaro che questo vaccino non è affatto un vaccino, tanto è vero non dà immunità e rende chi lo assume un portatore di virus altamente contagioso; e come se non fosse cosa nota che non si fa una campagna di vaccinazione con un vaccino appena realizzato e non ancora adeguatamente sperimentato e testato a sufficienza, per giunta a pandemia in corso (ammesso poi che ci sia, come essi dicono, una tremenda pandemia, il che è perfettamente falso); e soprattutto che non si può fare un vaccino per difendersi da un virus che non è neppure mai stato isolato in laboratorio! E per non dire dell’aspetto etico, ossia del fatto, non proprio trascurabile, che i pretesi vaccini sono fabbricati con l’impiego industriale delle cellule dei feti abortiti, per un giro d’affari gigantesco, con cifre superiori a quelle del PIL di molti Stati del mondo.

 

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Il malvagio potere finanziario mondiale sta attuando il Great Reset, il Grande Azzeramento dei nostri valori, dei nostri istituti sociali, del nostro lavoro, del nostro risparmio, di tutto il nostro modo di sentire, di pensare e di vivere? Per una Grande Ripartenza? E' necessario che vi sia una forte reazione di segno uguale e contrario: dobbiamo uscire dall’ipnosi e far rinascere l’uomo nuovo l’uomo spirituale!

 

Per fare questo Grande Azzeramento in noi stessi; per ripulire la mente e il cuore da tutte le schifezze e le volgarità che abbiano introiettato e accumulato così a lungo, tutti i giorni, e alle quali ci siamo purtroppo abituati; per ritrovare l’essenziale, la parte migliore che giace al fondo di noi stessi, dobbiamo smettere di guardare verso il basso e riscoprire il Cielo. Dobbiamo guardare verso l’alto; dobbiamo riscoprire l’importanza e l’efficacia della preghiera; dobbiamo far morire l’uomo carnale che è in noi, sempre bramoso o timoroso di qualcosa, sempre proteso verso quello che non ha, e scontento di ciò che possiede; e far nascere l’uomo nuovo, cioè l’uomo spirituale, che ha fame e sete di verità e che sente la nostalgia delle altezze, la nostalgia del ritorno verso la sua vera casa, che è Dio. Da Dio infatti tutto viene, e a Dio tutto ritorna; la nostra colpa è stata quella di essercene scordati, di aver divinizzato le cose e le creature, di esserci asserviti agli istinti e agli appetiti e di aver messo a dormire la nostra ragione e la nostra volontà, che ci sono state date per cercare il vero e non per saziarci di frivolezze e cose grossolane. È a Dio che dobbiamo chiedere la forza e il coraggio necessari per fare in noi stessi il Grande Azzeramento e la Grande Ripartenza: perché da soli non ne saremmo mai capaci. È stato il peccato di superbia a condurci nella presente situazione d’impotenza e sottomissione; quindi è provato che solo con un atto di umiltà verso il nostro Creatore possiamo sperare di uscire dalla buia caverna e tornare a riveder le stelle. Dobbiamo riconoscere la nostra piccolezza e la nostra fragilità; e dobbiamo chiedere a Dio la forza per fare chiarezza in noi stessi, guardandoci come siamo veramente e non con le lenti deformanti dell’ego, come abbiamo fatto sinora, cullandoci nel nostro narcisismo e nell’auto-deresponsabilizzazione. Siamo dominati dalle passioni disordinate, dalla vanità, dall’orgoglio e dalla lussuria; vorremmo avere più di quel che ci spetta, più di quel che meritiamo; siamo pronti a mentire pur di raggiungere i nostri scopi, però pretendiamo lealtà e sincerità dagli altri, adoperando, come gli scribi e i farisei ipocriti dei quali parlava Gesù Cristo, due pesi e due misure nel giudizio morale: gli uni per noi e gli altri per il prossimo. Troppo facile, troppo comodo. Abbiamo preso scorciatoie disoneste, fino a ottundere in noi stessi il rispetto della verità: e questo è stato forse il nostro delitto più grande. Una volta fatto questo, siamo completamente impazziti e abbiamo accettato che altri somministrasse a noi la stessa medicina: di farci credere vero  ciò che è falso, e falso ciò che è vero; buono ciò che è malvagio, e malvagio ciò che è buono; giusto ciò che è ingiusto, e ingiusto ciò che è giusto; bello ciò che è brutto, repellente, disgustoso, e brutto ciò che invece è bello. Abbiamo acconsentito a far impallidire e quasi sparire, in noi stessi, l’immagine di Dio, che ci è stata impressa fin dal concepimento: perché Dio ci ha creati a sua immagine, e deturpare la nostra umanità, fino agli orrendi esperimento di bioingegneria transumanistica di questi ultimi anni, equivale a voler deturpare l’immagine di Dio stesso, e quindi a macchiarsi del più terribile peccato e della più esecrabile bestemmia.

Non c’è niente da fare: abbiamo peccato; ora dobbiamo espiare. Ma non basta pentirsi e chiedere perdono, e accettare il giusto castigo; dobbiamo anche lottare per ristabilire la verità, dentro e fuori di noi, vale a dire che dobbiamo anche assumerci la responsabilità di riparare al male fatto. Perché fino a quando seguiteremo a vivere immersi nella menzogna, a raccontare a noi per primi le bugie più scandalose pur di proteggere la nostra coscienza dal giusto rimorso che non ci darebbe pace, ci siamo abituati a mentire non solo con gli altri, ma anche con noi medesimi. E dunque: su la testa, diritta la schiena, lo sguardo rivolto verso il Cielo: con l’aiuto di Dio, se veramente pentiti e disposti a espiare, possiamo ancora uscire dal pozzo oscuro nel quale, da noi stessi, ci siamo sprofondati. Certo, qualcun altro ci ha fornito l’occasione e la tentazione: specialmente i piccoli, i bambini, i ragazzi, sono stati sottoposti a un così capillare e incessante bombardamento di cattivi esempi, di modelli demenziali, e viceversa hanno visto così pochi modelli positivi, così poca trasparenza e coerenza nel modo di fare degli adulti (e quindi, doveroso mea culpa da parte nostra), che non ci si deve stupire se ora sono proni a qualunque falsità e sottomessi a qualunque menzogna. Nondimeno, l’essere umano è dotato di libero arbitrio: e il libero arbitrio consente di scegliere rettamente fra il bene e il male, anche nelle situazioni più sfavorevoli e fuorvianti. È altrettanto vero, però, che l’intelligenza deve essere coltivata, perché è l’intelligenza che ci mostra il vero e c’insegna a distinguerlo dal falso; così come va coltivata la volontà, perché l’intelligenza senza la volontà è impotente, così come la volontà senza l’intelligenza è cieca. La strategia del Nemico è stata proprio questa: addormentare un poco alla volta, giorno per giorno, la nostra intelligenza e la nostra volontà; condurci al punto di vivere ormai quasi solo di sensazioni, e non di pensieri, e di non saper affrontare quasi alcun sacrificio, alcuna rinuncia, assuefatti al sistema di vita consumista ed edonista, dove ogni occasione va colta, sempre e comunque, purché non richieda fatica e disciplina, ma offra l’allettante prospettiva di poter raggiungere il massimo risultato col minimo dispiego di tempo ed energie.

 

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Dobbiamo tornare come bambini? Ai bambini non sfuggono mai le menzogne o le mezze verità degli adulti: ai bambini nessuno può raccontare che non è vero ciò che è vero, perché possiedono, infallibile, innato, e non ancora corrotto dalle misere astuzie dell’età adulta, l’istinto della verità!

 

Dobbiamo tornare a essere un po’ più severi, un po’ più esigenti con noi stessi. Non per una forma di masochismo, che è l’espressione di un non volersi bene; ma al contrario, proprio per ricominciare  a volerci bene, però nel modo giusto. Per stare bene con se stessi, e quindi per potersi voler bene, bisogna essere in pace con la propria coscienza e non aver tradito la verità, che giace come un deposito prezioso nelle profondità del nostro essere, sotto il sacro patto che noi la rispetteremo e la serviremo sempre, a costo di qualunque difficoltà o sacrificio. Non si tradisce impunemente la verità, La verità è un padrone geloso: se la si tradisce, si è poi esposti all’opera devastante del senso di colpa; e se il senso di colpa viene rimosso, viene messo a tacere, viene esorcizzato con mille trucchi ed espedienti, esso lavora in maniera sotterranea, come un tarlo nel legno, e alla fine i suoi effetti esplodono in maniera incontrollabile, trascinandoci nella rovina di tutto l’edificio del nostro io. Se davvero ci vogliamo bene  allora dobbiamo rispettare la verità: dentro e fuori di noi. Una vita inautentica, disordinata, fondata sul capriccio e sulla vanità, è un’offesa alla verità che Dio ha impresso nell’anima nostra, dunque è una ribellione contro di Lui. Chi mente abitualmente, chi ha costruito la carriera, il successo, il potere sulla menzogna, è in perenne conflitto col Signore Iddio: e prima o poi ne pagherà le conseguenze. In questa vita, con il segreto rimorso che avvelenerà ogni sua gioia; e nell’altra, quella eterna, con una condanna inesorabile e irrevocabile. Meglio pensarci adesso, dunque: meglio provvedere finché siamo in tempo. Nessuno sa quando sarà chiamato a restituire la vita che gli è stata data. La morte può presentarsi all’improvviso, in qualsiasi momento; domani potrebbe già essere tardi per ravvedersi e cambiar vita. Questo dicevano i buoni predicatori di una volta, e salvavano le anime; questo non dicono più i falsi maestri spirituali e il falso clero modernista di oggi, il quale cerca la nostra approvazione, e la cerca lusingandoci nelle nostre vanità e carezzando le nostre passioni, come fanno le vili mezzane. Guai a loro e guai a noi, se ci lasceremo ingannare e fuorviare da costoro.

 

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L’istinto della verità? È questo che ci fa uomini e ci differenzia dalle bestie: l’amore della verità. Dobbiamo tornare a vivere da uomini, non più da bestie!

 

La via che dobbiamo percorrere è molto chiara, non ci sono possibilità di errore. Non è vero che la verità è difficile: è semplice, invece, e giace sotto gli occhi di qualsiasi persona di buona volontà. Infatti ai bambini non sfuggono mai le menzogne o le mezze verità degli adulti: ai bambini nessuno può raccontare che non è vero ciò che è vero, perché possiedono, infallibile, innato, e non ancora corrotto dalle misere astuzie dell’età adulta, l’istinto della verità. È questo che ci fa uomini e ci differenzia dalle bestie: l’amore della verità. Dobbiamo tornare a vivere da uomini, non più da bestie.

 

Del 06 Maggio 2021